Capitolo 1 – Week End Racconto: Se quella sera… emozioni Capitolo 2 – Lunedì Racconto: Se quella sera… Inquietudini Capitolo 3 – Martedì Racconto: Se quella sera… Menate Capitolo 4 – Mercoledì Racconto: Se quella sera… Intrighi e confidenze Capitolo 5 – Giovedi Racconto: Se quella sera… Certezze e novità Capitolo 6 – Venerdì Racconto: Se quella sera… Misteri e doveri Capitolo 7 – Sabato&Domenica Racconto: Se quella sera… Arrangiarsi Karin si fermò davanti l’ascensore e aspettò che il lento montacarichi arrivasse al piano. La cabina arrivò subito dopo, quei trenta secondi le bastarono a rievocare quella serata unica e strana che fino a qualche giorno prima non si sarebbe neanche lontanamente sognata di progettare, infatti ancora non ci poteva credere. La cabina era vuota e appena dentro prese adaggiustarsi il camice, e approfittando ch’era sola si carezzò il sesso, quasi fosse un accenno di saluto all’amica più cara.Ding, si ricompose tornando ad essere la dottoressa Karin Sambelli. La cabina si fermò al quarto piano e il professor Taddeo Gandolfi entrò con il camice bianco mal chiuso sul davanti dalle tasche stracolme di penne, foglietti e l’immancabile stetoscopio. Trovando Karin sola nella cabina le chiese malizioso «Allora, come è andata?»Fu grata d’aver incontrato Taddeo da solo a sola perché ancora non aveva avuto modo di parlarci a quattr’occhi «Mi sono abituata subito, non c’è voluto molto»L’uomo appena l’aveva vista era rimasto estasiato, non immaginava quella mattina di trovarla così bella: corvina, alta e sensuale. Sotto il camice portava un paio di pantaloni grigi e una maglietta rossa un po’ ampia, che lasciava intravedere benissimo il bel seno sorretto da un reggiseno bianco di cui intuiva il disegno. La maglietta aveva una scollatura generosa che lasciava scoperto il collo e si spingeva fin quasi alla congiunzione dei due seni dove poggiava un bellissimo ciondolo dorato. Non s’era mai vestita elegante sotto il camice, e con estrema sicurezza le rispose «Non avevo dubbi»Karin sfoderò un sorriso malizioso consapevole che sotto i pantaloni sfilavano due belle gambe nervose che la rendevano ancora più inquieta e sensuale «Sono ritornata un adolescente, e mi sono trastullata più volte»Taddeo uscendo dall’ascensore le lanciò l’ultima lusinga, «Sei ancora insicura su i vocaboli» la guardò; sembrava volare su quelle gambe tanto erano agili e perfette, slanciate da un paio tacchi alti che la elevano ancora di più: sorrise dentro di sé e dopo essersi ricomposto chiamò la caposala con un gesto della mano ritornando ad essere il professor Taddeo Gandolfi in tutto e per tutto. *** Luisella entrò nel suo ufficio e sedette alla scrivania posta centro della stanza; un tuffo al cuore la scosse violentemente. La luce era soffusa e c’era un odore di fiori intenso e una nuova rosa rossa campeggiava sovrana sulla scrivania meticolosamente ordinata. Dopo qualche minuto arrivò la biondissima Giulia che entrò in silenzio. Si guardarono senza parlare. Luisella accavallò una gamba iniziando a farla oscillare il tanto che le dava la possibilità la gonna lunga di sollevarsi. «Hai visto?», disse rivolta a Giulia che le aveva consegnato un plico di documenti da portare assolutamente alla riunione di Roma.«Ma chi è Luisella? Qualcuno dell’ufficio sicuramente, perché non si può arrivare sin qui senza passare dai tornelli», le aveva risposto complice la ragazza, dodici anni più giovane di lei, che ormai aveva con il suo responsabile un rapporto di amicizia molto saldo. Luisella di questo né era molto orgogliosa e aveva sempre portato avanti quella amicizia con molto affetto. Tra di loro non c’era stato mai del sesso ma Luisella non si sentiva di escludere quella evenienza, anche se le sarebbe piaciuto iniziare la ragazza fondamentalmente al sesso di gruppo prima ancora d’avere una storia breve di amicizia saffica con lei. «Hai ragione», bofonchiò mentre con la coda dell’occhio poteva