Oramai era diventata consuetudine per loro incontrarsi ogni giovedì sera per una cenetta in casa, quella sarebbe stata la quarta, o la terza, la dottoressa non se lo ricorda bene. Le piace avere un giorno fisso all’interno della settimana da dedicare alla ragazzina, così non avrebbe influito troppo sulla propria vita sociale, lavorativa e affettiva. Sarebbe stato un passatempo piacevole e sfizioso. Elisa nota con rammarico che l’idea iniziale non era certo quella, lei ne voleva fare la propria schiavetta, la propria adoratrice, ma poi l’evolversi dei fatti non aveva giocato a favore e così aveva soprasseduto, un po’ di malavoglia. “Laura è così ingenua, fresca, giovane ed inesperta… ” pensa con un brivido mentre prepara un’insalata mista “una ragazzina con grandi potenzialità però e tanta carica erotica… “ Il campanello suona alle 20e30 come da appuntamento e la dottoressa va ad aprire con un largo sorriso, ritrovandosi davanti la giovane.“Ciao entra”“Ciao, ma è sicura che non le dispiace se sono influenzata? Non vorrei attaccarle il raffreddore”“Non ti preoccupare, mi sono vaccinata!!”“Bene, perché non mi andava di saltare questa serata… che ne dice se usciamo… tanto per cambiare” chiede timidamente Laura Elisa ci pensa un attimo e in quei cinque secondi le viene agli occhi l’immagine di loro due che passeggiano per il centro, o cenano in un ristorante, o vanno a teatro… decisamente ridicolo!“Non credo sia il caso. Insomma, tu non stai bene, io non sono cambiata e poi così all’ultimo momento… “ si barcamena Elisa“Ma che fa! Possiamo andare in centro ed entrare nella prima pizzeria che ci ispira, oppure andare in collina… Barbara mi ha detto che hanno aperto un agritur”“Non insistere cara, ho detto di no”“Stiamo sempre in casa, non siamo mai uscite, a me piacerebbe e questo è l’unico giorno disponibile e poi… ““Se ti dico di no significa che non mi va!” dice Elisa un po’ contrariata dalla conversazione“Ora non le va perché magari aveva già programmato una serata in casa ma magari quando saremo uscite mi ringrazierà”“Mi sto arrabbiando… lo sai che non mi piace quando diventi petulante”“Non sono petulante sto solo cercando di convincerla! Ma è proprio proprio no?” chiede con voce infantile Laura credendo alla fine di convincerla“Quindi vuoi che mi arrabbi! Ci metto un attimo sai!” intima la dottoressa smettendo di sorridere con accondiscendenza e guardandola dritta negli occhi“No… cioè non volevo… stavo soltanto cercando di convincerla a… ““Tempo sprecato, si fa ciò che dico io! E non ne voglio più parlare!”Laura si rabbuia e mette il broncio, ma fa ciò che le viene imposto, sedendosi mestamente a tavola mentre la dottoressa scola le trofie e le condisce con un pesto odoroso. “Spero ti piacciano. In caso contrario ti dovrai accontentare dell’insalata mista e di formaggio, non ho altro in casa… a parte il dessert” “Ok” commenta svogliata la ragazza“Ok cosa?!” le fa eco Elisa stizzita per il tono apatico“Mangio il pesto… visto che si deve fare sempre ciò che vuole lei” azzarda Laura punta sul vivo“Senti ragazzina, non ti rivolgere a me con questo tono, hai capito?!” tuona la dottoressa“Quindi ora non posso usare nemmeno il tono che voglio… andiamo bene!” borbotta la ragazza impugnando la forchetta per mangiare“Come ti permetti di mancarmi di rispetto! Sei in casa mia e si fa ciò che dico io!”