“La devi smettere di fare arrabbiare tuo padre, Riccardo!”. Questo mi ripeteva in continuazione mia madre Lina dopo l’ennesima discussione che avevo avuto con lui.Ormai era qualche anno che i miei genitori non andavano più d’accordo. Precisamente da quando io all’epoca io 14enne, iniziai ad uscire insieme a mia sorella Livia, e lei 17enne non voleva portarmi perché mi considerava una palla al piede.Già a quell’età ero un tipo ribelle ed orgoglioso per cui l’idea di essere di peso a qualcuno mi faceva incazzare come una bestia. Feci allora un patto con Livia: uscivamo insieme poi ognuno andava con i propri amici dandoci un orario per ritrovarci e rientrare a casa.Crescendo acquistai autonomia di movimenti ma il problema divenne quello del rispetto degli orari. Non c’era giorno o quasi in cui non uscivo o rientravo in orari diversi da quelli che aveva stabilito mio padre. Furono anni duri in cui spesso le prendevo di santa ragione ma io, sempre più ribelle verso delle stupide convenzioni non mi piegavo alle sue regole, piuttosto mi sarei spezzato.Anche per Livia quegli anni non furono facili tanto che, appena finite le scuole superiori si è iscritta ad una università fuori sede e torna solo per i week-end…e nemmeno tutti.Comunque per lei le cose furono meno difficili sia per il carattere più accondiscendente e remissivo, simile a quello della mamma, sia perché compiuti i diciotto anni mio padre la lasciò più libera, sia infine perché a scuola era una secchiona e gli dava le soddisfazioni che lui si aspettava da un figlio.Negli anni mio padre perse un po’ il controllo delle sue azioni e si arrabbiava anche per dei futili motivi per cui iniziarono i litigi con mia madre che non voleva vedere i suoi figli maltrattati anche per delle sciocchezze. Così anche il loro rapporto si raffreddò non poco e si arrivò ad una situazione in cui lei spessissimo parteggiava per me coprendomi come poteva. Ormai più che essere moglie e marito si può dire che vivono insieme.Fatto sta che a diciotto anni non ne volevo sapere molto di studiare e quindi avevo alcune insufficienze tra cui in latino, cosa buffa visto che mia madre è professoressa di lettere ed insegna anche questa materia. La causa principale erano le ragazze di cui non potevo fare a meno.Saltavo dall’una all’altra con una facilità che sorprendeva anche me e creava una certa invidia tra i miei compagni. Non riuscivo a comprendere come fosse così difficile per loro abbordarne una.Devo dire che la mancanza di voglia di studiare madre natura l’ha ben bilanciata con una notevole prestanza fisica. A 18 anni sono alto quasi un metro ed ottanta, spalle larghe, occhi e capelli neri, fisico nel complesso ben proporzionato aiutato da svariate sedute in palestra di cui sono un buon frequentatore.Ancora oggi tramite mia sorella Livia, mia madre viene a sapere di tutte le ragazze che frequento. La cosa non mi da nessun fastidio; primo perché ho quasi la certezza che mia sorella sia gelosa e la cosa mi piace; secondo perché so che, anche se mia madre disapprova, mi coprirà sempre e comunque dalle sfuriate di mio padre.Riconosco però che questa volta la cosa è più grave perché se non miglioro a scuola potrei subire l’onta della bocciatura e questo dispiacere a mia madre non lo vorrei proprio dare.Il problema è che dal punto di vista sessuale ho una marcia in più dei miei compagni. Già quindicenne, parlando con loro, capivo che ogni tanto sfogavano i propri bisogni facendosi le prime seghe. Io invece dentro di me sapevo che per calmarmi me ne dovevo fare due o tre al giorno altrimenti il mio arnese non ne voleva sapere di stare a riposo. Arnese che, andando in palestra e confrontandolo con quello di altri uomini, capii di avere anche in dimensioni superiore alla media.Finora non ho avuto rapporti completi con le ragazze però le più sveglie mi hanno introdotto nell’arte della fellatio. Da alcune di loro ho ricevuto dei servizi con la bocca da far venire un infarto. Per il resto mi devo accontentare di lunghe e gustose seghe che mi vengono fatte insieme ai complimenti per la mia dotazione.In più occasioni a mia madre sono arrivate voci di sue amiche che mi hanno visto appartato a volte con quella e a volte con quell’altra ragazza.Lei, a 47 anni sembra che non nutra più interesse per il sesso e mi accorgo che quando mi deve riprendere per qualcuna di queste voci che gli arrivano è sempre molto imbarazzata.“E’ più forte di me mamma! Non lo faccio per far arrabbiare te o papà…è che…insomma sento proprio il bisogno fisiologico di sfogarmi in quel senso”. Le prime volte che ho avuto il coraggio di confessare questa cosa a mia madre lei ha interrotto la discussione pensando ad una vergognosa scusa e deplorandomi per cercare di impietosirla in un modo così subdolo. Poi però, anche davanti a delle accese discussioni con mio padre cui non dicevo mai ciò che avevo avuto il coraggio di confessare a lei, ha iniziato a pensare che un fondo di verità in ciò che le dicevo doveva pur esserci.Un pomeriggio dopo pranzo mia madre dice che mi vuole parlare. Mia sorella non c’è e mio padre è al lavoro.