rimirare i fianchi leggeri e slanciati della ragazza avvolti da una minigonna nera molto corta. Giulia finì di stampare un ultimo documento e dopo essersi sporta verso la stampante apostrofò Luisella di sottecchi: «Io fossi in te mi guarderei da Ruggero, e uno che con gli occhi ti fa la radiografia»«Ce ne fossero, ma ora scappo perché altrimenti perdo l’aereo, Chiamate al cellulare per qualsiasi imprevisto, e non fatevi scrupoli a lasciare messaggi in segreteria, dillo anche alle altre», rispose Luisella infilando il cappotto e lasciando la ragazza inebetita dalla sua risposta: bloccata ma orgogliosa di quella donna che alla sua età non aveva affatto remore a confessarle tutto, anche i desideri più privati. Luisella non capì subito d’aver in qualche modo stupito la sua collaboratrice, ma era sicura che Giulia aveva notato qualcosa di particolare in quel ragazzo. Ripercorse con la mente gli ultimi avvicendamenti del suo settore, e da qualche mese Federico Pisani gli aveva assegnato un nuovo componente, che sulle prime le aveva destato qualche preoccupazione. Il primo giorno, quando Ruggero Galizia era stato presentato da Federico Pisani non aveva potuto fare a meno di notare gli sguardi femminili dell’ufficio, ed aveva temuto che il nuovo venuto potesse distrarre dal lavoro le tre ragazze, l’impettita Anna ed infine sé stessa. Ruggero era un brillante laureato in economia, trentacinque anni, alto e dal fisico atletico, molto attraente se non addirittura bello e con due incredibili occhi azzurri. Un giovane brillante e bello con tre ragazze poco più che ventenni e un capo, Luisella Boschi, ch’era il ritratto della salute fisica e della voglia di vivere. Aveva osservato con distaccata attenzione l’evolversi degli eventi, pronta ad intervenire se le cose si fossero messe male. Ed in effetti nel corso del primo mese, era stata sul punto di intervenire più volte. Aveva temuto che l’armonia dell’ufficio risultasse definitivamente compromessa, le ragazze rivaleggiavano tra loro per attirare l’attenzione del nuovo venuto, ed incominciavano a crearsi le prime tensioni che, quando Ruggero era assente a volte sboccavano in brevi battibecchi. Poi, lentamente le cose erano migliorate ed il merito, doveva riconoscerlo, era unicamente di Ruggero. Lui malgrado tutto aveva continuato a comportarsi con naturalezza, ad essere ugualmente cordiale con tutte, si faceva ben volere con piccole attenzioni per tutte, ma mai dimostrava interesse per l’una piuttosto che per l’altra, e questo le dava da pensare: —perché non ci provava con più insistenza?— Lei nella loro situazione non ci avrebbe pensato due volte, sicura com’era che il sesso andava vissuto per quello che era senza inutili sensi di colpa e restrizioni barbare. Era dai tempi del liceo, cioè da quando aveva scoperto il suo giusto grado di appagamento sessuale che non aveva mai avuto un esitazione a concedersi ad amici ed amiche, e a trentotto anni, sentiva più che mai scorrere nelle vene il sacro fuoco della passione. Ettore l’aveva galvanizzata ulteriormente, lusingandola e spronandola in quello che lei riteneva essere il gioco più bello del mondo, ed aveva due chiodi fissi: conoscere un uomo di colore ed essere la protagonista di una gang bang mista, con uomini e donne. Ma mai aveva subito un corteggiamento così misterioso fatto di rose rosse e fremiti impalpabili, e poi c’era Anna con la sue allusioni sessuali e la voglia non tanto inconsistente di sedurla. E si rattristò molto quando lentamente riconobbe i sintomi della delusione, sui volti delle sue ragazze giovani e carine, eccessivamente inclini a rassegnarsi alla prima difficoltà disorientate da una scomoda e quanto inutile moralità di facciata. Provarono ancora ad attirare la attenzione di Ruggero, ma ormai era più un gioco formale che escludeva qualsiasi tipo di proposta sessuale, anche se velata, e nuovamente l’atmosfera dell’ufficio si raffreddò ed anche Luisella poté rilassarsi un poco. —Perché quel farfallone di Ruggero non ci aveva provato almeno con una delle tre ragazze?