Capitolo 13 – SabatoChiarimenti Quando Roberto scese al piano di sotto trovò sua madre Anna che sola confezionava delle pietanze fredde contenute in altrettanti contenitori colorati, si sedette attorno al tavolo con il chiaro intento di parlarle ma Anna lo precedette “Roberto adesso vado da un’amica e sto fuori tutto il giorno, forse farò un po’ tardi. Dillo anche a Samanta””Senti mamma, io avrei da dirti una cosa” iniziò ad accennare Roberto voltandosi verso la madre; il ragazzo deglutì per l’emozione. Anna indossava un top bianco da cui traspariva il seno dalle grandi aureole, ed un paio di pantaloni fuseaux neri aderenti da modellarle perfettamente la forma dei glutei.”Dimmi piccolo, cosa c’è?””Sai, l’altro giorno nell’uscire dal box con la tua macchina ho rigato appena la portiera sulla saracinesca” relazionò Roberto infastidito da quel nomignolo che a vent’anni non gli rendeva più giustizia.”Si, ho visto la portiera rovinata, tutto qui? Hai quella faccia seria solo perché hai segnato la macchina? Alla tua età non ti posso mica rimproverare per un segnetto, mi pare che sei grande abbastanza per portare la macchina dal carrozziere e ripagarmi del danno!””No! no, mamma, non è questo, è che mi sarei messo io a togliere la botta ieri sera quando sei tornata a casa, però, si mentre venivo giù, insomma” raccontò con sempre meno impeto Roberto incapace di dare una forma intelligibile al suo pensiero.”Hai visto me e il papà che ci siamo salutati calorosamente in garage?” scherzò Anna divertita dall’impaccio comico in cui si era impelagato il figlio. Roberto avvampò, “Si, si! E me lo dici così?””Non fare l’ipocrita! E come dovrei dirtelo? Ci stavamo solo divertendo un poco, mica abbiamo ucciso nessuno” rispose attonita e leggermente scocciata dall’atteggiamento troppo affettato del figlio. Roberto era senza ombra di dubbio spiazzato dalle parole impietose di Anna, sospirò deglutendo a fatica “In effetti non hai tutti i torti mamma, vi siete divertiti parecchio” rispose constatando mestamente che prima di allora non aveva mai preso in considerazione con tanta razionalità la sessualità ludica dei genitori.”Si il papà è proprio bravo! Tu e tua sorella, piuttosto, che facevate mentre io e Gaetano ci divertivamo?””Vi stavamo guardando…””Non avevo dubbi, ma scommetto la cosa più evidente non l’avete capita?””Come?””Che ci siamo lasciati ieri sera””Tu e il papà non state più insieme? Ma è stato prima o dopo che avete fatto l’amore?””Prima, ci siamo parlati e abbiamo deciso che potevamo rimanere amici, e da veri amici condurre una vita indipendente””Ma voi dopo avete fatto l’amore, e in garage per giunta!””Roberto, io e il papà non abbiamo litigato, ci siamo solo detti che di fatto conducevamo già una vita separata ed era inutile fingere un rapporto che non c’era più! E dopo aver preso questa decisione abbiamo festeggiato””Beh vi lasciate e fate l’amore, non capisco””Ma che ho fatto di male per avere un figlio così ingessato. Il sesso non centra, e poi anche Samanta era li con te… e non vi siete limitati a guardare, no? “Sì” confermò con voce flebile Roberto”Non posso credere di dover stare quai ad ascoltare le contestazione dei figli!””No scusa è che, è così inusuale sentire parlare di sesso da un genitore””Ma dimmi una cosa, non facciamo che per caso data la comune eccitazione ti è scappato il pisellino dai pantaloni e sempre per sbaglio è volato dalle parti di tua sorella, che pare abbia anche gradito?””beh, insomma, io, io, veramente forse si un poco” rispose imbarazzatissimo.”Solo un poco? Mi deludi! Guarda che non né posso più di questa farsa! Allora, visto che tu e tua sorella siete ormai da qualche annetto maggiorenni mettiamo in chiaro una cosa” Anna attese qualche attimo per ricevere la massima attenzione da parte del figlio ed aggiunse “Se Samantha ogni tanto ti vuole, va bene! Non le fai mica un torto se la fai giocare un po’! Tua sorella è una ragazza sensibile e ha bisogno d’essere corteggiata, posseduta!””Lo so, Samanta mi ha detto pressoché le stesse cose””Non ho finito!” lo bloccò alzando decisa la mano destra “Detto ciò, non vi proibisco neanche di invitare la tua ragazza o il ragazzo di Samantha per… per stare qualche ora insieme…” alzò la testa imperiosa “Però a patto che questa cortesia la riserviate anche a me, e a papa’! Soprattutto non voglio più vedere questi rossori di finta pudicizia che francamente mi fanno ridere. E ricordatevi che in questa casa ognuno è libero di comportarsi come meglio crede, a patto ovviamente di non disturbare il prossimo.””Si però scendere in box e trovarvi…” tentò di scusarsi Roberto”Roberto, non dire idiozie! Tu sei sceso, ci hai visti e subito sei corso di nascosto a