“Senti Riccardo, anche se tuo padre sbaglia a comportarsi così, per alcune cose ha ragione. Almeno la soddisfazione di essere promosso a scuola glie la devi dare. Se ti impegni un po’ di più ed io ti faccio alcune ripetizioni per il latino vedrai che alla sufficienza ci arrivi. Così l’anno prossimo fai la maturità e ti levi questo benedetto dente della scuola”. Gli prometto che ce la metterò tutta ma non posso garantirgli il risultato. Lo stesso giorno, quando lei va nello studio a correggere dei compiti, mi chiede se non voglio andare con lei e studiare qualcosa. Cerco di inventare qualche scusa visto che verso le sei ho appuntamento con un’amica ma mi accorgo che mi guarda accigliata e rinuncio. Mentre studio non riesco a concentrarmi sui libri perché la mia mente va continuamente a ciò che mi perderò se non vado all’appuntamento. Mia madre capisce e sbuffa infastidita. Reggo fino alle 18.30 poi mi alzo e le dico: “Io esco mamma, ci vediamo per cena”. “Ma sei stato neanche due ore e di queste ne avrai si e no studiata una!” esclama lei sconsolata. Non so come dirgli che al momento ho un altro impellente bisogno e balbetto qualcosa che basta però a fargli capire di cosa si tratta. Diventa rossa in viso e mi dice di andare.Quando torno a casa mio padre è stranamente tranquillo e ceniamo senza problemi ma anche senza molto dialogo. Mi accorgo che ogni volta che c’è lui, mia madre si spegne, scoraggiata per quel tipo di vita che accetta senza fare niente per dargli una sferzata. Dopo cena mia madre mi dice che mio padre andrà fuori per lavoro per alcuni giorni e che gli ha detto che quel pomeriggio ho studiato quasi tre ore. Resto allibito: “Ma mamma! Se me lo hai detto tu che avrò studiato si e no un’ora!”. “Ecco appunto. Fai in modo che queste mie bugie abbiano almeno una loro utilità” puntualizza.Il pomeriggio seguente inizio a studiare in camera mia e ad un certo punto mia madre bussa e mette dentro la testa. “Resti qui o vieni di la con me tra poco?”. “Tra poco quanto?” gli chiedo. “Sto preparando la valigia di tuo padre. Appena finito…diciamo un quarto d’ora”. “Allora nel frattempo faccio una pausa” e mi alzo seguendola nella loro stanza. Ha il ferro da stiro acceso per piegare i panni prima di metterli in valigia e a causa del caldo si è tolta la giacca restando con un top di tessuto molto leggero. Per non far entrare il caldo tiene bassa la tapparella ed ha acceso la lampada sul comodino. In un attimo mi metto in modo da avere mia madre tra me e la lampada per poterne vedere il profilo controluce. Finché è dritta davanti la tavola da stiro non vedo molto ma quando si sposta verso il letto e si china sulla valigia per metterci dentro una camicia è tutta un’altra cosa. Attraverso il sottile strato di stoffa riesco a distinguere chiaramente le sue abbondanti mammelle racchiuse nel reggiseno. Perché sto facendo una cosa simile a mia madre? Avevo spiato in più di qualche occasione mia sorella visto che comunque aveva circa la mia età. Ma la mamma ha 30 anni più di me ed è mia madre!! Cosa sto facendo? Eppure quelle due abbondanti masse che dondolano sotto il suo busto mi tengono incollato con lo sguardo a lei, speranzoso che spostandosi ancora un po’ riesca a vedere qualcosa di più. Ho un’erezione paurosa e quando lei si rialza per tornare verso la tavola da stiro con un altro indumento si accorge del mio sguardo strano e, nonostante la sua bigottaggine rispetto a certi argomenti, i suoi occhi vanno a fissarmi la patta di pantaloncini del pigiama che indosso per casa. Nei pochi attimi che impiego a realizzare quello che sta facendo lei si è già resa conto di cosa sta avvenendo in me e facendo due più due si volta a guardare la lampada poi, incazzata ma calma, si avvicina a me e mi molla un ceffone. “Ma si può sapere cosa stai facendo? Guardi tua madre? Non ti bastano le tue varie amichette? Ora anche le donne di 50 anni ti interessano?”. Non sapendo cosa risponderle mi alzo e mi precipito in camera mia. Mi viene da piangere ma più per la figura fatta che non per lo schiaffo che, rispetto a quelli di mio padre, è stato poco più di una carezza. Cerco di calmarmi e riprendo a studiare, o almeno ci provo. Ormai però l’erezione che ho tra le gambe va in qualche modo smorzata e so che c’è un solo sistema. Il dubbio è se farlo da solo o telefonare ad una delle mie care amiche. Mia madre finisce di preparare la valigia ma non viene a chiamarmi per andare nello studio. E’ imbarazzata per quanto stavo facendo ma anche per la reazione eccessiva che ha avuto nei miei confronti. E’ normale che un ragazzo di 18 anni cerchi di sbirciare le donne di casa. Riccardo poi per queste cose ha quasi una malattia e lei lo sa perché con grande coraggio glie lo ha confessato lui stesso, quindi comportarsi come il padre che per lo meno di queste cose è ignaro la rende peggio di lui. Lei che ha mandato quasi a rotoli il suo matrimonio per difendere i figli dall’atteggiamento troppo manesco del marito, si è comportata come lui solo perché il figlio cercava di sbirciargli le tette. Poi pensa che in fondo, visto come se lo litigano le sue coetanee, dovrebbe essere orgogliosa delle attenzioni che gli rivolge, vuol dire che un uomo, anche se suo figlio, ancora la guarda con desiderio. E la riprova ne è quell’enorme bozzo che aveva dentro i calzoncini. Alla faccia di suo marito che di queste cose non si interessa più da qualche anno.Decide di andare da lui e in qualche modo chiedergli scusa. Bussa in modo soft ed apre prima di aspettare la mia risposta. “Posso entrare?”. “Che fai, ora lo chiedi?” gli rispondo. Entra e si siede sul letto restando in silenzio. Non sa cosa dire e capisco che è già pentita di ciò che ha fatto. Penso comunque che abbia fatto bene a darmi quella sberla ma per ora lo tengo per me.I suoi occhi continuano ad andare sulla mia patta più gonfia che mai. Chiudo il libro che ho davanti ed inizio a prepararmi per uscire.“Ma che fai ora?” mi chiede sconsolata.“Esco un po’” le rispondo senza ovviamente specificare quali sono le necessità che mi inducono a farlo. Quello di cui per la seconda volta non tengo conto è che, nonostante il suo modo riservato e pudico di affrontare certi argomenti, è pur sempre una donna di 50 anni con una certa esperienza alle spalle.Accennando con la testa alla mia erezione, si fa forza e mi dice: “E’ quello il motivo per cui stai uscendo?”