— pensò sbuffando. Si era esclusa subito dal conto delle pretendenti perché nelle vesti di responsabile preferiva rimanere estranea e assieme a lei aveva subito aggiunto Anna Leccetti. A tutto ciò pensava rannicchiata sul sedile del taxi, intabarrata nel suo cappotto e riscaldata solo dal pensiero d’un caldo e avvolgente ritrovo orgiastico, e in particolare nel suo sogno erotico più ricorrente c’era Anna Leccetti, la mammina tanto saccente, che né Sandro Corbetta, né Ruggero Galizia, i soli uomini del gruppo, avevano imbastito il seppur minimo corteggiamento nei confronti dell’altera collega. «Se non lo fai tu, lo farò io», le aveva detto invece Lucilla toccandole, non vista il sesso, con la mano protesa a cucchiaio quando le aveva confessato quella attrazione.«Allora a martedì a ginnastica ti racconterò tutto, cerca di arrivare presto», le aveva intimato scherzosamente Luisella. Si ridestò dai pensieri e scrutando dal finestrino intravide in lontananza la sagoma dell’aeroporto che le ricordò il motivo di quel viaggio di lavoro denso di impegni e preoccupazioni. Era partita a malincuore perché stava passando un bel periodo con Ettore e il pensiero dello spasimante, ancora sconosciuto, la incuriosiva a tal punto da tenerla in ansia una volta di più. Un giorno e mezzo da passare tra scartoffie e clienti al fianco di Anna che aveva voluto con lei a Roma più per metterla sessualmente alla prova che per effettive esigenze lavorative. Luisella era il suo responsabile e terminata quella giornata di lavoro, che si preannunciava interminabile, aveva una mezza intenzione di sedurla, perché era quasi certa che le attenzioni che Anna aveva avuto per la guardia erano del tutto genuine. Appena scesa dal taxi trovò la dottoressa Anna Leccetti ad a!ttenderla sul luogo convenuto il giorno prima «Buon giorno Anna, c’è parecchia fila al check in?», chiese dopo aver contraccambiato i saluti con un sorriso. Era davvero una bella donna e a malincuore si costrinse altrove i suoi pensieri perché le era passata la voglia di concentrarsi sulle tematiche lavorative. -=Le abitudini a volte cambiano=-Il tempo era maledettamente freddo e sembrava minacciare neve tanto che a Karin sembrava persino logico immaginarsi nuda al caldo mentre era intenta a masturbarsi, ma tutto si dissolse quando intravide Taddeo e capì che finalmente la sua vita era davvero cambiata. Lo salutò «Cosa volevi dire, sta mattina in ascensore, quando hai detto che sono insicura sulle parole, che non sono abbastanza scurrile?»Taddeo batté le mani dal freddo e buttando la valigetta nel sedile posteriore dell’auto le si avvicinò «No, la parolaccia è sempre fastidiosa. Mi riferivo alle allusioni che usavi per raccontarmi delle tue masturbazioni. Sai non ho nessuna difficoltà a raccontarti le mie o quelle di mia moglie. Sono momenti bellissimi»Karin aveva la sensazione come di vivere a mille chilometri di distanza da casa alla ricerca di nuove emozioni ed esperienze, per sentirsi ancora viva e capace di stupirsi davanti ad uno sconosciuto. Sorrise lusingata «E’ un passo che mi sto accingendo a fare, ciao ora vado a fare un poco di spesa»Taddeo guardò la poca altra gente infreddolita camminava veloce nel parcheggio sotto quel cielo perennemente plumbeo «E poi?»Karin scoppiò in una risata cristallina «E poi mi spoglio nuda, completamente fino a domattina, ciao domani né parliamo» «Scommetto che salti anche la cena per masturbarti, e scommetto anche che ti poterai all’orgasmo fino a che non sarai esausta, anzi fino a che non vorrai essere penetrata»«Dai, per ora mi metto solo nuda, e mi tocco, ma non è escluso che mi possa concedere a te, se tua moglie vuole»«Paola non avrebbe nessun problema, anzi. Però innanzi tutto devi essere disponibile per te stessa. Devi conoscere fino in fondo il piacere immenso dell’autoerotismo»A Karin sembrava di vivere in un sogno: i contorni delle cose le sembravano indefiniti e il parlare stava diventando quasi impossibile. Allungò un braccio, voleva toccare quei capelli e poi, sentì la voce di Paola in lontananza; si voltò, le sorrise, poi rivolta nuovamente verso Taddeo stupita ma consapevole «Hai ragione perché ancora mi sento un po’ a disagio completamente nuda, mi sento fuori posto a pensarmi sul divano con le mani sul sesso»«Perché non le dai un nome?»