“Buon giorno, tesoro !” canticchiò Cristina alla vista di suo figlio Marco. Si trovava, come ogni mattina, seduta sullo sgabello della sua cucina a sorbire il caffè che segnava l’inizio della sua giornata e l’incontro con suo figlio, al rientro dal turno di notte compiuto presso l’ospedale dove lavorava.“Ciao, mammina” rispose Marco correndo verso la madre e schioccandole un sonoro quanto affettuoso bacio sulla guancia.“Com’è andata stanotte al Pronto Soccorso?”“Mah, sempre le solite cose: ubriachi, drogati, ecc. Sicuramente non ci si può proprio annoiare”.“Ma sei riuscito a dormire almeno qualche ora?”“Macché, è stato un andirivieni per tutta la notte e non ho praticamente chiuso occhio. Penso proprio che andrò subito a fare una doccia e poi, di corsa a letto”.Cristina lo ascoltava e, nel mentre, ammirava estasiata questo suo bambino (almeno così lo chiamava ancora, nonostante i suoi 24 anni) che, nel corso della sua vita, non aveva fatto altro che darle soddisfazioni, una dietro l’altra.Infatti, dopo un brillante ciclo di studi concluso con un meritato 60/60, aveva frequentato un corso di infermiere professionale culminato con un diploma e un’immediata assunzione, in prova per 6 mesi, presso il maggiore ospedale della città.Marco era un ragazzo dolce, sempre disponibile, pronto ad aiutarla qualunque cosa lei gli chiedesse e Cristina non riusciva proprio a capire il motivo per cui Angela, l’ultimo grande amore di suo figlio, avesse chiuso, e così bruscamente, il rapporto con lui.Mentre sbrigava le piccole faccende casalinghe mattutine, lo sentì canticchiare sotto la doccia e non se ne meravigliò: lui era sempre di buon umore, o almeno così dava a vedere, qualunque cosa gli succedesse.Si preparò per andare a fare la spesa e, prima di uscire, si avviò verso la sua camera per chiedergli se avesse qualche desiderio particolare per il pranzo.La porta era socchiusa e Cristina bussò delicatamente prima di entrare ma, non ricevendo risposta, spinse piano la porta e sbirciò dentro.“Povero angelo, dev’essere stata proprio una nottataccia” pensò, vedendolo sdraiato sul letto e già addormentato. Notando che aveva ancora indosso l’accappatoio bagnato, pensò bene di levarglielo e di coprirlo con il lenzuolo; entrò, dunque, silenziosamente e si avvicinò al figlio, continuando ad ammirare il suo profilo, i suoi lunghi capelli biondi e il suo fisico ben scolpito dalle lunghe sedute in palestra. Non la sfiorò minimamente il pensiero che il ragazzo, stanco come non mai, non avesse indossato gli slip e, non appena aprì l’accappatoio, si trovò davanti un pene di notevolissime dimensioni, come non avrebbe mai immaginato.“Porc..” esclamò alla vista di quel bel tronco di carne. Cristina non era certo una verginella di primo pelo e, prima di sposarsi con Luca, aveva avuto occasione di fare qualche incontro molto ravvicinato con altri cazzi, ma quello che vedeva ora era sicuramente il più bello, lungo e nodoso, che avesse mai visto, compreso quello del marito.“Piccolino mio, ti ho proprio fatto bene. Chissà quante ragazze hai fatto impazzire con questo randellone”.Improvvisamente, come per magia, il cazzo di Marco cominciò una lenta, ma progressiva, erezione.“Si, cosi, continua …. , sei bravissima, è il miglior pompino della mia vita” sussurrava Marco nel sonno e, nel mentre, il suo cazzo aveva assunto le proporzioni di un obelisco.Cristina continuava a rimanere immobile davanti al letto: era imbarazzata per aver violato la privacy del figlio ma, stranamente, rapita dalla vista di quel corpo che aveva assunto sembianze quasi animalesche. “Ancora …, più veloce …., vengo …, vengo ……, si, si, ti amo mammina mia”.Il cazzo di Marco cominciò a eruttare un’enorme quantità di sborra davanti a Cristina impietrita dalla quella visione e dalle parole appena uscite dalla bocca del figlio.Marco, il suo amato bambino, aveva appena avuto un orgasmo sognandola mentre lei gli faceva un pompino. Fuggì inorridita dalla stanza e quell’agghiacciante pensiero la accompagnò per tutta la mattinata.Giunse l’ora di pranzo e, contrariamente al solito, non andò a svegliare il figlio ma lo chiamò dalla cucina.