1970L’automobile sembrava arrancasse tra quelle curve a sali scendi fra le colline assolate di quel fine agosto. Il caldo era insopportabile già nel primo mattino nonostante Giannino tenesse aperti i finestrini delle portiere ai due lati. Stava attraversando un lungo tratto completamente disabitato, davanti a lui non si vedeva altro che una serie di dolci colline ancora coperte da una vegetazione verdissima benché ormai l’estate fosse quasi sul finire.Mentre le colline ondulate gli restavano alle spalle, tempestate di fiori ed interrotte da macchie di alberi, nel cielo terso si formava qua e là qualche chiazza di nuvola bruna.Lo scenario che gli si apriva davanti aveva lo stesso fascino di quando lo ammirava dal treno nei suoi innumerevoli viaggi verso la fattoria di Nina in tempi non lontani. Era proprio quel genere di paesaggio che a Nina piaceva trovare descritto nelle storie che amava leggere.Nell’ avvicinarsi alla meta, la zona si faceva più rustica, ma anche più graziosa.Era già nell’interno della campagna alle spalle del paese, distante qualche chilometro dalla fattoria. Giannino imboccò la stradina sterrata, poco più di un viottolo, che conduceva alla fattoria, seminascosta da cespugli di rovi, da alberelli. Qua e la poteva scorgere le more mature su quei rovi, tanto che provava una grande voglia di scendere dall’automobile e raccoglierne qualcuna.Quante volte lo aveva fatto da bambino insieme a Nina! Non ne aveva il tempo, doveva assolutamente arrivare, Nina senz’altro era già impaziente. Guardò l’orologio. Erano le 9,30. Lei sarebbe stata seduta fuori sull’aia ad attendere.Nina era rimasta completamente sola in quella immensa fattoria dopo la disgrazia mortale accaduta, due mesi prima,a suo padre. Il padre di Nina conduceva un trattore che, non si seppe come, si ribaltò in un fosso ai bordi di un prato schiacciandolo nella caduta. Fu un immenso dolore per tutti. Tra i parenti rimasti a Nina, oltre i genitori di Giannino, c’era una cugina, da parte della madre, Teresa, che viveva a Genova, questa aveva invogliato la ragazza a disfarsi della fattoria e recarsi a vivere e lavorare con lei nella grande libreria che dirigeva.Tutti incoraggiarono la ragazza a fare questa scelta e Nina si lasciò convincere, d’altra parte non si sentiva in grado di poter condurre i lavori della fattoria. Lo zio si era incaricato di sistemare le cose per il meglio nell’interesse della nipote.Giannino, ancora in vacanza, si prestò di accompagnare la cugina a Genova, rimanendo un po’ con lei fino alla ripresa degli studi. Per Nina la compagnia di Giannino era un sollievo che rendeva meno doloroso il distacco dalle sue origini.Nina, era sull’aia, come Giannino aveva immaginato, seduta sulle valige ammucchiate.Stava fremendo dal desiderio di vedere il bel cugino, dopo che il suo pensiero con tristezza aveva attraversato i tempi passati anche felici trascorsi in quel luogo che era costretta a lasciare. Ma la tristezza veniva attutita al pensiero che da li a poco Giannino sarebbe stato insieme a lei.Cosa gli avrebbe detto? Cosa le avrebbe detto lui?Le piaceva immaginare che non gli avrebbe detto nessuna parola, perché lei non gliene avrebbe dato il tempo, perché subito l’avrebbe abbracciato, baciato con passione su quelle labbra da sogno, coccolato con tenere carezze, chiudeva gli occhi sorridendo al pensiero di simili dolcezze. Senz’altro Giannino l’avrebbe fatto lui stesso, pensava, se avesse immaginato quanto ella lo amasse, quanto lo desiderasse;allora si che il cielo cambierebbe di colore ed il sole sarebbe diventato azzurro! Questo sognava Nina, poi finalmente vide apparire l’auto.Quando Giannino scese, niente successe di tutto quello che Nina aveva sognato avvenisse, ebbe soltanto la forza di sussurrargli, mentre lo baciava sulla guancia: “Sembrava che non arrivassi più!