Capitolo 1 – Week EndRacconto: Se quella sera… emozioniCapitolo 2 – LunedìRacconto: Se quella sera… InquietudiniCapitolo 3 – MartedìRacconto: Se quella sera… MenateCapitolo 4 – MercoledìRacconto: Se quella sera… Intrighi e confidenzeCapitolo 5 – GiovediRacconto: Se quella sera… Certezze e novitàCapitolo 6 – VenerdìRacconto: Se quella sera… Misteri e doveriCapitolo 7 – Sabato & DomenicaRacconto: Se quella sera… Ognuno si arrangia come puòCapitolo 8 – LunedìRacconto: Se quella sera… SorpreseCapitolo 9 – MartedìRacconto: Se quella sera… Detto e non dettoCapitolo 10 – MercoledìRacconto: Se quella sera… AngosciaCapitolo 11 – GiovedìRacconto: Se quella sera… Iper AttivitàEra ancora la mezzanotte del giovedì…Dopo un paio d’ore Karin era completamente sciolta, i suoi occhi brillavano, sorrideva e parlava senza pudore con Clelia, Paola e suo marito Taddeo delle sue esperienze e soprattutto del suo bisogno di vivere il sesso con armonia. L’intrigava quel contrasto, tra l’amicizia fisica che la poteva legare con amici ed amiche e l’amore puro, che alimentava le sue fantasie carnali, pensieri fino allora sempre evitati ma che l’avevano sempre attratta. Sicuramente, né era ormai certa, almeno una volta in passato si era masturbata con davanti l’immagine di sé assieme ad una fantomatica amica mentre facevano qualcosa di allora proibito. Paola e Clelia si guardarono negli occhi, si alzarono e decisero di sparecchiare; la tavola fu sgombrata dai resti della cena e mentre Paola caricava la lavastoviglie con Karin intenta a passare la spugnetta sulle superfici di formica della cucina notò con la coda dell’occhio che Clelia aveva iniziato a baciare Karin, le dava dei piccoli baci sulle guance e sul collo mentre lei lasciava fare e dopo poco vide anche una mano di Clelia posarsi su una coscia di Karin iniziando a massaggiarla; il suo respiro si era fatto affannoso era chiaro che non disdegnava le sue attenzioni; dopo poco, si diressero tutti in sala.Il padrone di casa, il professor Taddeo Gandolfi, abbassò la luce del soggiorno e accese lo stereo e si sedettero sul divano con Karin in mezzo a loro poi, riprendendo i discorsi fatti durante la cena, Clelia continuò con Karin il gioco iniziato in cucina chiedendole, se desiderava subito continuare o magari provare tutti insieme, “Lo sai Karin che è tutta la sera che voglio leccarti la passera? Lo so detto così non è molto signorile ma è quello che mi scateni dentro””Non sarai anche tu lesbica come la tua socia, vero?”, le chiese scherzando Karin. Taddeo guardò la moglie Paola, piuttosto alta bionda e formosa che contrastava in qualche modo con la figura di Karin invece più piccola ed esile, trovando sicuramente la moglie più femminile, nonostante i capelli corti, di Karin dall’aspetto sicuramente più androgino malgrado la chioma fluente che le sfiorava le spalle, “Cosa stavi dicendo prima, che la tua socia si è innamorata di te?”Quasi contemporaneamente Clelia e Paola ci sedettero a fiore di loro vicino Karin per toccarle seni e la vulva; Clelia carezzando l’interno della coscia di Karin rispose a Taddeo, “Si, Helene è proprio una lesbica, e di quelle più arrabbiate per giunta. Sai è una di quelle che non manca mai di ribadire la superiorità femminile, che ha atteggiamenti mascolini, che vuole dominarti, eppure è una bella donna ben curata, femminile nell’aspetto. Gli uomini sbavano dietro di lei”L’eccitazione di Karin era ormai al culmine, aveva la possibilità di fare sesso con due donne, e soprattutto poteva soddisfare l’uomo che l’aveva incontrata ragazza ancora inesperta; con sospiro commentò, “Da come la descrivi sembra lontana dallo stereotipo della lesbica cinematografica tutto muscoli e completi di pelle nera da motociclista” Sentiva d’avere già le mucose infuocate ed era fiera del fatto che i suoi amici potessero vedere le gocce di umori brillare sulla pelle liscia e priva di qualsiasi peluria, e mentre Paola si dedicava ai suoi seni, leccandoli con movimenti circolari partendo dalla base fino ad arrivare ai capezzoli rosa, Clelia le rispose, “Come vi dicevo è una ragazza comunque dolce a suo modo, forse un po’ all’antica, ma molto semplice e sincera. Da quando è stata assunta da papà, ormai quasi dieci anni fa, non ha mai avuto atteggiamenti sconvenienti sul lavoro, e poi è un ottima disegnatrice”Karin si riscosse, un brivido di piacere le percorse la schiena, scostò i capelli di Clelia e le diede un bacio sulla spalla, “Adesso siete socie, no? Credo si debba essere affini in qualcosa per intraprendere la direzione anche di un piccola attività”Il sesso di Paola pulsava ritmicamente, era bagnata e la vulva era completamente offerta al tocco e alla vista di tutti; dischiuse ulteriormente le labbra e con entrambe le mani cercò il clitoride che prese fra le sue dita titillandolo con quella delicatezza squisitamente femminile: suo marito in vent’anni di matrimonio non era mai riuscito così bene. Continuò a infliggersi questa deliziosa tortura portandosi più volte sull’orlo dell’orgasmo e poi smise bagnata e ansimante per chiedere ad Clelia, “Ma senti perché l’hai fatto con lei se sapevi ch’era così innamorata di te?”Non si curò di Paola e voltandosi verso Karin la guardò un po’ stupita fissandola quasi ingenuamente, inesorabilmente distratta dalla sua vulva e dal suo viso; dopo averle allargato le grandi labbra con le dita, prese a tormentarle il clitoride facendola urlare di piacere; poi si sostituì le dita con la lingua iniziando a leccarla e a penetrarla in ogni sua parte fino a solleticarle anche l’ano; ma alla fine riuscì a ritornare nel discorso rispondendo anche a Paola, “Perché pensavo che fosse solo una infatuazione leggera, e poi anche a me piaceva l’idea di metterle la lingua nella passera. Come ha detto bene Karin siamo socie, il che vuol dire essere più che colleghe, quasi amiche. Ed io con le mie migliori amiche ho sempre fatto sesso”A questo punto solo Taddeo era rimasto fuori dal gioco e Clelia vedendo che con una mano Karin stava masturbando la vagina di Paola, iniziò a carezzare il pene dell’uomo non ancora completamente tonico; ma baldanzoso commentò, “Ma la tua socia, un bel uccello così, non lo ha mai preso?”Quindi poggiandole il pene sulla schiena fece mettere Karin a carponi sul divano mentre sua moglie Paola sotto di lei le leccava la vagina sempre più allagata di umori; si avvicinò anche Clelia che insieme a Paola continuarono per diverso tempo scambiandosi le parti. Mentre Paola le penetrava la vagina con le due dita stimolandole il clitoride, si lubrificò il mignolo dell’altra ed iniziò a forzare l’ano; lo fece piano con dolcezza, e sentendo che aderiva al dito si ricordò che per Karin era la prima volta. Si ricordò della battutaccia del marito e in un attimo di lucidità gli rispose, “Taddeo come sei materialista! E come se a te chiedessi di prenderlo nel culo per farti provare come si gode ad essere inculate! A noi donne piace masturbarci a vicenda ed è sempre un rapporto eterosessuale, per voi no!”Karin, forse per l’orgasmo di cui era preda, non riusciva a sottrarsi alla stimolazione del retto che l’aveva colta di sorpresa e quindi Paola poté continuare a penetrarla dolcemente avanti ed indietro fino a farla gemere e mugolare di piacere. Poi voltatasi verso Clelia vide il marito che le poggiava il pene sulle grandi labbra, “Non è proprio la stessa cosa Paola, anche io penso che Helene potrebbe provare a scopare con un uomo. Se vedessi, ha dei cazzi finti da venticinque centimetri che si ficca anche in culo, e di certo ha perso ormai da anni la verginità davanti e di dietro. Quello che secondo me non ha mai fatto è un succhiotto, un bel pompino con ingoio sono sicura non sa neanche cos’è”Taddeo con un colpo solo penetrò Clelia fino in fondo continuando ad