“Che buon odore, mammina” esclamò Marco e si avvicinò subito per darle un bacio, così come faceva sempre, anche per avere l’occasione di sbirciarle le tette (sua madre, infatti, nonostante i suoi 45 anni, aveva ancora un gran bel seno sodo che, molto spesso, lasciava libero dai fastidiosissimi reggiseno e per lui era una goduria intravederlo in qualche scollatura o sotto le magliettine che lei usava per casa). Cristina, come in trance, accettò il bacio, servì il pranzo e partecipò, anche se molto distrattamente, alla consueta chiacchierata con il figlio, così come faceva da sempre ma, quel giorno, ogni volta che alzava lo sguardo su di lui, non riusciva a non pensare a quello che aveva visto e sentito nella sua stanza. Non voleva ammetterlo a se stessa ma la vista del figlio e quei pensieri le stava procurando una piacevolissima eccitazione e lentamente realizzò che le sue mutandine si stavano bagnando sempre di più.Decise di porre fine a questa tortura e andò in bagno.“Sei una stupida, ti stai eccitando al pensiero del cazzo di tuo figlio” si disse, guardandosi allo specchio; ma ormai decisa a calmare il fuoco che la rapiva sempre di più, si sedette sul water e iniziò una lenta masturbazione.La figa era ormai completamente allagata e le sue dita si introdussero facilmente dentro di lei; si cominciò a tintillare il clitoride, mentre i suoi capezzoli erano diventati duri come 2 chiodi. Continuò a stantuffare dentro e fuori finché non si irrigidì e sentì la mano completamente fradicia di lubrificante vaginale. Ebbe un fremito, poi un altro e con un solo lunghissimo sospiro godette, come non le era mai capitato.“E’ stato bellissimo” pensò “ma non dovrà succedere mai più, si tratta pur sempre di mio figlio”.Si alzò, ma la testa le girava e per cercare di calmarsi decise di farsi una doccia. Marco, al sentire lo scroscio dell’acqua, si avviò silenziosamente verso il bagno per sbirciare attraverso il buco della serratura.Quante volte aveva approfittato di questi momenti per avere l’occasione di vedere intimamente sua madre: il suo bel seno, una 4° misura ma ancora miracolosamente eretto, le sue lunghe gambe, il ventre piatto, nonostante i 2 figli, un culetto pieno e per niente cadente e quel delizioso cespuglietto, che nascondeva a mala pena quello che aveva più desiderato in tutta la sua vita. Quante volte l’aveva spiata mentre faceva la doccia o quando si cambiava d’abito per poi rifugiarsi nella sua stanza per masturbarsi furiosamente, con la speranza di potere un giorno riuscire a fare l’amore con lei.Si inginocchiò, dunque, davanti la porta e iniziò a guardare rapito la sua amata mamma e, eccitato più che mai da quella visione, si sbottonò i pantaloni e iniziò lentamente a masturbarsi.Cristina si era ormai ripresa, anche se il pensiero di suo figlio le continuava a frullare nel cervello e si insaponava con forza, quasi a volersi togliere da dosso con la spugna quei pensieri impuri.Finì di lavarsi ma mentre stava per uscire dal box scivolò e, quasi senza rendersene conto, cadde rovinosamente, lanciando un forte urlo.“Mammina” urlò Marco e, immediatamente, dopo aver rimesso il cazzo dentro gli slip, si precipitò dentro il bagno e si inginocchiò accanto a sua madre.“Ti sei fatta male ?” le chiese con uno sguardo molto preoccupato.