Raccolgo l’invito lanciato da Valentina (“Sottomessa”) al termine del suo racconto “Umiliata in facoltà”, e mi cimento nello scrivere un primo racconto che la vede protagonista. Spero vi piaccia,e spero soprattutto piaccia a Valentina; in particolare, mi auguro che questo racconto possa rispecchiare, almeno in parte, le sue fantasie, e che in esso possa identificare le sue fantasticherie erotiche. Chiaramente, tutti i nomi sono frutto di fantasia.Il giorno tanto atteso era arrivato. Per Valentina, Alessio ed alcuni loro compagni di corso, quello sarebbe stato un giorno importantissimo, un giorno che, in un modo o nell’altro, avrebbero ricordato a lungo. Quel lunedì, infatti, in facoltà si sarebbero tenute le ultime selezioni per stabilire i nomi dei due studenti che, fra tutti gli iscritti del corso, avrebbero avuto diritto ad un ambitissimo stage di tre mesi negli USA, con importanti e positive ripercussioni tanto sul proseguimento degli studi quanto, soprattutto, sulle successive possibilità lavorative. Un’occasione unica, insomma, che nessuno dei circa venti iscritti tra ragazzi e ragazze aveva cercato di lasciarsi scappare. La prima selezione era stata fatta valutando i curricula degli iscritti e sottoponendoli ad una prova scritta, in modo da ridurre il numero dei candidati a cinque. Valentina ed Alessio avevano entrambi superato questa prima selezione, soprattutto grazie a Valentina. Benché il curriculum di Alessio non fosse granchè, al contrario di quello della ragazza, Valentina aveva svolto la prova in modo magistrale, ottenendo un punteggio pieno, e chiaramente aveva permesso al fidanzato di copiarla integralmente, suscitando non pochi risentimenti. “Quella puttanella mancata…”, “Quella troia incapace, quello sborratoio vivente….” erano solo alcuni dei commenti che le ragazze del corso, decisamente più spigliate e sessualmente disinibite, ma anche assai meno preparate e capaci, avevano rivolto all’indirizzo di Valentina osservando i suoi maneggi verso Alessio. Al quale, ragazzi e ragazze, avevano per lo più battuto una pacca sulla spalla rivolgendogli commenti del tipo “Beh…a letto non è senz’altro un granchè..anzi…però hai scelto bene Ale…le puoi comunque sborarre in faccia…ogni tanto puoi infilarglielo…e intanto….ti passa il compito…” I ragazzi, poi, non avevano esitato ad infierire con esclamazioni del tipo “Già..e poi con tutte le troie vere che ci sono qui dentro…mica ha difficoltà il ragazzo a farsi una chiavata come si deve…”. A conti fatti, ad ogni modo, l’ottima prova di Valentina aveva permesso ad Alessio di passare la prima selezione, insieme a Valentia, una ragazza e due ragazzi. Il progetto di Valentina e Alessio era chiaro: volevano quello stage e lo volevano entrambi, volevano, a tutti i costi, farlo insieme. Quel lunedì mattina, Valentina dedicò un po’ più di tempo alla sua preparazione. Non era una ragazza sciatta o disordinata, anzi, solo non dedicava troppo tempo a curare il proprio aspetto e, soprattutto, non le interessava apparire attraente. La sua scarsa familiarità con il sesso, la sua consapevolezza di non essere particolarmente brava sotto le lenzuola la rendeva insicura, la faceva dubitare della sua capacità di attrarre il sesso opposto. Si considerava, cioè, una ragazza dolce, magari carina, intelligente, capace di far innamorare un ragazzo (ed Alessio ne era la prova) ma non di far scoppiare un cazzo nei pantaloni, di eccitare un ragazzo, magari incontrato per la prima volta, inducendolo a tentare ogni cosa per portarsela a letto..ecco, non si considerava affatto una ragazza da letto, una che tutti o quasi vogliono farsi, ed in parte preferiva cosi. Nonostante il fatto che le sarebbe piaciuto, in realtà, pensare di essere più sexy, la sua insicurezza la portava a sperare che nessuno l’approcciasse, che nessuno arrivasse fino al punto di scoprire la sua imbranataggine. Ma si sbagliava, come tutti quelli che soggiacciono alle proprie convinzioni, Valentina si sbagliava. In primo luogo, e di questo lei in fondo non dubitava troppo, era una ragazza carina. Certo, fisicamente non troppo appariscente, non una bomba sexy,ma proprio questo, insieme alla sua evidente insicurezza, la rendevano estremamente sensuale, naturalmente e tremendamente sensuale, se la sensualità e, come è, la naturale, spontanea e non ricercata capacità di far eccitare un uomo senza arte, senza artificio, senza scadere in comportamenti che con la sensualità non c’entrano affatto, ma che sono propri della troia o peggio della puttana. La sua aria innocente, quasi tremebonda, casta, da bimba, perfino, la rendevano in realtà