File Inviato: L Ossessioni.doc ===> File ricevuto: L_Ossessioni.docGia’ autoreSI autorizzo la pubblicazione dei mie dati personali come autore del testo inviato.IP: 213.140.18.138 SI, dichiaro, sotto la mia personale responsabilità, di essere MAGGIORENNE e che il racconto si riferisce ad: storia immaginariaVoti: Forma=3 Contenuto=3 Lunghezza=3 Originalità=3Categoria: Lesbo OssessioniAramisaramis@mail2latin.com Sei anni fa avevo 24 quando i miei desideri sessuali e curiosità sono state soddisfatte. Ero figlia unica e conducevo una vita felice ma non interessante. Naturalmente i miei genitori mi avevano amato ma, guardando retrospettivamente, avevano condotto un’esistenza piuttosto monotona. Per tutto il periodo della mia istruzione e durante gli anni dell’università ero piuttosto grassoccia, portavo gli occhiali ed i miei denti sembravano sempre essere intrappolati in apparecchi. I ragazzi non erano interessati ad una “botticella” ed io applicavo tutte le mie energie nello studio ed ad inseguire una carriera. Studiavo pubblicità. Quando ho avuto 18 anni, gli apparecchi per i denti finalmente sono diventati inutili: i miei denti erano diritti e perfetti. Il mio corpo gradualmente ha cominciato a trasformarsi, il cucciolo grassoccio è scomparso, ho sviluppato un buon giro di vita ed i miei seni si sono gonfiati e sono diventati sodi. La trasformazione non è avvenuta in una notte. A vent’anni ero una bella ragazza stupefacente, secondo i miei genitori, con gambe lunghe ben fatte. La dimensione del seno con capezzoli generosi erano i miei beni più grandi. Chi non mi aveva visto per alcuni anni si stupiva e non poteva credere che fossi io. I miei genitori mi avevano comprato un computer che mi necessitava per gli studi, poi anche questo è diventato insufficiente e ho dovuto prenderne uno più grande con un modem. Ero consapevole del mio corpo sexy e del fatto che gli uomini, e molte donne, fissavano i miei attributi con ammirazione. Ho deciso di fare a meno degli occhiali e ho iniziato a d usare le lenti a contatto; non ero ancora interessata agli uomini, pensavo che il fatto aver passato l’adolescenza senza ragazzi avesse provocato la mia indifferenza. Di notte navigavo in Internet per cercare materiale per i miei studi, mi capitava di entrare in siti porno ma li ignoravo. Un giorno, incuriosita, sono entrato in un sito di questi e mi sono stupito per il sesso esplicito che conteneva. A quel punto ho cominciato a cercare siti di porno sempre più esplicito. Ero sempre più interessata a siti lesbici e mi sono accorta che immagini e storie riguardanti il sesso al femminile mi eccitavano tremendamente. Ho cominciato ad avere desideri sessuali come mai prima di allora. Ero ossessionata dal cyber sesso, specialmente lesbico. Ho cominciato a sedermi davanti al mio PC indossando solo una camicia o un accappatoio, senza mutandine o reggiseno, così da non avere ostacoli per le mie mani e le mie dita mentre queste esploravano il mio corpo sensuale. Entravo in frenesia sessuale e mi masturbavo mentre guardavo le ragazze leccarsi, succhiarsi e fottersi l’un l’altra. In fin dei conti mi sembrava che quello lesbico fosse il sesso più stimolante ed eccitante rispetto a quello eterosessuale. Sono diventata estremamente curiosa ed ero ossessionata dal fatto di fare sesso con una donna. Ma come riuscirci? Ero timida ed ingenua per riuscire a realizzare ciò che desideravo. Sono andata a lavorare in una società di consulenza pubblicitaria e mi sono fatta molti amici e lentamente sono diventata più spigliata. Una ragazza in particolare mi piaceva e siamo divenute buone amiche. Era un’attraente brunetta e si chiamava , lei nome era Brigitte. Lei aveva un ragazzo fisso e ho cominciato ad uscire con loro. Una cosa ha portato ad un’altra e finalmente ho avuto il mio primo incontro sessuale con un uomo. Ho avuto altri ragazzi dopo di quello, ma sono rimasta delusa dal sesso. Era piacevole, ma non quello che mi aspettavo dopo aver navigato in rete ed aver letto storie erotiche. Avevo ancora gli orgasmi migliori quando mi masturbavo con le mie fantasie piuttosto che con un uomo. Sono diventata affamata di sesso e riuscivo ad avere orgasmi multipli tre o quattro volte al giorno. Desideravo fare sesso con una ragazza, solo per vedere se era così bello come veniva descritto. Sentivo di aver perso qualche cosa, ma… la mia vita stava per cambiare. Qualcuno doveva restare in ufficio e così Brigitte ed io raramente andavamo a pranzo insieme. La mia sosta per il pranzo era all’una; la maggior parte di noi pranzava in un fast food nella via sotto l’ufficio; il proprietario ed il cameriere ci conoscevano per nome e dove lavoravamo. Poiché ero una cliente fissa, c’era sempre una tavola riservata per me, sempre la stessa. Conoscevo i frequentatori regolari e ci scambiavamo saluti. Una donna in particolare mi aveva affascinato. Doveva avere la mia età o un paio di anni più di me. Era una bionda attraente, mi sorrideva sempre e mi rivolgeva sempre un bel “Ciao” Arrivava venti minuti dopo di me e stava seduta alcuni tavoli da me sul lato opposto della sala. Di quando in quando mi accorgevo che mi guardava con un’espressione malinconica. Le sorridevo e lei mi sorrideva, io diventavo timida ed arrossivo un po’. Ero molto irritata con gli uomini dell’ufficio che continuamente mi infastidivano chiedendomi degli appuntamenti, ed alcuni erano anche sposati. Nessuno di loro mi piaceva ed un giorno ho detto a Brigitte che mi davano fastidio. Ha riso e ha detto che non poteva biasimarli perché ero una ragazza fantastica e sexy. “Dì loro che sei lesbica” Mi ha detto. “Funziona sempre.” Ho accettato il suo consiglio che ha avuto l’effetto desiderato: hanno smesso di importunarmi. Un giorno, quando sono ritornata da pranzo, ho trovato una scatola lunga e stretta in confezione regalo sulla mia scrivania. Ho pensato fosse per qualcun altro, ma poi ho guardato il biglietto che portava il mio nome: c’era solo il mio nome. Mi ha incuriosito e l’ho aperto. Una singola rosa rossa era appoggiata alla stoffa. Ho cercato un biglietto o qualcosa d’altro, ma non c’era niente. “Qualcuno ha voluto farmi uno scherzo” Ho pensato fra di me; stavo per buttare il bel fiore, ma non avevo il cuore di distruggere una cosa così bella. Ho cercato un vaso e l’ho messo sulla scrivania. Sono passati alcuni giorni prima che appassisse. Il giorno seguente è arrivata un’altra rosa, questa volta bianca. Ancora nessun messaggio, solo il mio nome. La cosa è proseguita