“Si, tesoro, mi sta facendo molto male il ginocchio. Cavolo! Certo che sono proprio una stupida vecchietta”.“Aspetta ad alzarti da sola, ti potresti fare ancora più male” e con apparente facilità la sollevò con le sue braccia e con molta delicatezza la portò nella camera matrimoniale e la stese sul letto.Cristina si abbandonò volentieri tra le braccia del figlio: erano forti, sicure e al tempo stesso le trasmettevano un senso di totale tenerezza.Solo quando il figlio la adagiò nel letto, si rese conto di essere completamente nuda davanti a lui e, contemporaneamente, notò che questi aveva i pantaloni sbottonati.“Ma allora, si stava masturbando guardandomi mentre mi facevo la doccia” pensò e, immediatamente, vergogna ed eccitazione cominciarono una lunga lotta nella sua testa.“Credo sia il caso di passare un po’ di pomata su questo ginocchio, prima che cominci a gonfiare” disse Marco, che si stava mangiando la madre con gli occhi, e in un baleno andò e tornò dal bagno con in mano la pomata.Iniziò quindi un lentissimo massaggio circolare tenendo gli occhi apparentemente sul ginocchio ma, in realtà, perfettamente fissi sulla fessura della madre.Cristina era rapita dal tocco di quelle mani che sembravano sapessero perfettamente cosa e dove toccare per procurarle un’eccitazione incredibile; lentamente iniziò a bagnarsi mentre il figlio continuava il suo delicatissimo massaggio, allargando sempre di più il raggio d’azione.“Come va il ginocchio? Stai un po’ meglio ora?”“Si, Marco, va proprio meglio ma ti prego di non fermarti, sei così bravo e stai facendo sentire la tua mamma proprio bene”“Tranquilla mamma, posso continuare anche per ore; sai bene che pur di farti star bene, farei per te qualunque cosa”“Si lo so, tesoro mio, solo che non vorrei poi farti sentire male io” disse Cristina, adocchiando la notevole erezione del figlio.“In che senso, mamma?”“Nel senso che a vedermi così nuda …. Ma possibile che una vecchietta come me ti possa fare questo effetto?”“Innanzi tutto non sei per niente una vecchietta, anzi ti posso dire che sei la più bella donna che io abbia mai conosciuto; e poi non ti preoccupare … per il resto ci penserò da solo”Marco sembrava scherzare con Cristina ma, inevitabilmente, con il suo massaggio si avvicinava sempre più alla fessura della madre, da cui aveva notato stavano cominciando a fuoriuscire piccole gocce di liquido vaginale.“Mmmm … si, continua così, non ti fermare”Sempre più lentamente Marco saliva e ora accarezzava l’interno coscia della madre, finché pensando “o la va o la spacca” toccò con un dito il suo clitoride. “Marco!! No… no… uhmm… ahhh… siii…. Cosììì…” Cristina, ormai al culmine dell’eccitazione abbandonò i suoi tabù e cominciò a vedere in Marco solo un uomo che la stava facendo godere.“Oh caro, tesoro, che bravo che sei… Mi stai facendo impazzire… Sono già tutta bagnata… Che puttana che sono … Guarda, come sto gocciolando sul letto”Marco continuava a masturbarla e le sue dita passavano e ripassavano tra le pieghe umide della sua vulva carnosa che stillava un succo denso e intensamente profumato.Convinto, infine, di aver definitamene distrutto le difese della madre, non resistette oltre e iniziò a baciarla proprio lì, indugiando con la lingua tutto attorno alle grandi labbra, per poi intrufolarsi dentro per leccare quel nettare di femmina che lo eccitava così tanto. Tenendole aperte le labbra con le dita, iniziò a leccarle il clitoride gonfio e teso, lo succhiò e lo titillò mentre lei lo accompagnava con movimenti delle anche e paroline eccitate.“Dio, come sei bravo… ohhh, che bello! … mmmmhh, hai una lingua fantastica, ecco, leccami lì, …. oddìo mi fai impazzire … mi stai facendo venire! … si, si così … sto venendo, sto venendo! Leccami ancora, continua così, ti amo, ti amo!!