“Altrimenti che fa?! Mi punisce?! Ci sono abituata sa?” risponde con tono di sfida l’altra“Oh non hai la minima idea di cosa ti aspetta, stanne certa” e così dicendo si sposta dall’altra parte del tavolo e la prende per un braccio Ancora Laura non si è resa conto di aver innescato una miccia sempre pronta ad esplodere e perciò decide di opporre resistenza, per la prima volta. Si libera dalla prima stretta, ma ciò non fa altro che aumentare l’impegno della dottoressa che non vede l’ora di passare alle maniere forti. Approfittando di un attimo di disattenzione, le fa lo sgambetto e la butta sul pavimento. Una volta a terra la gira di schiena e le imprigiona le braccia dietro, puntellandovi il proprio ginocchio. In un lampo, si guarda attorno, sicura di trovare qualche utensile adatto all’occasione, dopotutto era sempre casa sua! Laura intanto, sbigottita ma anche un po’ intimorita per la reazione eccessiva, cerca di liberarsi dalla stretta, rigirandosi e scalciando, fra urletti e grida. Con la dottoressa però non ha scampo perché questa le ha già legato i polsi con un canovaccio da cucina, stringendo il più possibile e poi fulminea si è diretta verso la camera adibita a “palestra”. La ragazza, lasciata sola tenta il tutto per tutto per non perdere quella competizione e dimostrare il proprio carattere. Così, quando Elisa torna con in mano tutta una serie di corde, lei è già quasi in piedi, pronta al contrattacco. “Più ti ribelli e più peggiori la situazione” sibila la dottoressa guardandola contorcersi per riprendere una posizione eretta e ripiombando su di leiLaura non capisce di essere in trappola e ancora tenta di reagire, tirando calci e scappando. Quando nell’aria si sente risuonare lo schiocco di una frusta è tardi, perché questa si è già abbattuta sulle cosce della giovane. Questa urla e si guarda attorno confusa, poi cerca di scappare, abbandonando il campo di battaglia. Altre due frustate però la raggiungono alla schiena e ancora nelle gambe, facendola piegare per il dolore. Le braccia ancora costrette dietro la schiena fanno il resto, e ripiomba per terra dolorante. “E questo è solo l’inizio! Ecco cosa succede a chi mi manca di rispetto!” Laura inizia a piangnucolare e a scusarsi sommessamente, sperando di concludere così la scaramuccia, ma un’altra frustata le si abbatte sulle gambe.“Ora voglio che ti alzi e che mi segua, senza dire una parola e smettendola di frignare. Hai capito bene?”La ragazza è ancora più frastornata e non risponde ma continua a lamentarsi.“Fra cinque secondi ti arriverà un altro colpo… cinque… quattro… tre… due…”“Ho capito… la prego non mi frusti ancora… sto male… ora mi alzo”Elisa allora si ferma e attende con pazienza di rivedere davanti a se il volto della giovane, rosso e rigato di lacrime, con un po’ di candela che le cola dal naso. “Seguimi” le intima dirigendosi verso la “palestra” “Ora ti slego le mani, voglio che ti soffi il naso e che ti spogli completamente. E fai in fretta perché non ho tempo da perdere”La voce glaciale della sua amata la fa rabbrividire e Laura capisce che a quel punto non può più tornare indietro. Così obbedisce come un cagnolino, trattenendo a stento i singhiozzi del pianto. Nel corpo candido spiccano i segni rossi dei colpi e ciò eccita non poco la dottoressa che la posiziona nel centro della stanza, le fa alzare le braccia e la lega ad una catena che pende dal soffitto. Poi, tramite una carrucola la issa leggermente in modo che stesse sulle punte dei piedi ed infine si sposta e la osserva. Non dice nulla, vuole creare maggiore tensione e vuole sentire il suo respiro strozzato dal raffreddore e da tutto il peso del corpo. Dopo poco il primo lamento.“Elisa… la prego… le chiedo scusa, io volevo solo uscire con lei… mi dispiace, non so cosa mi è preso, sono una stupida, mi tiri giù, ho paura”“La paura… è proprio questo il sentimento che voglio vedere ora nei tuoi occhi. Mi piace osservarti, nuda, tremante e terrorizzata per ciò che potrei farti… perché lo sai che potrei farti qualsiasi cosa! Ora sei completamente in mio potere, sta a me decidere” le sussurra da dietro la schiena mentre le gira attorno“Mi fa paura… ho paura… la prego mi lasci libera, non respiro bene”“No, credo che non ti lascerò libera, anzi credo che inizierò la prima sessione punitiva, poi, se riterrò che non ti sia bastata, passerò