Alcune storie non hanno il pregio della credibilità eppure meritano di essere raccontate. Quella che sto per iniziare, per esempio, mi sembra così intrigante da far passare in secondo piano il problema della sua veridicità. A me fu raccontata dalla mia ragazza di allora, Chiara, una mia compagna di università di qualche anno più grande di me. La circostanza in cui ciò accadde fu singolare. Eravamo soli in casa di lei, era piena estate ed i suoi erano al mare per alcuni giorni. Era piuttosto tardi ed eravamo nel suo letto a far l’amore. Chiara era distesa nuda, la testa appoggiata su due cuscini azzurri, un sorriso che era di per se una fonte di eccitazione. Io ero sopra di lei e il mio pene le scivolava dolcemente nell’incavo tra i seni, completamente umidi dei nostri umori. Di solito, era una cosa che mi faceva impazzire. Quella sera lo era ancora di più perché sapevamo di avere la casa libera per tutta la notte e vedevamo davanti a noi ore interminabili di sesso. Chiara mi aveva promesso un “aperitivo”, qualcosa “solo per me” e mi godevo quel massaggio come se fosse la cosa più bella del mondo (lo era). Quando cominciai a sentire l’orgasmo arrivare, affrettai leggermente il ritmo. Lei sollevò un po’ la testa e, sorridendo con quella malizia diabolica che solo lei aveva, avvicinò le labbra, le dischiuse, me lo prese completamente in bocca mentre con la mano cominciava ad accarezzarmi le natiche. Nessuna era brava come lei in quel modo. Cioè, non è che avessi un’esperienza decennale allora, ma ero sicuro che nessuna potesse essere così brava. Cominciai ad accelerare sempre più il ritmo, lei me lo avvolgeva con la lingua, lo succhiava, mi faceva entrare sempre più a fondo nella sua bocca, e contemporaneamente la sua mano stringeva con sempre più forza le mie natiche. Ad un tratto sentii un dito scivolare intorno al mio ano e penetrarmi leggermente. Mi irrigidii di scatto, piuttosto turbato e lei allontanò rapidamente la mano. Contemporaneamente le venni dentro, felice e spossato. Chiara continuò a succhiarmi per qualche istante, poi mi liberò e mentre mi stendevo accanto a lei cominciò a ridere. Rideva di gusto, con l’aria impertinente che assumeva sempre quando voleva prendermi in giro e farmi un po’ pesare la differenza di età. – Hai avuto paura? – rise ancora. Si riferiva a quel dito infilato dentro di me, evidentemente.- Be’, non mi piaceva molto, ecco tutto — Ti dico una cosa – sorrise lei abbracciandomi – Noi donne vi conosciamo molto meglio di come vi conoscete voi. Dovrei raccontarti una storia qualche volta…- Poi le venne in mente che avevamo tutta la notte a disposizione e mi chiese se la storia avevo voglia di sentirla adesso. Mi disse che secondo lei mi sarebbe piaciuta, anzi che conosceva pochi uomini a cui non sarebbe piaciuta, ma lo disse col suo solito sorriso malizioso e vi confesso che tornai a eccitarmi solo guardandola.La storia parlava di Lana. Lana era un’amica di Chiara, abbastanza più grande di lei. Il padre doveva aver avuto una qualche passione per la diva Lana Turner e il nome le era stato di buon augurio. A venti anni Lana era una bella ragazza. A trenta una bella donna che dimostrava cinque anni di meno. A quaranta, una gran bella signora che ne dimostrava dieci di meno. Non è che fosse una bellezza appariscente, ma nessuno dopo averla conosciuta se ne dimenticava. Aveva alle spalle un matrimonio precoce e fallito, di cui parlava molto poco. All’epoca in cui aveva divorziato, Chiara era appena un bambina. Lana era un’amica di famiglia e aveva visto Chiara crescere. Col tempo, l’incredibile perenne giovinezza fisica ed