«Perché?», chiese tornado a ridere.«Perché ti sento imbarazzata quando pronunci la parola sesso, ed anche vagina sarebbe fuori luogo: troppo asettico. Poi figa, non né parliamo troppo volgare e inflazionato, No, no prova a darle un nomignolo familiare e falle tante coccole»Karin lusingata con un sorriso si infilò in macchina salutandolo con calore «Che matto che sei, ci vediamo domani» *** Per Luisella ed Anna il lavoro a Roma era cominciato appena sedute in aereo ed era proseguito senza interruzione sino a tarda sera quando furono accompagnate in albergo dopo un ulteriore cena di lavoro. Rimaste sole e smesso l’abito del manager si rilasciarono iniziando con i soliti convenevoli femminili. Luisella l’aveva invitata in camera sua ed erano andate a sedersi nel piccolo salottino e come spesso succede in tali circostanze, finirono per parlare dei rispettivi problemi di famiglia, «Ho appena messo giù la cornetta con Ettore, sono rimasta con lui al telefono per quasi venti minuti, ah questi uomini appena li lasci un attimo»«Forse il tuo, ma il mio quando non mi vede fa bisboccia» rispose secca Anna. Era preoccupata perché temeva che il marito la tradisse, e si sentiva di conseguenza trascurata «Lo stronzo sono quasi sicura che ha un amante. In fin dei conti è quasi un anno che quello stronzo di Gaetano mi ha messa da parte, e da allora mi sono quasi consumata il dito medio della mano destra a furia di… Insomma, ho voglia di lui, ecco!»Più Anna si sfogava e, più Luisella prese a coccolarla tenendola a sé, carezzandole le spalle per conquistare la sua confidenza, «Ma come hai capito che lui aveva un’altra?»Quando Anna iniziò a piangere Luisella rimase piacevolmente sorpresa per la piega intima che stavano prendendo gli eventi e ne approfittò subito, abbracciandola ed asciugandole le lacrime, «Quasi per caso, e se solo me ne fossi accorta prima. Sono stata una stupida.. credevo che Gaetano fosse come tutti gli altri e non l’ho capito… adesso lui sta con un’altra da sei mesi e mi manca da morire! Non immagini quanto sto male quando lo penso con lei! Ho sbagliato credendo alle voci che giravano e so che l’ho perso per sempre! E’ stata la persona più importante di tutta la mia vita e che non lo potrò dimenticare mai, e gli voglio veramente un mondo di bene!»Luisella le baciava le tempie mentre con la mano le sfiorava leggera i capelli per consolarla e, quando Anna iniziò a piangere più forte, la strinse, e guancia a guancia le mormorò tutta la sua solidarietà, «Dai la vita non è così bastarda, vedrai che lui prima o poi tornerà, magari lo farà per i vostri figli, ma tornerà ad essere quello di prima»Anna accettò la complicità e con un braccio cinse di scatto la vita di Luisella appoggiandole il capo sulla spalla, «Nel cuore di Gaetano non ci sono più, ma molto probabilmente non ci sono mai stata, nonostante tutto lui nel mio cuore c’è da almeno vent’anni e non ho ancora avuto il coraggio di dirglielo, Gaetano, io ti amo e tu resterai per sempre in un posticino molto speciale nel mio cuore»Luisella si scoprì stupita scoprendo una Anna fragile e indifesa che faceva a pugni con l’immagine di donna decisa e sicura che ostentava in ufficio. Intenerita le accarezzò l’orecchio con le labbra, la sfiorò baciandola leggermente, sussurrandole dolcemente parole di conforto. Appena iniziò a baciarla sul collo si accorse che, ad ogni lieve tocco delle labbra che Anna era percorsa da brividi lungo tutta la schiena. Decise allora di