“ ..ma ebbe il coraggio di proseguire: “Mi sei mancato tantissimo!”Giannino a questa confessione, s’intenerì e la strinse a se affettuosamente, senza però trascurare di esternare tutta la sua ammirazione: “Quanto sei bella! Cos’è questo profumo eccitante? “Nina era leggermente truccata, labbra rosse, con un profumo di lillà che non poteva lasciare indifferente il ragazzo. Aveva addosso soltanto un vestitino leggero scollato, che le scendeva aderente fin un po’ sopra le ginocchia, e nient’altro! Se ne accorse Giannino mentre l’abbracciava. Sembrava nudo quel meraviglioso corpo che stringeva in quel saluto. Quei seni duri e quelle punte che puntavano al suo petto gli avevano subito procurato dei brividi di piacere. Era proprio sexy quel mattino d’estate quella splendida rossa! Giannino sistemò le valige nel bagaglio mentre Nina volgeva un ultimo triste sguardo intorno.Lucietta l’aveva già salutata il mattino presto prima che si recasse nei campi con altri braccianti ingaggiati dal padre di Giannino.Quando partirono, Nina non si voltò più indietro, rimase silenziosa per un bel po’ di strada, poi quasi a scacciare i pensieri tristi volse lo sguardo al cugino, assorto nella guida. Perlustrò con maniacale attenzione tutto il suo corpo. La leggera peluria sulle braccia, le gambe nude scoperte dal pantaloncino corto, il profilo, cercò di scorgere tutti i particolari di quel bel viso, che già conosceva a memoria. Giannino fino ad allora aveva rispettato il silenzio di Nina perché ne intuiva la ragione leggendo la tristezza in quei begli occhi verdi, ma accorgendosi che lei lo guardava con più serenità cominciò a parlarle tenendola allegra per buona parte del viaggio.Gli si riempiva il cuore nell’ ammirare il radioso sorriso su quel bel volto mentre ogni tanto felice gli appoggiava la testa sulla spalla, inondandolo più da vicino di quel profumo conturbante e mostrandogli, senza malizia, le meravigliose cosce affusolate che si scoprivano in modo sconvolgente.In quell’abitacolo viaggiante si stava saturando una carica erotica che sarebbe potuta scoppiare da un momento all’altro.Ciascuno dei due ragazzi sentiva verso l’altro, l’uno all’insaputa dell’altra, un’attrazione irresistibile, un desiderio incontenibile.Si sapeva già di che genere fosse quella di Nina per il bel cugino! Giannino invece era sorpreso dal desiderio che stava montandogli, mai provato fino ad allora per quel corpo estremamente sensuale accanto e stava pericolosamente perdendo la concentrazione nella guida.Stavano attraversando la campagna Toscana, alla fine del pomeriggio, sulla S.S.1 (Aurelia), quando i primi scrosci di un temporale, preceduti da violente folate di vento, da lampi e tuoni si stavano abbattendo sui viaggiatori.Nina, la solita fifone, pregò Giannino di accostarsi ad un casolare, che vedeva poco distante dalla strada, per ripararsi. Giannino ubbidì e si fermò sotto una specie di rimessa, o fienile, accanto al casolare.Aveva appena posteggiato quando un tuono violentissimo scosse l’aria e Nina si aggrappò al cugino tremando per la paura. Lui l’attirò a se carezzandole i capelli ed il viso assicurandola di non temere. Li erano al sicuro e riparati.A Giannino sembrava un sogno avere quel magnifico corpo aderente al suo per il quale il desiderio, che si portava addosso da tutto il giorno, che si era momentaneamente sopito, adesso sotto la tormenta che li circondava stava riemergendo .Quei magnifici seni aguzzi premettero contro il solido petto di lui. Il tremolio di Nina stava scemando stretta al cugino, sotto le carezze, i baci sul collo, sul viso che questi le somministrava delicatamente. Come per ringraziarlo avvicinò la bocca a quella di lui che con naturalezza posò la sua su quelle labbra socchiuse, invitanti.Il bacio timido, leggero, inesperto da parte di Nina, freddo all’inizio, cominciò a scaldarsi.Giannino giocò con quelle labbra calde, morbide, profumate insinuò la lingua fra di esse, Nina rispose con calore strofinandosi sul corpo del ragazzo.Il calore di lui le solleticò in modo delizioso i sensi quasi le mancava il fiato per la voluttà, mentre l’eccitazione saliva dentro di lei.I ragazzi non sentivano più il diluvio che si stava abbattendo sulla campagna intorno.Il loro affanno per la tempesta dei sensi che stava scatenandosi aveva appannato tutti i vetri dell’auto.Lui già vagava con le mani su tutto il corpo di lei. Aveva già la bocca sui capezzoli duri succhiandoli perché facilmente le aveva tolto di dosso l’inutile vestitino. La ragazza aveva già constatato quale spaventosa dimensione avesse raggiunto il membro di Giannino che lei abilmente aveva liberato dai pantaloni.Le due tempeste andavano di pari passo, ognuna per proprio conto, non si placavano.Giannino in una barlume di lucidità ebbe la capacità di abbassare i sedili ribaltabili dell’auto e si trovò disteso sul corpo della cugina, ora soltanto con