estremamente desiderabile tra il genere maschile. Quella mattina Valentina, data l’occasione importante, scelse l’eleganza. Niente felpe, niente jeans, niente fuseaux. Gonna nera, appena sopra il ginocchio, che, suo malgrado, metteva in evidenza il suo sederino ben fatto e sodo, camicetta bianca e giacca in tinta. Collant neri che fasciavano le sue gambe snelle e le sue cosce ben tornite e scarpe dello stesso colore, con un tacco non troppo alto. Aveva lasciato slacciati i primi due bottoni della camicetta sul petto quasi piatto. Aveva infatti una prima, e non indossava il reggiseno) per mettere meglio in mostra un filo di perle cui teneva particolarmente. I capelli neri, lunghi, lasciati sciolti ed un filo di trucco, appena accennato. Un metro e sessantacinque di giovane donna che apparivano come un confetto. Si sentiva elegante, era, in realtà, estremamente arrapate, e lo sarebbe stata ancora di più se un ragazzo, guardandola ingoiato e pensando “Vieni qui, angioletto di ‘sto cazzo, che te la do io la mamma…”, avesse saputo che, indossando la biancheria, Valentina si era concessa il solito, unico vezzo cui non sapeva, e non voleva, rinunciare. Aveva infatti una vera e propria passione per le mutandine. Anche qui, per lei, il sesso e la sensualità non c’entravano proprio nulla. Non voleva apparire o sentirsi attraente, semplicemente le piaceva indossare capi belli, a volte addirittura raffinati, senza pensare che un ragazzo potesse eccitarsi sfilandoglieli. Non indossava mai, per l’appunto, perizomi, ma mutandine, spesso con pizzi, ricami. Non sapeva, Valentina, che questo suo coprirsi, questo suo essere intrinsecamente pudica avrebbe avuto l’effetto opposto su un ragazzo intento a spogliarla.Alle otto e un quarto, Alessio passò a prenderla in macchina sotto casa. La baciò, la guardo, ammirato, non era molto abituato a vederla cosi in tiro, ma non provò brividi di passione….lui sapeva, infatti, di quali performance (ahime!) la ragazza fosse capace. E poi era teso, preoccupato, voleva quello stage. In macchina parlarono del colloquio, Alessio la assediò cercando risposte a domande per lui insolute….era sempre cosi quando studiavano insieme, la mente era lei. Lui era…mah, lui era Alessio, alto, ma non particolarmente attraente, non particolarmente intelligente, un po’ “yogurtoso”, fisico sul molliccio, poco muscoloso. Non prestò particolarmente caso alle sue cosce che si muovevano, alle calze che frusciavano nello strofinio….Alle nove, i cinque erano tutti davanti alla porta della stanza dove si sarebbe tenuto il colloquio. L’abbigliamento di Valentina non era sfuggito a Sara, l’altra ragazza che aveva superato la prima selezione, la quale aveva prontamente commentato “Ehi, la verginella si è rimessa a nuovo!Che credi, di far colpo su Berti?!!E poi…se anche cosi fosse..poi che faresti…gli chiederesti di pisciarti addosso?!!” Le risate dei ragazzi non si sprecarono, e neppure Alessio si sottrasse, si incupì o tentò di far rispettare la sua ragazza. Provava un certo piacere perverso nel vederla umiliata in chiave sessuale…e poi Sara gli piaceva, le sue tette da terza abbondante e la figa che lui aveva assaggiato a margine dell'”orgia” che aveva visto Valentina protagonista lo inducevano a non contraddirla affatto. Ma ancora una volta, si sbagliavano. Già, perché Berti, il docente che avrebbe condotto la selezione, Valentina l’aveva ben osservata a lezione, non gli era sfuggita, e non gli era affatto indifferente. Alle dieci e trenta circa, Berti aveva sentito Sara e i due ragazzi. Fece entrare Valentina. Berti era giovane per essere un docente, aveva infatti poco più di trentasei anni, ed era molto, molto prestante. Alto un metro e ottantotto circa, aveva il fisico strutturato di chi da sempre non si era risparmiato in palestra e nello sport. Vestiva casual, e sotto la camicia si intuiva il profilo dei pettorali possenti. Le spalle erano larghe, generose, nel complesso dava l’idea di solidità, di consistenza, di tono. Il volto aveva bei tratti, ben delineati, quasi disegnati con il pennello, sebbene forti, decisi. Non portava barba ne baffi ed i capelli neri erano tagliati corti, e contribuivano alla sua aria decisa e sicura. Quasi tutte le ragazze del corso si bagnavano vedendolo, osservandone i gesti precisi, ascoltandone l’eloquio caldo e naturalmente seducente, e conoscendone la fama di tremendo puttaniere di cui si intuivano le doti sessuali. Valentina non era da meno, anche se si vergognava tremendamente, con sé stessa, delle reazioni che sperimentava vedendolo, e non aveva potuto impedire alla propria mente, più di una volta, di