Sabato ore 16Sono a casa con Monica, una slave di 31 anni, magra, alta e bionda, con un viso d’angelo e tutte le curve al posto giusto…a volte mi sorprende con la sua fantasia maso: “master, non dovrei essere preparata per l’ arrivo di Matteo?” chiede con candore…Oggi mi sento benevolo nei suoi confronti, vista l’attenzione e la devozione che mi riserva sempre… “Tu cosa suggerisci, porcellina? Scommetto che ti sei già bagnata al pensiero di ciò che sta per succederti…” (sguardo di finto stupore negli occhioni azzurri contornati di efelidi) “no master, è che so quanto tieni all’incontro con Matteo e vorrei presentarmi a lui nel modo più adatto alle circostanze…”Taglio corto “ok, come pensi di riceverlo?” Mi descrive un paio di sue idee, visto che manca poco all’ora stabilita per l’incontro, passo immediatamente all’opera; vorrei creare una scena d’effetto per l’occasione…In breve arriva Matteo, giovanotto dall’aria sveglia e simpatica, lo faccio accomodare in salotto e noto con soddisfazione il suo sguardo interrogativo… chiamo la slave con ordine perentorio: “porcellina, vieni subito qui e porta da bere,svelta!”L’apparizione di Monica è uno spettacolo decisamente sexy! Gambe slanciate, calze a rete e tacchi a spillo…tutto nero… le caviglie strette da manette d’acciaio unite da una cortissima (2 o 3 anelli) catenella, cosa che le permette piccoli ed aggraziati passettini.Il giro vita avvolto con 3 giri di corda molto stretta che passa anche in mezzo alle natiche ed all’altra fessura.Il seno alto e sodo (quarta misura) è altrettanto strettamente avvinghiato dalla corda di seta bianca del diametro di 6 mm che lo rende turgido e prorompente. Due morsetti uniti da una catenella le stringono i capezzoli.Le mani, legate da polsiere di cuoio morbido, sono strettamente unite dietro la schiena, ma con un certo sforzo Monica le tiene su un fianco, per riuscire a reggere, quasi davanti a se, un vassoio contenente due flut colmi di Chardonnay.Porta un collarino nero ed uno speciale bavaglio a pallina composto da un normale bavaglio a cui sono state aggiunte due cinghiette supplementari che partono dai lati della pallina per unirsi sulla fronte da cui parte un’altra cinghia che, passando sopra la testa, va ad unirsi dietro la nuca alla cinghia originale del bavaglio…Questo tipo di imbracatura (all’americana), oltre ad essere pregevole dal punto di vista estetico permette alla testa di essere fissata in alto a qualche appiglio, tramite l’uso di un’apposito occhiello inserito nella cinghia alla sommità del capo…Noto con piacere uno sguardo di ammirazione da parte di Matteo e così…brindiamo! Monica fa chiaramente fatica a tenere il vassoio in posizione, avendo anche i gomiti legati con una cinghia dietro la schiena, infatti il fondo del vassoio appare bagnato dal vino versatosi nel tragitto dalla camera degli ospiti alla sala. Faccio avvicinare Monica, la tocco tra le gambe e constato l’abbondante colata di umori… “stupida scrofetta, pensi solo a quello! e non presti attenzione a ciò che fai! In castigo!” Le tolgo il vassoio di mano e la trascino sotto la sbarra che si trova in alto tra gli stipiti della porta comunicante tra la sala e la mia camera.Le applico un paio di manette ai polsi, nello spazio libero tra i bracciali di cuoio e le mani, le tiro i polsi verso l’alto e fisso le manette alla sbarra tramite una catenella ed un paio di lucchetti; con un’altra catenella aggancio l’occhiello alla sommità della sua testa e fisso il tutto alla sbarra, il che la obbliga a guardare davanti a sé… le appioppo un paio di sonori ceffoni “chiedi scusa a Matteo” farfuglia qualcosa di imprecisato a causa del bavaglio e si becca un altro paio di sberle… Le comando di voltarsi, compito che esegue con qualche difficoltà…Ora Monica riesce a vedersi riflessa nella specchiera del mio armadio contemporaneamente a ciò che succede dietro di lei: i due master che si preparano ad impartirle l’agognata e temuta punizione! Matteo incomincia a scaldare le parti salienti a suon di sculaccioni, indi muniti di frustino e di “gatto” ci dedichiamo ad una lenta e calcolata fustigatura, con molte pause ad effetto.Monica, nonostante il bavaglio viene costretta a contare, ringraziando, i colpi di frusta… ovviamente la prendiamo in giro per le frasi che pronuncia approssimativamente..Ssshhack ! “Uo ,gaffie paoe “…Ssshhwwip ! “Ue, gaffie paoe ” ecc. Matteo le applica una decina di mollette di legno ed io le devo far saltar via col minor numero di colpi… poi tocca a me attaccare le mollette e a lui usare il frustino… bisogna dosare bene la forza, perché colpire troppo piano significa prolungare il tormento…Tra una “partita” e l’altra coccoliamo la slave con profonde e prolungate carezze e appena è ben eccitata riprendiamo il gioco dello “staccamolletta” Poi passiamo all’uso di due palette di ciliegio, con calma e metodica imprevedibilità, ormai Monica mugula e farfuglia senza ritegno, completamente dominata e abbandonata a noi…Propongo un giochino “vibratorio” per premiarla della sua buona volontà e resistenza…i morsetti ai capezzoli le sono tolti, e dopo una breve pausa con massaggino, ne applico altri due collegati con un filo ad un motorino che può produrre vibrazioni di velocità variabile. Poi le introduco un doppio fallo di gomma nella fighetta e nell’ano e lo fermo con una cinghia verticale larga, del tipo “pancia-stop” munita di un motorino vibro a due velocità.Cambiamo posizione alla slave: seduta su una sedia con lo schienale basso, in modo da avere spazio per le braccia sempre legate dietro, le gambe divaricate e le caviglie bloccate ai lati , una corda tiene le mani legate verso il basso a una sbarra orizzontale tra le due gambe della sedia. Ha una grossa fune legata in vita e fatta passare, partendo da dietro, all’interno delle natiche per poi risalire davanti e andare a fissarsi alla solita sbarra in alto, in modo da obbligare Monica a tenere il bacino sollevato!Questa posizione “aperta” è un po’ scomoda ma è l’ideale per usare comodamente la cera calda (di cui Matteo è un esperto) e per applicare facilmente mollette o morsetti…ci dedichiamo con puntiglio e passione alla slave, tenendola sempre “sulla corda”.Bendo gli occhi di Monica per non rovinarle la sorpresa, Matteo è riuscito abilmente a fissarle due candeline sui seni ed altre due sulle cosce, i vibratori girano al minimo e le lasciamo ancora un quarto d’ora tutto per sè…Intanto espongo all’amico la parte conclusiva della seduta mentre ammiriamo deliziati il tormento e l’estasi di Monica…lui si dichiara d’accordo e piacevolmente stupito dalla mia immaginazione…Dopo essere stata liberata, Monica si reca in bagno e ne riemerge solo dopo tre quarti d’ora nuda, fresca e profumata come una ninfa…Esordisco: “Matteo mi ha chiesto se te la senti di partecipare ad un ultimo gioco con noi, che ne pensi?” per tutta risposta lei si getta ai nostri piedi e li bacia con devozione “tutto ciò che i miei padroni comandano è per me fonte di gioia e di soddisfazione!””Brava maialina, sarai premiata a dovere!”Ho preparato un sacco a pelo sul pavimento sotto la sbarra, lei vi si sdraia a faccia in giù, come le ordino. Oltre a legarle polsi, gomiti, e caviglie a gambe incrociate, le passo parecchi giri di corda intorno a spalle, torace e vita…una corda le unisce mani e piedi all’altezza delle natiche…poi con l’aiuto di Matteo provvedo ad issarla, tramite due grosse funi attaccate alla sbarra, ad un’altezza di 15 cm circa dal pavimento.Per precisione… una fune parte dal giro-spalle, passa sulla sbarra e va ad essere fissata alle caviglie, l’altra, con lo stesso tragitto, parte dalla vita e va al torace…Monica è sospesa in modo perfettamente orizzontale…ci assicuriamo che stia bene e dice di sentirsi come…un bimbo nella culla! (per il momento)…le pesa un po’ la testa e così le rimetto il bavaglio “all’americana” munito di corda, all’occhiello sulla cima del capo, che fisso in alto.Ora Monica è completamente disponibile alle nostre attenzioni…Matteo le si sdraia sotto, i due corpi sono in stretto contatto, senza che lui avverta il peso della slave…l’idea era questa! Mentre la penetra attinge a piene mani a tutte le sue deliziose carnosità, senza sforzo alcuno…da parte mia la stimolo con un dildo tra le natiche e con piccoli colpi di frustino sulle parti esposte…schiena, fianchi, cosce, polpacci e piante dei piedi…Dopo aver goduto, Matteo mi cede generosamente il posto…in prima fila! sostituendomi degnamente nel dedicarsi alle parti scoperte di Monica che gode sfrenatamente…Una volta liberata ci confessa di non avere mai passato prima una giornata così divertente e stimolante e ci saluta calorosamente con un bacio ed un “arrivederci tesori”!

