Non lo avevo ancora capito…. ma quel raptus animalesco era stata la prima avvisaglia di quello che nei giorni e mesi successivi avrei subito cadendo nelle piu’ spaventose umiliazioni e perversioni orchestrate da mio zio. Una settimana dopo infatti, mio zio mi propose andare al cinema con lui travestita. All’inizio ero un po’ perplessa perché sarebbe stata la prima volta che uscivo ufficialmente nei panni di donna ma la voglia di fare quel passo mi indusse ad accettare l’invito a patto di andare in un’altra città in modo che nessuno ci avesse riconosciuti. Mi disse allora di indossare qualcosa di molto sexy, sia sopra che sotto, ed in particolare mi consigliò di mettere degli slip bianchi con calze reggicalze e reggiseno. Mi diede inoltre un bel vestitino nero e cortissimo con spalline sottili che aveva acquistato quel giorno. Era il suo primo regalo e non resistetti a provarmelo davanti a lui. Quando fui pronta mi presentai fuori dal bagno e andai felice ad abbracciarlo, eccitandomi nel sentirmi ricambiata con un forte abbraccio e un caldo bacio nel quale la sua lingua si attorcigliò alla mia per diversi minuti. “non vedo l’ora di portarti fuori stasera…. vedrai che ci divertiremo Valeria!” mi disse poi con un sorriso lussurioso per niente velato. “Si zio, anch’io non vedo l’ora….” Ammiccai maliziosa, e lui per tutta risposta mi girò verso la parete e, alzatomi il vestitino e abbassate le mie mutandine, mi inculò violentemente venendomi dentro quasi subito. Quella sera, facendo bene attenzione a non essere vista dai vicini, uscii da casa e mi lancia velocissima dentro alla macchina dello zio, che mi stava aspettando. Gli diedi un leggero bacio e partimmo veloci verso la nostra serata, come dei veri innamorati. Durante il tragitto gli dissi che mi sarebbe piaciuto andare a vedere un bel film romantico e lui, dopo un breve sorriso, ribattè che il film della serata lo aveva già scelto e che sarebbe stata una bella sorpresa. Mi piaceva la sua autorità nei miei confronti, mi sentivo sicura e rassicurata dal fatto che lui decidesse sempre tutto, insomma mi fidavo di lui, oltre che esserne ormai innamorata. Ad un certo punto, arrivati in città, parcheggiò la macchina in un ampio parcheggio e mi disse di scendere perché eravamo arrivati. Finalmente era arrivato il momento! Finalmente potevo uscire dal mio bozzo e liberare la mia vera identità femminile in un luogo pubblico e sorrisi pensando che stavo per fare questo grande passo. Uscii con calma, gustando la brezza leggera che toccava finalmente il mio corpo vestito da donna, la mia pelle esposta e il mio viso truccato. Feci i primi passi in uno stato di euforia, dirigendomi verso di Lui e attaccandomi impaziente al suo poderoso braccio: “sei bellissima ragazzina!” mi disse “Grazie zio, tutto questo è merito tuo!” “mi fai rizzare il cazzo” continuò guardandomi e prendendomi in vita. Non avevo apprezzato quell’ultimo intervento: non volevo che lui mi guardasse solo da un punto di vista sessuale, come fossi solo la sua bambolina di piacere, volevo che si innamorasse di me anche come persona…… ma la mia era solo una speranza vana. E lo capii appena giungemmo davanti al cinema scelto quella sera: era un cinema squallido, il cui ingresso, sporco e pieno di cartacce, si trovava in una piccola viuzza nauseabonda: era un cinema porno! Mi fermai improvvisamente e gli chiesi spiegazioni, perché non avevo la minima voglia di guardare un film porno e tantomeno in quel lurido postaccio. “Non rompere le palle Valeria! Ti ho portato fin qui, rischiando di essere visto da qualcuno e tu mi ringrazi così? Forza entriamo che è tardi!” Un campanellino di allarme mi suonò dentro, ma ormai ero in ballo e non volevo rovinare tutto con un litigio. Dopotutto di porno ne avevo visti tanti, anche se mai vestita da donna…. “va bene zio, lo faccio per te” e lo seguii alla cassa tenendomi un pò defilata.. Entrati nel buio della sala, a film iniziato, vidi una ventina di uomini con tanto di giornale al seguito che erano seduti sparsi nella sala. Mi prese per la mano e mi condusse dentro una delle file in mezzo alla platea, facendomi sedere a due poltroncine da dove era piazzato un altro uomo. Ero molto imbarazzata: ero vestito da donna in un cinema di soli uomini dove proiettavano un film porno. Mio malgrado sentii crescere una certa eccitazione per quella situazione. Lo zio si sedette sulla sinistra accanto