immaginare. Berti conosceva il mondo femminile, bene, molto bene. Aveva avuto donne di ogni tipo, giovani e meno giovani. Più di una volta si era portato a letto una studentessa, ma non aveva provato nessuna sensazione particolare, non diversa, almeno da quella che gli procurava qualunque scopata con qualsiasi mignotttella bella, giovane e disponibile. Infatti, essendo, e sapendo di essere, bello ed attraente, sapeva che le ragazze andavano a letto con lui per puro e semplice desiderio di sesso, per soddisfare la propria voglia di averlo dentro di loro, e non per i vantaggi che chiavare con un professore avrebbe loro procurato. Non si facevano scopare, insomma, per interesse, ma per godere, e questo, in modo perverso, non faceva molto piacere al Berti, il quale, in questi casi, avrebbe desiderato essere meno prestante e sapere che queste troie andavano a letto con lui per il potere che esercitava su di loro. Non essendo un affamato di figa, inoltre, non era certo lui a cercare le occasioni…quasi le ignorava queste ochette erano loro che si facevano sfilare le mutande….e lui certo non si sottraeva…ma….nel corso di Valentina era proprio lei la ragazza che più aveva catalizzato l’attenzione del docente. Timidina, non ricercata nel vestire, non sfrontata, non così apertamente disponibile, e comunque carina, un bel visino, un bel corpicino, insomma più volte il professore, facendo lezione, aveva immaginato di strofinare il cazzo sl volto di quella santarellina e poi di tirarne fuori l’istinto erotico nascosto, scoparla e farla godere fino a farle perdere completamente il controllo. Quel giorno, quando la vide e la fece entrare per il colloquio, ebbe un violentissimo travaso di sangue verso il basso ed una imponente, quasi istantanea, erezione. Con quegli abiti, quell’acconciatura, i modi casti e timorosi Valentina era per Berti un faro di sesso. Il docente era profondamente convinto che dietro quell’aspetto da casta e pura ci fosse una ragazza passionale e vogliosa, una che, una volta scatenata….ed aveva ragione, in parte, perché vogliosa e passionale Valentina lo era veramente ma…quanto a scatenarsi…ed a saperci fare..beh…Mentre la ragazza parlava, Berti fissava la sua bocca, le labbra che si muovevano, si aprivano e si socchiudevano mostrando e subito nascondendo la lingua della ragazza…il cazzo del professore pulsava, desiderava quelle labbra, quella lingua, il calore di quella bocca, voleva essere strofinato sul visino di quella ragazza, venire su quegli occhi innocenti, su quei capelli neri…Valentina era agitata, per l’esito del colloquio certo, per l’esito del colloquio di Alessio, dopo di lei, soprattutto, ma era anche eccitata, eccitata da quell’uomo che la guardava, sebbene, per lei, la guardasse senza interesse, senza interesse sessuale soprattutto…e invece…Valentina era agitata, e ciò non sfuggiva a Berti, che di fronte a quella donna dall’aspetto di bimba spaventata si eccitava sempre di più…Valentina era agitata, e mentre parlava cambiava spesso posizione sulla sedia e accavallava le gambe, una volta, una seconda e poi ancora…il cazzo di Berti quasi esplodeva al suono di quele calze che strusciavano l’una contro l’altra, alla vista di quella gonna che ogni tanto saliva appena, mostrando un centimetro, due centimetri in più di quelle cosce sode..gli occhi di Berti andavano sulle ginocchia della ragazza, risalivano all’orlo della gonna, che Valentina pudicamente lisciava ogni qual volta aveva la sensazione che stesse risalendo, scendevano a guardare quelle gambe…quelle caviglie…e poi salivano, speranzosi, credendo alla possibilità che, cambiando posizione, la ragazza lasciasse intravedere qualcosa lassù, tra le cosce, ma le cosce di Valentina erano chiuse e strette, e lei ci stava ben attenta e questo anzicchè frenare, acuiva ancora di più il desiderio del professore. Dopo cinque minuti scarsi liquidò la ragazza, con un preciso piano in mente. Fece entrare Alessio e lo fece accomodare. Sapeva che era il ragazzo di Valentina, li aveva visti assieme, più di una vota, fuori dall’aula, e per un istante fantasticò di questo ragazzone a letto con quella gattina e lo detestò ancor più di quanto già non facesse ritenendolo ben poco capace e dotato e sapendo che era arrivato fin li solo grazie al compito della ragazza. “Allora, Cassesi, dimmi, come cazzo devo fare con te?”