Ore 17.00 venerdìMi sembrava di soffocare, ma tutta la situazione cominciava a piacermi, era difficile capacitarmi di quello che avevo accettato di fare, ma evidentemente la mia sessualità non poteva fare a meno di trovare sfogo in modi disparati.Leccai quegli enormi seni, mentre le sue manone lavoravano sul basso ventre….Ore 17.00 martedìEccomi ancora a maneggiare pesi e pesetti. La mia fama di lottatore si è sparsa. Ai maschi non interessa, ai piccoletti fa paura.Marco è diventato un amico ormai, anche se non ho ancora smesso di imprecare contro di lui per quella volta a casa sua.Mi ha invitato altre due volte e me ne sono tenuto alla larga come dalla peste.Quelli più grandi mi rispettano comunque, e le cose vanno bene.Il mio umore però non era al massimo, e visto che la causa era proprio quel mezzo coito avuto con un uomo, dovetti parlarne necessariamente con il mio quasi partner.Lui mi ascoltò e attentamente, e mi disse che non c’era nulla di più lontano da un finocchio che non lui, e che quello che era successo non faceva di noi degli omosessuali.In passato era stato con molto uomini da quel poco che avevo capito, e la passione per i ventenni l’aveva maturata in tarda età, scopandosi ragazzi e ragazze senza molte distinzioni, spesso senza arrivare necessariamente all’atto pratico, ma giocando come aveva fatto con me.Insomma le cose non miglioravano.-Da quanto non stai con una ragazza?–un po’!–magari dovresti, una bella figa così passa la paura-la cosa era convincente, e ci avevo pensato comunque da solo, restava però il problema che le donne interessate solo a scopare non crescevano sugli alberi ed erano comunque di gusti spesso complicati.Me ne andai mogio e mi recai in un vicino negozio di alimentari per comprare una bibita gasata. Se ne portavo una in palestra mi fucilavano!Prima di me c’era una signora di una cinquantina d’anni che doveva pesare attorno al quintale, vecchia porcona sorridente, mora, con un viso grazioso, e bella pelle, che avevo visto parecchie volte ma di cui nessuno mi aveva mai parlato.Il commesso era andato nel retro per lei, e per quanto mi sforzassi di non guardarla lei attaccò bottone con me sfruttando il tema palestra.Era tutto sommato simpatica, socievole e molto castigata, a dispetto delle aspettative. Mi vergognai quasi di me stesso per aver pensato male.Mi fece passare avanti vista la differenza di spesa e dopo aver pagato, la salutai ringraziando.Mercoledì ore 19.30Avevo fatto una seduta leggera tanto per prendere ritmi più elevati, e poi alla fine mi ero tolto lo sfizio di una bella sauna.Tornai all’alimentari e li incontrai di nuovo la signora del giorno prima. Vista la mole non mi meravigliai più di tanto delle continue ed abbondanti spese. Dopo circa un minuto di attesa però, come piovute dal cielo si fecero vive due ragazze che dovevano avere la mia età o poco meno.Entrambe alte, solo una piuttosto piena, con due seni enormi ed i fianchi decisamente fuori misura, mora, e l’altra magra come un giunco, senza un filo di tette, vestita da figlia dei fiori, e con dei capelli gialli da far paura.Figlia e nipote, un bel terzetto familiare che con grazia si divise i pacchi da portare su a casa.Io pagai dopo di loro, salutai il commesso e mi attardai per finta.Abitavano nel palazzo di fianco, cosa plausibile vista le frequenza costante nel luogo.E dunque via alle più disparate ed incredibili seghe mentali, ero quasi fuori di testa e la voglia di portarmi a letto la prima donna che mi fosse capitata a tiro, cresceva sempre più.Le due ragazze non mi sembravano un obiettivo difficile e comunque era opportuno tentare.Giovedì Al mio arrivo in palestra finalmente realizzo che la fortuna esiste, mi va davvero di culo.Le due ragazze, la figliola e la nipotina passano di li per caso, a differenza di me che invece mi sono riproposto di andarmene in giro da quelle parti, proprio per incontrare loro due, visto che tanto non ho allenamenti da fare.Fermo lo scooter e mi attardo con la mia borsa, piena di roba del giorno prima, fingo di avere qualcosa da fare e la fortuna mi arride.Le due si avvicinano, attaccano bottone, si chiacchiera e si fa conoscenza.Me la cavo abbastanza bene ed in effetti il mio ascendente si fa sentire.La bionda, mi spiega che lei è ospite dalla zia e che lei e sua