Attento a non prendere l’A8 in direzione Aix, noi saremmo interessati ad arrivare a Le Lavandou. Devi prendere a sinistra…là. Marco come navigatore è negato. Mi aveva già fatto allungare il viaggio di parecchi chilometri con la sua mania di seguire sempre l’autostrada. Dietro, Maura e Barbara, si stavano raccontando gli affari loro del tutto disinteressate ai drammi che avvenivano nei sedili anteriori. Anzi, le loro confidenze, le descrizioni accurate della biancheria che si erano portate dietro e i consigli che si scambiavano su come mettere in mostra le parti migliori del loro corpo, non facilitavano certo la nostra concentrazione. Ci stavamo recando nella Costa Azzurra per il matrimonio di un comune amico che si era innamorato di una stupenda ragazza di lì. Sarebbero venuti ad abitare in Italia, ma la cerimonia si sarebbe svolta nel paese natale di lei. Considerato che eravamo verso la fine di giugno la cosa non ci dispiaceva per niente. A pochi giorni dall’inizio dell’estate astronomica, il clima della Provenza era fantastico e la forra mediterranea, non ancora bruciata dal sole e dalla siccità, si esaltava nelle sfumature del verde in contrasto con i campi di lavanda. Mancavano le ginestre, già sfiorite, ma sappiamo accontentarci! Avevano organizzato bene la cerimonia. La sposa, originaria di Le Porquerolles, un’isola con forte vocazione turistica a poche miglia dal Paese di Le Lavandou, aveva scelto la piccola chiesa di Port-Cros per la funzione. Questa piccola isola situata davanti alla più grande è da parecchi anni un parco naturale a protezione totale. Non vi sono né automobili né asfalto. E’ pochissimo attrezzata, due piccoli alberghi e quattro ristorantini accolgono i turisti che nel periodo estivo, trasportati dalle barche che partono dalla costa si passano la giornata in questo piccolo paradiso. La sera, quando l’ultima barca è partita, rimangono solo i pochi abitanti e quei fortunati che hanno trovato alloggio nelle poche camere disponibili. Noi eravamo tra quei fortunati. Per il matrimonio avevano prenotato tutti i posti disponibili con sufficiente anticipo e l’isola sarebbe stata tutta nostra per tre giorni, almeno la sera! Non conoscevamo tutti gli invitati, ma eravamo certi che la situazione avrebbe facilitato il nascere delle amicizie nonostante i piccoli problemi di comunicazione tra noi e i francofoni. Lasciata la macchina al paese sulla costa c’imbarchiamo in compagnia d’altri invitati e vari turisti. Il breve viaggio via mare fu movimentato dal fatto che l’equipaggio, conoscendo bene la sposa, aveva deciso di far divertire i suoi amici prendendo le onde in modo da far ballare per bene la barca. All’arrivo troviamo Andrea, il futuro sposo, ad attenderci sul molo. Baci e abbracci, pacche sulle spalle e i convenevoli di rito, dopo di che ci accompagna ai nostri alloggi. Siamo fortunati, il nostro albergo si trova isolato in una baia a pochi minuti dal centro vitale dell’isola. Durante il tragitto veniamo informati che per la serata hanno organizzato un piccolo spettacolo e che per la cerimonia sono assolutamente vietati abiti eleganti e tacchi alti, la chiesa si trova quasi nel centro dell’isola a più di mezz’ora di cammino. Il posto è splendido e molto intimo. Considerate che occorrono circa due ore a piedi per fare il giro di tutta l’isola e avrete l’idea della sua dimensione. Sistemati nelle nostre camere iniziamo a sentire i morsi della fame. E’ presto e abbiamo tutto il pomeriggio davanti. Mangiamo qualcosa al villaggio mentre studiamo una piccola carta topografica della zona, notiamo tutta una serie di sentieri che portano a delle calette isolate. Per stimolare la digestione e occupare parte del pomeriggio ci avviamo lungo la traccia che porta alla spiaggia più lontana e tranquilla. Il percorso si snoda negli arbusti tipici della macchia mediterranea, il profumo delle erbe, misto a quello del mare, ci regala delle sensazioni molto rilassanti. Il tragitto non è faticoso, per la maggior parte è in piano, ma notata una piccolissima spiaggia, a metà percorso, quasi invisibile dal sentiero non resistiamo alla tentazione di scendere in riva al mare. Da sotto si ha l’impressione di essere completamente isolati, solo la costa della Provenza con le sue cittadine, visibile in lontananza ci dà il senso della realtà. Fa molto caldo, il sole batte forte invitando a buttarsi in acqua. Lo pensano anche Maura e Barbara, il fatto di non aver previsto il costume da bagno non è un problema per loro. Con Marco sto osservando la piccola fauna che pullula sulla battigia quando sentiamo il rumore di due tuffi. Sono le nostre donne che, abbandonati i vestiti, si sono buttate in acqua. Sono un bello spettacolo e restiamo a guardarle mentre si spruzzano per gioco come due bambine. Non