Due giorni dopo ero già qui a Strasburgo. Un piccolo Mercurio venne a prelevarmi, e durante il viaggio una concione preregistrata mi diceva quanto fosse importante il mio operato e di non esitare nella mia opera di catechizzazione dei superstiti. Mi ripetè fino all’esasperazione il fatto che neanche la sessualità coniugale sarebbe stata permessa, e che la continuazione della specie umana non riguardava più la famiglia, bensì la Federazione Planetaria.Padre Hans, il mio predecessore, era rimasto ucciso mentre cercava di fermare i Mortiferi, ma Jean-Francois, il vegliardo sacrestano, era ancora vivo, e mi accolse nella chiesa, dandomi tutte le informazioni che mi servivano.Mi ci volle poco per trovare il comunicatore JP-II, che logicamente era nell’urna sull’altare maggiore, dove nessuno a parte il sacerdote poteva mettere le mani. La batteria zinco-carbone, obsoleta e quindi non individuabile dai satelliti, era quasi nuova; sarebbe durata ancora degli anni.Il messaggio da Roma era là ad attendermi. Mentre lo leggevo mi resi conto della grande intelligenza di padre Aliprandi, che aveva trovato forse l’unico modo di poter contrastare la Federazione.Mi resi anche conto che, perchè il piano funzionasse, era necessario rinnegare i miei voti. Era ironico il fatto che solo quelli fra noi che finora li avevano rispettati erano sopravvissuti; la maggiore esperienza degli altri ci sarebbe stata utile. Ora dovevamo imparare ad amare anche con il nostro corpo, e distribuire di nascosto quell’amore mentre dovevamo condannarlo in pubblico.Risposi al messaggio con la frase di prammatica:”Nulla mi mancherà.”Nel modo più strano immaginabile, ero entrato nella Resistenza. ********************************Devo fare in fretta. La mia stanza. Il balcone. Il segnale per Jean-Francois. Di nuovo in sacrestia. In chiesa. Il confessionale. La tendina.Dopo neanche mezzo minuto dei passi zoppicanti risuonano per la navata. Un tonfo sul sedile di legno.”Sia lodato il Signore.”Un sospiro di sollievo.”Perchè ti ha creato, amico mio.”Passa un altro minuto. Sento il fischio, acuto, da dietro il portone principale. Sono arrivati.Cerco di fare la faccia scocciata. Non mi riesce difficile. Apro il portone scostandomi di lato, so già che mi passerebbero sopra senza problemi.L’ordigno sospeso a mezz’aria entra, si ferma, inonda la chiesa di impulsi. E’ uno solo. Punta il suo obiettivo su di me, come un monocolo d’altri tempi.Rilevata-attività-pulsionale-epicentro-150/41/78. Identificare.”Abel Ruiz Medina. 851F1689KK2. Certo, ragazzi, tutte le volte che Jean-Francois ha un incubo è la stessa storia!!”Il coso ronza. Sta elaborando. Finalmente punta la caramella sul confessionale.Rilevata-presenza-occultata. Identificare-5 secondi-4 secondi…Parlo in fretta.”L’ho già detto, è Jean-Francois, il sacrestano. Jean-Francois Stanek,851…Com’è il tuo codice?””Un attimo, padre, ce l’ho scritto…”E’ un grande attore, Jean-Francois; riesce a sentire la paura, l’urgenza, si fruga il cappotto come un dannato, finchè il Mortifero annuncia:Controllo-registrato. Situazione-normale. Continuare-fornire-assistenza.Esce. Chiudo il portone. Jean-Francois non ha finito, non può rilassarsi ancora. Manterrà la sua parte a beneficio dei satelliti fino a casa, dove ingerirà del vino o una tisana, che si prenderà il merito di averlo calmato.Non ci diciamo niente, non ce n’è bisogno. ************************Me lo aspettavo più difficile di quanto in effetti non è stato.Strasburgo era una città viva come poche al mondo, e la gente aveva esorcizzato la follia del massacro rifugiandosi nella pittura, nella