. Alessio, a quelle parole, rimase sorpreso, non aspettandosi tale ostilità , ma Berti prosegui “Durante le mie lezioni ti fai i cazzi tuoi, le tue prove in itinere servono solo per andare in bagno, la tua media è indecente ma…vuoi lo stage….ed arrivi qui…E ci arrivi solo perché ti scopi quella ragazza…”. Alessio cercò di replicare ma Berti non lo lasciò fare “Stai zitto stronzo ed ascoltami…lei vuole che tu parta con lei, bene, evidentemente la scopi a dovere, è soddisfatta e ti vuole con sé…nulla in contrario…partirete tutti e due se…la scoperò anche io, adesso, qui….altrimenti…partirà lei, con Genni, tu resterai qui, non supererai il mio esame a fine corso…e lei si farà chiavare da Genni…oltre che da un bel po’ di americani….Decidi, esci, parlale, e se è d’accordo tornate qui, altrimenti..andatevene”. Alessio era allibito. Per il comportamento del docente, la proposta, certo, perché era stato appena trattato da nullità, ma anche perché mai e poi mai aveva pensato a Valentina come una donna del desiderio..anzi…lui a volte, sempre più spesso iniziava a provare il desiderio di scopare con altre, pur volendole bene…Alessio uscì, chiamò Valentina ed insieme tornarono dentro da Berti. Non aveva avuto il coraggio di parlarle e per lunghi istanti i tre restarono li, a fissarsi, con Alessio più imbarazzato che mai e Valentina perplessa. “Allora cazzone- disse Berti- non le hai spiegato niente? Bene, Valentina, le cose stanno cosi…” e le riassunse i termini della questione. Valentina non riusciva a credere alle proprie orecchie. Lei desiderata da Berti, che le donne le poteva avere tutte? E Alessio, disponibile ad accettare. Lo guardò, e la sua espressione era eloquente. Lei lo amava, voleva partire con lui, ma..sesso con Berti,li, e poi lei, lei che non era capace…In un attimo le ritornò in mente la scena in aula, qualche giorno prima, e si sorprese, si sorprese di sentirsi, all’improvviso eccitata, con Berti li, statuario, davanti a lei, ed il suo ragazzo a guardare. Disse, sussurrò un “Va bene…”rassegnata, ed al tempo stesso vogliosa. Berti non aveva certo intenzione di semplificarle il compito. “Ok tesoro- disse- fammi divertire” e rimase li, semiseduto sul bordo della scrivania, leggermente proteso in avanti verso di lei. Valentina restò interdetta…pensava che sarebbe stata presa, spogliata, ma cosi…era tremendamente difficile, soprattutto per lei..non sapeva cosa fare, da che parte cominciare….”Co..come..cosa vuole che faccia…..”chiese, tesa e preoccupata, ma soprattutto con aria imbarazzata. “Voglio-rispose Berti a muso duro- che tu, puttanella, tu con la tua aria da verginella casta e pura e la tua seta infinita di cazzo mi mostri quanto sei troia…quanto sai far divertire un uomo dopo averlo eccitato con i tuoi modi da educanda….Avanti..guadagnati lo stage con quel fallito…fammi vedere cosa fai quando te lo scopi….”.Valentina era spaventata, si sentiva in trappola….si avvicino all’uomo, gli mise goffamente una mano sulla patta, provando a carezzare l’evidente erezione e trasse piacere dal contatto con quel cazzo duro ma..non altrettanto il prof, che fece una smorfia, quasi impercettibile, simile al disgusto. Valentina sapeva di non essere granchè con le mani, neppure attraverso gli abiti, penso di avergli fatto addirittura male, subito si ritrasse, tolse la mano, poi le poggiò entrambe sul petto ben costruito dell’uomo provando a carezzarlo, mentre alzava la testa e si protendeva verso di lui nel tentativo di baciarlo…Berti, di fronte a questo mix di timidezza, dolcezza e goffaggine intrigante ebbe un motto di tenerezza, le disse “Vieni qui, bimba, ora ci penso io….”. Dentro di sé, era sempre più convinto che Valentina fosse il tipo di ragazza che doveva lasciarsi andare, prima di tirare fuori il suo lato erotico…e questo lo eccitava…molto…Scese dalla scrivania, si chinò su di lei, le sbottono la camicetta e infilò le mani tra i suoi seni, piccoli e sodi, subito pronti…”Non porti il reggiseno eh, puttanella, lo sai, lo sai che mentre parlavi queste tettine mi facevano impazzire, mentre ti muovevi?!!” e cosi dicendo le stringeva i seni, e poi i capezzoli, forte, fino a farla sussurrare, appena….”Lo vedi, troia, lo vedi che ti piace”, e cosi dicendo si chino, si piegò sulle ginocchia e prese a leccarle i seni, e poi giù fino all’ombellico, più volte,prima lentamente, poi sempre più forte…Valentina non ce la faceva più, esplose in una serie di gemiti, provava qualcosa che con Alessio non aveva mai provato, e, quasi senza accorgersene, spinse il bacino verso Berti, voleva sentirlo contro la sua fica…L’uomo, intanto, mentre la leccava, con le mani era ovunque, sui seni, poi sui fianci, e poi giù, a palparle il sedere sodo…e poi ancora giù, dal basso, dalle caviglie, su, le gambe e le cosce,con le mani aperte, fino ad arrivare li, in mezzo…Valentina mugolava ormai come una troia, la testa