per due settimane, sempre una sola rosa ogni volta di un colore diverso. Brigitte ha cominciato a prendermi in giro per il mio ‘ammiratore segreto’ ed io ero più che altro incuriosita dalla sua costanza, chiunque fosse. Dopo la sesta rosa, la seguente aveva all’interno un biglietto, l’unica cosa che riportava era l’impronta perfetta del rossetto delle labbra di una donna. Ho annusato il biglietto e ho riconosciuto il profumo Oppium che mi era familiare perché l’usavo anch’io. Ora ero veramente incuriosita ed ero stupita dal constatare che sembrava che il mio ammiratore fosse una donna. Non l’ho detto a Brigitte per paura che cominciasse a pensare che ero diventata una lesbica. Segretamente speravo che fosse lei; mi sarebbe piaciuto dormire con lei, eravamo diventate così intime. Alcuni giorni più tardi un altro pacco è arrivato nel tardo pomeriggio. Questo era un po’ più grande del precedente. Cautamente ho aperto la confezione. Il mio cuore batteva nel seno per l’eccitazione. Ho rantolato quando ho visto quello che c’era sotto la rosa, rossa questa volta, e rapidamente ho chiuso la scatola. Le mie mani tremavano, la mia micia si contorceva. Ho preso il ‘presente’ e sono andata in bagno dove mi sono chiusa a chiave. Mi sono seduta sul sedile e ho aperto la scatola. Sotto la rosa c’era un paio di minuscole mutandine rosse trasparenti. Le ho alzate cautamente e quasi le lasciavo ricadere nella scatola. Erano bagnate. Ho fatto correre un dito sopra l’inguine e l’ho sentito vischioso. Ho alzato il delicato indumento al naso e ho aspirato la fragranza delle secrezioni d’amore di un’altra donna. Era inebriante. Ho sentito la mia micia agitarsi di ardente desiderio. Ho portato le belle mutandine sexy ancora una volta al naso e ho inalato più profondamente questa volta. Ho chiuso gli occhi in estasi e ho messo delicatamente la lingua sulla secrezione, ancora fresca, che c’era sul delicato indumento. L’ho assaggiata. Ho aperto gli occhi e ho guardato il biglietto nascosto sotto le mutandine. L’ho alzato e l’ho letto: ‘Le ho indossate oggi per te, ora sono tue.’ Le mie mani tremavano, non so se di paura o eccitazione. Sicuramente ero molto eccitata. Stavo per mettere il biglietto nella scatola quando ho visto un reggiseno rosso che stava sotto al biglietto, anche su di lui c’era profumo di Oppium. Ho ripreso le mutandine e me le sono strofinate sul viso, in un’ispirazione improvvisa ho deciso di indossarle. C’era qualche cosa erotico nel portare le mutandine bagnate di un’altra donna. Mi sono alzata e ho fatto scivolare via le mie mutandine, scoprendo che anche l’inguine delle mie era bagnato; poi ho deciso di mettermi anche il reggiseno e mi sono tolta camicia e reggiseno. Ho portato le mani sul mio corpo e mi sono alzata i seni nei palmi delle mani, li ho spremuti, pizzicati e ho tirato i capezzoli eretti. Dio come ero eccitata. Dovevo dare soddisfazione alla mia micia che spasimava. Rapidamente mi sono tolta la gonna e mi sono seduto sul sedile della toletta. Ho posizionato il culo sull’orlo del sedile e ho allargato le gambe. Ho fatto scivolare un dito nella mia fessura bagnata e ne ho estratto un po’ di succo; ho portato il dito al clitoride palpitante e l’ho circondato per farlo uscire dal suo cappuccio. Ho sentito che si gonfiava; mi sono piegata, ho preso le mutandine rosse e me le sono portate al naso. Ho aspirato l’aroma dei suoi umori e ho leccato l’inguine umido. Ho chiuso gli occhi e ho fantasticato che fosse la micia di Brigitte ciò che era alla mia bocca. La mia micia era infuocata; ho spinto tre dita nella mia inzuppata profondità e ho messo il pollice sul clitoride gonfio. Ho mosso le dita dentro e fuori, dapprima lentamente e poi ho preso il ritmo. Ho spinto dentro le dita il più possibile e poi le ho mosse mentre col pollice colpivo il clitoride. Nella mia mente ho visto il dolce viso di Brigitte sulla mia fica. Era la sua mano nella mia micia, mi fotteva con forza. Il forte odore di micia che esalava dalle mutandine rosse era la sua micia nella mia bocca, stavo leccando quella brunetta sexy. Sono venuta molto rapidamente; ho tenuto strettamente le mutandine contro la mia bocca per soffocare il mio piangere estatico mentre l’orgasmo fluiva dal mio corpo tremante. Sono rimasta seduta per riprendere fiato. Stavo per asciugarmi ma poi mi sono fermata. Volevo restare bagnata nelle mutandine del mio amore, lasciare che i miei umori si mescolassero coi suoi. Era tremendamente erotico ed intrigante. Ho fatto salire le mutandine rosse lungo le mie gambe e le ho sistemate intorno il mio culo. Mi andavano bene perfettamente, mi piaceva come abbracciavano il mio culo ed il mio pube. La mia micia era ancora gonfia di desiderio e sporgeva contro le mutandine. Ho visto l’inguine cominciare a scurirsi mentre i miei succhi bagnavano la stoffa trasparente. Quindi mi sono messa il reggiseno che mi andava a meraviglia; era a mezza-tazza e mi copriva a mala pena i capezzoli, lasciando scoperte gran parte delle areole. Ho finito di vestirmi e ho lasciato il bagno tenendo in mano la scatola. Brigitte mi ha guardata quando sono entrata nell’ufficio e mi ha sorriso dandomi un’occhiata curiosa. Il mio cuore ha sussultato, ero sempre più convinta che era lei che mi spediva le rose. Ho guardato l’orologio e ho visto che ero stata via per più di mezz’ora. Ho continuato a guardare Brigitte per il resto del pomeriggio, vedevo la mia amica in una luce nuova. Ho studiato il suo corpo, la curva sexy del suo seno; doveva essere della stessa mia taglia. Ho guardato il suo culo e le sue anche. Sì! Erano della stessa mia misura. Ho cominciato a spogliarla con gli occhi, immaginare il suo seno nel reggiseno rosso, la sua bella fica nelle mutandine rosse trasparenti. La sua fica!. Dio morivo dal desiderio di vedere la sua micia, annusarla, assaggiarla. Dannazione! Volevo fotterla. Mi sono scossa per tornare alla realtà; Brigitte mi fissava interrogativamente. “Tutto bene?” Ha domandato. “Mi sembri un po’ stordita.” “Sicuro.” Ho risposto. “Un po’ di mal di testa, ecco tutto.” Sentivo la mia fica liquefarsi. Dannazione, avrei voluto venire di nuovo. La gonna corta era salita sulle mie cosce e sentivo il mio profumo, il chiaro profumo di una fica eccitata, pronta per il sesso. Ho pensato se Brigitte era in grado di sentire l’aroma, da una parte lo desideravo. Tornata a casa, la prima cosa che ho fatto è stata sdraiarmi sul letto e masturbarmi di nuovo. Ho dormito male quella notte e la mattina ero di