Sono nell’ufficio, sì, avete capito bene, sono nell’ufficio. Avevo proprio chiesto io esplicitamente di stare in ufficio, per il semplice motivo che delle armi, ho proprio il terrore. Devo ringraziare il maresciallo Sfasciacarrozze per avermi dato il permesso di stare in ufficio, e cosi sto tutto il giorno sulla mia scrivania, attaccata vicino ad una finestra, ed ogni giorno, dovevo compilare e timbrare moduli, rispondere al telefono, andare a ritirare la posta, alle Poste. Mi piaceva questo lavoro. Ed ogni giorno vedevo i miei ragazzi della mia camerata fare esercizi. La sveglia per tutte le camerate era alle 5.30 del mattino. Alle 6.30 erano tutti fuori all’aria aperta, divisi in “settore camerate” a fare gli esercizi del mattino, oppure quando piove nella palestra della caserma e proprio davanti alla mia finestra c’erano i miei 15 ragazzi, più fighi che io abbia mai visto. Quel giorno c’era il sole. Guardo Alessio con tanto amore, mentre muove il culo, per fare gli addominali. Gli esercizi proseguivano fino alle 7.30. Poi uno ad uno, tutti dovevano passare da me, in ordine alfabetico partendo dalla Z, proseguendo fino alla A. Dovevo passare loro un’ asciugamano, per fare la doccia del mattino. E proprio per ultimo, ovvero con la lettera C, perché con la B, e con la A, non c’era nessuno, c’era Alessio, Alessio era il mio bersaglio. Alessio l’ho conosciuto sul treno,siamo arrivati lo stesso giorno. Quando tutti se ne erano andati, diedi l’asciugamano a Alessio, ma lui l’appoggiò sulla scrivania. Mi guardò e mi disse: “So che ti piaccio.. se vuoi puoi spogliarmi!”. Non me lo lascio ripetere due volte, mi inginocchio, gli slaccio le scarpe da ginnastica ed una ad una gliele tolgo, gli tolgo i calzini tutti sudati, gli tiro giù i calzoncini corti, e alzandomi sempre di più, infilo la mano sotto la sua maglietta per accarezzare i suoi addominali e per togliergli la maglietta. Lui alza le mani in alto, e gli avvolgo l’asciugamano, partendo da sotto le ascelle, l’asciugamano gli arrivava fino a metà caviglia. Lo abbraccio e lo ringrazio. Gli dico di andare subito sotto la doccia, prima che arrivi il maresciallo che sennò ci avrebbe scoperti, gli dico che avrei portato io i panni nella lavanderia, e poi, l’abbraccio. Lui prima di andarsene, mi dice “Hai presente la Toelette sita dietro alla camerata 8?” Io rispondo di Si’, dicendo poi: “Ma che c’entra!”. E lui mi disse: “Fatti trovare lì questa notte alle 2.00 che debbo parlarti”. Mah. . sta di fatto che appena lui va via per farsi la doccia, io porto i suoi panni nella lavanderia, e sento intanto che il mio cazzo, si sta svegliando. Torno nell’ufficio, mi misi a sedere alla postazione del computer, apro la cartella “Militari 12.05.2003” – ovvero la cartella con foto segnaletica di tutti i ragazzi arrivati quel giorno (anche io), e vado a cliccare nella pagina word di “Alessio”. Una bella foto tutta intera che lo ritraeva. Sentivo il mio pisello che sicuramente era incazzato e voleva uscire. . ma non potevo segarmi li. Vado a prendere anche la mia foto, e aprendo “Adobe Photoshop” , faccio un collage, e mi attacco la mia foto con la sua. Ora sembriamo amici, siamo uno attaccato l’altro. Chiudo la pagina e stampo la foto modificata. La chiudo in una cartella, esco dalla caserma, per andare un’attimo in tabaccheria a comperare diverse cose per la caserma, e mi fermo, dal corniciaro per incorniciare quella bella foto. La giornata passa tranquillamente bene, a mezzogiorno un bel pranzo era quello che ci voleva, e pensavo alla notte che doveva arrivare, alla notte nella quale forse il mio sogno si avverava. E pensando a quello che mi aveva detto riguardo alla toilette vicino