andare su facendola godere come una pazza. Karin piacevolmente distratta da quei gemiti rispose, “Ovvio che godrebbe, perché è comunque una donna, ma il pensiero di farlo con un uomo le dovrebbe inaridire le mucose, insomma non credo psicologicamente per lei sia eccitante buttarsi fra le braccia di un uomo”Erano partiti così, all’improvviso a parlare di Helene, e quel loro argomento di discussione sembrava essere stato scelto, stabilito dalla casualità; ed era sicuramente un modo come un altro per accompagnare l’orgia pacata di un giorno feriale. Specialmente Karin ed Clelia sognavano ed aspettavano quelle sere, passate a fare sesso con gli amici, come le potevano anelare due ragazze single dalla vita solitaria e dall’indipendenza forzata. Appena seduti sul divano avevano diretto subito i loro discorsi su argomenti solleticanti, una traccia e poi subito ad esplorare le emozioni dei propri amici e delle proprie amiche. Clelia era sempre stata affascinata dalla cultura del clan allargato, i contrasti forti e la voglia genuina di esprimersi per quello che si era l’avevano sempre inebriata; la libera sessualità né era per lei il tramite principale, perché espressione del libero pensiero e per questa assonanza viveva quei momenti con tutta sé stessa. Seguiva i pensieri e le sue considerazioni come guardava i corpi e gli amplessi, compiacendoci per le occhiate di desiderio che a sua volta riceveva.Taddeo, oltre che sufficientemente dotato era anche molto resistente, forse grazie alla lunga esperienza di sesso gruppo che aveva intrapreso sin dal liceo, riuscì a mantenere il membro rigido dentro Clelia senza venire; soddisfatta e distrutta si accasciò sopra Paola staccandosi da lui, gemendo mentre lo sentiva uscire. Scivolò indietro portando il viso sopra la vulva con l’intenzione di immergervi la lingua mentre Taddeo massaggiandosi i testicoli indolenziti riprese il discorso, “In linea di massima forse si, ma non si può generalizzare. Ad Helene potrebbe piacere tantissimo scopare anche con gli uomini, come del resto le piace usare il pene meccanico, ed essere innamorata, convivere con una donna. Sapete io non credo nelle prese di posizione molto rigide, come non ho mai creduto alla voce di popolo che voleva la donna completamente avulsa dalla masturbazione. Per anni ho sentito affermare un po’ da tutti che era impensabile per una donna accostarsi alla masturbazione, e invece ecco che emerge vigoroso anche il vostro lato saffico”Paola fece mettere Clelia nuovamente carponi sul divano, le allargò le gambe e affondò la lingua dentro la vagina succhiando i suoi liquidi con piccoli risucchi che la estasiarono; mentre aspirava ogni umore filamentoso le chiese di masturbarsi, cosa che Clelia fece con immenso piacere perché il suo clitoride era turgido che le sembrava stesse per scoppiare, “Che non è affatto omosessualità””Certo che non lo è!” ribatté Taddeo mentre la bocca di sua moglie Paola andava solleticando, come in una sorta di balletto, i capezzoli di Karin facendola vibrare di un piacere, forse mai provato prima. La ragazza con una forza e una decisione che non avrebbe mai pensato di possedere carezzò la testa di Paola ed ammise candidamente, “Per me è stato più sconvolgente la consapevolezza d’essere stata in qualche modo ingannata che sconvolta nell’atto di avvicinare la bocca al sesso di un’altra donna””Quale inganno?””Beh Paola, ti dicono che il modello a cui aderire è quello maschile, e gli uomini non si inculano mica! Al massimo fanno gruppo e vanno in giro a fare casino, noi andiamo per negozi ma non ci basta, abbiamo bisogno anche del contatto fisico. Per me questo è un inganno, è una presa in giro. Voglio fare gruppo con le mie amiche e al posto di andare al bar dello sport, in palestra voglio sfilarmi le mutandine”, Karin fu interrotta da Clelia che con un fremito più forte degli altri avvertì Paola che stava per venire; Taddeo vide la loro amica smettere di leccare la vulva polposa della moglie che subito gli infilò dentro due dita facendole muovere avanti e indietro con la forza di un pene.”Guarda Karin” disse Taddeo inserendo il pene nella vagina della moglie lasciata libera dalle dita di Clelia penetrandola con foga mentre le dita dell’amica intanto avevano preso possesso dell’ano che conobbe presto prima un dito e poi due. Paola così presa raggiunse l’orgasmo che, fu abbastanza travolgente da farle urlare il nome di Karin.”Scopami Taddeo”, disse Karin girandosi prontamente mettendosi di nuovo a carponi sul divano; Clelia volle andarle sotto e strette nell’abbraccio speculare tanto caro alle donne attese che Taddeo ormai al limite la penetrasse. Paola segui il marito e insieme si portarono dietro Karin, lei per gustarsi la penetrazione e, Taddeo dopo aver strusciato un paio di volte il pene sul solco delle natiche, la penetrò. A quell’ennesima stimolazione Karin iniziò a godere stimolata una sequela di brividi e singulti di piacere puro che sembravano non finire mai; percepiva, a partire dal clitoride delle scariche che da li le si propagavano verso, e lungo la schiena, “Che meraviglia ragazzi, era un secolo che non scopavo così”Taddeo per una frazione di secondo la guardò dritto negli occhi; Karin aveva girato la testa per omaggiare con uno sguardo l’uomo che le stava donando quell’enorme piacere: gli zigomi e la faccia tutta avevano disegnato l’espressione di chi aveva appena conosciuto le verità più assolute; i suoi umori, come una sorta di brindisi, spruzzavano dalla vagina verso il volto e la lingua di Clelia e da lì in rivoli sul mento e su i seni. Rallentando il ritmo della penetrazione Taddeo le massaggiò le spalle ed i glutei saggiandone la perfetta levigata tonicità dell’epidermide, “Ti piace eh, ti piace scopare, parlare di sesso, eh? Magari adesso ti abboni a quella bella rivista che hai visto nella mia macchina”Karin posò il palmo aperto per contenere tutta la vulva di Clelia, godendo anche del suo calore, della morbidezza della soffice pelle completamente glabra. La sua piccola mano avvolgeva la parte superiore del monte di venere e poi delicatamente prese a fare su e giù lungo il perimetro delle grandi labbra, scoprendo di volta in volta una porzione sempre maggiore delle parti interne, umide e scure. Insinuò un dito, lentamente, tra le labbra, ed un fiume di umori scivolò sulla sua mano. Sentì Clelia deglutire. Abbandonò per un attimo la sua vagina, per godere della penetrazione e per chiedere, “Si! è bellissimo, fatemi venire ragazzi, fatemi godere, vi prego! Tu Paola non mi puoi fare niente?”Paola stesa sul divano, solerte strinse le gambe per inginocchiarsi vicino a Karin proponendosi con ardore fanciullesco, “Io mi occuperò dei tuoi capezzoli, va bene?””Brava Paola, leccamele! Succhiamele se puoi”, la supplicò Karin, mentre con le mani stringeva e allargava le natiche di Clelia distesa sotto di lei; Paola obbedì, leccando, lappando e succhiando i capezzoli. Taddeo non chiedeva di meglio, che farla esplodere ancora una volta sotto di lui; allora cominciò a transitare dentro di lei con forza, appoggiando le mani alle natiche morbide e bianche che sussultavano ritmicamente ad ogni suo affondo. Abbastanza presto anche le tre donne furono vicine a procurarsi un orgasmo; Paola si sdraiò di schiena poggiando la testa sull’addome palpitante di Clelia, e, sfruttandolo come un cuscino per meglio arrivare al seno ondeggiante di Karin penetrata da suo marito, si attaccò al capezzolo duro ed invitante.”Godo, ragazzi godo, continuate così che vengo, cazzo, avete deciso di farmi scontare tutto il tempo perso, oggi?”, chiese Karin persa dalla stupenda carica erotica che le suggeriva il corpo di Paola, che seduta sotto la luminosa piantana posta a lato del divano si masturbava tenendo i piedi uniti e