Lunedì 1 Novembre: 18:30 Alto mare, bilancio della prima giornataLe lezioni erano finite e adesso la comitiva si prestava a partecipare alla prima cena a bordo della nave e il capitano avrebbe avuto al suo tavolo alcuni dei senior più in vista come la signora Beatrice Carminati. Era calato il buio e dalle vetrate a tenuta stagna filtrava il leggero baluginio della luna sulla superficie calma del mare. La musica era suonata da una piccola orchestra di musicisti, nudi anch’essi, un piano, un sax e una arpa modulata da una bellissima ragazza che accarezzava le corde tese dello strumento con una inusitata intensità erotica. Teneva lo strumento in mezzo alle gambe aperte come solo si poteva trattenere un amante focoso, le note le uscivano insistenti, quasi lascive e si coniugavano alla perfezione con il brusio della sala.Si trattava di un consesso brillante e colorato di gente, che si prodigava particolarmente in tutte quelle attività atte all’appagamento dei sensi, ed erano persone che si divertivano anche a parlare male degli altri alle loro spalle. C’era una nutrita schiera di habitué che non disdegnava l’antichissima arte dello spettegolare in compagnia, traendone una singolare morbosa attrazione. I giovani, erano i pochi, insieme ai debuttanti che attratti dalla novità e dalla possibilità di esprimersi liberamente in campo sessuale avevano altre mire ed altri scopi.” Piacere Daniela ” disse la ragazza appena uscita dall’ascensore proveniente dal ponte cabine; si era fatta una doccia rigenerante dopo la lezione del pomeriggio, e malgrado tutto, un leggero alone di sesso l’accompagnava sempre, come sentiva ancora il sapore di sperma profumarle il palato.” Piacere Roberto ” disse l’uomo scoppiando in una sonora risata.” Cosa prendi?, ti consiglio un martini cocktail, qui lo fanno divinamente ” propose Roberto” Preferisco un coca e rhum ” ” Cameriere, scusi, un martini cocktail e un coca e rhum ” ordinò Roberto all’imponente cameriere di colore dal pene enorme, e Daniela lasciò palesare tutto il suo interesse per quella proboscide di carne.L’imbarazzo c’era “, era inutile negare ” pensò Daniela, quando si erano conosciuti lei gli aveva preso il pene in bocca, e Roberto era stato poi fiero di eiacularle tutto il suo sperma. Quanto sperma, praticamente erano tre giorni che Roberto non aveva avuto una eruzione. Daniela, paradossalmente, conosceva di più il suo pene, che la sua personalità. Lei aveva affondato il viso senza imbarazzo su quel magnifico obelisco e non aveva nutrito dubbi sulla sua sincerità, ed ora erano lì di fronte, e si guardavamo. Il ridere era solo uno sfogo a quello stato di disagio. Un conto era un salutarsi prima di un incontro, un altro era prendersi in bocca il pene di un sconosciuto.” Allora Roberto eccoci qua, sesso e perversione sulla nave del piacere eh ” si buttò Daniela ” Era quello che mi aspettavo ” rispose luiLa situazione era più statica che mai “, e lei si ostinava a prendere l’iniziativa, sempre, anche in discorso innocente ” si rimproverò decisa. Le ordinazioni arrivarono nel momento giusto, dando un po’ di respiro alla tensione. Dopo aver bevuto un lungo sorso, Roberto commentò tra il serio e il faceto ” Pensa, con un cazzo in bocca sei più spigliata ” rise sonoramente ” debbo dire che non sei tanto male, quasi, quasi ci faccio un pensierino ” ” Oh, Roberto, adesso ho solo voglia di cibo e parole “” Scusa, ma non ti ricordi come ci siamo conosciuti? Non era, anzi non è, un luogo dove si scopa ? La conseguenza logica è che finiamo a trombare ” Roberto la guardò dritto negli occhi e prendendole la mano le disse ” Signorina, sono Roberto, di professione gentiluomo ” la battuta procurò a Daniela una risata sonora che fece girare più di una testa.” Dai sediamoci un po’ qui prima di cena, otto pompini e due cavalcate saffiche mi hanno segato le gambe ” disse Daniela assicurandosi un divanetto vicino alla parete vetrata. Fuori era inverno e le coste africane erano ancora lontane; il caldo costante della nave permetteva loro di rimanere nudi ” , ed io non ho nessuna intenzione di vestirmi per uscire ” pensò Daniela mentre Roberto accendeva due sigarette contemporaneamente. Daniela sentì un brivido, quando Roberto le offri la seconda sigaretta, non tanto per il gesto ma per il modo con cui lo fece: era dolce e sicuro. Roberto se ne accorse e per toglierla dall’imbarazzo le disse ” profumi ancora di cazzo e micia, uniti insieme “Lei rispose porgendogli la pariglia ” Oggi a lezione mi facevi ridere perché con fare pensieroso cercavi di capire cosa avresti fatto quando l’eccitazione ti avesse lasciato con il petto bagnato di sborra, ti tenevi l’uccello quasi, quasi lo stringevi per tapparlo. Eri buffo “La vicende si dipanavano in quel piccolo microcosmo della nave, e i personaggi erano molti e variopinti, ma fra tutti il posto d’onore era occupato da Beatrice, signorile imprenditrice di quarantacinque anni, single e in compagnia di una coppia di coniugi, lui americano e lei italiana che conducevano una piccola agenzia viaggi. Nella sala dei falli, chiamata così per le decorazioni alle pareti, partivano e arrivavano confidenze e segreti che si intrecciavano complici le vite dei partecipanti alla crociera. Non esisteva una storia particolare, in realtà nel placido e rilassante viaggio, c’era solo un inseguirsi vorticoso di piccoli pettegolezzi, divulgati con la sicurezza di una mente superiore che può permettersi il lusso di non mescolarsi mai agli affanni, ai dolori, agli amori della gente comune.” Beatrice, quanti anni sono che facciamo la crociera, quattro ? ” Chiese John allungando una mano per prendere il bicchiere di champagne dal vassoio nelle mani del cameriere.” Cinque, John. L’anno dopo conoscesti Manuela “” Cinque ed è sempre come la prima volta ” commentò l’uomo guardando appassionatamente le natiche rotonde di sua moglie” Insomma John, non proprio. Ricordi che bagordi? Le nottate, i bagni sotto la luna, le mangiate, le bevute, le scopate all’aria aperta; Be’, adesso solo una di queste cose alla volta. cinque anni, quasi sei, si contano nel fatto che le “e” sono diventate “o”: non più le scopate e le nottate ma le scopate o le nottate. Io a vent’anni avevo ogni sera l’appuntamento con la masturbazione, ora se voglio dirigere la mia azienda debbo temermi tutte le mie energie: in due parole non posso scopare ad ogni minuto “Beatrice aveva passato un pomeriggio abbastanza rilassato e non aveva partecipato ai giochi erotici che si svolgevano nella sala da ballo perché si voleva riposare.” Allora scopa e basta. Meglio che niente. D’altra parte pure io, sai… freno un po’. Ma solo un po’, non ti credere.. ” disse accomodante l’uomo” Immagino, sempre esuberante, tu. Eppure la tua è una vitaccia. Lo hai sempre detto ” Beatrice poteva capire cosa volesse dire mandare avanti una piccola attività, visto che lei mandava avanti l’azienda di famiglia.” Si, ma sai, sono cose che si dicono giusto per non ammettere di essere felici, che poi, ti attaccano di malocchio. Sono sempre in agenzia, dove, certo, non ci si annoia, grazie al cielo non ci mancano le possibilità di conoscere gente nel modo giusto. Cosa vuoi di più? Una volta abbordo io, l’altra Manuela, … e debbo dire che lei le sceglie sempre arrapate, magari bruttine ma arrapate “” Si, posso capire, il contatto con il pubblico ha sempre avuto un grande fascino su noi povere imprenditrici. Tornate a casa verso le undici di sera, gettiamo via il tailleur e ci mettiamo in lungo pronte per il tabarin e una notte di sesso. E al ritorno a casa, se ritorniamo, che racconti, che nebbie voluttuose e piene di sensualità, abitate da Mata Hari e da Isadora Duncan mentre lo chauffeur si prende cura della Maserati posteggiata in strada. Ed eccoci trasformati in personaggi vuoti. Ma poi la realtà è che a casa stiamo poco e non viviamo bene, poca voglia di rilassarsi con un buon ditalino davanti ad un bel filmetto porno “” Quello che dici è vero ma io non dirigo una ditta da trecento dipendenti, ricordi? La mia agenzia mi lascia, anzi ci lascia molto tempo libero, e adesso io e Manuela stiamo vivendo l’era del sesso e finché ci sorreggerà il fisico tromberemo con il mondo intero, e tu lo sai cosa intendo “” Scusami John, hai ragione. Il fatto é che oggi sono di cattivo umore perché sono stanca ed ho scopato poco. E’ vero, tu non sei impegnato ai miei livelli, come è vero che io non sono libera di farmi la segretaria per mancanza di tempo. Sarai un po’ troppo maschilista per i miei gusti, ma dagli amici bisogna accettare anche le parti che ci piacciono meno. E poi lo sai come sono: sai quanto mi piace tacere e quanto parlo, quando sono in una onesta compagnia “” Ci