Accarezzo i corti capelli di Sophie, mentre lei è china sul mio sesso, asciugandolo con un fazzoletto e ripulendolo del nostro amore. Le mostro come fare, è importante che riesca, con quei gesti, a trasmettere sicurezza e fiducia a chi li riceverà.Ci siamo ricomposti, e risaliamo le strette scale che portano alla sacrestia. Prima di aprire la porta le appoggio due dita sul collo, controllandole le pulsazioni. Faccio lo stesso su di me. In sacrestia le nostre tracce saranno di nuovo visibili, e se vengono rilevate alterazioni dell’organismo siamo nei guai. La conduco nel mio ufficio e la faccio sedere nell’ampia poltrona di fronte alla scrivania. La osservo per un momento, gusto il silenzio che ci unisce. Poi comincio a parlare, la mia voce riprende il tono ieratico con cui dispenso le assoluzioni.”Non sarà facile, Sophie. Cerca sempre di non correre rischi inutili, se rimani viva puoi aiutare tante persone, molte di più che se ti fai ammazzare per un atto d’eroismo. Meglio aspettare ed essere sicuri che aver fretta erischiare.”Annuisce. Le porgo un foglietto.”Imparalo a memoria e poi distruggilo. Non darlo mai a nessuno. Quando padre Aliprandi riterrà di darti un tuo account, potrai comunicarmelo, e io farò in modo di diffonderlo nella Colonna. Ma anche quello dovrà essere divulgato solo all’interno della Colonna, non pensare neanche di darlo all’esterno.”Sophie mi guarda, poi guarda il foglietto.Il mio codice di account JP-II. *********************Alle 11.16 di Greenwich entrarono in azione i Bruciatori.Le strutture in materiale non combustibile vennero disintegrate, i corpi vennero cremati sul posto. Vi furono altri morti. Alcuni si avvinghiavano l’uno all’altro, cercando disperatamente di confortarsi con il contatto fisico, e immediatamente spuntava un Mortifero che li falciava con una raffica. Poi anche i loro cadaveri venivano ripuliti.Le strade erano ancora ingombre di macerie quando si sentirono le voci amplificate. Non ricordo cosa dissero, non credo che nessuno possa ricordare niente, eravamo tutti troppo distrutti per recepire alcunchè, ma il messaggio venne ripetuto per ore ed ore, e finalmente alcuni concetti fecero breccia nei nostri cervelli devastati. La Rivoluzione Pulsionale era finita. La salute spirituale del genere umano era ancora in pericolo.Ogni attività anche remotamente connessa con il sesso avrebbe comportato l’immediata esecuzione dei praticanti.Il futuro dell’umanità era nell’ectogenesi, la riproduzione artificiale.La Federazione Planetaria si dichiarava spiacente, ma non c’era altro da fare. Non c’era altro da fare.Mi sporsi sul parapetto del ponte che collegava Mont Saint Michel alla terraferma, dove il mio gruppo stava camminando verso il pullman che ci avrebbe riportato a Silvange, e vomitai tutto il mio orrore. Riuscii a non svenire, allora, ma crollai a terra due ore dopo, quando scesi dal pullman e vidi che Silvange non esisteva più. **********************”Abel?””Si?””Cosa faremo dopo?”La fisso negli occhi. L’avevo scelta anche per quello; era intelligente, e riusciva a vedere al di là dell’immediato.”Arriverà il momento in cui non riusciremo più a nasconderci. E per allora dovremo neutralizzare la Rete Planetaria.”Sul suo volto leggo la paura, ma non la sorpresa.”Come?””Non lo so, non sono un esperto. Altri più bravi di noi ci stanno lavorando su. Ma il nostro compito sarà preparare la gente, ridurre il minimo i possibili sussulti reazionari. Se uomini e donne saranno pronti, senza piùpaura, potremo sperare che la situazione possa diventare stabile.”Abbassa la testa, ma non prima che io veda guizzarle in volto un risolino.”Che c’è da ridere?”Sophie adesso ha un’espressione che non le avevo mai visto, da quindicenne birichina.”Così, poi, potremo tornare a rispettare i nostri voti…” ************************Facemmo l’unica cosa possibile: tornammo indietro. A Mont Saint Michel ci ripresentammo da padre Henri, che cercò di sistemarci come meglio poteva. Poi mi condusse nel suo studio e mi disse:”Ho ricevuto un primo rapporto da Roma. Il Santo Padre ci ha lasciati. Era in aereo, stava tornando da Bogotà.”Mi accasciai sulla sedia. Henri non mi permise di lasciarmi andare, e di questo gli sarò grato in eterno.”Abel, dobbiamo essere forti, adesso. I fedeli guarderanno a noi, cercheranno il modo di sopravvivere, e non ci possiamo permettere lo sconforto.”Mi guardò. Evidentemente vide abbastanza lucidità nei miei occhi da spingerlo a continuare.”Conosci padre Ernesto Aliprandi?””Il segretario di Stato vaticano? Soltanto di nome. E’ ancora vivo?””Si, è da lui che ho ricevuto il rapporto. Adesso è lui il nostro punto di riferimento. E penso che abbia già un piano.”Lo guardai sconcertato.”Henri, il mondo è finito. L’Apocalisse ci ha raggiunti. Come faremo a…”Mi fermai. Qualcosa non tornava.”Ma tu come hai fatto a ricevere notizie da Roma?”Henri sedette di fronte a me, e mi fissò.”Tramite JP-II.”Lo fissai a mia volta.”Cosa?””Il Vaticano alcuni anni fa ha sviluppato una rete di comunicazione a sè stante. Nessuno ne conosce l’esistenza, neanche la Federazione, ed essendo una tecnologia radicalmente diversa non possono intercettarla. Siamo i solia poter comunicare fra noi. E padre Aliprandi sta di sicuro studiando un modo per mettere a frutto la cosa.”Non dissi niente. L’enormità della cosa mi stava entrando nel cervello.”Non possiamo restare a guardare, Abel. L’apocalisse ci ha raggiunti, è vero, ma non deve distruggerci. Non se possiamo impedirlo. E credo che solo noi possiamo.” ********************”Brutta impertinente! Guarda che almeno fino a domani sei solo una novizia, quindi non ti permettere!”Sophie mette un broncetto delizioso.”Mi dispiace…”Faccio finta di sbollire.”Va bene, per stavolta sei perdonata. Ma guarda che sorella Ute non sarà così comprensiva.””Com’è? La conosci?””No, ma me ne parlano bene. E l’Armorica è deliziosa, te ne innamorerai. Non…””C’è qualcuno qua fuori.”Si blocca, voltandosi verso la porta, oltre la quale adesso anch’io sento un suono estraneo. Mi alzo e corro ad aprire la porta. Mi trovo davanti un viso adolescente che conosco, in lacrime.”Padre…””Laure, che hai? Che è successo?”Non finisco la frase. Laure mi mostra le dita della mano destra. Scorgo un leggero brillio.”Ho paura, padre…””Sophie, portala nella cripta. Svelta!”
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