Sex boat – la nave delle piacevolezze (I parte)

PrologoLunedì 25 Ottobre: Roma, Agenzia Viaggi ” l’alba del mondo “L’incedere di Alba ricordava senza ombra di dubbio il passo regale di una principessa; era armonioso proprio come il passo felpato di un felino, possente ma leggero.Aveva i capelli corti ed era magra, gli occhi azzurri e delle piccole manine danzavano speculari con le belle gambe affusolate. Guardava le vetrine accecanti di luce in un tardo pomeriggio di fine ottobre, poca luce diurna accompagnata dal primo freddo incipiente. John, era apparentemente sfaccendato, per l’evidente calo fisiologico degli affari per una agenzia turistica in ottobre ” , quelli che partono per un viaggio di piacere si contano sulla punta delle dita ” gli venne fatto di pensare guardando fuori dalla vetrina. Alba superò quasi distrattamente l’agenzia turistica, anche per lei lo stesso ragionamento “chi parte di questa stagione ? “John la scrutò, era bella ed affascinate; la guardò intensamente cercando di stamparsi nella memoria la faccia, le gambe, i capelli. Lo sguardo non si staccava da quella ragazza stupenda, tanto che, ad una prima impressione poteva risultare stranito, un po’ ebete. Si scrollò da quella situazione soltanto quando lo stimolo ad urinare lo spinse nel retro bottega ” cazzo, che umidità ! Era ancora una stagione insulsa, ne caldo, ne freddo e non ci si può vestire come si deve ” rimuginando dentro di se si diresse nel retro bottega.Alba rimase all’ultimo istante attratta da un cartellone esposto in vetrina e lo squillo del cicalino avvertì John che un cliente era entrato in negozio, proprio quando lui aveva appena chiuso la porta del bagno. La voce di Manuela l’informò che la cliente era stata accolta e lui si poté dedicare alla bisogna. Il pene era grosso, la ragazza l’aveva evidentemente eccitato, tanto che un filo di sperma colò solitario nel water; decise di scappellarlo, e dopo pochi colpi il pene divenne duro e prossimo alla eiaculazione.” Ma ci sei caduto? ” chiese Manuela da dietro la porta ” ho bisogno di te per la crociera … “” Aspetta un attimo… ” rispose John con la voce rotta dal godimento, la sua mano scorreva su e giù. ” John, ma che succede…? ” disse lei entrando all’improvviso nel bagno. ” Ma, amore che stai a facendo? ” chiese lei incredula” Dai, finiscila tu ” le chiese John, direttore del negozio e marito di Manuela” Guarda che cazzo che hai … ” Manuela, ventiquattro anni, vestita con un completino minigonna e camicetta imboccò l’uccello di John; lo succhiò tutto in bocca e con pochi colpi di lingua fece venire l’uomo. Ingoiò il primo fiotto, il secondo, ed al terzo fiotto si bagnò le mani ed uscì dal bagno ” vieni subito fuori amore che abbiamo trovato la ‘seconda’ per il viaggio” Lo sai che mi piaci un casino he?! Quando lavori, quando ami e quando porti a casa le tue amiche ” riuscì solo a dirle John, americano a Roma, anzi ‘ … de Roma’ Manuela uscì dal bagno e ritornò nella parte comune dove Alba seduta alla scrivania guardava una brossure di località turistiche ” Ha trovato quello che cercava ” le chiese con un ampio sorriso Manuela, e nel porgerle un foglio con ulteriori località le sfiorò il dorso della mano bagnandola di sperma. Alba percepì prima il profumo, poi il calore, e, con sorpresa disse ” Ma è sborra … ? ” ” Si, e appena raccolta ” chiosò Manuela con un gran sorriso. La sconosciuta aveva poggiato la mantellina sulla spalliera della sedia e il suo vestito scollato di maglina lasciava intravedere il suo seno sodo vagare libero da costrizioni.” Ti piace ? ” chiese con molta semplicità la sconosciuta rispondendo allo sguardo interessato di Manuela” Si, e scommetto che hai l’aureola ampia e scura ” azzardò la moglie di John” No, sono piccoli e rosei, quasi quelli di una ragazzina ” sussurrò con un filo di voce suadente la sconosciuta” Vedere, perché non ci credo ” ” Subito ” e ciò detto la sconosciuta abbassò una spallina, e il tessuto elastico permise ad un prosperoso seno di balzare fuori leggiadro.Manuela strabuzzò gli occhi ” Sei proprio bella, devi proprio leggere i dettagli del pieghevole “La sconosciuta allungò una mano e saggiò il seno di Manuela da sopra la camicetta, e in quell’istante entrò John che porse alla cliente un foglio stampato a computer sul quale c’era scritto – venti giorni di sesso sfrenato, orge, e l’incontro con una squadra di football americano. Se sei una donna troverai uomini pronti a donarti penetrazioni vaginali, anali, e tanta figa da leccare e cazzi da succhiare -Alba smise di leggere, si leccò la sborra dalla mano, e con lentezza calcolata scrutò Manuela e John chiedendo ” ditemi di più “Martedì 26 Ottobre: Torino, Sesso alla macchinetta del caffè” Ci crederesti? Tutta una vita a criticare i benpensanti e i giochi delle parti, e poi, quando ti trovi veramente di fronte al fatto compiuto ti ritiri come una cogliona “Era una normale giornata di lavoro, e la solita monotonia mandava avanti placida le lancette dell’orologio. Valeria Roversi dalla sua scrivania sentiva tutto questo, e cercava di farlo capire a Silvia Tomirotti, che era semi nascosta dietro il suo terminale grigio.” Ma c’è anche un gran caldo … ” apostrofò Silvia, in un tono sommesso che cercava di venire incontro ai tentativi di Laura, e che rivelava in lei una maggiore dimestichezza con le faccende di sesso. Valeria una volta avrebbe detto “facile”, ma ora preferiva chiamarlo “normale e sensibile”, le intenzioni di quella creatura che le stava di fronte. Valeria allora si trovava nella condizione dello sportivo che, solo davanti alla pedana, non riesce a trovare la forza di fare il salto ” Ma la saltatrice, ” pensò ” , è più fortunata, perché le sue scadenze sono al massimo semestrali, e quindi ha tutto il tempo a disposizione per gli allenamenti, ma lei non doveva tergiversare non più di pochi minuti, anzi pochi secondi, e li stava sprecando con sciocchi paragoni.Paolo venne a chiamarla: avevano il rituale del caffè delle tre e mezza. Alla macchinetta passavano i pettegolezzi e gli aneddoti che si scambiavano in quel salotto del popolo lavoratore.Il rituale del caffè gli sembrò idiota quella volta. Aveva interrotto il suo tragico tergiversare sulla sua indecisione. Proprio quando doveva saltare, la pedana, non l’aveva sorretta.” Scusa, non mi sento granché. Salto il giro “Paolo dapprima non capì che non stava scherzando, poi cercò di dissuaderla con modi gentili ” Lei si rifiutò categoricamente come si era rifiutata, con la medesima intensità, di parlare con Silvia. Sinceramente non vedeva per quel giorno altre possibilità con lei: si era fatta sfuggire l’attimo e ora non poteva più rimediare ” Tutta la mia vita è una collezione di attimi lasciati sfuggire, ” pensò con tristezzaPossibile che tutt’a un tratto non si sentisse più quella femmina che tanto faticosamente era riuscita a costruirsi nei lunghi anni della pubertà? In quel momento preferiva il sesso, l’ardore per l’eccitazione carnale, l’orgia, al fine settimana romantico a Venezia. Non era Silvia la sola causa, pensò, di questa voglia irrefrenabile ” Era che, … lei era più sveglia e meno cogliona ” Ora la sua vera indole stava venendo fuori.” Ma allora io sono così “, pensava incredula ” D’altronde, perché fingersi delle santarelline? In fondo, a tutte le ragazze, come aveva appurato, piaceva sognare, in un modo o nell’altro, il sesso di gruppo, perché lei doveva essere diversa ? Perché si ostinava a volersi distinguere, su cose che la natura aveva già disposto diversamente ? “Quando alla TV davano i soliti film sentimentali, lei aveva notato con sconforto che non le interessavano più di tanto. Cercava di carpire anche la vita sessuale di quelle donne più che la insipida storiella sentimentale. Pian, piano si rese conto che cercava in loro qualche somiglianza con la vita reale “, ma queste scopano ? ” pensava mentre sullo schermo passavano immagini pudiche di amplessi impossibili ” Com’è che si chiamava? Ah, sì, amore platonico ” Le venne da ridere pensando che una volta per lei quelle erano sante verità ” forse era meglio andare alla