…” Poi i sussulti, le cosce che si stringevano attorno alla sua testa, mentre il suo liquido saporito gli inondava la bocca e colava sulle lenzuola. Marco continuava a lappare goloso, quel sapore lo stava eccitando sempre di più e, non volendo interrompere quell’atmosfera magica che li avvolgeva, continuava ad alternare piccole introduzioni della lingua dentro la fica a teneri bacetti.”E’ stato bellissimo, Marco” bisbigliò Cristina “non ho mai provato un orgasmo così … così intenso!””Farti godere era il sogno della mia vita, mamma. Oddio, sei talmente bona che io… non so cosa farei per te, ti mangerei tutta!””Pensi davvero che sono… che sono bona?””Si, mamma”Cristina, a quel punto, attirò Marco verso di lei e iniziò a baciarlo sulle labbra fino a quando non gli infilò la lingua in bocca e andò a cercare l’uccello del figlio; lo liberò subito dalla stretta degli slip e, fra le mani, gli esplose un obelisco incredibile.“Ti eccita così tanto la tua mammina?” disse sorridendo. Aveva il fiato corto e la voce roca. “Mi stai facendo impazzire di desiderio,” le rispose Marco, sincero.”Lo sento!” disse lei stringendogli l’uccello più volte mentre Marco le toccava i seni.”Che tette stupende che hai !” esclamò estasiato.”Palpale bene se ti piacciono, strizzamele, succhiale come quando ti davo il mio latte … mmmmm, che piacere!…” Le mani e la bocca di Marco si concentrarono su quelle mammelle che toccò e succhiò a volontà, mentre lei gli si metteva a cavalcioni per dargli le sue tette e contemporaneamente strusciarsi con il pube contro il suo.”Che bei capezzoli tondi e rosei, li sento nella mia bocca turgidi e grossi come noci!””Ooohh, caro, che piacere intenso mi stai procurando… succhia, succhia ancora … Dio che bello!”Il suo respiro si fece ansante, socchiuse gli occhi mentre le sue mani lo stringevano a lei e gli scompigliavano i capelli. Il suo petto si alzava e si abbassava freneticamente ora, con movimenti accompagnati da lunghi mugolii di piacere, e infine Marco la sentì muoversi contro di lui con il pube e sussultare più e più volte, finché rimase ferma e poi si abbandonò nuovamente. Si baciarono di nuovo a lungo, e l’eccitazione di Marco era ormai al massimo.”Sei bella da morire…” le sussurrò ardente.”Sono arrapata, e questo grazie a te. Mi sento tutta bagnata e … Be’, mi fai sentire una gran puttana, una puttana felice di essere femmina…”Lentamente si alzò a sedere a cavalcioni del suo ventre, strofinandosi con le natiche contro la punta di quell’enorme pene impazzito, godendo nel mostrarsi a lui senza veli, strusciando il suo bel pelo biondo scuro contro il suo ombelico e lasciando una traccia umida lungo la sua pancia.”Guardami tutta, ti piaccio? Guarda il mio ciuffo di pelo, accarezzalo, così. Mmmmhhh, senti com’è morbido… Guarda la mia vagina, adesso la apro… Ecco, ti piace? Toccami il clitoride, dio, mi fai godere,…”.”Mammina adorata, mia bellissima puttanella, non resisto più, devo scoparti o esplodo!”.Cristina, presa ormai da un vortice di passione irrefrenabile, spalancò le gambe e lo aiutò a montarla. La sua mano si strinse attorno al suo membro turgido e lo guidò all’entrata della sua vulva bagnata. “Fai piano, mi raccomando, o quel tuo bellissimo cazzo mi sventrerà”Marco, rendendosi conto della grandezza del suo uccello, iniziò a spingere molto lentamente in avanti e la penetrò fino in fondo, mentre lei arcuava la schiena e dava un lunghissimo sospiro di intenso piacere.”Cazzo come sei stretta, mammina, mi sembri quasi una vergine per come me lo stringi, ma adesso vedrai come te la apro..””Basta, basta” sussurrava Cristina sentendosi come aperta in due, “non ce la faccio più…” ma intanto Marco era entrato completamente in lei e aveva cominciato piano a stantuffarla, con lentezza, ad arte, tanto che non tardò ad ottenere l’effetto desiderato. “Ti piace vero, mio piccola puttana, te lo stai godendo vero? Ti stai bagnando come una fontana..”