all’indietro, la schiena inarcata, gli occhi socchiusi, era un sogno, ma al contatto delle mani dell’uomo con l’interno della parte più alta delle sue cosce ebbe una reazione istintiva, un baluardo del suo pudore dettato dalla paura di lasciar scoprire tutta la sua inesperienza…strinse le cosce, a voler impedire all’uomo di toccarla li…di andare avanti. Ma durò una frazione di secondo, la mano di Berti restò li, decisa, forte, e lei non seppe, non volle, dal profondo del mondo del piacere in cui si trovava, non volle opporsi. La mano di Berti carezzò il tessuto delle mutandine, lo strofinò contro il suo clitoride, Valentina gridò, un grido roco, profondo “Ahhh….ahhhhhh”. Berti prese a penetrarla con un dito attraverso il tessuto….intanto la leccava ancora sul ventre “Puttana…lo sapevo che eri una puttana….adesso ci divertiamo….”.Alessio, nel frattempo, si era spudoratamente abbassato i pantaloni e se lo stava menando, mentre Sara e gli altri due ragazzi, incuriositi dalle grida erano entrati e, a metà tra l’allibito e l’eccitato, guardavano la scena. Berti alzo la gonna di Valentina, e prese a leccarle la figa attraverso le mutandine, passando poi alle cosce, per poi risalire…”Troia….niente reggiseno e mutandine piene di pizzi…puttana…adesso te lo do io….” e così dicendo le abbassò le mutande e prese a leccarle la figa con maestria, stringendole al contempo le natiche con le mani. Valentina, vicina all’orgasmo, ansimava e gemeva come la più vissuta delle troie, stava provando qualcosa di bellissimo e…non aveva fatto niente, un uomo stava impazzendo sul suo corpo e lei non era stata umiliata, criticata…Berti continuava a leccarla e aveva iniziato a massaggiarle l’ano con un dito, poi con due…Valentina fu percorsa da un brivido…non aveva mai fatto nulla dietro….L’uomo iniziò appena a penetrarla con un dito, lo sfintere era tonico, intatto, Valentina provò dolore, oppose resistenza, l’incantesimo si ruppe, lei cercò di ritrarsi…ma Berti non gradì….per nulla…Era infoiato come un animale, non c’era più alcuna ombra di tenerezza sul suo viso, quando lo stacco dalla figa di Valentina, severo, dicendo “Che cazzo fai troia?Che cazzo ti credi di fare eh..puttanella da quattro soldi”…e così dicendo la schiaffeggiò violentemente sul culo, con entrambe le mani,due volte, producendo un ciaff ciaff secco che eccitò ancor più i presenti, Sara compresa, che aveva preso a masturbarsi con una mano infilata nel perizoma, sotto la gonna, mentre uno dei ragazzi le toccava il seno, da dietro, strofinandole l’uccello sul culo.”Chi cazzo pensi di essere?Sei una troia…ecco cosa sei..una troia che si fa scopare per portare con sé un fidanzato cazzone e cornuto….e allora scopiamo…e fai quello che ti dico..chiaro?!!!” Così dicendo si alzò, si pose davanti a Valentina, che ora era spaventata, sapeva cosa sarebbe successo, ma era anche tremendamente eccitata…era stata sull’orlo di un orgasmo violento, quel tentativo di penetrazione anale aveva interrotto tutto, non era stata lei a volersi opporre, era stato un gesto automatico, eppure quel dito che cercava di penetrarle il culo l’aveva eccitata come niente mai….Berti era in piedi davanti a lei, la sovrastava in altezza, il suo cazzo le arrivava quasi al seno, l’uomo le disse “Avanti troia…tiramelo fuori e inizia a farmi una sega, per cominciare…”. Valentina esitò..era quello che temeva, ma i docente le assesto due sonori ceffoni, le tirò i capelli e la spinse contro di sé, poi la schiaffeggiò nuovamente sul culo, nudo sotto la gonna che le era ricaduta a coprirla. “Avanti sgualdrina…” Valentina capì di non avere scelta…abbassò i pantaloni dell’uomo, poi i boxer e rimase impressionata di quello che si ritrovò tra le mani. Erano almeno venti centimetri di cazzo, grosso, nodoso e pulsante, duro come l’acciaio…La cappella era già abbondantemente scoperta, tesa e congestionata, gli umori che da essa provenivano la inebriavano, malgrado tutto, e averlo tra le mani fu fantastico…nulla di paragonabile al cazzetto di Alessio. Prese a segarlo con una mano,poi con l’altra, poi con entrambe, ma i suoi movimenti erano bruschi, poco coordinati, poco fluidi, per nulla spontanei..Valentina non sapeva dove fare pressione, dove strofinare, era troppo veloce, e subito dopo troppo lenta…..l’uomo si infuriò…”Ma che cazzo fai…ma lo sai come è fatto il cazzo di un uomo? O lo sai solo prendere in quella figa da puttana che hai, eh?!!Avanti, prendimelo in bocca…vediamo che cosa sai fare con quella boccuccia da santarellina che ti ritrovi…non sai quante volte a lezione ho pensato di sborrarci dentro…ora mi tolgo lo sfizio… “, e così