mancherebbe, Beatrice. Ma dimmi questa sera sei al tavolo del capitano ? ” chiese John per cambiare discorso” Voi due sempre a parlare di cose serie ! ” si intromise Manuela ” Venite che Alba ha conosciuto Daniela, la ragazza che oggi a pranzo a scopato con te, John. E’ simpatica “” Di pure che te la vuoi fare ! ” scherzò John” Dai, scemo non ho mica bisogno di conoscerla per fare sesso con lei ! ” gli rispose per le rime Manuela che conosceva il marito e sapeva che era portato più per gli incontri sessuali che d’amicizia.Era una vetrina divertente, spiritosa, pungente, dove però le persone diventavano a turno macchiette ad uso e consumo delle vicende che si volevano raccontare e avevano lo spessore dei personaggi dei fotoromanzi. Infatti si rideva o per lo meno si sorrideva ascoltando una indiscrezione, salvo poi provare assoluta indifferenza subito dopo. Si sorvolava sul fatto che apparivano per quello che erano: vite inventate. Erano, in realtà, persone in carne ed ossa che lasciati a casa i loro drammi, le loro frustrazioni si lasciavano andare alla rilassante ed eccitante kermesse sessuale mescolando un po’ le carte della piatta normalità. Nelle rispettive vite cittadine mancavano, per forza di cose, le occasioni di scambio, di nuove conoscenze sessuali e di possibili orge fatte nel più completo coinvolgimento.” Ma tu com’è che sei sempre in giro? ” chiese Daniela, distratta più dai pettorali di Roberto che dal suo curriculum” Quasi tre anni fa ho ultimato il dottorato, ricordi che ti ho accennato della mia casa di Milano vicino al politecnico? “” Come no, a quanto pare sei il cervellone della comitiva, sempre con la testa tra le nuvole, è il caso di dire ” chiosò Daniela buttando l’inevitabile sguardo su quel pene studiato ed esplorato nel pomeriggio appena trascorso.” Eh, eh, si appunto. Dopo alcuni mesi sono stato selezionato per far parte di un progetto del Cnr, all’istituto di fisica cosmica. Abbiamo realizzato delle apparecchiature che adesso volano su un satellite. Io mi occupo dell’analisi dei dati che arrivano per la telemetria. Adesso c’è un ufficio a Roma dove una volta al mese ci riuniamo per discutere dei dati. Vengono da tutta Italia e dell’America. Sono ricerche di radioastronomia ” Roberto aveva preso a raccontare con la stessa foga di una matricola al primo esame universitario.” Fermo, fermo… non volevo una tesi di laurea… E vai anche all’estero? ” Daniela cercò di riportarlo con i piedi per terra” Si, quando abbiamo lanciato l’ultimo satellite sono stato sei mesi negli Usa in florida “.” fico …” zufolò, lei con una punta di invidia “, e la’, come si scopa ? “” Si, bene, ma si finisce col sentirsi un pacco postale. E Angela la vedo una volta ogni tanto. Pure lei si muove molto.” Hai, anche una ragazza, e dov’è ? ” scattò Daniela, lieta finalmente di arrivare ad un argomento interessante” Non è potuta venire per impedimenti di lavoro ” i capezzoli di Daniela come si erano gonfiati dall’emozione si sgonfiarono delusi” Che fa? ” chiese, quindi intenzionata a non mollare il colpo” E’ medico, e fa parte di un’associazione ed è per convegno a Losanna. Credo che ora si sta ammazzando di ditalini in una camera d’albergo “” Be’, certo mi rendo conto, non ci si vede spesso vero? Ma quando vi vedete eh eh…. ” lo rintuzzò pensando al suo magnifico sapore” Tu, invece, sola, senza problemi. Chissà quante ne hai viste, di cazzi e di fighe, sul métro, sugli ascensori … ” replicò Roberto che poteva immaginare le amicizie infuocate della ragazza” Roberto, la vuoi sapere una cosa? Non mi posso lamentare … ” annunciò con orgoglio Daniela” Racconta ” rispose lui di rimando per nulla impressionato” Adesso ? ” ” Racconta, no? Raccontami qualche tua avventura. Così sento qualcosa che non siano scintillatori, lampi Gamma, fotoni e neutrini ” così dicendo le mise una mano attorno ai fianchi carezzandole la natica vellutata.” Non sono brava a raccontare … ” si schermì debolmente Daniela” Ma dai, non mi sembra affatto cosi, oggi in sala sei stata una delle più brave a raccontare le tue avventure. E poi se mi prendi per il culo me ne accorgo. E poi non sono uno che coltiva pettegolezzi e racconta in giro storie del genere, solo per il gusto di raccontarle “” Ragazzi, l’arte del pettegolezzo è essenziale se non si vuol morire di noia su questo battello ” commentò sopra le righe Beatrice accompagnata da una coppia e da Alba, la ragazza che aveva il posto vicino al suo a lezione” Come ? ” fece Roberto sorpreso” Giovanotto, non si preoccupi, ogni parola detta qui dentro dopo cinque minuti è risaputa da tutti, anche dall’ultimo dei macchinisti, che ora, saprà già che lei lavora al Cnr ” A Beatrice piaceva atteggiarsi a diva e quando poteva si infilava un ipotetico boa sul suo magnifico corpo nudo dispensando a destra e a manca un po’ dei suoi modi aristocratici.” Quindi, dai racconta ! Sei molto spigliata e non possiamo credere che tu abbia un qualsiasi tipo di remora a raccontarci le tue avventure sessuali ” incalzò Manuela che intanto si era seduta al suo fianco poggiandole una mano sulla coscia perfettamente tornita. Anche gli altri presero posto intorno al tavolo e subito un cameriere accorse per prendere le ordinazioni. L’uomo arrivò e ripartì con solerzia ” come faranno a non avere l’uccello in tiro, con tutte noi nude e arrapate ” chiese Alba” Pare che la signorina Laura Malvezzi li spompini tutti per bene prima di ogni turno ” rispose distrattamente Beatrice” Ma dai ? Se li fa tutti lei ? ” chiese sgomenta Daniela” Dovrebbe avere due tette così ” disse Roberto disegnando con le mani due palloni da calcio ” lo sperma è altamente ricco di principi attivi e, pare, dico pare faccia crescere le tette “” Si dice che sia assetata di sborra e succhi ” finì languidamente Beatrice ” John, cosa ti ha fatto pensare, oggi in sala che la signorina Daniela volesse provare la sodomia in posizione eretta ” ” Bhe, Beatrice credo che un corpo parli da solo. Però non vorrei aggiungere altro perché nella scaletta c’è ancora un punto inevaso, e Daniela ci ha promesso un racconto piccante della sua vita intima ” John fece quasi un mezzo inchino e Daniela sentitasi lusingata riprese” Ma insomma, così , a freddo? E poi lo sapete come sono fatta ” disse alludendo alla sua performance pomeridiana ” Non ci perdo tanto tempo a pensare se quello o quella può rappresentare per me la scopata più grande della mia vita, ci vado e basta! Forse mi darete della superficiale ma ci sono altre cose nella vita a cui dare peso maggiore. Quando imbastisco una storia di sesso la prendo come scatola intera. Dentro la storia curo i particolari, i dettagli. Costruire un’avventura è come costruire un puzzle. Deve venir fuori poco a poco, c’è un momento in cui hai davanti qualcosa e non sei certa cosa possa significare, allora fai le tue ipotesi e la storia comincia come a stratificarsi, a sovrapporsi “” Per essere una superficiale sei abbastanza complicata. Per me sei troppo barocca e contorta quando pensi. Sei capace di dire una cosa con le parole e il suo contrario con gli occhi, e, i gesti. Mi rendo conto che per una donna che cerca un uomo per farsi scopare questo vuol dire essere completamente votate al sesso. Ma in fondo, stringi, stringi e come quando si gioca al biliardo: l’importante è stecca salda e palla in buca … ” Roberto si era espresso forse un po’ troppo rudemente e Beatrice prese la parola con un leggera smorfia ” Ma guarda, adesso il superficiale sembri proprio tu, caro il mio ingegnere. Comunque non è come dici. Una storia di sesso non è banale solo perché è priva d’amore nel senso classico. Guarda che non é facile tessere la trama dell’eccitazione con l’ordito della sensualità. Una può essere eccitata ed esprimersi in modo grezzo o violento. Ma l’eccitazione e la sensualità sono sempre una pietanza delicata, mai un panino con la mortadella, per quanto buono possa essere quest’ultimo… ” puntualizzò, infine Beatrice con calma e dizione perfetta” Buona teoria. Accettata. Veniamo alla prassi. Sarà perché vivo tra i numeri, sarà perché ho avuto una donna che non amava tessere trame e orditi, resto in attesa di conoscere le ultime avventure di Daniela ” replicò pronto Roberto” Che stronzo … ah ah… Allora, che dirti? Tralasciamo le storie brevissime. Quelle non sono molto interessanti anche se… si qualcuna da raccontare c’è ma non te la racconterò perché tanto non ci crederesti ” rispose secca Daniela” Signori, vi ricordo che siamo tutti gentiluomini e gentildonne ” si impose John ” Non siamo qui per vivere una estensione della nostra grigia normalità ” era stato un po’ aulico ma concreto ” E che te ne frega? Tu raccontale, può essere che non ci crederò ma mi