Si girò e stette a lungo ad osservare suo marito Luca che dormiva, ignaro di quanto successo nel pomeriggio a casa sua; se solo avesse sospettato, e di questo Cristina ne era pienamente convinta, l’avrebbe sbattuta fuori di casa insieme con il figlio.Non riuscendo più a stare a letto, si alzò e si diresse in cucina. Non sapeva cosa fare e, quindi, lavò un piatto, mise a posto alcune posate e poi aprì il frigo, alla ricerca di qualcosa da mangiare o bere.Marco, che aveva sentito la madre alzarsi, si recò anche lui in cucina e rimase sulla porta ad ammirarle.La debolissima luce del frigo creava un effetto trasparente sulla sua vestaglietta da notte, e lui poteva bearsi alla vista delle splendide forme di sua madre, che aveva ben conosciuto solo poche ore prima.Immediatamente il suo cazzo cominciò una lenta ma inesorabile erezione e Marco entrò silenziosamente in cucina; si portò alle spalle di sua madre e, piegandosi accanto a lei, le diede un bacino sulla guancia.“Non riesci a dormire nemmeno tu?” le chiese,Cristina lanciò un piccolo urletto, per la sorpresa.“Cavolo! Non ti avevo sentito arrivare”. Era imbarazzata e nervosa perchè non pensava proprio di dover affrontare così presto suo figlio.“Si, è da parecchio che mi giro e rigiro nel letto. Non posso smettere di pensare a quello che è successo oggi pomeriggio e mi sento letteralmente sconvolta”Marco capiva perfettamente lo stato d’animo di sua madre e sapeva che, se voleva vincere quella partita, doveva giocare molto bene le sue carte. Cominciò, così, a manifestare tutto il suo amore per la madre, la riempì di complimenti e di tenerezze e, come un ragno, cominciò a tessere la tela intorno alla sua preda.Cristina, da parte sua, resisteva a quelle belle parole; si rendeva conto del suo ruolo di madre e sapeva che quello successo era stato solo un momento di debolezza.Continuarono a bisbigliare nel buio della cucina, illuminata solo dalla luna e, ad un certo punto, divenne quasi naturale stringersi in un abbraccio, mentre le loro bocche si cercavano.Marco, quando capì che le difese di Cristina erano ormai definitivamente infrante, iniziò ad accarezzarla, partendo proprio dal ginocchio, così come aveva fatto nel pomeriggio.Cristina, che aveva ormai ceduto, era entrata in uno stato erotico puro: non voleva pensare più a niente, ma doveva solo godersi l’enorme cazzo del figlio, che aveva visto crescere sempre di più durante la discussione.S’inginocchiò davanti a lui e, dopo averlo accarezzato attraverso la stoffa del pantaloncino, lo tirò fuori e iniziò il suo pompino; cominciò a baciarglielo tutto, poi passò le labbra sulla punta, facendo finta di prenderlo in bocca, per poi toglierle subito dopo un paio di quasi succhiate. “Mamma, mi fai impazzireeeee, sei la migliore succhiatrice del mondo” gemette Marco.Cristina gli diede un bacio con le labbra sul glande scoperto e gli rispose “è perché adoro succhiare il tuo cazzo, amore”. Afferrò il cazzo alla base e baciò, succhiò e leccò inizialmente l’attaccatura delle cosce, poi le palle e poi il pene; alternò leccate, succhiate e morsetti dappertutto. Ad un tratto fece sparire metà del cazzo di suo figlio nella bocca e, senza farlo uscire, con la lingua umida ne percorse il contorno della cappella, che s’ingrossò sempre di più; quindi, con un frenetico su e giù sul duro cazzo, effettuò delle succhiate superlative. Il membro pulsava sempre di più nella bocca della mamma e Marco gemeva sempre più di lussuria, fin quando non lanciò un piccolo urlo.Rimasero entrambi immobili, per vedere se qualcuno li aveva sentiti, ma nella casa regnava il totale silenzio.“Forse è meglio se andiamo a letto” bisbigliò Cristina, con ancora l’enorme cazzo di Marco fra le mani.“E tu pensi che potrei dormire in queste condizioni?”