. Abbasso gli occhi e divento rosso come un peperone. Non ho molti segreti per lei e non posso e non voglio nascondergli quelle che comunque sono mie necessità fisiologiche di cui gli ho già parlato.“Mi dispiace mamma…. ma se non mi sfogo comunque non riuscirei a studiare. Cerca di capirmi… te l’ho detto! Non lo faccio mica apposta. E’ che madre natura mi ha fatto così… cosa dovrei fare? Farlo da solo? Non pensi che alla mia età sarebbe ancora più deprimente?… e comunque lo faccio anche da solo cosa credi… che ogni volta di cui ne sento la necessità schiocco le dita e c’è qualche ragazza che si precipita? Per chi mi hai preso?”Restiamo in silenzio uno di fronte all’altra. Mi rendiconto che questo è diventato un nostro segreto e in qualche modo ci lega intimamente.La vedo chiaramente pensierosa, combattuta su come comportarsi con un figlio come me. Se alzare bandiera bianca e lasciarmi al mio destino o se non demordere e trovare una soluzione o un compromesso tra il mio… chiamiamolo problema e lo studio.“Una volta… si insomma…. una volta sfogato…. torni a studiare o te ne vai a spasso?”. “Veramente non mi sono posto il problema mamma. Vista l’ora penso che comunque tornerò non molto prima dell’ora di cena…per cui per oggi di studiare…”. “Lo sapevo!” esclama leggermente irritata. “Oggi una cosa ieri un’altra domani un’altra ancora e lo studio è sempre l’ultimo dei tuoi pensieri…con i risultati che sappiamo con un tale atteggiamento”. Cerco di difendermi. E’ vero che mi piace andare con le ragazze ma sono consapevole che uno dei motivi è questa mia esuberanza sessuale congenita di cui non ho e non mi sento di avere nessuna colpa. “Guarda mamma che il motivo è sempre lo stesso… ne abbiamo già parlato…se non mi credi sono disposto a farmi visitare da degli specialisti, così finalmente ti convincerai!”. Lo dico serio e convinto e lei capisce che non è giusto darmi tutta la colpa. Decide che in qualche modo deve aiutarmi ed inizia a pensare che l’unico modo è non farmi perdere tutto quel tempo ad uscire, andare all’appuntamento ed aspettare la ragazza, trovare un posto dove appartarsi, fare…quello che c’è da fare, riaccompagnare la ragazza e infine tornare a casa. Se tutto ciò si riducesse al nocciolo della questione, cioè fare quello che c’è da fare…rimarrebbe sufficiente tempo anche per studiare con profitto. E’ l’uovo di colombo ma per realizzare questo progetto ci sono due alternative. La prima è far venire le ragazze a casa ma ciò sarebbe oltre che sconveniente per il vicinato e quindi per le possibili chiacchiere che prima o poi verrebbero fuori, anche difficile da realizzare perché molto probabilmente le ragazze stesse non sarebbero disposte ad assecondare una tale proposta in quanto le farebbe sentire qualcosa di molto simile a delle prostitute. La seconda…è inutile girarci intorno! Non c’è una seconda alternativa ma solo quest’alternativa. Mi guarda risoluta, si alza e si avvicina a me. Che ci abbia ripensato e voglia darmi qualche altra sberla?“Siediti Riccardo!” mi ordina senza dare adito a possibili resistenze da parte mia. Ha un modo di fare ed una espressione che non le ho mai visti e credo sia meglio assecondarla.“Quello che ora succederà non dovrà uscire da questa stanza. Promettilo!”“Ma che cosa vuoi fare mamma?”. La mia aria preoccupata la fa addolcire e mi sorride dicendo: “Pensi che la mamma possa farti del male?”. “No!” esclamo deciso. “Però come faccio a promettere se non so di cosa si tratta!”. “Devi fidarti Riccardo! Diamine! Di tua madre potrai pur fidarti tranquillamente… o no?”. “Si… hai ragione mamma…prometto!” le rispondo ancora poco convinto.Mi siedo e appena fatto lei mi si inginocchia davanti. “Ma che cosa…” balbetto. “Ti ho detto di fidarti Riccardo! Stai buono e lascia fare la mamma. Ora solleva un attimo il bacino” dice mentre allunga le mani sull’elastico dei calzoncini. Ancora non so cosa ha in mente ma ora sono incuriosito perciò faccio come mi dice. Resto impietrito quando, appena sollevato il bacino, lei mi tira giù calzoncini e slip lasciandomi con il pisello dritto come un paletto completamente scoperto e ad un palmo dalla sua faccia.“Mamma!!” quasi urlo, “Ma cosa stai facendo?”. Cerco di alzarmi e di tirare su i calzoni e nel fare questo il mio uccello oscilla indisturbato davanti a lei che lo fissa a bocca aperta.E’ sorpresa per le considerevoli dimensioni del mio attributo, 23 centimetri, ed è tutta rossa in volto per la vergogna e l’imbarazzo che prova.Evidentemente non si aspettava tanta abbondanza e questo per un attimo l’ha bloccata ma poi si riprende e, tirando un grosso sospiro, mi mette una mano sulla pancia e mi spinge con forza a sedermi di nuovo. “Mi hai promesso di fidarti e ora devi mantenere. Non credere che per me sia facile…ma dobbiamo pur trovare una soluzione al tuo problema altrimenti rischi la bocciatura e con le tue capacità sarebbe uno spreco”. A riprova che anche lei sta facendo qualcosa contro la sua volontà, la vedo deglutire a fatica e, con fare incerto avvicina la mano al mio pisello. Sono incredulo! Ha intenzione di fare lei quello che volevo far fare alla mia amica uscendo! Ora capisco la storia della promessa! Fin dove si spingerà? L’imbarazzo e la sorpresa pian piano vengono soppiantate dalla curiosità e dall’eccitazione che la situazione comporta per cui il mio cazzo, se possibile diventa ancora più duro. Nel silenzio che ci circonda lo afferra esitante. La sensazione del contatto della mano di mia madre sulla pelle mi manda scariche di brividi per tutto il corpo. Ho un sussulto di cui lei si accorge e ne capisce il motivo. Mai avrei pensato che si