gli slip.La ragazza affannata riuscì a denudare completamente il ragazzo che rimase in ginocchio, sul bordo del sedile, fra le cosce di lei in fremente attesa del prosieguo. Con un movimento lento, flessuoso si lasciò scivolare le mutandine, con lo sguardo fisso, lussurioso negli occhi infuocati del cugino, poi allungò una mano e con un tocco leggero accarezzò dalla base alla punta quel membro meraviglioso che aveva tanto sognato.Giannino si chinò verso di lei e Nina senti quella bocca che aspirava i lunghi mesi di desiderio.Giannino si sentiva bollire dalla passione, il desiderio era grande, quel profumo, quelle labbra, quella pelle vellutata, quel corpo vibrante, quel calore! Tutto rendeva quel momento unico, inebriante i baci non saziavano quella voglia che cresceva.Il pene era in fiamme aveva bisogno di spegnersi in quella natura ancora inviolata che ad un leggero tocco Giannino sentiva tutta bagnata.Lei aveva capito che era giunto il momento tanto atteso, si allungò di più sul sedile ribaltato, allargò di più le cosce, espose lascivamente la natura trepidante. Giannino lentamente diresse alla fessura, apertasi a mo di corolla intrisa di rugiada, il pene minaccioso. Arrivò piano, avvicinò il dardo all’imboccatura, indugiò qualche secondo in ammirazione di quel bocciolo.Bastò quella piccola attesa, un’ eternità per Nina, che già implorava: “ Presto” lo incitò tirandoselo addosso.Giannino la seguì mentre i suoi occhi la esaminavano con un ardore bruciante. Facendole scivolare un braccio sotto la vita, si distese su quella serica morbida femminilità, fra quelle cosce affusolate, le sollevò il bacino mentre abbassava i fianchi in mezzo ad esse. Nina si tese, aspettando che arrivasse il dolore, ma lui sussurrò parole rassicuranti mentre le labbra carezzevoli le sfioravano le tempie, il viso. “ Presto sarà tutto bello, amore, rilassati ! Ti entrerò dentro piano piano.”Nina continuando a temere il momento in cui lui avrebbe forzato l’ostacolo, chiuse gli occhi e cercò di dominare il tremito mentre il duro meraviglioso strumento s’introduceva, saggiando il delicato ostacolo della carne che opponeva resistenza. Un dolore bruciante improvvisamente le si irradiò, e, con un grido di spavento, lei balzò su, facendo perdere a Giannino il poco terreno che aveva guadagnato. Giannino a questo punto spinto dal proprio desiderio, avrebbe voluto farla adagiare di nuovo senza indugio per completare la penetrazione. Soltanto esercitando un forte controllo su se stesso riuscì a dominare gli istinti che lo assalirono. Si tirò indietro lasciando che lei si calmasse, e la baciò e l’accarezzò di nuovo“Mi dispiace,” sussurrò Nina sull’orlo delle lagrime.“Ssst, amore,“ la calmò Giannino, accarezzandole la morbida calda femminilità.Nina si riadagiò, molto a disagio per non essersi mostrata coraggiosa, quando invece desiderava quella penetrazione, febbrilmente quanto lui. Questa volta Giannino la penetrò lentamente, inesorabilmente fino in fondo, gli umori avevano reso più agevole il sentiero.Un urlo di dolore , usci dalla bocca di Nina, ma fu tutto li, perché quel dolore ansiosamente atteso si dissolse in un attimo per essere sostituito dalla piacevole sensazione di riempimento totale. Finalmente era suo, quel dardo infuocato! Era meraviglioso sentirsi occupata tutta così!Giannino non fu molto incoraggiato da quello che trovò, perché anche dopo il danno arrecato, lei era per gran parte vergine e la sua calda guaina era ancora troppo stretta perché lui ora potesse continuare la sua opera distruttrice, perciò vi si fermò per un lungo istante. Fuori si stava scatenando l’inferno! I ragazzi erano in Paradiso.Giannino a sua volta era scosso dal dolore causato dal fortissimo eccitamento in atto ma ebbe ancora la forza di pregare la cugina: “ Ora devi soltanto rilassarti e lascia che ti faccia godere”Il dolore e l’imbarazzo per Nina era già scomparso e sostituiti dal piacere che lui seppe risvegliarle dentro, Nina afferrò le anche come a volerlo ancora di più, aiutandosi anche con le gambe avvolte ad anello come in una morsa di ferro.Quel calore che avvolgeva il membro inchiodato, quella foga moltiplicarono la resistenza del ragazzo che ora entrava ed usciva da lei con progressione.Quella calda strettoia si adeguava all’intrusione. Era proprio così che lo voleva Nina, così se l’era sempre immaginato! Poi