avendo previsto niente per asciugarsi, al ritorno, devono stendersi al sole sui loro stessi abiti. Quei due corpi distesi in modo provocante e bagnati sono un invito cui è impossibile resistere. Marco ed Io ci avviciniamo alle nostre rispettive compagne e ci mettiamo comodi per riuscire ad accarezzare meglio i loro corpi. Le nostre attenzioni non sono subito corrisposte. Mugugnano, si lamentano che non è mai possibile stare tranquille. Al termine si voltano, contemporaneamente sulla pancia e ci danno la schiena. Noi sappiamo che in realtà aspettano le nostre proposte. Con una rapida occhiata di intesa decidiamo di scambiarci di posto, in silenzio, dando alle nostre donne il piacere di scoprire con calma chi le sta toccando. Sappiamo, poiché le conosciamo, che tutte e due vorrebbero essere al centro dell’azione. Purtroppo non sarà possibile accontentarle. Io mi occupo di Barbara e Marco di Maura. Iniziamo ad accarezzargli la schiena scendendo poco alla volta verso il sedere. Loro due, non danno segno di aver intuito lo scambio. Guardo le mani di Marco che accarezzano il corpo della mia donna, seguo rapito le loro evoluzioni e immagino le reazioni di Maura a quelle carezze. Conosco benissimo la sensazione della sua pelle sotto i palmi delle mani e riesco a sentire quello che sente Marco. Alzo lo sguardo e mi vedo riflesso negli occhi di Marco; stiamo provando le stesse sensazioni. Sempre con l’apparente indifferenza delle due donne mi accorgo di fare a gara con lui a chi tocca in modo sempre più esplicito la compagna dell’altro. E’ assolutamente inconscio ma se vedo le sue mani che si avvicinano al seno di Maura, io scendo di più su quello di Barbara. Quando io mi avvicino alle natiche della sua donna, lui scivola attraverso il retro delle cosce verso il pube della mia. La cosa si sta facendo più morbosa del previsto. Non abbiamo mai fatto uno scambio completo alla presenza di tutti e quattro contemporaneamente. Inizio a spogliarmi, subito seguito da Marco. Accarezzando Barbara la invito a sollevare poco alla volta il sedere sino a quando non si trova alla giusta altezza e la vagina è proprio di fronte al mio membro. Con la mano m’intrufolo fra le sue cosce, salendo verso il pube la ruoto in modo da fargli divaricare un minimo le gambe. Esploro fra le sue labbra ed ho la conferma che la sua indifferenza è frutto di una recitazione studiata nei particolari, evidentemente in combutta con Maura. Lei è eccitatissima e pronta a ricevermi. Non so se ha riconosciuto chi c’è dietro di lei, poi penso che senz’altro ha capito dal tocco delle mie mani che non sono suo marito. Lo stesso discorso vale per Maura che in questo momento si lascia infilare, con estremo piacere, due dita di Marco nella vagina. Barbara ha la faccia premuta sulla sua camicia appoggiata sulla sabbia e il sedere alto, in attesa. Appoggio il mio membro alla sua leggera peluria. Dilato con dolcezza le labbra della vagina mentre mi scappello. Appoggio il pene su quella pelle morbida e umida, strofinandolo, avvicinandomi senza cercare di penetrarla al suo buco. Lei è impaziente, si muove anticipando le mie mosse in modo da farlo entrare in lei. Tento di continuare il gioco ma lei è più abile e me lo cattura. Come lo sento iniziare ad entrare spingo con decisione, so che a lei piace, quando è molto eccitata e dilatata, sentirlo entrare di colpo. Geme forte, attirando l’attenzione degli altri due, e inizia a muoversi alla ricerca di penetrazioni sempre più profonde. Maura richiamata dai versi di Barbara, volta la testa nella nostra direzione e resta a guardarci. Il suo viso dimostra che sta provando un piacere molto forte, grazie alle mani di Marco che gli stanno facendo di tutto. S’illumina, colta da ispirazione e scivola via da lui, si rigira sulla schiena tanto che penso voglia farsi prendere in quella posizione. Scivolando sul sedere si porta dinanzi al viso di Barbara, trascinando con se i suoi vestiti sotto di lei. Apre, o meglio spalanca le gambe in direzione di Marco, invitante e decisa ad ottenere la sua parte di piacere. Quando lui s’inginocchia fra le sue cosce, lei prende in mano il suo pene trascinandolo verso la meta. Si lascia penetrare facilitandolo quanto più possibile, aprendosi a lui e inclinando il pube in modo favorevole. Come l’ha dentro fino in fondo stringe le gambe contro i fianchi di Marco, inclina verso il basso la vagina e inarca la schiena, come piace a lei quando viene presa, per sentirlo meglio e completamente. Resta così, lentamente si volta verso di me e aspetta che io ritorni a sbattere Barbara per concedersi ai colpi di Marco. Barbara allunga una mano verso il seno di Maura e lo prende, stringendolo e stuzzicandolo a seconda di come entro in lei. Non soddisfatta cerca di raggiungere i