merda. La mia mente era in tumulto, fantasticavo di Brigitte. Pensavo a come gestire la situazione. Dovevo affrontarla e dirle che volevo fare sesso con lei o lasciare che le cose andassero per il loro verso? D’altra parte la volevo disperatamente, desideravo ardentemente avere un’esperienza lesbica con lei. Sapevo che non avrei fatto la prima mossa, ero troppo timida. La mia micia era in uno stato di costante eccitazione. Mi ero masturbata due volte durante la notte ma avevo ancora bisogno di venire. Ho preso in considerazione di gridarle tutto ma avevo paura di quello che Brigitte avrebbe potuto fare o dire. Mi sono fatta un bagno caldo e mi sono sentita meglio. Ho ponderato bene cosa indossare; volevo sembrare sexy ed attraente per lei, ma non troppo. Per prima cosa della biancheria intima sexy. Ho scelto un sottile reggiseno color carne, senza supporto, ho lisciato le tazze sulle mammelle sode, ho pizzicato i capezzoli, facendoli diventare duri ed eretti; il risultato mi è piaciuto, come tendevano la stoffa sottile del reggiseno. Mi sono messa un tanga a taglio alto, anche lui color carne; era piuttosto stretto e mi forgiava la micia, entrando nella fessura, accentuando le labbra gonfie. Avrei voluto fottermi di nuovo, mi sentivo così calda, ma non c’era tempo. Ho scelto una camicia stretta, bianca con una scollatura bassa, che sembrava una seconda pelle, i miei seni erano perfettamente accentuati. Mi sono pizzicata e ho tirato i capezzoli per vedere l’effetto, mi è piaciuto come sporgevano verso l’esterno. Una gonna blu corta, scampanata ha completato il mio insieme. Ho volteggiato di fronte allo specchio e ho visto le mutandine quando la gonna è volata in fuori ed in alto. Ho deciso di non mettere calze. Ero pronto a sedurre. Brigitte era già in ufficio quando sono arrivata, ci siamo salutate come al solito; ho visto che mi guardava sollevando le sopracciglia. “Hai un appuntamento?” Ha domandato con un sorriso. “Hai un aspetto eccitante.” “Grazie.” Ho risposto, compiaciuta per il complimento. “Sfortunatamente no.” “Allora ti va un drink dopo il lavoro? Come sei affascinante, se fossi un uomo mi toglierei subito i pantaloni per te.” Ha riso. “Oh non esagerare.” Ho detto arrossendo. “Ad ogni modo sono contento che tu sia una ragazza, gli uomini non fanno per me al momento.” Là! Avevo lasciato cadere un suggerimento. Ora toccava a lei. Brigitte mi ha guardato ma non ha detto nulla. “un drink dopo il lavoro sarebbe ottimo.” Ho aggiunto. La mattina è passata senza altri sviluppi. Ogni qualvolta Brigitte mi guardava spingevo indietro le spalle ed in avanti il torace. Le mie mammelle tendevano la stoffa sottile. Quando camminavo per l’ufficio, giravo su me stessa per far vedere a Brigitte le mutandine trasparenti, ma lei non dava segni di averle viste. “Oh allora.” Ho pensato. “Forse aspetta che il lavoro sia finito.” Brigitte ha detta che sarebbe tornata un po’ tardi dal pranzo, aveva da sbrigare delle commissioni ed infatti è rientrata con mezz’ora di ritardo. Sono andato io a pranzo e mi sono seduta alla mia tavola solita. Ho ordinato il mio pranzo e poi solo allora mi sono accorta che la bionda era già seduta al suo tavolo. Ci siamo sorrise e ci siamo salutate come al solito, ma questa volta lei mi ha mandato un bacio; io ho guardato altrove imbarazzata. Alcuni minuti più tardi ho lanciato uno sguardo nella sua direzione. Si stava alzando per andarsene, si è accosciata per recuperare la borsa dal pavimento. Era di fronte a me, la mini ridotta le è salita sulle cosce fino alle anche. Ha aperto le cosce e ho visto chiaramente le sue mutandine. Erano rosse, proprio come il mio regalo. “Che coincidenza.” Ho pensato. Si è diretta verso l’uscita e quando ha raggiunto la mia tavola, ha lasciato cadere una rosa rossa proprio davanti a me. Ha continuato a camminare ed io ho sentito chiaramente il suo profumo, era Oppium. Ho guardato il fiore delicato. Il mio cuore martellava nel torace, il mio corpo era scosso. “Lei.” Ho pensato, stupita. Non c’era possibilità d’errore. Le mutandine, il profumo e la rosa. Il gambo della rosa era avvolto in una carta da lettere. L’ho tolto con mani tremanti. “Non posso allontanati dalla mia mente. Ho bisogno di te. Voglio amarti. Chiamami stasera per favore.” C’era un numero di telefono ma nessuno nome. In panico ho lasciato cadere il foglietto nella mia sacca a mano. Ho finito il pranzo lentamente, pensando a quanto stavo per dimostrarmi sciocca con Brigitte. Ero imbarazzata per come mi ero comportata con lei. “Cosa avrà pensato?” La cameriera ha portato il caffè e le ho domandato se conosceva la donna bionda. “So solo che si chiama Elena.” Ha detto. “Ora che ci penso, due settimane fa mi ha domandato il suo nome.” L’ho ringraziata. Ora era chiaro come faceva a sapere il mio nome e dove lavoravo. Ho recuperato il biglietto dalla mia borsa e l’ho letto di nuovo. Lei, Elena, mi voleva. La mia micia sbavava al pensiero. Elena era veramente bella, ho deciso di telefonarle quella sera. Ho guardato l’orologio, ero in ritardo di mezz’ora. Sono ritornata in ufficio con la paura di dover incontrare Brigitte. Il resto del pomeriggio è passato senza incidenti, Brigitte era piuttosto normale nei miei confronti. Ho respirato di sollievo. Morivo dalla voglia di dirle che ora sapevo chi mi spediva le rose. La giornata è finito e ce ne siamo andate ad un pub per il drink che ci eravamo promesse. Brigitte stava per appollaiare il suo culo attraente sul sedile quando l’ho fermata. “Sediamoci là.” Ho detto, indicando un tavolo in un angolo appartato. “Ok.” Ha risposto. Un cameriere ha preso il nostro ordine, io avevo bisogno di qualche cosa di forte per calmarmi i nervi e ha ordinato un Jack Daniel con ghiaccio. Brigitte ha ordinato lo stesso. Ne ho preso una lunga sorsata e ho sospirato. Brigitte mi ha guardato con espressione curiosa. “Che c’è ragazza? Su, sputa il rospo. Ti sei comportata in maniera strana per tutto il giorno”. Ero riluttante a dirle la mia scoperta, ho inspirato profondamente. “Sai le rose che ho ricevuto?” “Sì.” Ha risposto con interesse. “Sai di chi sono?” Ha domandato eccitata. “Dimmi.” “Non è un lui.” Ho detto di getto e poi ho raccontato del reggiseno e delle mutandine, e che erano bagnati. Brigitte mi ha fissato spaventata. “Io… Uh… Io… Oh merda.” Ho balbettato e ho tirato su col naso “Io… Io… pensavo.” “Hai pensato che fossi io? Non è vero?” “Sì.” Ho singhiozzato. “Mi dispiace tanto Bri.” Brigitte ha messo una mano sul mio braccio e mi ha