E’ passato un mese da quando Cristina ha vissuto la sua avventura con lo stallone alla villa dell’industriale di Varese. All’inizio mi ero convinto che la sua bella fighetta si fosse ormai rovinata per sempre per la dilatazione eccezionale provocata dal focoso animale, ma poi mi dovetti ricredere perchè, solo dopo pochi giorni, era ritornata rosea e fresca come se nulla le fosse accaduto. Nonostante la pesante esperienza, il ricordo di ciò che aveva vissuto era rimasto vivo nella sua mente e le provocava forti emozioni erotiche al solo parlarne. Era chiaro che la desueta esperienza le era piaciuta assai più di quanto si potesse immaginare e che, se le fosse capitata l’occasione di ripeterla, avrebbe accettato di buon grado. Il racconto dei fatti di quella notte divenne una ripetizione abituale durante i nostri amplessi e l’enfasi che dava alla narrazione era tale che riuscì, poco alla volta, a coinvolgere anche me nella sua sempre maggiore eccitazione. Ora anelavo anch’io di riuscire ad assistere ad un eventuale secondo incontro di mia moglie col satiro di Varese ed il suo cavallo, ma non sapevo come fare per ottenere il mio scopo. Non avevo il coraggio di telefonargli per organizzare il tutto. Ebbi fortuna e non ci fu bisogno di un mio intervento diretto. Un giorno ricevetti un invito a presenziare ad un convivio presso la Terrazza Martini di Milano e francamente all’inizio rimasi sorpreso. Non sapevo di cosa si trattasse, nè perchè mi avessero invitato, ma quando entrai nel locale ebbi un tuffo al cuore perchè il mio anfitrione, che mi venne incontro per stringermi la mano, era proprio lui, l’industriale.- Veda di non scapparmi via perchè appena ho un attimo di tempo devo parlarle di una cosa importante! -La pressione arteriosa mi salì alle stelle per l’emozione e speranzoso che la cosa importante fosse quella che stava a cuore anche a me, rimasi sempre a portata di vista del mio ometto. Finalmente dopo una mezz’oretta mi prese sottobraccio e mi condusse fuori della confusione generale.- Immagino che lei abbia già capito perchè l’ho convocata qui oggi. Sì è proprio per quello, desidero incontrare ancora la sua signora. Sua moglie è una donna veramente deliziosa e mi ha conquistato per la sua eccezionale carica erotica. -Mentre a stento riuscivo a controllare la mia emozione per l’opportunità che mi veniva presentata, mi sentii balbettare la risposta per dettare le mie condizioni.- Non ci sono particolari problemi per organizzare ancora un incontro, mia moglie è senz’altro disponibile, solo che… — Non si preoccupi, sarà ricompensato adeguatamente e lei sa già che posso essere anche molto generoso – – No, no, le chiedo scusa se mi sono espresso male. Non mi riferivo ad un eventuale compenso, non voglio soldi nè regali d’alcun genere, il mio desiderio è solo quello di partecipare anch’io per assistere alle esibizioni di mia moglie. — Se è solo questo ciò che desidera, non ci sono problemi, potrà venire anche lei. Ho già il suo numero di telefono e le farò sapere quanto prima il giorno dell’incontro. -Ci lasciamo così, con una stretta di mano come fossimo vecchi amici e mi precipito a casa per comunicare la notizia a Cristina. La sera dell’appuntamento ci rechiamo alla villa. Sono agitato ed ansioso per ciò che avrò il piacere di osservare: mia moglie si farà penetrare da un cavallo! Sono così eccitato che se non fosse che mi attende una nottata di fuoco, avrei fermato la macchina in un posto isolato per scoparmela subito. Siamo ricevuti in forma privata, non ci sono altri invitati che, in una serata come questa, creerebbero solo confusione.- Buona sera Ingegnere… — Lascia stare l’Ingegnere, dammi del tu e chiamami per nome, Cesare. Benvenuta Cristina, questa sera sei bella più che mai… -Le sfiora una mano con le labbra poi la prende per un braccio e ci accompagna in un salone. Non facciamo in tempo ad accomodarci su un divano basso e spazioso che le mani del vecchio già frugano le mammelle di mia moglie attraverso la scollatura del vestito. – Ho pensato, considerando la serata che ci attende, di preparare un piccolo buffet a base di caviale, scampi ed aragosta, non credo sia vero, ma dicono che siano cibi afrodisiaci e in ogni modo sono ottimi da gustare, vi prego servitevi. -Sgranocchiamo appena un paio di tartine ed il porco si è già buttato addosso a Cristina strappandole quasi di dosso il vestito. Nonostante lui sia vecchio e laido mi eccita in ogni caso moltissimo vederla abbandonarsi fra le sue braccia e lasciarsi palpeggiare come una ragazzina. Lei gli apre le gambe per consentirgli di raggiungere la fica, lui gliela lecca sbavando da vero maiale e ogni tanto smette, solo per bere un flute di Champagne o parlare con me per farmi i complimenti sulla mia donna.