peli del pube di Maura ma è troppo lontana; allora, mentre gli sono dentro gattona verso di lei. Quando la raggiunge cerca il suo clitoride, unendo la sua mano al membro del marito. Per Maura è troppo, inizia a godere in maniera incontrollata, geme e ansima. Non può durare a lungo in quella condizione. Quasi sull’orlo dell’orgasmo blocca la mano di Barbara e spinge fuori Marco da se. Si allontana da noi trascinandosi sui gomiti. Dice a Marco di stendersi, lo fa mettere con il viso sotto quello di sua moglie e gli sale a cavallo guadandomi negli occhi. Si guida dentro il membro voglioso di lui e scende accogliendolo tutto. Con la schiena dritta, leggermente all’indietro guarda con interesse la sua zona pubica studiando con piacere quello che gli riempie il ventre. Sale e scende un po’ di volte osservando rapita la sua penetrazione, unendo il piacere della vista a quello che gli trasmette il suo corpo. Soddisfatta dello spettacolo si lascia andare in avanti e inizia un movimento di anche e bacino che ben presto gli disegnano sul viso i tratti del piacere. Barbara, nel frattempo mentre si gusta il mio membro dentro di lei bacia e lacca la bocca di Marco sotto di lei. La gara che prima era tra me e Marco ora vede un altro sfidante, è Maura. Noto che dapprima adegua i suoi movimenti al modo in cuoi penetro Barbara. Quando lo spingo dentro di lei, Maura scende sul pene di Marco. Se do un colpo lungo e profondo a Barbara, Maura divarica le gambe e preme il più possibile il pube contro Marco, lasciandolo entrare a fondo. E come quando ci dedichiamo al sesso orale a vicenda. Più lei mi stimola più io la lecco intensamente e quando voglio di più, gli do di più. Scopare davanti alla tua donna che si sta facendo un altro e come un magnifico sessantanove, gli altri due sono, in questo momento, solo delle appendici, dei mezzi che usiamo per darci piacere. Dal canto loro, Barbara e Marco, ci lasciano fare scambiandosi le tenere effusioni che non si potrebbero dare se fossero uno sopra l’altra o viceversa. Uniscono i forti stimoli di un rapporto intenso e animale con i baci e le occhiate tenere. E’ una situazione ben bilanciata, ognuno di noi trova, nella nostra piccola orgia, quello che desidera in quel momento. Io rallento il ritmo, lascio scivolare la mano sul sedere di Barbara e cerco di raggiungere la vagina. La prendo piano con delle spinte lente e profonde, assecondo le sue contrazioni, mentre la stimolo con la mano. Voglio farla godere. Maura, che ha lo sguardo fisso sul mio bacino, si adegua. I suoi movimenti si fanno più lenti e sensuali. Sale e lo lascia uscire quasi completamente con il pube spinto in avanti, poi cambia inclinazione e scende lenta. La sua mano, dopo averla lasciata scendere aderente al suo corpo dal seno al monte di venere, apre indice e medio, seguendo la curvatura del pube, intorno al membro di Marco; stringendolo nella corsa dentro di lei. Prova un piacere intenso e lo dimostra con i suoi versi e i gemiti, gli occhi versati all’indietro quando scende lasciano intendere che non manca molto all’orgasmo. Barbara, nel frattempo, è diventata sempre più attiva anticipando le mie spinte e muovendosi in modo da amplificare le sensazioni regalategli del mio pene in lei. Grazie all’azione delle mie mani sta godendo come Maura. Preme la sua bocca contro quella del marito, baciandolo sino ad impedirgli di respirare. La prima ad arrivare all’orgasmo è Barbara, inarcando la schiena sino ad impedirmi quasi di penetrarla, ansima di piacere con le labbra a pochi centimetri da Marco. Il volto della moglie trasfigurato dalle ondate di piacere lo mandano fori di testa e perde il controllo, sino ad allora perfettamente mantenuto nonostante il balletto di Maura sopra di lui. Viene spingendo in alto il bacino, entrando completamente nel ventre della mia donna. Maura si accorge del suo stato e letteralmente salta sopra di lui. Nella foga il pene di Marco esce da lei per un brevissimo istante, sufficiente ad imbiancargli i peli del pube con il suo seme. Maura è brava a riprenderlo dentro. Gli impulsi che sente dentro di lei la portano immediatamente all’orgasmo, si muove ancora due, tre volte su e giù, poi resta lì con il membro piantato sino in fondo nel suo corpo ondeggiando lievemente con il bacino negli ultimi spasmi. La testa abbandonata all’indietro, verso il cielo, lascia intravedere una espressione molto concentrata e goduta. Contemporaneamente a Maura vengo anch’io, anzi il primo sentore del mio orgasmo è arrivato quando ho visto Marco spruzzare il pube di Maura. Barbara, benché distrutta dal suo recente orgasmo, è bravissima, quando sente che sto venendo dentro di lei si muove in modo incredibile, pare che aspiri con la vagina il mio seme, quasi come riesce a farlo con la bocca. Mi