potesse verificare un tale evento. Anche lei d’altronde, saggiatane la durezza e le dimensioni non riesce a reprimere un sospiro voglioso che spegne subito cercando di riprendere il controllo della situazione ma iniziando a fare lentamente su e giù con la mano. Guardarla mi da forse più piacere che non l’atto stesso. E ci sa anche fare. E’ delicata e lo stringe quel tanto che occorre per far scorrere la pelle sull’asta. Ogni tanto allenta la presa e con il palmo va a racchiudere la cappella mentre con il polpastrello del pollice mi titilla il filetto. Capisce anche che sento un po’ di fastidio e mi sorprende prendendolo alla base e piegandolo verso di lei per avvicinarsi con la bocca fin quasi a toccarlo con le labbra e farci cadere sopra un’abbondante quantità di saliva. La spalma con la mano e comincia a masturbarmi con maggior vigore. Non lascia trapelare ciò che prova ma credo che il rossore che ora le imporpora le guance è dovuto più alla sua eccitazione che alla vergogna. Accelera e rallenta quasi a non voler concludere subito quell’esperienza. Nella pace della mia camera guardo con occhio diverso quella donna inginocchiata tra le mie gambe che mi sta facendo una succulenta sega. L’idea che sia mia madre e del proibito mi portano più velocemente verso la soglia del godimento. Inizio ad ansimare ed a gemere ma senza dire una parola. La mamma capisce che sto per arrivare al capolinea e, mentre continua a masturbarmi, con la mano sinistra va a massaggiarmi le palle e scende verso il perineo fino ad accarezzarmi il buco del culo.E’ la goccia che fa traboccare il vaso e un primo getto di sborra parte verso l’alto per ricadermi sulla pancia. Lei mette il palmo della mano sulla cappella e continua a masturbarmi mentre glie la riempio con abbondanti getti caldi che le colano tra le dita. Mi reggo ai braccioli della sedia mentre godo come non mi era mai successo. Non tolgo gli occhi di dosso da mia madre che continua a segarmi energicamente finché non si accorge che anche l’ultima goccia di sborra è uscita. Per tutto il tempo in cui ho sborrato ho notato che lei è stata come assente, con gli occhi fissi sul mio grosso cazzo che stringeva gelosamente in mano come fosse un qualcosa di sua proprietà.Ancora stordita si alza ed inizia a pulirsi con un fazzoletto mentre va verso la porta della camera.“Quando ti sei ripreso vieni a bere un ovetto sbattuto che ti rimetterà in forze” mi dice mentre mi guarda esanime mezzo sdraiato sulla sedia che stento a connettere. Poi con uno strano sorriso sulle labbra, quasi a congratularsi con se stessa per come ha saputo ridurmi, continua: “Dopo però vieni nello studio a fare il tuo dovere di studente”, ed esce.Devo ammettere che, un po’ grazie al servizio della mamma che mi ha scaricato, un po’ per farle capire che le sono grato per ciò che ha fatto, studio con lena fino ad ora di cena e quando mi chiama per andare a tavola e mi presento in cucina mi fa un gran sorriso soddisfatto.Il giorno dopo, tornato da scuola le comunico che ho preso un bel sette in storia, materia che avevo studiato il pomeriggio prima, e lei contenta quanto me si avvicina e mi da un gran bacio sulla guancia. “Lo vedi che quando vuoi sei bravo?” mi dice. “Si…ma è solo grazie al tuo aiuto mamma”, rispondo timido. Lei mi scompiglia i capelli imbarazzata e continua: “Comunque sia, l’importante è il risultato. Oggi se per te va bene faremo un ripasso di latino”. Non so come dirle che ho già preso un appuntamento per il tardo pomeriggio con la ragazza cui ho dato buca ieri.Quando lo viene a sapere mia madre ci resta male e diventa taciturna e brusca nel fare le cose. Anche quando torno per cena continua nel suo modo di fare ed inizia a prendere forma nella mia mente quale potrebbe essere il motivo di questo suo comportamento. Ho il sospetto che non è tanto per il fatto di non aver studiato latino con lei quanto perché non ha avuto la possibilità di ripetere l’esperienza del giorno prima. La cosa mi elettrizza anche perché con la mia amica non sono andato più in la di una pomiciata.Devo sapere se ho ragione. Devo trovare il modo di dirle che fuori non è successo niente…che se vuole può aiutarmi anche oggi.Mentre lei sparecchia e mio padre va in sala e si siede davanti la televisione, io mi avvio verso la camera.“Provo a studiare un po’ di latino mamma”. Lei, di spalle, all’inizio non reagisce e non dice niente. Poi quando sono nel corridoio mi dice: “Non dovresti avere grossi problemi…visto che sei stato fuori tutto il pomeriggio”. Sottolinea quest’ultima parte della frase ben sapendo che avrei capito a cosa si riferisce. E’ il momento di lanciargli l’esca.“Non è come pensi mamma. Abbiamo fatto solo un giro per negozi”. Non mi sbagliavo! Nei suoi occhi per un attimo vedo una scintilla di eccitazione che mi fa capire di aver ragione. E infatti quando sto per entrare in camera e lei va da mio padre mi dice: “Più tardi vengo a vedere se hai bisogno d’aiuto”.Verso le dieci e mezzo li sento trafficare tra il bagno e la loro camera da letto, segno che si preparano a coricarsi.Poi sento chiaramente la mamma che dice rivolta a mio padre: “Vado ad aiutare un po’ Riccardo a studiare latino e vengo a letto”. E mio padre rispondergli: “Sono stanco morto. Non riuscirò ad aspettarti sveglio”. E lei: “Non ti preoccupare, dormi pure”.Un minuto dopo bussa da me ed entra. “Riccardo,… posso?” chiede sottovoce. “Come procedi?”.