1Conobbi Matteo alla ragioneria.All’epoca entrambi sedicenni, diventammo subito amici, condividendo diverse esperienze, tra cui qualche canna, i primi concerti, le compagnie femminili.Io ero spesso ospite a casa sua, avevo un discreto rapporto con le due sorelle maggiori e con il fratello minore, che spesso usciva con noi e con gli amici.Gli inverni, per lo più al chiuso, mi avevano fatto approfondire anche la conoscenza con i genitori, persone a modo e simpatiche.La famiglia viveva in una villetta modesta, il padre era un assicuratore, mentre la madre una dottoressaEntrambi 50enni, non erano esattamente il prototipo della salute fisica.Lui Saverio, smilzo ma con un ventre prominente esageratamente fuori misura, baffuto e con la faccia tonda.Lei Maria, che perdeva e prendeva chili, ma restava la classica signora bruttina, con il bacino molto largo, e le grosse tette cascanti.Molto religiosi, avevano una delle figlie, Mara che incarnava la perfetta suora.L’altra figlia, Gianna, sembrava dedita allo studio e quindi destinata ad una carriera universitaria brillante.Io e Matteo ce la cavavamo benino, e Filippo, il fratello minore già pregustava il momento di poter fare le prime esperienze lavorative all’estero.L’estate in cui finimmo la ragioneria, entrambi 19enni da pochi giorni(i compleanni erano rispettivamente il 13 ed il 18 di giugno), decidemmo nel significato proprio della parola, di non fare un cazzo di niente, a parte ovviamente le varie pratiche per accedere all’università.Già da due anni,le sorelle maggiori di Matteo avevano lasciato il gruppo, e dunque l’unica donna della casa era Maria. In un ambiente circoscritto, si finisce per accontentarsi, così tra le molte seghe che mi ero fatto, ogni tanto mi era capitato di pensare a lei.Due furono gli episodi che mi spinsero a sognare del sesso con lei, il primo quando la vidi per una frazione di secondo a seni nudi di fronte allo specchio, la seconda dopo averla spiata dal buco della serratura.Comunque sia, lei non era una bella donna, ed inoltre la sua fede era talmente ostentata da renderla una specie monaca.Crescendo però le cose andarono peggiorando, e la mia attrazione morbosa nei suoi confronti, andava e veniva a periodi. Sino a quell’estate infatti, almeno un mese l’anno, lo dedicavo solo a fantasie costanti su di lei, spesso contorte e troppo sofisticate.Incredibilmente, ero passato dall’immaginare una serie di rapporti, in cui scoprivo che era una porca che amava il sesso, addirittura ad immaginarmi schiavo del marito che mi teneva segregato in casa e mi scopava appena possibile, facendo di me la sua donna.Abbandonate quelle immagini contorte, vissi abbastanza serenamente l’estate del diploma, estate in cui accadde un singolo episodio particolarmente stimolante, ma che in quanto vero non mi suscitò fantasie, ma solo voglie concrete.In pratica nell’ammirare il cielo dalla finestra, le strusciai il bacino sul sedere, stando ben accorto a fingere di farlo per sporgermi meglio.Comunque, arrivai a settembre senza tanti problemi, dopo una estate fatta di discoteche e festini privati. 2Maria si stava sistemando il camice, il turno cominciava tra poco.L’infermiera Paola le passo di fianco salutandola. Lei ricambiò e finì di prepararsi.Il dottor De rossi, chirurgo, fece capolino dalla porta, poi entrò.Maria vedendolo sussultò.Che maleducato sembrava voler dire.Lui le sorrise e la raggiunse, allorché Maria chiuse il camice con le mani coprendosi.-Salve dottore–Salve dottoressa, tutto bene?–Certo, lei?–Si, i suoi figli, suo marito? Ultimamente ha spostato il turno quindi non sono aggiornato–I mie figli stanno bene…–E quel cornutone di tuo marito-, disse il dottore stringendola a se.Era esattamente per quel motivo che aveva cambiato turno, ormai la cosa diventava pesante. Erano tre anni che praticamente si ritrovava ad essere la puttana dell’ospedale.Dottori, portantini, infermieri, tutti la scopavano a piacimento, la fottevano anche a gruppi, ed ovviamente le voci circolavano.Molti giovano professionisti la consideravano solo una vacca disponibile con cui togliersi qualche sfizio, per i vecchi invece era una bella scopata gratis.Il dottor De rossi era un uomo di 58 anni, laureato con lode, capace a sentir dire, ma molto volgare, sia negli atteggiamenti che nelle espressioni.Aveva i capelli bianchi ed un viso rugoso ed antipatico.Fece forza e le aprì il camice, le sue tettone penzolanti vennero fuori. Le strinse tra le mani e prese a leccarle.