macchinetta del caffè “Dal punto di vista pratico forse non c’erano più speranze per quella sera, ma da quello teorico era una carica di energia vitale che la pompava psicologicamente.Quando arrivò al piano, il posto squallido le sembrò ancora più bello, erano tutti li raggruppati in un campanello, mancavano però un paio di persone e Silvia.Un amico le disse ” Laura ! Ti avevamo data per dispersa! “” Dov’è Silvia? “L’amico si guardò un po’ attorno e le disse che era andata al quarto piano. Poi aggiunse, mentre Laura si allontanava ” Guarda che non è sola! “A Laura tutto questo non interessava, e arrivò così dalle parti del quarto piano. Cominciò a chiedersi che cosa avrebbe visto. Di solito, pensava, non era mai successo che fosse accaduto qualcosa che lei aveva esattamente previsto. Così cominciò a fare ipotesi realistiche su che cosa sarebbe successo di lì a poco, in modo da eliminare tali probabilità, che non si sarebbero mai avverate solo per il motivo di averle pensate ” la fortuna è cieca ma la sfiga ci vede benissimo ” pensò poco lucidamente. Le conclusioni e le ipotesi viaggiavano scomposte e irrefrenabili.Lei che le diceva ” ti voglio nuda “, buono. Oppure, è li che parla semplicemente con una amica, neutro. Lei sta scopando dietro la scrivania di un dirigente vecchio e grasso, ribrezzo e costernazione. Sta scopando e mi chiama vuole farlo in tre, bello e desiderabile. Sta facendo l’amore con cinque persone contemporaneamente e non vuole che io mi aggreghi, incubo agghiacciante. E’ vittima di un collega logorroico che la sta stordendo a parole, lievemente costernata. La ripudia perché non concepisce il sesso tra due donne ” , è la fine ! “Silvia si affacciò nel loro ufficio, e Laura non c’era, il monitor con lo screen save attivo parlava per la sua assenza. Un pacioso fattorino apparve d’incanto ” Salve, cerca Laura? “” Sì… non è al suo posto? “” Ho sentito che è uscita un cinque minuti fa, dev’essere al secondo, dall’ingegnere. ” Non è per caso al caffè? “Silvia non volle perdere tempo e anticipò la risposta con un ” Sì. Deve essere al caffè, e non devo averla vista, grazie comunque ” Tornando alle macchinette Silvia pensò a quanto era positiva, per lei in quel momento una storia di sesso con un’altra donna, sentiva il vuoto del sesso saffico che era il giusto completamento di quello etero. Non voleva perdere una amica così, adesso doveva cercarla. Chissà dov’era andata, forse si rincorrevano. Probabilmente prima alla scrivania voleva dirle che aveva voglia di fare sesso con lei. Meno male che era stata interrotta, era incasinata con un problema e non le avrebbe potuto dedicare tutta l’attenzione necessaria. Sarebbe stato troppo imbarazzante scusarsi per cosi poco. Doveva sì, vedere Valeria Roversi ma la doveva vedere in compagnia di qualcun altro, si dovevano incontrare per una piccola orgia, magari a casa sua quella sera stessa.Sola davanti al distributore di caffè la trovò quasi per caso sperduta nel locale ormai vuoto; sole, in mezzo al corridoio Valeria chiese in tono quasi apprensivo “, Silvia, dov’eri finita?”” Se gli dico che ero andata a cercarla con troppa foga, ” pensò Silvia ” , questa crede che io lo faccia per lavoro. D’altronde si sentiva troppo in colpa per dirgli una bugia.” Non ci crederai ma ero venuta a cercarti. Vogliamo imbastire un orgia “La prese sottobraccio, le fece fare dietro front e si incamminarono verso l’ufficio. Laura fu tentata dal dirle: ” Ma, perché non l’hai detto prima ? ” però non voleva rovinare tutto. Si lasciò così condurre verso l’ufficio. Laura non fece caso, così inebriata dagli avvenimenti, alla persona che li seguiva. Anche Silvia non la notò, tanto era impegnata nel guardare fissa a terra e ad affrettare il passo per togliersi di torno quella situazione così imbarazzante e sospesa. ” Quelle due… Così perfette insieme. Stessa altezza, coscia longilinea, Laura così adatta al 69, e Silvia con quel suo profumo di sesso che si spargeva per tutto l’ufficio, non posso credere che non le piaccia il sesso orale con un’altra