Aprile ‘45 La guerra si era spostata in Germania, un inverno era passato dallo sbarco degli alleati e una nuova primavera stava sbocciando. I giornali riportavano le notizie degli immani colpi che gli eserciti alleati davano al reich tedesco e, se il fronte occidentale si era stabilizzato dopo l’offensiva tedesca delle Ardenne, sul fronte orientale i russi avanzavano fino a 80 chilometri da Berlino dissolvendo le preoccupazioni di chi temeva una resistenza della Germania simile a quella che per quattro anni, nel precedente conflitto, aveva dissanguato gli alleati occidentali.Anche in Normandia la vita riprendeva. Non erano ancora tornati i militari prigionieri nel 40 e i deportati dell’occupazione, ma ci si sforzava di vivere coscienti che qualunque cosa poteva succedere non sarebbe stata peggio di quello che avevano passato.Lo Stato, sotto l’autorevole guida del generale De Gaulle, aveva ripreso a funzionare allontanando i funzionari più compromessi con il regime collaborazionista. La legge aveva ripreso ad essere rispettata e le prigioni erano ancora piene di criminali del vecchio regime che attendevano di essere processati.In paese era arrivato un nuovo comandante della gendarmeria che aveva recuperato i vecchi agenti che avevano disertato per non collaborare con i tedeschi, qualcuno era arrivato dal capoluogo, qualc’un altro era stato assunto sul posto per marcare la vocazione territoriale della gendarmeria.Ora, di fronte a questo nuovo comandante, in un ufficio modesto dove non esistevano due sedie uguali, sedeva la signora De Sentier. La donna guardava incuriosita il nuovo comandante che doveva avere pressapoco la sua età; dall’accento riteneva arrivasse dal Poitou, ma non ne era sicura. Le pareva un bell’uomo e ispirava un aurea di fiducia. Tuttavia era un po’ in apprensione perchè non sapeva il motivo per cui l’aveva fatta chiamare.L’uomo si alzò, chiuse la porta e ritornò dietro la scrivania, da un cassetto estrasse una cartella che aprì.“Uno dei primi atti che ho fatto quando sono arrivato è stato mettere in ordine l’archivio. Vi sono una serie di documenti che riguardano la vita di tutti che sono stati abbandonati per quasi un anno. Abbiamo denuncie anche molto gravi a cui non è stato dato seguito, provvedimenti sanzionatori che sono venuti a cadere per la morte dei destinatari. Insomma una grande confusione; all’interno dei documenti che stavo riordinando ho trovato questa” disse porgendole una scheda.Isabella la guardò e si sentì mancare. Era il corrispettivo del libretto di prostituta che le avevano rilasciato a Rennes. C’era una delle due foto che aveva portato alla Kommandantur tedesca, i suoi dati anagrafici e l’inequivocabile scritta “permesso di esercitare la prostituzione”.Le tornarono alla mente, con nitidezza, tutti i particolari di quella giornata del maggio 44 in cui la rispettabile borghese era stata schedata come prostituta Era la terza settimana di maggio e ormai erano 15 giorni che ogni notte divideva il letto con il capitano Westphal che si era dimostrato un amante focoso e resistente. Veniva chiavata mai meno di due volte, di solito alla sera e alla mattina appena sveglia, spesso tre e talvolta quattro.Se non fosse stata la particolare situazione che la vedeva soggiacere ad una persona che odiava ne avrebbe potuto anche trarre piacere. Sposata giovane con una persona molto più anziana di lei non aveva mai avuto una vera realizzazione nel sesso. L’aveva vissuto come un dovere, qualche volta spiacevole che, per sua fortuna, non si manifestava spesso. Dopo la nascita di suo figlio aveva scoperto che suo marito durante la gravidanza di era soddisfatto con alcune note puttane e ciò l’aveva indotta a rifiutarsi ulteriormente. L’ultima volta che aveva fatto l’amore risaliva a quattro anni prima, un anno prima della morte del marito. Prima di cadere nelle mani del tedesco aveva assecondato i suoi stimoli naturali masturbandosi e ricavandone un grande senso di colpa. Ora scopriva che un maschio poteva usarla tre, quattro volte per notte. E in che modi!. Aveva imparato che poteva essere presa da dietro nella posizione che veniva detta “della pecora”, ed era la posizione che preferiva perchè pur sentendosi un animale non doveva guardare in faccia la bestia che la montava e dover subire i suoi baci. Aveva anche imparato a prendere in bocca la verga del maschio. La cosa le aveva inizialmente fatto schifo, ma la minaccia di nuove frustate l’aveva rapidamente convinta a seguire le istruzioni del capitano. Era giunta anche a tenere in bocca il pene fino all’eiaculazione e ad ingoiare il seme. La cosa aveva scoperto la eccitava in una qualche misura, ma non riusciva ad allontanare il pensiero che erano pratiche vergognose, delle donne da lupanare a cui una donna perbene mai si sarebbe volontariamente prestata. Da ultimo aveva provato il piacere della bocca del maschio sulla sua natura. Odiava la persona che glielo faceva, ma non era riuscita a non provare un vergognoso piacere. Aveva dissimulato il suo godimento, ma, nonostante la vergogna, aveva provato rammarico ogni volta che Kurt interrompeva il cunnilinguo lasciandola insoddisfatta. Quello era il prezzo per la salvezza di suo figlio. Aveva ricevuto una lettera di questi che le comunicava che stavano costruendo degli sbarramenti su un fiume; da ciò, nonostante la rigida censura, aveva capito che doveva trovarsi lungo il Merderet, probabilmente tra Carentan e st.Mere Eglise. Un posto relativamente tranquillo, privo di installazioni militari fisse che fossero oggetto di bombardamenti aerei. Le aveva scritto che dormivano in baracche e che il cibo era sufficiente. Aveva avuto l’impressione che il figlio considerasse la cosa come una specie di campeggio e che non avesse la reale percezione della tempesta che si andava avvicinando. Comunque era a poca distanza e stava pensando a come farlo fuggire. Se ciò fosse stato possibile sarebbe venuto meno la principale arma di ricatto del capitanoMa, mentre si industriava a capire dove fosse suo figlio e ad organizzarne la fuga aveva avuto dal capitano l’invito a recarsi nel capoluogo. Secondo le indicazioni di quello che, a tutti gli effetti, era il suo padrone si era dovuta recare alla Kommandantur per farsi fare un permesso, non aveva specificato quale e lei pensava che date le restrizioni crescenti nella zona del fronte fosse necessario un documento particolare per muoversi di sera tra la sua casa e la villa dove alloggiava il capitano. Le aveva detto che aveva già preparato tutto lui e lei aveva solo dovuto rivolgersi ad un maresciallo della Kommandantur di cui le aveva dato il nome.Il Maresciallo le aveva chiesto le due foto tessera che aveva portato con se, poi in un pessimo francese le aveva chiesto i dati anagrafici e se ne era andato.Era tornato dopo un po’ e le aveva fatto segno di seguirlo in un ufficio dove la fece accomodare di fronte ad una scrivania dove prese posto.