- Guarda come lecco la figa di tua moglie, ti piace guardarla mentre si fa fare da un altro? Questa sera ne vedrai tanti che se la faranno, la vedrai chiavare con tutti i ragazzi della mia servitù ed in ultimo… con Roby… dal cazzo disumano ed il mio magnifico stallone. Su spogliati e vieni a fottere con tua moglie, ha la figa palpitante per la voglia perchè lei sa già ciò che l’attende! -Il vecchio è veramente brutto da guardare tutto nudo, ha il lardo tremolante che trabocca dalle pieghe del ventre ad ogni suo movimento. Mi chiedo come Cristina riesca ad avere rapporti con uno come lui, forse è solo perché è il mezzo per ottenere ciò che verrà dopo. Si lascia possedere e si dedica attivamente con la bocca a cercare di dare piacere a quel povero cazzo semimoscio che ciondola sotto il panzone. Per sua fortuna Cesare dura poco. Dopo aver goduto ha il respiro asmatico e mi fa anche un po’ impressione, temo che possa sentirsi male, ma evidentemente e per fortuna non è così. Preme il bottone di un campanello e subito appaiono due uomini di mezza età, già nudi, che ritengo siano i suoi camerieri. Uno di loro, infatti, è quello che ci ha introdotti nella villa. Con ben altro impeto si dedicano a coprire il corpo di Cristina con baci e carezze. Mia moglie si abbandona alle loro attenzioni afferrando a piene mani i due cazzi turgidi e frementi di voluttà, li masturba, li succhia, se li strofina fra i seni e sul ventre e finalmente si fa penetrare. Uno dei due le solleva le ginocchia all’altezza delle spalle mentre si muove veloce nel suo ventre. La penetra fino ai testicoli con colpi che a volte diventano violenti ma che strappano gemiti di godimento alla donna che, in pieno calore, offre rifugio con la bocca anche all’altro cazzo che reclama la sua parte. Così mi piace vedere mia moglie, concupita e posseduta delle voglie libidinose di più maschi ai quali riesce sempre a tenere testa. Non si concede ai loro desideri, alle loro voglie, è lei che pretende e comanda, è lei che impone i giochi ai quali vuole sottostare. Una vera femmina da letto, un’amazzone imbattibile che sa sfruttare il maschio di turno, sa come ammansire i suoi impeti virili soggiogandoli alle proprie volontà. Grida di piacere quando il secondo uomo, abbandona l’umido calore della sua bocca, la rigira sottosopra con l’aiuto del partner ed inizia a sodomizzarla. Il compagno intanto non abbandona il possesso della vagina intrisa d’umori e i due uomini si godono Cristina in una splendida doppia penetrazione. Lei grida e comanda i tempi del duplice amplesso, stretta fra i due uomini gode e li graffia mentre si dibatte come un’ossessa, poi invita Cesare offrendogli le tette da palpare e da baciare. Desidera e chiede di essere brutalizzata senza riguardo, in ogni maniera possibile e quando i due amanti stremati sprizzano il loro sugo nelle intime profondità delle sue viscere, si abbandona anche lei esausta mentre il vecchio continua ad impastarle le tette a piene mani. Cesare mi invita a possedere a mia volta Cristina, ma mi nego perchè la notte è lunga e desidero arrivare al momento più caldo della festa orgiastica in piena forma e non esausto. Glielo spiego e lui con un sorriso approva, poi si accoscia fra le gambe di mia moglie per pulirla con una salviettina profumata, ma il porco è più quello che lecca che quello che strofina col panno. Non ce ne siamo accorti, ma sono già passate quasi due ore da quando Cristina ha cominciato a subire gli assalti dei tre amanti. Ci rifocilliamo tutti con delle tartine e dell’ottimo champagne mentre Cristina riceve i primi complimenti per come si è comportata, complimenti che non tardano a scendere nel volgare, ma la cosa, anzichè infastidirmi, mi eccita ancora di più. Anche Cristina sembra apprezzare le volgarità dei tre uomini e quando si sente definire una grande troia, la migliore che sia stata ospitata in quella casa, offre loro la sua completa disponibilità e chiede di essere trattata come tale senza tanti riguardi. La prendono e ricominciano a montarla a turno ed è un piacere indescrivibile sentirla godere mentre si fa penetrare. Quando finiscono di fotterla è bagnata di sperma fino alle ginocchia e in uno stato di semi incoscienza è sorretta e condotta alla stanza da bagno per ritemprarsi con una buona doccia.