“Non bene mamma” le rispondo assumendo un’espressione afflitta. Sto sdraiato sul letto con un libro di latino in mano facendo finta di studiare. Si avvicina incerta ben sapendo quali potrebbero essere gli sviluppi della serata se non esce subito.E’ in camicia da notte. Due sottili bretelline le passano sulle spalle per reggere l’altrettanto sottile tessuto che le arriva poco sopra il ginocchio e che mi divide dal suo corpo praticamente nudo. La scollatura è talmente accentuata che le restano scoperte gran parte delle mammelle. Non si fa vedere mai così. O la indossa proprio nel momento di andare a letto o la copre con una vestaglia. E’ un chiaro segnale. Non cerca neanche di scostarsi da davanti la lampada la cui luce mi permette di vedere in trasparenza le sue generose forme. E’ un altro segnale.Ci guardiamo qualche secondo poi finalmente mi fa la domanda che speravo: “In che modo posso aiutarti?” chiede indirizzando lo sguardo sulla mia patta. Non indosso lo slip per cui la mia erezione è talmente evidente che subito lei alza gli occhi ad incrociare i miei. Ambedue imbarazzati non sappiamo come uscire da questa situazione.Questa volta sono io che prendo l’iniziativa e, poggiato a terra il libro, sollevo il bacino e mi tiro giù i calzoncini presentando per la seconda volta in due giorni la mia verga dura agli occhi di mia madre. Anche questa volta strabuzza gli occhi e sospira. Non ha ancora fatto l’abitudine a tanta abbondanza. Si guarda intorno come se potesse esserci qualcuno ad osservare. Torna verso la porta socchiusa, si affaccia nel corridoio per controllare che tutto sia tranquillo poi rientra e la chiude a chiave. Mentre si avvicina prende la sedia della scrivania e viene a sedersi al mio fianco destro. La camicia da notte gli è risalita a scoprire gran parte delle gambe. Si china verso di me poggiando la mano sinistra sul letto e con la destra va a prendere il mio cazzo duro iniziando subito a massaggiarlo. Con due colpi di piedi riesco a sfilare i calzoncini ed allargo le gambe invitando mamma a salire sul letto con me. Oscilla la testa in senso di diniego ma contemporaneamente si alza e si mette in ginocchio tra le mie gambe chinata su di me. Con la mano sinistra continua a poggiarsi sul letto vicino al mio fianco e con la destra riprende subito a segarmi. Avendo due cuscini sotto la testa, sto leggermente sollevato e al piacere della sega aggiungo quello della vista delle grosse poppe di mia madre che oscillano libere al ritmo del movimento del suo braccio. Allungo le mani e in un lampo le tiro giù le bretelline mettendogliele a nudo. Ha un attimo di incertezza e rallenta ma il suo sguardo appannato dall’eccitazione mi fa capire subito che non si opporrà. E infatti un secondo dopo riprende come prima anzi, ogni tanto si china e strofina la cappella ora su un capezzolo ora sull’altro. Li sento durissimi a riprova, se ce ne fosse ancora bisogno, della voglia che ha anche lei di godere. “Un po’ di saliva mamma, per favore!” esclamo. Lei non mi delude e chinandosi sul mio uccello ci riversa anche stasera una gran quantità di saliva. Non capisco più niente e, come se fosse la protagonista di un film porno, la fermo, le poggio il cazzo così lubrificato tra le zinne, glie le premo contro ed inizio a muovere il bacino scopandogliele divinamente. Mi guarda sorpresa che sappia fare certe cose. Ora ha tutte e due le braccia poggiate ai miei fianchi. E’ quasi a quattro zampe e mi lascia fare tutto ciò che voglio alle sue maestose mammelle che massaggio arrapato mentre ci faccio scorrere in mezzo la mia grossa asta.Così è troppo! Non resisto neanche un minuto. Quando vengo sono come un fiume in piena. La mamma è sempre più sorpresa nel vedere quanta sborra riesco a far schizzare fuori quando godo.Lo prende nuovamente in mano e si dirige i getti su una poppa e sull’altra ansimando come un mantice. Sta venendo anche lei senza neanche toccarsi!! In fondo è una donna e,…comincio a pensare,…che donna!Quando tutti e due ci siamo scaricati di dosso l’eccitazione che ci aveva pervaso, si tira su con il busto restando in ginocchio con il sedere sui talloni e le braccia pendule lungo i fianchi.La camicia da notte gli è scesa ad arrotolarsi sulla pancia mentre lei, ad occhi chiusi cerca di regolarizzare il respiro affannato.La guardo.Non immaginavo che avesse un paio di zinne di queste dimensioni e soprattutto che, così grosse fossero sode e ben modellate in questo modo. Ora, con ancora tutta la mia sborra impiastricciata sopra sembrano due grossi bignè ricoperti di crema con al centro una ciliegia.Chissà da un po’ di tempo a questa parte come andrà la sua vita sessuale con papà.Mi sollevo e, preso un fazzoletto inizio a pulirgli le poppe.Lei lentamente apre gli occhi, guarda ciò che sto facendo e mi lascia fare sorridendo appagata.Le ritiro su la camicia da notte e riposiziono le bretelline sulle spalle, poi, prima una poi l’altra rimetto dentro le due splendide poppe di mia madre.“Ora facciamoci un bel sonno che ne abbiamo bisogno” mi sussurra alzandosi e dandomi un bacio sulla guancia. Prima di allontanarsi lancia ancora un’occhiata al mio uccello che negli ultimi cinque minuti si è imbaldanzito e sospira facendomi capire, se ne avessi ancora bisogno, che questa situazione la sta prendendo quanto me.Il mattino dopo mentre sto uscendo da casa mia madre mi comunica che a pranzo ci sarà anche papà. Lo fa con il tono di chi ha appena visto andare in fumo un qualche progetto ma nella fretta non faccio molto caso a questo particolare. “Senti mamma” le dico sulla porta, “…mi dispiace per la situazione che si è venuta a creare… forse è meglio tornare al mio vecchio sistema… non credi?”