“Ecco il libretto” disse allungando un cartoncino ripiegato attraverso il tavolo “ora vada a fare la visita medica, poi può esercitare”Isabelle non aveva capito cosa stava dicendo, aperto il cartoncino, e letto il contenuto e si aera sentita mancare.Sotto alla sua foto, ai suoi dati anagrafici, c’era, con tanto di timbri e firme, in bella evidenza il permesso di esercitare la prostituzione, nella pagina di sinistra del cartoncino delle righe contenevano le date delle visite mediche obbligatorie alle quali doveva sottoporsi ogni 15 giorni.Schedata, Schedata come prostituta! L’agghiaciante verità l’aveva colpita come una mazzata: non era solo la sgualdrina del tedesco, ora nella burocrazia dello Stato Francese Isabelle De Sentier era registrata come prostituta. Il significato di questo le venne illustrato dal maresciallo che le stava di fronte; mentre la testa le girava le parole si erano fatte strada stordendola.“Il capitano mi ha detto che lei è nuova del mestiere, le ricordo allora quale comportamento deve tenere e quali obblighi deve assolvere. Come Lei ben sa la prostituzione non autorizzata è illegale. Il metetricio può essere esercitato solo nei casini o a domicilio dopo che ne è stata data comunicazione all’autorità di polizia locale. Per esercitare è necessario sottoporsi a visita medica ogni quindici giorni. I militari tedeschi sono i maggiori utilizzatori, non vogliamo che in alcun modo siano impestati; vi sono quindi pene molto severe per le puttane che non si fanno visitare e pene ancor più severe per quelle contagiate che esercitano contro il divieto del medico. Nel primo caso c’è una multa molto salata o 15 giorni di prigione, nel secondo i giorni sono trenta. In caso di recidiva, anche di una sola recidiva, la donna è considerata criminale e viene deportata in Germania. Non c’è processo, tutto è affidato all’autorità di polizia. Come Lei sa, fin dai tempi di Napoleone, in Francia la polizia può ferrmare le donne in atteggiamento di adescamento e schedarle come prostitute, a quel punto entrano in vigore gli obblighi appena descritti.Voglio segnalarle che, adesso, il suo nome è registrato, quindi se la polizia la ferma e non è in grado di dimostrare la regolarità dei controlli sanitari o, per esempio, se la trovano ad esercitare al di fuori dei casini autorizzati la polizia può procedere”Non aveva parole. Era stata annientata. La polizia.. .. la polizia ormai non contava più niente, al massimo dirigeva il traffico. Da un anno e mezzo tutto il potere era passato ad una banda di sgherri in camicia e basco nero che imperversavano tracotanti e arroganti. Il regime collaborazionista aveva svuotato le carceri e i riformatori per usare gli ospiti delle patrie galere per l’appalto della violenza e la diffusione del terrore. Questi delinquenti non avevano modificato la loro natura di ladri e assassini. Per prima cosa, quando avevano potuto, l’avevano fatta pagare cara a chi li aveva arrestati e la polizia era stata oggetto di vera violenza, poi da nuovi lanzichenecchi avevano cominciato a costruire un sistema di furti ed estorsioni. Non vi era operazione di ordine pubblico tenuta da questi che non si tramutasse in furto. La gente li conosceva come “I ladri neri”.Con la schedatura nelle prefetura, chiunque di loro l’avesse fermata per strada avrebbe potuto chiederle qualsiasi cosa e lei sarebbe stata costretta a cedere. “Il capitano Westhphal” aveva continuato il maresciallo nel suo pessimo francese “ mi ha detto di comunicarle di presentarsi al casino di Madame Nadine alle 17 che deve essere pronta per la libera uscita della truppa delle 18..domani sera può tornare al suo paese, ma io l’ho registrata nel bordello di Madame come lavoratrice occasionale” era rimasto in attesa di di una risposta della donna che non veniva.“Il bordello è una terza categoria, la tariffa è la più bassa, ma con una ventina di marchette al giorno le ragazze hanno di che vivere e riescono anche a metter via qualcosa” Il maresciallo sembrava molto competente in materia e anche seriamente preoccupato di indirizzare la donna sulla strada migliore “purtroppo lei non è più molto giovane altrimenti sarebbe stato più facile dopo una certa esperienza nel terzo livello passare a quelli superiori che, ora, sono frequentati prevalentemente dagli ufficiali e dagli uomini d’affari tedeschi, per la prima categoria la marchetta è il doppio della terza, ma soprattutto sono molti i clienti che vogliono tenersi la donna tutta la notte, in questo caso si può guadagnare molto; ma vedrà che se ha qualche talento come il saper cantare o suonare ha qualche possibilità in più. Ovviamente questo è possibile solo se è brava a letto.”E con questo incoraggiamento si era alzato per congedarla, ma le indicazioni non erano finite.“Marcel!” Al richiamo si era presentato un giovane in divisa nera “La signora è una nuova ragazza di Madame Nadine, dovresti accompagnarla e presentarla a Madame, prima però la devi portare dal dottore per la visita medica”“Agli ordini!” era stata la stentorea risposta del milite che si era posto a fianco di Isabelle accompagnadola all’uscita.Isabelle si era fermata all’uscita della Kommandantur, sconvolta, non solo era stata schedata come prostituta, ma volevano farla esercitare in un bordello di terza categoria. Le girava la testa dall’emozione. No!, non avrebbe accettato una simile umiliazione. Sarebbe tornata dal capitano, la frustasse pure se voleva, ma non poteva accettare un simile oltraggio.“Io me ne vado!” aveva detto al milite incamminandosi verso la stazione del treno.Il ragazzo era rimasto sorpreso mentre la donna si allontanava, poi l’aveva rincorsa e fermata prendendole un braccio.“Cosa credi di fare?” l’aveva apostrofata sprezzante “sei una puttana schedata. Il maresciallo ti ha detto che devi farti visitare e presentarti al bordello e lo devi fare!”Isabelle lo guardava furente.“Se ti ribelli mi basta un urlo e arrivano i miei camerati della milizia e ti arrestiamo e ti portiamo dentro. Anzi, fallo che così poi ci divertiamo in prigione. Vedrai che te le faremo allargare noi le gambe”Isabella sentiva la sua ira crollare travolta dalla disperazione. Il ragazzo doveva aver intuito di aver di fronte una borghese superba.