piacerà lo stesso. Mica si leggono solo i giornali, sai? E anche quelli poi… certo nessuno deve insegnargli ad inventare le storie… Dai, attacca ” la rintuzzò ancora una volta Roberto” E va bene. Ti è capitato mai di essere sedotti sull’autobus ? “Gli astanti sorrisero, ridacchiarono fecero commenti banalmente sciocchi e poi permisero a Daniela di continuare ” Insomma un giorno tornando da lezione buco una gomma del motorino. Erano le sei del pomeriggio e decido di andare a casa in autobus. Aspetto cinque minuti e l’autobus arriva. E’ stracolmo non sapete quanto… “” E tu ti ritrovi accanto Naomi Campbell, Raul Bova o Clauda Schiffer ” commentò Roberto” No, dai lasciala dire ” protestò Alba” Per fortuna non erano loro altrimenti non sarebbe successo nulla ” continuò Daniela” E invece…? ” la rintuzzò John” E invece su uno dei sedili lungo i finestrini c’era seduta una donna. Avrà avuto poco più di trent’anni. Niente di che, ma a guardarla bene non le mancava niente. Aveva uno splendido seno, da quel che si capiva. Indossava una camicetta semplicissima ma molto blusata e malgrado questo, la quantità si notava. Un paio di bottoni sfibbiati lasciavano intravedere, dalla mia posizione, lo stretto canale tra i due seni che si perdeva dentro un reggipetto nero. La donna aveva i pantaloni e tra le gambe teneva un sacchetto della spesa.” Insomma sei un autentica maniaca: una povera casalinga che non sapeva ancora quale strega si apprestava a ghermirla… ” commentò Manuela con l’intento di ammorbidire l’ambiente” Si, si, tu pensala così, io pensavo al mio esame ” rispose tra il serio ed il faceto Daniela” Scusa ma hai fatto una descrizione tanto accurata delle sue tette. Pensa se non avevi in testa il tuo esame, ne veniva fuori un autopsia ” disse John difendendo la posizione della moglie” Che cosa c’entra ? Certo, col senno di poi … ” si giustificò Daniela” Va be’, va: vai avanti ” le disse Roberto” Insomma c’era una folla che non te lo posso dire. Da dietro mi spingevano e io mi sono trovata con l’inguine all’altezza della sua faccia “” Alt, adesso non mi dire che ti ha infilato una mano sotto la gonna strappandoti via le mutande: rovineresti una storia che fin ora abbiamo retto abbastanza bene ” Roberto si era fatto ancora più pungente” Roberto, ma allora sei proprio stronzo. Un succhiotto sull’autobus, ma può essere mai? Quella si che é roba da racconti di fantascienza. E poi non è una balla, uffa! Ma sono state proprio queste spinte che mi hanno indotta a guardarla anche perché ero imbarazzata. Lei mi ha guardato. E’ stato un attimo, non so dirti come né perché ma ho capito che si era acceso qualcosa. Ha indugiato proprio un attimo, frazioni di secondo ma sufficienti per inviare un’intera sfilza di dati. Che ti posso dire, forse le sono piaciuta, ha rivissuto in un attimo mesi di insoddisfazioni, umiliazioni o indifferenza, insomma, cazzi suoi. Certo è che il suo sguardo in pochi secondi mi ha detto quello che noi spesso ci ritroviamo a pensare, noi donne: cazzo questa non è male, un capriccio me la passerei. Naturalmente è possibile che lei pensasse alla bolletta della luce oppure se nella carbonara si mette l’uovo intero oppure solo il tuorlo. Certo è che dopo avermi guardato non si è spostata di un millimetro. Anzi, poi si è spostata, in effetti, ma per spingere la sua spalla a contatto della mia figa. Mi sono sentita sfiorare leggermente. Non mi sono mossa, lei neanche ma ad ogni curva dell’autobus la sua spalla e la mia figa premevano l’una contro l’altra. La guardavo. Anche lei mi guardava. Splendidi occhi verdi sotto una zazzera corta tra il castano e il rossiccio. Poi sapete che ha fatto? “” No Daniela, non c’eravamo ” rispose Alba per Roberto” Con la mano si è aggiustata la spallina della blusa proprio dove la spalla si appoggiava alla mia figa. Io, naturalmente, mostravo, come dire?, tutti i segni del mio favore per quel contatto e lei, per una frazione di secondo, ha sfiorato la stoffa umida dei miei pantaloni. Un gesto casuale? Forse. Ma io avevo seguito quel gesto con lo sguardo e lei ha incrociato il mio con il suo e mi sono accorta di un impercettibile movimento delle sue labbra. Mi è sembrato che avesse leggermente sollevato un angolo della bocca. Insomma era diventata una sofferenza: erano le mie fantasie oppure stavo veramente ricevendo un messaggio di disponibilità? La mia moneta stava ancora rotolando in aria in attesa di cadere sulla testa o sulla croce quando lei si è alzata dal sedile e si è fatta largo verso la bussola. Nel farlo ha strofinato in modo evidente le sue natiche sul mio inguine e prima che la bussola si aprisse alla fermata si è girata a guardarmi. E’ stato un attimo: sono scesa anche io.” Però .. ” fece Beatrice” Ora dimmi: come finisce questa storia? ” disse rivolta a Roberto” Io? Te lo devo dire io? Che cosa è un quiz? Un test psico attitudinale ? ” rispose lui sempre molto combattivo” Ma no Roberto, è per misurare quanto una storia vera può essere incredibile e dove può arrivare l’immaginazione. Quello che ti ho raccontato potrebbe finire li: lei scende e sparisce, io scendo e mi sento una cogliona. Oppure… “” Oppure… ah, adesso capisco ” disse Manuela ” perché vuoi che siamo noi a dirti, come va a finire… Allora ti dico una cosa, Daniela: credo che la storia continui. Lei ti ha mandato dei segnali chiari. Intendiamoci: non sono ancora certa che sia una storia vera ma in un modo o nell’altro mi ci hai fatto entrare dentro. Che diamine, se non è vera, a raccontare te la cavi benissimo. Se è vera… be’, avrei voluto essere al tuo posto. Dunque dicevo che secondo me la storia continua. Non so come, me lo dirai tu, spero. Non vorrai lasciarci cosi? “Beatrice d’improvviso si estraniò dal racconto, aveva voglia di carnalità, lei non era stata al corso, quel pomeriggio e non aveva neanche fatto sesso come molti dei senior, e adesso aveva un misto di voglia e meditazione. Sentiva il desiderio di essere presa senza troppe formalità, voleva soggiacere ad un uomo, sentirsi desiderata carnalmente: voleva essere pervasa da quella passività femminile che la portava all’orgasmo più sfrenato. Se provava soltanto a pensare a cosa avrebbe potuto chiedere ad un uomo si bloccava e non era più se stessa, e la lezione l’aveva avuta cinque anni prima sul lago, un inverno freddo e nevoso.” Mare d’inverno ” pensò guardando fuori dalla vetrata del ponte, oltre le balaustre della murata. Il mare era scuro come il lago di quel giorno d’ottobre, indimenticabile… ma nella sua mente i ricordi si erano offuscati, i contorni dissolti, amalgamandosi in un grumo denso e tiepido di emozioni … non rammentava la sequenza logica dei fatti, solo talvolta una stretta di mano più energica delle altre risvegliava in lei immagini appannate di sue vecchie polaroid che istantaneamente svanivano.Quella sera era uscita dall’albergo a piedi e solo allora si era resa conto di non avere una meta precisa … Il suo unico desiderio era di allontanarsi, per capire… Non aveva informato nessuno della sua partenza, desiderava scivolare via, senza avere il tempo di dubitare della propria decisione e nella notte senza stelle soltanto il ticchettio dei tacchi sul selciato aveva disturbato il flusso dei suoi pensieri. Dinanzi ai suoi occhi sfilavano le immagini gioiose del film visto con John, il ragazzo dell’albergo, la sera prima ma il suo ricordo non riusciva a captarle per intero nel tentativo di focalizzare ciò che era stato. Eppure non era capace di spezzare quella sottile placenta che la divideva dalla verità. Non ancora e non poteva darsi pace. Le immagini frammentate e i ricordi umidi dell’amplesso le davano, però, un grande senso di sollievo, le davano un grande respiro.Frugò svelta nella borsa alla ricerca di qualcosa che le desse un po’ di sollievo, quando la sua mano si soffermò sulla rivista pornografica che non aveva ancora avuto il tempo di aprire. Conteneva delle immagini bellissime di uomini e donne legati in focosi amplessi, e la cosa che la colpì fu un fallo meccanico di un turchese traslucido che le evocò il colore del mare in inverno. Sembrò volerne saggiare la consistenza con i polpastrelli. Invece quello che percepì fu la setosa e impalpabile stoffa del suo vestito che profumava. Era un odore delicato ed avvolgente di umori maschili e femminili, i suoi e quelli della cameriera e di John. Prima d’ora non aveva mai guardato una rivista pornografica ma stranamente tutti i suoi sensi avvertivano qualcosa di familiare. In un recesso lontano della sua mente sentiva la propria voce canticchiare, come per infonderle la forza di proseguire. Continuava a rigirare le pagine della rivista senza sosta come se quell’azione, all’apparenza