chiamare tua sorella, è vero o no?”Roberto non potè fare a meno di annuire deglutendo.”Sei d’accordo con me che stare li a guardarci di nascosto è stata una cosa poco carina da fare?””Sì””Bene, ora io vado e voi questo pomeriggio, questa sera tenete spento il televisore e scopate, studiate! Seriamente Roberto se avete voglia fatelo, senza stare in piedi dietro la porta spiando i vostri genitori mezzi vestiti. E poi fatelo nudi, senza nulla addosso!”Anna lo lasciò in cucina notando nei suoi occhi uno sguardo serio e allo stesso tempo caparbio; sembrava che la novità non lo sconvolgesse più, sua madre lo invitava ad essere libero e sincero nelle sue pulsioni sessuali. Roberto le avrebbe voluto dire un infinità di cose in quel momento, avrebbe potuto persino chiederle perché la sera prima aveva preferito il rapporto anale a quello vaginale, invece le disse, “E’ sempre questione di punti di vista, vero?””Ragazzi siete fratello e sorella ma anche un ragazzo e una ragazza e il sesso è una cosa molto bella. Fate i bravi e comportatevi bene!”Samanta incontrò Anna sulla porta del bagno. Indossava solo la biancheria intima, un paio di tanga bianchi con una piccola greca e un reggiseno che ad ogni minimo movimento in avanti mostrava il seno in tutta la sua prosperità.”Devi uscire a quest’ora del sabato, hai un nuovo ragazzo?””No vado dal parrucchiere””Hai saputo di me e papà?””Si vi ho sentiti parlare, spero che non ti sia spiaciuto?””Prima o dopo che hai scopato con Roberto?” scherzò Anna.”Oh, scusami credevamo d’aver fatto piano””Ma che scusa” Sbuffò Anna “No, no Samanta ecco un’altra che si vergogna. Guarda facciamo così” annunciò seria guardando la figlia “D’ora in poi scopare in questa casa dovrà essere un diritto di tutti e non voglio che ci si nasconda, come non voglio che nessuno di voi due si tocchi di nascosto, dillo anche a Roberto. Mi sono rotta di trovare le mutande, le lenzuola e i fazzoletti di color giallino””Si mamma sei grande!””Senti oggi vado da un amica e ho detto a Roberto di scoparti un po’, divertitevi provate a giocare un po’ non so se hai provato a fartelo mettere nel sedere?””Ho visto quanto ti piaceva, ieri sera, quando papà ti stava dietro, ma io non ho mai provato. Alberto me lo aveva chiesto ed io non ho mai voluto”Anna fece una smorfia “Lascia stare Alberto e vai in camera mia. Dentro l’armadio c’è una cappelliera e li sotto un po’ di vecchie magliette c’è un librino per il perfetto sodomita. L’ho comprato tanti anni fa a Londra quando con il papà abbiamo imparato a farlo; leggilo è in inglese ma ti spiega come fare. Anzi leggetelo insieme””Un ultima cosa” accennò Anna mentre Samanta stava imboccando camera sua.”Ma’ è importante perché ho l’appuntamento?””Si, l’altra sera ti ho vista nuda e ho notato qualcosa di poco bello””Cioè?””Togliti le mutande e te lo dico!””No dai che ho fretta””Samanta il parrucchiere può aspettare! Abbassati le mutande”Samanta si abbassò il tanga e Anna poté finalmente vedere la vulva nerissima, fittamente ricoperta da peli che formavano un grande triangolo.Anna storse la bocca, “Samanta un po’ di decoro, porti il tanga e non ti depili, ma sei una troglodita per caso? Avevo visto bene l’altro giorno, ma guarda come ti combini!” schioccò la lingua in tono di disapprovazione “Quando ti depili le gambe devi arrivare fin su! Togli tutto!””Ma perché? Nessuno mi vede, lì ” chiese incredula.”Eh già, vai con un ragazzo fosse anche solo Roberto e ti trova cosi conciata, che figura ci fai?””Non lo so, cosa debbo fare?””Tira via tutto, dal buchino dietro al pancino, non devi lasciare nulla! ” e così dicendo indicò con l’indice la zona del pube di Samantha che impercettibilmente arretrò col bacino. “Tutta, tutta?” chiese sospirando Samanta.”Senti ti posso abbonare una striscetta di pelo cortissimo ma niente più!” dispose Anna. Samanta decise ch’era ora di smettere di contraddire la madre per partito preso “Va bene mamma, se questo può eccitare di più gli uomini”Anna si avvicinò affascinata dalla bellezza intrinseca di due gambe femminili divaricate, scossa da una sorda eccitazione che cominciava ad impadronirsi di lei, “Li eccita, ma non è solo quello””Ma tu non vai da un amica, hai l’uomo vero?””Che io vada a scopare ci hai azzeccato ma che io vada con un uomo no!””Vai con una donna? ” chiese atterrita.”Con tante donne! ” scherzò Anna “Con tanti donne e tanti uomini” terminò in un sorriso solare ritirando la mano bagnata dalla vulva di Samanta.”Un orgia, vengo anch’io mamma ” ribatté sbalordita.”Oggi no, ma la prossima volta, forse porto tutt’e due. Ora vai altrimenti fai tardi” la spronò tirandole leggermente i peli del pube.”Ahia” protestò Samanta”Appena torni dal parrucchiere