emotiva di Lana le aveva rese amiche, smussando la differenza di età. La vita privata di Lana, dopo il divorzio era sempre stata molto burrascosa. Le sue storie di uomini erano rapide e sfortunate e molto raramente duravano abbastanza perché Chiara potesse cominciare a conoscerne i protagonisti. Qualche volta Chiara aveva presentato a Lana qualche amico col quale era nato qualcosa, ma anche in quel caso nulla era durato abbastanza. Forse, qualcosa in Lana spaventava o forse semplicemente, come molte donne, Lana non sapeva scegliere i suoi uomini. Tutto questo sembrò cambiare quando improvvisamente arrivò Francesco. Che Francesco fosse speciale, Chiara lo capì subito, perché Lana si affrettò a presentarglielo, con un entusiasmo mai visto prima. A quell’epoca Chiara stava con un suo coetaneo e Lana organizzò una serata a quattro in cui per la prima volta portò Francesco. Francesco era un bel ragazzo, dal fisico poderoso, una decina d’anni più giovane di lei (ma questo per Lana non era insolito), brillante e piuttosto simpatico a prima vista. Fu l’inizio di un periodo nuovo per Lana. Lei e Chiara si videro un po’ meno frequentemente di prima, ma le loro confidenze cominciarono a farsi più intime. Probabilmente la serenità affettiva, rendeva Lana più aperta nei rapporti interpersonali. Una sera, tornando da una serata al cinema tutta al femminile, Lana raccontò per la prima volta a Chiara particolari della sua vita sessuale. Lana sembrava non riuscire a fare a meno di Francesco neanche per un minuto e un’uscita di sole donne era già di per sé strana. Ancor più strane, per Chiara, furono quelle confessioni. Lana aveva invitato Chiara a salire da lei dopo il cinema e si erano scolate in due una bottiglia di vino, per cui l’atmosfera era piuttosto intima e sfaccendata. Lana aveva chiesto a Chiara come andava col suo ragazzo. Non andava bene e nella lista delle lagnanze c’era anche una scarsa intesa sessuale. Ora se c’è una cosa che Chiara non ha è il senso del pudore o la timidezza, per cui non si era fatta scrupolo di raccontare a Lana alcuni dettagli intimi. Così il discorso era scivolato candidamente sul sesso e presto le parti si erano invertite ed era stata Lana a raccontare. Chiara aveva scoperto con stupore che a Lana piaceva essere dolcemente sottomessa, amava essere legata e bendata e che questo faceva impazzire Francesco. Tra di loro c’era una carica molto forte e a Lana sembrava un sogno. Poi era sembrato che volesse aggiungere qualcos’altro, ma si era fermata. Avevano finito per cambiare argomento e la serata si era conclusa in un altro giro di bicchieri. Chiara aveva dormito lì, sicura che di non riuscire a rientrare a casa da sola in quelle condizioni.Nel mese successivo, Lana si vide poco. Scomparve per un viaggio con Francesco, poi fu riassorbita dal lavoro. Ci fu qualche altra serata a quattro, sebbene il rapporto tra Chiara ed il suo ragazzo fosse sempre più in crisi. La sera in cui accadde la rottura definitiva, Chiara andò a trovare Lana. Tirarono fuori un’altra bottiglia e ricominciarono a parlare, più liberamente stavolta. Dopo un po’ Chiara disse di non aver voglia di parlare di sé e invitò Lana a parlarle di lei. Lana non se lo fece ripetere due volte. Raccontò a Chiara delle sue vacanze con Francesco e di come ne fosse felice. Poi, sempre più impercettibilmente, il discorso scivolò sul sesso. Chiara chiese se continuavano a fare giochi di sottomissione e l’amica arrossì. Chiese ridendo a Chiara, in un riso piuttosto alcolico, se stava cercando di metterla in imbarazzo e Sarà rispose “un po’”. Risero di nuovo e Lana assentì con