da un piacere immenso e resto in lei sino alla fine, tentennando ad uscire da quella vulva così accogliente. Riprendiamo fiato sdraiati fianco a fianco sulla sabbia. Le nostre due donne si stendono vicine, tutte e due con le gambe aperte, quasi fosse doloroso per loro ricomporle dopo il rapporto con noi. Vedo, da tutte e due le vagine, una bionda e l’altra nera, colare un leggero rivolo biancastro, testimone di quello che è appena accaduto. Una scena che rimango a guardare sino a quando non ci rivestiamo per tornare al nostro albergo. Maura risente ancora di quello che è successo in spiaggia, ed è ancora molto eccitata. In camera si spoglia mettendosi in mostra per me, sdraiato sul letto, lascia cadere in terra i vestiti, non indossa biancheria, e si dirige in bagno per una doccia. Sento l’acqua che scorre poi la sua voce: – Che fai lì? Non ti lavi? – Aspetto che tu abbia finito. – gli rispondo. – Vieni adesso, con me…dai!! La raggiungo dopo aver lasciato i miei vestiti sul letto e m’infilo sotto la doccia con lei. Non è la prima volta che ci laviamo insieme, però quando vedo che dirige il getto d’acqua direttamente dentro la vagina aperta dalla sua mano, sento un impulso di voglia nascere dentro di me. E dire che il rapporto con Barbara mi aveva lasciato completamente appagato. – Allora, cosa mi dici di quello che abbiamo appena fatto con gli altri due sulla spiaggia? – esordisce Maura appena tiro la tenda che dovrebbe evitare spruzzi in tutto il bagno. – Appagante. Si, devo dire molto appagante. Barbara è davvero molto brava… ma tu sei stata migliore, eri uno spettacolo incedibile, fantastico. Hai un corpo che stimola ogni fantasia e ogni perversione. Ti muovevi come una vera porca, una … scusa il termine, troia esperta. Sei proprio brava, non ti avevo mai vista da così vicino all’opera con un altro. – Ti è piaciuto come l’ho fatto venire? – Si! – Mi facevano impazzire i colpi che davi a Barbara, vedevo il suo ventre che si gonfiava quando entravi e mi sembrava che lo spingessi in me, il suo seno che ballava sotto le tue spinte mi ha eccitato oltre ogni limite. Sai, è incredibile, ma ero quasi gelosa di lei. Non ho mai provato un sentimento di questo genere da quando abbiamo iniziato a giocare con loro. Oggi, però, quando ti ho visto prendere da dietro Barbara e ho visto il piacere che provavi e che gli davi mi sono un po’ ingelosita. Per questo mi sono scopata Marco in quel modo. Mentre mi parla in questo modo, Maura, si gira e mi volge la schiena. Alza il sedere e lo strofina contro di me. Gli insapono la schiena, il seno, il ventre e i fianchi. Quel sedere mi sta torturando il pene, che nel frattempo riscopre di essere ancora vivo e voglioso. Fra un’insaponata e l’altra, uno strofinio e l’altro mi spingo dentro la sua vagina che scopro già pronta e accogliente. Lei si appoggia con le mani al bordo della vasca e mi offre la sua femminilità nella posizione migliore che riesce ad assumere. Poche spinte e capiamo che la vasca ci limita troppo per farlo in piedi. Sfugge da me e s’inginocchia, la imito e la penetro nuovamente. Lasciamo che l’acqua scenda su di noi, ha una temperatura stupenda e il sentirla scorrere sui nostri corpi c’eccita. La prendo così come poco prima ho preso Barbara, le stesse spinte e gli stessi stimoli con le mani. Maura vuole parlare durante questo rapporto, a volte gli piace molto farlo, la eccita ulteriormente: – Si. – non capisco se continua il discorso di prima o se è un incitamento – Ero gelosa di cosa facevi a lei e di come lei ti faceva godere. Allora ho iniziato a scopare in quel modo per farti vedere come sapevo godere anch’io e di come ero brava a far godere Marco. Mi sono accorta che seguivo il tuo ritmo come se fossi tu sotto di me, allora ho provato a cambiarlo e tu mi hai seguito. Quando entravi in lei, io, scendevo su di lui e sentivo un pene come il tuo che mi sfondava, solo che tu eri dentro un’altra … che situazione confusa, non capivo più niente ma mi piaceva. – Hai scopato veramente bene, mi sei piaciuta moltissimo. Sei bravissima a prenderlo in quella posizione. Quando ti guardavo come scendevi su di Marco e come muovevi il bacino e il pube su di lui sapevo chiaramente quello che gli facevi provare. Mi piace guardarti mentre fai sesso, sei bellissima quando godi. – Come adesso… spingi più lento, a fondo…così! Hai visto come mi sono fatta riempire da lui? L’ho fatto per te e per Barbara, ma soprattutto per te. Sono venuta immaginando quello che provavi vedendo Marco pulsare dentro di me! – Difatti sono venuto anch’io! – Dentro Barbara, lo sooo….dai….Ah! Maura raggiunge l’orgasmo, un piacere breve ma molto intenso. Il mio pene dentro di lei, la mie mani, ma soprattutto il ricordo della giornata e la sua fantasia l’hanno fatta arrivare