Alla visita militare eravamo tutti ragazzi intorno ai diciannove anni e nel mio gruppo erano capitati parecchi ragazzi carini: non sono gay, ma diciamo che non mi dispiacciono certe ‘divagazioni’ occasionali e pensai che qualche bella occasione mi si sarebbe potuta presentare. Come di rito, la sera era prevista la doccia per tutti, in bagni enormi, tutti nudi. Mi guardai intorno ed il ragazzo che si stava facendo la doccia accanto a me era di gran lunga il più carino del gruppo: alto, magro, fisico palestrato, capelli scuri e occhi azzurri , un culetto sodissimo da urlo e con un cazzo non enorme ma davvero bello. Ad un tratto si volse verso di me e si presentò: "Piacere, sono Andrea", con una voce molto amichevole che mi colpì molto.Il giorno dopo si svolgevano tutte le visite di rito e, al pomeriggio, era prevista la libera uscita per tutti, ma naturalmente, nei vari gruppi, si erano formate vaghe amicizie, il che mi portò a trovarmi a mangiare una pizza seduto ad un tavolo con gente che a malapena conoscevo: senza darci troppo peso, mi sedetti in un posto qualsiasi e, per puro caso, mi ritrovai seduto accanto ad Andrea: "Ci si rivede un’altra volta" mi disse e cominciammo a parlare delle nostre abitudini, delle nostre occupazioni e si finì inevitabilmente a parlare di ragazze e di sesso, sul quale argomento eravamo entrambi molto ferrati.Prima di uscire dalla pizzeria, andai un attimo in bagno a lavarmi le mani. Accostai la porta dietro di me e, improvvisamente, sentii la porta spalancarsi ed una persona afferrarmi da dietro: era Andrea, che, senza dire nulla, mi fissò per un istante negli occhi e mi baciò profondamente. Scosso dall’avvenimento improvviso, mi accorsi solo dopo che era lui, ma, nel mentre, non fui capace di tirami indietro. Si staccò e uscì di corsa. Giunti all’esterno insieme agli altri, Andrea si comportava come se nulla fosse successo, e anche io, di conseguenza, cominciai a pensare di aver sognato.Rientrati in caserma, andammo tutti a dormire, in quelle camerate enormi con 40 letti a castello ciascuna, illuminate durante tutta la notte da una insopportabile luce azzurrina. Andrea dormiva al piano inferiore, come me, due letti più in là del mio.Ancora pensando a ciò che era accaduto nel bagno della pizzeria, mi addormentai profondamente. Intorno alle quattro della notte, sentii accarezzarmi il viso. Pensai ad un sogno e non feci caso, ma dopo n po’ aprii gli occhi e vidi Andrea che mi toccava. Mi disse: "Seguimi". Ancora intontito per il risveglio repentino, lo seguii quasi meccanicamente, quasi senza sapere cosa stavo facendo. Mi portò in un gabinetto e chiuse la porta. Senza dire una parola, si inginocchiò davanti al mio uccello, tolse i pantaloncini e le mutande e cominciò a baciarlo e a leccarlo: alle sue richieste, il mio cazzo non rimase indifferente e si mostrò in tutto il suo splendore. Cominciò un fantastico pompino, con la lingua che insisteva sul buchetto in cima alla cappella e sotto la corona. Accarezzava con sapienza le palle, stringendole e cercando di penetrarmi con un dito nel culo, con scarso successo.Stavo per giungere alla fine e, con un potente colpo di lingua mi fece oltrepassare il punto di non ritorno: estrasse il cazzo dalla bocca e lo portò davanti agli occhi, dove gli inondai la faccia di sperma bollente.Bastarono pochi colpi di mano e anche lui riversò il suo potente schizzo nelle mie mani.Sempre senza dire nulla, ci lavammo e tornammo a letto.La mattina dopo mi svegliai. Nel suo letto non c’era più.
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