la testa. Continuavano a divertirsi molto. Poi accadde una cosa strana: Lana chiese a Chiara di prometterle che nulla di ciò che le avrebbe detto sarebbe uscito da quella stanza e Chiara promise. E Lana cominciò a raccontare qualcosa di molto particolare. Raccontò che una volta Francesco le aveva legato le braccia alla testiera del letto. Era ancora vestita, come aveva voluto lui. Francesco si era avvicinato e le aveva sbottonato la camicia, sollevato la gonna e, senza troppi preamboli, le era entrato dentro. Era molto eccitata e mentre raccontava, quel ricordo continuava ad eccitarla molto. Mentre Francesco la prendeva, riempiendola come mai si era sentita riempita, aveva sentito una sensazione di benessere ed eccitazione. Poi, improvvisamente, si era sentita nella mente di Francesco. Ma non era proprio come sentirsi nella mente, era qualcosa di più, sentiva anche il suo corpo. Per la precisione, Lana si sentiva Francesco, sentiva di avere un corpo grosso e forte e di avere una donna legata e semispogliata sotto di lei. Lana sentiva di averle infilato dentro il suo affare e di stare scopandola senza sosta. Questo era quello che sentiva Lana, come se non fosse più lei ma Francesco. Ne fu sconcertata e incredibilmente eccitata e sentì arrivare un orgasmo irrefrenabile prima ancora di rendersi conto dell’assurdità della situazione. Ma la cosa più incredibile doveva ancora accadere: Lana guardò negli occhi Francesco e non lo trovò. Al suo posto vide se stessa, una donna sotto di lei che cercava disperatamente di aprire le gambe il più possibile per ricevere dentro fino in fondo l’orgasmo che stava prendendo il suo compagno. Perché era così. Quell’orgasmo che sentiva non era l’orgasmo di Lana, ma quello di Francesco. E gli occhi della donna legata al letto non erano quelli di Lana, ma quelli di Francesco. In altre parole, quello che davvero stava accadendo era che si erano completamente scambiati menti e corpi, che lei era Francesco e Francesco era Lana. Che lei aveva legato la donna Francesco sul letto e le stava venendo dentro. E che Francesco si sentiva nel corpo e nella mente di Lana. O per lo meno questo era quello che le sembrava stesse accadendo. L’orgasmo culminò e Lana si stese sopra la sua donna spossata, pian piano le sembrò di tornare nel suo corpo, sentì le corde strette intorno ai polsi, le gambe divaricate allo spasimo egli ultimi sussulti di Francesco dentro di lei. Le sembrò di aver sognato e quasi se ne convinse, quando Francesco sollevò il volto dal suo seno e la guardò negli occhi stravolto:- Hai… hai sentito anche tu…? – Non disse altro ma si capirono in uno sguardo. Poi cominciarono a sorridere complici e Francesco mormorò: “che cosa incredibile”.- Però – disse Lana prendendo coraggio – mi è sembrato meraviglioso — Anche a me – rispose lui ridendo – anche a me – Lana terminò il suo racconto e fissò Chiara brilla. Credo di essere un po’ strega, disse. Continuarono a bere un po’ turbate. Non pretendo che tu mi creda, disse Lana. Poi non ne parlarono più.La separazione tra Chiara e il suo ragazzo divenne definitiva in quei giorni. Chiara attraversò un periodo di spensieratezza, sentendosi un po’ rinascere. Ogni tanto si vedeva con Lana e Francesco da soli o con amici comuni. Non ci fu mai occasione di tornare con Lana sull’argomento, fino ad una sera in cui Lana riaccompagnò Chiara a casa dopo una pizza e Chiara prese coraggio per chiederle se era accaduto ancora. Lana restò in silenzio per qualche secondo poi disse sì. E cominciò a ridere. Rise anche Chiara e questo sancì anche tra loro un patto di complicità. Lana raccontò che