donna! In tanti anni di questo posto di lavoro non avevo mai visto cose simili. Qui devo fare qualcosa. La situazione è insostenibile. La perfezione dell’unione tra due donne non può essere declinata da una stupida incomprensione “” Hai ragione, Leila. Dunque proviamo ? ” Gli rispose il pacioso fattorino ” Sì, procedi “L’impianto dell’aria condizionata era l’unica cosa che emanasse rumore in quella fine giornata. Silvia raggiunse l’ufficio insieme a Laura, appena girò l’ultimo angolo si accorse che qualcuno era dietro di loro.” Scusate… cercavo Laura “Laura, come svegliatasi da un sogno a occhi aperti, stette immobile per un paio di secondi. Quando realizzò, disse all’uomo che li aveva seguiti ” Sono io, perché? “” Credo che tu abbia perso questo “Era un depliant molto interessante Giovedì 28 Ottobre: Hinterland Milanese, Ufficio di una media aziendaGabriella appena appresa la notizia tirò su il telefono e chiamò la collega ” Senti per la Giorgia che si dimette vorremmo fare una piccola orgia “Dall’altra parte del filo, Damiana dell’ufficio Cad, rispose ” In quanti e quali siamo sta’ volta ? cerchiamo di non fare come per Mariani che abbiamo solo preso del gran freddo in quel locale di merda “” Dovremmo essere circa venti trombanti; le ragazze dell’ufficio esteri, le due segretarie di Monti e i ragazzi della sala contatti ” Aspettò un attimo poi riprese ” Vogliono prenotare la sala del Concordia perché il grande capo vuole offrirla lui “” Quando si vuol fare ? “” Mercoledì prossimo “Giorgia fece il conto dei giorni per sapere se per allora fosse stata sessualmente pronta quindi accettò.Gabriella si trovò alla macchinetta del caffè con Mario, uno dei ragazzi della sala contatti, al quale disse subito della festa.” Bene ” fece lui ” l’avete detto anche a quella nuova ? hai visto che culo ? “” Si viene anche la Cecilia ” rispose Gabriella che intanto aveva notato il rigonfiamento del pene di Mario. ” Ci vuol poco per farlo alzare ” commentò lei ” Sono due mattine che non mi basta farmi fare un pompino; dovrei almeno farmi una scopata. Capisci che, o trombi o, vieni in ufficio. Non si può pensare di fare una sveltina senza sapore perché altrimenti è peggio, ti rimane duro lo stesso e la voglia di scopare è ancora più forte “Gabriella fisico asciutto, una terza di seno e culo alla cavallerizza appoggiò la sua mano sul membro eretto e gli sussurrò in un orecchio ” Non si potrebbe ma … ” Si diressero in bagno e lei si mise alla pecorina con i pantaloni abbassati permettendogli di penetrarle l’ano. Mario, con il pene in mano, si avvicinò alla collega appoggiandole il glande sullo sfintere. Gabriella mugolò lievemente impegnata in un ditalino eccitata e contenta; Mario cominciò a pompare da dietro alternando ano e vagina. Gabriella sotto i colpi di Mario godeva forte e il suo grido era più alto quando lui batteva i testicoli sulla vagina.Mario sentii i brividi di calore passare dai testicoli al pene affondato completamente nel retto: lo sperma salì per le viscere di Gabriella rendendola così felice ed appagata scossa dagli ultimi spasmi dell’orgasmo.” Senti ti sono avanzate delle ferie per quest’anno ? ” ” Non ho voglia di finire in un gruppo di mortaccioni spompati, dove si scopa poco e ci rompe tanto i coglioni ” sbottò Gabriella” Che modi per una signora … ” la canzonò Mario” Guarda, Mario è già capitato l’inverno scorso, tre giorni in montagna con la Gioini, due palle gonfie così ” terminò con un eloquente gesto delle mani” Ti mando una mail e poi mi dici ” disse l’uomo uscendo dal bagno” Si, va bene ” disse la donna con l’intenzione di rimettersi le mutandine finite sopra la macchina degli asciugamani ” Per piacere, Mario, esci ! Non piace farmi vedere mentre mi infilo le mutande, mi vergogno “Mario tornò alla scrivania e spedì una mail a [email protected] contenente la pagina web di una agenzia viaggi e poco dopo ne ricevette la risposta. Mario aprì a sua volta con una certa titubanza la mail appena ricevuta; il momento era topico perché poteva essere anche un rifiuto. Il