Agosto. Una calda sera, sulla spiaggia con gli amici, un fuoco acceso, e poi il bagno di mezzanotte. Tutto normale? Beh, non proprio. Avevo il raffreddore cosi, mentre gli altri facevano il bagno andai in cabina a mettermi una giacca. Purtroppo pero, non essendo pratico del luogo ma ospitato da un amico, sbagliai cabina e aprii quella sbagliata. Siccome sentivo dei rumori socchiusi solo leggermente la porta. Guardai dentro e … Un uomo ben fatto di 1 e 80, glabro, moro con gli occhi azzurri (o almeno cosi vidi nella penombra) era legato alla parete a ridosso della porta con mani e gambe divaricati. Era imbavagliato, bendato, solo con gli slip, lo stavo osservando per bene quando un uomo mi passo davanti, quasi accorgendosi di me. Probabilmente, vista la frusta e l’abbigliamento doveva essere il suo master, e ben presto me ne sarei accorto. Occorre precisare che la cabina di cui parliamo e’ di 13 mq,poiché serviva per tutti gli istruttori di nuoto, ed e’ in un posto non troppo distante dalla spiaggia,ma allo stesso tempo non raggiungibile da chi non fosse dello stabilimento ! e a quel ora in giro non cera nessuno. I miei amici intanto erano gia tornati a casa, e io ero li a guardarmi la scena. Improvvisamente ritornai a guardare dentro la cabina; Lo slave guardava in basso, mentre il master con sguardo fiero lo fissava. Dopo circa 2 minuti il master, con uno scatto si avvicino allo slave e , gli strinse il pacco, ancora nelle mutande con forza, a tal punto che lo schiavo alzo di scatto la testa. Il master fece: e lo slave rispose : Il master, sapendo che lo slave era bendato e non poteva prevedere le mosse de padrone gli tiro una ginocchiata nei coglioni, facendolo sobbalzare nuovamente. Allora il master prese 2 pinzette e gliele mise ai capezzoli, dicendogli E inizio a dargli dei colpi di frusta sulle mollette; questa cosa andò avanti per circa 15 minuti, fino a che sembro che lo slave si stesse abituando, non reagendo più alle frustate, allora , visto che lo slave era bendato gli tiro una frustata fortissima sulle mutande, dal davanti, cosa inaspettata per il ragazzo che mugugno un Pieta’ soffocato dal bavaglio. Allora il master gli disse Ero ancora li a spiare il padrone e il suo schiavo nella cabina dello stabilimento , il primo sciolse i lacci che tenevano fermo lo slave e Questo cadde a terra stremato dalle frustate ai capezzoli e dall’ultima micidiale che gli aveva preso proprio un testicolo. Il master lo alzo e lo fisso ad un tavolino, di quelli quadrati, legano le gambe e le braccia ad una ad unna con le gambe del tavolo. Tolse la benda allo slave, che vide i suoi capezzoli blu, e andò in bagno un momento. Torno, con una bottiglietta … ci avena pisciato dentro, fece allo slave rispose. Allora gli disse di aprire la bocca e di bere tutto perché una sola goccia fuori gli sarebbe costata cara. Gli verso tutta la bottiglietta in gola, facendo attenzione che qualche goccia arrivasse in terra, cosi da poter divertirsi ancora un po’ con il moretto. Gli levo gli slip, e ne usci un bellissimo membro di non meno di 25 cm,con due palle perfette e completamente rasato. Lo slave non era in tiro (ed era comprensibile viste le frustate). Il master prese due lacci e gli lego le palle, strette, al punto che diventarono subito viola. Con un altro laccio le divise poi una dall’altra, facendo contorcere per bene il ragazzo. Il cazzo non dava segni di vita, cosi il padrone prese un laccio e lo lego alla base del pene scappellato. Inizi cosi con una matita a dare dei colpetti sulle palle al ragazzo, intimandogli di stare fermo e sorridere. Dopo 10 minuti il moretto riuscì a sorridere e il capo smise. Gli tolse le pinzette ai capezzoli, con grande sollievo del ragazzo ma arrivo con due aghi, lunghi e sottili, glieli infilo dai capezzoli, facendolo contorcere ben bene. Prese poi la cera e ,ne fece colare circa un centinaio di gocce sulla cappella dello slave, cosicché poi potesse stare in piedi da sola; lo slave con una candela accesa sul cazzo scappellato, le! palle legate strettissime e i capezzoli attraversati da due aghi pensava fosse finita li e invece Il padrone, consapevole del dolore del fanciullo decise di continuare, anche perché il fatto della cintura non gli era andato giu. Lo capii dalle sue parole provato da quelle torture gli usci solo un ma il suo cazzo ben dritto faceva capire come si stava divertendo. prese allora uno di quei pesi, che i ragazzi dello spogliatoio usavano per tenersi in forma e lo applico alle palle del giovane che urlo subito. Ma non gli era consentito e gli arrivarono 10 frustate sulla pancia, su quegli addominali e quei pettorali cosi scolpiti e sudati. Il padrone, inizio a prendere a calci il peso attaccato alle palle del bel moretto, e dalla faccia di quest’ultimo sembrava non essere una goduria. La cera intanto scendeva dal glande e arrivava alle palle, ormai blu, ogni tanto il padrone toglieva quella gia raffreddata, per rinnovare il suo dolore. Gli aghi nei capezzoli non sembravano dargli fastidio, cosi il master prese le pinzette precedentemente usate e le applico! Lo slave urlo fortissimo e il padrone lo frusto (dopo averlo imbavagliato) per 3 minuti sul cazzo sulle palle e sui capezzoli. Il padrone allora usci un momento, andando in bagno, creando nello slave quella condizione di panico che provoca l’essere lasciati soli