-Devo iniziare il turno–Ci sono i colleghi. Togliti tutto e resta nuda mignotta.Maria obbedì titubante restando solo in reggicalze bianco-Sicuro che ci sono i colleghi, non vorrei capitasse qualche emergenza!-De rossi la spinse verso il basso in ginocchio. Con le mani ai fianchi, pretese che fosse lei a tirargli fuori il pisellone, una bella spada scura penzolante.Maria lo prese in bocca, lo ingoiò, prese a pompare e si attardò sulla cappella, poi dopo un minuto di lingua attorno al glande, riprese a fare su e già, cercando di ospitare il cazzo del dottore che era già cresciuto fino ad una bella misura.Il vecchio era un campione a parole ed a misure, ma di fatto, la prese per la testa ed intensificò il ritmo godendo in pochissimo tempo.Alcuni schizzi finirono sulla lingua, Maria fu lesta a tirarlo fuori, stringerlo con la mano sinistra e farlo finire sul torace e sulle tette.De rossi pretese di farglielo tenere in bocca sino a che non si fosse ammosciato del tutto, poi andò a far pipì, e le urlò dal bagno:Maria, pulisci bene e lavati la bocca, adesso arriva De Santis!–Ma insomma, io devo andare a lavorare, la vogliamo smettere–Zitta che non ci credi nemmeno tu, fai presto che io lo copro!-De Santis era un quarantenne ben messo sposato con due figli, uomo distino, ma che come gli altri, si trasformava in un vero stronzo di fronte a lei, ovviamente, la puttanaccia di tutti.La sua passione era il culo, quindi si preparò ad essere sfondata.L’altro pretendente arrivò in cinque minuti, con fare arrogante si slacciò la patta esibendo la proboscide.-Vaccona ti sei lavata bene almeno, non mi va di venire a contatto con il succo di De rossi-.Mari annuì come al solito remissiva, ma parecchio incazzata per quel modo di fare.-Guarda che tette cascanti, e che culone, ma perché non ti rasi la figa e le ascelle, così diventi più presentabile!–Se ti faccio tanto schifo che ci fai qui, puoi anche andartene a quel paese-De angelis la prese per la faccia e la spinse verso il basso per farsi ciucciare il pisello.-Perché mia moglie me la scopo a fatica, e quelle troiette delle infermiere non me lo danno il culo, loro possono permetterselo-Maria umiliata stava per tirarsi indietro, profondamente offesa, ma alla fine sapeva bene che le cose stavano esattamente in quel modo. Lei era una gran troiona, amante del cazzo e sotto sotto, leggermente masochista, in quanto quel trattamento spesso le faceva piacere.Non era mai stata un bel pezzo di donna, ed ora che invecchiava ed il suo aspetto poco curato si notava sempre di più, aveva bisogno di sentirsi scopata, riempita e cercata, anche se solo come buco, come sfogo puramente sessuale, di tanti cazzi di ogni età.Appena il cazzo di De Angelis ebbe raggiunto l’erezione completa, il dottore la fece sollevare e voltare, poi le ordino di mettersi a novanta gradi, poggiata sul lettino e di non muoversi.Presa la vaselina dall’armadietto, si lubrificò appena solo il cazzo e con cattiveria la inculò.I colpi violenti le facevano male, il culo lo dava praticamente ogni giorno, ma non tutti avevano un cazzo del calibro di De Angelis, inoltre occorreva sempre e comunque un minimo di lubrificazione.-Tieni puttana di merda, l’ennesimo cazzo nel culo, stronza!-i colpi si intensificarono, sino a mescolarsi con degli schiaffoni cattivi sulle natiche.Stava godendo, e parecchio, in cuor suo pregava che il porco la maltrattasse ancora.Il dottore usava il culo a suo piacimento, l’orifizio slabbrato accoglieva il cazzo turbinante in tutti i modi. Lento, veloce, a rotazione. Di tanto in tanto lo tirava fuori e le schiaffeggiava le chiappe con il glande violaceo.