“Ne abbiamo portata dentro una come te la settimana scorsa, diceva di essere la moglie di un avvocato, ma l’abbiamo trovata a commerciare in borsa nera. Ci siamo divertiti bene, avresti dovuto sentirla come strillava mentre glielo mettevamo nel culo, e quel cornuto di suo marito che voleva vederla e minacciava. Gli abbiamo rotto i denti a quello stronzo. L’abbiamo usata quattro giorni e si è presa più cazzi in quei quattro giorni che nel resto della sua vita.. Avanti, ribellati che ci manca proprio una troia come te con cui divertirci..”Piangendo rassegnata Isabella aveva seguito il ragazzo che continuando ad insultarla l’aveva portata da un medico.Sebbene la visita fosse stata un’ulteriore umiliazione il medico era stato l’unico a dimostrare un po’ di umana pietà nei suoi confronti. Nel breve intervallo della visita le aveva dato qualche consiglio di igiene sessuale per evitare di rimanere contagiata da scolo e sifilide, malattie che lei conosceva per nome, ma di cui non aveva mai conosciuto le caratteristiche e la pericolosità. Ora con la scheda in mano ricordava tutto di quella umiliazione. L’essersi dovuta presentare dopo la visita alla tenutaria del bordello. Una odiosa megera che era già stata informata nei minimi particolari. Era una alsaziana di origine tedesca che disprezzava i francesi e più ancora odiava le borghesi perbeniste. Glielo aveva fatto immediatamente capire quando con un linguaggio crudo le aveva detto che doveva prepararsi per soddisfare i militari tedeschi in libera uscita. Con astio nella voce le aveva indicato i pochi stracci che poteva indossare, la panca dove assieme alle altre ragazze si sarebbe esposta per la scelta da parte dei clienti, la camera dove sarebbe stata chiavata. Con suo orrore Isabella aveva visto che vi erano due letti: nemmeno la riservatezza dell’isolamento le veniva garantita, avrebbe dovuto copulare accanto ad un’altra puttana.La megera doveva aver ben chiaro quali fossero gli strumenti di pressione. Forse il capitano non le aveva parlato della frusta di cui, dalla schiena di Isabella ormai erano scomparsi i segni, ma doveva averle riferito della rispettabilità a cui Isabelle teneva.“Se ti rifiuti” le aveva detto la tenutaria “ domani mando una lettera al tuo comune denunciandoti di esserti appropriata di qualche valore di un cliente. Sarebbe divertente vedere come il podestà e la gendarmeria accoglierebbero la notizia che la signora De Sentier è una puttana schedata che esercita in un bordello di terza categoria e che deruba i clienti”.Questa minaccia l’aveva fatta cedere e aveva fatto la puttana.Vestita solo con una guepiere aveva dovuto attendere su una panca in ingresso, assieme alle altre ragazze, l’arrivo dei clienti. Non poteva neanche abbandonarsi alla disperazione e piangere perchè le era proibito.Ricordava con schifo e orrore i ragazzi tedeschi di 18 anni e i vecchi militari che dopo le sei di sera erano entrati nel bordello a spendersi la deca. Le ragazze ogni tanto si alzavano e passavano di fronte ai clienti ancheggiando e invitandoli in camera. Lei era rimasta in attesa finchè un anziano milite della territoriale l’aveva presa per la mano invitandola con i gesti a precederlo sulle scale. Mentre saliva le aveva palpato il culo insinuandosi nel solco tra le natiche.In camera, come le aveva insegnato la tenutaria aveva calato i calzoni e infilato un preservativo vulkan sul cazzo già eretto. Poi era stata chiavata. Il tedesco la chiamava Helga, forse a ricordo della moglie in patria, dopo di quello ve ne erano stati altri tredici e alla fine aveva il sesso profondo dolorante. Mentre veniva montata ogni tanto nel letto accanto la sua compagna subiva la stessa sorte e guardandola ella vedeva l’immagine del suo degrado.La sua compagna di camera impietosita dalla sua goffaggine le aveva dato alcuni preziosi consigli e una bottiglietta di olio di vasellina con cui ungersi il sesso arido. Era rimasta commossa, da una prostituta era venuto il primo vero atto di generosità, ricordava che ebbe l’improvviso pensiero che Cristo aveva visto giusto nella maddalena che, poi, era una delle poche persone rimaste sotto la sua croce.A quella prima giornata ne erano seguite altre tre, ogni giovedì pomeriggio doveva presentarsi al bordello di Madame Nadine, prepararsi, mettere in mostra la sua carne nella grande sala d’attesa e venire chiavata da una’orda di militari. Non mancava la richiesta, vi era la fila fin fuori. I militari non si toglievano nemmeno gli stivali, si limitavano ad abbassare i pantaloni e a metterglielo dentro.Ricordava nettamente i numeri, le facce no, aveva fatto di tutto per dimenticarle. Quattordici la prima volta, venti la seconda, ventidue la terza e diciassette la quarta. Ora mentre tutto questo le tornava alla mente nell’ufficio del comandante della gendarmeria si accorse che le tremava la mano. che teneva la scheda. Guardò il comandante e lo vide impassibile.“Cosa vuole da me?” Osò chiedere.“Nulla signora!, quello che è successo in guerra credo non possa essere dimenticato, ma deve essere superato, dobbiamo andare oltre. Con molta discrezione ho cercato informazioni sul suo conto e ho saputo che ha avuto qualche problema con i tedeschi. Non so se quello che ha in mano sia in relazione con tali problemi, ma lo penso. Ora, se lei non lo sa, gli archivi della prefettura di Rennes sono stati completamente distrutti da un bombardamento, per quel che ne so questa è l’unica documentazione che la riguarda. Sarebbe mio dovere mandarla a Rennes dove stanno ricostruendo tutti gli archivi, ma ho deciso di fare altrimenti” Si fermo e guardò la donna a cui mancò il respiro“Ho deciso di consegnare questo documento a Lei, ne faccia ciò che vuole” Un nodo di ghiaccio si sciolse dal cuore di Isabella, per la prima volta in molti anni fu improvvisamente immensamente felice. La gioia doveva trasparire dal suo volto perchè il comandante imbarazzato cercò in qualche modo di sminuire quello che aveva appena fatto“Guardi signora che non è un favore che faccio personalmente a Lei, credo che tutti dopo la tragedia che ci ha coinvolto, abbiano il diritto di ricominciare una propria vita. Così io sto lasciando cadere tutte una serie di denuncie, non vorrà che indaghi su vecchie denuncie di adulterio quando qui è passato Attila e le donne che non sono state violate dai tedeschi o dagli alleati sono molto poche?.”“Grazie comandante, non ho parole”“E non ne usi” borbottò “vada.. vada che ho altro da fare”Isabella corse fuori nel sole, felice, libera. Il pericolo della schedatura si era finalmente dissolto. Ora poteva, veramente cominciare una nuova vita. Il comandante pedalava verso la villa dei De Sentier, aveva ricevuto l’invito a presentarsi a cena due giorni dopo il colloquio con la signora Isabella e la cosa gli aveva fatto molto piacere. Era stato molto colpito sia dalla bellezza che dall’eleganza e dalla forza che emanavano dalla donna. Certo che doveva averne passate di dure se era stata schedata come prostituta. Si era anche immaginato di essere un suo cliente nel bordello di Rennes dove doveva aver esercitato, ma aveva scacciato tale pensiero come vergognoso.Era sera e, finalmente, si poteva circolare all’aperto senza l’incubo del coprifuoco, dell’oscuramento e dei bombardamanti. La gente, seppure colpita, stava riprendendosi, c’erano ancora molti dolori e rancori ma la speranza era l’elemento dominante. Ogni tanto qualcuno lo salutava e lui rispondeva al saluto.Si avvicinò alla passarella che sostituiva il ponte attraverso il paese. Il ponte normanno, che aveva più di 600 anni, era stato fatto saltare ed ora una passerella in legno lo sostituiva. Con il ponte erano stati fatti saltare i servizi che lo attraversavano, così ora sulla riva destra avevano l’acqua dell’acquedotto mentre la riva sinistra ne era priva, viceversa la riva destra su cui era collocata la centrale idroelettrica aveva la luce elettrica mentre alla sinistra mancava. Attraversata la passerella si ritrovò quindi in strade buie, qualche finestra illuminata da candele all’interno lo indirizzava e, in ogni caso, conosceva bene la strada. Scese comunque dalla bicicletta e proseguì a piedi per il timore di far passare le ruote della bici su qualche chiodo o rottame che potessero danneggiarle.La villa dei De Sentier si ergeva maestosa all’interno di un piccolo parco, vide che qualcuno aveva messo una lucerna all’ingresso e si diresse verso di questa. Bussò energicamente alla porta e venne ad aprirgli una donna avanti con l’età che teneva in mano una candela.