a me mentre guardavo con la coda dell’occhio il personaggio che era poco distante dalle nostre poltroncine. Era di mezza età, forse sui 50 anche lui e sembrava che mi radiografasse tutto il corpo con lo sguardo. In effetti ero molto eccitante, anche grazie al meraviglioso vestitino che indossavo. Dopo poco, le luci si spensero ed iniziò il film. Si trattava di un qualunque porno, con la prima scena che esprimeva proprio la tipica assenza di trama dei film hard in cui senza proferire parola due uomini stavano scopando con due ragazze. Vedevo lo zio che guardava estasiato le scene ma che ogni tanto buttava l’occhio su di me e si toccava la patta già rigonfia dei pantaloni. Ad un tratto vidi l’uomo che stava seduto sulla poltroncina poco distante dalla mia alzarsi e dirigersi verso di me. Mi irrigidii e feci finta di non guardarlo, e quando si risedette appena vicino a me mi rivolsi allo zio facendogli notare (naturalmente se ne era già accorto) della vicinanza dell’uomo. Ora potevo vederlo meglio e sentire anche l’odore di sigaretta che gli imperniava i vestiti : era bruttino, grassottello e con una faccia tipica da porco. “come ti chiami?” mi chiese con un filo di voce avvicinandosi all’orecchio. Sentivo il suo fetido alito che mi assaliva il viso e mi inondava le narici… Non gli risposi e ci fu un attimo di silenzio molto imbarazzante durante il quale fissavo lo schermo pensando sul quello che avrei dovuto fare….. avevo voglia di scappare…. “Allora? Non hai sentito il signore? Digli come ti chiami!” Intervenne improvvisamente mio zio. Io lo guardai implorante ma ormai ero in ballo e non potevo fermarmi “Valeria” dissi con voce tremante. Ora avevo paura: va bene andare a vedere porno vestita da donna, ma essere lì, seduta tra due uomini molto più vecchi di me che mi sbavavano addosso “mmmm che bel nome… .e sei anche molto carina Valeria…” mi disse l’uomo mettendomi una mano sulla coscia. “Mi lasci stare… ..” mi veniva da piangere… .non mi stava bene quella situazione. Feci come per alzarmi di scatta per andarmene, quando mio zio mi prese per il polso con forza e mi costrinse a starmene seduta. “Che cazzo fai stronza? ti sembra il modo di comportarti con qualcuno che ti fa dei complimenti?” disse mio zio con un tono che non ammetteva repliche. Rimasi interdetta da quella reazione e non osai oppormi al suo ordine, tanto più che mi sentivo totalmente indifesa in quelle condizioni. “Avanti stronzetta, chiedi scusa al signore se non vuoi passare dei guai!” Non lo riconoscevo più, la sua cattiveria nei miei confronti era emersa in maniera prorompente, quasi quanto la sua indole perversa. Mi sentivo debole e confusa e non potei fare altro che obbedire. Abbassai ulteriormente la testa trattenendo le lacrime: “… .mi scusi signore. ma non sono quella che pensa lei.” L’uomo rimise languidamente le sue mani callose sopra la mia coscia, accarezzandola leggermente e disse: “Ah, non sei quello che penso? sei giovane, con un corpo meraviglioso, vestita sexy in un cinema porno… .. cosa dovresti essere?” il suo tono era beffardo “… no signore, intendevo che non sono una ragazza. Sono un ragazzo travestito.” ecco. Lo avevo detto, e ora aspettavo la reazione. Speravo che a quella rivelazione si scostasse e se ne andasse, ma mi sbagliavo. “Nooooo” si mise a ridere “ahaha! non posso crederci! mi prendi in giro!” Intervenne mio zio: “E così caro amico! ma immagino che sia bene fugare ogni dubbio, quindi la prego di verificare di persona!” Lo guardai supplicante..”Noo… .zio… .ti prego… .questo no… … non voglio… .” Ma sapevo che non avrei potuto oppormi. Il vecchio non se lo fece ripetere due volte, e passò la mano che aveva sopra la mia coscia in su, sino ad insinuarsi sotto il vestitino di cotone. Sentivo la sua manona farsi strada verso le mie intimità, la sua mano calda e forte che si muoveva lentamente sulla mia pelle. In quel momento non si sarebbe fermato per niente al mondo. Arrivò alla meta facendomi una leggera pressione sul pube, al di sopra delle mutandine di pizzo. “Nooo… incredibile! non ci posso credere… .Sei un uomo davvero!” disse quasi ridendo, ma non mosse la sua mano dal mio pube. Mi stavo eccitando. “Vede caro signore?” intervenne mio zio “Valeria in realtà non è una ragazza, anche se sembra tale” “Fantastico… .meraviglioso, ma… ..hehehe… ma allora ti piace vero puttanella?” Non poteva non accorgersi che mi stavo mio malgrado