all’improvviso, come un fiume straripante, esplosero all’unisono e Nina sentì quel liquido caldo irrompere in lei furiosamente mentre Giannino si incuneò sempre più dentro e quando l’affanno dei due si placò mentre erano ancora strettamente avvinti, Nina parlò:“Oh tesoro, è così bello! Il dolore è passato subito! Stai dentro di me ora! Non lasciarmi!! Non riuscirai mai ad immaginare in quale inferno ho vissuto in quest’ultimo anno, al pensiero che non sarebbe mai successo un simile miracolo! Ti sentivo tutto dentro soltanto nei miei sogni. Non immaginavo però il piacere immenso che mi hai donato! Ora capisco Lucietta, quando l’ho sorpresa la scorsa estate!” Con tenerezza profonda, placata, lo baciò sulla bocca. Nina non immaginava ancora quale altro miracolo stava per compiersi per quell’amore immenso, per quella passione indescrivibile che aveva appena sfogato con il cugino. Intanto fuori il temporale aveva esaurito la sua carica. Ci fu proprio un’alluvione!Sembrava che fossero posteggiati su un’isola, per tutta l’acqua che correva intorno, per fortuna il riparo dove si trovavano era su un leggero ripiano, come tutto il casolare intorno, altrimenti la violenza dell’acqua li avrebbe trascinati chissà dove, senza che si accorgessero, presi com’erano dal vortice della passione. Rimasero a lungo, così avvinti, l’uno dentro l’altra, poi Giannino si adagiò affianco tenendo stretta la cugina appoggiata sul suo braccio.“Sono tua vero? Tutta tua! “ Gli disse e appoggiò il capo.Lui provò una grande tenerezza per quella splendida rossa ed il sentirsela nuda contro, anche dopo l’orgasmo, gli provocò un rimescolio del sangue ed il membro si rianimava.Fu lei a chiedergli che la prendesse una seconda volta. Proprio come aveva sperato lui: voleva che fosse lei a desiderarlo. Del resto Giannino era sempre stato così con le poche ragazze che aveva avuto, ma con Nina era diverso.Lui non ci aveva mai creduto, ma ora sapeva quanto la amasse. La passione di lui sembrò perdere il controllo, diventando più calda, più forte.La bocca di Nina si schiuse mentre si trovava a fissare quei nerissimi occhi fiammeggianti per il nuovo desiderio di lei.La mano di lui scese carezzevole lungo la sua coscia, mentre continuava a fissarla: Nina immobilizzata sembrava quasi spaventata di doversi perdere in quello sguardo, ma quando la bocca di lui si schiuse per coprire la sua, il suo bacio la penetrò completamente facendole perdere la coscienza di qualsiasi cosa che non fossero loro due. Lui la sollevò dolcemente e l’attirò contro il membro ritto. Piccole, brucianti scintille di eccitazione la percorsero al calore della nuova intrusione, e , per un lungo momento entrambi assaporarono la loro unione, abbracciandosi e baciandosi appassionatamente, toccandosi come solo gli innamorati riescono a fare, poi i fianchi di lei risposero al suo ritmo dapprima languido e quindi sempre più incalzante. Di nuovo quel liquido infuocato affluì nel grembo di lei in un’ondata di passione, mentre anche il suo ardore esplodeva accecante.Senza fiato si aggrapparono l’uno a l’altra mentre le loro labbra si fondevano in un impaziente, frenetico bacio che testimoniava la vibrante delizia della loro unione.Dopo il secondo orgasmo si addormentarono sfiniti allacciati l’uno all’altro. Giannino si svegliò che era buio ed aveva fame, anche Nina si svegliò ed osservando il cugino gli chiese :“Abbiamo dormito tanto? Hai fame?“ Come se gli avesse letto nel pensiero, forse perché era anche lei affamata.“Bhe si, mangiamo qualcosa e rimaniamo qui stanotte.”Durante lo spuntino, divorando tutte le provviste che Nina aveva portato per il viaggio chiacchierarono a lungo. Nina chiedeva al cugino di raccontarle le sue esperienze sessuali precedenti visto che lui non gliene aveva mai parlato, ora non poteva esserne più tanto gelosa. Era al settimo cielo per la felicità, in quanto, era stato proprio lui a penetrarla, con tanta delicatezza, come nei sogni. Gli raccontò nei minimi particolari l’amplesso infuocato di Lucietta e suo padre dell’anno precedente, a cui aveva assistito, che l’aveva fatta cadere in una specie di depressione per la frenesia ed il desiderio di essere presa anche lei così, ma dal suo cugino.Era stato un anno tormentato da quella ossessione erotica, dalla certezza che sarebbe rimasto soltanto un sogno, invece non riusciva ancora a