- Sei pronta? -Le chiede Cesare mentre le offre una vestaglia leggera per coprirsi.- Sono pronta, andiamo pure, non vedo l’ora di ritrovare il mio amico. -Usciamo nel parco tutti nudi. Solo Cristina è parzialmente coperta ed è lei che ci guida sicura verso le stalle. Appena entriamo ci viene incontro Roby con un sorriso beffardo sulle labbra.- Ben tornata Signora! Ero sicuro che ti sarebbe piaciuto riprovare col mio stallone. — Non solo con lui Roby, non solo con lui, ricordo benissimo anche te! Il tuo… il tuo…– Il mio cazzo? E’ questo che vuoi bella signora? -Non proferisce altre parole, in un attimo si denuda e porge a Cristina, sostenendolo a due mani, l’uccello più grosso che abbia mai avuto occasione di osservare. – Devo cominciare subito a prepararla? -Chiede rivolto a Cesare che si limita, con un cenno del capo, a dare il via allo stupro selvaggio di mia moglie. Viene fatta adagiare supina su un lettino imbottito e senza ulteriori preparativi, è immediatamente penetrata dal pene asinino di Roby. Grida quando lo riceve nella vagina ma sono convinto che, se anche sente male, deve trattarsi di un dolore che la eccita a dismisura. La vedo, infatti, aggrapparsi ed artigliare con le unghie le natiche dello stalliere strattonandolo contro il proprio ventre per farsi penetrare ancora di più. Incrocia le caviglie sulla schiena dell’uomo mentre lo incita a sfondarla come solo lui può fare col suo poderoso attrezzo.- Solo tu, solo tu Roby riesci a soddisfarmi così tanto, ohh quanto ho sognato il tuo cazzo da quella volta che mi hai chiavata e che mi hai rotto il culo… chiavami, chiavami Roby fai godere ancora questa troia che ha tanta voglia di te! -Dura parecchio l’assalto che lo stalliere porta a mia moglie. Lui ha una grande resistenza e lei gode diverse volte ululando come un animale. Roby resiste a lungo, non cede all’orgasmo e la monta per almeno venti minuti ininterrotti. Alla fine si ferma perchè spossato dalla fatica e Cristina, non ancora sazia, si butta famelica sul pene ancora turgido. Lo accarezza con la lingua, lo bacia, cerca di farselo entrare nella bocca ma riesce ad accoglierne solo la cappella gonfia e paonazza. Roby geme e sembra che da un momento all’altro debba cedere al proprio piacere, ma Cesare che lo intuisce, gli ordina di allontanarsi dalla donna e di portare lo stallone. Appena sente l’ordine, Cristina si scoscia eccitata e pronta ad accogliere ciò che maggiormente desidera. Ecco lo scalpitare degli zoccoli, l’animale si annuncia con un nitrito, pure lui è eccitato come se già sapesse ciò che lo attende. Viene accostato allo strano lettino dove giace mia moglie, Cesare si affretta ad afferrare il pene che già ballonzola sotto il ventre peloso e questi subito si indurisce e si allunga a dismisura. Guardo stupito ed un poco impaurito, il cazzo gigantesco destinato a soddisfare le voglie di mia moglie. Se non sapessi che lo ha già ricevuto in vagina mai avrei pensato che la cosa fosse possibile. Aiutano Cristina a sollevare la gamba destra facendogliela appoggiare sulla groppa del cavallo e mentre Roby cerca di mantenere il più fermo possibile l’animale, Cesare impugna il pene poderoso e strofina il glande sulla fessura di mia moglie.- Non mi metti l’olio come l’altra volta? -Ha la voce bassa e roca quando timidamente accenna alla richiesta di essere lubrificata prima dell’introduzione.- No! Questa volta facciamo senza, non dovresti avere problemi, rimani tranquilla e goditi questo cazzo stupendo. -Cristina non vuole sdraiarsi, desidera osservare il momento della penetrazione e per mantenere il busto sollevato si aiuta aggrappandosi alle spalle di uno dei camerieri ancora presenti. Cesare continua a strofinarle l’uccello sulla figa mentre l’uomo, al quale si è afferrata mia moglie, le strapazza le tette osservando, anche lui eccitato, la scena selvaggia che sta per compiersi. La punta del cazzo del cavallo è molto grossa e fatica ad aprirsi il varco fra le cosce di Cristina. Lo stallone inoltre, sempre più eccitato dalla manipolazione manuale degli uomini, mena a tratti colpi così paurosi che solo la posizione angolata fatta assumere a mia moglie le evita seri guai alle parti intime. Cesare continua abilmente a strofinare il glande fra le labbra della figa ed alla fine riesce a far entrare la cappella nella vagina. Il momento dell’introduzione è accolto dal mugolio di apprezzamento della donna.Cristina si abbandona sempre più eccitata fra le braccia del cameriere che continua a palparle i seni, soffia e sbuffa come un mantice mentre Cesare a due mani imprime il ritmico movimento di va e vieni al grosso pestello. Osservo la scena selvaggia con occhio allupato, a mia volta sono eccitato come mai mi era successo ed il cazzo mi sta scoppiando in mano mentre mi masturbo. L’uccello dello stallone è penetrato per una spanna buona nella figa di mia moglie che ora smania di piacere completamente abbandonata all’amplesso animalesco. Dura poco il primo assalto, poco più di cinque minuti, lo stallone si agita, nitrisce e dopo un’ennesima spinta gode nel ventre di Cristina sbavando dalle froge.