accarezzato. “Shhh… va tutto bene.” Ha detto sottovoce. “Non ti biasimo per averlo pensato. Tuttavia è un pensiero intrigante.” Ha detto pensierosa. “Mi immagino correre dietro ad una donna, potrebbe essere una cosa eccitante.” Ha riso e mi ha stretto il braccio. Prendendo coraggio ho detto. “Bri, il punto è che quando ho pensato che fossi tu, ti volevo.” “Realmente? Ne sono adulata.” Ha fatto una pausa per un momento. “Non sai cosa sei? Voglio dire les o bi?” “No. Ma ci ho pensato e sono curioso di vedere cosa sarebbe avere come amante una signora. E tu?” “No. Non ci ho mai pensato.” “E tu non sei arrabbiata con me?” Ho domandato mestamente. “No, per niente dolcezza, sono veramente felice che tu abbia pensato che io sia tanto attraente.” Poi ho detto cosa avevo scoperto a pranzo, le ho detto tutta la storia. Ha ascoltato in silenzio fino a che non ho finito, poi ha voluto sapere tutto; età, se era attraente. “Cosa pensi di fare.” Ha domandato. “lo vuoi fare con lei?” “Non so. Devo ammettere che il pensiero di fare sesso con lei mi eccita immensamente.” “Se ti eccita, fallo ragazza. Non può farti alcun danno. Forse vuole solo stuzzicarti o giocare coi tuoi sentimenti.” Abbiamo lasciato cadere il discorso, abbiamo preso un altro paio di drink e poi ci siamo separate. Ho fatto una doccia, mi sono messa una vestaglia e ho guardato la tivù mentre cercavo di trovare il coraggio di telefonare ad Elena. Non seguivo attentamente quello che avveniva sullo schermo, il telefono era vicino a me ed alla fine l’ho preso e ho composto il numero. Quando ha cominciato a suonare, mi sono spaventata e ho riappeso. Cinque minuti più tardi ho telefonato di nuovo, ho lasciato suonare un po’ più a lungo questa volta, ma mi sono spaventata di nuovo. La terza volta mi sono sforzata di non riattaccare. “Ciao.” Era lei. Benché non avessimo mai parlato, io lo sapevo istintivamente che era lei. Mi sono imposta di calmarmi, potevo sentire il mio respiro echeggiare nel telefono. La mia mano tremava ed il mio cuore martellava. “Ada sei tu? Rispondi per favore.” Io continuavo a rimanere zitta; non sapevo cosa dire. “So che sei tu, parlami per favore dolcezza.” Ancora silenzio. “Devi essere interessata o non avresti telefonato. Parlami cara.” Ho respirato profondamente. “Sì sono io.” Ho detto quietamente. “Sei Elena non è vero?” “Sì, sono Elena.” La sua voce era profonda ma non come quella di un uomo. “Grazie per aver chiamato. Sono così sollevata. Voglio vederti. Per favore. Sono infatuata di te. Ti ho desiderato per settimane. Non ho mai fatto niente del genere. Dovevo farti conoscere i miei sentimenti in qualche modo, impazzivo. Per favore dimmi che ci vedremo, per favore” “Sì.” Finalmente ho risposto. “Voglio vederti; non sono mai stata con una donna prima di oggi, sono stata solo con uomini.” “Quando possiamo incontrarci?” ha domandato Elena. Mi sembrava di sentire sollievo nella sua voce. Ho pensato per un minuto, il giorno seguente era venerdì e non lavoravo il sabato. “Sono libero il fine settimana.” Ho risposto. “Potresti venire a casa mia domani dopo il lavoro e restare a cena?” Ha domandato. “Sì, va bene.” Ho detto. Mi ha spiegato come andare a casa sua. Ho riattaccato rapidamente, ero troppo nervosa per continuare la conversazione. Avrei avuto un’altra notte insonne pensando a quello che il giorno seguente avrebbe portato. Mi sentivo estremamente eccitata ma sono riuscita a trattenermi dal masturbarmi. Il giorno seguente ho saltato il pranzo e sono andata al centro commerciale. Volevo comprarmi un vestito nuovo ed alla fine ho scelto una camicetta bianca chiusa con delle stringhe ed una corta gonna bianca. Ho comprato anche delle mutandine bianche. Me ne sono andata presto dal lavoro, sono andata a casa e mi sono fatta un lungo bagno caldo con sali da bagno fragranti. Mi sono regolata i biondi peli pubici e ho raso intorno alle labbra della micia. Mi sono messa le mutandine nuove e mi sono seduta alla toilette per truccarmi con cura. Mi sono profumata leggermente non trascurando la zona sotto i seni ed il mio monte. Sono scivolata dentro la camicetta e mi sono tirata su la gonna. Niente reggiseno e calze. Mi sono guardata riflessa nello specchio ed il risultato mi è piaciuto, avevo un aspetto non male. Ho messo gli occhiali nella mia borsa, mi sono messa le lenti a contatto e ho lasciato il mio appartamento. Ho impiegato mezz’ora per arrivare a casa di Elena, le sue istruzioni erano state molto precise e ho trovato il suo appartamento senza problemi. Davanti alla sua porta sono tornata nervosa, mi sono sforzata di calmarmi, ho schiacciato il campanello, ho spinto indietro le spalle e ho sporto il seno. Pochi secondi più tardi la porta si è aperta, per la prima volta eravamo faccia a faccia. Elena aveva un aspetto splendido; era vestita squisitamente con un top nero ed una gonna rossa con merletti neri sull’orlo. Le sue gambe ben fatte erano inguainate in calze rosse trasparenti. Evidentemente il rosso era il suo colore preferito. Mi sono domandata se portava biancheria intima rossa. Mi ha salutato e mi ha fatto entrare. Vedevo che era nervosa come me. Mi ha condotto in una piccola stanza dove c’era un piccolo bar su di un lato. Mi ha offerto una drink ed io ho optato per del vino bianco. Abbiamo chiacchierato e ci siamo raccontate la storia della nostra vita. Elena aveva ventinove anni ed era vedova; suo marito era rimasto ucciso in un incidente stradale cinque anni prima, quando erano sposati da pochissimo tempo; non aveva figli. Suo marito era stato piuttosto ricco e lei non aveva problemi economici. Non avrebbe avuto bisogno di lavorare, ma aveva scelto di farlo per non annoiarsi. Pian piano il vino ha cominciare a fare effetto e ci siamo rilassate sempre più. Mi piaceva immensamente. Dopo due ore eravamo come vecchie amiche; avevamo quasi finito la seconda bottiglia di vino ed eravamo ambedue un po’ sbronze. La conversazione è finita sul sesso. Elena mi ha detto che era stata introdotta al sesso con una donna un anno dopo che suo marito era morto. Aveva avuto da allora alcune amanti donne ma non recentemente. Non c’era alcun uomo nella sua vita, preferiva le donne. Io avevo già detto che non ero mai stata con una donna prima di allora così non era necessario ripeterlo. Elena ha fatto partire della musica ed abbiamo ballato strette. Mi sono appoggiata a lei godendo della prima volta fra le braccia di un’altra donna. Era una cosa morbida e la sensazione era divina; l’odore di una donna, un