le gambe completamente divaricate; l’attenzione di Karin dopo qualche istante frenetico si focalizzò immediatamente sul filamento biancastro che impiastricciava le grandi labbra di Paola.Taddeo le sorrise affabile “No Karin abbiamo deciso di farti ricominciare a vivere, semmai, prova a immaginare un mondo fatto solo di sesso, e spingi anche tu che veniamo insieme, anch’io sto per scaricartela tutta, e te la scarico dentro”Paola si infilò due dita nella vagina e Karin fece altrettanto con il sesso di Clelia, ma poi pensò bene di sostituire le dita di Karin con le sue e viceversa, sicché le due donne, lasciata la ragazza alle sole attenzioni di Taddeo, presero a masturbarsi all’unisono finché i loro corpi non si contrassero esplodendo in orgasmo convulso. Karin sentì la saliva Clelia, i suoi stessi umori e quelli di Taddeo che le bagnavano la vulva, l’ano e le cosce, e questo le procurava un leggero solletico; avrebbe voluto grattarsi, ma quella penetrazione la teneva troppo occupata e non si sarebbe spostata nemmeno di un millimetro, quindi incitò il marito di Paola, “Si, per favore spruzzami dentro, dai che tanto adesso prendo la pillola. Svelto però, che se no non ce la facciamo a venire insieme. Svelto che sto per schizzare in bocca ad Clelia”Quando l’orgasmo le abbandonò, Paola si portò tra le gambe di Clelia e inalò i suoi dolci aromi, prima di seppellire, contrastata da Karin che già né godeva, la lingua profondamente all’interno della vagina. In un paio di minuti la portò ad un orgasmo ancor più violento del precedente e Karin poté dividersi i profumati filamenti di Clelia con Paola. Ormai Taddeo la penetrava con tutta l’anima, le entrava dentro per tutta la lunghezza e ad ogni colpo percepiva i suoi testicoli sbattere contro il mento di Clelia fradicio degli umori suoi e di Karin, non sentiva altro che il profumo della vagina e di sperma che gli solleticava l’olfatto tanto che non riusciva a pensare ad altro se non al momento in cui le avrebbe stretto i glutei eiaculando tutto lo sperma in grembo. Ansimante le chiese abbassandosi verso di lei, “Tienila ancora un attimo Karin, ce la fai?””Taddeo fatti i cazzi tuoi, e lasciala che schizzi nella mia bocca!”, protestò Clelia che comunque non perse tempo; con la lingua carezzò lentamente il clitoride di Karin cominciando a muoverla rapidamente lungo i bordi delle labbra dilatate dal pene di Taddeo che ormai velocemente transitava sovrano. Karin resistette appena pochi secondi, prima di cominciare ad agitare i fianchi e a venire in faccia ad Clelia che sentì colare sul suo viso i filamenti biancastri misti a sperma maschile.”No, mi dispiace Taddeo, no, eccola che vengo”, e con quell’annuncio l’eccitazione di Karin salì ancora di più, divaricò con entrambe le mani le grandi labbra della vagina di Clelia e vi si immerse tornando a leccare tutti i suoi liquidi. Taddeo continuò a muoversi, più lentamente stavolta, per cercare di far defluire lo sperma che compresso colava ai bordi della vagina con somma soddisfazione di Clelia che mulinava la lingua alla forsennata ricerca di sperma maschile e umori femminili. Di lì a poco Karin venne nella bocca di Clelia che le ricambiò il piacere succhiandogli il clitoride mentre Taddeo rimaneva immerso completamente dentro di lei. Dopo un ennesimo e reciproco orgasmo, le ragazze si abbandonarono sdraiate l’uno a fianco all’altra, e Paola insieme al marito, che nel frattempo si era staccato, ne approfittarono per sedersi su di loro a gambe larghe, col il pene e la vulva ben in vista davanti ai loro occhi: iniziarono subito a giocarci con le mani e con le lingue.”Mi avete fatto godere come non mi era mai capitato nella mia vita, potrei anche morire dopo tutto questo, credo che non mi rimanga niente più da scoprire”, confessò candidamente Karin. Al che le due donne, scambiatesi un’occhiata d’intesa le dissero che ancora c’era molto da scoprire, e per darle un esempio avrebbe dovuto solo immergere di nuovo la faccia tra le loro gambe: con la sua lingua vellutata avrebbe scoperto mille e più mondi da visitare. Karin incredula più per le sue capacità fisiche di resistenza che della presunta possibilità di traguardare nuove esperienze decise di fare ciò che le sue amiche e Taddeo le chiedevano, e la cosa non le dispiacque affatto.***Quando la macchina di Luisella entrò nel vialetto privato della villetta a schiera, il dottor Galizia parcheggiò la sua vettura in strada e senza perdere altro tempo la raggiunse sotto casa. La luce sopra il portoncino rischiarava a malapena la soglia lasciando tutto il resto della casa nel buio più fitto rischiarato solo in parte del balugino della neve rimasta nel piccolo giardino antistante. Trovò il portone socchiuso e la luce calda della casa lo richiamò inesorabilmente, e compiendo a due a due i pochi gradini giunse alla soglia in un attimo.”Avanti, entra pure”, si sentì chiamare appena il cicalino elettronico percepì la sua presenza.”Sono andata a togliere l’antifurto e ad alzare il termostato”, lo informò Luisella emergendo da una piccola porta di servizio che evidentemente dava nel locale adibito a rimessa autoIl dottor Galizia strofinò accuratamente le scarpe sullo zerbino prima di mettere piede nel caldo ed accogliente pavimento di parquet esordendo, “Non ti devi scusare sei a casa tua””Beh Ruggero, lasciamelo dire che prima sono stata un po’ invadente quando ti volevo costringere a salire nella mia auto. In fondo siamo solo colleghi e benché siamo intenzionati a scopare insieme questo non vuol dire fare i fidanzatini”, ammise con semplicità Luisella.”Va bene chiusa la faccenda, e se sei d’accordo proporrei di esporre subito i nostri desiderata, e tu che sei la padrona di casa dimmi cosa ti fa piacere e cosa no”, propose il dottor Galizia stupendo favorevolmente Luisella”Ci sto! Allora visto che tu sei mio ospite inizia prima tu”, decise Luisella.Il dottor Galizia ci pensò un attimo e poi con voce calma iniziò ad elencare le sue richieste, “Voglio se è possibile che tu inviti il tuo uomo. Sono curioso di sperimentare una cosa a tre””Beh, vediamo cosa si può fare, e poi?””Prendiamoci tutto il tempo necessario, ecco non facciamolo di fretta come dei selvaggi””Come delle troie, vorrai dire””Si, ecco non volevo essere cosi volgare””Certo d’accordo allora perché non ci spogliamo subito, io sto sempre nuda in casa?””Ma va, e non hai freddo, o che so, paura che i vicini ti vedano?”, interloquì incredulo il dottor Galizia”Per il caldo sono fortunata perché ho il riscaldamento termo autonomo e posso gestirmi la temperatura come voglio””Ma i vicini, quelli cosa dicono?””Non dicono niente perché non vedono niente, hai notato anche tu che sul davanti c’è quel piccolo giardinetto e poi la strada, Di lato non ho finestre e dietro ho solo la stanza da bagno””Questa scala porta al reparto notte?”, chiese il dottor Galizia alludendo alla piccola tromba delle scale disseminata di quadri e stampe ravvivati da punti luce disseminati strategicamente su tutte le pareti ricoperte da una carta da parati color panna e avorio.”Si, vieni che ci andiamo a mettere comodi, poi chiameremo, sempre se vuoi, Ettore”, Luisella lo precedette salendo in fretta le scale; il dottor Galizia avrebbe preferito una salita più rilassata e compiacente ma si accontentò lo stesso: l’avrebbe vista molto presto nuda e sicuramente, come aveva sempre sognato, l’avrebbe anche amata.”Vieni”, lo chiamò Luisella dopo una mezza piroetta fatta nel centro della camera di fronte al letto; gli tese le mani e attese che il dottor Galizia entrasse a sua volta attendendolo con le braccia leggermente aperte, a guisa di invito. Le mani si congiunsero e il dottor Galizia continuò ad avanzare sino a che le loro labbra non si unirono, la sua lingua forzò quelle di