ti infili in bagno e via questa pelliccia” le ripeté nuovamente Anna “e che io non venga a sapere che sei andata con Roberto senza esserti depilata””E se inizia prima lui?””Appunto appena torni a casa chiuditi in bagno e metti mano al rasoio” Bacco, tabacco e… tanta VenereAnna arrivò a casa di Luisella verso le undici e mezza del mattino in tempo per conoscere Karin che assieme a Lucilla e alla padrona di casa stavano preparando la lista della spesa. Dopo le presentazioni Anna si offrì di sistemare il salotto spostando i divani per fare posto, e tendendo un orecchio ai discorsi fatti in cucina si dedicò alla progettazione di mille alcove.”Allora quel mio amico viene questa sera, anche se è dell’età del Galiza l’ho invitato lo stesso” aveva ripreso a raccontare Lucilla.”Va bene! Non fa niente se è troppo giovane per noi, perché se ha quest’uccello speciale” accennò mimando le dimensioni con le mani “né dove valere comunque la pena. Hai fatto bene a tenerti in contatto con lui” decretò Luisella.”La giovane del gruppo sono io, e me lo piglio io” scherzò Karin.”No, no carina” urlarono in gruppo le altre, poi Luisella enormemente interessata chiese “Visto che ti sei fatta Mario, dicci: com’è a letto?””Bah a parte la lunghezza, c’è di meglio…” riportò Lucilla storcendo la bocca “Anche se è proprio in gamba a leccare, quello si” Luisella si stava massaggiando un seno dal capezzolo ormai inturgidito, e Karin confessò alle altre, sospirando: “Sapete che io non l’avevo mai fatto prima, cioè non mi sono mai fatta leccare, prima che Paola mi insegnasse””E perché? Che è, non pensavi che non ti sarebbe piaciuto?” domandò Lucilla.”No no, figurati, è che mi vergognavo, e un po’ ancora mi vergogno… da morire””E di che, pensa che io a volte non mi lavo… e loro leccano, pare gli piaccia pure di più” ribatté sprezzante Lucilla.”No, non è per questo, è che…” tentò di spiegarsi Karin. “… è che? Dai dillo con parole tue, non sono mica tua madre” la richiamò bonariamente Lucilla.”La mia Samanta neanche quello!” intervenne Anna facendo capolino dalla porta. Karin abbassò leggermente la testa presa dal rossore, “No, è per come sono fatta” tentennò “Cioè… la mia è un po’ diversa dalle altre, e da quando mi depilo mi sono accorta una volta di più del particolare””Ho capito, la tua è di seta e non vuoi che si sgualcisca. Beh, che vuoi che ti dica, capita di rado, ma capita, è così” la canzonò nuovamente Lucilla.”Lucilla, vai un po’ a cagare! La lasci parlare si o no? Mi sembri mia figlia quando parla con suo fratello” la rampognò Anna stufa di quelle battutine da ragazzine annoiate.”Già, stavo per dirtelo io, Lucilla se vuoi racconto a tutte che sono meno di tre settimane che hai scoperto cosa può darti il culo” la congelò Luisella con tutta la forza greve che le parole dette potevano offrirle.”No, Lascia Luisella, è vero che ho delle labbra, che sembro un uomo senza l’uccello, enormi, mi sembra d’avere i coglioni. Insomma mi vergogno” ammise con candore Karin.”E’ vero da lontano sembrano dei coglioni… d’estate quando metti i fuseaux probabilmente avrai il cavallo perennemente infossato, no?” scherzò ancora Lucilla ma assolutamente senza la greve ironia ostentata poco prima.”Eh, quasi””Dai, dai fai una mezza piroetta, stringi le chiappe, buttala in fuori e facci vedere così ti togliamo questa stupidaggine dalla testa!” la esortò Anna.”No, ma che” protestò flebilmente Karin.”Dai, Mica te la mangio giuro, dai fai vedere Karin” Anna si mosse verso la giovane amica nell’atto di allargarle le gambe. Allora Karin sedette sul tavolo aprendosi e mostrandosi alle tre donne.”Voile, ecco i coglioni” annunciò divaricando le gambe di scatto.Lucilla facendo una mezza piroetta esclamò delusa, “E queste sarebbero i mostri. Ti giuro che ne ho viste di più grosse””Si, in una palestra maschile” la canzonò Karin.”No, no, anzi oggi la conoscerai. Ragazze, la tua passera ricorda quella di Clelia?” chiese aggiungendo subito dopo “Sapessi, le sue sembrano due ali”Karin si portò una mano sulla vulva “Ma scusate guardate che roba, sono sempre così gonfie ed esterne””Si, è vero…” annuì Anna carezzandosi il pube “la mia non è in rilievo… sta tutta dentro. Non è come quella di Lucilla che ha quella specie di cucitura esterna… sembra la filza di un jeans” disse facendo ridere tutte, compresa Lucilla indicando le rime polpose che segnavano l’intero perimetro del sesso.”Si la Paola è un po’ come lei…” commentò Karin che pian piano aveva preso confidenza l’argomento “invece Luisella, tu ce l’hai gonfia ma senza labbrine, fuori””Scusa, adesso ce la devi far toccare, mi sembra bella accogliente” e senza aspettare risposta, Luisella le mise una mano sulla vulva toccandole le