-Senti che puzza di merda che esce dal tuo culo sfondato schifosa, non te lo fai mai un bel bidet?-Maria paonazza in viso venne, il dottore se ne accorse perché aveva smesso di assecondare il movimento.-Puttana di merda-le disse e poi le venne dentro, sborrando anche l’anima.Una vecchia puttanaccia sfatta, ma di quelle che davano il culo e si facevano trattare in tutte le maniere.Maria si stava ancora toccando la vagina, quando De angelis la voltò verso di se per baciarla. Maria ne fu felice, visto che in genere quel bastardo dimostrava repulsione, ed anche se in realtà voleva solo volgarmente attorcigliare la lingua attorno alla sua, lo fece con passione, masturbando di propria iniziativa il cazzo che si andava ammosciando. Furbescamente, in quel modo, pensò anche di pulirlo in parte, poi lui la prese per la spalla e la mise in ginocchio.-Pulisci-Lei ripulì il cazzone, leccando anche qualche pezzettino della sua stessa merda.-Brava, pulisci, e ringrazia il cielo che non ti ci ho pisciato in quel culone!-la bocca di lei era sporca si sborra…. Mi svegliai si soprassalto.Che cazzo di sogno, Maria scopata da tutti come una troia, la donna più casta che avessi mai conosciuto con noncuranza, a disposizione di vecchi bastardi dal pisello grosso.Stavo peggiorando evidentemente, ora non mi bastava più fantasticare su di lei o sul marito, la vedevo anche scopata da altri, la immaginavo sul lavoro mente uomini dal camice bianco le facevano provare i bastoni.Capivo che l’idea che lei potesse avere una vita segreta da troia, era l’unico modo che avrei avuto per avere dei rapporti sessuali con lei, ma quella strana ossessione che si manifestava anche a livello inconscio, sopita per un lungo periodo, ora mi preoccupava.Il tempo della masturbazione sofisticata era passato da tempo, ed in mezzo a sesso normale e pugnette veloci, quel ritorno alle origini era un martello tra capo e collo.Chissenefrega pensai, e velocemente, sfruttando a pazzesca erezione che mi ero ritrovato, mi masturbai velocemente.Nella testa, rivedevo le immagini dell’ultimo uomo che l’aveva pompata nel sogno, provando una strana remissività di fronte ad una autorità, che anche se solo in un sogno, trattava come voleva, una donna che io potevo solo sognare.La il torpore ed il sonno ebbero il sopravvento. Ma che diavolo, si, pensai, mi rimetto a dormire e sia quel che sia.Ripresi sonno rapidamente, pensando al mio uccello duro, sperando magari in una bella polluzione. Tre infermieri si facevano sbocchinare in un corridoio vicino all’uscita di sicurezza.2 Erano abbastanza avanti con gli anni, il terzo era giovane.Maria in ginocchio pompava i loro cazzi a turno, obbedendo diligentemente alle loro voglie.-Certo che avere questa troia qui è proprio una pacchia–Certo, se ti vuoi svuotare i coglioni vai da lei e amen–Meglio fotterla in bocca, il resto fa pena con tutti quei peli sulla figa–è vero, a stà baldracca bisognerebbe metterla apposto, sennò mi verrà difficile anche usarla come buco!Mentre gli uomini parlavano in quel modo, lei incurante continuava a spompinarli tutti e tre senza mai fermarsi.Tre bei cazzi l’avevano mandata in estasi.Stanchi del trattamento la condussero nella sala d’aspetto.Il più giovane degli uomini si sedette su una panca e facendola impalare su di se prese a scoparla.-vai puttana, stronza, muoviti più veloce, lucidami il cazzo!-gli altri due si spugnettavano perché la donna non era in grado di sporgersi in avanti per ciucciare i loro membri frementi.Sul punto di venire, l’infermiere la fece scendere a terra per ricoprirle la faccia di sperma. Mentre si masturbava, uno dei dottori entrò nella stanza per prendere una bibita al distributore, l’infermiere le venne in faccia spruzzando fino agli zigomi.Il dottore con noncuranza prese a bere la sua bibita, del tutto immerso in alcuni documenti che aveva tra le mani.Il secondo infermiere le si avvicinò pronto a liberarsi…La sveglia suonò lasciando il sogno incompleto….maledizione dovevo andare dallo psichiatra.