eccitando, e aumentò la pressione sul mio pube e stringendo la mano per saggiare quello che offrivo. Cominciavo a non capire più nulla, e reclinai la testa all’indietro, aprendo istintivamente le cosce. E poi fu un crescendo. L’uomo penetrò con la mano callosa dentro ai miei slip e prese il mio piccolo pene con tutta la mano, muovendolo leggermente, mentre con la bocca cominciò a sbaciucchiarmi e a leccarmi il collo. Dall’altra parte, mio zio non rimase a guardare e, dopo avermi fatto cadere una spallina del vestito, intrufolò la mano dentro al reggiseno, stringendomi le tettine e i capezzolini. “no… .vi prego… .smettetela… .ahhh… ..mi vergogno… .” Mi sentivo violata e usata, impossibilitata di reagire e al contempo eccitata per quegli uomini che mi stavano accarezzando e baciano il corpo. “Caro signore….. lei è fortunato ad avere una tale fichetta per le mani……” disse l’uomo mentre continuava a sbaciucchiarmi e stringermi il pene “Si, ha proprio ragione…..e soprattutto è molto ubbidiente….le piace essere comandata…” “molto bene, mmm senti che cazzetto minuscolo…..sembra proprio nata per essere scopata e non per scopare….” “Hahahaha ha proprio ragione..” Mi sentivo un oggetto. Quei due parlavano tra loro come se io fossi solo una corpo da toccare e usare, ma al contempo mi sentivo eccitata e stavo perdendo la testa, tanto che non riuscii a trattenere dei gemiti sommessi per il piacere che stavo provando. Avrei dovuto fermami, sapevo che quello che stavo facendo non mi avrebbe portato nulla di buono, ma al momento il desiderio sessuale cancellò la mia coscienza. “Deve essere molto giovane questa troietta…” continuò il vecchio porco… “ha 19 anni e ho scoperto da poco che in realtà ha questa perversione….., ma è stata una scoperta piacevole” Mio zio mi prese la mano che tenevo immobile lungo il fianco e la portò tra le sue gambe, dove scoprii che il suo cazzo era già fuori dai pantaloni ed estremamente duro. Mi chiuse la mano attorno facendomi capire che lo dovevo masturbare. Iniziai a muovere lentamente la mano con su e giù, con un movimento un pò scomposto, mentre l’altro uomo, che aveva visto la scena, decise di fare altrettanto, prendendomi l’altra mano e intimandomi di menarglielo. Non reagii nemmeno a questa richiesta, stringendolo decisa e scoprendo che aveva un pene enorme che faticavo cingere. “Ohhhh…. fantastico….. sii continua puttanella…. cosiii….” Sembrava impazzito….. mi prese la testa e mi cacciò con violenza la lingua in bocca, riversandomi la sua bavosa saliva in bocca e rovistandomi il palato. Finì presto, comunque, perché ad un certo punto li sentii venire quasi in contemporanea….e vedendo gli spruzzi delle sborrate ricadermi sulle mani. Rimanemmo in silenzio qualche secondo, poi feci per ritrarmi ma l’uomo mi fermò la mano: “mmmm sei stata fantastica ragazzina, ma ora voglio vedere la fine del film mentre tu continui a tenermi il cazzo al caldo con la tua manina ….” Era un vero porco! “Ehehe…. bravo, ha avuto una splendida idea….. vero Valeria? Anzi, non muovere le mani per nessun motivo, e rimani in quella posizione” “Si, come volete.” E rimasi ferma in quella umiliante posizione. Ero adagiata sulla poltroncina, con il vestito che ormai era salito fino al di sopra delle mutandine, le spalline abbassate con il reggiseno in esposizione e le braccia distese verso i miei due uomini, con le mani appiccicose che tenevano i loro peni. Così rimasi fino al termine del film, durante il quale, il vecchio si fece masturbare ancora una volta usando la mia manina come una figa tenendomela ferma e andando avanti e indietro. Quando le luci si accesero mi affrettai a ricompormi per paura che qualcun altro vedesse le condizioni in cui mi trovavo e chiesi a mio zio se potevo andare al bagno. “Certo, ma sbrigati che è già tardi. Io intanto scambio due parole con il nostro amico.” Mi allontanai verso il bagno delle donne sicura di essere seguita non solo dallo sguardo di mio zio e dell’altro tale ma anche da quello di molti altri presenti che stavano lasciano la platea. Dopo dieci minuto eravamo già in macchina verso la via del ritorno. Mi sentivo frastornata per quella esperienza ed estremamente umiliata: mi ero lasciata toccare e baciare da uno sconosciuto e lo avevo anche masturbato senza quasi protestare. Mi vergognavo di me stessa e imprecavo dentro di me verso lo zio che mi aveva spinta a fare una cosa del genere.