.Non mi risponde ma mi guarda grata per quel pensiero e facendomi una carezza mi dice: “Ora vai a scuola, ne parliamo dopo”.Come al solito la vista delle ragazze a scuola e di belle donne per strada risvegliano quasi subito i miei desideri e questo, insieme alle immagini della sera prima con mia madre mi fanno stare per tutta la mattinata con l’uccello duro a tal punto da iniziare a farmi male; tanto che tornato a casa accuso vero e proprio dolore.Mio padre e mia madre aspettano me per mangiare. Noto che anche la mamma è pronta per uscire e alla mia espressione interrogatrice si avvicina e mi dice che deve accompagnare papà ad un incontro d’affari cui parteciperanno anche le mogli di altri responsabili. Lo dice sbuffando facendomi capire chiaramente che la cosa non la entusiasma affatto.Mentre mangiamo al suo occhio attento di madre non sfugge la mia espressione leggermente sofferente ma al momento non dice niente. Appena finito di mangiare mio padre come al solito va in sala a guardare la televisione dicendo alla mamma di chiamarlo quando lei ha finito di sparecchiare ed è pronta.A quel punto lei mi viene vicino. “Cosa c’è?”, mi chiede. “Niente mamma… cosa vuoi che ci sia?”. “Andiamo Riccardo. Sono tua madre. A me le bugie non le puoi dire! L’ho capito appena sei entrato che c’è qualcosa che ti preoccupa. Sbaglio?” continua mentre toglie il grembiule e va verso il bagno per finire di prepararsi. “Cinque minuti e sono pronta” dice a mio padre mentre passa davanti la sala.Mi guarda e mi fa cenno di seguirla per continuare il discorso mentre si trucca.“Allora?” insiste, “sto aspettando” termina con un tono che non mi lascia scelta. “Vedi mamma, quando la mattina sto tra la gente, non riesco a fare l’indifferente davanti a…belle donne…più o meno giovani che siano. E sai benissimo cosa mi succede!” quasi protesto per un qualcosa di cui non ho colpa. Quando la guardo ha già gli occhi fissi sulla mia patta gonfia! Ha capito subito di cosa parlo e qual è il problema.Rinfrancato per non dovergli spiegare più di tanto continuo: “Arrivo ad ora di pranzo che sento dolore tra le gambe…oggi non ho molto da studiare per cui…. credo che uscirò con…”. Non mi fa finire il discorso che, poggiati i trucchi sul ripiano del lavabo, tira su la gonna per chinarsi più comodamente scoprendo due gambe inguainate da un paio di calze con reggicalze. Si accuccia davanti a me e, mentre smanetta con la mia chiusura lampo fa: “Non pensarci nemmeno ad andare con qualcuna delle tue amiche! Non c’è forse la tua mamma che ti può aiutare?… O non ti piace il modo di come ti aiuto?”. Non senza difficoltà intanto è riuscita a tirarmelo fuori dai pantaloni ed ora è come ipnotizzata con la mia cappella davanti al suo viso.“Non ti piace come ti fa sfogare la mamma?” chiede mentre inizia a farmi una lenta sega. “Mamma!!…”sussurro per non farmi sentire da mio padre, “c’è papà di là! Se si alza sono guai per tutti!”. “Allora dobbiamo sbrigarci e fare in silenzio” ribatte invece di preoccuparsi.Il suo massaggio inizia a farmi effetto ma stavolta voglio di più. “Le mie amiche lo fanno anche con la bocca mamma…”gli dico quasi in tono di sfida. Stavolta l’ho spiazzata! Alza il viso verso di me rossa di vergogna: “Ma cosa dici Riccardo! Le tue amiche…te lo…insomma…certe cose non glie le dovresti lasciar fare ecco!…Io con tuo padre non l’ho fatto mai! Cioè qualche volta si ma…come dice anche lui sono cose da donnacce: Lascialo fare alle puttane! mi diceva. E tu invece, alla tua età…”. Sposta continuamente lo sguardo da me al mio cazzo che è sempre più vicino al suo viso. Si vede benissimo che è rosa dall’indecisione: da una parte il perbenismo che gli ha inculcato mio padre, dall’altra il suo istinto di donna che vorrebbe farlo.Vince la prima alternativa e nello stesso momento in cui decide di farmi venire con la mano, mio padre la chiama. A malincuore mi molla e si rialza sistemandosi la gonna e sciacquandosi la mani prima di uscire dal bagno guardandomi insoddisfatta e lasciandomi a cazzo dritto.All’inizio penso di continuare da solo. Poi decido di telefonare all’amica con cui in parte già mi ero messo d’accordo. Un’altra idea però si forma nella mia testa. E’ veramente una follia ma ormai sono deciso ad attuarla. Mi accordo con degli amici per andare a mangiare una pizza e lascio un bigliettino sul tavolo della cucina per avvertire i miei genitori.Quando rincaso sono passate le undici ma so per esperienza che, mentre mio padre già dormirà della grande, la mamma aspetta che sia rientrato prima di farlo. Passo davanti la loro porta socchiusa e vado in bagno a lavarmi. Al solo pensiero di ciò che ho in mente il mio cazzo è tornato più duro di come lo aveva lasciato mia madre.Esco dal bagno indossando solo una canottiera. Mi avvicino alla porta dei miei genitori e lentamente la apro quel tanto da permettermi di entrare. Il fascio di luce proveniente dal corridoio illumina pallidamente proprio la parte del letto dove è sdraiata la mamma. Mi avvicino lentamente e mi posiziono con il cazzo dritto davanti al suo viso. Le tolgo a sopra il lenzuolo e posso guardarla con una camicia da notte sullo stesso genere di quella della sera precedente.“Cosa stai facendo?” sussurra quasi in preda al panico rivolgendo lo sguardo a mio padre che ci da la schiena. “Devi finire quello che hai iniziato oggi, mamma! Non vorrai sapermi tutta la notte sveglio per causa tua!!” le rispondo sempre sottovoce. “Tu devi essere impazzito Riccardo! Se si sveglia tuo padre succede un casino!”