in una situazione del genere. Ne approfittai per entrate, di nascosto e mettermi in uno sgabuzzino all’interno, dal quale potevo meglio vedere. Feci appena in tempo a nascondermi nello spogliatoi quando il padrone arrivò,fece alzare lo slave, lancinante per il dolore e lo porto in un tavolo vicino a me, dove pero,loro non potevano vedermi. Il padrone fece mettere in ginocchio lo slave, gli spense la candela, ma non gliela tolse, poi allungare e braccia in avanti, lo fisso in quella posizione fece in modo che il peso alle palle tornasse a penzolare nel vuoto. Prese una bacinella e un clistere, pieno di acqua (doveva contenere almeno 6 litri!) glielo infilo e , senza preavviso scarico tutta l’acqua all’interno del giovine, che stette immobile. Ovviamente il padrone gli impose di non fare uscire un goccio di acqua, per dieci minuti lo slave cercava di stare immobile, nel tentativo di ubbidire agli ordini del suo signore. Egli, invece, si divertiva a stuzzicargli l’ano dapprima con una matita, poi con degli spilli che gli punzecchiavano le chiappe. Finalmente lo slave poté liberarsi, dando origine a una fontana e a d! ei rumori che lo misero subito in imbarazzo, a sottolineare la sua posizione di inferiorità rispetto al padrone. Il quale se la rideva,tirando intanto dei calci al peso che gravava ancora sui giovai coglioni del ragazzo. A quel punto, il padrone, svuotata la bacinella prese un paio di guanti, e iniziò a fistare il povero ragazzo. Questo si contorceva in tutti i modi, avendo capito ciò che stava per succedergli. Il padrone allora, per evitare che il ragazzo si ribellasse trovo uno stratagemma alquanto fantasioso ed efficace. Ovviamente nel guardare quella scena il mio cazzo si era inturgidito enormemente e le mie bermuda non riuscivano a trattenerlo. Ma torniamo alla storia; Il master disse allo slave prima di fistarlo Ribendo allora lo schiavo e gli tolse il peso attaccato alle palle, e, senza che lui potesse vedere gli applico degli elettrodi sui coglioni. Era chiaro quindi, ogniqualvolta lo schiavo avesse tentato di reagire una scossa sui coglioni avrebbe dovuto calmarlo. Ma il moretto, che sembrava riprendersi (vista la sua potente erezione) era all’oscuro di tutto. Il padrone inizio quindi a infilare un dito nel culo del giovane che sembro non sentirlo neanche. Bene, uno era andato. Mise il secondo, e il ragazzo mugugno qualcosa. Quando infilo’ il terzo pero; il ragazzo iniziò a muoversi e il master fece e gli inflisse una scossa, neanche troppo forte alle palle, inutile dire che il ragazzo salto su, ma il padrone precisò Inizio a fare entrare il quarto dito, che pero non ne voleva sapere, nonostante il culo del moretto fosse ben lubrificato e lui non opponesse resistenza. Allora il padrone con un colpo deciso fece entrare anche il quarto dito. Il giovane si fece sfuggire un mugolio e il padrone, con un certo gusto gli scaricò sui coglioni un abbondante dose di watt. Il ragazzo non poteva trattenersi e inizio a piangere ma il suo cazzo rimaneva durissimo, con ancora tutta la cera attaccata. Quando il padrone riuscì ad infilare il quinto dito, il ragazzo tento di liberarsi ma subito una scarica di watt inondo i suoi coglioni, intontendolo; Ma non era finita. Dopo aver giocato un po’ con il culo della vittima il padrone decise di sfogarsi un po’, per l’affronto della cintura sul ragazzo, prese cosi un frustino e dopo aver divaricato le chiappe al giovane inizio a frustarlo proprio sul buchetto, che dopo una quindicina di frustate divenne rossissimo. gli chiese il padrone , e lui rispose Era proprio quello che il padrone voleva sentirsi dire. Ci fu qualche istante di silenzio, il padrone torno’ con 2 bacinelle di cui non riuscii a vedere il contenuto. Il ragazzo, perennemente in tiro, aveva le palle blu, e il padrone, data la situazione gli tolse gli elettrodi; il ragazzo rimaneva cosi in piedi, bendato, imbavagliato, con 2 pinze e 2 mollette nei capezzoli, e le palle legate; Il master provvedette subito a togliere la poca cera rimasta sul cazzo del moretto, che era ormai rossissimo per l’eccitazione, prese poi qualcosa dalla prima bacinella, capii che era una tazza, colma di acqua,, bollente, gli immerse il cazzo del giovane che mugugno qualcosa, mentre la cappella, si gonfiava enormemente. Nel frattempo estrasse dall’altra bacinella dei cubetti di ghiaccio e subito li sostituì all’acqua bollente, mente il ragazzo tremava per lo balzo di temperatura e per il dolore che gli provocava . Il cazzo si restrinse subito, appagando cosi a pieno il padrone, che gli chiese rispose l’altro, facendo gonfiare enormemente il cazzo. Lo slego, lo sbendo e gli disse Il ragazzo comincio a menarselo, la sua asta di 25 cm sembrava scoppiare, e, quando stette per venire lo disse al padrone. Egli, come per togliersi un ultima soddisfazione gli chiese di farlo continuare, cosi il padrone stava facendo una sega al suo schiavo, che, sul più bello, stando per venire inizio a tremare, il padrone allora, gli scappellò l’uccello e lo fece venire senza un briciolo di piacere, lo schiavo, cosi umiliato e costretto a leccare il proprio seme ringrazio il padrone, che lo accarezzo dolcemente, rimettendogli la cintura di castità e dandogli appuntamento a 9 mesi dopo, questa volta senza dargli la chiave del lucchetto.
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