lei e si perse nella sua bocca, mentre la mano del dottor Galizia prendeva a risalire con decisione sollevando la gonna. La stava ancora baciando quando la mano raggiunse il pube levigato e per il dottor Galizia stranamente liscio, la pressione delle dita trovarono il clitoride “Non porti le mutandine, e sei senza peluria”Luisella provò una fitta di piacere e per l’ennesima volta si accorse di essere bagnata, “Certo, che mi depilo, non sono più bella forse?””E’ un dettaglio che adesso mi sfugge”, bofonchiò il dottor Galizia dopo un attimo di sgomentata eccitazione si abbandonò e riprese calorosamente il bacio, ritrovando un poco di forza solo quando lei si staccò interrompendo l’abbraccio.”Allora non sarai mica uno di quegli uomini all’antica che preferiscono la donna pelosa?”, gli chiese Luisella spalancando i suoi grandi occhi azzurri baciati da una zazzera sconvolta dalle mani del ragazzo. Il dottor Galizia per tutta risposta le pose le dita sulle labbra facendola tacere, e lei riconobbe il morbido profumo di donna eccitata che impregnava quelle dita, “Oh bella no, certo che mi piaci così incontaminata”E senza aggiungere altro il dottor Galizia, s’inginocchiò davanti a lei, le infilò entrambe le mani sotto la gonna e risalì sino a trovare il caldo tepore dell’addome, sfiorò il pube e immediatamente invertì la rotta spostandosi verso le natiche alla ricerca della lampo.”Ruggero, non prendere le cose con foga, spogliamoci prima” lei lo fissava incapace di reagire, con il ventre che sussultava pregustando quello che sapeva sarebbe accaduto di li a poco. Era talmente eccitata che per poco non venne quando la lingua di lui lambì la sua carne per la prima volta. Il ragazzo non la ascoltò e impiegò pochissimo a scoprire i suoi punti più sensibili, e Luisella ben presto si perse in un abisso di piacere, ritrovando tutto il suo mondo, ristretto e concentrato, in quella piccola morbida protuberanza che le regalava quel piacere così particolare quanto quotidiano. Come sempre nulla aveva più importanza, nulla esisteva più per lei, riusciva solo a pensare a alla lingua che instancabile le procurava piacere, quella stessa forte emozione che in simili occasioni lei ricercava in un’altra donna, in un’altra amica. Considerava difatti il cunnilictus tra due donne la massima espressione di una amicizia femminile ma non disdegnava affatto subirlo da un uomo malgrado in quell’occasione fosse impossibilitata a ricambiare con altrettanta attenzione quella piacevole carezza.Fu travolta dall’orgasmo, un orgasmo lunghissimo, devastante, le ci volle un po’ per capire che i trilli che udiva non provenivano dal telefono ma non erano altro che i suoi incoerenti gemiti di piacere, poi finalmente l’orgasmo allentò, le ondate di piacere che le sconvolgevano la mente si attenuarono, ma subito ripresero vigore quando si rese conto che lui aveva iniziato a penetrarla con la lingua. Era una situazione talmente strana per lei abbandonarsi ai piaceri del sesso con tanta fretta che venne travolta dalla vergogna, “Ruggero spogliami, prima!”Era bagnatissima, e la sensazione era incredibilmente piacevole, anche se si rendeva conto che lui era completamente vestito, ma non appena le mani di lui iniziarono ad armeggiare con la camicetta slacciandola, scostarono il reggiseno scoprendo i deliziosi seni a coppa di champagne dai rosei e turgidi capezzoli, il disagio svanì e lei riprese a desiderare il tocco di quelle dita.”Così va bene?””Tutta, spogliami tutta, ed anche tu spogliati”, ansimò Luisella sganciandosi la gonna e lanciando lontano la camicetta.”Subito, mi spoglio subito”, così dicendo buttò in terra la giacca e i pantaloni rimanendo in mutande, e, iniziando a sbottonarsi la camicia si tolse immediatamente le mutande restando, finalmente completamente nudo.Luisella si sdraiò sul tappeto tirandosi a sé il ragazzo poggiando le labbra alle sue in un bacio profondo; il dottor Galizia appena le fu accanto la strinse con forza e il sorriso che gli regalò quando sentì il pene pulsante sulla coscia gli procurò un brivido. Iniziò subito a penetrarla lentamente, scivolando nella vagina madida d’umori.Luisella con una miriade di pensieri in testa ricordò nuovamente le parole del ragazzo, la coincidenza tra le cavalleresche attenzioni, le rose rosse e la sue esigenze d’una sessualità libera e sincera. Non credeva, con la ragione, che la seduzione potesse essere in qualche modo monogama e che tutto quello slancio di furore galante non fosse affatto rivolto solo a lei; il membro del dottor Galizia la dilatava sempre più, ma Luisella non voleva assolutamente distrarsi, iniziò a riprendersi solo per rendersi conto ch’era sdraiata a terra, con il giovane inginocchiato tra le sue gambe che la penetrava.Ormai il dottor Galizia era completamente affondato, si muoveva con calma e decisione, le sue dita raggiunsero i capezzoli ed iniziarono a tormentarli, nuove fitte di piacere iniziarono a bombardarle il cervello, lui si chinò ed iniziò a baciarla per poi scendere sui seni, a succhiarne i capezzoli, mentre le mani scendevano ad accarezzare le natiche, sollevandola ed attirandola a se per poterla penetrare con maggior decisione.Ad un certo punto il dottor Galizia smise di succhiare i seni e sollevata la testa le confessò sfoderando un sorriso ribaldo, “Sai a che cosa ho pensato la prima volta che ti ho vista?””A questo?”, rispose Luisella con un filo di voce.”Ora te lo dico” si staccò da lei, la prese per mano e la condusse sul letto, la fece chinare sino ad appoggiare il viso al copriletto. Lei lo lasciò fare, sentendo le mani che le carezzavano la schiena nuda, poi sentì che si chinava a baciarla divaricandole dolcemente le natiche. Il monte di venere gli ricordava un igloo e fra le cosce la vulva occhieggiava invitante sventolando le labbra vaginali lunghe e spiegazzate. Il dottor Galizia, attratto irresistibilmente s’inginocchiò fra le sue gambe e con le mani iniziò a carezzarle l’estremità superiore dell’apertura scura e misteriosa subito sotto il clitoride.”Sai che ognuna delle tre ragazze ha sognato per mesi tutto questo, sai che se lo sapessero morirebbero d’invidia?”, iniziò a sussurrarle sottilmente divertito; appoggiò il pene al condotto vaginale e iniziò a spingere piano penetrandola nuovamente, e steso su di lei iniziò a muoversi sempre con maggior foga, finendo con lo sbattere sonoramente il pube contro le natiche.Luisella sapeva che era vero, ne era certa dal momento che il dottor Galizia l’aveva appena confessato d’essersi comportato egoisticamente rifiutando le tre ragazze, ma riusciva anche ad ammettere che lei, come del resto Anna non l’avevano affatto disdegnato dal momento che era entrato a far parte del loro ufficio.”Lo vedi che sei un bastardo e che avresti dovuto scopartele tutte quante già da parecchio tempo”, lo rampognò simpaticamente Luisella sottintendendo comunque che non intendeva perdonarlo per quella mancanza; avrebbe voluto anche aggiungere che quelle discriminazioni erano odiose ma la sua mente fu sconvolta da un nuovo orgasmo, più sconvolgente del primo, e quando le nebbie del piacere si diradarono, riaprendo gli occhi si ritrovò davanti il membro turgido e lucente del dottor Galizia.”Voglio godere anch’io,”, le disse facendo sussultare il membro davanti alla sua bocca.Lo guardò di sottecchi ed esplose in una risata, dicendo “Si, questo lo vedo hai un cazzo grosso come uno zucchino, ma devi imparare ad essere meno precipitoso, meno ansioso di terminare””Ma tu hai già goduto parecchie volte ed io non ce la faccio più a resistere”, piagnucolò il dottor Galizia atterrito all’idea di spruzzare lontano da una donna, senza una donna.”Certo che lo vedo ma ciò non toglie che tu sia precipitoso; immagina ad essere ad uno dei miei party dove tutte