cugina, molto amiche sin dall’infanzia nell’ultimo periodo hanno bisogno di ravvivare un po’ la situazione.Ringrazio la mia spregiudicata voglia di far sesso, per avermi portato sulla giusta strada, anche se a guardarle bene le due non sono un molto stimolanti..Tettone a parte, la figlia della signora mi sembra una grassa vacca, l’altra un manico di scopa.Bruttarelle ma disponibili mi pare di capire, anche se non è mia abitudine esagerare. Getto il sasso e lascio alle due l’illusione di avere in mano le redini del gioco.Dopo una quarto d’ora, prendiamo appuntamento per una passeggiata il giorno seguente.VenerdìLe incontrai.Erano entrambe vestite in maniera molto pulita e tranquilla, io mi ero messo in tiro e la cosa faceva il suo effetto. Le ragazze si dimostrarono briose ed allegre, molto simpatiche e come avevo ipotizzato disinibite.Visto che tutte sembrava andare per il meglio, lasciai che tutto scorresse senza forzature e dopo due ore di giri e di chiacchiere finalmente mi invitarono a casa.A quel punto però, sebbene tutto fosse in apparenza giusto e promettente, rammentai che i miracoli non esistono, e che le probabilità di portarmi a letto due ragazze contemporaneamente erano nulle.Dato che nessuna sembrava intenzionata ad andare via, mi rassegnai ad aver sprecato tempo, o magari avrei potuto sfruttare in seguito l’amicizia e beccarle una alla volta.A casa, salutai la madre che come al solito si dimostrò cortesissima e ben lieta di a avere ospiti.Ci recammo in camera della figlia, e li dovetti subire anche la trafila del diario di lei(segretaria d’azienda ripetente all’ultimo anno).Ero distrutto da quelle ore spese a non far nulla, e la cosa più tremenda, fu il pensiero del piede di Marco che mi schiacciava il pene facendomi godere.Le cose parvero sbloccarsi al meglio, quando la bionda, misteriosamente si assentò dalla stanza.Il mio processo mentale, mi indusse a credere di essere al centro di un bel complotto, che serviva a farmi restare solo con la legittima proprietaria della stanza.Seduti sul letto, ci avvicinammo, lei con il diario in mano mi sorrideva mi mostrava le foto. Scattai in piedi e la tirai verso di me, afferrandole brutalmente un seno, la baciai.Un attimo dopo ero ricurvo in terra con le mano sui testicoli a seguito del colpo ricevuto.Una ginocchiata letale mi aveva distrutto i coglioni, e mentre sentivo la porta sbattere, svenni quasi per il dolore.Mi ripresi dopo molti attimi di terrore, impaurito da un ritorno improvviso, magari con dei rinforzi al seguito.Che sfiga pensai, eppure tutto sembrava quadrare nel migliore dei modi.Pazienza, ci voleva sopportazione, così tornato in piedi uscii dalla stanza e mi diressi verso il salotto, dove la madre mi aspettava a braccia conserte.Mi spiegò che la figlia era scappata via assieme alla cugina, incazzata a morte per quello che le avevo fatto.Mi scusai e trovai una strana morbosa comprensione.Come potessi nutrire ancora delle pulsioni sessuali dopo quella mazzata non lo sapevo, eppure spinto dalla disperazione più nera, pensai che forse la mia prima impressione verso la madre di quelle due stronzette(putativa per la bionda) non era del tutto errata.Mi avvicinai lasciandomi compatire un po’, saggiando il terreno.La materna signora felice di dispensare carezze di indusse a replicare il bacio, stavolta più tenero ed a fior di labbra.Lei mi fissò senza battere ciglio.È fatta pensai ormai felice di aver centrato il premio di consolazione. Un secondo dopo un dolorosissimo schiaffo di centrò in pieno volto lasciandomi il segno.Era davvero troppo, mi alzai esausto senza dire una parola per recarmi all’uscita.La signora mi seguiva ovviamente per mettermi alla porta in malo modo, ma sull’uscio la sua mano di poggiò delicatamente sulla mia spalla.Mi voltai, lei era molto seria ma non nervosa, forse si era resa conto di essersi comportata male e che aveva per le mani un bel giovane pronto a soddisfare le sue voglie da non farsi scappare.Un secondo schiaffo mi investì la faccia e la porta che si richiudeva quasi mi centrò il naso.E nell’angolo più nascosto del pianerottolo, eccitato dagli schiaffi e dal modo in cui ero stato trattato, tutto ciò che mi restava, era una sega consolatoria immaginando di scoparmi la signora che mi aveva appena sbattuto fuori di casa.