distrarla ulteriormente con un più insistente richiamo sessuale la baciò sempre più apertamente sul collo, vicino all’orecchio che stuzzicava con la punta della lingua, scendendo a baciarla sulle guance fin quando i singhiozzi iniziarono a farsi più leggeri. E man mano che i singulti andarono scemando le frasi di incoraggiamento si fecero sempre più maliziose. Luisella prese sfiorarle la bocca con le labbra, respirando il suo alito profumato in un bacio ancora casto, ma sempre più intimo, quindi tornò a baciarla con rinnovata malizia dietro l’orecchio. Anna sussultò e parve gradire il continuo crescendo di attenzioni di Luisella che ritornata sulla bocca, per qualche frazione di secondo, vi premette contro la propria con le labbra leggermente dischiuse.Non indugiò oltre per timore di rovinare tutto e tornò ad asciugarle le lacrime con le labbra assaporandone con piacere il gusto amaro e salato; spiccò mille baci leggeri sul collo, risalendo verso le guance inumidendo la pelle con la punta della lingua per poi tornare di nuovo a sfiorare la bocca di Anna. Quella volta la baciò apertamente, rompendo ogni indugio le forzò le labbra penetrandola con la lingua in un tripudio di festanti emozioni. Anna ricambiò cercando a sua volta la lingua, e spalancata la bocca volle essere raggiunta in profondità. Presero allora a leccarsi le labbra e si baciarono sempre più intimamente, con le lingue si annodavano, si scioglievano e si avviluppano di nuovo bevendo ognuna la saliva dell’altra.Luisella si staccò dal bacio e guardando Anna negli occhi le disse «Sono contenta che ti piaccia, avevo paura di una tua reazione contraria»«E’ stato bello anche per me, mi consola un po’ delle mie disgrazie, non hai idea da quanto tempo non ricevo più un bacio»«Ora è tutto finito, ci penserò io a riempirti di baci, non ti lascerò mai mancare le carezze di cui hai bisogno»Si avvinghiarono letteralmente di nuovo in un bacio da togliere il respiro mentre le mani di Luisella raggiungevano i seni di Anna e li accarezzavano sopra la camicetta bianca del Tailleur, massaggiandoli fino a sbottonare l’indumento e far scivolare sulle braccia le spalline del reggiseno che s’afflosciò inerme. Fu un’esplosione di seni liberi da ogni vincolo che iniziarono a vibrare all’aria in un tripudio sensuale. Anna aveva i capezzoli erti e scuri, subito Luisella li raggiunse con la bocca succhiandoli estasiata e staccandosi solo un attimo quando rapidamente si tolse a sua volta camicetta e reggiseno. «Leccamele anche tu, fammi sentire la tua lingua sui capezzoli», le disse sostenendosi con le mani i seni offrendoli ad Anna che prima timidamente poi con foga e soddisfazione iniziò a solleticare. Luisella si lasciò leccare e stropicciare i seni, sentendo il calore aumentarle nella vulva ancora costretta nelle mutandine; avrebbe voluto spogliarsi, aprirsi e sentire i lobi della vulva liberi di gonfiarsi all’aria aperta. Ancora qualche istante di continua e incontrollata eccitazione, e Luisella decise di fare un ulteriore passo: dopo averle tolto la gonna del tailleur tentò di sfilarle le mutandine, ma ricevette un rifiuto, «No, questo no, non voglio andare oltre, i tuoi baci mi piacciono e ne voglio ancora altri, ma questo no, ti prego di scusami, ma non sono lesbica»«Nemmeno io lo sono, e non hai idea di come mi piacciano gli uomini, però mi piaci anche tu e mi piacerebbe accarezzarti e baciarti anche la patata», la frase fu dolce; mentre parlava, le accarezzò il pube sfiorandola leggermente con la punta delle dita.