noi signore siamo nude, impegnate a far sesso o meno, tu cosa fai, mi schizzi sul divano?””Sto venendo”, urlò il dottor Galizia stringendosi la base del pene; immediatamente Luisella dischiuse le labbra e accolse il pene, iniziando a leccarlo e succhiarlo, sempre più decisa, sino a che non mosse la mano ed impugnato il sesso iniziò a masturbarlo. Lo sentì caricarsi, e poi rilasciare la tensione accumulata, ricevendo lo sperma in viso ed tra i capelli mentre lui gemeva. Luisella prese subito a spalmarsi sulla pelle le prime gocce di sperma cadutele sul seno, e così fece anche per i successivi e più consistenti spruzzi che le piovvero sul petto, sul volto e sui capelli; il dottor Galizia urlante continuò dirigendo i getti ovunque, ebbro del piacere di ricoprirla con il proprio sperma. Continuò a masturbarsi finché Luisella continuò a raccogliere il sperma con le dita portandoselo alla bocca ingoiandolo davanti ai suoi occhi eccitati. L’orgasmo fu interminabile e lui continuò a godere mentalmente, se non fisicamente, anche dopo aver terminato mentre Luisella aveva preso a succhiare e leccare il pene che andava man mano perdendo di consistenza.Stettero qualche minuto esausti sul letto, quando lei si scosse e guardò l’ora, “Va bene caro il mio galante romanticone, abbiamo fatto come hai voluto tu, abbiamo goduto lo riconosco, ma adesso mettiamo in ordine questa stanza. Non vedi che è un ammasso informe di vestiti?”Il dottor Galizia annuì, si alzò ed iniziò a raccogliere i suoi vestiti poggiandoli su di una sedia, “Sembra ch’io sbagli su tutto””Ci vuole eleganza per ogni cosa, anche per scopare. E se una donna ti invita ad una scopata, o sei tu a farlo, devi darle tempo di spogliarsi, di potersi mostrare a te nuda, bella e soprattutto desiderabile. Per noi donne è molto importante che l’uomo sia sensibile nei modi e deciso nel farci godere””Galizia, la dottoressa Boschi ha ragione! E’ evidente che lei non sa scopare in gruppo, le è mai venuto in mente che il sesso ricreativo è un momento sociale, uno dei più belli della vita?”, la voce profonda di Ettore Benelli risuonò nella stanza. Il dottor Galizia sussultò sbiancando in viso alla vista del direttore Ettore Benelli, “Buon giorno dottore, anzi buona sera, oh che dico buona notte, ah, mi scusi non so cosa sto dicendo””Cacchio mi hai messo paura Ettore, non ti avevo sentito entrare”, protestò Luisella presa alla sprovvista per quella entrata inaspettata.”Era un po’ che vi guardavo scopare da dietro la porta”, confessò Ettore poggiando a sua volta i vestiti che aveva conservato piegati su un braccio, e avvicinatosi verso Luisella la baciò sulla bocca. L’incedere deciso gli fece dondolare il pene, normale per dimensioni e proporzioni, non ancora scappucciato completamente.”Allora Galizia, ti sei ambientato bene?”, scherzò rivolto verso il giovane, mentre meccanicamente aveva chiuso le dita di una mano all’attaccatura della sacca dello scroto e se la tirava giù in basso per quanto poteva, mentre con l’altra mano si strofinava il petto e l’addome leggermente troppo florido.”Amore si chiama Ruggero, non fare come l’Anna che anche quando te la stai scopando ti chiama dottore”, interloquì Luisella lanciando un paio di ciabatte al ragazzo.”Luisa mi passi anche le mie?”, chiese Ettore alludendo alle pantofole prima di rivolgersi nuovamente al giovane dottor Galizia.”Togliti i pedalini e infilati le ciabatte che ti ha passato Luisa e andiamo giù in salotto per fare quattro chiacchiere”, aggiunse cordiale posandogli una mano sulla spalla.Luisella passò loro davanti precedendoli per le scale, “Ragazzi vi faccio un panino?””Si Luisa, il ragazzo deve riprendersi bene”, rispose per entrambi Ettore.”Domani noi abbiamo l’incontro con i tedeschi, e non possiamo fare molto tardi”, gli ricordò Luisella facendo perdere la sua voce nel corridoio del piano terra che portava alla cucina.”Il tempo di farci un’altra scopatina e poi andremo tutti a dormire”, propose Ettore lasciando chiaramente ad intendere che ormai era troppo eccitato per rinunciare.”Ragazzo come va, ce la fai ancora una volta?”Il dottor Galizia arrossì per quel commento troppo diretto da poter sembrare lesivo della sua mascolinità, “Certo! Boh no, non lo so, sono successe troppe cose stasera””Ragazzo non ti devi dare per vinto! Pigliati in mano l’uccello e inizia a menarlo molto lentamente e raccontami come è fatta la passera di Luisella, o come vorresti scoparla”, lo incitò Ettore precedendolo nella sala e sdraiandosi sul comodo divano; presosi a sua volta il pene in mano cominciò un movimento lentissimo.”Dai racconta e intanto incomincia a svegliare la bestia, così quando torna Luisa scopiamo, e se ti va facciamo una doppia””Come una doppia?”, chiese incuriosito il dottor Galizia che aveva incominciato a masturbarsi lentamente; ogni tanto accelerava per poi fermarsi un attimo, prima di riprendere di nuovo piano.”Nel senso che la facciamo godere in due, uno le scopa la passera e l’altro il culo. Tu cosa preferisci?””Luis… la dottoressa lo prende nel culo?”, chiese sbalordito il dottor Galizia rimanendo con il pene stretto in mano che sembrava essersi maggiormente inturgidito dopo quella notizia.”Certo, ti sconvolge?”Il dottor Galizia si strinse il pene ormai duro carezzandolo con un leggero su e giù e alla fine mormorò, “No, no come dice Luisella sono un pivello””Ma lo hai mai fatto?””No”, rispose il dottor Galizia che aveva stretto con la mano sinistra la pelle sotto i testicoli, mentre con la mano destra aveva ripreso a masturbarsi, all’inizio molto lentamente poi sempre più forte e velocemente, finché non reclinò la testa all’indietro e smise prima che il suo sperma potesse schizzare fuori e ricadere sul ventre.”Allora sta a te incularla, va bene?””Si, si””Bene però non venire adesso altrimenti ti perdi l’occasione””Che occasione?”, chiese Luisella entrando in sala con un cabaret di tramezzini.”Diglielo tu”, l’incitò Ettore.”Cosa mi dovete dire?””Ettore ha proposto di scoparti insieme, lui davanti ed io di dietro””Si dai, facciamo la doppia che è un po’ che non lo facciamo così, e poi veramente andiamo a letto altrimenti domani mattina ai tedeschi gli posso solo fare una pompa ciascuno”, disse Luisella prendendo in mano il pene del dottor Galizia. Scottava, era umidiccio e profumava di sperma e liquidi vaginali, ma era una fragranza che la eccitava da impazzire.”Vado a prendere la crema”, annunciò Ettore uscendo dalla stanza dopo aver addentato un tramezzino.”E’ molto rosso e se vuoi mettermelo in culo bisogna lubrificarlo un po’. Vediamo se questa pompata ti fa effetto”, disse fingendosi apprensiva e dopo aver teso un poco il pene aprì la bocca e lo ingoiò tutto sino a che il glande non toccò le tonsille: vibrò di piacere. Il dottor Galizia sentì le gambe irrigidirsi e poi rilassarsi spasmodicamente, “Ti prego Luisella, se continui così mi fai venire”Ettore tornato nella sala si leccò un dito e poi prese a passarlo tra le natiche di Luisella che sempre china sul dottor Galizia alzò ulteriormente il sedere per facilitargli il compito, “Ruggero adesso quando Ettore avrà finito io ti salirò a cavalcioni sopra di te rivolgendoti la schiena. Tu dovrai guidarmi nel prenderlo dentro, specialmente all’inizio quando il buchino è un po’ raggrinzito, poi quando l’avrai messo tutto dentro io mi adagerò su di te per permettere ad Ettore di entrarmi nella passera”Intanto Ettore continuava a carezzare il sedere di Luisella che si abbassò inarcando le reni con il risultato che i glutei si aprirono ancora di più; le dita di Ettore si infilarono nel solco fra le natiche ed esplorarono i contorni rugosi dell’ano, e quando le conficcò per intero l’indice nell’ano Luisella spalancò la bocca con un’espressione beata, le guance divennero scarlatte