era capitato ancora, più volte. Che addirittura le sembrava di poter cominciare a controllare il fenomeno. Nell’ultima settimana era riuscita ad arrestare o a dare il via allo scambio, e le sembrava che questo non fosse che l’inizio. Quando arrivarono sotto casa di Chiara, Lana riprese l’argomento bruscamente. Disse che in realtà con Francesco non era stata la prima volta. Che era capitato molto tempo prima con suo marito e che lui se n’era spaventato. Che forse quella era una delle cause della loro rottura. Lana era molto giovane all’epoca e non riusciva a controllare minimamente quelle sensazioni. Lui l’aveva chiamata strega e aveva cominciato a diffidare sempre più di lei. Col tempo aveva addirittura cominciato a considerarla causa di ogni suo male, fisico o emotivo. Con Francesco no. La cosa più bella di Francesco era che non aveva paura di lei, che era con lei, suo complice e suo compagno di viaggio. Con Francesco scoprivano il mondo insieme. Chiara tornò a casa e si sentì un po’ invidiosa. Lana sembrava ancora più giovane di prima. Nei giorni seguenti, Lana scomparve ancora per un po’. Si risentirono al telefono una sera in cui chiamò Chiara per invitarla ad una cena con alcuni amici. Chiara accettò. Era ancora sola le faceva piacere vedere un po’ di gente. Era appena tornata dall’università e fece appena in tempo a fare un bagno prima di recarsi all’appuntamento. Lì trovò Francesco ma non Lana, che era stata presa da un feroce mal di testa. Francesco era come sempre bello, simpatico e affabile e Chiara si disse che se non fosse stato proprio il ragazzo di Lana ci avrebbe fatto su un pensiero. Inevitabilmente le vennero in mente delle immagini di lui e Lana in un letto e fu percorsa da una certa eccitazione. A tavola sedette tra Francesco ed un uomo che non conosceva. Scoprì poi che era un amico di Francesco. Era un uomo intorno ai quarantacinque, molto interessante, di quelli che dalla faccia sembra che abbiano vissuto molte vite e molto piene. Chiara lo trovò intrigante. Molto intrigante. Lui cominciò a raccontarle di alcuni viaggi esotici, ma assolutamente senza ostentazione. Chiara cominciò a chiedersi se era carina, in ordine, se era piacente, se aveva tutto quello che serviva per affascinare un uomo così. Quando lui le disse che viveva in Africa per lavoro e che sarebbe ripartito il giorno dopo lei ebbe un tuffo al cuore. Poi qualcosa le disse che non poteva lasciarlo andar via senza che nulla fosse accaduto. Era una cosa che, a detta di Chiara, non le capitava mai, questo sentirsi così appassionatamente desiderosa di un uomo. Ora devo dire che Chiara ed io non parliamo di solito dei nostri ex, ma in questo caso Chiara fece un’eccezione, in parte giustificata dall’ importanza che l’episodio ha in questa storia. Mi raccontò tutto, ma proprio tutto, quello che era successo tra loro provocandomi una forte fitta di gelosia, perché il ricordo sembrava renderla ancora molto elettrica. Quella sera, lui si offrì di accompagnarla a casa. O meglio, Chiara fece in modo che lui non potesse fare altro che offrirsi di accompagnarla, complice anche la necessità di Francesco di tornare rapidamente da Lana (ormai vivevano insieme). Federico, l’uomo che Chiara desiderava, la accompagnò fino alla macchina poi le propose di fare prima due passi. Lei accettò. Continuarono a parlare, sempre più vicini emotivamente, ma lui non fece mai nulla per avvicinarsi fisicamente a lei. Era quasi dubbioso. Molto meno dubbiosa era Chiara. Dopo un po’, rientrarono in auto e Federico riportò Chiara a casa. Lei gli propose di salire e lui accettò. Appena entrarono in