molto velocemente al piacere. Al termine, lei, si volta e si siede sul bordo della vasca, mi fa alzare in piedi e me lo prende in bocca. Non resisto a lungo e in breve vengo anch’io. Maura lascia che la spruzzi a qualche centimetro dal viso, dispensandomi solo qualche saltuario colpo con la lingua. Il mio seme si unisce all’acqua che cola sul suo corpo creando una scia che disegna il contorno del seno per poi allargasi sul ventre, riducendosi ad un sottile rigagnolo sui morbidi peli del pube. Sfinito ma soddisfatto dopo una brevissima insaponata e il conseguente risciacquo mi lascio cadere sul letto senza nemmeno asciugarmi completamente. Maura si unisce a me poco dopo e rimaniamo distesi ad assaporare il piacevole torpore del dopo orgasmo sino all’ora di cena. Al nostro tavolo, oltre a Barbara e Marco, vi è un’altra coppia di conoscenti. I nostri discorsi rimangono quindi sul generico e restano ben lontani dall’argomento del sesso. Solo qualche breve e complice occhiata scambiata fra noi quattro potrebbe tradire l’intesa erotica che c’è fra le nostre coppie. Fra le altre cose veniamo a sapere, oltre al programma della cerimonia dell’indomani, della piccola festa prevista per la serata: musica, balli, ulteriori mangiate e bevute, nonché una serie di spettacoli organizzati dai futuri sposi. Bene, penso che un programma del genere, per quanto pieno sia più riposante per noi che il lasciarci soli. Noto, infatti, dallo sguardo perso di Marco che anche Barbara ha voluto qualcosa da lui quando erano in camera. La serata prosegue come da programma, la musica di accompagnamento e le abbondanti dosi di liquore (siamo su di un’isola dove non esistono automobili… e nemmeno biciclette, il massimo incidente è ritrovarsi abbracciati ad un fico d’india!), favoriscono i rapporti umani, facciamo conoscenza con tante persone, alcune molto interessanti e la serata passa in fretta. Nulla degno di nota, quantomeno ai fini di questo racconto. Si fa tardi e la gente, poco alla volta comincia a ritirarsi in camera. L’attenzione dei pochi irriducibili è attirata dall’annuncio, in francese, di un imminente spettacolo ad alto tenore erotico. Non ho capito molto, l’ora tarda e il tasso alcolico annebbiano le mie facoltà linguistiche. Cerco Maura nella speranza di delucidazioni ma non la vedo. Trovo, però, Barbara anche lei alla ricerca di Marco, ci parliamo e decidiamo di seguire gli altri che stanno uscendo dalla sala. – Ma dove saranno quei due? – mi domanda lei con un’aria per nulla preoccupata. – Non ne ho la minima idea, Maura è sparita da almeno mezz’ora! – Anche mio marito, non vorrei che…. – Se… faremo altrettanto anche noi… – Prima gustiamoci lo spettacolo. – aggiunge lei sorniona. – Non è che ci hanno filmato questo pomeriggio? – gli chiedo preoccupato. – Beh! Tutto sommato qui non vedo nessuno che ci conosce, sono per la maggior parte francesi! – Esibizionista che non sei altro! – Ti piace pero! Su questo tono la nostra discussione dura sino a che arriviamo in una sala, in parte rialzata, da dove si domina su quello che succede nella parte bassa a circa un metro e mezzo sotto. Sono riunite una dozzina di persone ma dei nostri due compagni nessuna traccia, l’occhiata che mi lancia Barbara è piena di significati. Siamo convinti che Maura e Marco abbiano deciso di finire la serata tra di loro, senza coinvolgerci. Poco male gli renderemo il piacere. Ci sistemiamo su delle sedie disposte ad arco nella parte alta a ridosso della balaustra che la separa dalla parte bassa dove è stato posizionato un letto. Barbara commenta la scena con stupore e maraviglia: – Ehi! Fanno sul serio qui! Dai dimentica quei due e godiamoci lo spettacolo, magari ci viene qualche idea per dopo. Mi siedo vicino a lei e resto in attesa. Una musica a basso volume segnala che qualcosa sta per accadere. Si abbassano le luci della sala e solo uno spot illumina il letto. L’effetto di quel colpo di luce sulle lenzuola blu scuro è notevole e un senso di attesa permea la sala. Ne risente anche Barbara che approfitta del buio per prendere la mia mano e posizionarsela sulle gambe, trovo l’idea molto buone e l’accarezzo. Inizia lo spettacolo. Entra una donna dagli splendidi capelli neri, lunghi fino al seno. Indossa un tailleur grigio, molto aderente con la gonna poco al di sopra del ginocchio. Calze nere e scarpe alte dello stesso colore. Molto bella con un fisico messo in evidenza dall’abito di una misura troppo stretta per lei. Una maschera sugli occhi la rende irriconoscibile e misteriosa, molto sexy. Gira intorno al letto, camminando lenta poi si siede su di una sedia davanti ad esso. Il pubblico dopo l’iniziale applauso di benvenuto osserva un religioso silenzio. La donna si passa la mano sui capelli ravvivandoli mentre volge lo