alla seconda e poi alla terza, sono disposta ad andare avanti anche tutta la notte! Siamo state fortunate, anche oggi tua madre non c’è, così se rientrerai tardi e malconcia nessuno se ne accorgerà” Elisa dà molta enfasi alle parole, le scandisce, fa pause fino a quando non sente che il pianto dirotto si è impossessato della sua predaQuesta volta non le dice di smettere, quei lamenti aumentano il proprio piacere che già si sta facendo strada fra le cosce bollenti. Decisa a lasciare un segno non solo emotivamente ma anche fisicamente, prende in mano una piccola canna di bambù e lancia la prima vergata contro le terga bianche. I quattro colpi veloci e di media intensità, sono accompagnati da quattro urli e da quattro strisce rosse sulle natiche.“No… no… che dolore… basta non succederà mai più… io non sapevo che lei… mi scuso… ““Sicuramente non succederà mai più… dopo questa sera!”Elisa passa ora ad un frustino di cuoio lungo e sottile che fa schioccare in altri quattro colpi sempre sui due globi già segnati. Poi altri quattro sul retro delle cosce. A quel punto Laura non ce la fa già più, il dolore è insopportabile e le martella il cervello. Gli occhi sono carichi di lacrime, la candela scende copiosa dal naso, le punte dei piedi sono indolenzite, le braccia le dolgono e la testa le sta scoppiando. Quando sente un altro colpo sulle schiena si lascia cadere a peso morto, sperando che la carnefice desista dall’andare oltre. Invece altre tre scudisciate le segnano le scapole e le costole, mentre poco dopo la carrucola è fatta scende di qualche centimetro. La ragazza si crede libera, ma quando vede la dottoressa pararsi davanti a lei con quel viso terreo, trema terrorizzata. Vorrebbe dirle qualcosa ma le parole sono strozzate dal pianto e dalla paura. Elisa la osserva un attimo, carica di eccitazione e poi si avvicina ai seni con la bocca e inizia a succhiare avidamente prima il capezzolo destro e poi il sinistro. Laura è confusa, sente l’odore di quei capelli tanto vicini al suo volto, sente il calore di quel corpo tanto amato e percepisce il contatto di quelle labbra sulla propria pelle. Non capisce perché lo faccia, e non capisce perché le piaccia così tanto. Per un attimo, un brivido di piacere la percorre tutta, sostituito immediatamente da un dolore lancinante e continuo quando Elisa le stringe i teneri capezzoli fra due mollette di plastica. “Ahhhh… “ l’urlo questa volta è grottesco e non cessa ma anzi si fa più forte a mano a mano che la carne viene stretta In un gesto estremo, Laura si piega in avanti cercando un contatto con il corpo dell’aguzzina che si è però prontamente spostata indietro a godersi meglio lo spettacolo. In effetti Elisa si sta proprio divertendo, è eccitata ed estasiata allo stesso tempo, trae piacere nel vedere quel corpo giovane ed indifeso, martoriato per sua mano. All’inizio non sarebbe voluta arrivare a tanto, soprattutto non con Laura, ma la punizione le ha preso la mano e si è fatta travolgere. Ancora però sente di non essere paga e decide di scaricare la propria tensione in dieci sculacciate. Ogni volta che la mano percuote e segna la carne, le parte una scossa nell’inguine e nel basso ventre che la sconvolge tutta. Alla sesta è vicina all’orgasmo, le basterebbe solamente raggiungere il gonfio clitoride e il gioco sarebbe fatto, ma non lo fa, continuando a sculacciare Laura che oramai è allo stremo delle forze. Elisa, alla fine lo intuisce e decide di mettere fine al supplizio. Così torna sulla parte anteriore e toglie le mollette che tengono strizzati i capezzoli. Lo fa delicatamente perché sa che questa parte è altrettanto dolorosa. Infatti la giovane trema tutta e piange“Ah… pietà… la prego… sto male… “Poi si sposta e fa scendere la carrucola, torna dalla ragazza e le libera le braccia e i polsi. Non appena nessuna forza la tiene