e smise di parlare con il dottor Galizia.”No, Luisella è meglio che prima Ruggero ti scopi alla pecorina, poi quando sta per venire o è già venuto vi sdraiate ed io ti vengo sopra”, contestò Ettore tornando a spingere con decisione il dito usando una dose abbondante di crema lubrificante: ritrasse il dito, poi lo rificcò dentro con precisa lentezza, tirando a destra ed a sinistra il buco per allargarlo al meglio.”Perché?”, chiese tenendo gli occhi chiusi che di tanto in tanto sbatteva gemendo sommessamente piacevolmente distratta dal piacere che le dita cominciavano a procurarle sfregandole il retto.”Amore mio, Ruggero non ha mai inculato una donna prima d’ora e mi sembra giusto farlo iniziare con una pecorina!”, spiegò Ettore dandole una pacca sulla natica”Si forse hai ragione”, e ciò detto riprese in mano il pene del giovane e insieme aprì l’involucro del preservativo e glielo infilò velocemente, quasi con un gesto consuetudinario. Ettore si mise dietro Luisella e tenendosi in mano il pene imitò per il dottor Galizia la posizione da prendere, “Mettiti bene dietro di lei e dopo aver appoggiato la cappella sul suo buchino guida i tuoi movimenti prendendole i fianchi con le mani. Poi con un leggero colpo di reni inizia ad entrare. Ma non tirarla verso te, spingile solo l’uccello nel culo. Hai capito?””Si””Allora prova tu”, gli disse lasciandogli il posto.Per lunghi istanti il dottor Galizia rimase immobile, poi si mosse ed appoggiò il glande allo sfintere di Luisella, “Vado bene cosi?””Si va bene, però guardati l’uccello, guidalo nei movimenti”, suggerì Ettore. Il ragazzo più volte tornò a spingere e subito dopo a fermarsi perché troppo eccitato, finché riuscì a riprendere il controllo di se iniziando a penetrare Luisella ormai piacevolmente cullata dalla penetrazione.Le pareti interne del retto erano lubrificate e senza troppe difficoltà il dottor Galizia affondò completamente dentro Luisella che fu scossa da un forte brivido di piacere, “Non essere cosi lento, aumenta un po’. Vienimi dentro di più, in profondità”Luisella sospirava e gemeva; non riusciva a stare ferma, il divano era tutto bagnato dai suoi umori e le sue gambe frementi racchiudevano quelle del dottor Galizia inginocchiato dietro di lei intento a spingere con forza il bacino contro le natiche divaricate della donna. Guardò Ettore infilarsi sotto le gambe della sua compagna intenzionato leccarle la vulva bagnata lungo tutta l’apertura; percepiva l’ano di Luisella contrarsi sul suo pene e bastarono poche leccate di Ettore per procurarle l’orgasmo. Luisella allora s’accorse di essere carica come una molla; inarcandosi conficcò le unghie nella coperta copri divano tendendo disperatamente tutti i muscoli.”Adesso, ti prego, fallo adesso!”, esclamò rauca e quasi non riconobbe la propria voce; Ettore staccò le labbra dalla vulva bagnata di saliva, umori e sudore, ed emerse lasciando la compagna scossa dei colpi del ragazzo. Luisella sentì il pene dilatarsi improvvisamente e strinse i denti quando percepì l’improvviso dilagare dello sperma.Crollarono ansanti sul divano e il dottor Galizia sdraiatosi subito al suo fianco non perse tempo e la penetrò nuovamente spingendo il suo pene non ancora ammosciato nell’ano perfettamente dilatato. Luisella lo cavalcava con furia come se non potessero avere mai fine le sue energie e il dottor Galizia le teneva i fianchi assecondandola in quel movimento ondoso, era immersa in un’altra dimensione, rovesciava le pupille mostrandone il bianco mentre ansimava e gemeva spingendo sempre di più, più armoniosamente, più a fondo; rallentava poi, per accelerare e frenare, muoveva il bacino stando ferma, glielo succhiava e lo pompava come aveva fatto con il ragazzo, poi si sollevava leggermente e andava su e giù con l’ano bollente che gli stringeva il membro ormai esausto.”Mettiti di schiena, Ruggero, e fai mettere Luisella sopra di te! Occhio a non lasciare uscire l’uccello dal suo culo, tienila stretta a te!”, esclamò Ettore con il pene ormai ritto e pronto. Con un colpo di reni il giovane spostò sopra di sé Luisella tenendola per i fianchi, e il pene, saldamente ancorato al retto, procurò alla donna un nuovo e lunghissimo orgasmo, o forse più orgasmi consecutivi e brevi. La concomitanza degli eventi eccitò tantissimo Ettore che dovette smettere di sorreggere il proprio membro per scongiurare un orgasmo estemporaneo.Fissò per qualche attimo il pene del dottor Galizia allargare e scomparire tra le natiche di Luisella, spinto interamente nel retto dentro il quale si muoveva ancora dentro e fuori lentamente. Luisella ormai esausta smise definitivamente di muoversi accasciandosi sul ragazzo, e fu solo allora che Ettore si inginocchiò tra quella coppia le gambe aperte, sotto quelle del ragazzo e sopra con le ginocchia alzate quelle di Luisella, puntando il pene rigido sulla vulva.”Dai! Ruggero cerca di muoverti! Ti prego”, urlò Luisella sentendosi penetrare, sussultando e contorcendosi sotto la dolce e passionale intrusione. Gemette ancora e tossì convulsamente in preda alla esaltazione delle carni, lusingata in quel modo così speciale e totale. Immersa in un’altra dimensione, rovesciò nuovamente le pupille, ansimando, immaginava di avere il membro bicefalo di un animale fantastico tra le cosce non riuscendo a distinguere la penetrazione anale da quella vaginale tanto era fusa in un unico amplesso.”Amore come va?”, chiese Ettore affannato mentre si poggiava con entrambe le mani alle cosce di Luisella tirandola verso di sé.”Vai, vai è stupendo, muovetevi, tutte due muovetevi”, pretese Luisella e quando entrambi presero a spingere assieme dentro di lei, dapprima a un ritmo blando, poi più veloce i singulti di piacere si fecero più forti. Il pene di Ettore spingeva in basso il membro del dottor Galizia che mosso appena leggermente bastava a stimolare oltremodo le pareti vaginali compresse dalla doppia penetrazione.Le mani dei due uomini la stringevano vogliose mentre la penetravano contemporaneamente e l’assoluta bellezza dell’atto le balzò nitida e appagante alla mente quando i suoi occhi caddero sulle immagini riflesse della vetrinetta dei liquori; si vide abbracciata tra i due corpi, un coinvolgimento di membra che le lasciava libere solo le spalle, le cosce e il viso, il resto era perfettamente amalgamato. Il primo orgasmo fu breve e assordante, fu come un tuono che la colse all’improvviso, la attraversò rapido come un’onda calda e la lasciò stupita e con i muscoli delle cosce e del ventre ancora in contrazione. Abbassò le spalle e sollevò i fianchi inarcando le reni offrendosi alla penetrazione anale, e il pene sembrò trovare una nuova profondità nel suo corpo. Si lasciò sfuggire un singulto rauco di piacere e il respiro rapido le si fece quasi sincopato, “Ruggero sei ancora in tiro, che bello”Ettore parve rendersi conto del suo stato e agitò più in fretta i fianchi arrivando ad ogni affondo a toccare i testicoli contro quelli del dottor Galizia; stava per raggiungere l’orgasmo e l’inevitabile doveva accadere, “Luisa sto venendo””Non me lo dire, dai, dai lo sai che mi piacciono le sorprese”, lo supplicò appena in tempo per sentire il secondo orgasmo montare come una marea che la fece urlare e dimenare come se fosse attraversata dalla corrente elettrica, mentre un’onda di brucianti sensazioni la possedevano completamente e con tale intensità da farle pensare che presto sarebbe caduta in un sonno profondo a causa di quell’estasi carnale così acuta e debordante.La consapevolezza di preferire, e quindi di volere due uomini che godevano nello stesso momento di lei, del suo corpo, la trascinarono in un vulcano di pura irresistibile libidine. Gemette in preda alla passione e il quel momento il dottor Galizia cominciò a venire, liberandosi