“Hai ragione, mio piccolo amore, ma facciamo in fretta” e Cristina riprese il pompino interrotto, cercando di far venire suo figlio il prima possibile.Nella concitazione del momento non si accorsero che, nel vano della porta, era comparsa per un attimo un’ombra: era Enzo, il padre di Cristina e nonno di Marco.Costui viveva con loro da quando era rimasto vedovo e la sua presenza era stata ben accettata da tutta la famiglia in quanto Enzo, essendo in pensione da un anno, poteva svolgere tutti quei compiti che la famiglia, per la frenesia del lavoro, non era in grado di assolvere.Ex colonnello dell’esercito, Enzo, con i suoi 67 anni, era ancora in perfetta forma fisica, grazie agli esercizi ginnici che svolgeva quotidianamente a casa e alla scuola di tango, che frequentava tre volte a settimana.Il suo udito, super allenato dopo la partecipazione alla guerra del Golfo, aveva percepito dei rumori soffocati giungere dalla cucina e, silenziosamente, come suo costume, era andato a vedere cosa succedesse.“Porca puttana” fu l’esclamazione che gli uscì spontaneamente.Non riusciva a credere a quello che stava vedendo: Cristina, la sua amatissima figlia, era in ginocchio davanti al proprio figlio e gli stava letteralmente mangiando il cazzo.La sua lunga carriera militare lo aveva abituato a non meravigliarsi di qualunque cosa vedesse, ma a quello spettacolo non era sicuramente preparato.Continuò a guardare la scena indeciso se interromperla subito, ma con il rischio di svegliare Luca, o di parlarne la mattina successiva con sua figlia.Lentamente si accorse che anche il suo cazzo cominciava a dare segni di risveglio e, rapito da quella scena, prendendolo in mano cominciò a farsi una sega.“Però, è ben dotato il giovanotto” disse, guardando il cazzo di suo nipote “buon sangue non mente” e cominciò il confronto con quel salsicciotto di carne, lungo 25 cm, che si ritrovava fra le gambe, onore e vanto tra tutti i suoi commilitoni.Forse Marco l’aveva un po’ più lungo del suo, ma in quanto a larghezza Enzo non aveva rivali.Si stupì di pensare a queste cose, ma l’abilità di sua figlia era veramente grande: sembrava una troia nata e riusciva a farsi scomparire quell’enorme cazzo tutto in gola, così come la più abile delle prostitute.“Continua mammina, succhialo come un gelato, sì così, ……così, più forte” bisbigliava Marco finché non prese il suo cazzo in mano cominciandolo a menare dinanzi il viso della madre.“Ti sborro in faccia, mammina, ma voglio che poi ingoi tutta la sborra che puoi” ed esplose in una cascata di liquido sul viso, sulle tette e nella bocca della mamma.Cristina leccava, succhiava e si spalmava la sborra dovunque, mentre la sua fica eruttava in maniera così copiosa da imbrattarle tutte le cosce. Dopo essersi calmata iniziò a ripulire il figlio succhiando e leccando tutta la sborra possibile e, alla fine, dopo un bacino pieno di tenerezza, ripose il cazzo del figlio negli slip.“Ora è meglio se andiamo a dormire” disse a Marco dopo averlo baciato lingua in bocca per fargli assaporare il suo seme “tuo padre potrebbe svegliarsi e non oso pensare a quello che potrebbe succedere se ci scoprisse”.“Hai ragione, mamma, andiamo a letto. Domani devo lavorare tutto il giorno e, anche se avrò sempre te nella testa, devo essere ben sveglio” e avvolgendosi teneramente in un abbraccio si avviarono verso le rispettive camere da letto.Enzo uscì dal suo nascondiglio e rimase a guardare madre e figlio abbracciati: provava sentimenti contrastanti, ma la sua mano sporca della sua sborra non gli poteva far dimenticare quanta troia fosse sua figlia.L’indomani doveva per forza affrontare l’argomento ma, per la prima volta nella sua vita, non sapeva proprio come affrontare quella situazione.
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