Silvia aveva avuto una serata pesante in discoteca. Silvia aveva i capelli neri lunghi lisci fino all’inizio delle tette, occhi scuri e un viso con un piccolo neo sulla guancia sinistra. Era snella e alta. Quella sera Silvia indossava un lungo abito nero e finalmente in camera sua fu felice di toglierselo. Si slacciò anche il reggiseno e rimase con addosso solo un tanga rosa sottile e aderente davanti e con semplice filo dietro che attraversava il suo sedere rotondo e sodo. Si fermò a fissarsi allo specchio che aveva in camera: i suoi capelli lunghi castani e lisci le arrivavano proprio all’inizio di un bel seno rotondo e sodo con due capezzoli circondati da un alone più scuro, scendendo si soffermò un po’ sulla pancia piatta e poi si decise a girarsi e osservare anche il suo sederino, infine rimanevano solo due gambe lunghe e lisce. Indossò un pigiama corto rosso, andò sotto le lenzuola e spense la luce quando le vennero in mente i trascorsi sessuali in quel letto. Iniziò a ricordare quando aveva perso la verginità tra quelle lenzuola con il suo compagno di scuola che lei aveva soprannominato Genius.Quella volta l’aveva invitato a casa sua per studiare scienze. Dopo poche pagine Silvia si accorse che il compagno di scuola continuava a fissarla. Era estate e quindi lei indossava solo un paio di jeans chiari e una maglietta rossa aderente che risaltava il suo seno sodo e faceva intravedere appena la forma dei suoi capezzoli, i capelli erano sciolti ma tenuti all’indietro con una fascia rossa. Silvia faceva finta di niente e continuava a leggere sul libro, invece dopo poco Genius prese l’iniziativa e appoggiò una mano sulla coscia di lei. Iniziò ad accarezzarla su e giù partendo dal ginocchio per arrivare fino a poco prima di quando le gambe iniziavano a diventare troppo strette. Poi si spostò ad accarezzarle la schiena fermandosi sempre prima dell’inizio dei jeans. Silvia leggeva incurante il paragrafo assegnato si compito. Genius riusciva a vedere il sedere dell’amica dentro un paio di mutandine azzurro chiaro e decise che doveva spingersi più avanti con la mano, quindi a ogni carezza guadagnava centimetri e poco per volta infilava un dito sempre più in profondità. Quando Silvia fu perfettamente sicura che non fosse più concentrato sulla scuola si girò verso di lui e si trovarono a 5 cm di distanza. Senza pensarci due volte Genius la baciò sulle labbra e visto che lei non faceva resistenza le infilò la lingua in bocca. Silvia a questo punto si alzò dalla sua sedia e si sedette a cavalcioni del compagno per ricevere altri profondi baci. Con le mani sulla schiena le sfilò la maglietta dai pantaloni sia davanti che dietro e vi intrufolò una mano per tastare la consistenza delle tette. Erano decisamente una seconda abbondante pressata in un reggiseno azzurro come le mutandine. Aiutandosi con l’altra mano glielo slacciò e lo lanciò sul letto. Lei intanto si limitava a ricambiare i baci e ad avvicinarsi sempre di più. Genius sembrava momentaneamente appagato da quel seno sodo e si dedicò a pizzicare i capezzoli eccitando non poco Silvia che si decise a darsi da fare e gli levò la maglietta e si fece sfilare la propria. Decisero di alzarsi e Silvia notò subito l’enorme pacco dell’amico risaltato dai jeans stretti. Si sdraiarono sul letto lui sotto e lei sopra. Silvia si ricordava perfettamente che ad un tratto si era fermata e si era seduta comodamente a cavalcioni del compagno. Lui di risposta decise che era il momento di slacciarle i jeans e quindi dopo il bottone le tirò giù anche la cerniera iniziando a intravedere l’inizio di quelle mutandine. Si alzarono in piedi sul letto e si sfilarono reciprocamente i jeans e rimasti solo in mutande si infilarono sotto le coperte. Silvia chiese a Genius di fare l’amore con lei e lui non si tirò certo indietro. Prese un profilattico e le chiese di metterglielo. Silvia aprì la confezione e tirò fuori quel rotolino di plastica, lo afferrò per il serbatoio e impugnato saldamente il cazzo glielo infilò. Genius tremava ogni volta che Silvia le stringeva l’enorme attrezzo che puntava verso l’alto. Silvia sempre a cavalcioni su di lui mise la sua passera bagnata in corrispondenza del cazzo e iniziò a infilarselo dentro. Prima faceva un po’ male ma era abituata alle serate che spesso passava sotto le coperte a darsi piacere con una zucchina. Mentre Silvia era intenta ad andare su e giù Genius sembrava ancora molto attratto dal culo della sua compagna e si divertiva a stringerlo e ad accompagnarlo nei suoi movimenti. Si spinse col dito sul buco e iniziò a infilarcisi piano. Dato che Silvia non opponeva resistenza si leccò un dito e dopo averle bagnato bene il culo ci intrufolò un dito. Era un’emozione che a Silvia piaceva molto, aveva già provato a masturbarsi con una carota davanti e una dietro contemporaneamente e ora era al colpo del piacere. Venne gemendo mentre Genius guardava le sue tette sode che ballavano sempre più per i movimenti scomposti dell’orgasmo di Silvia. Ci mise poco a venire anche lui e le riempì la figa con qualche spruzzata di sborra. La magia scomparve e i due riprese le forze tornarono alla scuola.Ora Silvia era lì sotto le lenzuola eccitata. Iniziò ad accarezzarsi le tette, poi a stringerle, rilasciarle e di nuovo. Chiudeva gli occhi per immaginare che ci fosse un ragazzo di fianco a lei a massaggiarla. Si sfilò la maglietta dai pantaloncini e vi introdusse la mano, ora poteva sentire il calore delle sue tette dure, passava tutte quelle curve e ogni nuova carezza la eccitava sempre di più. Stringeva fra le dita quei capezzoli che tanti ragazzi le avevano leccato e sentiva la sua passera inumidirsi poco per volta. Con una mano scese dal seno sulla pancia piatta e fino in mezzo alle gambe, accarezzava i pantaloncini del pigiama proprio sulla figa ma ancora non era soddisfatta quindi se li sfilò fino appena sopra le ginocchia. Nonostante indossasse ancora il tanga si passava il dito indice in mezzo alle labbra della passera. Con la mente viaggiava, ricordava ancora quel cazzo che l’aveva scopata la prima volta, lungo e duro che le procurava un piacere immenso. Ormai era sul punto di venire, si strusciava sul letto calda e eccitata e si contorceva dal piacere che le sue dita le stavano dando. Si sfilò anche le mutandine fino alle ginocchia e rimase con la figa finalmente libera. Prese il cuscino e se lo infilò tra le gambe e con un movimento continuò iniziò a strofinarci contro la passera. Con la mano sinistra apriva le due labbra più che poteva e con la destra ci infilava più dita possibile. Aprì il cassetto del comodino e tirò fuori un flauto dolce. Se lo mise tra le chiappe e stringeva i muscoli per sentire la sua durezza e immaginarsi ancora un grosso cazzo di fianco a lei. Quasi al colmo dell’eccitazione prese il flauto e posizionò la finta sul clitoride, iniziò a penetrarsi lentamente, poche botte e sentì il piacere avvolgerla, venne scompostamente mentre ancora si contorceva e infilava ora più velocemente il flauto nella sua passera. Ripresa la calma mise il flauto di nuovo nel comodino e si tirò su le mutandine e i pantaloncini.
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