Quando nella vita si pensa di aver visto tutto e di essere pronti ad accettare tutto, succede sempre qualcosa che manda all’aria le tue convinzioni.Mi chiamo Nadia, ho quarantenni ben portati e un figlio Niki di 18 anni che vive con me.La mia vita non è stata semplice. Circa dieci anni fa ho scoperto di essere attratta dalle donne, non che prima amassi molto gli uomini, a parte il padre di Niki non ho mai frequentato nessun altro.A ripensarci bene, anche il padre di Niki l’avevo scelto perché non aveva nessuna caratteristica del macho e la nostra vita sessuale era stata molto limitata.Dieci anni fa ho conosciuto una donna che ha risvegliato i miei istinti addormentati.Dopo alcuni incontri appassionati nel salotto di casa sua ho capito quale fosse la mia vera natura.Ho accettato il fatto di essere lesbica come si accetta il colore degli occhi o il paese dove si nasce.Ne ho parlato con mio marito, gli ho spiegato che era qualcosa che non potevo controllare, lui ha capito e pur dispiaciuto ha accettato il divorzio.Da molti anni vive in America, ci scriviamo ogni tanto, si è risposato e ha altri figli. Una storia finita.Quello che da un po’ di tempo mi dà da pensare è Niki. Ho sempre avuto il timore che, crescendo fra donne e conoscendo soprattutto uomini gay, la sua formazione ne avrebbe risentito. Anche se poi ho pensato, vista la mia esperienza, che l’ambiente può poco rispetto alle proprie inclinazioni.I miei dubbi comunque si sono presto dissolti. Un giorno, mentre rimettevo in ordine la sua camera, ho trovato in fondo all’armadio un pacco di riviste pornografiche che, e questo ha dissolto tutti i miei dubbi, erano piene di immagini di maschi intenti a fare sesso fra loro.Avere un figlio gay per una lesbica non dovrebbe creare problemi di tipo morale ma tant’è.Da quel giorno ho cominciato a guardare mio figlio con occhi diversi. Era un bel ragazzo, non c’è che dire, magro, lineamenti molto delicati, praticamente senza peli e ho cominciato ad immaginare come si sarebbe potuta svolgere la sua vita sessuale.Poi, un giorno, non potendone più, ho affrontato la questione con lui che non si è mostrato affatto sorpreso della mia scoperta; mi ha detto che sentiva un’attrazione verso gli uomini e che a lui stava bene così anzi, ha chiesto il mio aiuto e la mia complicità.Non potevo di sicuro fare la moralista così gli ho confermato il mio affetto e gli ho promesso che non lo avrei ostacolato nelle sue scelte.Certo è stata dura. Soprattutto quella volta che tornando a casa e sentendo dei rumori soffocati in camera sua l’ho visto per la prima volta fare sesso con un uomo. La porta era semiaperta, lui era inginocchiato ai piedi di Marco un amico di Elena, la mia compagna, indossava un paio di tanga che da alcuni giorni non riuscivo più a trovare ed era intento a succhiare l’uccello di Marco che, con la camicia sbottonata e i pantaloni ai piedi, guidava la sua testa con la mano. Dai miei tanga spuntava il suo uccello in erezione e quando Marco cominciò ad eiaculare nella sua bocca Niki fu travolto dall’orgasmo. Vidi i lunghi fiotti del suo sperma bagnare i pantaloni di Marco.Mi ritirai turbata come non mai.Cercai di analizzare le mie emozioni.Ero sua madre e quella visione mi aveva sconvolto ma, se mia madre avesse visto me affondare il viso fra le cosce aperte di un’altra donna per esplorare con la lingua ogni piega della sua figa non sarebbe rimasta meno sconvolta. Marco aveva trentacinque anni ma anch’io avevo fatto sesso con ragazze dell’età di Niki e non mi sentivo certo in colpa per questo. Cercai di accettare il fatto che era la sua vita e dopo essermi un po’ calmata