su, Laura si accascia semi incosciente. La dottoressa allora cerca di sollevarla, impietosita e un po’ preoccupata, la aiuta a raggiungere il proprio letto. Deve faticare, perché la giovane non collabora, troppo stremata e provata. Quando raggiungono il letto, appena il posteriore tocca le lenzuola, Laura caccia un urlo e si alza di scatto, allora, aiutata dalla dottoressa si posiziona su un fianco, in posizione fetale dandole le spalle. Il fresco cotone da un po’ di refrigerio alla carne martoriata e Laura può trarre un sospiro di sollievo, abbandonandovisi. Si accoccola come un animale ferito, raggomitolandosi e gemendo per ogni minimo movimento. Elisa toccandola leggermente sente che la pelle è incandescente e imperlata di sudore, nonché di pelle d’oca. Vedendola così indifesa e sofferente ha un attimo di senso di colpa, si intenerisce per la sua piccola preda. “Forse ho esagerato” pensa mentre le fa scivolare lentamente il lenzuolo e la coperta addosso “dopotutto stava male e poi è una ragazzina non aveva mai provato una cosa simile… ma che sto dicendo… se l’è meritato, mi ha mancato di rispetto… anche se…” Tutta una serie di pensieri contradditori percorrono la mente di Elisa che si ritrova confusa e in preda alle emozioni più disparate. Quando sente gemere ancora la ragazza, decide di fare qualcosa e va in bagno, dove tiene l’armadietto delle medicine. Torna in camera poco dopo con tutto l’occorrente.“Laura mi senti?” le sussurra all’orecchio “Credo che tu abbia la febbre e stia male. Ora vedrò se posso fare qualcosa ok?”Solo un flebile cenno della testa fa capire ad Elisa che la ragazza è ancora cosciente. Allora si siede sul letto accanto a lei, la scopre leggermente e prende il termometro per misurarle la temperatura, lubrificandone la punta con un po’ di vaselina. Visto che Laura è nuda non ha problemi a raggiungere le natiche, e a divaricargliele. A quel punto però la ragazza, sentendosi frugare nelle parti intime e doloranti, ha qualche rimostranza, subito sedata dai modi dolci e carezzevoli di Elisa.“Sccc piccola non ti muovere. Non aver paura ti voglio solo misurare la temperatura nel modo più veloce ed efficace, non ti farò del male te l’assicuro”Le parole sono accompagnate da leggeri buffetti sulla guancia e da ripetute carezze ai capelli e al volto. Così, mentre con una mano la tiene calma, con l’altra impugna nuovamente il termometro e va alla ricerca del pertugio. La posizione fetale della ragazza è l’ideale e così, la punta scivola dentro in un attimo facendo scendere tutto lo strumento senza che ella se ne sia accorta. “Ora lo teniamo lì per qualche minuto. Non ti muovere” così dicendo le accarezza tutto il fianco scoperto, evitando di toccare i sanguigni segni lasciati dagli strumenti di torturaAncora una volta, vedendo quel corpo tanto desiderato e tanto martoriato, prova un misto di eccitazione e dispiacere e non sa spiegarselo. Sono passati cinque minuti, Laura è ancora stesa su un fianco, immobile, singhiozzante e bollente, mentre il termometro, appena estratto dalla dottoressa segna che ha 39° e mezzo di febbre. “Piccola hai la febbre alta, ora ti vado a prendere la borsa del ghiaccio e poi ti do qualche cosa per abbassartela… stai qui buona”In un attimo è già di ritorno con il contenitore che le appoggia sulla parte frontale della testa in modo da rinfrescare tempie, fronte e scatola cranica. Poi armeggia con alcuni medicinali e decide di somministrarle un antipiretico intramuscolo. Prepara la siringa con il liquido necessario e cerca di tranquillizzare Laura.