Berfi’s (VR) anno indefinito, credo 1995, vagando per un tranquillo (fin troppo) mercoledì mi imbatto in un bocconcino davvero carino che prima non avevo notato. Però ho pensato subito ad un angelo perchè da dove era comparsa? C’erano così poche persone nel locale. La abbordo e anche lei faceva l’università di Verona. Non mi fu difficile avere un altro appuntamento per la giornata successiva dove la sera si teneva una festa al palazzo che stava vicino alla Mensa (che adesso hanno demolito). Ci andammo insieme e lei si presentò bella da mozzare il fiato. Però avevo notato che aveva qualcosa che non andava, mi sembrava come ritardata, forse meglio un pò indietro, inutile dire che quella è una qualità che è essenziale per me nella scelta di una donna, ma per quella volta ho lasciato correre visto che avevo solo voglia di vedere come era fatta sotto. Io ero arrivato in motorino anche se abitavo un pò distante ed ero uno dei pochi che aveva il privilegio di parcheggiarlo proprio sotto la mensa perchè tempo addietro, a 18 anni avevo avuto una storia con la cassiera della mensa, e da li erano cominciati i miei innumerevoli prvilegi che ancora allora conservavo. Il motorino era parcheggiato prorpio davanti all’entrata della mensa difronte all’entrata di questa festa con moltissime persone, e c’era una piccola siepe (più che altro piante) alte circa 1 metro dietro alle quali il mio motorino giaceva. Il suo biglietto di presentazione fu proprio un lavoretto accucciata ai miei piedi, senza dirmi niente, senza avermi baciato prima, si era chinata e aveva fatto tutto lei, mentre io ero in piedi e le persone mi vedevano e io cercavo di fare finta di niente anche perchè in molti mi conoscevano e quando capivo che stavano per avvicinarsi facevo segno di no con la mano, come per madarli via, che scena apocalittica. E quell’altra andava avanti come niente fosse. Ma questo non è il punto, è solo come ve la presento, bellissima ragazza, un pò tonta (lenta si addice di più), ma con un rapporto con il sesso molto particolare, le piaceva dare piacere, e si faceva fare tutto, qualsiasi cosa, tanto che ho pensato ma chi è questa la fata Scopona? Il rapporto andò avanti su per giù uno due mesi, maggio e giugno credo con episodi che in parte vi ho raccontato (era lei quella della tromba delle scale in università) e altri che magari vi racconterò, ma c’è un episodio con lei che ha condizionato tutta la mia vita futura da allora e ve lo vado a narrare. Bene era fine giugno, io lavoravo in piazza Brà, e mi aveva chiamato a casa nel pomeriggio per chiedermi di uscire, io francamente ero un pò stufo di lei, forse mi piaceva una sul lavoro, fatto sta che non volevo vederla, ormai avevo esaurito in fretta la passione. Mi si presenta li tra capo e collo circa a mezzanotte, e mi fa la sorpresa, e mi scombina i piani che sicuramente erano di andare a dormire a casa di qualcun’altra. Bene per non fare proprio il maledetto sento cosa deve dirmi, e “voleva vedermi e il solito tran tran che si era accorta che mi stavo stufando che mi voleva bene ecc. ” quasi mi butto giù dal ponte Pietra mentre me lo raccontava tanto era patetica. Quella sera era piovuto. E camminando arriviamo sotto casa di un mio amico caro che sapevo essere a casa da solo perchè i suoi erano in vacanza. Le propongo di suonargli e andare a trovarlo, erano circa le una di notte, la porto su, era ancora sveglio. Bhe lui cercava come al solito di fare colpo in tutti i modi lo percepivo dai discorsi che faceva, si proponeva, la buttava sul fascino dell’intellettuale, in effetti faceva fatica ad affascinarla in altri modi, fisicamente è un pò penalizzato, ha un viso un pochino strano, da pazzo. Ma non mi dava fastidio, non la consideravo una mancanza di rispetto, mi rendevo conto che la tipa era davvero bella. Mentre lei parlava con lui io ce l’avevo seduta in braccio, sulla sedia, e da sotto alla gonna cercavo di risalire per trovare la sua intimità Mi sono accorto che era senza le mutande, con le autoreggenti .La gonna abbastanza larga e lunga lasciava spazio alla mia mano che cominciava a violare il suo segreto più o meno spudoratamente, con l’intento chiaro di metterla in imbarazzo nei confronti del mio amico. Lei accettava di buon grado ma non riuscivo a vedere la sua faccia, stava parlando con lui chissà che tiri faceva con gli occhi. Dopo circa un’ora ce ne andiamo e la porto a piedi alla sua macchina, parcheggiata non poco lontana. Entro con lei in macchina ed iniziamo a fare l’amore, sesso violento direi piuttosto, li dove eravamo parcheggiati, li dove qualcuno ancora passava, in centro storico di verona, d’estate, con i finestrini un pò abbassati. Mentre la