crederci, ora era realtà!Raccontò come entrò in confidenza intima con Lucietta, ragazza semplice di campagna, che aveva scoperto il sesso, l’amore proprio con il padre di Nina.Lucietta aveva 19 anni, quando si congiunse carnalmente la prima volta con il giovane vedovo, il padre di Nina. Da allora ci fu un crescente di scontri infuocati fra due sessi sempre affamati. Lucietta raccontò che erano già trascorsi tre anni da quando Pino era rimasto vedovo e lei da poco aveva cominciato a bazzicare per la fattoria per dare un aiuto ogni tanto.Lei era intimorita ed attratta da quel bell’uomo aitante, sempre triste. Pino sembrava che non la notasse nemmeno ma poi col tempo cominciò ad abituarsi alla sua presenza, cominciava a vederlo sorridere e lei volentieri si recava ad aiutarlo nei campi. Lei ingenuamente faceva il possibile per farsi notare con le sue forme fresche ed appariscenti. Pino sembrava indifferente ma specialmente dopo la lunga astinenza ( questo glielo aveva confessato lo stesso Pino in seguito) i sensi si risvegliarono esplodendo prepotentemente un pomeriggio d’estate.Nina riferì al cugino che il racconto di Lucietta era illustrato dalla stessa con espressioni genuinamente campagnoli, semplici, divertenti che lei non poteva riuscire a ripetere alla lettera.Quel pomeriggio Lucietta raccoglieva i pomodori maturi e nel vedere Pino girare fra i solchi mentre prelevava le cassette piene, a torso nudo, muscoloso, con quella bozza davanti coperta dal solito pantaloncino corto, le veniva l’acquolina in bocca dalla voglia di toccarla con tutto ciò che c’era sotto.Fece il possibile per farsi notare, si chinava al sopraggiungere di Pino esponendo in modo provocatorio le bianche cosce nude e la striscia delle mutandine che avvolgeva la natura accaldata ed eccitata.Lucietta non aveva mai conosciuto un uomo ma sapeva come sedurne uno e quello era il modo più diretto. Lei desiderava quell’uomo!Pino notò quelle manovre! Passò e ripassò attraverso quel solco fino a quando al culmine della eccitazione, non visto dagli altri lavoranti, si soffermò dietro quel favoloso sedere palpandolo vigorosamente ed in un raptus incontenibile strappò violentemente le leggere mutandine che lo contenevano.Lucietta, si guardò bene dal profferire qualche protesta od urlare per la sorpresa. Non aspettava altro! Ma in meno che non si dica si senti squarciare la fessura e perforata in un baleno da quel mazzuolo di carne dura, che non aveva ancora avuto modo di ammirare, ma lo sentiva tutto occupare la sua vagina, fino allora inviolata. Fu un vero e proprio violento stupro, che Lucietta stessa aveva provocato. Il breve atroce dolore che la ragazza sentì, lo contenette in gola in un urlo soffocato, per non attirare l’attenzione di alcuno.Il piacere fu immediato, procurato da quello stantuffo infuocato e godette in un batter d’occhio mentre a sua volta, il gradito stupratore scaricava la sua linfa sul bianco sedere.Durò pochi attimi quell’amplesso, lasciando momentaneamente appagata la ragazza che cadde in ginocchio in quel solco di pomodoro stordita dall’improvviso, sconosciuto godimento, mentre Pino senza dire una parola si allontanava continuando, come se niente fosse il proprio lavoro. Ormai era rotto il ghiaccio, se così si può dire. Il giorno seguente di nuovo e ancora frettolosamente si consumò fra i due un altro amplesso in mezzo ad un altro solco di pomodoro, ed anche stavolta Pino,eccitato incontenibilmente, strappò un altro paio di mutandine della compiacente Lucietta, prima di introdurre il mazzuolo in quella natura palpitante, accogliente.Nina racconta ancora divertita, che Lucietta fu costretta a non indossare le mutandine, quando sapeva di trovarsi nei pressi di Pino, perché questi non gliene lasciava una sana, non faceva che strappargliela di dosso prima di possederla favolosamente ad ogni occasione propizia. Stava esaurendo la scorta di mutandine! Giannino si divertì al racconto di Nina che era felice di tanta intimità con il bel cugino ed osservando il membro del ragazzo, di nuovo in tiro forse eccitato dalle storie piccanti di poc’anzi, immediatamente senti il desiderio di essere posseduta ancora da quella divinità. Scongiurò il cugino di farlo mentre si distendeva lascivamente.Giannino era orgoglioso e felice di quell’invito e allora piano piano, con dolcezza, lentamente cominciò a sfiorarle