alla camerata 8, ora avevo collegato, già in quella toilette c’era un bagno a ripostiglio, ovvero non era un bagno, ma c’era solamente un piccolo comodino, ed un letto un pò malandato. Anche la cena della sera, passava tranquilla ed Alessio pareva non mi conoscesse, sicuramente era per evitare le frasi “Ah Frocio di Merda” ecc. ecc. Alle 23.00 vado a dormire, prima naturalmente mi lavo un pochetto, facendomi il bidè, lavandomi le ascelle, e mi metto il pigiama. A dormire nella nostra camerata su 16, eravamo già sotto le coperte in 9 gli altri erano ancora a gironzolare per la caserma oppure a guardare la televisione. Io avevo il letto numero 3, mentre Alessio era dall’altro lato della camera al letto numero 11. Anche le camere ed i letti li ho assegnati io col computer dell’ufficio, sentendo anche un po le esigenze degli altri. Nella nostra caserma non c’erano le bradine a castello, ma letti normali, divisi in 8 da una parte, ed 8 dall’altra. Quella notte non riesco a dormire, sarà stata l’emozione, quando mi addormento era 00.45, e per fortuna che riuscii a svegliarmi alle 2. 15, ero in ritardo di 15 minuti, guardo se c’è nel letto Alessio, e vedo che non c’è, cosi piano piano scendo dal letto, e mi dirigo con un’accappatoio nella toilette dell’appuntamento. Entro in punta di piedi. Lui mi aspettava li, intanto si stava lavando la faccia. Mi abbracciò, mi prese la mano ed assieme ci dirigemmo in quel piccolo stanzino. Lui mi dice: “Sai——ti amo. . ed ho voglia di farlo con te..!” Mi tolgo il pigiama di corsa, vedo che lui non l’aveva, era gia in accappatoio. Chiudiamo la porta a chiave e ci buttiamo sul letto, promettendoci di non fare tanto casino, altrimenti ci avrebbero scoperto. Appena lui si tolse l’accappatoio, vidi che il suo uccello aspettava questo momento, ed appena il mio uccello lo vide, beh anche lui iniziò a diventare duro, con un salto mi butto sopra di lui, e lo bacio. Ci guardiamo, ci baciamo, e ci tocchiamo. Mentre io mi metto a sedere sul letto, lui mi sale sopra, con la faccia rivolta davanti a me, gli infilo il cazzo in culo, e comincio a muoverlo dall’alto in basso per favorire la mia penetrazione. Alessio rideva, rideva per non urlare, ed anche io ridevo, ed intanto gli accarezzavo il petto, sputandoci di tanto in tanto, stufo della posizione, ci spostiamo, metto sdraiato Alessio, gli metto le sue gambe sopra alle mie spalle, e gli risbatto dentro il mio uccello, e mentre faccio i miei movimenti per favorire a lui la goduria, spalmo per tutto il suo petto il mio sputo di prima. Chiedo ad Alessio la cortesia di sputare sul suo petto, cosicché io avrei unito i due miscugli, e poi avrei leccato il tutto. Non gli voglio venire subito, perciò, levo il cazzo, Alessio appena mi vide, mi abbraccia, e mi gira, cosicché io a pecorina, lui mi infila il suo dietro. La felicità che provavo ad essere sverginato da Alessio, era tale che mi vennero dei goccioli agli occhi per l’emozione. Penetrava tanto piano, e quando gli chiesi il perché mi rispose: “Per godere meglio!”. Non mi viene nemmeno lui, nel culo, ci distendiamo sul letto uno sopra all’altro, e ci facciamo un 69 splendido. La sborra non voleva uscire, ma quando attaccati come due perfetti innamorati, ce lo meniamo un pochetto, ecco che la sborra esce.. Un’ondata di sperma caldo, arriva nei nostri petti, la mia sborra nel suo petto, e la sua nel mio petto. Ci abbracciamo. Ci asciughiamo e ci baciamo. Erano le 4.45, il che significa che avevamo fatto 2h30 minuti di sesso, ma dovevamo essere a letto per la sveglia del mattino, ma chi di voi avrebbe dormito i restanti 45 minuti se vi fosse successo quello che è successo a me?
Aggiungi ai Preferiti