casuale generasse i suoi pensieri. Di sfuggita si rese conto che era arrivata alla piccola stazione e che un treno stava giungendo sferragliando nella ovattata atmosfera della nevicata. Per un momento ebbe la tentazione di prenderlo, poi si diresse verso il taxi posteggiato proprio davanti all’ingresso della stazione. L’aria era immobile e i candidi fiocchi di neve ricoprivano lentamente il paesaggio; sussultò per il freddo pungente, e, l’importanza del giornale che aveva tra le mani le divenne ora più chiara che mai. Lentamente e naturalmente si accostò a un grosso platano che cresceva ai bordi della piazzale della stazioncina; con cautela, senza scivolare sul niveo manto nevoso si tolse le mutandine, non portava le collant e fu facile farle cadere a terra. Le raccolse e si diffuse quella fragranza inconfondibile che impregnò l’aria… e improvvisamente fu più che mai pronta a tornare da John.” Beatrice, Beatrice, vieni che stanno chiamando. E’ ora di preparasi per la cena ” la stava svegliando ManuelaSi era accorta di essersi estraniata, e di aver perso il racconto di Daniela. Erano ricordi molto importanti per lei che avevano significato moltissimo, e il mare li aveva riesumati con tale e tanta veemenza che aveva perso il contatto con la compagnia ” imperdonabile ” pensò ” dopo facciamo in modo di essere vicino a quella ragazza, vorrei conoscerla meglio ” disse a Manuela” ti dispiace se vengo anch’io ? ” le rispose Manuela con una punta d’ironia.
Lunedì 1 Novembre: 21:30 Alto mare, Svago e impegni mondaniLa sala della Vulva d’Argento era il luogo ideale per un convitto così prestigioso come la mensa del capitano e del suo staff di ufficiali “, sembrava d’essere in una nave d’altri tempi ” pensò Beatrice entrando accompagnata da Ramson Quincy, che quella sera le faceva da cavaliere. Benjamin Georgir, il capitano sembrava ritagliato dall’icona più classica del lupo di mare, aveva quell’alone di mistero mista ad una percezione di terrore ” poteva risultare infingardo, quanto l’uomo più rassicurante di questo mondo ” si disse ancora Beatrice. Barba nera e curata aumentavano l’età apparente dell’uomo che lo facevano sembrare, a torto, un cinquantenne appesantito. Invece palestra e vita dinamica lo mantenevano tonico e vincente, ma soprattutto era per le donne un onore sedersi alla sua tavola. Al fianco del capitano sedeva la moglie Corinna, poi via, via si mescolavano gli ufficiali e gli ospiti della serata, le donne vestivano splendidi collie di perle e orecchini di stupenda fattura, mentre gli uomini, fatta esclusione per gli ufficiali ostentavano soltanto la loro bellezza fisica. Il colpo d’occhio era stupendo, le divise bianche immacolate erano mescolate al rosa vellutato dei corpi femminili, splendidi seni si contendevano l’onore delle mostrine luccicanti delle divise dei baldi ufficiali. Colli fregiati d’argento e d’oro, capezzoli irrigiditi dalla fredda bellezza dei fili di perle che carezzavano con levità le signore invitate.Beatrice Carminati le arrivava alla spalla, e Ramson Quincy si sentiva orgoglioso di accompagnarla ” , lei era una vera signora ” pensò con malinconia, e i suoi pensieri volarono verso Valeria Malvezzi. Era di poco meno di un ora prima l’ennesima incomprensione. Ramson Quincy, di ritorno dal bureau, si era fermato ritto sulla soglia della sua cabina, e, appena ebbe dato un’occhiata alle donne, dovette accorgersi che i suoi presentimenti non erano campati in aria. Quindi usando quel tono d’interrogazione di chi è sicuro di dover lottare disse ” Allora ? ” Valeria rispose con uno scoppio di pianto. La segretaria cominciava a far le scuse per il loro comportamento e l’uomo avanzò, e, messosi a sedere sul letto, troncò i lamenti, dicendo a Valeria ” Smettila, di fare la verginella pudibonda. E tu, ” disse poi ad Camille Bursch, ” Raccontami cosa è successo! ” ” Avrebbe voluto essere invitata, lei alla cena ” disse la ragazza francese a bruciapelo ” e poi è gelosa di quella Beatrice … “Mentre la segretaria cercava di essere la più obbiettiva possibile faceva del suo meglio per esporre la sua spinosa relazione, il patron Ramson Quincy diventava di mille colori, e ora alzava gli occhi al cielo, ora batteva i piedi. Terminata la storia, aveva i nervi a fior di pelle e il pene gli si era gonfiato minaccioso complice solo una circolazione sanguigna violenta si coprì il volto con le mani, ed esclamò ” Merda ! fino a quando … ! – Ma, senza finire la frase, voltandosi di nuovo alle donne ” Sei una povera stronza “” Non mi abbandonare ! ” disse questa, singhiozzando.” Abbandonarti ? ” chiese ” è solo una cena ! D’altronde tu vi hai partecipato per tre anni consecutivi “” Ecco appunto, e quest’anno niente ! ” recriminò Valeria” Già, quest’anno nulla … ” Così dicendo, appoggiò il gomito sinistro sul ginocchio, chinò la fronte nella mano, e con la destra strinse il mento. Ma la più attenta considerazione non serviva che a fargli capire più chiaramente quanto il problema fosse intricato e spinoso, e quanto impossibili e inutili le eventuali contromisure.” Metterle un po’ di freno, e farle capire quanto inutili erano le sue rivalse? Vergogna e tatto sono un nulla per lei, quando fa la stronza ” si ritrovò a pensare. Optò per la via indiretta e rivolto a Camille Bursch le disse ” Chi si vuole portare a letto la moglie del capitano, da sole a sole, alla chetichella … poi ne paga le conseguenze. Senza contare che è amica intima della signora Beatrice, e io già conoscevo il capitano e sua moglie da prima di conoscere lei ” finì indicando Valeria che stava ripensando a Corinna Georgir; quindi sbottò con veemenza ” ancora per quella storia ? Il mondo gira sempre su quella stupida, cazzo di storia ? “” Si ! ” tuonò l’uomo ” tu pigli tutto sul piano personale ! La gente certe volte ama dividere il sesso dall’amore ! Non gli piace fare, le due cose insieme, non con tutti, almeno ! Soprattutto, si incazzano, se tu cerchi di farlo con un’altra donna. Ti piace ? Fallo con lei, ma alla luce del giorno ! Non siete due amanti, ma due donne che fanno solo e soltanto sesso ! “Lo scoppio d’ira di Ramson colse di sorpresa Valeria che sbiancò in volto, poi si gettò su di lui in grembo ” Scusa, scusami ma sono un po’ invidiosa ” cominciò a singhiozzare e le lacrime bagnavano lo scroto dell’uomo ” Lo so, mi viene sempre voglia di baciarle in bocca dopo che ci ho fatto sesso ” continuava a scusarsi Valeria e a piangere appoggiata a quella proboscide sempre più gonfia dal nervosismo dell’uomo.Lei disse soltanto ” Ramson … ” e la sua voce tremava. Lui la guardò, vide quel volto, rigato da piccole silenziose lacrime, dolce sofferente come quello di un’innocente bambina, e non resistette. Il pene si ingrossò, e lei che cominciava a riprendere fiato e coscienza di se mormorò ” Lo so’, sono una deficiente … mi devi sopportare ” Lui la guardò di sottecchi lasciandola nell’incertezza, non voleva perdonarla subito, e lei abbassò lo sguardo infilando il naso sotto il pene caldo, e lui le mormorò ” Perché ti comporti così? Perché ora sei dolce, comprensiva e perspicace, e un momento dopo sei stupidamente gelosa e mi fai incazzare ? ” lei per tutta risposta si era fatta scivolare il pene in bocca.Corinna Georgir, la moglie del capitano era splendida, la collana di perle ricadeva soffice sul seno diafano dalle aureole strette e scure; belle gambe e sedere proporzionato erano il vanto di una quarantenne con il ventre piatto d’una adolescente. Era nata a Parigi, da una famiglia alquanto benestante poi durante un viaggio in Italia aveva conosciuto il suo amore Benjamin Georgir un Maltese d’origine francese che viveva in Italia, così che Corinna era rimasta al fianco del suo giovane sposo e lontano dalla sua madre patria. Grazie ai suoi studi e ai suoi modi ricercati, aveva finito col fare la soprintendente ai beni culturali sino alla nomina di suo marito, al grado di capitano comandante sulle grandi navi da crociera, e da allora aveva girato il mondo solcando mari e oceani.Dopo innumerevoli giorni di traversate ‘normali’, per Corinna giorni di attesa febbrile e di fantasticherie impazienti verso la terra desiderata, arrivò anche per quell’anno l’agognata crociera dell’Heaven. Alcune ore dopo sarebbe spuntata la prima alba di una serie di trenta che avrebbero scandito giorni di passioni e ludi sessuali. Corinna poco prima dalla sua cabina aveva guardato curiosa attraverso l’oblò, ma il mare che stavano solcando non dava alcun segno della sua presenza. Erano le 9.00 di sera ed era già troppo buio perché fosse possibile cogliere un segno di vita all’esterno. Una ventina di minuti più tardi, quando il ricevimento ebbe inizio il debole chiarore del cielo