“La signora l’aspetta” disse precedendolo attraverso un grande atrio verso quella che, seppure al buio, capì essere una sala da pranzo.Nella sala era presente una tavola apparecchiata con una tovaglia che al buio pareva candidissima e numerose candele sul tavolo, una lampada da miniera ad acetilene appesa ad un candelabro a muro spandeva una luce bianca su tutta la stanza.Isabelle gli si fece incontro porgendogli una mano“Sono veramente felice che Lei abbia potuto venire, comandante”L’uomo la guardò restando colpito dalla bellezza. Vide che aveva indossato un elegante vestito con un’ampia scollatura, vide anche che aveva addosso un giro di perle e numerosi gioielli. Immediatamente si sentì miserabile con le sue scarpe infangate e la sua divisa consumata e, dato che non poteva cambiarla, anche sporca.La luce di felicità che vedeva negli occhi della donna gli fecero però scordare queste preoccupazioni.“Si accomodi” disse Isabelle indicandogli una sedia a tavola. “Genevieve” disse all’anziana, “grazie di tutto, puoi andare”Brontolando la donna sparì nel buio.“Genevieve è l’unica domestica che mi è rimasta ed è l’unica di cui mi fidi” spiegò Isabelle “Mi fa da cuoca, domestica, ma per la maggior parte dei lavori di casa li faccio io”“Questa sera “ disse indicando un coperchio al centro della tavola “è riuscita a prepararmi un pollo arrosto, abbiamo anche trovato alcune patate, purtroppo mancano alcune spezie.. ..Queste privazioni però sono poca cosa rispetto a quelle che abbiamo avuto durante la guerra, comunque questo può compensare tutto” e gli indicò una bottiglia al centro tavola “Un Bordeaux De Sentier 1911, prima della guerra era venduto a 100 franchi la bottiglia”Il comandante era piacevolmente trasportato dalla conversazione della donna che rapidamente, pur continuando a parlare, aveva fatto le parti del pollo e gli aveva riempito il piatto“Per favore mi apra la bottiglia” gli chiese e il comandante si affrettò ad ubbidire e a riempire gli eleganti bicchieri di cristallo.“Come si chiama?” chiese Isabelle che si era seduta al suo posto“Ives Livio, i miei sono di origine nizzarda”“Ah, ecco da dove arriva il suo accento, a cosa vogliamo brindare” disse alzando il bicchiere“Alla vita ritrovata” fu la immediata rispostaMangiarono con piacere, il cibo era buono, il vino piacevole. Ives scoprì che la donna non era solo bella, ma anche colta e intelligente e la conversazione era piacevole. Apprese che aveva un figlio che aveva mandato in Inghilterra a recuperare gli anni di studio persi per la guerra. Che aveva un capitale rilevante, ma che l’attività economica del suo ex marito era stata devastata dalla guerra e dai cattivi amministratori. Gli disse che era suo progetto rilanciare l’azienda vinicola del defunto marito. Ne fu contento perchè la fame di lavoro si stava facendo sentire. La lampada ad acetilene si spense per esaurimento e rimanevano solo lo candele.Con l’ultimo vino della bottiglia riempì i bicchieri e chiese a Isabelle a cosa brindare“A Isabelle la puttana” fu la risposta che lo lasciò senza fiato.“A Isabelle la puttana, le cui carte, per merito vostro sono state distrutte, A Isabelle che non potrà mai esservi grata abbastanza, a Isabelle che ha deciso di donarvi quello che i tedeschi si sono presi con la forza e il ricatto”La coscienza di quello che gli veniva offerto lo colpì provocandogli una sorta di ebbrezza che, capì. non era dovuta al vino.“Signora..” abbozzò “non dovete sentirvi in obbligo, ne’ tantomeno pensare che le notizie che ho avuto su di voi possano essere usate a vostro danno. La proposta mi fa piacere e mi lusinga, ma non credo di essere alla vostra altezza”Isabelle aveva bevuto il suo vino e si era alzata portandosi al suo lato del tavolo“Non siete all’altezza di Isabelle la puttana nota anche come la contessa?” gli sussurrò chinandosi su di lui e baciandolo su una guancia “In realtà” disse tornando seria “siete l’unico con cui posso farlo!”Ives la guardò senza capire“Da quando i tedeschi hanno abusato di me in ogni modo non ho più avuto un uomo. Mi sto macerando pensando se mi hanno resa incapace di amare, se potrò ancora conoscere le gioie dell’amore. Voi siete l’unico che sa alcune cose, e non le sapete tutte. Solo voi potete capire se dovessi improvvisamente dire no. Immaginatevi che accetti il corteggiamento di un uomo che mi piace e che poi si scopra che mi fa ribrezzo il rapporto sessuale E’ questo il mio dubbio. Fino a ieri era la paura del mio passato che mi impediva di rifarmi una vita, quella me l’avete allontanata. Ora ho paura del mio corpo”Si chinò di nuovo su di lui“Comandante Livio, volete aiutarmi a capire?” Non ci fu bisogno di altri discorsi, si diressero verso una camera dove si spogliarono a lume di candela. Ives la portò sul letto e cominciò a scorrere quel corpo stupendo con le mani e a coprirlo di baci stando attento ad una reazione che l’avrebbe fatto fermare. Si accorse invece che la donna non lo rifiutava, ma rispondeva alle sue carezze e ai suoi baci: La sentì aprirsi sotto di se e con il cazzo durissimo dall’eccitazione, ma attento a non farle del male la penetrò dolcemente. “Grazie, grazie” era il gemito di Isabelle mentre affondava la sua verga nel suo ventre. Sentì che non solo lo accettava, ma rispondeva con carezze che lo eccitavano ancor di più. “Qualcosa ha imparato a fare la puttana!” pensò, ma si vergogno di questo pensiero. La penetrò a lungo, dolcemente, senza alcun gesto che potesse sembrare brusco o violento.Sentì che la vagina si bagnava e che il suo cazzo scorreva con facilità, poi la sentì contrarsi e pulsare nell’orgasmo, resistette perchè si prendesse il suo piacere poi anche lui si lasciò andare e venne struzzandole il seme sul suo corpo.Si stese accanto a lei e la baciò sul volto. Sentì che stava piangendo.“Ti è spiaciuto?” chiese preoccupato.