dicendo le spinse violentemente la testa verso il basso, tirandola verso il proprio pube…..Intanto….Sara aveva iniziato a fare un magnifico pompino ad Alessio, che ormai non pensava più né alo stage né all’esame, mentre uno dei due ragazzi le leccava la figa e l’altro continuava a strusciarsi sul suo di dietro e a palparle le tette. Valentina imboccò l’uccello in un colpo solo, quasi disperata ma al tempo stesso grondante di umori…avrebbe voluto essere scopata…in quel preciso momento…Il cazzo di Berti, lungo e grosso, le arrivò praticamente in gola, facendola tossire e provocandole un conato di vomito….”Ma che puttanate combini bagascia….ma non sai nemmeno portarti un cazzo alla bocca?!!Ma che cazzo sei?!!Una minorata?!!Ma che hai fatto in tutti questi anni..hai studiato?!!” Sara subito rispose, lasciando il cazzo di Alessio “Non vale un cazzo prof, non sa far niente di mano, di bocca e nemmeno di fica…venga qui..la faccio divertire io…poi le potrà sborrare addosso insieme ai ragazzi…io basto per tutti…..” “Zitta puttana- risposte Berti- chiudi quella bocca da zoccola che ti ritrovi..quando vorrò la tua figa marcia me la prenderò io…E tu troia- rivolto a Valentina- avanti prendilo in bocca senza spingertelo tutto in gola, lecca e succhia avanti…e leccami anche i ciglioni…forza…” Valentina provò…si impegnò…leccò i testicoli dell’uomo, gonfi e duri, ma Berti era sempre più insoddisfatto, la insultava sempre più pesantemente e la schiaffeggiava in continuazione. Poi, esasperato, le bloccò la testa con le mani e prese a scoparla in bocca…come fosse un afiga…”Avanti puttana, fallimento di donna che non sei altro…vediamo un pochino se riesco a divertirmi…o ho fatto divertire solo te eh?!!Eh no cazzo..così non va bene…adesso questa bocca te la scopo come la figa…o vorresti in figa eh…. e invece no….” e continuava a fotterla con spinte sempre più violente del bacino “Impedita…incapace….ma che cazzo ci stà a fare quel coglione con te… giusto per copiarti i compiti…guardalo li come si fa spompinare dalle troie che ci sanno fare…” Valentina era sempre più ferita, umiliata, ma anche arrabbiata con sé stessa perché…perché voleva essere scopata…da Berti, più di ogni altra cosa. L’uomo affondò ancora un po’ di spinte poi disse “Bene puttana…ora ti spacco la figa… avanti..” e così dicendo le stese la schiena sulla scrivania lasciandole le gambe libere nel vuoto. Le alzò la gonna e rimanendo in piedi, piegandosi appena in avanti la penetrò d’un colpo, affondandole l’uccello dentro fino all’utero tanto era bagnata. Valentina gridò, si sentì riempita in modo abnorme, come mai prima aveva provato, ma sentì anche una improvvisa sensazione di soddisfazione…Berti non le fece riprendere respirò, iniziò a stantuffarla violentemente uscendo ed entrando ripetutamente e completamente, facendola restare ogni volta senza fiato…La scopava con forza, con decisione, colpi duri e profondi, ogni volta usciva completamente e poi tornava a sfondarle la figa penetrandola fino ai coglioni..ma ci sapeva fare, Berti, non erano colpi menati a caso, erano una sapiente combinazione di ritmo, movimenti del bacino, e dotazione naturale. Valentina era in trance…mai prima d’ora le era capitato di essere scopata a quel modo, mai prima d’ora aveva goduto, o solo lontanamente immaginato si potesse godere tanto. Quando faceva sesso con Alessio, lui ne usciva in gran parte e visibilmente insoddisfatto. Lei spesso godeva, si, e veniva, anche, ma il piacere che stava provando ora era un qualcosa di mai sperimentato prima, ed allora un pensiero, chiaro e preciso, si affacciò, per un istante, solo per un breve istante, nella sua mente sconvolta dal piacere: certamente lei non era affatto brava a fare sesso, non sapeva far godere gli uomini, Alessio, ma neppure lui, neppure lui però era gran che e forse, forse con un altro, con altri…Fu un pensiero breve, brevissimo, poi la miriade di sensazioni provenienti dal suo corpo prevalse, la sua mente si offuscò totalmente, si lasciò andare alla lussuria più sfrenata. Valentina prese ad ansimare e a gemere più forte, strinse le gambe e le cosce intorno al bacino ed alla schiena del docente, si avvinghio all’uomo, spinse il bacino verso di lui, come se volesse essere penetrata ancora di più, più a fondo “Ah ah ahhh si si siiii sono una puttana un’incapace, una troia incapace si siiii ahhh, ma scopami, ti prego scopami ancoraaaa ancora cosi cosiiii”. Berti la schiaffeggiò, forte, sul volto, poi la prese per i capelli e li tirò finchè la testa di Valentina non fu completamente rivolta all’indietro, il collo esteso. “Innanzitutto dammi del lei, grandissima