grandi labbra.”Mazza se sei umida; ma è sempre così?”Karin lusingata dal complimento arrossì, “Eh… no, cioè, forse. Magari ora a tenerla così, all’aria, si è un po’ agitata. O forse sarà l’aspettativa della giornata””Aspetta, aspetta, fai provare anche a me” le chiese Anna mettendo a sua volta due dita nella vulva di Karin.”Sei un lago. Questo è incredibile, mica le labbra. Tu sei un lago” decretò alla fine tra gli sguardi di invidia delle altre amiche “Un lago profumato ed invitante. Vorrei essere sotto di te il momento in cui schizzi”Karin sinceramente stupita chiese, “Scusate ma a voi non vi bagna di solito?””Aspetta, fammi controllare” disse Luisella prima di toccarsi la propria vagina “Sono un po’ bagnata, ma non così. Senti, prova a mettere qui il dito” le propose dopo aver ritratto la mano. Karin appoggiò subito un dito sull’orifizio di Luisella, “È vero, io sono molto più bagnata”Lucilla con una buffa aria professionale poggiò una mano sul seno ormai gonfio di Karin “Karin, figliola, vorresti farti un ditalino? E quante volte figliola?”Anna non si perse in chiacchiere e dopo averla fatta sdraiare sul piano di formica del tavolo le allargò le gambe fino a permettere a tutte loro di vedere le piccole labbra divaricate e pronte all’assaggio. La vulva di Karin era effettivamente carnosa e questo particolare accese l’entusiasmo delle tre donne al punto che Anna si buttò con ingordigia a leccarle il clitoride e prese a gustare ad ogni leccata. Ad un tratto un lungo e sensuale sospiro fece capire a tutte che era Karin aveva raggiunto un breve orgasmo che le aveva bagnato l’interno delle cosce. Un grumo invitante di succhi caldi e biancastri sgorgò placido ed Anna immediatamente si sbrigò a raccogliere con la lingua.”Ragazze contenetevi che abbiamo da fare ancora un mucchio di cose, dai. Lucilla, Anna, Clelia e anche tu Karin andiamo! Facciamo il nostro dovere” le rampognò Luisella che cominciava a provare anche lei il desiderio di masturbarsi. Ancora cinque minuti e non avrebbe più potuto resistere.”Fammi dare un leccatina anche a me” protestò piagnucolando come una bambina Lucilla.”No dai Lucilla, adesso tu e Karin vi rimettete le mutande e andate a fare la spesa. Qui c’è la lista! E ricordatevi di comprare anche i preservativi, tanti!” s’impose Luisella. La pausa di piacere si sciolse e senza troppo entusiasmo Lucilla e Karin una volta vestite uscirono alla volta del super mercato dove avrebbero dovuto comperare cibo e generi di prima necessità per imbastire una cena per dieci persone.La cucina tornò ad essere un luogo calmo popolato solo dai rumori delle stoviglie e dal cicaleccio delle tre donne; Clelia stava tagliando il pane da servire assieme al patè, e al salmone affumicato norvegese unito a dei ricami di burro, del prosciutto cotto ed un melone quando sentì Anna cambiare tono, “Luisella ieri sera io e Gaetano ci siamo lasciati”Clelia trasalì, stava passando troppi guai con Helene per avere la forza di ascoltarne di nuovi completamente estranei alla sua esperienza; era perciò ben lieta, e voleva continuare a farlo, di passare il sabato a ridere e scherzare parlando di cose senza importanza. Aprì la bocca per formulare il suo dissenso ma subito la richiuse pentendosi per quel pensiero egoista; guardò Anna ch’era seduta al tavolo proprio nel medesimo posto occupato da lei qualche sera prima quando s’era ritrovata a confidarsi con Luisella. E come allora la padrona di casa ascoltava con molta comprensione i guai delle amiche.Luisella sentì il capezzolo inturgidirsi fino a scoppiare, “Anna mi dispiace, spero non sia stata io ad accelerare questa tua scelta”Anna finì di sbucciare la pera spadona dall’inequivocabile forma fallica e la passò a Luisella che la ridusse a dadini; Anna le sorrise innocente, “No, no è stato lui a chiedermelo ed io ho accettato. Comunque se non ci fossi stata tu, adesso non so come l’avrei presa”Clelia percepì il tono sempre più confidenziale di Anna e sentendosi di troppo mormorò, “Ragazze vado a controllare il bagno, guardo se tutte abbiamo la salvietta per il bidè””No, Clelia resta pure! Non è un funerale e ti voglio qui!” le chiese Anna con molto calore.”Anna, per me Clelia è più che un’amica è una sorella””Lo so, si vede che siete una sola persona””Va bene allora resto” mormorò nuovamente Clelia tornando al suo salmone da affettare.”Quindi ieri vi siete rivolti la parola dopo quanto tempo?””Se per rivolgere la parola intendi un discorso articolato, allora erano quasi due anni che non ci rivolgevamo la parola. Ci odiavamo dal profondo del cuore. Ma ieri sera quando sono rincasata mi ha aspettato in box e mi ha proposto molto tranquillamente di separarci””Perlomeno tu hai preso il