“No, anzi, non è mai stato così bello! Sono stata di molti, ma non avevo goduto quasi mai, ora con te ho avuto un piacere mai provato.. ..grazie… …ora so che non ho paura dell’amore, grazie “ disse baciandolo sulla bocca “ due giorni fa mi hai ridato la dignità, ora mi hai ridato la vita” ——————————————————————————- Il ragazzino entrò nel suo ufficio con una lettera chiusa“Me l’ha data la signora Isabelle” disse porgendogliela. Ives aprì la busta e lesse il biglietto “Sarei interessata a continuare il discorso che abbiamo incominciato due giorni fa, se può l’aspetto alla stessa ora”. Un fremito di desiderio lo percosse. “Dì alla signora che il comandante ti ha detto di si” ordinò al ragazzino che scomparve correndo fuori dall’ufficio.Erano passati due giorni dall’incontro che aveva avuto e quanto era successo era diventato il centro della maggior parte dei suoi pensieri.Quanto era successo andava completamente al di fuori degli schemi che aveva vissuto: non era stato lui a sedurre la donna, ma lei ad offrirsi, però non era il capriccio di una borghese che si concedeva un’avventura. L’aveva sentita realmente felice e che di ciò lui ne fosse la causa gli dava immensa soddisfazione. Valutò se stava innamorandosi e si dette una risposta positiva. Valutò anche che era una storia senza senso: l’umile comandante di una stazione della gendarmeria e l’alta borghese. E che donna, bella, altera, forte, colta. Cosa importava se l’avevano costretta a prostituirsi? Intuiva che questo anzichè degradarla l’aveva innalzata. E questa donna si era offerta a lui, e ancora gli si offriva. Pensò che era sbagliato e senza prospettive, ma pensò anche che, dopo quello che tutti avevano passato, se tutto ciò dava ad entrambi qualche momento di felicità perchè rinunciarvi?E che fosse stata felice non aveva dubbi. Dopo il primo amplesso la donna si era abbandonata tra le sue braccia piangendo di felicità, poi gli aveva detto che se voleva prenderla un’altra volta ne sarebbe stata contenta, ed era ciò che aveva fatto.Si erano lasciati senza impegni ed ora la donna lo invitava di nuovo chiarendogli che lo desiderava. Attese agli impegni dell’ufficio con il pensiero fisso alla sera e alle 9 si ripresentò alla porta della casa padronale di Isabelle. Questa volta non venne ad aprirgli la vecchia, ma Isabelle, fasciata da una vestaglia. Dopo averlo baciato sulla bocca con una candela in mano lo condusse nel salone e lo fece accomodare su una poltrona. Ives vide la donna posare la bugia della candela su un tavolo e con un rapido gesto liberarsi dalla vestaglia. Sotto era nuda. L’ammirò di spalle mentre versava in due bicchieri del vermouth che stava sul tavolo e sentì il pene irrigidirsi quando la donna si avvicinò con i bicchieri in mano. Gli porse il suo e assieme brindarono.“Toccami” gli disse Isabelle avvicinandosi di lato alla poltrona su cui era seduto. Ives fece salire la mano lungo le coscie dalla pelle serica e raggiunse le labbra della vagina, le toccò e le sentì inumidite.“Anche dietro” fu l’esortazione che gli pervenne dalla donnaSempre accarezzando la vagina fece scorrere la punta delle dita fino a toccare la corolla contratta dell’ano“questo è il gioiello che stasera ti offro” Queste parole gli provocarono una erezione dolorosa, ma ritenen di doversi controllare“Non sei in alcun obbligo verso di me” disse alla donna “ne’ devi dimostrare niente!” Isabelle rise “Non è solo perchè, anche se tu non lo credi, io ti devo moltissimo, è per me che lo faccio. Avevo deciso di darti volontariamente quello che i tedeschi si erano presi con la forza e il ricatto, pensi ancora di non esserne degno o ti fa orrore?”“No, non mi fa orrore, anzi ne sono lusingato, ma non so se a te farebbe piacere, ripeto che non devi farlo perchè ti senti in obbligo”“Non lo faccio per quello, è anche per capire se alcune cose che ho fatto o che mi sono fatta fare siano delle perversioni vergognose o possano far parte dell’amore tra un uomo e una donna. Tu vuoi che proviamo a verificarlo?”“Si, Isabelle, io sono pronto”“bene allora, non perdiamo altro tempo”Si chinò di fronte a lui, armeggiò con i bottoni dei pantaloni e Ives l’aiutò sganciando la cinta e abbassando i pantaloni sotto le ginocchia. Si sentì improvvisamente ridicolo con i pantaloni calati, ma la donna non parve essere in alcun modo turbata da ciò.Il pene, già duro, si ergeva arrogante e Isabelle lo prese in mano e cominciò a manipolarlo“Ti piace?” gli chiese con un sorriso“Si, mio dio, sei bravissima..”Isabelle rise “So a cosa stai pensando, alla mia esperienza al bordello.. ..sei l’unico a cui permetto di pensarlo e, se vuoi di dirlo.. .. ti racconterò poi, ora non posso parlare”E di fronte all’incredulo Ives si chinò sull’asta e la prese in bocca.Le donne che aveva avuto non l’avevano mai lavorato in quel modo, nemmeno le puttane dei bordelli che aveva frequentato, ora da quella che ancora considerava una inarrivabile borghese veniva ad apprendere nuove tecniche nell’uso della bocca con la lingua che all’interno gli lavorava la cappella e le mani che manipolavano l’asta alla base. Gli parve un tempo lunghissimo quello che passò nella bocca della donna, ma ritenne di chiederle di interrompere“Basta Isabelle, sennò mi fai venire e non possiamo fare quello che volevi”La donna sollevò la testa e rise“Hai questo timore, non dovresti, guarda!”E gli schiacciò il pene sotto la cappella. Ives vide il membro lentamente afflosciarsi“Possiamo andare avanti così anche per delle ore. Me l’ha insegnato una delle ragazze di Madame Nadine. Sembra un metodo per allungare il piacere, in realtà era la mia piccola vendetta con il capitano, gli impedivo di venire quando era maggiormente eccitato, comunque hai ragione.. … te l’ho bagnato soprattutto perchè entri meglio.. .. alzati”L’uomo si alzò e Isabelle, sempre i ginocchio posò le braccia e il capo sulla poltrona volgendogli le terga. La luce della candela sul tavolo dava all’immagine della donna chinata un aspetto spettrale, ma il comandante sentì risvegliarsi l’atavico istinto che doveva aver preceduto la vita dell’uomo nelle caverne di fronte ai lombi posteriori di una femmina. Il pene si rizzò nuovamente durissimo.“bene, allora, sappi che il capitano chiamava la mia parte posteriore Sedan, perchè era stata sfondata come il fronte francese del 1940 dai tedeschi” La penetrò. Il pene inizialmente faticò a farsi strada. Aveva paura di farle del male, aveva provato quel tipo di rapporti solo con una donna che non si era dimostrata entusiasta e che si era continuamente lamentata per il dolore. Ora invece era la stessa altera signora De Sentier che lo incoraggiava con un linguaggio osceno“Dai, spingi … … inculami, fammelo sentire” erano le farsi che gli rivolgeva. E la verga penetrata lentamente per la maggior parte veniva piacevolmente stretta dalle contrazioni di visceri della donna. Cercò di essere delicato e di muoversi con cautela, ma in poco tempo l’istinto ebbe il sopravvento. Prese a pistonarla selvaggiamente afferrandole i fianchi, poi i seni, riempendosene le mani e stringendoli violentemente. La donna, anzichè ribellarsi, rispondeva a quella che doveva essere una piacevole violenza incoraggiandolo con frasi oscene. Poi venne, versandole il seme nell’intestino. Si accasciò ansimante sulla schiena della donna mentre sentiva il pene avvizzirsi e scivolare fuori dall’ano di Isabelle.Ristettero a lungo, spossati da un amplesso selvaggio, poi Isabelle si sfilò, lo baciò sulla bocca “vai a lavarti che ti aspetto a letto”Nell’esiguo chiarore che perveniva dalla luna che illuminava le finestre trovò il lavandino del bagno, si pulì poi si diresse verso la camera illuminata da una candela dove si trovava la donna. Isabelle lo aspettava nel letto. Si stese accanto a lei e la baciò a lungo.