sguardo verso l’uomo che sta entrando. Anche lui è vestito elegante e indossa una maschera sul viso. Barbara mi sussurra che evidentemente non sono due attori professionisti il che rende l’esibizione ancora più interessante. Lui si avvicina alla donna seduta e gli gira intorno, guardandola. Lei lo segue con lo sguardo, ruotando leggermente il busto e dischiudendo le gambe nell’operazione. L’uomo si ferma dietro di lei, l’afferra per la testa tirandola indietro per baciarla, quasi con violenza. Lei gradisce e mentre li offre le labbra inarca il busto spingendo i fuori il seno, lo cerca con le mani ma lui gli sfugge. Prende le sue braccia portandole dietro la sedia, le trattiene e estrae, platealmente, da una tasca delle manette. La imprigiona così, legata alla sedia. Le labbra di lei socchiuse nell’attesa degli eventi sono tremendamente erotiche. Ora, l’uomo, si porta davanti alle sue gambe, s’inginocchia ad accarezzarle e a baciarle, violando a tratti il confine tracciato dal bordo della gonna, si spinge all’interno delle cosce di lei costringendola ad aprirsi quanto la sottana lo consente. Lei è estasiata dalle sue mani che la frugano intimamente, lo guarda respirando lentamente e a fondo, con lo sguardo lo invita a spingersi oltre. Lui le cinge la vita, studiando con chiara libidine i fianchi. Cerca, nel retro della gonna la zip che la chiude. La apre e inizia a sfilargliela facendola scivolare lentamente sulle gambe, aiutato da lei che alza il sedere. Nonostante me lo aspettasi la vista delle calze autoreggenti e del piccolo triangolo degli slip, mi eccita. Inconsciamente stringo la coscia di Barbara, strappandogli un leggero gemito di approvazione, non parca prende la mia mano e se la porta sotto il vestito, nel mezzo delle cosce, stringendo successivamente le gambe per farmi intendere di non andarmene. L’uomo si mette a cavallo delle gambe della donna, in piedi, e inizia a sbottonargli la giacca. Lei tenta, impedita dalle manette di raggiungere con le labbra la zona genitale di lui, bacia e mordicchia la patta dei pantaloni nel tentativo di aprirli. Lui gli fila la giacca dalle spalle rivoltandola indietro sullo schienale della sedia. Si allontana da lei, osservandola. Prende da una tasca un coltello a serramanico, lo apre e con la lama gli fa saltare i bottoni della camicetta, uno alla volta con una lentezza esasperante. Rivolta la camicia come la giacca, questo blocca ancora di più i movimenti di lei. La lama segue il contorno del reggipetto, probabilmente non è appoggiata al suo corpo ma dalla nostra posizione non si capisce bene, scende sul ventre sino alle mutandine, s’infila sotto di loro tirandone il tessuto, poi ruota e le taglia. Non ripete l’operazione anche sull’altro lato, ma sale nuovamente verso il seno. L’uomo gioca stuzzicandogli i capezzoli, che s’intravedono attraverso il tessuto, turgidi dall’eccitazione con la lama del coltello. Quindi, all’improvviso taglia nel mezzo il reggiseno che letteralmente esplode aprendosi in due, liberando due tette magnifiche che lei spinge in fuori, verso di lui per farsele baciare e leccare. L’uomo però preferisce lasciare alla lama d’acciaio il compito di accarezzare la donna. Il lucido metallo esplora intimamente quel corpo, disegna immaginari fiori sulla pelle del seno, poi come per cancellarli, di piatto, la lama preme la mammella schiacciandola. Il gioco prosegue sino a quando con un ultimo scatto veloce e violento taglia l’ultimo lembo degli slip, denudando il pube. Lei apre le gambe verso di lui, non come invito ma come sfida, lo s’intuisce dal suo sguardo, quel poco che si vede sotto la maschera. Lui si scioglie la cravatta e si sbottona la camicia, apre la patta dei pantaloni e tira fuori il suo membro perfettamente eretto. Si avvicina a lei, sfila la cravatta dal colletto e la passa intorno al collo di lei, sul retro della testa, quindi fa passare la cravatta in mezzo alle sue gambe e con una mano da dietro il sedere, tira la testa della donna verso il suo membro. Lei gli si avvicina già con la bocca aperta, appena lo trova con le labbra, anticipa l’uomo e si tuffa ad ingoiarlo. La sua mossa è tanto fulminea che l’uomo d’istinto ritrae il bacino, poi gli si concede. La donna è abilissima a succhiarlo senza l’ausilio delle mani. Quando lo ha dentro per metà si può notare sulle guance incavate la lingua che saetta veloce sulla cappella. Ritrae il viso, lasciando scorrere le labbra su tutta la lunghezza del pene, stringendole. Si posiziona in modo da poterlo leccare con dovizia e in ogni anfratto, poi lo riprende, poco per volta e ogni volta più in gola. L’uomo sta perdendo il controllo, ha la testa reclinata all’indietro e ansima. – Quella fa i pompini come Maura e ha il suo corpo! – osservo con Barbara. – E a me