Oggi vi voglio raccontare della prima volta con quello che poi è diventato mio marito, un vero porcello, molto cerebrale e la cui prima preoccupazione è il mio godimento. Se il buon giorno si vede dal mattino capirete che il mio primo incontro con lui sarebbe stato foriero di una massiccia dose di cazzi. Avevo finito le superiori da 6 anni e dopo un anno passato all’università alla facoltà di economia e commercio avevo abbandonato per andare a lavorare visti gli scarsi risultati nello studio. Nel frattempo, durante l’ultimo anno di superiori, mi ero messa con un ragazzo della mia stessa età (Andrea) che invece stava terminando gli studi. Era un rapporto molto tranquillo visto che ormai erano 7 anni che stavamo insieme. Stavamo aspettando che lui si laureasse e cominciasse a lavorare per sposarci. Negli ultimi tre anni la nostra vita sessuale si era prima ravvivata quando lui aveva conosciuto un compagno di corso che viveva in appartamento da solo e che per il week-end tornava a casa e che ci lasciava un mazzo di chiavi del suo appartamento, ufficialmente per innaffiare i fiori, in realtà anche lui sapeva bene cosa andavamo a fare da lui. Dato che ci prestava la casa avevo cominciato anche io a frequentarlo insieme ad Andrea e la sera qualche volta si usciva insieme. Dopo un po’ di uscite eravamo entrati in confidenza e spesso e volentieri mi faceva dei complimenti abbastanza forti senza mai però essere troppo volgare. In pratica anche davanti ad Andrea mi aveva fatto capire esplicitamente che avrebbe fatto volentieri l’amore con me. Le battutine erano poi aumentate dopo che una volta era tornato la domenica pomeriggio anziché la domenica sera (scoprii dopo che Andrea si era “dimenticato” di dirmelo) e mi aveva trovato, aprendo la porta, inginocchiata a fare un pompino ad Andrea. Quel pomeriggio, ricordo che era autunno inoltrato, Andrea mi aveva chiesto di vestirmi sexy e così avevo indossato un paio di calze autoreggenti a rete con un tubino nero che arrivava a metà coscia con una bella scollatura e scarpe alte con tacco a spillo di quasi 10cm. Per l’occasione, sapendo che saremmo andati a casa di Giovanni (questo era il nome del compagno di corso di Andrea), non mi ero messa il reggiseno ed indossavo solo un minuscolo tanga rosso come slip. Insomma quando Giovanni era entrato nella stanza si era trovato davanti il mio culo e la mia passera nudi in quanto ero massa a pecorina intenta al pompino. Dopo alcuni secondi in cui Giovanni si era goduto la scena era uscito dalla stanza scusandosi e dicendo che sarebbe tornato dopo un’ora. La cosa, anziché ammosciare Andrea, l’aveva eccitato terribilmente (e se devo essere sincera anche me dato che trovavo Giovanni un bel fusto) ed avevamo fatto una scopata memorabile. Quando poi Giovanni era tornato erano le sette di sera, per scusarsi dell’interruzione ci aveva portati a prendere un aperitivo. A causa del trambusto e dell’eccitazione mi ero dimenticata gli slip in cucina a casa di Giovanni (era li che Andrea me li aveva tolti) ed ero andata in giro per tutta la serata senza. Il giorno dopo Giovanni me li aveva portati in un pacchettino al lavoro dicendomi quanto era fortunato Andrea ad avere una ragazza così sexy che indossava biancheria di quel tipo e così abile nell’arte della fellatio. Devo essere sincera, la cosa mi aveva fatto molto piacere e mi ero anche bagnata, quindie l’avevo ringraziato per i complimenti e per la gentilezza di avermeli riportati direttamente. Erano passati pochi mesi ed Andrea era partito militare dopo aver terminato gli esami e con la sola tesi da discutere. Era finito in una caserma a 400 chilometri da casa e così tornava un week-end si ed uno no. A Giovanni invece mancavano ancora alcuni esami e così spesso me lo trovavo fuori dal negozio all’ora di chiusura che mi invitava a prendere un aperitivo. Mi stava facendo una corte serrata ed ero fortemente combattuta dal concedermi per il fatto che mi piaceva ma che mi dispiaceva per Andrea che era via per il militare. Quando Andrea tornava inoltre andavamo ancora a casa di Giovanni ma nonostante ci vedessimo solo ogni 15 giorni il sesso era poco soddisfacente. Lo stesso doveva essere per lui perché una domenica, prima di ritornare in caserma, mi disse che per un po’ era meglio se non ci fossimo visti per capire cosa era della nostra relazione. Lo avevo accompagnato in stazione a prendere il treno ed il fatto di essere stata piantata così mi bruciava non tanto perché fossi innamorata di lui quanto perché mi dava fastidio non averlo fatto io. Ero immersa nei miei pensieri e stavo per salire in macchina quando sentii una voce famigliare che mi diceva: “Ehi me lo dai un passaggio bella bionda?”