stellato veniva offuscato dalle luci festanti dei ponti della nave. Mille pensieri si affollarono nella mente iperattiva di Corinna. La nave, il luogo preferito per ogni tipo di fuga, che i tanti racconti d’inizio ottocento fecero assurgere a luogo simbolo del sempre eterno veicolo tra uomo e conoscenza, era lì sotto i suoi piedi. Come Ulisse cercava, fuggendo, una sempre nuova speranza di vita, e Corinna, che non doveva fuggire da nessuna realtà spiacevole ma soltanto trascorrere le ferie in allegria, al pensiero di viaggiare nuda nell’immensità del mare si sentiva entusiasta e felice come non mai. Sua amica di viaggio, con la quale ormai da qualche anno passava quella piacevole crociera, era Beatrice Carminati, sua coetanea dal carattere non sempre allegro e alquanto disincantato. L’eccitazione della prima sera aveva reso Corinna logorroica ed aveva asfissiato Beatrice con le storie dei suoi mille interessi, le sue considerazioni su mille posti visti e da conoscere, le sue storie di mare. Era difficile difendersi dalla valanga di parole che Corinna riversava su chi voleva bene. Né era possibile evitarla in alcun modo: guardava fisso negli occhi chiunque, faceva domande pretendendo attenzione e non permetteva un attimo di distrazione. Malgrado ciò Corinna e Beatrice si completavano a dispetto del loro carattere opposto; la prima non era riuscita o le circostanze non le avevano permesso di sfruttare quella sua capacità comunicativa, quindi alla fine aveva preferito vivere all’ombra del suo uomo viaggiando tutto l’anno. Al contrario di Beatrice Carminati che doveva convivere con la sua natura introversa, nulla le aveva impedito di intraprendere con successo la carriera di imprenditrice. Per entrambe quel mese all’anno di svaghi significava molto, a tal punto che più che una crociera la si poteva considerare un viaggio disintossicante dai poteri taumaturgici.Anche quella sera Corinna indossava come tutte le signore della nave gioielli ricercati e generosi, che la facevano sembrare ancora più bella, e una spolverata di cipria al seno e al monte di venere le risaltavano ancora di più i capezzoli e il taglio bruno della vagina. Le facevano da cavalieri due signori, suo marito il comandante Benjamin Georgir e Ramson Quincy, che l’aveva conosciuta anni fa ad una festa in un castello ai confini con la foresta nera nel sud della Baviera. Benjamin Georgir aveva quindi conosciuto Ramson Quincy diventandone amico sulle prime per favorire Corinna provocata da una certa inquietudine per il tenebroso patron della odierna manifestazione.L’aperitivo era sopravvenuto e le meraviglie del party si svelarono senza pudore a tutti coloro che vi partecipavano. Le flessuose figure delle signore solleticavano un ambiente azzurro e bianco come a rievocare l’ambientazione marina degli abissi. L’arredamento era intonato e riempiva ogni spazio disponibile con divanetti e tavoli per i cocktail, che impreziosivano e profumavano l’ambiente con l’aroma dei liquori creando un’atmosfera da sogno.La cena arrivò dopo che il cocktail aveva colorato di rosso l’immaginazione degli astanti inebriati dalle bevande e dalla consapevolezza d’iniziare una crociera fantastica. Il firmamento ideale si riempì ben presto di mille stelle luminose disegnando scenari completamente nuovi ai loro occhi. Il disagio dell’assenza dei vestiti, che per tutto il giorno aveva scosso le signore meno abituate al nudismo, era cessato del tutto; il morale della compagnia era comunque alto. Anche il disagio conseguente all’impatto con il nuovo ambiente era sparito come d’incanto: la natura si stava mettendo in moto, preannunciando una serata interessante. L’aperitivo quindi passò veloce con i convenevoli fin quando un ufficiale in divisa bianca dalle mostrine d’oro, che fungeva da maestro di cerimonia, appellò ad uno ad uno gli invitati che presero posto dopo aver salutato Corinna Georgir madrina della serata. Prima si accomodarono le donne invitate da Corinna che diceva semplicemente ” Buonasera “, come sempre faceva quando si trovava in situazioni ufficiali e quando esse risposero a loro volta ” Buonasera “, si presentava, tendendo la mano e dicendo: ” Felice di avervi a bordo ” Benjamin Georgir la guardava stringere le loro mani con calore rispondendo a sua volta ad accenni di saluto da parte degli ospiti. Corinna s’accorse che, ora che si trovava di fronte a tanta bella gente nuda, queste persone le sembrarono ancora più incantevoli e affascinanti. Dopo mesi di vita civile cosiddetta normale aver colto quella gente nella loro nudità, le faceva sentire che in qualche modo era più padrona di se stessa: certo sapeva anche che era un piacere reciproco ed erano anche gli altri a provare le medesime emozioni.La sala era accogliente e luminosa, e Corinna aveva sempre un certo senso di inquietudine per la presenza di Ramson Quincy che l’eccitava, perché non riusciva ad evitare di arrossire mentre lui la guardava e la fissava con il suo sguardo penetrante e dolcemente invadente. Anche gli sguardi di Beatrice Carminati la lusingavano provocandole sensazioni di indescrivibile ardore sessuale certamente molto più profondi della scialba e quanto mai limitata Valeria Malvezzi ” una suffragetta buona solo per farci del sesso con la bocca bendata per non sentirne i versi ” pensò con acrimonia.Beatrice Carminati sedette vicino a Corinna Georgir e prima ancora che potessero scambiare altre parole, arrivò un gruppo di quattro australiani a completare la comitiva degli invitati di riguardo. Tutti si presentarono e presto, grazie a Beatrice, che, forse proprio perché sedeva accanto ad Ramson Quincy, era diventata più positivamente loquace del solito, il gruppo divenne arguto ed allegro. La cena trascorse in modo piacevole, e Corinna scoprì, fra le altre cose, che Nigel Wood uno dei quattro Australiani era un musicista e che sarebbe ripartito il sabato seguente, durante un attracco, alla volta di New York per avere l’opportunità di presenziare ad una serata di beneficenza. L’amicizia nata invogliò i tre a trascorrere insieme la serata. ” Per me è molto importante … essere qui ” aveva detto il musicista nel suo italiano da libretto d’opera ” perché mi scarico dallo stress … si dice così anche in italiano ? ” chiese conferma per quella parola inglese ” good, any way, oh sorry .. per me è un momento favoloso “” Già anche per noi è così ! Io posso staccare la spina da bilanci, nuovi interessi, quotazioni di borsa … tutto veleno per le nostre povere ossa ” scherzò alla fine Beatrice “, al contrario di lei che viaggia tutto l’anno ” Corinna si mise a ridere, e tutti risero ma lei sapeva che non avere una casa di mattoni, un posto sulla terra ferma dove mettere le radici cominciava a non essere più un dettaglio trascurabile.Assistettero al tradizionale ritrovo per il cognac allestito nella stanza da fumo in presenza del capitano, poi andarono in discoteca dove ballarono fino a tardi con l’intenzione di chiudere la serata con una appagante orgia. Corinna, come suo costume, tempestò Ramson Quincy di domande per tutto il tempo che lui rimase con loro prima di lasciarli per occuparsi dell’organizzazione, iniziando ad aggiornalo su alcuni episodi appena vissuti. Colorava i suoi discorsi con battute spiritose ed argute, e anche Nigel Wood, che iniziava a masticare meglio qualche complessa frase di italiano e di francese non si annoiò mai, né mai avrebbe potuto del resto davanti ad una così provocante bellezza. Beatrice più discreta parlò poco. Preferì ascoltare quanto Nigel Wood aveva da dire sulla musica e su altri argomenti in generale. A lui per tutta la sera riuscì difficile staccare gli occhi dalle gambe generosamente aperte di Beatrice e dal seno di Corinna che il passo elegante sembrava voler far scappare verso l’alto; infatti una sua caratteristica, era l’avere un seno invidiabile che si apriva nella loro bellezza sotto gli occhi di tutti. Nigel Wood le spiava i lunghi capelli neri, raccolti sul capo che circondavano un volto d’angelo, con una bocca stretta e turgida, pronunciata. Gli occhi erano nerissimi e dolcissimi, due carboncini accesi illuminavano la pelle scura del volto, e malgrado tendesse ad imbarazzarsi spesso il volto avvampava velocemente di rossore. Quando decisero di dirigersi verso la pista dove avrebbero potuto abbandonarsi all’orgia, prima di entrare nella sala dai mille divanetti, Nigel Wood si sentì disorientato. Le donne sembravano disponibili… ma non sapeva chi scegliere. Tutte e due avevano più di qualcosa che a lui piaceva enormemente: il corpo stupendo di Corinna incarnava il suo immaginario erotico e fantasticava di gustarlo, come un gigantesca spuma di crema, cucchiaino dopo cucchiaino; lo