. “E’ vero ma lui ha il sonno pesante e se non facciamo rumore non si accorgerà di niente”. Mi guarda e capisco che sta valutando la situazione. In questo momento quello che più gli preme è che io esca quanto prima da quella stanza… con qualunque mezzo. “Ciuccialo mamma!” le dico deciso. “Se lo ciucci verrò in un attimo e tornerò nella mia cameretta!” mi giustifico cercando un pretesto anche per lei.Mi guarda arrabbiata più per il modo subdolo con cui l’ho incastrata che per ciò che gli sto chiedendo. “Dai mamma. Più sto qua più è peggio” la supplico mentre mi avvicino poggiando una mano alla spalliera del letto e mettendogli a un paio di centimetri dalla bocca la mia cappella turgida. Quasi controvoglia apre la bocca ma non si muove. E’ un invito a fare da solo come se in questo modo lei si lavasse le mani da ciò che io sto per fare. Non mi intimorisce con questo atteggiamento e non sento nessun rimorso a fare una cosa del genere a mia madre. In questo momento il mio cervello è tra le mie gambe e ragiono con quello. Lentamente mi avvicino e gli faccio entrare in bocca la cappella. Continuo ad entrare e a metà la vedo posizionarsi leggermente di fianco in modo da favorirmi l’ingresso. Cosa che faccio con piacere. Possibile che stia entrando quasi completamente nella sua bocca!? La cosa mi sorprende viste le mie dimensioni e le difficoltà che qualche amica ha nonostante sia esperta. Invece quando sono entrato poco più di metà mia madre è costretta a mettermi una mano sulla pancia e fermarmi. Volevo ben dire! Ma mi sorprende ancora una volta. Gira il viso in modo da mettere perfettamente in riga la sua bocca col mio arnese poi lentamente inizia a risucchiarlo facendolo entrare completamente. Come sono entrato lentamente esco. Sono incredulo! Si è pappato tutto questo salame! Ora è lei ad avere l’espressione compiaciuta. “Che c’è? Pensavi veramente che le tue amichette fossero più brave di me? O che a cinquant’anni non possa competere con loro? Termina aprendo di nuovo la bocca. Lo rimetto dentro questa volta più velocemente ed arrivo fino in fondo. Lentamente ma con decisione inizio ad entrare ed uscire lasciando ogni volta dentro solo la punta della cappella. Con la mano libera le prendo una gamba e cerco di spostarla. Per i primi due tentativi si oppone lanciandomi occhiate adirate mentre continuo a scoparla in bocca; poi cede e le apre mostrandomi uno slip molto ridotto completamente bagnato dei suoi umori. Inizio a scoparla in bocca con più vigore e contemporaneamente a massaggiarle la fica da sopra lo slip. Presa tra due fuochi cede ed inizia a ciucciarmi in modo divino. Senza che io le chieda niente mette a nudo le grosse zinne ed inizia a strizzarsi da sola i capezzoli. Che storia! Ma soprattutto che femmina che è la mamma!!La scopo in bocca per circa cinque minuti con lei che mi succhia come non mi aveva mai fatto nessuna delle mie amiche.Il tutto nel più assoluto silenzio. Reprimendo qualsiasi sospiro o gemito per paura di svegliare mio padre.Quando sto per venire lei lo capisce e mi prende la mano per farmi aumentare il massaggio alla sua topa ma ormai sono al capolinea e le riverso in bocca un primo abbondante getto di sborra.Mi ha confessato in seguito che nessuno le aveva mai sborrato in bocca per cui al momento mi accorgo che ha un conato di vomito e cerca di liberarsi del mio cazzo per poterlo sputare.Io invece non ne voglio sapere e tenendogli la testa glie ne schizzo in bocca un altro abbondante getto. A questo punto noto che la sua resistenza si fiacca ed inizia a succhiare a tempo con i getti che le arrivano in bocca. Tanto ne riceve tanto ne ingoia. Riprende a ciucciarmi a meraviglia mentre lei mi succhia fuori pure l’anima ed io le massaggio le grosse zinne. Completamente svuotato lo tengo nella sua bocca finché lentamente non rimpicciolisce appagato. Faccio un passo indietro e mi poggio alla parete guardandola beato.Fossi mio padre le farei dire basta tutte le sere… e non è detto però che non possa sostituirlo in questo. A quanto pare, nonostante resistenze varie, in fondo la mamma gradisce eccome.E’ li che mi guarda massaggiandosi la fica con una mano e strizzandosi un capezzolo con l’altra. Capisco che stavolta non se ne è venuta perciò in qualche modo dovrà sfogare anche lei la voglia che ormai straripa da ogni suo poro.Contento del risultato ottenuto gli strizzo l’occhio allontanandomi verso la porta mentre lei in silenzio mi lancia sguardi di protesta. Cado in un sonno profondo ben sapendo che comunque la mattina dopo mi sveglierò, come ogni mattina, nuovamente eccitato e starò da capo.Invece non è così perché la mattina dopo sento uno strano formicolio tra le gambe. Ancora mezzo addormentato abbasso gli occhi e trovo mia madre che mi sta ciucciando alla grande. “Mamma…ma che cosa stai facendo!” dico non riuscendo ancora a connettere. “Quello che hai fatto tu ieri sera… solo che adesso il gioco lo conduco io” replica sollevandosi e togliendo completamente la camicia da notte. Prima ancora che io capisca dosa sta succedendo, mi sale a cavallo e si impala sul mio cazzo duro e ben lubrificato dal suo lavoro di poco prima.E’ incredibile! Mia madre mi si sta scopando a smorzacandela! Mi cavalca come un’assatanta decisa a prendersi ciò che non le ho dato stanotte. E per me è una manna. Metto le mani dietro la testa e me la guardo eccitato a dismisura mentre mi balla a cavalcioni. Con le mani si regge le grosse zinne per non farle ballonzolare ovunque. Sul pube ha una striscia sottile di peli che si infoltiscono tra le gambe lisce e toniche. Anche lei vedendo che me la mangio con gli occhi, inizia a guardarmi gustandosi l’effetto che mi fa.“Quanto sei grosso Riccardo!… tuo padre se lo sogna un cazzo così!… Quanto è bellooooo….. mmmmm…. non pensavo proprio che fossi così ben dotatooooo…… ssssssiiiiiii…… ora da bravo fai godere tanto la mamma!…… che cazzoooo che hai…..che cazzoooooo….. daiiiii cosìììììì…. daiiiii….. ancoraaaaa…. non ti fermare…. devi durare il più possibile Riccardo….. sono pur sempre tua madre! Mi devi riservare un trattamento particolare….. lo merito no?…. mmmmm ….che gusto! In trent’anni con tuo padre mai provato un tale piacereeee…. sssssiiiiii cosìììì…..”