puttana, io sono il tuo professore e tu sei solo una figa in cui io sto strusciando il mio cazzo chiaro?” – disse Berti mentre Valentina gemeva e gridava per il piacere e per il dolore che l’uomo le stava procurando. “Sei una buona a nulla, una donna mancata, però ti piace essere scopata, ti piace eh?” Valentina assentì, col capo, Berti le liberò i capelli, la fissò scopandola e le sputò in faccia “Fai schifo, sei come una bambola gonfiabile, sai fare quanto lei…” e giù due sonore pacche sulle natiche, mentre il cazzo andava avanti e indietro “..però…a differenza di lei sei una troia…vuoi godere…vuoi godere eh?!!ehhh troia?!!” “Si, siiiii, si” disse Valentina. “Avanti puttana.- replicò Berti, deciso ad umiliarla fino in fondo- fammi vedere quanto sai fare” Uscì dalla figa di Valentina, si sedette sulla poltrona girevole e l’attirò a sé dicendole “Avanti, impalati su questo cazzo e vediamo se riesci a farci godere almeno movendo la figa, visto che con le mani e con la bocca fai vomitare…” Valentina era esausta, stufa di essere umiliata, ma soprattutto voleva essere scopata, voleva venire. Cercò di guidare il pene eretto di Berti dentro di sé, di salire su quel pezzo di carne, ma non ci riuscì, riprovò, ma Berti la sollevò di peso, le sputò di nuovo in faccia, sul seno dicendole “Ma guardala, ma guardatela- rivolto ai quattro ragazzi, che continuavano a fare sesso tra loro e a sghignazzare di fronte all’incapacità ed alla troiaggine latente di Valentina- non sa nemmeno infilarsi un cazzo in figa..lo sa solo prendere ed allora prendilo tieni troia…” e così dicendo la fece montare sul suo cazzo, penetrandola fino in fondo. “Avanti troia, muoviti, su forza, su e giù puttana, muovi quel culo, avanti fai andare quel bacino…Lo vedi, non sai fare un cazzo, me lo stai facendo ammosciare…” Valentina non era mai stata un granchè come elemento attivo…quando faceva sesso con Alessio era praticamente solo lui a muoversi, lei lo prendeva, si limitava ad accoglierlo dentro di sè….provò, ma riuscì solo a strusciarsi contro il pube di Berti, non era capace, punto e basta, e due lacrime presero a scendere sul volto mentre l’uomo, al culmine della disapprovazione, disse “Mi fai schifo, una cagna saprebbe fare qualcosa di meglio…quel coglione del tuo ragazzo farebbe meglio a metterlo in una bistecca che dentro di te…..sai godere solo se ti scopano…ma adesso basta….” Così dicendo si alzò, di scatto, buttando Valentina per terra. La ragazza rimase li, dolorante, ma Berti la ignorò, la prese per i capelli, da dietro, la fece alzare, la appoggiò alla scrivania con il culetto rivolto in alto e disse “Adesso ti sfondo per bene questo culetto da troia che ti ritrovi… non ti preoccupare..ti faccio godere troia..ti faccio godere…” Valentina provò a protestare, ma una raffica di sculaccioni sonori e le mani di Berti che le spingevano il collo e la testa verso il piano della scrivania la fecero desistere, e poi, in realtà, quel cazzo lei lo voleva! Dentro di sé, in figa, nel culo…lo voleva!Berti appoggio la cappella al buco del culo ed iniziò a spingere senza tanti complimenti, allargandole al contempo le natiche con le mani. Valentina, nonostante l’eccitazione, provava dolore, il suo culetto era stretto e vergine…”Ahi..ahii..piano piano per piacere li…li non l’ho mai fatto…” A quelle parole Berti si infuriò e prese a spingere ancora più forte, con ancora minor attenzione “Vaffanculo troia…ma che cazzo hai mai fatto tu…non hai mai fatto altro che farti fare qualche sborratina in figa da quel coglione…che senz’altro pensava ad una scopata fatta con un’altra mentre si scaricava i coglioni dentro il cesso della tua figa…ma ora questo culo te lo sfondo…giuro che te lo sfondo”…e così dicendo spinse in modo innaturale. L’orifizio cedette, il cazzo entrò, tutto, Valentina lanciò un urlo di puro dolore, poi Berti prese a muoversi ed il piacere montò, da li, da dove lei non lo aveva mai sentito arrivare. “Ah..ahhh si siiii siii mi piace mi piace essere inculataaaa sono..sono una troia…” “Si..sei una troia..una puttana…mi piacerebbe metterti a battere sulle strade…così impareresti come si scopa troia…troia”Berti affondò altri tre colpi decisi, e per Valentina fu troppo..venne…venne nel migliore orgasmo della sua vita, un orgasmo intenso, lungo, profondo, atteso, venne e gridò,come non aveva gridato mai “Ah..ahhh si si vengo…vengooooooooo aaaaaahhhhhhhh ahha aahhhh”. L’uomo la scopò in culo ancora un po’ insultandola “Ecco ecco sei anche venuta troia sei una troia..una buona a nulla con la testa da troia fatta e finita..ma ora te la do io..il culo te l’ho sfondato, ma ti è piaciuto e ora la lezione te la do io”… Così dicendo uscì da lei, si diresse verso i quattro, che intanto ci stavano dando dentro, prese Alessio per i capelli e lo fece piegare a novanta, appoggiandolo alla scrivania “Tu sei un fallito, un cornuto che accetta di far scopare la sua donna e si eccita guardandola…ma sei anche un incapace…quella puttana non sa fare nulla..ma se tu la sapessi scopare…l’hai sentita come godeva eh?!!Tu sei un frocio..e adesso io ti inculo a dovere…ti faccio godere come ho fatto godere quella troia…”Alessio sbiancò “No..no professore la prego….