“Ora ti faccio un’iniezione e vedrai che fra una mezz’oretta starai già meglio”“No… fa male… “ si lamenta flebile lei“Che paurosa che sei! Sai che sono imbattibile nel fare le punture? Rilassa il gluteo e non la sentirai nemmeno”Così dicendo disinfetta una parte non arrossata dai colpi e la fora, facendo entrare in un attimo tutto l’ago. La ragazza ha solo una reazione istintiva al colpo, ma in un attimo l’ago è già fuori e tutto è passato. “Ecco fatto… non mi dirai che hai sentito male?!” le chiede scherzosamente lei baciandole teneramente la guanciaLaura scuote la testa e abbozza un leggero sorriso. Ad Elisa le si apre il cuore a quella vista e decide di prendere una sedia e di rimanere vicino a lei fino a quando non si fosse addormentata. Poco dopo però la ragazza febbricitante le chiede“Vorrebbe stendersi qui… vicino a me… ““Certo cara, ma non vorrei che i miei movimenti ti facessero stare peggio” dice Elisa emozionata da quella richiesta così dolce“Non importa… la vorrei qui con me… “La dottoressa allora si spoglia velocemente e con addosso solo l’intimo si infila sotto le coperte dall’altra parte del letto. Anche lei si posiziona su un fianco in modo da osservare la piccola preda che ha il volto segnato dal dolore e dal malessere. I capelli sudati le si sono appiccicati al volto e con un gesto leggero cerca di spostarglieli. Poi le accarezza il viso e si avvicina di più a lei. “Grazie… mi piace sentirla vicino…”Elisa sorride e alla dottoressa viene un groppo alla gola… si è decisamente pentita di averle inflitto una punizione così severa, forse avrebbe potuto essere più clemente e fermarsi subito dopo le prime dieci vergate. Rimane lì ferma ad osservarla e vede che il volto è spesso segnato da smorfie di dolore, che il respiro è ancora affannato così le chiede“Piccola come stai? Non va un po’ meglio?”“No… mi fa male dappertutto… non riesco a muovermi… ma non si preoccupi, passerà… ““Forse ho qualcosa che ti può aiutare… ora vedo”Cercando di fare il più lentamente possibile per non scuotere il letto, si alza e ritorna in bagno alla ricerca di un rimedio. Ritorna in camera e si siede nuovamente accanto alla ragazza.“Ho trovato un antidolorifico molto forte che sicuramente ti farà stare meglio. Perché faccia subito effetto l’ho preso in supposte… ora se mi lasci fare vedrai che tutto passerà in un attimo”Così dicendo la scopre nuovamente mettendo in mostra la schiena piena di segni rossi e le natiche semidischiuse completamente livide. Prendendo la supposta ne riscalda la punta strofinandola fra le dita, vi deposita sopra un po’ di vaselina e poi con la mano sinistra cerca di separare i due globi.“Uhm… ah… non di nuovo… la prego mi fa tanto male… non voglio”“Si tratta di un attimo! Avanti cerca di resistere” La dottoressa non desiste, e appoggia la punta della supposta allo sfintere pulsante“Ah… faccia presto… mi fa tanto male…tanto male… ah”All’ultimo lamento, tutto il medicamento è già dentro il retto della ragazza, ingoiato da quel pertugio grinzoso. Anche se avrebbe voluto soffermarsi di più in quella zona così eccitante, decide di lasciarla stare e la ricopre. Poi torna anche lei sotto le coperte. Fra le due regna il più assoluto silenzio, rotto solo da qualche singhiozzo di Laura che però in breve si addormenta. Elisa ne è contenta perché ciò significa che le medicine avevano fatto effetto e che la febbre stava scendendo. Dando un’occhiata all’orologio vede che non sono ancora le 22 e tira un sospiro di sollievo. Forse dopo due o tre ore di sonno Laura si sarebbe rinfrancata e sarebbe stata pronta per tornare a casa. Lo stridore di pneumatici sulla strada fa svegliare di soprassalto la dottoressa che si guarda attorno leggermente spaesata. Prima ancora di aprire gli occhi ha percepito un respiro accanto a lei e questo non succedeva più da molto tempo. Guardando meglio però vede che si tratta della piccola Laura e allora la nebbia che le offusca la mente scompare. Si volta di scatto verso la sveglia che segna le 2 di notte. Avevano dormito per ben 4 ore, non ci poteva credere. Facendo attenzione si alza dal letto, va in bagno, si rinfresca, si lava i denti, e si mette una leggera sottoveste, poi torna in camera e decide di svegliare la ragazza per poterla accompagnare.