ebbi un moto di tenerezza verso di lui.Qualche giorno dopo eravamo in camera mia, un po’ scherzando un po’ sul serio gli dissi che avevo scoperto il trafugamento di alcune paia di mutandine e gli chiesi se ne sapesse qualcosa.Lui scoppiò a ridere e mi rispose che era solo un prestito. Gli feci notare che i prestiti si chiedono.”Va bene” mi rispose “allora posso chiederti in prestito quel paio di tanga neri con le perline”.”Sai dove sono” capitolai sconsolata.Si diresse verso il cassetto con gli occhi che brillavano dalla libidine e cominciò a cercare.”Dio mamma che bello. Dove li hai trovati” esclamò all’improvviso.”Cosa tesoro?””Questi magnifici arnesi”D’un tratto mi ricordai che in fondo al cassetto c’erano due dildi lasciati lì da una mia amante occasionale.”Dove li hai comprati?””Non li ho comprati. Li ha lasciati una mia amica. Comunque sei proprio un ficcanaso.””Li cerco da tanto. Mi sono stufato di usare astucci di compassi, flaconcini di deodorante e stupidaggini simili…””Niki! Risparmiami i particolari e rimetti a posto quei cosi” mi sentivo in imbarazzo.”Davvero non sai dove potrei trovarli?” mi chiese speranzoso.”No tesoro. Te l’ho detto non li ho comprati io. Proverò ad informarmi. Vieni qui adesso”Lo abbracciai “Ti piacciono tanto questi tanga?” fece di sì con la testa “Allora te li regalo”.”Grazie sei un tesoro. Vado a provarli.” Mi baciò sulle labbra e sparì.Andai a prendere i due dildi. Uno era nero e doppio di quelli che le donne usano per i rapporti di penetrazione reciproca l’altro era un normale vibratore di discrete dimensioni. Spinsi il pulsante di accensione e cominciò a vibrare.Pensai all’uso che ne avrebbe fatto Niki e mi chiesi cosa avrebbe provato nel penetrarsi con quell’arnese.Io non avevo mai pensato al mio culo come una zona erogena. Non so cosa mi spinse ma riaccesi il vibratore e cominciai a passarlo sulle mutandine fra i glutei. Ebbi una sensazione piacevole ed intrigante.Mi sfilai gli slip, tirai su le gambe e cominciai a muoverlo intorno al buchetto, la sensazione aumentò e piano piano si trasformò in frenesia. Provai a spingerlo dentro, all’inizio incontrai qualche difficoltà poi, lentamente entrò la punta. La vibrazione stimolava talmente le pareti dell’ano che quasi senza accorgermene me lo ritrovai quasi tutto dentro. Con la mano gli impressi un movimento rotatorio e dopo pochi minuti mi ritrovai in preda ad un orgasmo squassante. Rimasi inebetita per alcuni minuti, mai avevo provato un orgasmo così sconvolgente. Avevo scoperto una nuova fonte di piacere. Nei giorni successivi ripetei l’esperienza più volte.Provai anche a coinvolgere Elena in questi nuovi giochi ma non se ne mostrò entusiasta. Il nostro rapporto attraversava un momento di crisi e i nostri incontri erano diventati sempre meno frequenti.Non mi preoccupai più di tanto, ormai avevo un nuovo amante. La cosa non doveva essere sfuggita a Niki che ogni tanto, sogghignando, alludeva a “certi ronzii rumorosi di incerta natura “.Arrivò carnevale. Niki fu invitato ad una festa in maschera.”Ho deciso di vestirmi da donna. Mi aiuti a truccarmi?””Dovrò prestarti anche un vestito immagino?” “E un perizoma e le scarpe e le calze.””Tutto il mio guardaroba insomma” brontolai.La sera prima della festa ci dedicammo al trucco. I capelli glieli cosparsi di gel e glieli pettinai dritti in testa colorandoglieli con striature azzurre e viola, per il trucco usai la mano leggera, gli prestai un paio di orecchini facendomi promettere che non li avrebbe persi.Poi gli mostrai un perizoma nero e un paio di autoreggenti. Gli brillarono gli occhi. Si spoglio in un attimo e indossò il