benservito da un uomo, pensa a me che debbo fuggire da una donna che mi vorrebbe come compagna” sbottò Clelia colpita dall’estrema semplicità con cui Anna aveva raccontato gli ultimi strascichi del suo dramma familiare.”Ma dai, c’è una donna che si è innamorata di te? Non ci posso credere. E’ incredibile come si rimane impotenti di fronte a qualcosa che non si è preventivato. Guarda me per esempio, ieri sera non riuscivo a capacitarmi della mia reazione quando lui candidamente mi ha detto che dovevamo staccarci””Perché cosa ti ha proposto?” domandò Luisella che non essendo mia stata sposata le separazioni coniugali le aveva sempre vissute nei racconti altrui.”Mi ha stupito l’estrema semplicità del suo punto di vista! Mi ha detto -visto che nessuno dei due vuole mollare, allora rimaniamo amici per i figli e per il sesso-“”Per il sesso?” chiese strabuzzando gli occhi Clelia?”Si, i figli ed il sesso! Sai quando me lo ha detto sono rimasta per un attimo interdetta, poi non ho potuto fare a meno d’essere d’accordo””Sai Anna, noi siamo ancora signorine e per noi le rotture sono definitive, è impensabile scopare con un uomo con cui ci hai fatto la guerra” tentò di consolidare la propria posizione Luisella.”Sapete, dopo ventitré anni di matrimonio si diventa talmente legati l’uno all’altra che anche quando ci si lascia è impossibile scordare l’altra persona definitivamente. E poi noi abbiamo rotto, non per incompatibilità di carattere, ma semplicemente per un fatto fisico. Lui come tutti gli uomini guardava le altre donne ed ha preso a scopare fuori casa. Se io non fossi stata così egoista avrei certamente evitato tutte quelle scene di gelosia che in due anni hanno mandato a monte tutto””Che fai adesso lo difendi?” contestò Clelia.”Non lo difendo ma neanche mi sento di odiarlo. In un certo senso se avessimo vissuto le nostre storie di sesso per quello che erano, cioè solo delle scopate, adesso non saremmo qui tra avvocati e carte di separazione””E’ quello che andiamo sempre dicendo noi, Clelia. Lei è il classico caso di divorzio causato da una forzata vita sessuale monogama. Ho capito bene Anna? Se voi vi foste chiariti prima su questo punto le cose sarebbero andate diversamente?” stigmatizzò Luisella”Forse si, non posso dirlo. Però tutta la mia acrimonia derivava dal fatto che lo faceva di nascosto, e non perché si scopava la sua collega! Se lui mi avesse detto -mi sono scopata quella- sono sicura avrei accettato quello stato di cose. Una scopata è solo una scopata””Quindi mi stai dicendo che non avete neanche alzato la voce?” chiese sempre più stupita Clelia.”Ci siamo sposati a vent’anni, e per ventiquattro abbiamo vissuto e convissuto. No, ormai l’incazzatura era passata. Dopo due anni c’era solo rimasta la voglia di chiarirci e l’abbiamo fatto””Cosa avete fatto?””Tutto!””Cioè?” chiesero all’unisono Luisella ed Clelia.”Ci siamo chiariti… e poi abbiamo scopato, anzi per la precisione mi ha inculata! Erano anni che Gaetano non mi scopava da dietro, è stato bellissimo!””Ma subito? In casa non c’erano i tuoi figli?” chiese Luisella.”Si, l’abbiamo fatto nel box e a casa c’erano Roberto e Samanta che…””Vi hanno sentito!” ipotizzò di getto la sua versione dei fatti Clelia.”No, eh si e no…””O si, o no! Avete rovinato i rapporti con loro?” chiese preoccupata Luisella.”No ci hanno visti e di nascosto…””Si sono masturbati?” chiese titubante Clelia.”No hanno scopato, e se debbo essere sincera non mi è dispiaciuto essere emulata dai miei figli!” confessò alla fine Anna “A patto che tra di noi ci sia sempre una certa distanza… fisica” Dopo un lungo silenzio Luisella con voce calma e pacata prese posizione, “Non è la fine del mondo, se a loro piace perché no, in fondo sono maggiorenni!””Ma tu Luisella ti saresti scopata tuo fratello?” indagò con foga Clelia.”Cle, sono figlia unica ricordi?””Beh te lo chiedevo, così per puro amore di discussione”Luisella storse la bocca e ribatté “E tu che parli tanto, te lo saresti fatto tuo fratello?””Ragazze non litigate per colpa mia, eh?””Non ti preoccupare Anna, non potrei mai sopportare la lontananza di Luisella quando ho le mie paturnie”Mario si ritrovò nell’ampia sala in penombra e ci mise un attimo ad abituarsi alla luce soffusa, con la tavola apparecchiata e la musica jazz che creava una atmosfera accattivante. Era nudo e si sentiva a suo agio in quella festa dove tutte le donne non facevano mistero dei loro corpi e dove lui poteva guardare e lusingare una donna con carezze ed altri piacevoli commenti. Lucilla l’aveva accolto alla porta mostrandosi in tutta la sua bellezza e sensualità, nuda con l’inguine rasato e leggermente truccata come del resto tutte le altre donne che partecipavano