sguardo malizioso di Beatrice, che lasciava trasparire grande sensualità, lo stregava. Con l’una e con l’altra avrebbe senza dubbio vissuto momenti esaltanti. Chi avrebbe provato per prima? Sicuramente avrebbe chiesto ad entrambe di fare sesso con lui nel medesimo istante, ma a chi avrebbe appoggiato per prima il suo pene ?Entrarono nella sala delle orge dove una solerte hostess aprì loro le coltri acqua marina che anticipavano un ambiente sfumato con colori che ricordavano il fondo del mare, e sul pavimento ondulato atto ad imitare il fondale sabbioso, in forma e colore, si intravedevano i primi partecipanti stretti in focosi amplessi. Beatrice riconobbe Daniela Guarnieri che era allacciata a Roberto, l’ingegnere del Cnr con il quale aveva intrattenuto un piccolo siparietto prima di cena, e insieme a loro c’era Alba l’amica della moglie di John. Avrebbe voluto fermarsi da loro perché Daniela l’aveva eccitata sin dal primo momento, forse perché era giovane, o semplicemente perché rimpiangeva la sua età. Pur tuttavia l’amicizia di lunga data che la legava a Corinna non le permetteva di lasciarla da sola con Nigel Wood.” Tuo marito non viene ” le aveva chiesto l’uomo ” Non adesso, non può perché il Capitano comandante ha certi obblighi e sino ad una certa ora non può permettersi alcuna distrazione ” spiegò Corinna.Il posto era incantevole. Reti da pesca appese al soffitto altissimo facevano cornice ad una distesa di sabbia bianca come la neve, ricca di comodi scogli di cintz dove chiunque poteva appoggiarsi per soddisfare ed essere soddisfatto, e una musica melodiosa accompagnava i giochi di eros. Due inservienti filippine passarono vicino a loro verificando il rifornimento di materiale igienico nelle nicchie e negli anfratti deputati a contenere fazzoletti di carta, preservativi, boccette d’acqua rinfrescante e profumi. Nigel Wood, al momento, decise di non aggredire gli eventi e spese il suo tempo camminando sul sentiero che tagliava le aree per la copula lasciando le donne discutere tra di loro. Un meraviglioso scorcio si aprì davanti a lui; si prese in mano il pene e si distese a terra: il calore della mano scaldò piacevolmente i suoi genitali.Al suono di una risacca inserita in una dolce melodia, trovò due ragazze italiane, molto carine e sicuramente sorelle che stavano avendo un amplesso con altri bei due ragazzi, i quali in piedi davanti alle due fanciulle inginocchiate avevano offerto il loro peni affondati in quelle bocche fameliche. Il ragazzo più alto sembrò sussultare e presosi il pene in mano lo strinse per scongiurare l’eiaculazione, quindi fatta girare la sua ragazza la penetrò alla pecorina. Nigel Wood aumentò di poco la sua masturbazione per fermarsi appena vide l’altra sorella staccarsi anch’essa dal suo cavaliere e strisciare sotto la posizione del pastorello costituendo un vorticoso sessantanove.Un rumore alle sue spalle richiamò la sua attenzione. Cercò istintivamente di capire do dove venivano i passi uditi, ma non ci riuscì perché il sotto fondo musicale sembrava confonderlo troppo. Si voltò per cercare di capire di chi fosse e riconobbe Corinna che era rimasta sola.”Non vorrai mica godere da solo? ” chiese la donna ammiccante, mentre lo scavalcava portandosi all’altezza del suo viso. Nigel Wood, meravigliato ed incapace di proferire parola, pur da una posizione privilegiata per valutare il corpo della donna, si rese conto che Corinna era davvero bellaIl suo sguardo avido cadde su i globi glabri del pube, sulla vagina semiaperta e sui grandi seni che oscillavano a destra e a sinistra ad ogni movimento. Corinna ancheggiando cominciò ad accarezzarsi il corpo prendendosi i seni fra le mani e avvicinandoli fra di loro, felice e compiaciuta per la reazione interessata di Nigel Wood. Questi, completamente affascinato, non si mosse. Dopo essersi toccata il sedere, sempre dimenando il corpo, scese con le mani sul pube e sulle gambe. Cessò il suo movimento, assumendo un’aria ancor più maliziosa e divaricò con le dita le piccole labbra, mostrando l’interno roseo della vagina. Nigel Wood di fronte a quello spettacolo ebbe un’immediata erezione, e fortemente eccitato, riprese a masturbarsi e Corinna fece altrettanto.” Ti piace ? ” guardò curiosa quel fallo leggermente ricurvo. ” Bello, ma che sapore ha il tuo succo ? Perché lo sai che ogni uomo ha il suo sapore, e che questo può riflettere il temperamento ? ” disse dopo essersi seduta accanto a lui, lo prese in mano e lo osservò per qualche istante, poi lo mise in bocca.
Corse con la lingua intorno al glande, mentre con la mano ne teneva saldamente la base congelando qualsiasi parola nella gola di Nigel Wood, e appena lo sentì respirare con affanno aumentò il ritmo.. I muri perimetrali della sala non si scorgevano per l’ottimo lavoro del direttore della coreografia che aveva allestito la discoteca come il palcoscenico di un teatro; colore blu alle pareti, colonne che sembravano pareti rocciose, fili di alghe che salivano verso il soffitto, e finti relitti che in realtà erano comodi divani e pouf di cintz. Beatrice aveva visto Corinna appartarsi con il musicista e dopo averle dato appuntamento al ‘relitto’, il centro pista dove si potevano avere penetrazioni arrampicate sulla struttura morbida, si diresse verso un gruppetto di persone che ballava vicino ad un gruppo di alghe finte. ” Dai Manuela, non fermarti. Fallo tutto il tuo numero! ” Sentì incitare Beatrice, sicura che fossero la voci di Franca e John che furono subito imitati dai presenti uniti nel campanello che aveva come fulcro la splendida moglie di John.Manuela, allora, riprese a ballare avvicinandosi al gruppetto di gente raccolta attorno ad un finto scoglio di cintz vicino ad una finta prateria di poseidonia strusciandosi e facendosi toccare. Poi prese per mano Kora e facendola mettere in piedi in mezzo alla sala cominciò a ballarle intorno. Era una danza molto sensuale quella di Manuela che sfiorava in modo molto aggraziato il corpo della giovane filippina. La toccava con la bocca avvicinando più volte le labbra della hostess, e con una tecnica incredibile la masturbava. Kora si lasciava stimolare cullata da quella danza, e così fluidamente iniziò a farsi coinvolgere ulteriormente da Manuela che, facendole cambiare diverse posizioni, iniziò a mimare dei rapporti sessuali con lei. Il numero stava coinvolgendo tantissimo tutti, e Beatrice già molto eccitata s’avvicinò a John che in piedi si stava gustando la scena, e sussurrandogli all’orecchio ” Hai una moglie da schianto … e se potessi te la comprerei … se fosse in vendita ” John annuì senza capire la battuta perché era distratto dalla moglie che stava simulando un rapporto orale con Kora che vicina al suo inguine fece saettare la linguetta leccandole la fessura. Beatrice non resistette ed allungata una mano iniziò a toccare la vagina di Alba, in piedi ai bordi di quella pista improvvisata, che ricambiò istantaneamente. Anche Franca si mosse verso Lucilla cominciando a baciarla molto vicino a Kora che lasciata Manuela aveva imboccato il glande di John iniziando un pompino. Il suo pene si ingrossava tra le labbra della filippina e pur non diventando completamente rigido raggiunse una dimensione sicuramente accettabile. I diffusori musicali di quella piccola oasi diretti all’occorrenza manualmente diffusero una musica veloce e conturbante sempre sulla base della risacca del mare ” ottimo lavoro ” pensò Beatrice che alzati gli occhi verso una sporgenza di roccia intravide una telecamera che serviva al Dj per adattare luci e musica ” era molto brava Justine ” pensò alla bella marocchina responsabile della animazione delle discoteca, e guardando la telecamera sillabò un ‘ci vediamo Justine’, e lei recepito il messaggio lampeggiò sul viso di Beatrice uno sbuffo di luce rossa.Ritornò all’orgia con l’intenzione di prendervi parte quanto prima e vide Flavio, il figlio dell’ingegner Lauzi e John che si spostarono per vedere meglio le donne non ancora impegnate in nessun amplesso, e tutti si scoprirono eccitati e pervasi da una grande carica erotica. Alba andò da Kora staccandola da John e dopo averla fatta stendere la baciò accarezzandole il clitoride al contrario di Lucilla che stava già succhiando il pene di Roberto tentando di ficcarselo in gola per quanto poteva. Giampiero l’uomo leggermente sopra peso che aveva parlato il pomeriggio a lezione, e che sempre lì aveva conosciuto la professionalità delle hostess, a sua volta, prima infilò la cappella tra le labbra della filippina, poi fattala girare le penetrò l’ano entrando in lei con tutto il suo enorme pene. Beatrice e Manuela si lanciarono in un sessantanove e John posizionandosi dietro di loro infilò