testo della mail impiegò un attimo ad essere visualizzato, segno evidente della presenza di una grossa mole di dati trasferita, e finalmente apparve il testo: ” Credo che verrò ” diceva, e la riga sottostante annunciava posso portare un amica ? “La barra di scorrimento verticale era ancora a metà ed annunciava un file allegato. Con mano incerta operò sul mouse e una bitmap si palesò in tutta la sua bellezza. Il culo di Gabriella in primo piano si mostrava sovrano e regnante: vagina ed ano, splendidi vassalli, erano umidi e un leggero rivolo bianco colava dalla gemma bruna.Appena sotto una seconda foto dove si vedeva il viso di Gabriella vicino all’inguine di una ragazza che stava ricevendo una penetrazione anale dall’uomo sdraiato sotto di lei. Il pene era completamente affondato nella ragazza e Gabriella sembrava particolarmente interessata a quella splendida concrezione di testicoli, vagina ed ano così eroticamente coinvolti.Mario sollevò il ricevitore e chiamò Graziella ” Scopatina ? “” Ho qui il capo ” l’informò lei” Pompino ? Allora ” si impuntò lui” Vada per il pompino ” rispose lei
Venerdì 29 Ottobre: Scalo internazionale di FrancoforteCinzia Guarnieri era una bella donna di trentotto anni, che ne dimostrava la metà. Ricercatrice scientifica era rimasta quasi due anni nella foresta pluviale della cambogia, quasi consecutivamente. Esibì il passaporto alla guardia di frontiera e dopo pochi controlli varcò i cancelli di ingresso del aeroporto di Francoforte, dirigendosi verso l’imbarco per Milano. Alta mora, capelli ricci, occhi scuri e i tratti del viso molto marcati che le davano un’aria da donna vissuta con un fisico asciutto da ventenne allenato ed abituato alla vita all’aperto. Non bellissima ma neanche spiacevole aveva delle gambe slanciate che metteva sempre in bella mostra indossando, appena poteva, delle minigonne decisamente corte o dei jeans molto attillati da sembrare una seconda pelle. Purtroppo doveva constatare che simili occasioni le capitavano di rado e nell’ultimo anno e mezzo aveva conosciuto solo pantaloni di tela mimetica molto utili per sopravvivere nell’umida foresta pluviale. Se tutto andava come preventivato, al gate 35A avrebbe dovuto trovare anche sua figlia Daniela proveniente da Londra dove era andata a vivere dal suo ex marito dopo la separazione avvenuta nove anni prima. Certamente non si era trovata in una situazione molto bella, a ventinove anni, separata dal marito e con una figlia di dieci anni a dover ricominciare tutto daccapo. Fortunatamente aveva un buon lavoro che le consentì d’essere completamente indipendente, aiutata anche dal suo ex marito, con il quale era rimasto in ottimi rapporti che le aveva preso in casa Daniela quando lei era stata mandata nel sud est asiatico. Praticamente aveva salutato Daniela bambina per tuffarsi nello studio di un particolare batterio che i più ne ignoravano l’esistenza, contenta di quell’isolamento perché allora non aveva avuto molta voglia di uscire né di vedere nessuno, ed aveva bisogno di ritrovarsi e di riflettere. Il lavoro, uno studio fatto di passione l’aiutò a superare i momenti difficili di una nuova vita che stava prendendo la forma di provette, microscopi, paludi fangose e luoghi malsani infestati di insetti potenzialmente letali. Malgrado i diecimila chilometri che separavano l’imprecisato punto della foresta cambogiana da uno dei sobborghi di Londra, non le era stato difficile di tenere i rapporti con la famiglia, c’erano stati i natali le vacanze nel Canada nella regione dei grandi laghi dove il suo ex aveva un piccolo ranch. La fondazione che curava il progetto presso cui lavorava in Cambogia aveva stabilito la prosecuzione dei lavori in due centri universitari europei e per almeno tre mesi, e gran parte del personale era stato congedato per ferie, occasione ottima per Cinzia che voleva passare una bella vacanza con sua figlia per festeggiare la raggiunta maggiore età.L’aereo da Londra arrivò dopo mezz’ora e Cinzia si ritrovò davanti agli occhi una perfetta e splendida