prendevo le ho chiesto “ti piaceva mentre ti toccavo davanti al mio amico?” E lei “mmmmm, mi hai fatto venire voglia di farlo li davanti a lui” E io incalzavo “avresti voglia di farlo anche con lui” E lei “tu vorresti?” Tornammo a casa del mio amico, infatti non sapevo se il progetto l’avrebbe interessato, sai a volte la gente è strana, ma mi sentivo come uno che fa un bellissimo regalo ad un amico che considera un grande amico. Vado su io per primo, e lei giù. Lui acconsente, non ci credeva, e ci mettemmo d’accordo che io avrei iniziato e l’avrei spogliata tutta in sua assenza e poi lui sarebbe entrato anche lui spogliato per vincere l’imbarazzo. Per accorciare vi dirò che fu un’eserienza strana, particolare, lei si faceva fare tutto, il mio amico si era inebetito e la toccava dappertutto senza penetrarla, la guardava e la toccava, quasi per rispetto. In compenso io avevo perso il controllo e le feci: La legai al letto con le calze del mio amico, tutta nuda, con le gambe divaricate. Andai in cucina e presi ghiaccio, glielo infilai dappertutto fino a che sentivo i suoi gemiti per il dolore, poi la presi legata tappandole la bocca, la slegai, la girai e la presi dietro, nell’ano, barbaramente, trattandola come un oggetto, mentre lei urlava e mi gridava che la stavo aprendo in due. Poi la presi in braccio la misi sulla scrivania della camera da letto dove eravamo buttando via tutto quello che c’era sopra e presi una forbice e le tagliai i peli pubici finchè con la forbice era possibile, poi ancora dentro di lei, poi fuori ancora le infilai matite, penne, tutto quello che trovavo e in bocca per finire, dopo un pò le proiettai tutto il mio piacere in faccia, lei apriva la bocca ma io miravo appositamente agli occhi per cospargerla. Alla fine dell’eiaculazione sembrava che si fosse lavata la faccia per davvero, una cosa fastidiosa perfino da vedere. Mi tranquillizzai e sfinito mi sedetti, mentre il mio amico aveva assistito a tutta la scena durata circa un’ora senza proferire parola con quel sorriso misto ad eccitazione, con il pene bardotto mentre lei tentava di succhiarglielo, una scena da Blob cinico se non fosse stato per la bellezza di lei. Finito tutto e io rilassato notai che i due andavano avanti, sempre a toccarsi, sul letto, lui la toccava delicatamente, lei ricambiava e nonostante lei fosse cosparsa di sperma sulla faccia che sembrava Niki Lauda lui la baciava, stavano amoreggiando, lei aveva così bisogno di dolcezza do po quel barbaro trattamento me ne rendevo conto. Io mi godevo il regalo che gli avevo fatto e non chiedevo altro dalla vita. Dopo un quarto d’ora andammo via e lei mi chiamò il giorno dopo ma io troncai, e anche molto male, dicendole proprio che dopo quello che era successo tra di noi non avevo più altro da chiederle e mi ero proprio stufato. Passa tutta l’estate, e vedo che il mio amico è sempre strano, mi sembra ancora scioccato, quasi infastidito per quell’episodio che io ero sicuro avrebbe considerato come una splendida avventura di due grandi amici, una esperienza alla Fandango o Stand By Me. Ma non ci do più di tanto peso, l’estate è sempre un periodo particolare per gli universitari Un giorno gli dico, ma M. l’hai più vista? E lui, “no” Allora gli dico “vuoi il suo numero? così magari te la sbatti qualche volta per toglierti la soddisfazione”. lui si dimostra voglioso di ciò. “Bene mi raccomando vero, so che è una bella ragazza, ma attento a non rimanerci sotto, altrimenti è meglio che non ti do il numero.” E lui,” ma sei matto, dopo quello che abbiamo fatto, anzi che le hai fatto, come potrei? Ehi, le hai coperto la faccia di sperma davanti ai miei occhi e queste sono cose che non si dimenticano facilmente quindi tranquillo, me la sbatto come si deve e poi la mando in culo quella schifosa.” E giù a ridere, di gusto, come ai vecchi tempi quando rubavamo le ciliegie e quel vecchio rimbambito ci correva dietro e cascava come un sacco di patate. Si sono sposati tre anni fa. E hanno due figli, e sono veri come le cose che vi scrivo, e io ho perso uno dei miei migliori amici, il quale non mi parla più e non mi considera più (neanche al matrimonio mi ha invitato) accampando scuse del tipo sai siamo cambiati, non siamo più come eravamo da piccoli, io mi sono laureato tu lavori in discoteca. Quella schifosa mi ha portato via un prezioso amico, perchè purtroppo l’uomo è troppo debole di fronte alla bellezza e nonostante fosse una rincoglionita col quoziente di intelligenza di Forrest Gump lui se l’è sposata e ci ha fatto due figli. E poi mi dite di non odiare? Come si fa? Era partito tutto come un bel regalo…… Che tristezza.
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