il pene nella vagina della loro amica – che stava sopra distesa nel sessantanove – scopandola lentamente e facendo sprofondare il suo fallo, grosso e congestionato, fino in fondo. Manuela smise per un attimo di leccare Beatrice e si dedicò con amore ai testicoli di John che le penzolavano sul viso. ” Amore cosa farei senza i tuoi gioielli di famiglia ?! ” farfugliò estasiata e distratta dai gemiti di Giampiero e Kora che si erano fatti sempre più forti, mentre lui la stava ancora prendendo ad un ritmo forsennato. Una penetrazione anale superba e un intenso rapporto orale con Paola erano gli stimoli che contemporaneamente giungevano a Kora gettata con la testa tra le gambe della bionda che la incitava a leccarla sempre con maggior foga. Poco vicino, a portata di braccio Lucilla, a cavalcioni di Roberto, si stava impalando sul suo discreto fallo gridando e prendendo in bocca il pene di Flavio. L’odore di sesso riempiva quel punto della sala, e il morale dei croceristi era esaltato dalla musica che si era fatta intensa e ricca di note basse che arrivavano sin nelle viscere dei partecipanti inebriandoli. Il primo a eiaculare fu Giampiero che scaricò il suo seme nel retto di Kora che, sfinita da quell’enorme pene, rimase per qualche attimo ansimante e distesa sulla finta sabbia. Anche Paola, che trovando l’orientale eccitante e non avendo mai fatto sesso con una di loro la raggiunse di nuovo offrendole ancora la sua vagina. Kora ancora ansimante, invece di fermarsi per prendere fiato, riprese a stuzzicarle il grilletto con la sua linguetta facendola contorcere di piacere. Nel frattempo Lucilla e Roberto avevano cambiato posizione, adesso lei si era inginocchiata per terra offrendosi alla pecorina spostandosi vicino a Beatrice che stuzzicata dalla lingua di Manuela e dal pene di John iniziò a godere gemendo forte. Giampiero fece girare di schiena Manuela ficcandole in bocca il suo pene ancora umido di Kora che lei prese tra le mani avidamente per non farselo sfuggire, e quel risucchio fatto con forza sembrava avere il potere di rianimare il fallo. L’uomo ansimava e sballottava il suo ventre a forma di otre sopra la testa di Manuela che piano, piano sentiva dentro di lei il pene diventare duro; succhiava e guardava il sedere di Kora aperto poco distante da lei che colava dello sperma invitante tanto che fece scivolare un dito tra quelle natiche tutte attaccaticce portandoselo avidamente alla bocca. L’ano di Kora era ancora dilatato e Manuela infilandoci dentro un dito lo sentì pulsare, e sembrò che quella sensazione si trasmettesse al pene di Giampiero che prese a dare evidenti segni di vita ingrossandosi a vista d’occhio tra le sue labbra. Aumentò il vigore dei suoi movimenti e dopo qualche minuto Giampiero ansimando le scaricò in bocca tutto il suo seme che aveva ancora in corpo; Manuela lo gradì moltissimo ingoiandolo golosamente. I fiotti le regalarono l’estasi, senza contare che tra le sue gambe aveva il viso di Beatrice sempre impegnata con John, tanto che quel vortice sensuale le aveva fatto dimenticare gli altri: si guardò in giro. Lucilla dopo aver goduto si stava facendo leccare la vagina da Monica, con la quale non aveva ancora avuto modo di fare amicizia, così come Kora si era messa con Paola, la biondina altera che sedeva a lezione poche file dietro lei.Alba che per un po’ aveva preferito masturbarsi e guardare quel bel gruppetto di gente allegra si gettò su Flavio, che se ne stava come lei seduto per terra toccandosi il pene, impalandosi su quel manico disponibile che la riempì tutta. Muovendosi con attenzione, per abituare la vagina alle dimensioni del nuovo sesso, si accucciò sul ragazzo finché John passando dietro di lei la fece abbassare, come per abbracciare Flavio, così da poterle appuntare il glande all’ano. Penetrata da due uomini Alba ebbe un orgasmo fortissimo che la lasciò senza forze sentendosi inverosimilmente aperta, femmina, appagata. I due falli, separati solo da una sottile membrana, si toccavano muovendosi dentro di lei continuando imperterriti la doppia penetrazione che la fecero urlare ed emergere dal risveglio totale dei sensi. Infatti riuscì a godere un’altra volta urlando la voglia di essere femmina accettando golosamente tutto lo sperma caldo e premiante dentro di lei.La musica era diventata più soave meno ritmica e specialmente in quella porzione della sala dove Nigel Wood e Corinna si erano imbambolati a guardare il gruppetto capitanato da Beatrice e John masturbandosi tranquillamente. Si erano persi sinceramente ammirati da quelle evoluzioni accattivanti, e quando si era ritrovato davanti le natiche di Corinna, l’aveva presa per i fianchi facendola salire a cavalcioni su di sé portandola sopra al suo viso. Avvicinò la bocca a quelle rotondità invitanti e le mordicchiò. Attratto dal profumo, scese con la lingua all’interno della fessura luccicante, schiacciando con l’indice nel contempo il clitoride ed entrando, con le dita dell’altra mano, nella vagina: Corinna mugolava di piacere.Dopo averla messa supina, cominciò a baciarla toccandola ovunque lei sentisse piacere, e quando arrivò all’altezza del pube, si soffermò a guardare le sue piccole labbra. Le aprì delicatamente e vi soffiò sopra, come per aprirle, alla stessa stregua di un libro. Succhiò a lungo la sua vagina strappandole mille e più singulti di soddisfazione e, procurati al contatto della lingua e delle dita che esploravano le pieghe più sensibili della vagina; quindi Corinna si sentì travolgere dal piacere. ” Scopami ” implorò. Nigel Wood, ormai sovreccitato, obbedì senza esitazione, ed aiutandosi con la destra, guidò il pene all’ingresso della vagina spingendolo in avanti con delicatezza. Corinna cominciò a gemere sempre più forte sotto le sue ripetute spinte Nigel Wood cercò di ritardare quanto più possibile l’orgasmo per portarla alla massima eccitazione, e, quando divenne incapace di resistere, balzo fuori venendo e spargendo in abbondanza il suo sperma dentro la sua bocca. Corinna Corinna cacciò un urlo e si contrasse assumendo un’espressione di sofferenza per l’evidente spasmo dell’orgasmo. Anche in quel caso la strepitosa Justine aveva procurato un sottofondo musicale che esaltò lo zampillare dello sperma sul volto accaldato di Corinna, in particolare sottolineò con una scala cromatica il rincorrere le gocce di sperma che la lingua assetata cercava di fare contorcendosi con mille acrobazie. Quando i mantici dei sue toraci si acquietarono e con essi la musica che era ritornata ad essere un dolce sottofondo, Corinna espresse il desiderio di volersi dissetare da una donna” Andiamo da Beatrice che ho voglia di una amica, adesso ” disse appena si fu rialzata, e preso un attimo in mano il pene di Nigel Wood commentò “, e poi il bello dell’orgia e che ti puoi buttare a pesce dove vuoi “Nigel Wood non capì tutte le parole dette in italiano ma ne capì profondamente il senso “Vero, a me piace molto vedere due donne fare sesso … I like pussy … ” le disse con qualche sconnessioneEra una notte interessante, ed era la prima notte di orge, un po’ frenetica un po’ impazzita per essere proprio la prima; per i neofiti era essenzialmente l’assoluta novità, per gli habitué era il primo impatto ad un anno intero di attese e privazioni. In lontananza si sentiva rumoreggiare vago dei partecipanti che annunciava il gradevole refrigerio per le orecchie di chi stremato doveva fare una pausa, e le porte del salone erano state aperte, perdendo un po’ della magia coreografica, per rimarcare l’assoluto ingresso libero, ed anche le tende erano state tirate. Beatrice che aveva appena fatto un salto in sala di regia a salutare Justine, stava tornando verso le piste e non era ancora entrata nella sala quando gettando distrattamente un’occhiata in una delle porte laterali scorse Daniela Guarnieri. Era proprio una ragazza elegante, specialmente nel mostrarsi nuda, e in quel frangente teneva le gambe leggermente divaricate, esaltandone la mediterranea flessuosità, appoggiata ad uno scoglio di cintz. Sembrava intenta in una lenta masturbazione, e poco dopo nello specchio visivo comparve anche Roberto. Lo vide avvicinarsi alla giovane e accarezzarle il sedere sentendo distintamente il risolino lusingato della ragazza che spinse indietro i glutei sodi e rotondi facilitando il compito di Roberto che prese con maggior decisione a cercarle l’ano.Il cuore di Beatrice si riempì improvvisamente di desiderio per Roberto e per la giovane; si trattenne a stento dal precipitarsi da loro eccitata perché vide Roberto voltare Daniela, baciarla mentre le mani scodellavano i grossi seni. Sembrava essersi decisa a fare visita ai due giovani quando risuonò l’inconfondibile