donna. Quasi, quasi non l’aveva riconosciuta, era cambiata tantissimo, e, sua figlia, vista dal vivo era un’altra cosa. Un corpo perfetto messo in risalto da un paio di fuseau indossati senza mutande che immancabilmente le rientravano nel solco delle natiche, e che lei ben si guarda dal sistemarsi. Aveva occhi azzurri ed un piercing sul sopracciglio sinistro, un bel nasino all’insù ed uno splendido ed accattivante sorriso. Si poteva intuire un seno non enorme ma ben proporzionato ed un corpo atletico ma molto più dolce di quello della madre, così come lo erano i lineamenti del viso. Cinzia si era letteralmente incantata ad osservare sua figlia Daniela indubbiamente giovane d’aspetto ma sicura e matura nello sguardo. Le stava puntando gli occhi addosso e, semplicemente, era incantata, affascinata, eccitata… lei stessa si chiedeva per quale sorta di magia quella creatura l’attirasse tanto! Guardandola fissamente se la figurava nuda; un corpo snello, bellissimo ” Sono gli scherzi che ci gioca la natura! ” mormorò pensando che per tutta la vita aveva creduto che una figlia fosse mille miglia lontano dai suoi desideri sessuali, ed invece s’era trovata a invocarla con tutte le sue forze, e fermamente convinta a farle un regalo di compleanno strepitoso.Daniela aveva percepito gli sguardi della madre fin dal primo istante, e s’era messa a sorridere, rivolgendole un’occhiata di tanto in tanto. Si sentiva concupita, e l’eccezionalità della bramosia di Cinzia doveva trasparire chiaramente dai suoi occhi, e Daniela se ne sentiva gratificata e metteva in atto, forse inconsciamente, tutte le sue arti femminili di seduzione: le si mostrava in tutte le posizioni, come a voler rendere ancora più incandescenti i sensi e pareva dicesse: ” Guardami bene, osservami, ammirami e desiderami anch’io ti sto desiderando! “Insomma. una cosa pazzesca e incredibile: sembrava che fra loro ci fosse un legame intenso e di tipo animale! Cinzia la salutò un istante prima di lei. Baci e abbracci, ricordi e tanta voglia di fare tutto assieme; riuscirono ad avere i posti vicini sull’aereo che partì con ritardo ma a loro non importò granché ” ho prenotato una vacanza per noi due, si parte lunedì, questo, cioè tra tre giorni ” annunciò Cinzia” Per dove ? ” fu la domanda entusiasta” Sorpresa, te lo dirò domani ” disse Cinzia” Dai, mamma dimmelo ” fece finta di piagnucolare Daniela con un accento italiano imbastardito dalla cadenza inglese” Senti, Paperina, se continui cosi ti rimando da Giulio ” le rispose Cinzia imitando l’accento di Donald DuckL’atterraggio a Malpensa fu sballottato dal maltempo e un furioso temporale le accompagnò fino a casa di Cinzia, vuota per la stragrande maggioranza del tempo; negli ultimi due anni c’era stata otto volte in quell’appartamento. Pagava una impresa di pulizie per tenerla pulita ed in ordine perché ogni tanto piombava a Milano per qualche giorno. Quella sera fu scandita da una breve pizza e da tanta voglia di dormire; Cinzia era sballottata dal fuso orario e alle dieci erano già a casa, e madre e figlia si apprestarono a dividersi con entusiasmo l’unico letto.Passato il primo sonno un tuono più forte degli altri svegliò Daniela che istintivamente si strinse contro il corpo seminudo della madre. Cinzia infatti, per abitudine dormiva solo con le mutandine. ” Scusami per averti svegliata, ma ho sognato qualcosa che mi ha spaventata ” disse Daniela ” Ci mancherebbe. Anche se alla tua età non dovresti mangiare con un porcellino, la sera “” È più forte di me, non ci posso far nulla “Cosi dicendo allacciò con la madre un abbraccio ancora più stretto; l’ampia maglietta portata da Daniela come pigiama le si alzò, e, il suo addome cominciò a strusciare la schiena di Cinzia.La donna lasciatosi scappare un sospiro, accese la luce da notte e voltatasi verso la figlia cominciò a metterle delicatamente le mani sul corpo asciutto non potendo fare a meno di notare che i capezzoli erano duri ed eretti come due funghi.” È da un po’ di tempo che non ci vediamo noi due ” le disse stuzzicandole le