musica, nei bambini. Alla Petite-France i superstiti della Filarmonica si erano dati appuntamento, e il quartiere mi accolse con l’adagio del terzo quartetto d’archi di Schumann. Osservai a lungo i volti dei musicisti e degli spettatori, turbati dalla disperata sensualità di quelle note che facevano tremare le labbra e inumidire gli occhi.Le alterazioni biologiche dei presenti richiamarono diversi Mortiferi, la cui presenza spaventò e fece allontanare quasi tutti, mentre rimasero i musicisti e pochi altri. Probabilmente gli automi rilevarono l’aumento di adrenalina al loro avvicinarsi, e si distanziarono per ottenere letture più precise. Dopo un po’ ne rimasero solo due, di sorveglianza.Una speranza ancora senza forma mi stava crescendo nell’anima. **********************Lascio passare qualche minuto.Sophie e Laure sono chiuse a chiave nella cripta. Apro la porta e comincio a scendere. In fondo alle scale mi blocco.Sono di fronte a me, in piedi davanti all’altare. Si baciano. Le mani di Laure sui seni di Sophie. La mano destra di Sophie che accarezza il collo di Laure. La sua mano sinistra che scompare nei jeans della ragazza. Le due bocche che si staccano un istante, per consentire al gemito di Laure di farsi strada nella gola. Nessuna delle due si è accorta di me.Mi volto per tornare su, non voglio spaventare le due donne con la mia presenza, ma quello che sento mi blocca a metà scale. E’ bellissimo ascoltarle, con il suono arcano della cripta. So che non dovrei, che è un momento tutto loro, ma resto ugualmente. La mia mente dipinge la scena che non vedo.Ecco, un fruscio…la mano di Laure che scende, e raggiunge Sophie nel suo intimo…scosta la biancheria, accarezza timida il monte di Venere…Sophie mugola, le dita di Laure hanno trovato il punto…un altro gemito soffocato…Non devo, ma non resisto…non ce la faccio…scendo in silenzio due gradini, tre…mi sporgo un po’…adesso le vedo…Rimango di sale. Sembra una replica di quello che facevamo prima io e Sophie, solo che lei è al mio posto, e Laure al suo. La bocca di Sophie è incollata alla vulva della ragazza, mentre le sue mani le massaggiano le cosce. Il viso di Laure è rivolto dall’altra parte, ma non ho bisogno di vederlo.Laure infine porta una mano alla bocca e preme per soffocare il suo grido.Sophie si stacca da lei, ma la sua mano prende il posto della testa, che invece sale al volto di Laure per baciarlo.Brava. Da allieva a maestra, con naturalezza, come dovrebbe essere.Accarezza il viso di Laure, sorridendole, finchè lei non si calma. Poi le chiede:”Sei vergine, amore?” ********************Divenni uomo come gli altri circa due settimane dopo, grazie a una giovane violinista che si era offerta di suonare l’organo in chiesa.Charlotte.In confessione, lei mi parlò della sua musica, di come pensare e suonarla nella mente l’aiutava a non eccitarsi, quando i ricordi e i sogni cercavano di farsi strada nella mente. Le risposi che era un metodo comune anche in seminario, dove l’acuirsi della lussuria veniva curato a colpi di tediosissimi passi dell’Antico Testamento.Ridemmo, insieme. Ci eravamo compresi.Alla fine di una Messa domenicale, mentre le sue mani davano vita all’Ave Maria di Gounod, i suoi occhi si incatenarono ai miei. Quando l’ultimo fedele se ne andò corremmo nella cripta. Lei si spogliò davanti a me, si lasciò guardare. Mi fece cenno di spogliarmi a mia volta, dandomi sicurezza mostrando di apprezzare la vista del mio corpo nudo. Circondò di carezze il mio pene e i miei testicoli, prima con le mani, poi con i seni…chiuse gli occhi…il mio membro sul suo viso…nella sua bocca…Le venni