. “E così papà ti diceva che quelle che lo ciucciano sono delle puttane eh? Allora tu che oltre a ciucciarlo ti sei fatta anche una bella bevuta di sborra cosa sei?” Me lo dici cosa sei? E lascia quelle grosse zinne!! Fammele vedere come sbattono da ogni parte mentre mi cavalchi dai! Non mi rispondi?” Ormai è andata completamente. Ha gli occhi annebbiati dal piacere. E’ in mio potere. Posso farle tutto ciò che voglio e lei me lo lascerà fare. Almeno per stamattina, poi chissà.Lascia le zinne al loro libero oscillare e mette anche lei le mani dietro la testa mostrandosi a me in modo completo mentre continua la sua cavalcata. “Sono la tua puttana Riccardo. La mamma è la tua puttana e perciò devi farla godere come tale. Vediamo se ne sei capace! Non far fare tutto a me. Datti da fare anche tu, che aspetti?” termina portando le mani sul mio petto per aiutarsi nelle spinte. Le grosse zinne, compresse tra le sue braccia sembra vogliano scoppiare. Areole e capezzoli sono gonfi per l’eccitazione e sembrano due occhi che mi fissano. La scena è talmente erotica che rischio di venirmene subito. Eseguendo i suoi desideri la tiro ancora più a me ed inizio a massaggiarle le chiappe accompagnando il suo saliscendi. Abbiamo le facce a pochi centimetri uno dall’altra e ci fissiamo mentre inizio a muovere il bacino anch’io a tempo con lei. Le sue zinnone mi sbattono continuamente tra il mento ed il petto mentre io inizio a titillarle in buco del culo. Continua a fissarmi sorpresa con aria interrogativa ma è chiaro che mi invita a continuare. Le infilo l’indice nella fica insieme al cazzo e lo lubrifico per forzare la rosetta anale. Cosa che inizio a fare mentre guardo la sua reazione che da come aumenta il ritmo sembra di approvazione. Infilo con decisione tutto l’indice nel suo culo che mi accoglie senza resistenza alcuna tanto che quasi subito inserisco anche il dito medio. Quando inizio a scoparla in fica con il cazzo e nel culo con le due dita impazzisce di piacere. “Che cosa stai facendo alla tua mamma? E’ bellissimoooooo….. non ti fermare con quelle dita daiiiii….. ssssssiiiiiiii….. dove hai imparato certe cose alla tua età…..?”. Quasi bruscamente la faccio scendere e la sdraio sulla schiena sotto il suo sguardo interrogativo. “Devo farti godere più che posso no?” le dico mentre le faccio sollevare il bacino per infilarci un cuscino piegato a metà. La prendo sotto le ginocchia e le sollevo spalancandole. “Stai così le dico mentre mi insalivo la cappella. Lei capisce le mie intenzioni e con aria spaventata ma nello stesso tempo eccitata, mentre solleva le gambe chiede: “Vuoi incularti la mamma, Riccardo?”. “No!” le rispondo mentre le posiziono la cappella sul buco del culo. “Voglio incularmi quella puttana di mia madre…la mia puttana” e spingo con decisione. E’ talmente cotta di piacere che non incontro la minima difficoltà ad entrare tutto in lei e sbattere con forza la pancia sulle sue chiappe. Gli metto la mani sui fianchi ed inizio a fare dentro e fuori avendo la conferma della sensazione iniziale: non aspettava altro!“Accarezzati la fica mamma, le gambe le reggo io” le dico mentre la afferro per le caviglie iniziando ad incularla come si vede nei migliori film porno.“Bambino miooooooo….. così è troppo!! Muoio di piacere….. abbi pietà…. mmmmm…….”.“Non credo proprio che tu possa morire di piacere mamma” replico mentre vedo che inizia a carezzarsi la fica. “Sei talmente in credito di godimento che non basteranno dieci anni per farti rimettere a paro quanto ti sei perso con quella sega di papà!”. Ora mi guarda complice.“Promettimi che ci penserai sempre tu alla tua mamma”. “Promesso” replico mentre continuo a incularla selvaggiamente guardandola sconquassata dal piacere. In quella posizione, ad ogni affondo le grosse zinne gli sbattono in faccia. A volte cerca di fermarle con le mani, a volte chiede a me di fermarle mentre lei cerca di tirare a se il più possibile le gambe per farmi entrare fino all’ultimo centimetro. “Fammi risalire sopra, Riccardo” quasi mi ordina dopo qualche minuto.Sono curioso di vedere cosa ha in mente e quindi obbedisco sdraiandomi al posto suo mentre lei si riposiziona a cavallo.Va con la bocca davanti al mio cazzo e lo riempie di saliva poi si tira più su e posiziona la cappella sul buco del culo e fa: “Che aspetti? Spingi ora!”. Non me lo faccio ripetere e sprofondo nuovamente nel suo culo”. Si afferra alla spalliera del letto ed inizia a cavalcarmi di nuovo questa volta con il mio cazzo che gli sparisce completamente nel culo anziché nella fica come era stato per la sua prima cavalcata. In questa posizione mi sbatte continuamente le grosse zinne in faccia ed io glie le prendo iniziando a divertirmi massaggiandole, strizzandole, ciucciandole, mordicchiandole, insalivandole, affondandoci in mezzo la faccia e strofinandomele sulle guance.Ed è proprio con la faccia affondata tra le sue grosse zinne che gli mando la prima scarica di sborra.“Così Riccardooooo…. mmmmm….. bravooooo!! Sto godendoooooo……! Riempimi con tanta sborra caldaaaaaa….. daiiiii….. fanne tantaaaaa che la mamma ne ha tanto bisognooooo…….. è bellissimoooooo….. sssssiiiiii…… sssssiiiii….. gggooooooddddoooooooo!!!!!!…”.Le sborro nel culo anche l’anima e stramazzo esanime con lei che mi cade sopra quasi incosciente per il piacere provato. Ansimiamo sudati ma appagati. La nostra intesa sessuale è perfetta.Non penso che ci sia il pericolo che lei ci ripensi però tra non molto inizieranno le vacanze scolastiche e tornerà a casa mia sorella Livia. Dovremo stare attento a come ci moviamo… oppure dovrò cercare il modo di prendere due piccioni con una fava.
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