Sentite questa:Sto raccogliendo gli exit in un fine serata tranquillo alla discoteca Epoca di Verona, mi si avvicina una signora sui 40 anni che mi ricorda qualcosa, ha una faccia conosciuta, e ricordo che un paio di weekend prima mi aveva chiesto qualcosa perchè era al tavolo con una serie di persone tra cui c’era una ragazza che conosco e con la quale avevo avuto una storia veloce tempo addietro e con la quale mi ero fermato un attimo per parlare. Mi inizia a parlare e mi chiede cosa faccio dopo se potevo portarla a casa perchè era rimasta a piedi. Pazza. Montare sulla mia macchina con le gonne, avrei dovuto stenderle un sacchetto di naylon sotto il sedere per evitare rimanesse incinta. Ma avevo percepito da come mi guardava la bocca che aveva certamente deciso che io sarei stato il prossimo uomo con il quale avrebbe fatto l’amore, e di questa cosa ero certo. Ovviamente acconsento, era molto più grande di me ma carina ed elegante, alta e particolare accattivante con i capelli corti, cosa che mi lascia sempre colpito. Montiamo sulla mia vecchia macchina e la prima cosa che mi dice fu “sono tornata al locale per rivederti”. Da li abbiamo fatto l’amore, e ci sarebbero un paio di particolari da raccontarvi ma il punto è un altro. Da come è andata mi sembrava che aveva voglia di togliersi come una soddisfazione, forse una rivincita, forse uno sfogo che non aveva mai avuto prima nella vita, in genere riesco sempre a percepire cosa una donna prova da come mi tratta da come mi parla, sguazzo nei sentimenti come Neo in Matrix. In quel caso però avevo il dubbio, forse la differenza d’età, ma cominciavo a raffigurarmela come una casalinga frustratissima che esce di casa una volta vede uno giovane che le piace e poi decide di sentirsi giovane anche lei per una volta. Ci rivestiamo e le chiedo dove abitasse, e mi dice un paesino della provincia dove mi dirigo. Arrivo sotto casa sua e mi accorgo che quel posto l’avevo già visto, era la casa dove abitava la ragazza che ho menzionato prima con la quale avevo avuto una storia. La guardo (forse il mio sguardo le sarà sembrato EBETE) lei si gira io cerco di abbozzare una frase, lei mi blocca dicendo, non ti ricordi di me ma io so chi eri ancora prima di conoscerti, quando sei venuto a casa mia tre anni fa a trovare mia figlia. Poi mi ha baciato, che buon odore che aveva, aveva il fiato del sesso, è scesa e non l’ho mai più rivista. Quella stronza mi ha assassinato la vita. Adesso ogni volta che sto insieme ad una ragazza e incontro sua madre non riesco togliermi dalla testa il modo con cui mi ha preso quella donna, la voglia che aveva, repressa, da sfogare, violenta, tribale, perversa. Però che meraviglia aver vissuto tutto questo.
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