è..è lei che non sa fare nulla è una handicappata…uno schifo di donna..le giuro…non è colpa mia…Sara Sara diglielo tu che so far godere una donna…” “Bene…bene- disse Berti, mentre già spingeva il cazzo contro l’orifizio del ragazzo- allora umiliala, avanti e se lo fai bene ti farò uno sconto sulla pena..” Alessio non se lo fece ripetere due volte, si alzò, andò verso Valentina, la schiaffeggiò sul volto, poi si chinò tra le sue cosce e sputò sulla sua figa “Mi fai schifo..quando scopo con te mi sembra di essere a letto con un cadavere, un manichino..devo pensare a tutti i film porno che mi vedo per non farlo ammosciare..te lo metto dentro solo perchè tu lo vuoi,.,perché sei una troia…anche se totalmente incapace….” e intanto le sbatteva il cazzo duro sulle cosce, sulla figa….”Avanti avanti ragazzi venite qui…Sara…per favore….fatti chiavare e…prendimelo in bocca…..” La giovane troia non se lo fece ripetere due volte, si fece penetrare davanti e dietro dai due compagni e prese a spompinare Alessio. Berti, intanto, si segava lentamente l’uccello guardando Valentina che, di fronte a quella scena, e ripensando a quanto le aveva detto il suo ragazzo, piangeva, lì, per terra, dimenticata come un oggetto…Sara sapeva fare sesso, alla grande, ed in poco i tre furono sul punto di venire…Alessio, tra un gemito e l’altro disse “Tutti fuori ragazzi, tutti a sborrare su Valentia…forza..schiumiamola….”Uno dopo l’altro i tre uscirono dagli orifizi di Sara e sborrarono copiosamente su Valentina, insozzandole il volto, il seno, la figa, i capelli. Sara, che aveva avuto un potente orgasmo poco prima, non sazia andò verso Berti, si impalò sul suo cazzo ed iniziò uno smorzacandela da paura, venendo ancora una volta. Berti, sul punto di esplodere, uscì dalla figa di Sara, andò verso Alessio e gli mise il cazzo davanti alla bocca “Succhialo e ingoia tutto, frocio…” Alessio esitò, ma Berti lo prese con la forza ed il ragazzo imboccò l’uccello, lo fece scivolare un paio di volte avanti e indietro e fu inondato da un getto di sborra incontenibile. Berti si assicurò che il malcapitato ingoiasse tutto, poi, lasciandolo in preda ai conati di vomito si avvicinò a Valentina e disse “Venite qui, ragazzi, pisciamo su questa troia puzzolente” e cosi l’uomo, Sara ed i due ragazzi inondarono Valentina di piscia. Poi, dopo alcuni minuti, Berti, ancora non contento, chiamò Alessio, che si era appena ripreso, e gli disse “Bene, ora se non vuoi essere inculato a turno da noi tre, devi cagare sul viso di questa puttana…avanti…forza..” Alessio, terrorizzato, si accucciò sul viso di Valentina e provò a defecare, mentre Berti, il cui uccello aveva recuperato vigore la penetrò dicendole “Volevi essere scopata in figa…ecco..così…piena di sborra, di piscia e con il tuo ragazzo che ti caga in faccia….” Nel giro di un minuto, Berti venne nella figa di Valentina, che non potè evitare un nuovo orgasmo, proprio mentre Alessio le depositava sul viso la sua merda. Berti si alzò e disse “Bravi…vi siete meritati lo stage..adesso spalmale la merda sul viso e sulle labbra e poi baciatevi come due bravi fidanzatini…Alessio…tu non vali niente e tu, troia, fatti scopare da quanti più uomini puoi, se non vuoi ritrovati altre volte a ricevere la sborra in faccia”. Alessio, ormai disposto a tutto, spalmò diligentemente la sua cacca sul viso di Valentina e poi la baciò, in bocca, spingendole gli escrementi in gola. La ragazza, incapace di qualunque reazione, sporca, umiliata, puzzolente, delusa anche da Alessio, non oppose alcuna resistenza. Ma in quel momento, il pensiero che le aveva attraversato la mente mentre Berti la chiavava tornò a farsi vivo….. insieme al ricordo del piacere provato scopando con il professore e del piacere perverso sperimentato vedendo Alessio umiliato davanti a lei, impaurito…e li, su quel pavimento, degradata come mai, mentre Sara, Berti ed i ragazzi continuavano a ridere fra loro e a sputare all’indirizzo della coppietta, Valentina capì…
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