misto di profumo, sapone, shampoo e rossetto. Ha strofinato delicatamente la mia schiena coi palmi delle mani mentre ondeggiavamo lentamente al ritmo della musica. I nostri seni erano schiacciati l’uno contro l’altro, la sua gamba si è spostata tra le mie cosce e mi piaceva la sensazione delle calze contro le mie gambe. La sua mano si è spostata sul mio culo e mi ha carezzato le chiappe. Ha alzato leggermente la gamba leggermente ed io ho abbassato il corpo per fare in modo che la mia micio bruciante arrivasse a contatto con la sua coscia. Ero tutta bagnata e non c’era molta stoffa a coprire la mia micia gocciolante. I miei umori imbrattavano la sua coscia; ho sentito la sua micia strofinare contro la mia coscia. Era tutta bagnata come me. La mano sulla mia schiena si è mossa alla mia spalla, un dito ha agganciato la chiusura della camicetta e lentamente l’ha abbassata al mio braccio. L’altra mano ha lasciato il mio culo e ha tirato giù l’altra chiusura. Mentre cantarellava allegramente nel mio orecchio, ha tirato giù ambedue le chiusure e le mie mammelle sono scoccate fuori dalla camicetta. Il cuore mi batteva nel torace ed ero molto eccitata. Abbiamo smesso di ballare, Elena si è curvata e ha preso un capezzolo tra le sue labbra morbide. L’ha baciato e l’ha succhiato nella sua bocca contemporaneamente. L’ho sentito indurire immediatamente. Lei faceva rotolare l’altro capezzolo tra pollice ed indice. Stafa facendo al mio corpo cose che non avevo mai sperimentato prima. I miei capezzoli erano duri come una roccia e sembrava che si ingrossassero sempre più. Elena ha toccato con la lingua e ha succhiato a lungo i miei capezzoli dolenti, avvicendandosi da l’uno all’altro sino a che non ho pensato che stessi per impazzire. Le sue mani hanno lavorato sulla chiusura della mia gonna, le sue dita abili ben presto l’hanno aperta. Poi ha abbassato la chiusura lampo e si è fatta un po’ indietro leggermente. La mia gonna è caduta al pavimento ed io ho fatto un passo per uscirne. Ha preso le mia camicetta fra le mani e l’ha alzata; ho sentito le mie mammelle alzarsi quando vi è passata sopra e poi le ha superate; ha alzato l’indumento sopra la mia testa. Si è allontanata tenendo in mano la camicetta e mi ha fissato. Ero rimasta in tanga e scarpe. Ha lanciato la camicetta sul divano. “Mio Dio! Sei splendida.” Ha detto avvicinandosi. Mi ha presa tra le sue braccia e ha appoggiato le sue labbra morbide sulla mia bocca, la sua lingua si è spostata a tracciare le mie labbra. Ho aperto la bocca leggermente per permettere alla sua lingua di guadagnare l’entrata. Tutto il mio corpo era vivo e formicolava, non avevo mai ricevuto un bacio così sensuale prima di allora. Mi ha fatto piegare indietro sino a che non ho sentito il retro delle cosce appoggiarsi al tavolo. Mi ha spinto per le spalle fino a farmi sedere; si è lasciata cadere sulle ginocchia ai miei piedi e ha inclinato la testa verso l’alto per guardarmi; non toglieva gli occhi dai miei mentre avvicinava la testa alla mia micia palpitante. Improvvisamente sono stato piena di desiderio, volevo prendere il controllo, stuzzicarla, farla implorare. Il mio clitoride si era gonfiato tanto da dolermi, mi sembrava che non fosse mai stato tanto grosso prima di allora. Ho alzato una gamba sulla tavola, costringendo le cosce ad aprire a lei la mia parte più intima. Le sue umide labbra aperte erano solo a pochi centimetri dalle mie mutandine bagnate. Sapevo che poteva vedere con facilità il contorno delle labbra della micia aperte ed i peli biondi attraverso la stoffa bagnata trasparente. Il clitoride rosa era distintamente visibile spingere creando una “tenda”. Da come mi fissava era evidente che vedeva i miei umori, le perle brillanti della mia rugiada di femmina. La mia micia fumante non era a più di un centimetro dal suo viso inespressivo. Ora Elena si contorceva e si leccava le labbra. Ho inarcato la schiena tendendomi… le labbra rosa della micia gonfia sono esplose ai lati delle mutandine insufficienti a contenerle. Ogni piega e ruga era visibile sotto la stoffa trasparente tesa. Senza alcun avvertimento ha allungato le mani dietro di me prendendomi le strette natiche morbide e tirando la mia micio al suo viso. Ho sentito le sue lunghe unghie scavare nella mia carne rosa per tenermi stretta. Il suo naso ha spinto le mutandine profondamente tra le labbra aperte della micia, mentre la sentivo inspirare profondamente il mio muschiato aroma femminile. Il mio clitoride gonfio è stato spinto contro la sua guancia morbida; il suo fiato caldo ha solleticato i miei ricci peli biondi facendo sbavare ancora di più il mio sesso. Evitando il mio clitoride gonfio ed ipersensibile, la sua rigida lingua piatta rapidamente ha leccato le gocce della mia crema di femmina che colava attraverso la stoffa trasparente, ha succhiato rumorosamente il mio inguine. Questa attenzione ha fatto gonfiare ancora di più le mie labbra e diventare più sensibili. Il suo viso sembrava calamitato dal mio caldo inguine bagnato, le sue lunghe unghie sono scese al retro delle mie cosce, mi stringeva ermeticamente, lascia profondi segni rossi di quello che sarebbe stato un grande dolore se non fossi stata tanto eccitata. Alla fine, completamente frustrata, ha spostato le mutandine zuppe. Ma non era quello che volevo, l’ho spinta via dal mio sesso e mi sono alzata. Ero in piedi a cavalcioni su lei e ho piegato le gambe abbassando la micia aperta sul suo viso alzato. Lei ha spinto fuori la lingua in attesa. Mi sono abbassata fino a che la mia fica bagnata, coperta dalle mutandine, non si è posata sulla sua lingua. Le ho permesso solo una leccata e poi mi sono tirata via. Mi sono spostata al divano e mi sono seduta sull’orlo aprendo le cosce. Lentamente mi sono accarezzata i miei genitali gonfi, attraverso le mutandine trasparenti, con ambedue le mani. Elena ha emesso un gemito e ha strisciato verso di me per provare ancora a festeggiare con la mia micia di nuovo. Gliel’ho negata e lei si è seduta tra le mie cosce aperte con la schiena verso di me. Il suo collo era appoggiato al mio sesso, le ho carezzato le spalle scendendo con le dita sotto la camicetta e sotto il suo reggiseno. Ho fatto correre i palmi sui suoi morbidi ma sodi globi, giocherellando delicatamente coi suoi capezzoli. Mi piaceva il contatto con la sua carne liscia, l’indurirsi dei capezzoli turgidi che si espandevano sotto le mie dita, era la prima volta che toccavo i seni di un’altra donna; mi piaceva. Ho guardato giù