sembra di riconoscere quel pene….Hai capito quei due! Questa volta ci hanno fregati per bene, lo stanno facendo davanti a noi e a tutti gli altri. Hai visto che roba? – Bravi però, bisogna concederglielo. La donna è proprio Maura, con una parrucca nera, ma è proprio lei. Ora che il dubbio non è più tale, osservo con attenzione i peli del pube e quando vengono colpiti dalla luce noto il colore biondo di Maura. Lo spettacolo, di colpo, diviene molto più interessante per me e Barbara e vi dedichiamo più attenzione; anche se la mia mano posizionata tra le cosce della mia vicina inizia a cercare il suo pelo, per sfogare un po’ dell’eccitazione che sta montando in noi. Lei non protesta ma apre dischiude leggermente le gambe per favorirmi nella mia ricerca. Maura, nel frattempo, ha quasi fatto venire Marco, anche sull’identità dell’uomo non abbiamo più dubbi. Lui si ritrae all’improvviso da lei rimanendo a fissarla sconvolto. S’inginocchia tra le sue gambe e afferratone il sedere lo tira verso di se, portando la vagina fuori dall’orlo della sedia. S’infila tra le gambe della sedia, mettendosi seduto con il viso giusto all’altezza del pube di Maura e inizia a leccarla. Prima in modo vago e quasi disinteressato, poi dopo aver divaricato le labbra della vagina con le mani, in modo più proficuo per lei. Il forte effetto che la lingua di Marco ha su di lei si nota da come muove il bacino e dall’espressione che si può evincere dalla bocca. Si muove cime se lo avesse dentro, seguendo i colpi di una immaginaria penetrazione poco alla volta scivola in avanti. Lui, per farla godere ancora di più, ogni tanto infila un dito dentro la vagina esplorandone le pareti, poi lo sostituisce con la lingua. S’interrompe quando sente i suoi primi gridolini di piacere. La lascia ansimante con il corpo lucido per un leggero strato di sudore e la vagina fradicia a causa della sua saliva e degli umori che la grand’eccitazione ha fatto rilasciare. Marco si tira fuori da sotto la sedia e si mette, nuovamente, in ginocchio davanti a lei, nel mezzo delle gambe. Maura che, per merito del suo dimenarsi di prima, ha mezzo sedere fuori dalla sedia, con le gambe divaricare gli offre oscenamente e spudoratamente la sua femminilità. Lui può ringraziare il fatto che lei ha i polsi legati dietro la sedia, altrimenti non potrebbe rimanere fermo così a lungo, senza fiato, a guardarla senza alcun pudore. Dopo un suo verso di incitamento, lui allunga una mano sulla coscia destra e inizia a risalirla. Raggiunge la vagina e ci gioca, poi prende in mano il suo membro e lo appoggia alle labbra dilatate proprio di fronte all’ingresso. Lo imbocca mentre lei si mordicchia il labbro inferiore della bocca, non spinge, lo strofina su di lei facendola impazzire nell’attesa. La tortura, lascia che lei cerchi di infilarselo dentro con delle abili mosse del pube, ma poi lo ritrae. Lei ansima nello sforzo di cercarlo e questo la rende molto erotica. Nella sala c’è un silenzio irreale, come se tutti i presenti prestino la massima attenzione ai suoni dei due, solo qualche gemito viene percepito qua e là tra il pubblico, sia di origine femminile che maschile, si ha le sensazione che qualcuno stia regalando al proprio compagno un piacere supplementare altre a quello datogli dallo spettacolo. Oramai ho raggiunto il pube di Barbara e mi sono fatto strada tra i suoi peli, la sto tenendo in uno stato di piacere soffuso, non così forte da farla venire ma nemmeno tanto blando da non sentirlo. In qualche occasione è stata lei a fermare la mia mano quando stavo esagerando, segno che nemmeno lei vuole venire adesso e in qual modo. Marco, convinto dallo sguardo di Maura, la libera dopo essersi spogliato del tutto davanti a lei e si sdraia sul letto, appoggiato ai gomiti. Lei si libera della camicia e della giacca, del rimasuglio di reggiseno e si alza stiracchiandosi in punta di piedi, con le spalle rivolte al pubblico il suo sedere da bella mostra di se, aiutato dalle calze autoreggenti e le scarpe alte che ancora indossa. Cammina con passo felino, ancheggiando quanto i suoi muscoli tesi dalla passione lo consentono. Gira intorno alla sedia e sale sul letto gattonando verso di lui, in questo modo mette, ulteriormente, in mostra il sedere e la sua vagina leggermente aperta dalla voglia. Mentre gli si avvicina lo bacia tra le cosce, raggiunge il pene e lo lecca più volte per tutta la lunghezza poi la lingua prosegue verso il torace. Gli appoggia il seno sul membro, lo fa scivolare nel mezzo e si strofina contro di lui. Raddrizza la schiena e invita Marco a ruotare sul letto in modo da darci la possibilità di vederli di fronte per tre quarti. A questo punto, Maura, gli sale a cavallo. Sino ad ora era stato lui il regista della scena, ora lei vuole la sua parte. Con