«Da quanto tempo tuo marito non fa l’amore con te? Da quanto tempo non godi fra le braccia di qualcuno? Se vuoi ti posso aiutare, mi piacerebbe accarezzarti con le mani e con la lingua, non devi temere, né sentirti a disagio, vedi quando due donne sono amiche, senza essere affatto lesbiche, lo fanno solo perché è bello farlo. Dai prova con me, mettiti tranquilla e lasciami fare»Così dicendo riuscì a vincere la sua resistenza, le tolse completamente le mutandine e spingendola sul letto le aprì le gambe. In ginocchio davanti a lei si soffermò a rimirarle il sesso parzialmente nascosto da una folta pelliccia di peli neri, avvicinò il viso e si inebriò aspirando l’aspro profumo della vulva. L’immaginò depilata dando ancora una volta di più ragione ad Ettore: la peluria regnava sovrana dalla zona anale fino al pube propagandosi sin ai lati delle cosce. Spostando la peluria con le mani tentò di liberare la fessura dai peli poté respirare il forte profumo femminile che si liberò dalla vagina umida. Appoggiò la lingua lungo i bordi esterni delle grandi labbra, leccando succhiando gli umori che fuoriuscivano in quantità; infine la penetrò leccandola in profondità nella vagina. Inghiottì le secrezioni che le riempiono la bocca, quindi salì all’estremità superiore della vulva avventandosi sul clitoride turgido.Anna emise un gemito e cominciò a godere senza più alcuna costrizione, «Luisella fallo ti prego, non ti fermare, da quanto tempo non godo così, non credevo che fosse così bello anche con una donna» urlava, singhiozzava, gemeva, più volte raggiunse l’orgasmo e alla fine si placò abbandonandosi esausta. Con le mani teneva la testa di Luisella premuta fra le proprie gambe e muovendo il bacino sfregava la vulva sul viso della collega «E tu Luisella, tu non hai goduto, vuoi che provi anch’io a baciarti fra le cosce? Però guarda che per me è la prima volta e non so se sarò capace di farlo, può darsi che mi dia fastidio metterti la lingua nella passera»Invertirono le posizioni ed Anna infilò la faccia fra le cosce di Luisella, timidamente accostò il viso al pube e con le labbra toccò la pelle liscia e profumata, «E’ bella così, la voglio anch’io. Sei bella così depilata, Vuoi farlo anche a me?»«Si, certo dopo. Adesso leccami»Anna si fece più audace e una volta aver passato le labbra chiuse sul clitoride, infilò il naso nella fessura e la percorse per tutta la sua lunghezza, in un attimo fece guizzare la lingua penetrando in profondità la vagina. Per la prima volta nella sua vita avvertì sulla lingua il sapore di un sesso femminile, non ne era particolarmente turbata, anzi la novità le piaceva, a poco a poco scoprì una nuova fonte di piacere; cominciò a leccare le grandi labbra aumentando via, via il ritmo. Lappava disordinatamente, saliva al clitoride solleticandolo sulla punta, lo risucchia in bocca come Luisella aveva appena fatto con lei, cominciando a succhiarlo con forza e avvertiva le contrazioni della vagina fino a percepire il liquido sfociare dell’orgasmo.Senza una meta precisa Anna si sollevava dalla vulva ancora pulsante per andare, prima a baciare il viso di Luisella, a carezzarle il seno mentre con le dita, poi sprofondava di nuovo il viso tra le mucose rosee infilandole le dita nella vagina cercando nel medesimo tempo la bocca di Luisella. Lei rispondeva al bacio, le lingue si intrecciano in giochi vorticosi, si succhiavano a vicenda ed era come se ognuna volesse superare l’altra. Luisella aveva la bocca colma di saliva che Anna beveva in preda ad una libidine mai provata. La mano per un attimo, abbandonò la vulva; Anna carezzava rapita la pelle morbida e luminosa del glabro monte di venere, poi ritornata tra le grandi labbra intrufolò nuovamente le dita. Alla fine riuscì a dire «Sono una svergognata, è la prima volta che faccio l’amore con una donna, ma ora mi sembra di averlo sempre desiderato, mi è piaciuto moltissimo fare l’amore con te»«Si dice fare sesso, noi stiamo facendo solo sesso perché l’amore si fa con gli uomini. Comunque quando ne avrai ancora voglia sai dove trovarmi, ma ora dimmi, davvero tuo marito non ti guarda più? Una bella donna come te!»