verso di lei e ho visto nel suo top, portava davvero un reggiseno rosso. Ho agitato le anche facendo strofinare la micia contro il suo collo. Elena anelava e si lamentava. Mi piaceva il potere che avevo su di lei. Era troppo anche per lei, si è girata e mi ha afferrato le mutandine, praticamente le ha tirate via da me spostando di fianco il cavallo ed entrando con la lingua. Ho alzato i piedi sopra i cuscini e ho allargato le gambe. Lei leccava e mangiava con sempre maggior forza la dolce crema che la mia fica pulsante produceva. Improvvisamente, diventando molto seria, ha disposto ad U la sua lunga lingua scandagliante e l’ha spinta nella mia umida profondità, solleticando le mie seriche pareti pulsanti, spedendo brividi su e giù per la mia spina dorsale. Poi, rapidamente, si è ritirata, è risalita leggermente a leccare le labbra della micia, lasciando insoddisfatto il mio caldo buco spasimante. Ho guardato in basso tra le mie mammelle tremolanti alla mia micia. Non avevo mai visto le mie labbra o il mio clitoride così gonfi. Spingeva fuori del suo fodero, implorava attenzione. Avevo perso il mio potere su di lei. Ora era Elena ad avermi e ha preso il controllo. Ancora sulle ginocchia si è girata a fronteggiarmi. Ha attaccato le mie rosse labbra gonfie con un bacio vendicativo, leccandole, mordendole ed alla fine pungendole delicatamente. Deliravo di passione e desiderio. Era la prima volta che la mia micia veniva toccata da una femmina. Come avevo agognato perché accadesse questo, era più erotico e sensuale di quanto avessi mai potuto immaginare e nonostante non mi avesse ancora toccato il clitoride, io ero in estasi per il piacere, più di quanto non mi sarà mai possibile descrivere. Proprio mentre mi avvicinavo ad un orgasmo terrificante con la mia calda fica bagnata che si muoveva in stretti cerchi verticali intorno alla sua dura bocca che succhiava, ha corrugato labbra, improvvisamente si è fermata e si è tirata indietro. “Nooo.” Ho implorato. “Non fermarti, voglio venireee!” e ho arcuato la schiena, la mia micia cercava di riprendere contatto con la sua incredibile lingua. Un po’ seccata mi ha guardata come se domandasse se doveva continuare, completamente controllata. I miei succhi brillavano sulle sue guance rosa, sulle labbra rosse e correvano giù per il mento ed il collo. “Non ancora dolcezza, abbiamo tutta la notte davanti a noi. Tu verrai ma solo quando lo permetterò.” “Mio Dio!” Ho pensato. “Se questo è solo l’inizio, cosa mi potrà capitare.” Elena si è alzata dal pavimento ed è rimasta in piedi a guardarmi. Si è tolta il top facendoselo passare sulla testa e mostrando il reggiseno rosso che combatteva per contenere i suoi seni. Ha aperto la zip della e ha fatto un passo per uscirne; indossava mutandine rosse della stessa tonalità; senza togliersi la biancheria intima è salita sul divano e si è messa a cavalcioni sulla mia pancia con la schiena verso di me. Mentre mi scavalcava con una gamba ho sentito l’odore della sua fica eccitata, simile al mio ma più forte. Ha piegato un braccio dietro le mie ginocchia e ha tirato le mie gambe aperte cosicchè il mio culo si è alzato dal divano e la mia micia era davanti al suo viso. La sua bocca si è stretta sulle labbra della mia micia sigillandola. Ha succhiato con forza e ha sondato le mie profondità con la sua lingua esperto. Mi è sembrato che il mio utero venisse succhiato fuori. La sua mascella si muoveva su e giù mentre leccava e succhiava; mi mangiava la fica. Il suo naso picchiava contro il mio clitoride eccitatissimo e la mia micia spasimante era pronta ad un orgasmo ogni volta che lo faceva. Ma ancora una volta Elena me l’ha negato. “Cagna fottuta.” Ho pensato tra di me. Ancora una volta ho gridato di frustrazione. Elena mi ha abbassato le gambe e lasciato la stanza, ma è ritornato dopo poco con un tappeto ed una scatola lunga. “Alzati.” Ha ordinato. Ha posato il tappeto e la scatola sul divano. “Siede sul tavolo.” Ho ubbidito alla sua voce imperiosa e mentre mi alzavo lei mi ha strappato le mutandine inzuppate. Ho sentito i miei succhi d’amore scendere lungo le cosce. Cautamente mi sono seduto sull’orlo del tavolino. La mia crema spessa ha formato una pozza sulla superficie del tavolo tra le mie cosce aperte. “Ti sei mai masturbata con un dildo?” Ha domandato sdraiandosi sul tappeto che aveva steso sui cuscini del divano. Ho scosso negativamente la testa. “Allora guarda e contemporaneamente gioca con te stessa. Ma non permetterti di venire.” Si è tolta le piccole mutandine rosse e ha allargato le morbide cosce. Lentamente ha fatto correre le mani sul suo magnifico corpo e si è coperta le mammelle tra le mani. Le ha spremute e le ha massaggiate attraverso il reggiseno. I suoi seni si sono gonfiate e hanno teso la stoffa sottile, alla fine ne sono usciti. Le sue tette erano assolutamente belle; globi pieni, rotondi con capezzoli grossi. Le sue mani hanno deviato giù tra le cosce ad accarezzare la micia aperta, ha allargato le labbra rivelandomi le sue profondità segrete. L’ho fissata immobile, le mie dita hanno trovato la mia fica desiderosa e ho copiato le sue manipolazioni. Le sue anche si alzavano e si abbassavano mentre si faceva il ditalino. Il suo viso era contorto di desiderio. Ho sentito avvicinarsi l’orgasmo ma mi sono controllata. Anche Elena ha smesso di darsi piacere. Ha preso la scatola e ne ha tolto un lungo dildo rosso a due teste. Non era molto grosso ma doveva essere lungo almeno quaranta centimetri. L’ha mosso su e giù per la sua fessura bagnata sino a che non è stato rivestito del suo fluido vischioso. Ha spinto la testa nella sua apertura fino quasi a metà strada e poi l’ha tolto. Ora era rivestito della sua spessa crema intima. Ha invertito il dildo e l’ha spinto di nuovo nella fica, ma questa volta non appena è stato dentro di lei mi ha fatto un cenno con un dito. Sono scivolata via dalla tavola, non ero sicura di quello che voleva. Mi ha detto di sdraiarmi con le mice una di fronte all’altra, di mettere una gamba sopra la sua e l’altro sotto l’altra. Ha portato l’altra estremità del dildo all’apertura della mia micia e ha detto. “Ora scivola verso di me.” Mi sono mossa verso di lei ed il lungo dildo ha spinto nel mio buco d’amore. Eravamo congiunte da un falso fallo. Elena ha alzato il culo dal divano e ho sentito i suoi muscoli tendersi contro il retro delle mie cosce. Lentamente ha alzato e abbassato il culo, ruotando le anche con un ritmo sensuale. Si muoveva sempre più vicina a me ed i