“Ti sei preso il tuo piacere” gli disse “ora devi darmi il mio”. Lo fece stendere sulla schiena e si pose con la vagina sopra la sua faccia.“Vediamo come la sai mangiare” fu l’esortazione.Eccitato dalla perversità della donna cominciò a percorrere le labbra vaginali con la lingua, dovette sorprendersi ancora una volta dalla sfrontatezza di Isabelle che cominciò a guidarlo“No, non così, la figa non è un gelato da leccare, devi succhiare, mordicchiare le labbra.. ..soprattutto il clitoride, si ecco.. succhialo.. stringilo tra i denti, ora, mentre lo stiri con i denti, all’interno, con la lingua, titillallo..”Erano cose che nessuna donna gli aveva mai detto, si rendeva conto ora di quanto goffo era stato quando credeva di essere un valente amatore.Isabelle fece in modo di avviare il cunnilinguo come desiderava, poi, mentre l’uomo la lappava, si chinò sul pene prendendolo in bocca.Fu un sessantanove come nessuno dei due aveva mai fatto, giunsero al piacere quasi contemporaneamente. Ives sentì che la donna prendeva in bocca il suo seme e lo inghiottiva mentre la sua bocca era bagnata dagli aspri umori che la vagina secerneva. Giaqquero sul letto spossati dal nuovo e reciproco piacere che si erano dati, fu Isabelle a parlare per prima.“Cosa pensi di me?”“Che se temevi di non poter più fare l’amore certamente ti sbagliavi” La sentì stringersi a lui in un gesto di affetto “Non ho mai avuto una donna come te! Non solo per quello che sei e che per me era inimmaginabile avere, ma per come ti sei dimostrata. Credo che poche donne possano dare e ricevere piacere come tu hai dimostrato in questi due giorni”Isabelle gli rispose con una nota di tristezza nella voce“Ho 39 anni, mi sono sposata 18 anni fa, mio marito era molto più vecchio di me. Lo amavo, ma ora mi rendo conto di non aver mai conosciuto l’amore completo. Ho fatto un figlio, ma non ho mai goduto nel rapporto con mio marito. Per anni sono andata avanti a soddisfarmi da sola. Per anni poi ho avuto l’astinenza completa. La cosa sconvolgente è che è stata la violenza dei tedeschi e la volontà di umiliarmi del capitano Westphal a farmi conoscere il sesso in forme che mi erano sconosciute e a costringermi a superare i limiti del mio pudore. Ma sei stato tu a liberarmi.Voglio dire, per farmi capire, che la sodomizzazione prima non sapevo neanche che potesse essere fatta; al massimo la consideravo una pratica tra maschi perversi, poi, come ti ho detto mi hanno sfondata. Ma legavo questa cosa al rapporto odioso con i tedeschi, temevo che qualsiasi contatto con un uomo mi avrebbe fatto ribrezzo, poi tu mi hai fatto capire che il mio corpo desiderava ancora l’amore ed era pronto a riceverlo. Allora mi sono chiesta se alcune pratiche potessero essere piacevoli. Le ragazze del bordello mi avevano parlato del loro rapporto con il sesso di quelli che consideravano i loro uomini. Maturi una strana confidenza con certe persone quando insieme apri le gambe a dieci, quindici uomini. Allora le avevo chiesto, ma voi avete un uomo con cui godete?, o questo lavoro vi preclude il piacere? chi più, chi meno, mi hanno risposto che il vero piacere si ricava dall’amore, cioè dal farlo con una persona a cui si vuole bene. Ho pensato allora che il vero piacere non sta nella figa o nell’uccello, ma nel cuore e nel cervello delle persone. Ho voluto provare con te e ho visto che era vero. La tua dolcezza, il rispetto che ho sentito, mi hanno fatto scordare le mie esperienze ed ho goduto”Gli sorrise e lo baciò“Non lusingarti troppo di quello che ti dico perchè non è stato tutto merito tuo, ma non avevo mai goduto come in questi due giorni. Ed ora lo sai qual’è l’ironia di tutta la faccenda?” e la voce di era alzata in un tono irritato “che non potrò mai fare con un altro le cose che abbiamo fatto insieme. Ti immagini se posso dire ad uno come l’avvocato Philippi, dico uno a caso, che magari mi sposa, di mangiarmi la figa o, addirittura, di mettermelo nel culo?, credo che sarei scacciata dal tetto coniugale”“Ecco allora il mio dramma, ho scoperto che mi piace fare l’amore, ma sono destinata ad una prigione di rispettabilità che mi costringerà a sposare un altro vecchio che non amo e a contenere i miei desideri”Ives non era un uomo di molte parole, la sua logica e il suo universo erano relativamente semplici.“Isabelle, non possiamo sapere quale sarà il nostro destino, peggiore di quello che hai passato sarà ben difficile che lo sia. Le sofferenze che hai avuto ti danno diritto ad un po’ di felicità. Se questa ti viene dalla temporanea relazione con questo poveraccio che hai nel letto, prendila e non farti rimpianti”“Credi di farcela un’altra volta?”“Con te credo di non aver limiti”E si avviarono ad un’altro amplesso. Il cielo si stava schiarendo e dalle finestre entrava la prima luce che illuminava i due amanti nel letto. Si erano amati in tutte le forme e Ives era venuto quattro volte; piacevolmente stanco guardava la donna accanto a lui consapevole che l’avrebbe persa, doveva perderla per il bene stesso della donna.“Ora devi sapere tutto di me”Ives capì che la confessione sarebbe stata per lei un’altro atto della sua liberazione e della rimozione del passato“Sono stata l’amante del capitano, anzi, amante è nobilitare un rapporto, mi ha usato come schiava, cagna per un mese. inizialmente la prassi a cui dovevo sottopormi era stabilizzata e la consideravo degna di una vera puttana.Raggiungevo la camera del capitano verso le 21 e mi spogliavo completamente di fronte a lui; il pudore che ancora avevo mi faceva sentire, veramente, la puttana di un lupanare. Poi dovevo chinarmi di fronte a lui seduto in poltrona, solitamente già nudo, prendere in bocca e lavorargli il pene. Il capitano dopo qualche minuto mi portava verso il letto su cui mi chinavo porgendogli le terga e lì venivo posseduta “a pecora”. Poi il capitano mi portava a letto dove giacevo nuda al suo fianco. Nella notte, o all’alba, il capitano mi svegliava e me lo metteva nuovamente dentro.Inizialmente ero goffa, allora il capitano mi costrinse con l’inganno ad esercitare come prostituta in un bordello di terza categoria di Rennes, sono andata lì tutti i giovedì per quattro settimane. Era un bordello dove si recavano i militari tedeschi in libera uscita, c’era la