voce di Corinna ” Ehi, sei qui solo per guardare oppure … mi irretisci solo chi sta lavorando ” A Beatrice parve di vedere il volto ammiccante dalla sorpresa e dall’eccitamento di Corinna, per un attimo la vista le si annebbiò e fu sul punto di venire vinta dall’emozione crescente.” come ? ” chiese un po’ confusa” Ho parlato con Justine …. Non l’hai solo salutata ” fece finta di risentirsi Corinna” E’ stato ben poco … ” le rispose meccanicamente Beatrice sempre attratta da Daniela e Roberto”, il nostro Patron vorrebbe vederci ” continuò Corinna che intanto aveva raggiunto Beatrice a pochi metri dei due ragazzi che le poterono sentire parlare, difatti stupefatta Daniela rispose per Beatrice ” Possiamo venire anche noi all’orgia con il signor Ramson ?” sorrise ingenuamente la ragazza spostando la mano ed accarezzare il pene di Roberto. Corinna camminò sicura verso l’amica, aveva un sorriso fanciullesco sul volto, e Beatrice fu colpita dal quel sorriso. Un sorriso aperto ed allo stesso tempo perverso. La moglie del capitano invece si diresse lentamente verso Roberto e Daniela, e giunta al fianco dei due allungò la mano e la unì a quella di Daniela nell’accarezzare il pene di Roberto ” Cara, vorresti accettare il nostro invito dal Patron Ramson Quincy ? ” chiese e subito dopo si spostò verso Daniela e la baciò sul capezzolo, tanto che la giovane rispose con calore a quel bacio inginocchiandosi davanti all’inguine di Corinna. Justine, onnipresente, modulò una scala cromatica quasi assordante che scosse il quartetto sorpreso dalla quella perfetta sincronia che la donna riusciva a centrare con i vari gruppi di persone.Quando le labbra di Daniela si staccarono dalla vagina di Corinna, lei tornò a fissare Roberto, e leccandosi le labbra disse ” Credo che si debba prendere la palla al balzo, perché un occasione così non si ripeterà tanto facilmente ” sorrise, e la mano di Roberto si posò riconoscente sui fianchi di Corinna ” Credo che Daniela abbia ragione e per lei potrebbe essere considerato il debutto in società ” commentò Roberto pensando al pene considerevole di Ramson Quincy e alla voracità di Daniela e non ultima ad una sottile voglia di soddisfare la moglie del capitano. Corinna annuì con compunta finezza e la mano di Roberto le solleticò i glutei ed il solco ” Sono estasiato da tanta bellezza ” esclamò e con decisione la spinse le dita a cercare l’ano. Daniela capì le duplici intenzioni della donna e dischiuse le gambe con un gemito riprendendo a masturbarsi. Con gioia Beatrice vide la piccola testa di Daniela sfiorare il pube di Corinna, sentì il prolungato gemito di piacere, e gemette a sua volta vedendo che Daniela non si sollevava nemmeno quando Roberto abbandonò l’ano di Corinna per portare le mani su i suoi seni sodi.Roberto spinse quindi il pene tra le labbra di Daniela scorrendo l’asta ed avvicinandola al ventre di Corinna. Il glande sfiorò le grandi labbra v’indugiò alcuni istanti strofinandosi leggermente poi la penetrò. Roberto la penetrava con foga, e Corinna leccava ora la vagina di Daniela ora il pene conficcato in lei. Per Beatrice fu abbastanza, li raggiunse di corsa tenendosi le mani sulla vagina per soddisfarsi, ma riuscì a fare solo pochi passi perché una nuova voce maschile richiamò irresistibilmente la sua attenzione era Ramson Quincy il patron della crociera. ” Daniela sono orgoglioso di te, perché hai il fuoco in corpo per i tuoi diciotto anni ” disse la voce alle sue spalle. ” Diciannove ” rispose lusingata Daniela Lentamente Beatrice continuando a masturbarsi si voltò, non era preparata alla scena che le si presentò davanti. Ora altri due uomini si erano aggiunti al terzetto, Benjamin Georgir si era avvicinato a Corinna sempre china sui sessi uniti di Roberto e Daniela. La sua mano prese ad accarezzare le natiche sode e lucenti della ragazza, ma la scena era comunque dominata dalla presenza di Ramson Quincy e dal suo notevole ed immenso corpo. Doveva essere alto almeno due metri e pesare non meno di cento chili, ogni millimetro del suo corpo era muscolo teso e trasudante energia, si ritrovò a pensare Beatrice mentre, sempre rimanendo in piedi, si era messa prima due dita nell’ano e poi con l’altra mano aveva stuzzicato la vagina. La musica partì in un crescendo rutilante quasi a sottolineare lo sguardo di Beatrice che era fisso sul quel muscolo sorprendente: il membro semi eretto ondeggiava pesantemente immenso. ” Ramson Quincy la posso baciare … ” gemette Daniela stendendosi scossa dai colpi poderosi di Roberto. Il patron si mosse con eleganza ed andò ad appoggiare mollemente il membro sulle labbra di Daniela che lo avvolsero con un gemito. ” Dammi pure del tu ” rispose gentilmente l’uomoBeatrice stregata fissava il membro avvolto dalle rosse labbra diventare sempre più grosso tanto che Daniela fu costretta a lasciarne andare sempre di più. Ora riusciva ad accogliere solo l’immenso glande dal particolare gradino ed anche così le sue labbra dovevano dilatarsi. Daniela emise un gemito gutturale che ruppe il silenzio degli astanti estasiati del rapporto orale e Beatrice ebbe un fremito dimenticato ” Sarai così gentile da difenderla da Valeria Malvezzi ” chiese Beatrice per Daniela” Ma certo, Ramson ha scelto la più mondana Silvia Tomirotti per farle da terza dama ” rispose Benjamin Georgir, e poi aggiunse ” la nave è piena di ragazza a cui leccare la figa, e lei non ha difficoltà nel farlo ” rise avvicinandosi a Roberto che gli lasciò il posto. Pochi istanti dopo Benjamin Georgir penetrava la moglie Corinna che lo stava aspettando alla pecorina piegata vicino a Daniela. Solo pochi colpi ed il membro ne uscì lucido e lubrificato dagli umori della donna” Perfetto…. Ora sono pronto per il tuo dolce culetto, mia cara…. ” Sussurrò Benjamin Georgir rigirando un poco la moglie ora intenta a succhiare il clitoride di Daniela, poi spinse il membro tra le sode natiche.Una nuova spinta ed un gemito di Corinna, quindi un’altra spinta ed un nuovo gemito più prolungato mentre il pene scompariva sempre più. Lo sguardo di Beatrice non resse a quella scena arrapante e venne; spostandosi incontrò nuovamente il delicato corpo di Daniela che era a cavallo di Roberto seduto sul divano. La mani dell’uomo palpavano e divaricavano le giovani natiche danzando frenetiche alle lusinghe che le dita di lui portavano al retto.” Ramson Quincy guarda che splendore Daniela, hai avuto la sua bocca, perché non le consacri anche il culetto ” propose Benjamin Georgir ben sapendo che tutte le donne anelavano quel pene prodigioso ed era un onore esserne penetrate.Il patron capì immediatamente che per Daniela sarebbe stato molto importante godere di lui, e con pochi passi fu alle spalle; si chinò su di lei prendendo a leccarla tra le natiche ” Si, il mio sedere, sarà il culetto più fortunato della stagione, ed io potrò dire mi ha inculata Ramson Quincy ” gorgogliò la ragazza. Corinna si spostò verso Roberto prendendogli il pene in bocca e con pochi mulinelli fece venire il ragazzo. Lo sperma si fermò nella sua bocca e portatasi dietro Daniela che aspettava fremente la penetrazione piegata alla pecorina le mise l’indice nell’ano. Appoggiò quindi le labbra alla margheritina bruna e spinse dentro il prezioso nettare; quando si rialzò un poco ne aveva bevuto, ma molto si era cosparso nelle pareti del retto. Fu la volta di Ramson Quincy con forza e delicatezza spinse l’enorme glande contro il roseo ano di Daniela che prese a gemere di piacere, e il pene affondò sempre più. I suoi colpi scuotevano la ragazza ed ad un tratto il membro di Benjamin Georgir, le sfuggì di bocca, sussultò nell’aria e poi, mentre i gemiti di Benjamin Georgir si univano a quelli della moglie allacciata a sessantanove con Beatrice, lo sperma eruttò copioso spargendosi sul viso di Daniela.Il membro di Ramson Quincy continuava a scorrere veloce strettamente fasciato dai muscoli anali di Daniela, il ritmo divenne frenetico sino a che Ramson Quincy non prese a muoversi a strappi gemendo e grugnendo. Rimase immobile pochi istanti poi arretrò sfilandosi. Lo sfintere rimase perfettamente dilatato qualche istante poi si contrasse espellendo un caldo fiotto di bianchissimo sperma con una piacevole zaffata di profumi spermatici. Sulla scena irruppero Beatrice e Corinna, leccando freneticamente il bianco liquido che imperlava il corpo di Daniela, e i membri di Roberto e Ramson Quincy. Benjamin Georgir sfilato il pene dalla bocca di Daniela riprese a masturbasi da solo sino a godere cospargendo il volto ed i capelli della moglie con il suo sperma. Corinna sparse bene il prezioso fluido tra i capelli e insieme al marito si ritirarono.
Dalla dottoressa con la mamma
11 Maggio 2021