dentro di lei con colpi brevi e ritmati ansimando forte, rimase solo il pene dilatato di Ettore che continuava a scivolare nel canale vaginale.”Dai amore vieni anche tu, vieni, ti prego”, gli sussurrò muovendo i fianchi per aumentare il suo movimento; Ettore sorrise e con un sospiro cominciò a spruzzare con affondi lunghi e appaganti nella vagina dilatata. Luisella si inarcò sospirando; aveva raggiunto l’orgasmo ancora una volta, era stata colta da un fremito improvviso e non riusciva nemmeno più a ricordare gli eventi della serata tante erano state le sensazioni che stava provando e che aveva provato, ma purtroppo il bel gioco era finito. Imprecò per quella ineluttabile e fisiologica interruzione finché non si accorse che Ettore non era ancora uscito, ma continuava a tenere il pene dentro di lei e che le sue mani le si erano poggiate sui fianchi, in alto.”Amore vorrei il tuo bel pisellone in bocca””Subito oh mia signora,”, recitò Ettore in tono pomposo staccandosi da lei che rotolò supina sul divano lasciando anche il dottor Galizia con un movimento lentissimo che tolse il fiato. Li osservò, sudati e soddisfatti e attese che Ettore le porgesse il pene da succhiare.Intanto il ragazzo con discrezione si era liberato del preservativo sporco di tracce marroni e dei filamenti bianchi della vaselina: Luisella se ne accorse e volle aiutarlo, “Ruggero, c’è un contenitore di plastica bianca tra i due divani, puoi buttarlo li, e poi scusami se ti ho pesato addosso””Luisella non ti scusare affatto, sono io anzi che mi debbo scusare per essere stato così supponente. Ho passato, e lo dico senza smancerie, la sera più bella della mia vita”Ettore si portò in ginocchio accanto la testa di Luisella poggiandogli il glande sulle labbra che si dischiusero subito per accogliere il membro mentre Il dottor Galizia con un guizzo s’insinuò tra le gambe per raccoglierne gli umori.Luisella ansimò nel tornare a ricevere le attenzioni di due uomini contemporaneamente, lusinga che sublimò presto nella fellatio provocandole inesorabilmente all’orgasmo. Spruzzò sul viso del ragazzo che felice leccò ogni stilla dei suoi umori, e con la voce rotta dall’orgasmo gli chiese, “Sono quasi le due di notte, ma tu Ruggero avevi qualcuno da avvertire, che so una fidanzata, una mamma?””No, no divido l’appartamento con altri ragazzi e non ho fidanzate che mi aspettano, e dopo questa sera non so se vorrò averne”Luisella alzò gli occhi, li fissò nei suoi, e con un sorriso malizioso incominciò a carezzargli il ventre. Ettore fu meno sensibile e replicò piatto, “Non dire cazzate, trovati una brava ragazza che scopa senza inibizioni a cui piace l’uccello e la passera e vedrai che ti toglierai di dosso tutto quel vecchiume che ti porti addosso””Ettore non ti metterai mica adesso in una discussione filosofica?”, il sesso eretto puntava verso di lei, la sua mente sognava il momento in cui sarebbe entrato nella sua bocca; lo impugnò, baciò l’asta delicatamente, e incominciò a passarselo sul viso, sul collo, sui seni, strusciando il glande contro i capezzoli duri e gonfi. Poi si concesse un attimo per prendere fiato, tendendo saldo in mano il sesso di Ettore, prima di ripulirlo amorevolmente e riportarlo in erezione.”No Luisella lascialo dire perché mi sembra un punto di vista molto interessante, il suo””Di pure il nostro, comunque volevo dirti che se vuoi farti una doccia il bagno hai visto dove è””Grazie, ma ora è meglio che vada””No, resta così potrò dormire vicino a due maschi profumati di sesso”Ettore era esasperato dall’eccitazione e dalla voglia, ma Luisella continuava a stimolarlo, con la lingua iniziò a giocare con i testicoli e a muoverla lungo l’asta, senza accennare a prenderglielo in bocca, “Non so se hai capito ma ti sta invitando a restare senza fare la doccia””Scemo, si può lavare domani mattina come faccio io, per esempio”Ettore non resisteva più. Prese in mano il proprio sesso puntandoglielo contro, mentre con l’altra mano tirava verso di se la sua testa. Gli passò il glande sulle labbra, schiudendogliele, e iniziando a spingere lentamente. La bocca di lei si schiuse, calda e accogliente, accogliendolo tutto dentro di lei, “Forza andiamo a dormire altrimenti domattina faccio la spia al vostro capo,””Credo che Federico ci lasci in pace, questo pomeriggio gli ho lasciato le mutandine nel suo ufficio mentre il nostro valente dottor Ruggero Galizia finiva i lucidi della presentazione””Cioè, hai scopato anche li?””Non proprio, gli ho fatto solo una pompa””Ettore appoggiò anche l’altra mano sulla sua testa”Luisella si distese stanca in mezzo e i due uomini che la scortavano dividendo insieme a lei i bordi del letto, la luce spenta e gli ansimi sempre più flebili furono rotti dalla voce argentina di Luisella, “Ragazzi, senza scherzi, questa sera mi sono sentita una regina”Sospirò estasiata lasciando intendere che prima di dormire aveva un ultima cosa da dire, “e se a voi non dispiace vorrei addormentarmi con i vostri uccelli tra le mani”Il dottor Galizia fu svegliato dalla luce limpida del corridoio, che filtrava dalla porta socchiusa in fondo al letto; sentiva il rumore provocato dal getto della doccia e nel letto era rimasto solo in compagnia di Ettore che russava sommessamente. Guardò il compagno di Luisella nudo, come del resto lui, e non poté fare a meno di considerare che non aveva avuto schifo o, addirittura paura, a dormire in un letto insieme ad un altro uomo. Era la totale indifferenza che provava nel guardare il sesso dell’altro a fargli rinforzare il concetto, sempre di più radicato nella sua mente, che gli piacevano troppo le donne, e che non lo sfiorava minimamente l’idea di immaginarsi in un coinvolgimento omosessuale. Luisella gli aveva detto che per le donne era diverso, e forse lo era, comunque, per quanto lo riguardava non aveva alcun dubbio e qualsiasi elucubrazione mentale segnava il passo all’istinto.Guardò l’orologio: 6:31, non poteva aspettare che Luisella fosse uscita dal bagno. Voleva guardarla mentre si lavava, voleva possederla in ogni istante di quella avventura. Lei uscì giusto in tempo mentre il ragazzo con l’incedere malfermo del risveglio si affacciava per spiarla; aveva i capelli bagnati e arruffati, gli occhi cerchiati, sorridente gli passò accanto sommariamente asciugata, sgocciolando ovunque, avviandosi nuda per il corridoio.”Se ti fossi visto adesso, non avresti più bisogno di me. Che ti succede? Non riesci a dormire?”, gli chiese alzando verso lo zigomo un angolo della bocca.”A dir la verità ho sognato di scoparti, e quando mi sono svegliato sono stato a guardare il soffitto e la sua pianta pensavo che forse dovrei farlo”, confessò vispo il dottor Galizia indicando con lo sguardo il suo pene già gonfio.”Certo. invece di parlarne tanto dovresti farlo, una scopata di prima mattina non è altro che la nostra felicità””E’ fantastico, un sogno””Non esiste nulla di impossibile nella vita per chi davvero sappia che c’è nulla da temere nel non vivere il sesso liberamente, l’unica afflizione è l’attesa per voi maschietti della ricarica””Intendevo dire che è fantastico pensarlo giocoso, libero, come un gesto semplice, come una serata passata a chiacchierare in una birreria, sotto le stelle””Oh, io ormai ci ho fatto l’abitudine alle contraddizioni della tradizione; è una vita che lotto contro i luoghi comuni, ma avevi pensato di farlo subito?””Possiamo rimandare?””Chiaramente, no””Allora dico di si””Benissimo. Prima o dopo il caffè?””Chiaramente dopo”Di nuovo in ufficio… dove si scoprono gli altarini”Luisella, niente rose questa mattina?”, le aveva chiesto a bassa voce Anna Leccetti prelevando il bicchiere di carta dalla macchinetta del caffè. Luisella con il bicchiere davanti alla bocca le sorrise maliziosa, “Visto che sei così