suoi movimenti facevano dimenare e muoversi il dildo nella mia micia. Ho sentito che la stimolazione svegliava la mia micia ardente e ho copiato i suoi movimenti, portando sensazioni nuove alla mia micia. Il dildo andava sempre più profondamente nelle nostre fiche ed io ho cominciato a sgroppare più veloce mentre il “cazzo” mi penetrava più profondamente. Ho guardato tra di noi, ero affascinata. Le nostre mice ora erano separate solo di quattro centimetri, unite dal lungo dildo lungo. Era così erotico. Non sapevo quanto della verga fosse dentro di me e quanto dentro Elena, ma lo sentivo ben profondo nella mia fica. Elena ha cambiato ritmo, il suo culo stava appoggiato leggermente sui cuscini ed il suo bacino si muoveva in movimenti brevi e rapidi. Mi ha tirato verso di lei con le sue forti gambe e le nostre micie si sono incontrate. Le labbra si sono fuse in un ‘bacio’, il lungo dildo era le nostre ‘lingue’, combattevamo per prendere possesso ciascuna della fica dell’altra. I nostri clitoridi eccitati e prominenti erano i nostri ‘nasi’ che si strofinavano. Elena ha torto leggermente il corpo e le nostre micie si sono incollate ancora più ermeticamente. Abbiamo continuato a ruotare le anche con lo stesso ritmo. Ho imparato rapidamente come contrarre e rilassare i muscoli della micia come faceva Elena. Questo faceva muovere avanti ed indietro il dildo, facendolo penetrante l’una o l’altra profondamente con un’alternata carezza. Elena era evidentemente più brava di me perché il ‘cazzo’ andava sempre più profondamente dentro di me, proprio nell’utero. Deliravo di piacere. Quella stimolazione era la cosa più fantastica che avessi mai sperimentato. Avrei voluto che durasse per sempre. Oltre al dildo seppellito nella mia micia, le labbra della fica ed il clitoride di Elena si muovevano sui miei mentre le micie scivolavano l’una sull’altra, provocando lo sfrigolare della crema delle nostre fiche. Scintille di elettricità eruttavano dalla mia fica che si agitava, il colpo del dildo ha raggiunto il fondo e ho gridato d’estasi mentre venivo. Il mio braccio, che mi sosteneva, tremava tanto che ha ceduto ed io sono crollata sulla schiena. Elena ha trattenuto il dildo dentro le nostre fiche ed il mio orgasmo continuava ed aumentava. Mi sono afferrata i seni con forza e mi sono schiacciata i capezzoli. Elena è venuta esplosivamente alcuni minuti più tardi e ho sentito i suoi umori caldi bagnarmi la micia. Siamo rimaste sdraiate con le micie unite dal dildo. Dopo che la mia fica ha tremato per un po’, Elena si è tirata indietro lentamente, io ho stretto i muscoli della micia, non volendo che l’oggetto di piacere lasciasse ancora la mia micia. Il dildo è uscito dalla sua micia con un rumoroso “plop”. Ho guardato in giù e ho visto che più della metà del dildo era conficcato nella mia fica. Elena si è alzata e si è tolta il resto dei vestiti. Ho fissato il suo splendido corpo nudo. Ho abbassato le mani tra le mie cosce aperte e lentamente ho tolto il dildo. Mi ha preso le mani e mi ha tirato su. “Viene.” è stato tutto quello che ha detto e mi ha condotto per mano nella sua camera da letto. Ha cercato nel guardaroba e ne ha tolto un accappatoio giallo ed uno blu. Ha aperto un cassetto e ha trovato un paio di calze di seta bianche. “Mettiti questi per favore cara.” Ha detto e mi ha dato l’accappatoio giallo e le calze. Si è messa l’accappatoio blu. L’ho seguita in cucina dove abbiamo cenato che era già stato preparato. Abbiamo bevuto del vino e siamo tornati in camera da letto. Avevo recuperato dall’assalto furioso precedente alla mia micia. Elena mi ha portato sul letto e ha fatto inginocchiare sull’orlo. Mi ha fatto scivolare via l’accappatoio da una spalla, si è curvata in avanti e ha preso in bocca una mammella. Ha preso in bocca più che poteva del seno e ha colpito leggermente il capezzolo con la lingua, lo ha portato ad un’erezione completa immediatamente. Ha ripetuto la stessa cosa con l’altra mammella. Mi ha tolto l’accappatoio ed è salita sopra il letto dietro di me, mettendomi intorno un braccio intorno e sollevandomi i seni nei palmi delle sue mani. Le sue dita hanno giocato leggermente sopra la mia carne formicolante; hanno giocato delicatamente sopra i miei capezzoli turgidi, portando delizie indicibili ai miei globi sensibili. Mi ha baciato i lobi delle orecchie ed il collo in tutti i luoghi giusti. Le sue mani hanno afferrato i miei capezzoli e hanno cominciato a spremerli ed impastali; sapeva come sollecitarmi. Le sue forti dita hanno cominciato a giocare coi capezzoli; ha afferrato le gemme dure tra lei dita e li ha tirati fino a quanto è stato possibile per poi rilasciarli, facendoli tornare di scatto. L’ha ripetuto più volte fino a che i miei capezzoli non sono restati ritti come non erano mai stati in vita mia; non potevo credere che fossero divenuti così lunghi. Dolevano di un dolore piacevole. “Ooo.” Ho sospirato di piacere. “Guarda come mi hai eccitato, guarda come hai fatto diventare grandi i miei capezzoli.” “Aspetta che arrivi alla tua fica e ti lavori il clitoride, cara, non hai sentito ancora niente.” mi ha detto sottovoce all’orecchio. “Ohhh. Mio Dio! Mi ecciti tanto.” Mi sono lamentata eccitato dal suo parlare sporco. “Mnn… Ti piace il parlare sporco, non è vero zucchero?” Ha detto, strofinando più vigorosamente i palmi sopra i miei seni. “Sto per leccarti e fottere la tua bella fica, e ti farò venire come non sei mai venuta in vita tua.” “Oh! Merda, ssssiiii.” Ho gridato di desiderio. Elena si è tolta l’accappatoio e mi ha tirato giù sul letto con lei. Ha cominciato a massaggiarmi le spalle e la parte superiore delle braccia, strofinando delicatamente, poi le mani hanno cominciato a scendere, a massaggiare la parte superiore dei seni, poi più giù, li spremeva, mi pizzicava i capezzoli. Mentre lo faceva, ha cominciato a baciare, mordicchiare e succhiare il mio collo ed i lobi delle mie orecchie. Gemendo mi sono girata nelle sue braccia, ho penetrato la sua bocca con la mia, mormorando il suo nome. Elena ha eluso il mio bacio, mi stuzzicava con le sue carezze, le sue mani si sono mosse al mio stomaco, al mio monte, dove ha cominciato a costeggiare la mia fessura bagnata con le dita. Sentivo il mio corpo tendersi, la mia pelle pungere di piacere, i miei capezzoli indurirsi, mi sono lamentata forte. “Per favore Elena… per favore… fai di me tutto quello che vuoi… non posso resistere più a lungo! Ti voglio… per favore… fottimi!”