ascensore, Chiara decise di giocare tutte le sue carte, gli mise le braccia al collo e lo baciò. Lui rispose al bacio dopo una piccola esitazione. Poi l’ascensore si fermò e dovettero staccarsi. Entrarono in casa. Non accesero neanche le luci. Lui la sollevò tra le braccia e la portò in camera da letto, senza cercare troppo, come se già conoscesse quella casa. La stese sul letto, le sciolse il foulard che aveva al collo e con quello le legò le mani alla testiera. Sarà trasalì spaventata, in fondo non lo conosceva, ma era eccitata e bagnata come se fosse stata la sua prima volta. Senza spogliarla del tutto, le sollevò la maglia, liberò i seni e cominciò a baciarglieli. Poi le sfilò i pantaloni e infine si alzò e si allontanò da lei. Cercò tra i cassetti di Chiara qualcosa, trovò un altro foulard col quale la bendò. Una volta bendata Chiara perse realmente la testa. Sentì lui allontanarsi, poi un rumore di zip, i suoi passi, infine le sue mani sulle gambe. Le divaricò per lasciargli la strada più aperta possibile e soprattutto in segno di sottomissione piena. Lui le entrò dentro e mentre le saliva addosso le sussurrò all’orecchio “è solo un gioco”. Lei dette un colpo di bacino e fece in modo che il suo pene le entrasse tutto dentro. Prendimi sussurrò lei, ti prego, prendimi. E le sembrava che ogni freno inibitore cadesse. Che quel cazzo che le entrava sempre più a fondo stesse abbattendo tutte le ultime barriere rimaste, che il suo unico desiderio fosse di sentirsi sottomessa a lui, docile in suo potere. Cominciò a muovere sempre più il bacino finché non venne. Lui era ancora su di lei, eretto. Non ti avevo mica dato il permesso di venire, Chiara, le disse. Lei era ancora eccitata: mi farò perdonare, chiedimi quello che vuoi. Lui le sciolse i polsi, ma senza levarle la benda. La costrinse a inginocchiarsi ai piedi del letto, le legò le mani dietro alla schiena, poi andò a sedersi davanti a lei. Lei sentì le sue mani sulla sua testa e subito dopo il pene eretto le sfiorò una guancia. Cercò di raggiungerlo con la bocca, aveva le mani legate, desiderosa di compiacerlo e fare quello che sentiva suo dovere, ma lui le tenne le tempie ferme. Poi la punta bagnata del suo cazzo si posò sulle sue labbra e lei le aprì per farlo entrare. Le riempì la bocca. Cominciò a scoparla in quel modo, lentamente, mentre lei faceva del suo meglio per dargli piacere. Non dubito che ci riuscisse bene. Quando ti vorrò, in qualunque momento, ti chiamerò e tu verrai da me, le disse. Lei fece cenno di sì con la testa, il cazzo ancora in bocca. Poi sentì di nuovo la voce di lui: ora ricorderai il mio sapore. Cominciò a venire. Le lo accolse sulla lingua, lo leccò fino in fondo, sentì il suo sapore e cercò di non dimenticarlo mai. Non le era mai piaciuto prima di allora prenderlo in bocca, ma le sembrò meraviglioso. Lui cominciò ad accarezzarle lentamente la testa, mormorando parole dolci, dicendole che era bello fare le cose insieme, viaggiare insieme, scoprire insieme il mondo. Poi la fece rialzare, le slegò le mani senza toglierle la benda, la stese sul letto e lei sentì che lui si rivestiva. Cosa devo fare? chiese lei. Sentiva il bisogno di ripulirsi, ma voleva che fosse lui a controllarla totalmente. Puoi andare in bagno a sciacquarti, se lo desideri, rispose lui e lei fu sorpresa che un uomo facesse caso ad un particolare del genere. Si alzò e senza togliere la benda, perché lui non glielo aveva ordinato, avanzò a tentoni verso il bagno. Arrivò al lavandino e si sciacquò la faccia e la bocca, sempre bendata. Poi si asciugò e tornò verso la camera da letto. Sulla soglia del