perizoma pavoneggiandosi davanti allo specchio.”Hai un bel culetto” gli dissi “Però vediamo di darci una mossa.”Infilò le calze e tornò a specchiarsi.Presi un vestitino nero con una gomma molto ampia e lo aiutai ad infilarlo ed infine mi chiese un paio di scarpe con i tacchi a spillo.”Te lo sconsiglio. Se non sei abituato camminerai come un ubriaco”.”Chi t’ha detto che non sono abituato?” Già che scema pensai.Devo dire che avevo fatto un ottimo lavoro. Il risultato era perfetto.”Se non ti conoscessi ti farei la corte” gli dissi.”Lesbicaccia” mi rispose ridendo.Stavo per rispondergli per le rime quando suonarono alla porta.”Deve essere Marco che viene a prendermi.””Che schianto” esclamò appena lo vide “se non ti conoscessi ti farei il filo”.Niki mi fece l’occhietto e si avviò con Marco alla festa.Io avevo ricevuto alcuni inviti ma non avevo voglia di andare da nessuna parte così, dopo aver visto un po’ di televisione, me ne andai a letto a dormire.Ad un certo punto della notte fui svegliata da alcuni rumori soffocati, immaginai che fosse Niki che ritornava dalla festa e cercai di riprendere sonno. I rumori però continuavano così mi alzai per andare a vedere. La porta della sua camera era semiaperta e la stanza illuminata dalla tenue luce dell’abatjour.Mi avvicinai alla porta e sbirciando dentro e vidi Niki in ginocchio sul letto con il vestito alzato sulla schiena mentre Marco da dietro lo inculava.Questa volta non mi scandalizzai minimamente anzi, fui felice per Niki.La sera successiva, a causa del mio lavoro, ci vedemmo solo dopo cena, lui venne in camera mia a salutarmi.”Come è andata la festa?” gli chiesi.”Bene, bene. Senti il vestito e il resto l’ho messo a lavare. Il vestito si è un po’ macchiato…””Immagino anche di cosa” gli risposi sorridendo.”Vuoi dire…””Se vuoi la tua privacy almeno chiudi la porta”.”Non si arrabbiata vero?””No tesoro. Come è andata con Marco?””Male. È uno stronzo. Questa mattina era tutto imbarazzato . Mi ha farfugliato che non capiva cosa gli fosse successo, che era ubriaco, che lui quelle cose non le aveva mai fatte ed era meglio non frequentarci più. Insomma io do il culo per la prima volta ad un ragazzo e lui se ne viene con tutte queste stronzate. Oltretutto glie è piaciuto eccome…””Capisco come ti senti”lo consolai Ci sedemmo sul letto e lo abbracciai per rincurarlo.”Sono le disavventure che capitano a chi esce fuori dalla norma, è capitato tante volte anche a me. Donne sposate che prese dal momento si lasciano andare e poi si pentono pensando alle conseguenze e buttano tutta la colpa su di te. Ti ci dovrai abituare.””Tu almeno hai Elena. Ha proposito è un po’ che non la vedo. Che fine ha fatto?”Mi allungai sul letto. “Siamo un po’ in crisi. Un po’ tanto.”Si allungò vicino a me per consolarmi.”Mi dispiace” e mi abbracciò. “Non che a me piacesse molto, però sapevo che ci tenevi tanto”.”Le cose cominciano e finiscono. Basta non prendersela troppo.””Ecco il perché di tutti quei ronzii…” ammiccò ridendo.”Stupido screanzato, ti sembra il modo di parlare a tua madre” volevo essere indignata ma mi scappò da ridere.Ci consolammo un po’ poi gli chiese “Davvero era la prima volta che lo… insomma hai capito.””Sì. Era la prima volta che mi facevo… sodomizzare. Avevo fatto altre cose pomp… rapporti orali, masturbazioni reciproche. Volevo farlo la prima volta con un ragazzo che mi piacesse e Marco mi era sembrata la persona giusta. Certo da solo quando mi prendeva la voglia mi sono infilato di tutto. Mi viene una specie di frenesia… non so se hai mai provato ad infilarti qualcosa nel buchetto… “”Beh sai” gli risposi ammiccando “tutti quei ronzii…””E