con le labbra la bocca e di qui a scendere lungo il collo, e poi a giocherellare con i suoi capezzoli, allungando la lingua ad accarezzarli facendola fremere leggermente sotto le sue mani. Aveva paura di prenderla una terza volta quella sera. Non voleva farle del male. Così con tutta la tenerezza si mise a fare scorrere la lingua lungo l’interno delle cosce, le leccò il clitoride e le piccole labbra, poi succhiò tutto e nuovamente la penetrò, ma con la punta della lingua. Le infilò le mane dietro le natiche e le cercò il buchetto che si serrò attorno al dito che l’aveva penetrato per un po’, cercando di dare un leggero movimento rotatorio. La mano era pressata dal peso di lei, quindi riusciva a muoversi molto poco, ma quel tanto bastava perché già Nina gemeva sommessamente ai colpi di lingua lungo tutta la fessura e più su, in quel triangolino di pelle morbidissima, delicata ed al clitoride che sembrava gonfiarsi procurando piacevolissime scosse a tutto il corpo. Di colpo, lei afferrò la testa del ragazzo e spinse il volto serrandolo contro la natura calda, bagnata, schiacciandovi il naso per impedirgli di allontanarsi perché stava raggiungendo l’orgasmo. Giannino capì e, malgrado il naso piegato da un lato, continuò a leccarla, aumentando il ritmo, finchè non la sentì ansimare rumorosamente e lasciare la presa. Nina aveva goduto in un modo violento perché balzò in piedi come per sfuggire ad un colpo di asma tanto era affannata. Appena il respiro tornò regolare carezzò il capo che Giannino sollevava con la faccia bagnata di lei.“Sei stato fantastico, amore mio!” Gli disse , “Ed ora puoi togliere il dito… sai mi è piaciuto moltissimo. Non sapevo di essere così sensibile li attorno.”Giannino sollevò per poter tornare al suo sedile. Lei volle baciarlo sulla bocca e senti il suo stesso sapore. Era piacevole.Era felice! Ma si rendeva conto che Giannino non aveva goduto ed aveva ancora il membro durissimo allora lei, vezzosamente accarezzandolo:“Poverino! Hai voglia di godere anche tu?“ e così dicendo gli avvicinò la bocca e cominciò a posare piccoli baci sulla punta, poi timidamente tirò fuori la lingua leccandovi intorno, poi socchiudendo le labbra vi avvolse quella cappella favolosa, mentre una mano morbida stringeva alla base quel bastone duro.Giannino si sentiva in Paradiso fra quelle labbra calde e quella mano quasi esperta e in poco tempo esplose nell’orgasmo liberatorio imbrattando il viso della ragazza che non aveva fatto in tempo a scansarsi.Questa volta i due cugini, stanchi, si sistemarono per dormire pesantemente. Si svegliarono alle prime luci dell’alba, che si presentava con un cielo limpido ed una aria fresca, rendendo piacevole il viaggio fino a Genova, la loro meta, che raggiunsero nella tarda mattinata.. Teresa, ragazza bella, ben fatta, molto simile a Nina, si differenziava per l’età, 30 anni, ed i capelli sul castano, accolse con gioia la cugina ed il suo accompagnatore, dopo la preoccupazione che aveva avuto per il loro ritardo. Li aspettava la sera prima!Ascoltò le ragioni del ritardo, il temporale era una ragione validissima, ma agli occhi scrutatrici di Teresa, donna pratica ed intelligente non sfuggì l’altra verità: quei due erano innamorati cotti, si vedeva lontano un miglio, ma erano così belli! Così teneri! Non poteva che farle piacere e subito Giannino le fu simpatico.Teresa abitava in una vecchia casa del centro storico, poco vicina al Duomo nei pressi del porto antico, si trovava anche vicina alla grande libreria che lei dirigeva, dove riscuoteva la piena fiducia dei vecchi proprietari. Nina era affascinata da quella bella città, lei che era sempre vissuta in campagna. Soltanto poche volte aveva raggiunto Salerno la città del cugino, ma Genova con quei palazzi maestosi, antichi e piena di storia la entusiasmava.Giannino per tutto il pomeriggio girò insieme a lei per il centro storico, per i vicoli caratteristici, le piazze, il lungo mare.A Giannino piaceva trasferire a Nina, sempre attenta ed interessata, ciò che aveva appreso documentandosi su Genova e la sua storia. Al rientro Teresa aveva già preparato un letto provvisorio nel salotto per Giannino, attiguo alla cucina, mentre Nina aveva già la stanzetta tutta per lei, vicino a quella della cugina. Le due stanzette erano separate dal resto dell’appartamento da un corridoio centrale.Nina era