Francesca rimase immobile, aspettava un parola dalla madre superiora. Non le importava cosa avesse detto ma non sopportava più quel pesante silenzio che infieriva sulla sua coscienza rinata. Continuava a ripetersi che l’aveva fatto perché costretta, perché per lei non c’era un’altra scelta ma, e questo a se stessa non poteva nasconderlo, le era piaciuto e aveva goduto nel farlo. La madre superiora finalmente ruppe quel silenzio inquisitore. – Tu, piccola peccatrice, hai bisogno di essere purificata e conosco io chi può fare questo per te! La donna prese in mano il telefono e compose un numero che conosceva a memoria visto che non ebbe il bisogno di consultare nessuna agenda. – Padre, buonasera padre! Scusi se la disturbo ma ho urgente bisogno di lei! Ho bisogno che lei venga qui al più presto per purificare una ragazza che si è lasciata tentare dal demonio! Va bene…, se non può venire prima, ci vediamo domani mattina! Ogni frase della suora era seguita da una breve pausa d’ascolto. Comunque Francesca aveva capito che, per la sua salvezza, avrebbe dovuto aspettare la mattina successiva. – Stanotte dormirai con me, non voglio correre il rischio di farti commettere ancora qualche peccato. Il demonio è sempre vicino alla tua anima! Francesca passò la giornata a correggere i compiti dei suoi piccoli allievi. Lo fece fino a tardi, poi all’ora di cena si unì alla mensa delle suore. Infine, dopo aver mangiato e pregato nella cappella, poté finalmente andare a riposare con la madre superiora. Entrò nella stanza della superiora per la prima volta e si accorse subito di quanto questa fosse più grande di quelle delle altre sorelle, che aveva visitato qualche volta. Nella stanza un letto ad una piazza e mezza, un comodino e un grosso comò con uno specchio. Una grossa panca di legno era disposta parallelamente al muro in fondo alla stanza. Attiguo alla camera un bagnetto molto piccolo ed essenziale. – Chi non ha paura del peccato non ha bisogno degli indumenti nella notte! La donna cominciò a spogliarsi con calma. Francesca ne rimase disgustata. Era molto grassa e i suoi rotoli di ciccia, il suo corpo sgraziato e nudo, i suoi seni calati, le sembrarono la cosa più disgustosa che avesse visto nella sua vita. Anche La ragazza cominciò a spogliarsi e, appena tolte le mutandine, completamente nuda, fu la prima a coricarsi sul letto. La suora la seguì di qualche minuto, con i capelli sciolti che mostravano meglio quanto fosse brutto i suo viso. Non c’era abbastanza posto nel letto e la donna, nello sdraiarsi alle sue spalle, cozzò sulla pelle vellutata della giovane. Francesca sentì la peluria della vagina della suora strofinarle il culo e di nuovo ne fu disgustata. Poteva sentire anche i capezzoli sulla sua schiena e si accorse di quanto fossero duri. Francesca si rannicchiò su se stessa in modo di concedere al contatto la minor porzione di pelle possibile. Si addormentò nonostante il russare rumoroso e continuo della suora al suo fianco. Quando si svegliò il mattino successivo era distesa a pancia all’aria con le gambe spalancate. Ne al suo fianco, ne nella stanza c’era più la madre superiora. Chissà perché aveva assunto quella posizione. Non ricordava i suoi sogni e ne fu stupita. Comunque, appena se ne accorse, chiuse le gambe e portò le due mani a coprirsi il punto peloso. Nonostante non ci fosse nessuno nella stanza non poteva sopportare la vergogna di trovarsi in quella posizione. La suora rientrò nella stanza dopo una ventina di minuti. In mano portava una tunica da novizia grigia. – Metti questa, padre Alvaro è di la che ti aspetta per confessarti! Francesca indossò quella tunica senza nulla sotto, il solo contatto della sua pelle con la stoffa la faceva arrossire. Il prete l’aspettava in una piccola sala d’attesa nella quale c’era solo un salottino ed alcune poltrone, al centro un tavolino con vetro. Proprio su una di queste poltrone era seduto il prete. Francesca si mise seduta nel salottino ad aspettare in silenzio. La madre superiora si allontanò dalla stanza chiudendo, da fuori, a chiave la stanza. – Suor Agnese mi ha spiegato quello che è successo, tu hai bisogno di essere “purificata”, tu vuoi che il diavolo abbandoni la tua anima vero? Il saperlo al corrente di quanto accaduto la fece diventare di nuovo rossa in volto e la risposta non sembrò molto convinta. – Certo………lo voglio! – – Bene, dovrò esserne sicuro e dovrò ricorrere a tutte le mie abilità per liberarti del male. Forse non ti piacerà tutto quello che faremo ma sappi che è solo per il tuo bene! Ormai Francesca era sicura che avesse qualcosa da farsi perdonare e credeva a tutte le parole del prete. Recitò un atto