consumata abilità fa scivolare facilmente il suo membro dentro di se, una scena già vista nel pomeriggio, si assesta bene per farlo entrare completamente poi, a beneficio del pubblico, lascia cadere all’indietro la testa mugolando soddisfatta. Lo cavalca subito con foga, tralasciando i piccoli movimenti preliminari delle anche. Sale e scende su di lui come un’invasata, unisce al movimento verticale un complesso e giro del bacino alternato a variazioni dell’inclinazione del pube. L’esibirsi di fronte ad un pubblico la deve coinvolgere nel profondo, la sua grand’eccitazione è dimostrata dal liquido, lucido e denso che lascia sul pene di Marco, perfettamente visibile quando lo lascia uscire. Mi accorgo che, in parte, sta recitando; assume delle posizioni e delle inclinazioni del busto che non sono solite in lei ma estremamente coreografiche, riesce a mettere in risalto il seno, i fianchi e la vita sottile. Ma l’attenzione degli spettatori deve essere attirata, come la mia, dal suo ventre che danza nelle ritmiche contrazioni muscolari. E’ chiaro che sta poco alla volta abbandonando la recitazione per dedicarsi alla ricerca del piacere. Il suo ritmo rallenta quando quasi crolla su Marco, lascia che lui gli afferri le natiche per guidare la cavalcata. Sospira nell’attimo che una mano di lui, da dietro, raggiunge il clitoride e gli aderisce completamente, muovendo solo più il bacino alla ricerca di lunghi e intensi assaggi del suo membro. Il suo viso, o meglio quello che si vede al di là della maschera, si trasforma, dischiude le labbra in un profondo respiro e quando svuota i polmoni lo fa urlando. Inarca la schiena tornano a muoversi veloce, pochi colpi in quel modo e appoggia le mani sul torace di Marco sollevandosi. Continua a cavalcarlo sempre più veloce in preda all’orgasmo mentre ansima forte. E’ incredibile che lui resista a quel balletto, evidentemente lei è talmente dilatata dall’eccitazione da non fornirgli più stimoli di tanto. Maura ha un orgasmo molto intenso, uno di quelli che ti lasciano senza forze, ma non si dimentica di lui. Si solleva lasciandolo uscire e si prepara a farlo godere con la bocca. Marco, però, non è dello stesso parere. Si ritira da lei, la blocca nella posizione in cui si trova in quel momento, in ginocchio e appoggiata sui gomiti. Si porta dietro di lei, gli accarezza il sedere, dilatando le natiche e gioca con l’ano, stuzzicandolo. Lei rantola, alza il sedere e aspetta. Lui sembra indeciso tra l’ano e la vagina, appoggia il pene a lei strofinandolo sui due buchi. Barbara sta ansimando come Maura, anche lei è nell’attesa dell’epilogo. Marco sceglie la vagina, lo punta e affonda in Maura. Lei prova ancora piacere e gode di quella nuova situazione. Lui la penetra con forza, spingendolo dentro di lei sempre più veloce. Viene in poco tempo, nostro beneficio esce da Maura e appoggia il pene tra le natiche schizzandole, insieme alla schiena del suo seme. Al termine Maura si lascia cadere supina sul letto, a gambe larghe e fisicamente distrutta. Le luci si spengono nella zona del letto e si riaccendono sul pubblico. Vedo facce tinte di rosso dall’eccitazione provata e noto che alcune signorine portano dei segni inequivocabili sui vestiti. Lentamente, senza tante parole, tutti si ritirano, lo spettacolo ha fatto effetto! Guardo Barbara e anche noi ci alziamo, il suo sguardo vale più di mille parole, “imitiamoli” sembra dire. Saliamo verso le camere, i nostri due compagni non sono ancora arrivati. Entriamo nella mia, senza dirci niente, in silenzio, lei si spoglia imitata da me. Ci buttiamo sul letto abbracciati, lottiamo qualche istante nella ricerca della posizione con cui sfogare la nostra eccitazione, senza mai staccare le nostre labbra dal bacio intenso che ci stiamo scambiando. Alla fine vinco io e lei si lascia prendere nella posizione più canonica. Siamo talmente eccitati che non duriamo a lungo. Mentre inizia a venire, Barbara, geme e urla come Maura prima. La stimolo durante l’orgasmo con delle spinte regolate dalle sue ondate di piacere. Appena si calma esco da lei e mi metto a cavallo del suo petto. Gli offro il mio membro che lei, prontamente ingoia. Vengo subito anche io, ho resistito sino ad ora solo per poterle riempire la faccia. Così faccio. Senza rendercene conto, Maura e Marco erano arrivati da noi attirati dai nostri gemiti, affacciati dalla porta della camera hanno assistito a tutta la scena. Sul viso portano i segni della loro recita, per modo di dire poiché facevano sul serio, ma sorridono. Credo che ricorderemo a lungo questo fine settimana e la sorpresa che quei due ci hanno fatto questa notte. Al mattino mi risvegliai al fianco di Barbara, eravamo giunti allo scambio completo.
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