ampie aureole ” Sei diventata una vera donna. Sei partita asciutta come un manico di scopa e guarda adesso che seni sodi che hai… ” Il complimento era sincero e le parole furono seguite dai fatti, e una mano e poi l’altra presero a strizzare il seno della figlia.Daniela chiuse gli occhi eccitata e subito dopo ricambiò il piacere alla madre accarezzandola con la stessa intensità. Cinzia accese la luce grande e si mise a guardare estasiata la figlia” Bhe, mamma, non so a te, ma a me piace moltissimo quando mi tocchi così ” disse Daniela mentre continuava ad eccitare il seno di Cinzia; mani e gambe che si strusciavano ritmo sempre crescente. ” Ti piacciono le mie tette? ” le chiese dolcemente Cinzia. ” Da morire … ma non solo quelle … ” sussurrò Daniela facendosi correre una mano sulle lunghe cosce sudate.Cinzia iniziò a mugolare di piacere; ad ogni carezza della figlia le coincideva una contrazione dell’addome. Madre e figlia avevano le gambe incastrate, e Daniela sentiva la stoffa delle mutandine della madre sul suo pube ” Ehi senti che bottoncini duri che hai…hai freddo ?… O non ti starai mica eccitando? ” le chiese Cinzia con la voce incrinata dalla eccitazione. ” Mamma perché dormi con le mutande ?” Le rispose Daniela infilandole una mano fra le cosce, toccandole la vagina da sopra le mutandine completamente inzuppate di umori. ” Ti piacerebbe succhiarmi ancora i capezzoli come quando eri piccola Daniela? ” le chiese Cinzia vogliosa Daniela non le rispose, ma sorridendo, si tirò sulle ginocchia slacciando il reggiseno della madre, liberandole i seni. Pochi istanti, ma intensi ” lo voglio fare da adulta ” le rispose ammiccante iniziando una dolce carezza toccando i capezzoli marmorei che le sembrano di plastica per l’incredibile durezza che avevano raggiunto. Sempre senza dire una parola Daniela si mise a cavallo della madre, e rivolgendole il suo magnifico sedere afferrò i lembi delle mutandine di Cinzia; operazione che non le riuscì fino in fondo perché la madre le mise una mano in mezzo alle gambe. Cinzia non voleva suggerire le mosse alla figlia perché voleva sapere fino a che punto era emancipata sessualmente e trovandole una vagina tanto fradicia quanto depilata non resistette e le afferrò con due dita il clitoride. Daniela si inarcò stringendo spasmodicamente i pugni; occhi chiusi e nervi tesi allo spasimo godeva subendo le attenzioni della madre. Quel pezzetto magico di carne eretta, il clito della figlia, fu per Cinzia l’obbiettivo primario e iniziò a sgrillettarla con una foga incredibile; impetuosa e calma, placida e frenetica, un rutilante caleidoscopio di calde carezze fecero ottenere l’effetto sperato e Daniela con sibilo prolungato venne sul viso della madre. ” Cosi, si cosi piccola, però adesso finisci quello che non hai ancora terminato “” Ohh si mamma continua cosi sto per venire ancora … si, si mamma vengo, dai fai venire la tua bambina dai mamma si, si mamma “Daniela venne di nuovo colando tutti i suoi umori sulla mano di Cinzia che lesta si portò alle labbra le dita bagnate, leccandosi con trasporto eccezionalmente erotico tutti gli umori della figlia. ” Daniela, leccami, leccami la vagina, Daniela leccami la figa ” disse alla fine con veemenza Cinzia ” Toglimi le mutande e lecca la figa della mamma, piccola ” Daniela non se lo fece ripetere due volte e tolse subito le mutandine a sua madre, le divaricò le cosce e vi tuffò il viso mentre la madre continuava a palparle energicamente le chiappe mentre aspettava che la figlia incominciasse a leccarle la vagina infuocata e stretta nelle mutandine. Cinzia al contrario della figlia, aveva una vagina ispida, una piccola aiuola di peli neri che le macchiavano le grandi labbra. Daniela si mise subito al lavoro, le leccò a lungo tutta la vagina assaporandone intensamente i suoi umori, poi, iniziò a penetrarla delicatezza con un dito.” Sii … sei bravissima Daniela, però avvicinati di più con il sedere, così la mamma ti può leccare anche lei ” le disse Cinzia in preda al piacere più sfrenato. Daniela non