- Attento! Guarda…! -Mi avverte Cesare mentre lentamente sfila l’uccello dalla figa. Appena fuoriesce la cappella è come se fosse stato tolto un tappo ad una bottiglia di spumante perchè dalla vagina sgorga, con un getto violento, una quantità incredibile di sperma.- Ancora, ancora! -Invoca la femmina che non è completamente soddisfatta.- Più tardi, dai tempo al tuo cavallino di riprendersi un po’, intanto ci siamo noi per farti divertire! — Roby vieni tu, mettimi il tuo cazzo, fammi godere ancora. -Lo stalliere, dopo aver legato il cavallo alla stanga del box, si accosta a Cristina che lo attende a gambe oscenamente divaricate. Questa volta ha in mano il flacone del liquido oleoso e mi chiedo a cosa serva dopo che è già passato lo stallone, ma Roby non ha intenzione di percorrere la stessa via.Unge, infatti, l’interno delle natiche di Cristina ponendo particolare attenzione al suo sfintere anale e infine vi accosta la prodigiosa cappella iniziando a sprofondare in lei con piccole spinte.- Ahh Roby come ti sento! -E’ il gemito col quale mia moglie accoglie lo stalliere mentre inizia a possederla analmente.Cristina gode come una cagna mentre viene sodomizzata con forza, è un’orgia di sospiri e ansiti mischiati a grida e parole oscene non solo da parte dei due allacciati nel lubrico amplesso, ma anche da parte mia e degli altri mentre osserviamo affascinati ed eccitati la bestiale inculata. Cesare invita Roby a non goderle nel culo, vuole vederlo sborrare addosso alla donna e di lì a poco viene accontentato. L’uomo, con movimenti felini, si divincola e libera dalle cosce di mia moglie, si protende sul suo seno e si esibisce in una sborrata colossale irrorando le mammelle ed il viso di Cristina. Cesare vuole anche lui la sua parte, prende il posto dello stalliere e infila il suo misero cazzetto fra le natiche di mia moglie. Credo che lei nemmeno lo senta, tanta è la disparità delle dimensioni del sesso che la sta penetrando. Comunque vuole regalargli la sua soddisfazione agitandosi e contorcendosi come se godesse i piaceri del Paradiso. Conosco troppo bene mia moglie per non accorgermi che in quel momento sta recitando. Subito dopo, anche i due camerieri si alternano fra le sue cosce ed alla fine il pertugio anale di Cristina è talmente dilatato da sembrare di dimensioni maggiori di quello vaginale. Temo che soffra, ma non è così. Al colmo della sua eccitazione, non ancora sazia, chiede ripetutamente di essere posseduta dal cavallo. Non l’ho mai vista così eccitata e porca, solo in quel momento realizzo quanto quella brava ragazza di mia moglie sia, in effetti, una gran troia. Questa volta la fanno mettere in ginocchio, le infilano il cazzo equino alla pecorina agitandoglielo dentro a due mani. Lei gode, grida si agita in movimenti scomposti, il cavallo sbuffa, nitrisce e mena tali colpi che se lo lasciassero libero di agire, il suo uccello sventrerebbe in un attimo la mia donna. In un paio d’ore l’amplesso bestiale si compie; concedendo solo piccoli intervalli di riposo all’animale per farlo riprendere, in quest’arco di tempo per tre volte ancora lo stallone gode nel ventre di mia moglie. E’ l’alba quando ci ritiriamo a casa nostra, Cristina è distrutta dalla fatica e dal troppo godere, ma ha ancora il coraggio di chiedermi quando ritorneremo alla villa di Cesare.Prima di chiudere gli occhi per un meritato riposo, la mia mente ritorna col pensiero a quella notte così piena di dissolutezze. Lampi di ricordi lontani mi tornano alla memoria: il ballo durante il quale ho conosciuto Cristina, le nostre decisioni per difenderla dalle mire del padre e finire poi per buttarla ugualmente fra le sue braccia, le molteplici storie di sesso in famiglia e con gli amici, Cesare e il suo stallone… Un’ultima considerazione su me stesso… mio Dio che libertino dissoluto sono diventato… Poi il velo sonno mi copre pietosamente gli occhi…