fila fin fuori, non si levavano nemmeno gli stivali. Lì ho soddisfatto decine e decine di maiali.Contemporaneamente all’avvio al bordello, il capitano mi concesse anche ai suoi subordinati i cui nomi mai dimenticherò, il tenente Waldheim e il sottotenente Hassel. Ora a sera dovevo raggiungere la loro camera dove mi spogliavo, lì mi prendevano contemporaneamente, uno da dietro e uno dovevo soddisfarlo con la bocca, poi quando si erano presi il loro piacere, cambiavano posizione. Quando avevano finito dovevo recarmi nella camera del capitano e per fare questo dovevo attraversare nuda il corridoio e salire le scale con gli abiti sopra la testa, sentivo il seme di quei porci colarmi dalla figa mentre attraversavo la villa. C’era sempre pubblico che assisteva. La truppa veniva a lustrarsi gli occhi con la vista della squaldrina del capitano.Il capitano aveva detto che dopo aver concesso la mia fica e la mia bocca agli altri ufficiali si teneva per me il mio culo. La prima volta non era riuscito a penetrarmi, allora mi legò ad una poltrona con le terga sollevate e mi infilò nel retto un cero che sarà stato grosso 7-8 centimetri, mi tenne lì imbavagliata per 3-4 ore, poi, nel cuore della notte mi sfilò il cero e mi sodomizzò. Ero imbavagliata e non potevo gridare.Il giorno dopo ero nel bordello e ne ho parlato con una delle ragazze che mi ha spiegato alcune cose. Come devi rilassarti, spingere come per cacare, ungerti con vasellina o altro olio non acido. Insomma quando sono tornata ero pronta alla sodomia. Da allora il capitano mi sodomizzava sempre, anzi, chiamiamo le cose con il loro nome: mi inculava. Poi mi faceva pulire con la bocca il cazzo che mi aveva inculato. Anche questa era una pratica che non gradivo certamente, e qui mi torturò nuovamente, anzi si divertì con il mio dolore, il fatto che non lo prendessi in bocca era solo un pretesto.Aveva fatto venire il suo attendente e mi aveva fatto legare ad una sedia, poi collegò i fili di un telefono da campo ai miei alluci e ai capezzoli, disse che mi avrebbe punito perchè non avevo obbedito ad un suo ordine. Io stavo già dicendo che l’avrei fatto, ma lui disse che non contava niente l’obbedienza doveva essere pronta e convinta. Girò la manovella del telefono per farmelo provare e ti assicuro che il dolore è forte, pare che un cane ti pianti i denti nei capezzoli.Comunque, come ti ho detto, era solo un pretesto perchè mi disse che mi avrebbe fatto delle domande e se rispondevo sbagliato mi dava la scossa. Non capivo e lui cominciò a chiedermi nozioni di geografia della Germania, i nomi di personaggi del regime, le loro funzioni; ogni volta che sbagliavo girava la manovella. Capisci, non gli interessava niente che gli succhiassi l’uccello, quel sadico stava riproducendo le modalità di un interrogatorio con un prigioniero della gestapo o delle SS.Comunque nel giro di dieci minuti avrei confessato o fatto qualunque cosa mi avesse chiesto. Dopo di allora non ha più usato la corrente, ma era sempre una minaccia latente.Dopo essere stata inculata dormivo con lui e mi usava due o tre volte per notte. Mi ha fatto e fatto fare di tutto, non avrei mai creduto che un uomo che ha potere su un’altra persona potesse arrivare a simili cose..” Isabelle si interruppe.“Non continuare, lascia che il tuo passato resti con te”“No, devo dirlo a qualcuno.. ..Oltre a quello ch eti ho appena detto mi ha fatto bere la birra tedesca. Capisci cosa voglio dire?”“Temo di si”“Mi pisciava addosso e dovevo bere, come diceva lui, alla spina. Ma c’è stato dell’altro”“Peggio di questo?”“Si, Lui diceva anche agli altri ufficiali che ero la Francia, arrogante, orgogliosa altera che ora era schiava del tedesco, che dovevano fottermi come stavano facendo con la Francia, che potevano far mangiare alla Francia la sua merda e farle bere la piscia tedesca, e che quello era il destino della Germania di dominare le altre nazioni. Io di politica non mi sono interessata, ma sono felice che la Germania abbia ormai perso la guerra perchè il destino per l’Europa sarebbe stato tragico se avessero vinto. Comunque oltre che schiava sessuale dovevo fargli anche un po’ da cameriera, così ero io che preparavo la biancheria e i vestiti che doveva indossare e preparavo il pacco della roba da lavare. Tra queste incombenze vi era anche quella di pulire il bagno. Una mattina dal bagno il capitano mi chiamò furente, mancava la carta per pulirsi. Io ero certa che prima ci fosse, forse l’aveva fatta sparire lui stesso. Comunque mi ordinò di usare la mia lingua come carta igienica. Io, una cosa del genere non volevo proprio farla.. ..allora chiamò i due subalterni che mi tennero ferma mentre mi frustava. Io ero già stata frustata altre due volte e avevo paura, quindi avevo detto subito che l’avrei fatto, ma lui mi frustò per una ventina di colpi, poi, di fronte agli altri due, ho dovuto leccargli il culo sporco. Non so come ho fatto a non vomitare.. comunque avevo la faccia lordata, allora lui ha detto agli altri ufficiali che potevano lavarmi con la loro piscia, cosa che quei maiali hanno fatto ridendo.Da qual giorno ho dovuto sempre pulirgli il culo con la lingua. Avevo terrore di quel momento, di quando si recava in bagno e poi chiamava la sua carta igienica”L’allegria di Isabelle era scomparsa, ora stava piangendo abbracciata Ives“Che fine a fatto questo animale?”Un lampo di odio attraversò gli occhi di Isabelle“Verso fine maggio stavo organizzando la fuga di mio figlio, inizialmente volevo farlo fuggire per metterlo al sicuro, poi avevo capito che dovevo farlo per me perchè altrimenti il capitano mi avrebbe distrutta; Non ero ancora riuscita a fare niente quando si presentò un esponente della resistenza minacciandomi per il fatto che, dalle voci che correvano, me la stavo facendo con i tedeschi. Mi arrabbiai fortemente, comunque chiarite le cose arrivammo ad un accordo, loro avrebbero fatto fuggire mio figlio e io avrei fatto la spia. E così feci. Di notte, dopo averlo ubriacato di sesso e alcool, prendevo i documenti che teneva in camera e me li imprimevo in memoria”“Sei davvero così brava a ricordare”“Si, è sempre stata una mia dote, avevo fatto anche un po’ di teatro e lì ti eserciti a ricordare i testi.. ..comunque ricordo che passai tutta la disposizione della compagnia del capitano con le relative armi, i movimenti della compagnia stessa, il giro di ispezione degli ufficiali, le parole d’ordine. La notte dei 6 giugno, quando avvenne l’invasione, le FFI sapevano perfettamente dove erano gli ufficiali. Tesero un agguato al capitano e lo uccisero. Venimmo a sapere che lo avevano appeso nudo ad un palo del telegrafo con i coglioni tagliati, spero che glieli abbiano tagliati prima che fosse morto”“E tu..”