alla festa. Aveva conosciuto subito la padrona di casa ed il suo compagno, una coppia molto simpatica e le due donne single della festa; gli avevano poi assicurato che sarebbero dovuti arrivare altri invitati uomini. La notizia dell’arrivo dei rinforzi gli aveva fatto tirare un sospiro di sollievo visti gli sguardi famelici delle signore presenti alla festa. Difatti dopo le presentazioni di rito Lucilla lo aveva stretto a sé dimenando il bacino, e quindi gli aveva schioccato un bacio sulla bocca facendogli sapere che il costume adamitico doveva essere per tutti l’unico indumento della serata.”Tra due minuti andiamo in tavola, per favore Ettore puoi servire gli aperitivi?” aveva chiesto ad alta voce Luisella avviandosi verso la cucina.”Certo Luisa,” rispose subito ad alta voce Ettore per farsi sentire dalla compagna, e poi rivolto ad Anna aveva commentato a beneficio di Mario versando nei bicchieri il Martini da servire prima alle signore “Comunque volevo avvertire Mario che se l’uccello gli si rizza non deve preoccuparsi troverà sicuramente qualche signora pronta ad aiutarlo” Anna in risposta piorettò sculettando attorno alla tavola che stava apparecchiando “Ettore, vuoi che ti vada a prendere i limoni e il ghiaccio?” “Dottoressa Leccetti non si preoccupi vado io!” fu la replica giocosa di Ettore.”Che fai mi prendi per il culo? Lo sai che mi eccito di più a chiamarti dottore mentre mi scopi””A me va bene tutto, purché io possa scoparti quel bel culetto roseo” la lusingò carezzandole la natica durante il tragitto verso la cucina. Per recuperare la scorza di limone e il ghiaccio dovette passare dietro Luisella che, piegata a guardare le vivande nel forno, ostruiva il passaggio al frigorifero. Mettendosi di sbieco passò dietro di lei. Proprio nel momento in cui Luisella ondeggiò per lasciarlo passare il pene sembrò sussultare urtando le natiche divaricate.”Ettore che fai mi molesti?” gli disse fingendosi stupita quando percepì nettamente il pene tra le natiche toccare la superficie esterna della vulva.Di lì a poco arrivarono gli altri due ospiti attesi per la cena, che combinazione si erano incontrati davanti al cancello d’ingresso. Federico Pisani abbronzato e brizzolato, sembrava ringiovanito dall’ultimo fine settimana passato in montagna; la folta peluria nera gli ricopriva il petto e l’inguine, ed ogni sguardo di donna gli accendeva sotto i baffi un sorriso attraente. Era arrivato assieme a Ruggero Galizia, il giovane spiritoso e apparentemente molto posato che lavorava alle dipendenze di Luisella che dava però l’impressione di una grande energia ben controllata. Ispirava simpatia e sicurezza, proprio il tipo che piaceva alle signore. Ruggero, come del resto Karin, era il più giovane della compagnia; biondo, dall’aspetto ben curato, capelli corti, atletico e con un buon profumo di colonia maschile.Anna al brindisi fu sorpresa di ritrovarsi l’aperitivo in mano di fronte alla tavola apparecchiata; il grosso orologio a pendolo suonando i nove rintocchi l’aveva ridestata dai suoi pensieri. Si rese conto in un attimo, di aver passato la mattinata rassettando e cucinando assieme alle sue nuove amiche senza prestare la minima attenzione a quanto le stava capitando alla sua vita. In compagnia di quella donna fantastica, ch’era Luisella, aveva dimenticato per un attimo la sua recente separazione: scrollò le spalle e dopo aver controllato che tutto fosse in ordine corse in cucina ad aiutare Paola in difficoltà con gli antipasti.Appena il gruppo si disperse Mario discretamente domandò a Lucilla, “Ho notato un comportamento strano da parte di Anna nei tuoi confronti, ogni volta che ti sporgi per apparecchiare il tavolo con la scusa di aiutarti ti segue, se non mi avesse guardato più volte come sono fatto potrei pensare che tu le piaci””Anna? Si può essere, ma che c’è di strano anche io le guardo i suoi capezzoli, no anzi preferisco di più la polposità della sua passera…””Ma siete bisex?””Non dire stronzate!”Le immagini del film pornografico scorrevano sul televisore; scene di rapporti tradizionali, orali ed anali, si susseguivano senza tregua suscitando commenti, ilarità. Due bocche avvinghiate, rabbiose, disperate, lingue saettanti che univano gli umori, fiati torridi che si respiravano congiunti. Due donne lottavano in una prova di forza, i loro muscoli lucidi di sudore d’olio si flettevano, la schiene sembravano cesellate in ogni muscolo, le cosce erano fortissime, i quadricipiti contrastavano magnificamente le potenti gambe: seno contro seno, inguine contro inguine, avvinghiate.”Perché non mettiamo qualcosa di più dolce, meno brutale?” chiese Karin entrando nel salotto con le ultime sedie da sistemare attorno alla