addosso, in gola. Ero mortificato, ma lei tenne gli occhi chiusi, sembrava che stesse gustando qualcosa di dolce e buono.”Va bene, Abel…possiamo continuare…”Era vero. Ero di nuovo pronto, pronto per lei. Mi fece sdraiare supino, e ricominciarono le carezze…sul petto…più giù…le mie mani che salivano a toccarle i capezzoli…poi al suo volto…un dito le entra in bocca…Mi prese, dolcemente. Mi guidò in lei. Feci in tempo a mormorare:”Signore, perdonami, perchè ho peccato…”Distinsi a malapena la voce di Charlotte, mentre stava cambiando per sempre il mio mondo.”Il Signore ti perdonerà, Abel. Sei nel giusto.” ***************”Si, signora.”Sophie ride.”Non ti sembra che ci conosciamo abbastanza per chiamarmi per nome?”Ride anche Laure, un po’ nervosamente. L’effetto è strano, lei nuda dalla vita in giù e Sophie che le accarezza il viso e il pube mentre le parla.”Stai bene?””…Credo di si…si…ho un po’ freddo…””Aspetta, ti rivesto…””No, non importa…magari restiamo così per un altro po’ .. se lei … se tu vuoi…””Certo che voglio, amore. Mi piace.”Laure sorride, e finalmente la sua mano cerca di nuovo Sophie, il collo e la guancia. La mano di Sophie invece sale dall’inguine di Laure, si insinua sotto il maglione. Capisco dai movimenti che le passa il palmo aperto della mano su entrambi i capezzoli. Laure sospira, vedo che il corpo si rilassa, si concentra sul movimento circolare. Sophie abbassa la voce, a stento distinguo ciò che dice.”Vorresti andare avanti, piccola mia? Fino in fondo?”Gli occhi di Laure si aprono di più, la sua voce si fa incerta.”Ma…come? Come possiamo fare?”Sophie usa di nuovo il suo istinto. E’ più brava di me, che avrei affrettato i tempi…anche perchè la mia eccitazione è innegabile. Mi sarebbe piaciuto prenderle entrambe, insieme, la bambina e la novizia…Ma sarebbe stata vanità, non amore.Sophie continua:”Non adesso. E’ troppo presto. Il momento arriverà anche per te. Parlane con padre Abel.””Padre Abel? Ma…lui…””Non ti piace? A me sembra bello…”Laure arrossisce. Arrossisco un po’ anch’io, non sono abituato a sentir lodare la mia immagine.”Si…piace tanto anche a me…ma lui è un…”La voce di Sophie si abbassa di tono, diventa quasi provocante. Mentre parla, accelera i movimenti della mano, scopre i seni della ragazza…le monta sopra…le strofina il pube con il pube…ansimando…”Anch’io lo sono, te ne sei scordata?”Adesso dovrei decidermi a risalire la scala e a lasciarle sole. Ma non posso, sono troppo eccitato, e ciò che sento non mi permette di calmarmi; se uscissi ora verrei individuato subito. Mi siedo sul gradino più alto della scala, e aspetto.Le ascolto ancora. E’ meraviglioso.Grazie dei tuoi doni, mio Signore. Domenica mattina.In teoria questo non sarebbe il mio posto, ma le gerarchie ecclesiastiche si sono dovute adattare alla situazione, quindi adesso ci sono io davanti all’altare maggiore, che ripeto formule antiche verso la figura prona di fronte a me, con le braccia aperte.Il mio sguardo sorvola gli astanti. Jean-Francois, appoggiato al suo bastone, nella sua tunica bianca. Charlotte, che suona l’adagio di Albinoni. Anouk e Stefan. Julie. Nadine. La vedova Berthier. E Laure. Che abbassa gli occhi quando la guardo, arrossendo. Dopo, sarà lei la protagonista di un’altra cerimonia di iniziazione.Ma adesso tutti gli occhi sono sul corpo disteso in mezzo alla navata.Mi accorgo che la mia voce trema un po’, mentre dico:”Alzati, sorella Sophie.”Si solleva da terra, mi guarda.Sorride, mentre la consegno all’aborto di mondo che ci è stato dato.Stai attenta, amore mio.Stai attenta.
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