rispose, ed alzati semplicemente gli occhi, le sorrise spingendo il suo culo sul viso della madre; la sua vagina toccò la bocca di Cinzia e le labbra, vagina e bocca, si fusero magicamente; lei riprese a leccarla con più foga di prima. ” Brava, brava, Daniela, ora però penetrami con la lingua metti la tua lingua nella vagina della tua mamma ” la supplicò Cinzia lasciando solo per un attimo le cosce della figlia. Daniela, ubbidì subito. Con le mani le allargò le grandi labbra, e dopo un paio di timide leccate le infilò la lingua. Improvvisamente Cinzia inarcò la schiena, strinse le cosce serrando la testa della figlia perché non potesse allontanarsi e lanciò un urlo di piacere, senza preoccuparsi di quello che potevano dire i vicini. ” Goooodooooo continua… Daniela ti amo si fai godere la mamma leccala ancora non smettere fammi godere, sei stupenda… ” urlava Cinzia senza ritegno, mentre i suoi umori guadagnavano la bocca spalancata di Daniela. ” Mamma è stato stupendo. Dimmi sono stata brava? Ti ho fatto godere davvero tanto? ” le chiese Daniela quasi preoccupata per le strepitanti urla di piacere. ” Vuoi scherzare amore? Era da prima che tuo padre mi lasciasse che non venivo così forte. Però farlo con una donna è una cosa diversa, piccola. E’ solo sesso, e quando lo fai senza pensieri puoi godere fortissimo “” Cosa vuoi dire con è solo sesso ? ” le chiese Daniela” Voglio dire che con un uomo puoi anche farlo perché ne sei innamorata, e quindi stai facendo l’amore. Mentre con una donna è il più simpatico passatempo che abbiamo noi ragazze, dopo il ditalino. Ma quando ci si tocca si è da sole, mentre in due, una sopra l’altra, ci sono due lingue e due fighe “Cinzia a gambe aperte guardava la figlia che lentamente si stava stuzzicando nuovamente il clito” Mamma sono due mesi che non trombo ed ho una voglia matta di cazzo ” farfugliò Daniela di nuovo in preda all’eccitazione sessuale” Allora, ascoltami, ti va una crociera di quattro settimane in cui prendere il sole non è la principale attrattiva ? “Daniela si ridestò un attimo e volle sapere di più.La mattina successiva Cinzia si alzò prima della figlia, così da poter avere tutto il tempo di radersi la vagina, come le aveva insegnato una vecchia amica frequentata per qualche tempo dopo il divorzio, quella stessa compagna di lavoro che le aveva raccontato tutto sui giochi di saffo, e con il sesso ancora umido d’acqua tornò in camera. S’adagiò sopra Daniela nella guisa adatta al meraviglioso sessantanove sussurrando” Piccola vuoi fare colazione ? “Daniela con il viso sovrastato della vagina di Cinzia l’umettò con la lingua saettante, e a quel segnale Cinzia bisbigliò ” Si, amore .. serviti … pure, ma fai assaggiare anche a me il tuo sapore … “Per Daniela fu meraviglioso sentire la vagina bagnata che si adagiava sulla sua bocca e la pelle liscia e levigata ancora umida d’acqua sul suo volto ” … ah come mi mancherà il tuo sapore del mattino.. il sapore del succo che hai fra le gambe … ” farfugliava Daniela in preda a forti scariche di piacere sempre tenendo il viso immerso tra le gambe della madre.Daniela trovò la madre in cucina che preparava il caffè, era bella stupendamente attraente e nuda. Cinzia sentita arrivare la figlia si voltò e le diede il buon giorno, poi le chiese ” Devi uscire ? ” ” No ” rispose Daniela” Allora perché hai infilato gli slip e il reggiseno ? “” Boh, forse per abitudine ” si difese lei” Allora è bene che tu impari una cosa, o si sta nude o vestite ! Rimanere così conciate è un insulto alla decenza. Si può sopportare un corpo vestito di tutto punto ma non una bella ragazza deturpata da un paio di slip ! Quindi bambina mia, togliti subito quelle mutande e rasati come ho fatto io questa mattina, perché qualche peletto vicino alla margheritina si sta facendo vedere ” finì indicandosi la sua vagina” Bene mamma ” disse Daniela togliendosi subito tutto e constatando che vicino all’ano la pelle cominciava ad essere ispida ” allora vado a rasarmi prima della ‘seconda’ colazione ” e detto ciò si dileguò in bagno.