Arrivò la primavera con il consueto bagaglio di colori e profumi, Simona misr al corrente il marito che il padre aveva affittato una casa al mare e li aveva invitati a trascorrere con lui quel fine settimana, il marito non ci pensava neanche, la sua squadra del cuore giocava in casa quella domenica, e lui tifosissimo sarebbe andato in curva a sostenere la propria squadra, come faceva sempre. la risposta negativa non sorprese affatto Simona, anzi se l’aspettava —potrei andarci io, portando anche i bambini, gli farà bene un po’ di sole .—disse al marito, —mi sembra una buona idea, tesoro vai pure io me la caverò da solo per due giorni.— rispose l’uomo che gia si pregustava un fine settimana di calcio senza moglie e figli tra i piedi.—grazie, amore sei veramente un tesoro .— le disse Simona. — ora telefono a mio padre, sarà dispiaciuto quando le dirò che tu non vieni.— mentì spudoratamente la troia.uscì sopra il terrazzo di casa tirò fuori il cellulare e chiamò suo padre, mentre aspettava che rispondesse osservava il marito, seduto in poltrona che guardava la tv .—pronto papà … il cornuto a abboccato, mi lascia venire da sola con i bambini, —— tuo marito e troppo prevedibile, figlia mia, le merita tutte le corna che porta.—rispose perentorio papà Francesco.—passo sabato mattina presto a prenderti, ciao… salutami il cornutone, e dai un bacio ai miei nipotini, un bacio anche a te, sorchetta di papà.— ciao mio bel cazzone .— rispose con voce eccitata Simona, chiudendo il telefono.Il sabato mattina puntuale come uno svizzero papà Francesco citofonò, salì in casa e trovò la figlia ad attenderlo, fresca e profumata con in braccio il figlio di pochi mesi, il figlio più grandicello salutò il nonno e scappò sulle scale verso l’auto parcheggiata sotto casa, non fare rumore papà, mio marito dorme .— l’avviso Simona, ma più che altro era un invito al padre a salutarla come faceva di solito quando nessuno li vedeva, e il padre la salutò, si avvicino alla figlia, e le mise una mano tra le coscie, in piedi gambe leggermente divaricate, con il figlio in braccio, Simona si faceva tastare la figa dall’perverso genitore, che grazie agli attillati pantaloni di tessuto leggero che sua figlia aveva indossato poteva sentire sul palmo della mano, le labbra bagnate della figa, Simona mugolava mordendosi un labbro sentendo le dita che le spingevano le mutandine e parte del cavallo dei pantaloni dentro la sua figa accaldata, usci di casa così, era vestita ma la figa grazie a quei pantaloni era oscenamente visibile. il padre prese le borse, e seguì la figlia senza staccargli gli occhi dal bellissimo culo, sentendosi guardata Simona cominciò a sculettare come una puttana che vuole attirare clienti.Sistemati i bambini nell’auto Simona andò ad aiutare il padre che stava sistemando le borse nel bagagliaio posteriore.— sistemali tu cara, io non posso piegarmi, sai la schiena .— le disse il padre, Simona si infilò con la testa nell’ampio vano sforzandosi per sistemare i pesanti bagagli stringeva e agitava le natiche sotto gli occhi arrapati del padre, che guardandosi intorno notò che erano lontani da occhi indiscreti il cofano aperto copriva la visuale a qualunque osservatore si fosse trovato di fronte. ai lati un grosso furgone e un camioncino li coprivano del tutto, dietro l’angolo del palazzo l’unico senza finestre. Valutata la situazione decise di rischiare, tastò tutte e due le natiche della figlia ancora piegata col busto nel portabagagli, Simona lo lascio fare pensando che il padre volesse accontentarsi di quelle carezze, pronto a fermarsi se qualcuno si fosse avvicinato, ma si sbagliava. Il padre le tirò giù i calzoncini con un movimento rapidissimo, scoprendole culo e figa, — cosa fai sei impazzito, siamo in mezzo la strada .— disse preoccupata girando la testa verso il padre, ma rimanendo piegata a pecorina, — non preoccuparti e tutto sotto controllo, non ci vede nessuno .— la tranquillizzo il padre che le aveva aperto le natiche facendo apparire il buchetto grinzoso del culo tra le chiappe, sotto il culo le labbra della figa si aprirono facendo risaltare il roseo interno, passata la paura subentrò l’eccitazione scopata per strada dal padre con il rischio che qualcuno li vedesse e magari li riconoscesse fecè emergere il lato esibizionista di Simona, il padre diede un altra occhiata in giro, poi penetrò la figa della figlia, scopandola alla pecorina, Simona reggendosi forte con le braccia tese sul fondo del portabagagli si godeva il cazzo del padre che faceva su e giù nella sua figa, la foga che i due mettevano in quella scopata incestuosa, faceva dondolare l’auto nel cui abitacolo i figli della donna sedevano in attesa di partire, ma la prima a partire fù la loro madre partì per un orgasmo indecente muovendosi e mugolando sotto i colpi del cazzo del padre che a ruota sborrò abbondantemente nel caldo ventre della figlia, li in mezzo la strada come due maniaci con il rischio di essere visti e magari arrestati con tutte le conseguenze possibili, ma anche questa volta gli andò bene nessuno li aveva visti, soddisfatti si ricomposerò, Simona salì in macchina, una macchia scura sui pantaloni all’altezza della figa dimostrava la quantità di sborra che il padre le aveva riversato dentro, coccolò un pò i bambini che si erano un pò straniti nell’attesa della mamma porca, anche il nonno salì in macchina mise in moto guardando la figlia seduta sul sedile di fianco a gambe aperte, che sorridendo le mostrava l’ampia macchia di sborra sui pantaloni, sorridendole di rimando inserì la prima e partì verso il mare pensando a quali altre inimmaginabili porcate avesse potuto fare con quella troia sempre arrapata di sua figlia.
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