«In tre mesi mi avrà scopata si e no un paio di volte, e spesso mi chiedo chi o che cosa mi trattenga dal fargli anch’io le corna col primo che capita, cerco di calmarmi masturbandomi da sola, però sento la mancanza dell’uccello di un uomo» «Senti perché parli di corna? In fondo stiamo solo parlando di farsi una scopata tra amici. Se tu lo vuoi e sei disponibile io potrei avere la soluzione al tuo problema, se una sera sei sola perché lui se ne è andato e senti la voglia che ti prende,troviamoci, se ti piace come uomo, ti faccio scopare con il mio compagno, potremo fare sesso tutti e tre insieme, ti piacerebbe?»«Il tuo compagno? Parli seriamente, ma non sei gelosa? E come faccio? Vengo da voi e gli dico: —dai scopami!— Che vergogna, e se poi non gli piaccio e non mi vuole? Come faccio ad offrirmi a lui così, come una puttana di strada»«Ma cosa dici Anna, come posso essere gelosa di una scopata? Ettore sarà certamente ben felice di scoparti insieme a me. In quanto a sentirti puttana, guarda che non è normale astenersi troppo dal sesso, e scopare con altri uomini e donne ti assicuro che viene naturale oltre ad essere di un piacere incredibile. Ti rivelo un segreto: a me piace da morire scopare in gruppo. Non devi fartene un problema, butta alle ortiche gli scrupoli e i preconcetti, vieni invece qualche volta da me e ti accorgerai quanto è bello concederti in gruppo, e, più ti sentirai donna e più ti piacer໫Mio Dio, veramente scopate con altri uomini in una stanza?»«Bé non siamo una batteria di polli, ma hai presente le cene tra amici? Bene metti dentro chi vuoi e elimina completamente i vestiti e sostituisci il risico con una bella scopata di gruppo. Ti ripeto io sono un essere umano che vuole sentirsi ed essere trattata come donna, non vivo per scopare solo con la persona che amo, ma voglio amare il mio compagno e scopare per il piacere di fare sesso. Sai quante volte l’ho fatto con un uomo, quante volte mi sono fatta una donna, e quante volte mi sono masturbata in tre mesi? Vorrei poterti dire il numero esatto, ma ne ho perso il conto. Svegliati Anna! Il mondo là fuori è pieno di uccelli, di passere che non sognano altro che fare amicizia. Comincia con noi e poi come si dice l’appetito vien mangiando»«Mio Dio mi hai eccitata tutta, non so, ora sono così frastornata che non so darti una risposta, mi stai facendo girare la testa, ti prometto di pensarci, però cerca di capirmi mi sembra una cosa così strana, così fantastica che solo l’averti promesso di pensarci mi fa già sentire strana, è vero, solo l’idea di darmi ad altri uomini mi fa provare una strana piacevole sensazione»«Anna vuoi un consiglio? Lasciati guidare dal tuo corpo, e ogni tanto lascia a casa tutte quelle menate cervellotiche»«Luisella ho voglia ancora, fammi godere un’altra volta, così con la bocca, ahh la tua lingua sulla passera, continua, leccami!Guarda come mi spalanco tutta per te, mi sento donna anch’io, sii, Luisella, voglio farmi sbattere dal tuo uomo, voglio farmi scopare da lui, voglio sentire il suo fallo entrarmi nella passera»Raggiunse ancora l’orgasmo contraendo gambe e bacino, e tra le convulsioni schiacciò la testa di Luisella sulla vulva sentendo la sua lingua esplorarle ogni anfratto della vagina, allora volle ricambiare il piacere in eguale misura, si rovesciò ed incollando le labbra sul sesso di Luisella. Placatesi dopo l’orgasmo, Luisella le accarezzò ancora il seno, gustandosi il turgore continuando a palpeggiarla ovunque. Le strizzò il seno da sopra il vestito mentre le prendeva una mano per portarsela sulla vulva fradicia e palpitante «La senti come ne ha ancora voglia, mi spiace che lo scopri solo adesso, ma ti aspetto al più presto, promettimi che tornerai con o senza la presenza di mio marito, per lealtà ti avviso che quando arriverà a casa gli racconterò tutto di noi e spero proprio che salirai a trovarci» Prima di lasciarla la strinse a sé un’ultima volta baciandola con ardore sulla bocca, «Adesso non indossare nulla e fallo ancora da sola» le lingue si cercarono e si intrecciarono ancora per un lungo, ultimo, appassionato momento.
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