perspicace nel dimostrare un così grande spirito d’osservazione dovresti aver notato qualcosa di estremamente chiaro e palese”Anna le sorrise a sua volta cercando di intuire dove stava lo scherzo e dove Luisella diceva la verità, “Se ti conosco bene l’hai conosciuto e te lo sei anche scopato, vero no?””Su questo hai ragione, hai tanto ragione che ho scoperto chi era il misterioso uomo delle rose e me lo sono portato a letto”, scherzò dondolandosi maliziosa sulle gambe.”Qui si parla di uccello”, asserì una voce femminile alle loro spalle.”Lucilla, non si fanno questi scherzi”, la rampognò Luisella tra il serio ed il faceto”Siamo in una ditta seria che non tollera simili atteggiamenti”, recitò pomposamente Anna buttandola ancora di più in scherzo per esorcizzare il piccolo spavento che avevano preso, perché malgrado tutto certe notizie avevano il potere di circolare molto velocemente in azienda ed era meglio usare discrezione nel trasmetterle anche ai colleghi più intimi.”Allora chi vi siete scopate?”, tornò a chiedere con interesse Lucilla”Chi si è scopata, vorrai dire. Parla pure con lei”, prese subito le distanze Anna mettendo subito in chiaro che lei l’ultima volta che aveva scopato l’aveva fatto con il dottor Benelli. Luisella anticipando l’ormai ineluttabile risposta alla domanda su chi fosse il misterioso corteggiatore si decise a parlare, “Ti ricordi vero, che avevo un ammiratore segreto qui in ditta, no?”Lucilla annuì attendendo quasi con impazienza il resto, “Si, si dovresti essere alla sesta rosa, ormai. Hai ricevuto la prima il giorno che sei partita per Roma?””No la prima è arrivata il venerdì prima, a Roma ci sono andata Lunedì. Comunque si, oggi doveva essere il sesto giorno delle rose ma ci siamo fermati a cinque. Quindi se uno più uno fa due, significa che ieri ho scoperto l’identità del corteggiatore”Lucilla la guardò di sottecchi lanciandole una frecciatina maliziosa, “Eh già, la dottoressa Luisella Boschi se li scopa tutti, basta che respirino””Si, si prendi per il culo, questo è proprio sugoso, e per giunta giovane. E’ bello lavorare tanto ed essere premiate in questo modo””Ho capito! Se è lui quello che penso io, è proprio un bel ragazzino”, commentò Anna stupita senza curarsi di dissimulare una certa qual invidia.”Quello nuovo del tuo ufficio?!”, domandò risoluta Lucilla”Si chiama dottor Ruggero Galizia”, precisò Anna battendo il tacco eccitata. Lucilla dopo aver buttato il bicchierino di carta nel bidone fece la domanda che Anna stava formulando battendola sul tempo, “Quando ce lo fai conoscere?””E’ al suo posto, anche adesso””No scema, nudo lo vogliamo vedere!”, precisò Lucilla come se ce né fosse stato bisogno.”Sabato cosa fate ragazze, che ne dite di fare un tanga party a casa mia?””Perché vestite?”, scherzò Lucilla”Fino a casa mia venite come vi pare, poi toglietevi tutto, anche la vostra patata si deve togliere la pelliccia””Io, da quando me l’hai depilata è rimasta sempre così. Qualche ritocchino qua e la, ed è sempre pulita”, le mise al corrente Anna con malcelato orgoglio.”Anna io ancora non te l’ho leccata, ricordati che domani sono la prima con te!”, si prenotò Lucilla tenendo il tono dello scherzo ma nonostante tutto l’intenzione di fondo era seria.”Dottoressa Coviello, domani sarò mio onore invitarla ad un sessantanove. Il primo della serata con lei”, le rispose per le rime Anna poggiandole una mano a cucchiaio sul sesso.”Chi siamo e in quanti siamo?”, domandò seria Lucilla.”Due coppie, quattro donne e due uomini, siamo un po’ tante. Voi non avete nessun uomo da portare?”Anna la guardò con aria disillusa, “Io non posso mica portare lo stronzo””Vabbé sarà una serata particolarmente lesbo”, tentò di conciliare Luisella.”No aspetta Luisella, io forse ho un ragazzo che ho conosciuto in palestra che potrei invitare, siamo stati insieme tre anni fa, adesso siamo solo amici, ma è uno a cui piace particolarmente scopare e con lui lo faccio negli spogliatoi dopo l’orario di chiusura. Da allora non c’è più stato niente tra noi tranne il sesso””Sei responsabile tu per lui”, l’ammonì Luisella alludendo alle possibili diversità caratteriali tra loro e la persona proposta da Lucilla.”Anche dei suoi diciassette centimetri?””No, no quelli li devi condividere”, scherzò Anna fingendosi piccata.”Dottoressa Boschi sono arrivate le persone che aspettavamo!”, annunciò non visto Ruggero Galizia facendo capolino dal corridoio.”Bene arrivo”, fu la risposta formale di Luisella, e dopo che il ragazzo se né fu andato i commenti di Anna e Lucilla si sprecarono.”Dottoressa Boschi qua, dottoressa Boschi la, ieri tutto fuoco e fiamme e adesso”, finse sdegno Lucilla.”E’ proprio per non far parlare due vecchie arpie come voi che bisogna tenere i segreti”All’uscita dalla mensa Luisella incrociò Lucilla che assieme ad altri suoi colleghi d’ufficio stava rientrando lentamente terminando gli ultimi minuti della pausa pranzo camminando lungo il breve viale alberato che univa il palazzo della mensa con gli altri edifici dell’azienda. La prese per un gomito chiedendole formalmente, “Per quella riunione, ci pensi tu vero a farmi sapere la disponibilità del fornitore”Lucilla la guardò per un attimo sconcertata, poi imbeccata da Anna che a stento si tratteneva dal ridere capì quello che Luisella intendeva chiederle, “Oh, si appena riceverò la sua mail di conferma la girerò subito a te!”Gli altri colleghi al seguito di Lucilla non capirono e lei con uno stratagemma li salutò riprendendo il cammino con Luisella ed Anna, “Lo chiamo questa sera e sento se gli va di venire, poi ti chiamo tanto non disturbo vero?”Risero tutte e tre di gusto.”Ma poi non ci hai detto cosa è successo ieri sera”, le ricordò Lucilla. Il racconto fu breve ed avvincente e quando terminò fioccarono le domande.”E così il ragazzino preferiva noi tardone alle ragazzine che abbiamo in ufficio. Non ci posso credere, da noi c’è la bionda che mi farei volentieri anch’io!”, commentò esterrefatta Anna”Già ma forse è andata meglio così, almeno adesso lo possiamo conoscere anche noi. E poi lui non ha nessun amico da portare?”, Lucilla era delle tre la più eccitata e il profumo alla lavanda non riusciva più a coprire l’essenza di donna che caparbia si diffondeva nell’aria”Non ci avevo pensato””Si Luisella è un ottima idea, gli devi chiedere se ha degli amici”, enfatizzò Anna per niente indifferente ai richiami olfattivi di Lucilla”Ragazze, il Galizia mi ha preso di mira perché temeva che le ragazzine al contrario lo respingessero. Io, da quel punto di vista gli infondevo più fiducia, e ci ha provato con le rose. Ettore gli ha dovuto dare qualche dritta quando mi ha scopata il culo, ma poi è andato benone e abbiamo fatto un panino da favola. E mi sono anche addormentata con entrambe le mani che stringevano un uccello”, Luisella, cambiando discorso, esplicitò meglio solo per il gusto sadico di vedere le proprie colleghe morire d’invidia.”Basta Luisella che mi bagno!”, protestò abbastanza seriamente Lucilla”Si, si sentiamoci domani mattina al telefono e ci organizziamo meglio”, accennò Anna aprendo la porta dell’ascensore”Io direi invece di trovarci domani mattina alle dieci a casa mia così prepariamo tutto per la sera. A questi uomini bisogna riempirgli lo stomaco se vogliamo a nostra volta essere riempite, no? Venite direttamente cosi vi faccio conoscere anche le altre ragazze”, propose drasticamente Luisella con il vero cipiglio del capo”Così presto, io ho una famiglia ti ricordi, vero?”, obbiettò sconsolata Anna”Non puoi dire che hai dello straordinario da fare?”, arrabattò una scusa possibile Lucilla”No, no è una stronzata, comunque vi faccio sapere”, volle chiudere Anna e tutte si recarono alle loro scrivanie.
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