. Era Giovanni arrivato dalla sua città con il treno poco prima. Si accorse subito che ero cupa e mi chiese cosa non andava così gli spiegai cosa era successo. Provò subito a consolarmi dicendomi che non appena Andrea si fosse accorto come sarebbe stato senza di me avrebbe subito fatto marcia indietro. Nel frattempo eravamo saliti in macchina ed eravamo arrivati a casa di Giovanni mi chiese se avevo impegni per cena e mi invitò a mangiare una pizza. Ero ancora vestita per il “sesso pomeridiano” (eh già perché Andrea mi aveva prima scopato, si era fatto spompinare e mi aveva inculato per bene e poi mi aveva mollato sui due piedi in stazione dopo 7 anni) con un lungo spolverino che copriva una camicetta trasparente, una gonna al ginocchio con cerniera che si apriva a salire, calze velate nere, mutandine e reggiseno di pizzo e scarpe con i tacchi alti a spillo (tenuta che all’epoca riservavo quasi esclusivamente alle scopate domenicali), così quando entrammo in pizzeria e mi tolsi lo spolverino ricevetti parecchi sguardi da parte dei maschi presenti. Per quanto Giovanni tentasse di rallegrarmi, ero furente e volevo umiliare Andrea e quando vidi dei ragazzi suoi amici mi misi a fare la civetta strusciandomi addosso a Giovanni, cosa che oltre a farmi sbollire in parte l’ira per averlo umiliato, mi faceva piacere perché Giovanni mi piaceva. Era ormai un po’ di tempo che avevo voglia di farmi Giovanni e quella era la sera giusta. Mentre mi strusciavo addosso a lui ebbi una bella sorpresa, non solo era fisicamente prestante (Giovanni è alto 1,85 con due spalle da ex-nuotatore) ma era anche molto meglio dotato di Andrea. Anche Giovanni era su di giri e quando uscimmo dalla pizzeria gli chiesi di guidare e di andare in discoteca perché avevo bisogno di sfogarmi. Non appena mise in moto l’auto cominciai invece a strofinarmi addosso a lui e gli tirai fuori il cazzo dai pantaloni cominciando a menarglielo lentamente. Poi gli dissi di andare a casa sua velocemente e gli presi in bocca l’uccello. Arrivati sotto casa, gli mollai il coso che ormai era in piena erezione e che superava sicuramente i 20cm di lunghezza. Ci avviammo avvinghiati verso il suo appartamento. Una volta entrati lo spogliai con foga lasciandolo completamente nudo mentre io mantenevo reggicalze calze e scarpe e facendolo sedere su di una poltrona proseguii nel pompino facendolo sborrare nel giro di 5 minuti. Dopo poco gli ripresi in bocca il cazzo per farlo risalire e ci mettemmo a 69 e quando fu di nuovo bello duro mi feci sbattere alla pecorina mugolando come una cagna in calore ed ebbi due orgasmi prima che Giovanni godesse di nuovo. Non ero ancora sazia anzi, ed ero ancora molto incazzata e mi ricordai di un altro loro compagno di corso famoso nella compagnia per le dimensioni della sua nerchia. Era una ragazzo siciliano di nome Carmelo e chiesi a Giovanni se aveva il suo numero di telefono. Me lo feci dare e lo chiamai dicendogli che se voleva scopare mi poteva raggiungere a casa di Giovanni. Probabilmente in un primo tempo Carmelo pensò ad uno scherzo comunque 10 minuti dopo il campanello squillava e lui era alla porta. Non mi ero rivestita e gli aprii indossando solo il reggicalze le calze e le scarpe con un filo si sperma che mi colava dalla passera e qualche schizzo di sborra ancora sul volto. Carmelo restò di sasso e mentre Giovanni chiudeva la porta alle sue spalle io gli abbassavo i pantaloni ed inginocchiata cominciavo un lavoretto di bocca che in 5 minuti rivelò un uccello di dimensioni che avevo visto solo nei film porno. Quando il cazzo fu bello duro, feci stendere Carmelo sul letto e mi calai sopra di lui a spegnimoccolo. Nel frattempo Giovanni si era di nuovo eccitato e mi aveva messo il cazzo davanti alla bocca cosicché mentre Carmelo mi strizzava le tette io andavo su e giù sulla sua asta ed intanto leccavo il pisello di Giovanni. Dopo poco Giovanni però si spostò di li e si mise alle mie spalle mi insalivò il buco del culo e pian piano infilò il suo arnese nel mio deretano. Non capii più nulla, un misto di dolore e di piacere mi invase completamente, onde di calore mi partivano dalla passera e dal culo e mi salivano al cervello ebbi un numero di orgasmi che non riuscii a contare ed infine sentii esplodere dentro la figa la sborrata di Carmelo. Giovanni invece, che era già venuto due volte, resisteva; continuò per un altro po’ a pomparmi quindi si levò dal mio culo e prendendomi per i capelli mi mise il cazzo davanti alla bocca io avidamente cominciai allora a succhiarglielo come in preda ad un raptus finché non gli tirai fuori l’ultima sborra che aveva nei ciglioni. Carmelo nel frattempo si era rivestito e mi disse che aspettava ansiosamente la mia prossima telefonata, quindi se ne andò. Giovanni invece… ora è mio marito.
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