stanchissima, la notte prima aveva dormito male dopo la sconvolgente esperienza erotica.Teresa le suggerì di fare una bella doccia in modo da rilassarsi e poter dormire meglio. Così fece e poi si ritirò nella sua camera dove si addormentò subito profondamente.Giannino avrebbe voluto accompagnarla in camera, perché aveva un desiderio profondo di stringere quel corpo magnifico e perché per tutto il pomeriggio l’aveva dolorosamente desiderata. Non si era osato seguirla, in presenza di Teresa e con questa si attardò ancora un po’.Teresa era ammirata per la bellezza di quel ragazzo era inevitabile che Nina se ne innamorasse poi come le aveva raccontato Nina stessa, il debole per quel bel cugino ce lo aveva fin da bambina ed ora che era una splendida ragazza era inevitabile che quei due cadessero l’uno nelle braccia dell’altro. Ma sarà già successo? Riuscì a fare confessare Giannino l’amore che provava per Nina e non ci volle molto a capire dai rossori del ragazzo a che punto erano le cose tra i due.Si chiedeva Teresa, “Deve essere straordinario un simile esemplare” Lei, da tanto in astinenza, dopo la rottura burrascosa con il suo uomo, si sentiva attratta da quel bel maschione. Poi si ritirarono nelle rispettive stanze. Nel cuore della notte, Giannino, dal sonno leggero, fu svegliato dal rumore di un forte temporale che stava abbattendosi sulla città. Si preoccupò subito per Nina, sapeva quanto temesse quegli eventi ed avrebbe voluto esserle vicino per rassicurarla per cui non ci pensò molto ad alzarsi per recarsi nella sua cameretta.Al pensiero di ritrovarsi fra poco vicino a quel magnifico corpo, sensuale, delizioso, immediatamente constatò un’erezione incontrollabile.La voglia di introdursi nuovamente in quella guaina deliziosa gli animò la determinazione di raggiungerla.C’era un buio pesto in tutto l’appartamento, Giannino silenziosamente si diresse nel corridoio, qui a tentoni riuscì a raggiungere la porta della cameretta, aprì con circospezione. Ebbe difficoltà ad orientarsi nel buio assoluto. Non riusciva ad immaginare da che parte fosse il letto, dal momento che in quella stanza non ci era ancora entrato. Attraverso una breve luce di un lampo, dalle fessure delle persiane, individuò il letto ed il lenzuolo che copriva completamente il corpo della ragazza. La ragazza era di fianco girata di spalle, forse credeva di proteggersi coprendosi in tale modo.Non si accorse comunque di Giannino che si affiancava infilandosi sotto il lenzuolo. Constatò subito che era completamente nuda, del resto c’era un caldo tremendo!Un profumo nuovo, aspro emanava dal corpo, forse dopo la doccia aveva approfittato di qualche lavanda da bagno di Teresa.Le appoggiò la mano sulla spalla e stringendola a se le disse: “Sssstt, sono io! Non aver paura sono qui con te” La ragazza non si mosse ma constatò , spingendo il magnifico sedere verso il basso ventre di Giannino, la durezza del membro che spingeva nello slip. Facendogli capire senza profferire parola che la visita era gradita, vi si strusciò contro. Giannino allungò la mano direttamente tra le cosce in avanti e accarezzando dentro quella morbidezza caldo umida, l’attirò di più sulla bozza poi abbassò gli slip e senza pensarci un attimo dalla posizione comoda infila in un colpo il bastone nella fessura da dietro. La ragazza emette un sospiro di soddisfazione andando incontro alla spinta ricevendo quel bastone in tutta la sua lunghezza. Giannino fu sorpreso per facilità, con la quale quella stretta natura si era inguainata ,dopo le difficoltà che il giorno prima aveva trovato per la stessa operazione. Sembrava che il suo dardo fosse avvolto da un caldo guanto di velluto e vi si soffermò per un attimo prima di agitarvisi dentro, agevolato dalle spinte di lei , mentre emetteva lunghi silenziosi gemiti soffocati.Giannino trasferì la mano dal ventre su verso i seni afferrandone i capezzoli…… ma qualcosa lo bloccò di colpo, quei capezzoli sembravano due ciliege al tocco ed il seno era più tondo piuttosto morbido non duro ed aguzzo come già aveva constatato! Ecco che sorpreso e spaventato si fermò facendo il verso di ritirarsi ma la mano della ragazza lo blocca e sente dire:“Eh no mio caro… hai cominciato e porta a fine l’opera.. Daiiiii!”Giannino rimase paralizzato con il membro duro nella vagina calda ed accogliente..che non è quella di Nina.Teresa senza volerlo ed inaspettatamente come in un sogno stava assaggiando quel poderoso membro e non aveva nessuna intenzione di abbandonarlo, per timore di perderlo si agitò più intensamente su quel bastone, riuscendo in breve a godere, mentre Giannino bloccato ed impaurito perdeva il vigore.Teresa si girò e sorridendo soddisfatta: “Chi si aspettava una sorpresa simile? Hai sbagliato camera? Sei deluso? Che brutti scherzi fa il buio. Meno male però!