“Siiiii… amore mio … come godo, che bel cazzone che hai….. lo voglio tutto nella fica…. spaccamela….. come è aperta…..dai fottimi… di più… siii… così….abbracciami…stringimi…” Era lei adesso che lo voleva, si aggrappò a lui e lo baciò forsennatamente, dicendogli ” sbattimi ….più forte…. così dai… sei proprio un toro …. vengoooo”. E il cervello le sembrò quasi che le esplodesse e incredibili scosse di piacere la avvolsero mentre il figlio proseguiva quell’instancabile andirivieni con quell’enorme cazzo che la faceva godere come se fossero due o tre uomini che la stavano scopando contemporaneamente; e godette, godette due o tre volte, non riusciva più neanche a capirlo, tanto la sua fica era inzuppata dei suoi umori.Marco era felice e sempre più eccitato nel sentire i sospiri della madre ed aveva una gran voglia di venire; ma, la nuova posizione assunta, gli permetteva di avere una bellissima visione del culo di sua madre e il desiderio di infilarglielo tra le chiappe prese il sopravvento.Uscì, dunque, da lei e abbassandosi iniziò a leccarla partendo dalla fica per poi risalire nel solco anale per lubrificarla.Dopo varie leccate e quando il forellino fu ben lubrificato per rendere più piacevole la scopata iniziò nuovamente a pomparla alla pecorina.Cristina gemeva per l’eccitazione e per la paura di ricevere nelle viscere un cazzo così grande.“Marco, amore, con l’affare che ti ritrovi potresti sventrarmi, continua così, non smettere, siii … continua … ancora nella fica … lascia perdere il culo, puoi anche venirmi dentro tanto ho la spirale ……. Godo!!!” Ma Marco, continuando a spingere senza sosta “Mammina, dai, è troppo bello il tuo culo per non provarlo “.Dopo un po’ che pompava, sfilò il cazzo dalla fica e iniziò a spingerlo verso il forellino che pian piano si dilatava; lei stringeva il cuscino tra i denti, cercando di rilassarsi il più possibile per non opporre resistenza.Dopo un primo tentativo andato a vuoto, Marco riuscì a entrare la cappella e, dopo aver atteso un attimo per permettere ai muscoli di adeguarsi alle sue enormi dimensioni, prese a scendere sempre più giù.“Amore sei enorme … sento il culo che va in fiamme … esci, ti prego è troppo grosso, no … no … vai fuori …. Sii … noo … siii … continua …. è una sensazione stupenda … inizia a muoverti ma lentamente …. dammi solo piacere amore mio”Marco, dopo il periodo di assestamento iniziò a scoparla lentamente e il bruciore si trasformò in una sensazione estrema per entrambi. Vedere sua madre a 90 gradi con il culo profanato dal suo enorme bastone era incredibile: gli sembrava di vivere un sogno segreto e con le mani cercava i seni della madre che ad ogni colpo ballavano e penzolavano in giù come mammelle di una mucca da latte.Continuò così ancora per circa dieci minuti, durante i quali Cristina ebbe ancora due orgasmi, fin quando sentì di essere arrivato alla fine.“Così mamma, così … sono pronto … vengo … vengo … ti inondo tutta” e riversò nel culo della madre un paio di litri di sborra calda tanto che lei gli disse “hei, ma sei venuto o mi stai facendo pipì dentro ? “.Si abbandonarono ansanti sul letto, scambiandosi piccoli bacetti.“Ti desideravo così tanto, mammina. Ti ho sempre amata e ti amerò sempre”.“E’ stato bellissimo, amore mio, e mi hai reso veramente una donna felice. Ma quello che abbiamo fatto è stato solo un mio momento di debolezza e non si dovrà ripetere mai più” gli rispose Cristina.Ma Marco, dandole la schiena, sorrideva e già pensava alla prossima volta.
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