brava mammina”mi guardò compiaciuto “Allora sai di cosa parlo…”Annuii.”Sì so di cosa parli. E cosa usavi per …. Senti chiamiamo le cose con il loro nome. Per incularti.””L’idea mi è venuta vedendo quelle penne con tutti quei ricambi. Hai presente?” “Sì””Poi l’astuccio tondo del compasso, l’astuccio di metallo di un sigaro… insomma cose così. Io non ho amiche che mi regalano vibratori.” disse con tono invidioso.”Ti sei fissato con il mio vibratore.””Dai fammelo rivedere” mi chiese.Aprii il cassetto del comodino e glielo passi.Lo guardò con attenzione, poi trovò il pulsante per accenderlo.”Si sono scaricate le pile.” gli dissi.”Ci credo…” scoppiammo a ridere tutt’e due.Lo aprì, controllò le pile.”Ne ho una scatola in camera mia, aspetta un attimo.”Tornò con due pile nuove, sostituì le vecchie e lo riaccese. Il ronzio basso e persistente riempì la stanza.Lo provò sul dorso della mano poi, si alzò la maglietta e se lo strusciò sui capezzoli che si indurirono all’istante. Ci scambiammo uno sguardo complice.”Vuoi che esca?” gli chiesi.”No. Resta pure.”Si sfilò di colpo i pantaloni della tuta e gli slip, sollevò le gambe e iniziò a far scorrere il vibratore fra le natiche poi cominciò a spingerselo dentro.Il suo corpo cominciò a muoversi ritmicamente per favorire l’introduzione poi tirò su le gambe di colpo e con movimenti rapidi e precisi si procurò l’orgasmo.L’avevo osservato con un misto di tenerezza e partecipazione. Gli passai una salvietta per asciugare lo sperma che gli aveva inondato la pancia.”È fantastico questo arnese” mi disse ridandomelo.”Sì. Ormai è diventato il mio amichetto.””Dai non ti trattenere” mi disse guardandomi negli occhi”Si vede che muori dalla voglia.”Non mi feci pregare, mi sfilai i pantaloni e gli slip e mi procurai un solenne orgasmo aumentato dal fatto che mio figlio mi guardasse.”Spero che me lo presterai qualche altra volta?” mi chiese quando ci fummo un po’ calmati.”Certo. Sai dov’è. Tu però tieni sempre una confezione di pile di riserva.””Contaci.”Ormai eravamo complici e spesso ci capitava di farlo insieme.Una sera mentre mi stavo spogliando, Niki era alle mie spalle, sentii la sua mano accarezzarmi il culetto.”Sai mamma che hai proprio un bel culo.””Ti piace” ero contenta del complimento.”Hai mai provato a farlo con un vero… con un uomo intendo?””È così diverso?” gli chiesi.”Sì. È molto meglio. Ti andrebbe di provare?”Realizzai solo allora cosa stava proponendomi. Ci pensai un attimo sopra e poi gli chiesi “Sei sicuro di quello che vuoi fare?””Sì. È un po’ che volevo chiedertelo””Dai allora”. Finii di spogliarmi e mi diressi verso il letto lui mi seguì, mi misi in ginocchio e lui si chinò dietro di me.La sua lingua cominciò a frugare fra le pieghe del mio buchetto insalivandolo e allargandolo. Poi sentii la sua punta farsi strada dentro la mia pancia. Assecondai le sue spinte e in poco tempo esplodemmo insieme.”Ti è piaciuto?”mi chiese.”Tanto. E a te.””Anche a me.””Peccato che tu non possa farlo a me” sospirò.”E chi la detto?””Che vuoi dire?” Mi chiese incredulo.”Aspetta e vedrai.”Mi diressi verso il cassetto del comò e recuperai il doppio dildo.A Niki brillarono gli occhi “Vuoi dire…””Certo tesoro.”Mi sdraiai sul letto e mi sistemai il dildo dentro la fica. Ne rimaneva fuori un’abbondante porzione. Mi inginocchiai sul letto. “Che te ne sembra?””Fantastico” Mormorò mettendosi in posizione.Guidandolo con la mano lo appoggiai sull’apertura del buchetto. Era tanta la sua voglia che praticamente si impalò da solo.Cominciammo a spingere insieme fino a procurarci un’altro orgasmo.
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