“ e si impadronì del membro, con due mani, come per rianimarlo.Il ragazzo era ancora bloccato dalla sorpresa e tentava di balbettare qualche scusa. “Non ti preoccupare non è colpa tua! Mi è piaciuto sai? Pazienza per Nina… lei dorme, era così stanca e nemmeno le cannonate la sveglieranno. Ormai il guaio lo hai fatto! Devi riparare!”“Come?“ dice il ragazzo ora spaventato.“Non mi basta, lo voglio di nuovo e visto che non hai goduto! E’ il pegno che devi pagare, se non vuoi che mi metta a gridare da svegliare Nina. Scegli!” Pronunciò l’ultima parola in tono perentorio. Il ragazzo non aveva altra scelta. Teresa, difatti, senza attendere riposta si mise a cavalcioni sul ventre del ragazzo e s’impalò il membro semi rigido nella vagina calda. In pochissimo tempo la verga raggiunge la massima dimensione in quella vagina affamata.“Ohhh quanto è grosso? Ma lo hai già dato a Nina, di la verità? Questo mostro! Ummm!”Teresa godeva in continuazione mentre Giannino non aveva ancora raggiunto la meta.Teresa sebbene al settimo cielo per la goduria riuscì a sfilarsi dal palo un attimo prima che Giannino la inondasse esclamando:.“Sai è meglio che non combini un altro bel guaio stanotte!“Afferrò il membro che stava scaricando la propria linfa e lo portò alla famelica bocca che se ne impadronì, leccando, succhiando, asciugando gli avanzi.Ritorna la calma e Teresa soddisfatta dice:“Ora puoi andare in camera tua! A Nina sarà opportuno tacere l’equivoco, tanto non riusciresti a giustificarlo, per conto mio è finito tutto qui. Non vorrei che Nina soffrisse, tanto nei prossimi giorni saprai farti perdonare senza dire una parola però!” Giannino, rincuorato si sentiva quasi in dovere di ringraziare :“Sei un tesoro, io mi sono sbagliato ma ti assicuro che non mi è dispiaciuto e.. poi sei un bel pezzo di……!”“Sei tu un tesoro! Sai un matterello così non lo avevo mai provato! Beata quella ragazza!”Il mattino seguente seduti al tavolo per la colazione Nina dice:“Che bella dormita ho fatto questa notte, e voi?”“Non hai sentito il temporale stanotte allora” Risponde Giannino, rasserenato.“No ho dormito ininterrottamente e tu Teresa? ““Non ti dico! Ho trascorso una notte così agitata! Ma dopo la tempesta ho dormito molto bene. Adesso devo recarmi in negozio per l’inventario prima della riapertura. Voi godetevi la giornata!”Li saluto rivolgendo uno sguardo ironico carico di significati a Giannino.Rimasti soli, Nina mostrò subito l’entusiasmo per quel nuovo giorno, sola con lui, il suo amore ormai. Con mille moine cercò di eccitare Giannino il quale con discrezione di evitò di infuocare l’ardore della cugina. Era in un certo modo pentito della notte trascorsa e credeva di espiare, all’insaputa dell’ignara cugina, sacrificandosi nel rinunciare a godere quel bel corpo che si offriva.Riuscì a convincerla ad uscire, avrebbero avuto ancora 10 giorni da godersi loro due. Ora lei doveva un po’ riprendersi.Nina si lasciò convincere e usci girando per la città con il bel cugino. Era felice!Si tenevano allacciati per mano come fidanzati e si lanciavano occhiate per comunicarsi cose che soltanto loro capivano. I dolci occhi di Nina rivelavano chiaramente la passione del suo amore per quel ragazzo mentre Giannino seguiva con aria adorante ogni movimento di lei, ogni suo sorriso. Nei giorni che seguirono i due ragazzi si persero in un delirio dei sensi sconvolgenti, si amarono fino allo sfinimento in ogni occasione.Teresa ormai non ci faceva caso quando i due trascorrevano la notte insieme e la natura in fiamma di Nina era sempre occupata da quel membro inesauribile.Erano completamente accecati dalla passione travolgente.Giunse il triste giorno che Giannino dovette ripartire per i suoi doveri studenteschi, ripromettendosi di scriversi, telefonarsi, rivedersi presto.“Ormai tu sei la mia vita! “ le ripetè Nina quando si lasciarono.
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