“Laura? Ehi Laura svegliati… è tardi dobbiamo andare. Laura?”La giovane si desta leggermente e ascolta il richiamo che le arriva da molto lontano. Impiega due minuti buoni per essere completamente lucida e non appena tenta di muoversi, un dolore lancinante in tutto il corpo le ricorda il supplizio subito.“Ah… non riesco a muovermi… mi fa male dappertutto… ““Lo immagino cara ma ti devi alzare, sono le 2 e devi tornare, altrimenti qualcuno potrebbe accorgersi della tua assenza prolungata. Avanti ti aiuto”Così dicendo cerca di prenderla di peso per le braccia, la fa girare, ma si lamenta troppo per il male.“No… no… non ce la faccio… sto male davvero”“Lo so cara ma come si può fare?! Devi tornare a casa!”“Mi dia qualcosa la prego… prima sono stata meglio”Elisa fa un breve calcolo mentale e poi le dice che è passato troppo poco tempo per somministrarle qualcos’altro.“Ma io sto male… “ dice iniziando a piagnucolare“Facciamo piano piano avanti almeno provaci” continua la dottoressa leggermente infastidita dal tono lagnoso “Ti aiuto io”“No… voglio un antidolorifico… la prego… ““Laura non insistere ancora, so quello che dico”“Si ma io… “ piagnucola ancora lei“Ora mi sono stancata! Ho cercato di essere paziente ma con te è impossibile… quanto inizi non la smetti più! Adesso ti alzi lentamente, ti aiuto a vestirti e poi ti accompagno a casa” tuona la dottoressa sperando di spaventarla e di scuoterla“Lei è sempre così cattiva con me… non ha nessuna pietà… io sto male… per colpa sua” le urla in faccia la ragazza“E’ vero sono una persona molto severa e questo te lo concedo, ma se credi che sia a causa mia che stai male, beh mi dispiace davvero” La dottoressa pronuncia quest’ultima frase con un tono molto pacato e severo, nonché carico di delusione per l’ammissione della ragazza. Se la pensava così allora non era adatta a percorrere il percorso che aveva progettato per lei, non era adatta a dividere con lei nemmeno una sola sera alla settimana. Alzandosi dal letto in cui si è seduta, Elisa senza dire una parola va verso la cucina dicendo“Al massimo fra venti minuti voglio trovarti pronta”Laura la guarda scomparire dietro la porta e capisce di aver detto qualcosa di troppo, ma tutto il dolore provato le aveva annebbiato la mente. “Elisa aspetti… mi scusi… non volevo offenderla è che sto davvero male e così… “La dottoressa sta già rassettando la cucina dove la cena si è freddata senza che nessuno la consumasse. Butta via le trofie al pesto diventate un unico colloso agglomerato, butta via l’insalata dalle foglie un po’ scure e pulisce il tavolo. La delusione e l’amarezza la pervadono. Aveva creduto di trovare in Laura una ragazza degna di essere istruita nel lungo cammino dell’eros e invece era davvero solo una bambina ingenua e sciocca. La incolpava di cose che sarebbero dovute essere solo incidenti di percorso, degli insegnamenti più efficaci, dei momenti di punizione per mancanze più o meno gravi. Non sentendo provenire nessun rumore dalla camera, Elisa decide di ricordarle che mancavano solo dieci minuti, dopo di che sarebbe andata di la e l’avrebbe vestita a forza e portata fuori casa. Invece dopo un attimo ecco che la ragazza compare mesta in cucina. Si è completamente rivestita, cammina lentamente e il viso è rigato da grosse lacrime. Non parla, ma osserva la sua dea che a sua volta la guarda dritta negli occhi.“Bene sei già pronta. Allora ti posso chiamare un taxi”“Non mi accompagna lei?”