“Mio figlio era già fuggito da Carentan, io sentivo la tempesta avvicinarsi da molti segnali, non sapevo che sarebbe stata in Normandia, ma che dovesse arrivare nei primi dieci giorni di giugno avevo pochi dubbi. Semplicemente scomparii. Poi ritrovai mio figlio, intanto questa zona era diventata il retrofronte della zona di guerra, così mi trasferii verso Bordeaux, ritornai ad ottobre. Parigi era già stata liberata, mandai mio figlio in Inghilterra a studiare, il resto non credo abbia importanza” OTTOBRE 1948 Isabelle rilesse nuovamente la lettera che aveva ricevuto“Carissimadevo scusarmi per farmi vivo solo dopo molti anni, ma vi sono alcune notizie che penso sia opportuno tu conosca.Innazitutto è bene chiarire perchè sono scomparso. Ben prima di conoscerci avevo fatto domanda per essere aggregato alla gendarmeria militare che avrebbe occupato la Germania, dopo lo splendido mese che abbiamo vissuto insieme mi è arrivata risposta positiva. Ho pensato a lungo se avvisarti, ma poi ho deciso che era meglio per te se fossi scomparso senza lasciare possibilità che tu mi rintracciassi. Ero l’ultimo legame con tuo passato, per essere libera doveva essere reciso. Se ti ho dato dolore mi dispiace, non sai quanto mi è costato, ma credo sia stato meglio così.Sono stato in Germania nella zona di occupazione francese per quasi tre anni. Quello che ho fatto non è molto importante, quello che volevo dirti è che ho rintracciato i due ufficiali che ti hanno fatto del male; le notizie precise di loro mi sono pervenute solo negli ultimi mesi, perciò ecco la ragione di questo lungo silenzio.Il sottotenente Hassel è rimasto ferito nella difesa di Berlino ed ora è un invalido senza l’uso delle gambe. Il tenente Waldheim era stato trasferito in Italia a comandare una compagnia di ucraini che combattevano per i tedeschi. Si sono arresi agli inglesi che li hanno impacchettati e consegnati ai russi, ufficiali compresi. Se pensi che degli 80.000 prigionieri di Stalingrado finora si è certi che ne sono vivi solo 5000 possiamo pensare che per il Waldhaim ci siano poche speranze che sia ancora vivo.Ho poi sentito che Madame Nadine era stata rapata e picchiata come collaborazionista, so che è scappata in Spagna dove fa la prostituta. Ti scrivo tutto questo per confermarti che ogni legame con una certa fase del tuo passato è troncato e che i responsabili hanno avuto quella che si potrebbe chiamare giustizia divinaRicordandoti SempreIves” Finalmente, dopo più di tre anni, aveva un riferimento per rintracciare quello che era stato il suo amante di un mese. Si mise allo scrittoio e dopo aver pensato a lungo stese la lettera che da tempo avrebbe voluto spedire “CarissimoLe notizie che mi hai dato mi fanno veramente piacere. La tua scomparsa mi ha sconvolto, ho cercato di rintracciarti, ma la Francia era un caos, poi il ministero mi disse che eri impegnato in operazioni riservate e che non si poteva comunicare se non tramite il ministero stesso. Quello che avrei voluto dirti non poteva certo passare per la burocrazia ministeriale, nel frattempo erano successe tante altre cose che, senza essermi dimenticata di te, avevano fatto passare in secondo piano la tua ricercaUna cosa devi sapere, sono ricca. Non ricca come mi hai conosciuto, immensamente ricca.Mio cognato che era stato imprigionato per truffa verso i tedeschi è riuscito a far passare la sua condanna come un merito resistenziale e ci siamo visti restituire i beni sequestrati. Mi sono così trovata proprietaria di quasi un milione di bottiglie di vinaccio, e qui viene il bello: gli americani me le hanno comprate tutte. L’apertura del mercato americano ha dato una spinta all’economia francese come non si era mai visto. Mi sono trovata così ad avere una disponibilità di una grossissima somma in dollari. Non ho dovuto fare niente perchè gli industriali che dovevano far ripartire le loro fabbriche avevano bisogno di questa moneta per acquistare materie prime. Sono così entrata nel finanziamento di una industria tessile e in un anno ho avuto un profitto che ha raddoppiato il capitale. E non è finita perchè nel frattempo è arrivato il Piano Marshall che concedeva crediti americani per la ricostruzione. E a chi dare questi crediti se non a chi già fa affari con l’america? Mi sono così trovata ad essere un operatore finanziario. Io, la insignificante moglie di un industriale del vino, ora decidevo la sorte di storiche dinastie dell’industria manifatturiera. Non occorre dirti che mi è andata bene, molto bene; ora ho partecipazioni societarie in 4 grandi aziende del settore tessileRelativamemte a Madame Nadine devo dirti che lo sapevo. Con i primi soldi avevo acquistato una piccola fabbrica di confezioni vicino a Le Mans dove avevo cominciato a produrre i modelli di un sarto sconosciuto, un certo Ives st Laurent, ora sono diventati di moda all’estero e ho un rapporto tra ricavi e spese dell’ottocento per cento. Il bello è che la fabbrica non l’avevo comprata per guadagnarci, ma per dare un lavoro alle ragazze di Madame Nadine, ne abbiamo raccolto dodici di cui sei hanno dei figli che assistiamo in un’opera pia da me fondata.E qui ti racconto un episodio divertente. Al sindaco del paese dove è sistemata la fabbrica avevo un po’ pestato i piedi, e questo si era messo a spargere la voce che ero stata in rapporti con i tedeschi, allora Christine, una delle ragazze, è andata direttamene dal sindaco e a porta aperta in modo che sentissero in corridoio gli ha ordinato di smettere di calunniare madame De Sentier altrimenti loro avrebbero detto a tutti quanto lui valeva a letto. Poi è venuta a riferirmelo assieme ad altre due e mi hanno chiesto, seriamente, se volevo che lo ammazzassero. Insomma ho una fabbrica che ospita una dozzina di sicarie. Scherzo, ma mi ha fatto molto piacere. Credo che sia una delle più grandi soddisfazioni ricevere delle ricompense non sperate da azioni di bene che hai fatto per altro scopo. E questo lo devo in gran parte a te che sei stato il primo a dimostrarmi che può esistere gente generosa che fa del bene in maniera disinteressata.Quanto a me, l’improvvisa ricchezza mi ha liberato dall’obbligo perbenista di procurarmi un marito rispettato e rispettabile. Anzi, sposarmi sarebbe diventato un ostacolo per la nuova attività finanziaria che sto svolgendo. Nonostante non sia giovanissima sono corteggiatissima e ogni tanto mi concedo un amante. Ma nessuno può sostituirti nel mio cuore e nella mia mente. Da giovane, prima di sposarmi sognavo il principe azzurro, poi ho sposato un uomo molto più vecchio di me. Anche se gli ho voluto bene non era certo quello che romanticamente sognavo. Ho subito violenza e umiliazioni e sei arrivato tu. Ho scoperto un uomo generoso e coraggioso a cui non mi sono mai pentito di essermi data. Nel confronto con gli amanti che ho avuto poi sei anche stato l’unico che mi ha fatto vibrare di piacere e passione. Credo che abbiamo perso tempo e che abbiamo sprecato molti anni.Se tu vorrai tornare il mio cuore “Pensò un po’ a quello che stava per scrivere poi si decise“la mia bocca, la mia fica, il mio culo sono qui ad attendertiIsabelle”