tavola. Lucilla staccò gli occhi da Mario concentrandosi sulla lotta greco romana che le due donne del filmino stavano interpretando con continui ammiccamenti, “Hai ragione non piacciono neanche a me! Non guardo neanche i veri incontri di lotta libera, figuriamoci se riesco ad eccitarmi con queste due virago””Si, sono anche troppo muscolose, per essere delle donne!” decretò Anna entrando con l’ultimo cabaret di antipasti.”Calme ragazze, questa è una cassetta che ho fatto io con tutti i sessantanove che ho trovato nei vari film. Il prossimo stacco se non ricordo male sono due ragazze normali” le rassicurò Ettore iniziando a distribuire un nuovo giro di Martini. La scena cambiò e la protagonista era distesa su di un letto con un vibratore di ragguardevoli dimensioni che faceva scivolare nella vagina con ardore e trasporto.”Ma non ci doveva essere un altro sessantanove?” chiese Paola.”Ragazze non mi ricordo più, però questa scena è già più dolce, no Karin?” rispose Ettore chiamando tutti a raccolta per brindare nuovamente. Karin scosse leggermente la testa e la folta capigliatura sfiorò la nuda pelle delle spalle, “Si, Ettore mi piace! Questo è proprio un filmino porno come si deve”Nella scena successiva, dopo qualche minuto, un orgasmo determinò una svolta: i vibratori diventarono due, e la ragazza ormai accovacciata sul letto dimostrò tutta la sua maestria nel manovrare i due falli meccanici completamente affondati nel retto e nella vagina.Dopo il secondo brindisi la cena ebbe inizio e tutti poterono gustare i vari piatti preparati per l’occasione. Ettore sedeva ad una estremità del tavolo vicino a Paola e Taddeo, e di fronte a loro sedevano Mario, l’amico di Lucilla, Ruggero Galizia e Federico Pisani; a parte Ettore e Taddeo gli uomini perdevano i loro sguardi tra spalle e seni, che liberi da ogni costrizione, facevano capolino tra le sagome delle bottiglie, dei piatti di portata e delle altre stoviglie disseminate sul tavolo. Anna, Luisella ed Clelia chiudevano la tavolata.”Ruggero, Mario non credete ancora ai vostri occhi, vero?” li stuzzicò Ettore non perdendo mai di vista le cinque donne che stavano discorrendo tra risa e qualche pettegolezzo tutto femminile. Mario aggiustò impercettibilmente la postura percependo quella strana sensazione per cui i testicoli liberi da qualsiasi vincolo tessile si adagiavano liberamente tra le gambe e il fondello della sedia; si schiarì la voce, “Ho sempre sognato una situazione simile facendomi delle gran seghe, ma non avevo mai pensato ai mille particolari che più del resto mi intrigano””Per esempio?””Le ragazze sono sempre e soltanto nude! Sembra una stupidaggine, ma adesso anche il tanga più succinto rovinerebbe questo quadro magnifico!” l’ardore con cui aveva preparato la risposta s’era palesato con un fremito ai testicoli che si propagò in tutti il corpo.”Io mi accontento anche di un tanga succinto…” commentò Ruggero tra la incredulità di Mario.”Ruggero non credi che un corpo di donna sia mille volte più attraente per niente coperto e depilato, interamente o quasi, dalla peluria inguinale?” tornò a riformulare la domanda Ettore.”Non sempre””Ma ci credi proprio per davvero, che un pezzettino di stoffa possa far guadagnare in bellezza un inguine, lo slancio di una coscia o un bel culo?””Per davvero””E non hai mai dubitato, nemmeno una volta, per un attimo solo?”Dopo un nuovo giro di vini la cena proseguì serena, vegliata da una nuova scena apparsa in video; i vibratori erano scomparsi, sostituiti da un’altra bella ragazza che avvicinatasi alla prima, assieme, presero a succhiarsi con foga in un continuo contorcimento accompagnato da mugolii.”In che senso?” domandò Ruggero circospetto; da quando aveva conosciuto Luisella e il suo compagno aveva dovuto imparare a convivere con una raffinata cultura sessuale che lui ancora stentava a comprendere fino in fondo.”Nel senso che ti è venuto, non richiesto, un pensierino del tipo: E se poi quando le tolgo le mutande non c’è nulla, oppure è troppo pelosa? E se tutto si conclude solo con una sega, e chi si è visto, si è visto?”Mario scosse la testa, “Io sono spesso in palestra e li le ragazze usano i body; alcuni sono sgambati e valorizzano lo stacco coscia, alti no e ricreano il classico effetto salsicciotto che nascondono le curve anche della ragazza più bella””E allora?” chiese apparentemente spazientito Ruggero.”E allora se le spogli è meglio, nuda una ragazza è più attraente” rispose Mario con impeto “Con un po’ di pelo o senza le preferisco senz’altro nude, almeno quando ci devo scopare””Già Mario mi trovi d’accordo, e tu Ruggero?” chiese l’aiuto primario dottor Taddeo Gandolfi.”Oh beh, certo che mi è capitato, come a tutti credo. Però