“No” dice secca la dottoressa“Aveva detto di s씓Hai capito male”“Non mi tratti così per favore… io non posso pensare di averla delusa… mi scusi… mi deve scusare!” irrompe Laura singhiozzante coprendosi il viso con le mani ma rimanendo ferma nella sua posizioneLa dottoressa fa finta di non badarla e si dirige verso il telefono chiamando il radio taxi. Poi torna in cucina apre il frigorifero e si versa un’abbondante calice di vino bianco. “Arriverà fra dieci minuti”“Mi punisca ancora, me lo merito!” dice ad un tratto la ragazza alzando il volto e asciugandosi le lacrime Elisa rimane un po’ spiazzata ma poi fa finta di niente e continua a bere il vino. Allora Laura le si avvicina e inizia a tirarsi giù i pantaloni. La manovra è lenta e dolorosa. Quando anche le mutandine sono scese, e lei è lì seminuda con il monte di venere in bella vista, con glutei e gambe completamente segnati da strisce rosse, riprende a parlare.“Eccomi sono pronta, può colpirmi ancora fino a quando non avrà deciso che ho imparato la lezione. Oppure se vuole può… può farmi ciò che vuole… mi punisca, me lo merito”La voce questa volta non è lagnosa ma ferma e decisa. Aspetta in quella posizione imbarazzante fino a quando la dottoressa non posa il bicchiere e la guarda negli occhi.“Perché credi che ti debba punire?”Laura rimane un po’ interdetta, si aspettava una furia abbattersi su di lei e invece solo una domanda“Perché l’ho delusa. Non l’ascolto mai, sono petulante, voglio fare sempre ciò che mi pare e poi perché… l’ho incolpata di qualcosa che non aveva commesso. La colpa della brutta serata che le ho fatto passare è solo mia e di nessun altro. La prego mi punisca”“Mi fa piacere sentirti parlare così e spero che tu sia sincera. Dunque ti punirò, perché te lo meriti”La giovane rabbrividisce al solo pensiero, ma aspetta stoicamente istruzioni “Piegati leggermente in avanti” le intima Elisa andandosi a posizionare alle sue spalle “se ci riesci un po’ di più”Ora Laura è a 90° con le mani appoggiate al tavolo per non cadere. Il corpo, nonostante le ore passate è ancora vistosamente segnato dalle vergate, soprattutto le natiche livide. Elisa lo osserva estasiata per qualche secondo cercando di pensare ad una giusta punizione, poi le viene un’idea. Senza dire una parola apre il frigorifero e, prendendo il contenitore della margarina vegetale, ne preleva una buona dose con l’indice e il medio. Poi richiude il frigo e con la mano libera, divarica le natiche della ragazza. Questa, appena sente che la dottoressa armeggia proprio lì dove temeva lei, ha un fremito, ma cerca di non replicare e aspetta di sentirsi violata. Infatti, le dita di Elisa appoggiano la margarina sul buchetto e iniziano a spalmarla lentamente. Poi il primo dito si fa largo ed entra fino in fondo. La penetrazione non è troppo dolorosa, visto che oramai iniziava ad essere sodomizzata più spesso, così il medio scorre tranquillamente su e giù. Esce completamente e poi rientra, dentro e fuori, su e giù. A Laura il trattamento, dopo un primo fastidio non dispiace molto, anche perché la dottoressa è abile nel solleticarle la sottile parte che si collega alla vagina. Non appena questa sente che la ragazza inizia involontariamente ad assecondare il movimento del dito, lo estrae nuovamente e in un attimo gli affianca anche l’indice. Laura se l’aspettava, consapevole che quella è una punizione e quindi, geme il più sommessamente possibile e stringe forte il bordo del tavolo. Si morde le labbra per non urlare, ma non può impedire alle lacrime di uscire. Le due dita sono entrate fino in fondo, le scavano dentro, infiammandole tutto il tenero anello di carne. Il dolore questa volta si fa sentire, forte e pungente, le martella il cervello e il fondoschiena. Elisa ne è consapevole ed aumenta la velocità, anche perché, l’operazione la sta eccitando moltissimo. Sodomizzare, anche se solo con due dita il pertugio di Laura la manda in estasi. Sente le dita vischiose che toccano le pareti interne del retto, la pelle rugosa della rosetta, e persino l’inizio di un peto. Senza pensarci due volte, con la mano libera va alla ricerca della