. Volevo che mi riempisse… leccasse e succhiasse ogni centimetro del mio corpo, ed anche il questo caso non ero sicura di riuscire a soddisfare il mio desiderio. Elena ha risposto alle mie parole spingendomi con la schiena sul letto e mettendosi a cavalcioni su di me. Ha cominciato a baciarmi appassionatamente, le sue mani si spostavano sul mio corpo con frenesia. Le sue labbra si sono mosse sul mio corpo e quando ha preso il mio capezzolo duro in bocca, ho sentito che lei cominciava a strisciare contro la mia coscia spandendo il suoi caldi umori sulla mia pelle. Mi ha succhiato con forza i capezzoli a lungo, spingendovi contro la lingua e poi li stuzzicava facendovi correre intorno la lingua. Per tutto il tempo ho sentito i suoi succhi fluire su di me, gocciolandomi tra le cosce. Ho sentito che cominciava a tendersi e ho capito che un orgasmo era imminente, ma poi Elena è rotolata via da me. Sorpresa e delusa ho gridato implorandola di venire su di me, di affogarmi coi suoi umori. Si è arrampicata su di me e ha cominciato a strofinare la sua micia contro la mia facendomi lamentare. Le mie mani sono andate immediatamente ai suoi seni, li ho spremuti e li ho massaggiati. Lei ha fatto scivolare giù una mano e ha cominciato a massaggiarmi il clitoride che mi faceva ancora male. Ho emesso un gemito, ma il dolore ben presto si è trasformato in piacere. Poi ha cominciato a muoversi sul mio corpo, facendo gocciolare i suoi umori su di me, finché non ha raggiunto le mie mammelle, a quel punto ha cominciato a muovere le anche, usando le mie grandi mammelle per darsi piacere. Ho fissato la sua bella micia mentre strofinava contro di me e ho sentito che cominciavo a perdere il controllo. Le mie mani hanno cominciato a spremere le sue mammelle più rudemente, poi le ho portate dietro di lei e ho cominciato a massaggiarle le natiche, schiaffeggiandole di tanto in tanto. Questo abuso delle sue mammelle e natiche ha fatto lamentare Elena con più forza, e ha cominciato a spingere le anche con sempre maggior forza. Alla fine non potevo resistere più a lungo, l’ho spinta via e sopra la schiena. Le ho allargato le gambe e ho cominciato ad attaccare la sua micia, facendo passare la lingua dal suo buco del culo al suo clitoride, più e più volte. Ho massaggiato l’interno delle sue cosce mentre cominciavo a succhiarle il clitoride nella mia bocca. Ho sentito Elena inspirare con forza e le sue anche si sono alzate dal letto. Mi sono fermata per un momento per calmala e poi ho fatto scivolare la lingua nella sua micia e ho cominciato a pompare la lingua dentro e fuori mentre le mie dita le strofinavano il clitoride furiosamente. Elena ha cominciato a gemere ed sospirare più rumorosamente, le sue anche hanno cominciato a spingere più violentemente ed improvvisamente ha gridato il mio nome e mi ha afferrato i capelli ed io ho sentito il suo grande orgasmo cominciare ad impossessarsi del suo corpo. La sua micia ha stretto la mia lingua e ho sentito i suoi succhi schizzare sul mio viso e sulle mie tette. Ho bevuto il più possibile dei suoi succhi e nonostante ciò continuavo ad esserne coperta. Finalmente Elena mi ha lasciata ed è crollata sul letto. Ho cominciato a baciarla; quando ha sentito il sapore dei suoi succhi su me, mi ha fatto rotolare e ha cominciato a leccare e succhiare il suo succo dalla mia bocca, dalle guance e dai seni. Quando ha finito si è alzata ed io l’ho implorata di non lasciarmi. Si è limitata a sorridermi e si è avvicinata all’armadio, ha aperto un cassetto. L’ho vista frugare per un po’ e poi ha sorriso e mi ha mostrato quello che cercava: un vibratore lungo e grosso. Ho emesso un gemito, Elena avrebbe trovato sistemi di piacere senza fine con quel giocattolo e sapevo che avrei potuto fare lo stesso con lei. Elena mi si è avvicinata sempre con un sorriso sensuale sul viso e fissava tra le mie gambe. Mi ha allargato le gambe, ha guardato la mia giovane micia umido, e l’ho vista leccarsi le labbra e poi le ha morse cercando di contenersi. Ha spinto il vibratore contro il mio clitoride dolente e ha spinto il giocattolo. Immediatamente sono sobbalzata e ho gridato, la vibrazione sul mio clitoride sensibile ha spedisce un misto di squisito dolore ed intenso piacere in tutto il mio corpo. Mentre il mio corpo si adattava a queste sensazioni, Elena ha riempito la mia micia con due dita e ha cominciato a pomparli dentro e fuori. Le mie anche hanno cominciato a pompare all’unisono coi suoi sforzi. Tutto quello che potevo fare mentre Elena assaltava la mia micia era gemere e scuotermi agitando le mani. Ho afferrato le coperte del letto e poi ho cercato d afferrarla, piagnucolando quando mi sono accorta che era fuori della mia portata. Ho cominciato a pizzicarmi e tirarmi i capezzoli mentre spingevo le anche, quindi ho abbassato le mani a massaggiarmi l’interno delle cosce, cercando di aprire sempre più la mia fica per Elena. Questo è continuato per un po’ di tempo, Elena mi ha portato vicino all’orgasmo molte volte, poi allontanava il vibratore e le dita dalla mia micia dolente. Alla fine Elena mi a messa sulle mani e sulle ginocchia e ho sentito il suo torace dietro di me. Ha cominciato a strofinare la punta del vibratore intorno al mio buco del culo, facendomi lamentare di piacere, poi il vibratore è stata sostituito dalla sua lingua e dolcemente ha invaso il mio retro con la sua lingua umida. Proprio mentre stavo iniziando a delirare di piacere, Elena ha tolto la lingua e l’ho sentita spingermi il vibratore nella micia. Ho gridato, gemendo il suo nome, adoravo essere riempita dal ‘cazzo’ palpitante. Le sue dita rapidamente hanno trovato il mio clitoride e hanno spinto con forza spedendomi in orbita. Il mio orgasmo è arrivato rapidamente, il mio corpo si è teso, la testa è volata verso l’alto. Ho gridato il suo nome mentre venivo a ripetizione e, alla fine, sono crollata sul letto, esausta. Elena mi è rotolata sopra e ha cominciato a carezzarmi delicatamente, strofinava le mie cosce, le mie mammelle e le mie braccia. Mi ha baciato con amore sul collo, poi mi ha bisbigliato nell’orecchio “Sei magnifica mia cara. Ma dobbiamo di riposare per un po’. Devi passare la notte con me. Non posso rimanere senza di te stasera. Domani fotteremo tutto il giorno. Ho molte altre sorprese per te.” Mi si è accoccolata vicino e siamo cadute in un sonno profondo, abbracciate l’una all’altra, abbiamo riposato i nostri corpi per le intense delizie sessuali che ci avrebbero appagate il giorno dopo.
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