uno poi ci ragiona su, e si riconvince di nuovo. Se le mutandine sono sufficientemente eleganti valorizzano chi le indossa!””Oppure dubita ancora di più. Posso farti una domanda alquanto difficile?” Ettore si era sporto sulla tavola recuperando la bottiglia dell’acqua minerale.”Falla pure””Quanti anni hai?””Trentotto””E quanti anni ancora credi di poter scopare?””Ma che razza di domanda è questa? Cosa vuoi che ne sappia! Ne potrei passare venti come nessuno. Non vedo, però, che c’entri tutto questo con l’abbigliamento femminile””C’entra, c’entra. Dimmi piuttosto: quante scopate mitiche ti potresti fare in vent’anni?””Beh, ovviamente tutte quelle che mi capiteranno!””Ne sei proprio sicuro?””O bella: vent’anni non sono pochi, e poi non posso saperlo. Mi sembra ovvio””E invece non è ovvio proprio per niente: vent’anni a volte possono durare pochissimo, altre volte non finire mai. Tutto dipende dalla tua eccitazione, dalla tua soddisfazione sessuale. La pretesa di voler sostituire la passera con un body, o un bel vestito elegante è di un’ambizione sovrumana: un po’ come la pretesa di capire le leggi che regolano l’universo. La gnocca è bella al naturale!”Ruggero lo guardò stordito, “Ma che vuol dire sostituire la passera con un capo di biancheria?””Vuol dire gioire della bellezza femminile prima, il durante e il dopo””Fammi un esempio di prima” chiese Ruggero distratto dalla bionda del filmino, che sdraiata sul letto a gambe aperte, si stava stropicciando i capezzoli mentre la rossa accucciata in mezzo alle sue gambe e le stava leccando la vulva grondante di umori.”Come ti accorgi di una bella donna?””Da mille particolari…””Fisici?””Anche, sicuramente la forma del bacino, l’armonia delle tette… il viso gli occhi””Cosa farai dopo che l’avrai scopata?””Né rimarrò amico, o la lascerò””E com’è che sei così sicuro su cosa farai dopo che l’avrai scopata e non mi sai dire niente su come l’abborderai?”Mario chiese all’improvviso, “E il come? Non gli chiedi del come?””Quello poi è il più difficile di tutti! Ragioniamo solo sulle cose marginali evitando di concentrarci su quelle fondamentali: Quando l’adocchio e quando la debbo lasciare! E’ ovvio che se incontro per caso la donna che mi piace… lei sarà vestita ma sono anche certo che al momento opportuno sarà agghindata per la festa, e non voglio pensare a mutande, scarpe col tacco ed altri ninnoli quando progetto una scopata! Voglio solo concentrarmi sul suo corpo, sul modo migliore di farla godere e basta!”Ruggero sembrò aver intuito il senso di quelle parole, “Quindi mi stai dicendo che siamo troppo impegnati nella battaglia preparatoria alla conquista e nel prepararci al momento della perdita?”La bionda del filmino era già venuta un paio di volte grazie alla lingua della rossa ed era quasi incosciente di quello che succedeva intorno a lei. La rossa si staccò dalla vulva leccandosi le labbra dagli umori della sua amica, e stendendosi sopra di lei fece in modo di strusciare le due vulve una su l’altra. Entrambe erano umide e lucide di umori e saliva tanto che le grandi labbra non avevano problemi a scorrere, scatenando nuovi orgasmi nelle due ragazze.I vagiti delle ragazze non distrassero assolutamente Ettore che con grande controllo rispose a Ruggero, “Esatto perdiamo di vista il piacere, il gusto di lusingare una donna aprendole le gambe succhiandole il suo fiore, pensando al modo migliore per farla godere, progettando le pose migliori per penetrarla in coinvolgimenti a due, a tre o a più persone””Il tragico è che il più delle volte ti devi chiedere se la ragazza che ti piace è disposta a farlo con te per puro divertimento, o ti si concede perché in qualche modo si è innamorata di te! E in questo ultimo caso il più delle volte devi soprassedere se non né sei innamorato, o per giunta hai già una compagna” aggiunse Mario felice di potersi esprimere liberamente senza aver il timore d’essere additato come un bieco maschilista.”Non si può mai dire” obbiettò debolmente Ruggero.”No, no Ruggero il lungo discorso che ti ha fatto prima Ettore si può condensare in un’unica osservazione: la voglia di scopare non deve pregiudicare l’amore, ma attenzione non devi neanche sporcare un sentimento con un prurito ai coglioni” asserì con molta semplicità Taddeo centellinando un sorso di ottimo vino rosso.Mario allargò leggermente le gambe per far adagiare comodamente i testicoli che ormai avevano preso a ribollire come due palle di magma incandescente, “Certo sarebbe molto meno ipocrita dichiarare le proprie intenzioni, sempre con molta galanteria si può chiedere ad una donna di scopare con lei per passare qualche momento di passione”
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