di dolore come le fu chiesto, poi cominciò la sua confessione! – Che peccati hai commesso, ragazza? Le disse con tono pacato – Peccati di lussuria, padre! – Vuoi dire che hai ceduto alle tentazioni della carne? – Si padre…….. io non ho saputo resistere! – E dimmi, come ti sei accorta di essere vittima del piacere? – Padre, io ho sentito dei brividi su tutto il corpo! – Cara, vuoi mostrarmi in quali parti del tuo corpo hai sentito maggiormente il maligno? Francesca fece cenno di si con il capo senza parlare. Sapeva cosa fare ma non aveva il coraggio di farlo. Padre Alvaro la fece alzare in piedi ed andare davanti a lui. Si piegò leggermente e prese due lembi di tunica. Dal basso le sfilò la tunica lasciandola nuda davanti ai suoi occhi! – Fammi vedere dove! Le disse il prete guardandola attentamente dall’alto verso il basso. Francesca non parlò e con la mano destra indicò le sue tettine. Il prete comincio a toccarla mentre continuava a parlarle. – Forse qui? Il demonio si nasconde forse nei tuoi capezzoli? Con due dita prese ad accarezzare i capezzoli induriti. Poi con la mano cominciò a palpeggiarle i seni con gusto e facendo sussultare di piacere la ragazza. Francesca era sicura che quello fosse l’unico modo di liberarla dal peccato, padre Alvaro non per lussuria ma per il suo bene la toccava nelle sue parti più intime. Solo così il diavolo la avrebbe abbandonata. – Dimmi dove, Francesca, tu lo sai! Chiese ancora il prete. Francesca indicò con la mano l’interno delle sue cosce. La mano del prete cominciò ad allisciare la pelle delle sue gambe con delicatezza. A ritmo alterno si avvicinava e poi si allontanava dalla vagina della ragazza. – Non, non è qui, e tu lo sai, forse non vuoi liberarti dal male! Forse vuoi che la tua anima bruci all’inferno? Francesca scosse la testa e indico all’uomo il suo buco sessuale. Il prete le passò la mano sulla vagina contropelo. Poi nell’altro verso, cominciò a giocherellare con il clitoride della ragazza che non riusciva più a rimanere in piedi e che si contorceva con la schiena e con la testa. Padre Alvaro, con due dita, penetrò la giovane con pazienza, cercando di non farle male. Francesca non riuscì a contenersi e cadde in ginocchio. – Rialzati, forse lo abbiamo trovato! Quel desiderio, tutto quel piacere non potevano essere altro se non il diavolo e la sua forza tentatrice. Francesca si rimise in piedi, come prima, in attesa delle mani del prete. – Allarga le tue labbra, aiutami a scacciarlo! Francesca imbarazzata ma comunque vinta dall’eccitazione, con le mani allargò più che poteva le sue piccole labbra al prete che aggiunse un altro dito alla sua esplorazione. Francesca apriva e chiudeva gli occhi continuando a mandar giù saliva. – No non è qui! Sento che è vicino ma non è qui! Francesca rimase sorpresa dalla rivelazione. Dove altro poteva nascondersi il diavolo se non nella sua vagina che continuava a bagnarsi per il tocco del prete. – Girati, io credo di sapere dove si nasconde! Francesca si girò, ancora in piedi, e seguendo in consigli di padre Alvaro prima si piegò in avanti e poi divaricò le gambe. Quando il dito del prete le fu dentro l’ano senti un dolore acuto alle viscere. Il dolore svaniva quando il dito era all’interno ma era pronto a ricomparire forte quando veniva ritirato indietro. – Ecco l’ho trovato finalmente, sei pronta per scacciarlo del tutto! Francesca annui. Il prete la fece mettere in ginocchio e con calma le legò una benda sugli occhi. Sarà doloroso, puoi starne certa, ma il premio sarà la salvezza della tua anima. Francesca ormai capiva solo in parte quello che le veniva detto, era eccitatissima e pronta a tutto. Senti le mani dell’uomo afferrarle i fianchi, poi qualcosa di duro appoggiato sul sedere. Un dolore stavolta fortissimo, qualcosa di grande le stava entrando nel culo e le sembrò di sentirlo fino in gola visto che non le riuscì di respirare per qualche secondo. Era dispiaciuta di non provare piacere ma quello le sembrò un segnale evidente: stava per essere liberata. I movimenti dell’uomo, a volte rapidi e a volte lenti continuarono a squartare la verginità di Francesca ancora per qualche minuto. Poi sentì inondarsi di calore e capì di aver terminato le sue sofferenze. Francesca cadde a terra sfinita e con una mano si massaggiò la chiappe bollenti, infilando le dita tra le natiche, però sentì la presenza di qualche goccia di seme del prete. Senza farsi notare le portò alla bocca per assaggiarne il sapore. Non era stata liberata ma non le importava, voleva essere felice e quelli erano stati i due giorni in assoluto più felice della sua vita.
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