sua vagina bollente. Cerca di farlo velocemente perché presto sarebbe arrivato il taxi. Si insinua sotto la sottoveste e sotto le mutandine di pizzo per trovare quella tenera e dritta appendice del piacere. Non appena la sfiora le parte un brivido che le percorre tutto il corpo. Si posiziona meglio dietro la ragazza dolorante, avvicina il suo pube al posteriore di lei ed inizia a stantuffarle lo sfintere all’unisono con il proprio sgrillettamento. Ogni tanto, le da qualche colpo con l’inguine, per eccitarsi di più. La povera ragazza è al limite della sopportazione, quelle due dita proprio non la lasciano stare e ora le fanno più male di prima, anche se capisce che è un dolore diverso da quello delle vergate, più profondo, più intimo. La vicinanza con la propria dea, poi la turba e la eccita molto. Elisa, masturbando clitoride e vagina allo stesso tempo e continuando ad andare su e giù con indice e medio nel retto della preda, sente che le sta montando l’orgasmo. Ecco che suona il campanello della porta, è il taxi. Laura ha un attimo di smarrimento, se l’era dimenticato e alzandosi lentamente con la schiena spera che la carnefice la smetta con quella sodomizzazione, ma si sbaglia. Infatti, quest’ultima, non vuole rinunciare al proprio piacere e per accelerarlo, estrae le due dita macchiate da filamenti gialli e marroni, osservando il buchetto aprirsi per qualche secondo e subito dopo richiudersi. Quando Laura si sente liberata si alza ancora, stacca le mani bianche per lo sforzo e si volta, ma proprio in quel momento, Elisa, masturbandosi con maggior vigore, la schiaccia con il proprio corpo al tavolo facendola sbattere con il monte di venere sul bordo. Inoltre, senza perdere tempo, le ripianta con violenza le due dita nel retto, fino in fondo in un sol colpo. La ragazza, spiazzata caccia un urlo e cerca di liberarsi, ma invano. Il corpo della carnefice è premuto contro il suo che ancora le manda stilettate di dolore e il retto è ingombro di quelle due dita ora ferme dentro i suoi intestini. Elisa non molla la presa, si masturba il clitoride e la vagina bagnata, le morde il collo irrigidito e gode delle contrazioni di dolore che sente partire dallo sfintere di Laura. Dopo qualche secondo, al secondo squillo di campanello ecco arrivare l’orgasmo agognato. Se lo gusta per quasi tutta la sua durata, tanto oramai la ragazza piange e non tenta più di divincolarsi, quasi ripiegata sul tavolo della cucina. Al terzo squillo, con lentezza estrae le dita imbrattate dal retto di Laura, le proprie vischiose di umori e va velocemente in bagno a lavarsi le mani. In un attimo è di ritorno e tramite l’interfono dice al taxista di aspettare due minuti che la ragazza sarebbe scesa. Tutto succede troppo velocemente per Laura, che è ancora nella stessa posizione. I pantaloni e le mutandine scesi alla caviglia, il corpo flesso in avanti e scosso da singhiozzi, le mani puntellate con le nocche bianche, il retto in fiamme. Elisa la osserva eccitata, ritorna accanto a lei e con delicatezza l’aiuta a scuotersi da quel torpore. Le tira su gli slip e i pantaloni, strappandole qualche lamento a causa delle vergate, poi la gira e le prende il viso fra le mani. Senza dire nulla le asciuga le lacrime che scendono copiose, le fa soffiare il naso moccoloso, le ravviva i capelli scompigliati e le da un tenero bacio sulle labbra. “Grazie… Elisa” mormora Laura fra un singhiozzo e l’altro guardandola negli occhi e trasmettendole tutto il suo amore“Di nulla cara… alla prossima volta. Ora va che è tardi. Prendi questa supposta, è la stessa che ti ho messo qualche ora fa. Non usarla prima che siano le 10 di domani mattina. Capito?”“Uhm uhm”Laura le scocca un altro bacio sulle labbra e sorridendo, esce di casa, cercando di fare meno movimenti bruschi possibili.
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