bagno si scontrò con lui e quasi si spaventò. Sentì le sue labbra sulle sue, un bacio che le tolse il fiato. Se le avesse chiesto di seguirla in Africa come sua schiava lo avrebbe fatto, senza pensarci su neanche un istante. Era completamente posseduta. Era disposta a seguire la sua strada, ad essere la sua compagna di viaggio, a scoprire il mondo insieme a lui. E poi, improvvisamente, mentre le loro lingue si cercavano e avvinghiavano l’una con l’altra, le venne in mente Lana. Un pensiero rapido e fugace, legato a quell’ultimo colloquio a proposito dello scoprire insieme tra lei e Francesco… Quando lui la prese tra le braccia e la sollevò di nuovo il pensiero si dileguò. Si sentiva abbandonata a lui, di sua esclusiva proprietà. Lui la portò in soggiorno, o almeno così le sembrava, aveva perso il l’orientamento, le fece posare le mani su di un tavolo, sì era il soggiorno, finì di spogliarla e la lasciò completamente nuda poi si staccò da lei per un istante. Provò un brivido quando sentì di nuovo il suo tocco, ma non erano le sue mani, era qualcosa di diverso, la sua lingua probabilmente, che le scivolava lungo la schiena, giù, seguendone la curva, fino alla soglia del suo sedere, trovò il solco delle sue natiche e vi entrò, lei si inarcò con un brivido, sentì la lingua serpeggiarle intorno all’ano e poi trovarle le labbra già di nuovo bagnate, entrò dentro di lei e le sembrò di impazzire, era una sensazione indescrivibile e nessuno, nessuno l’aveva mai portata così lontano da se stessa. Se continui così vengo di nuovo, disse. Lui si staccò. Le sue mani le presero i seni ondeggianti, il suo pene si infilò nel solco delle natiche, ma senza penetrarla. Cominciò a strofinarsi contro di lei, lentamente, poi la fece voltare, la aiutò a sedere sul tavolo e le aprì di più le gambe. Sentì di nuovo le labbra di lui sulle sue, la sua lingua, avrebbe voluto succhiarlo, accoglierlo in sé, riempirsi di lui. Lui le entrò dentro quasi inavvertitamente e le sembrò ancora una volta che la sua figa avesse proprio la forma del suo cazzo, che niente potesse adattarsi meglio a lei. Cominciò a venire urlando senza pudore, senza più un briciolo di riserva, posseduta interamente e all’improvviso accadde. Accadde che non fu più nel suo corpo, che quella sul tavolo non era più lei, bagnata e sottomessa, ma che lei fosse lui, il seduttore, padrone del corpo in orgasmo di Chiara. E ancora più incredibile, Chiara non c’era più, la donna sul tavolo non era lei, ma Lana, piena e abbandonata, riempita del suo cazzo di uomo, avvinghiata al suo corpo e abbandonata come una schiava riconoscente, lei stava scopando Lana, la sua donna Lana distesa sul tavolo, col suo cazzo eretto e cominciò a venire di nuovo, da uomo stavolta, veniva tra le gambe di Lana, dentro la sua vulva, riempiendo Lana del suo seme. Si accasciò su di lei e la baciò sulla bocca. Ma stavolta era una donna. Si sentì tradita per un istante e poi gratificata, poi ancora tradita, poi le sensazioni di incredibile piacere ed abbandono che aveva provato le ritornarono a galla prepotenti e abbracciò di nuovo Lana, affondò il volto nel suo collo, tra i suoi capelli e si abbandonò così su di lei.Non parlarono più di quello che era accaduto tra di loro se non qualche sera dopo, ancora una volta con complice ironia. In qualche modo Chiara credeva che non si sarebbe più ripetuto. Era grata a Lana di averle regalato Federico, ma aver scoperto che lui non esisteva non avrebbe più reso niente simile a prima. Non era stata Lana a farle perdere la testa, ma un uomo nato dalla mente di Lana. Per il resto non provò mai a registrare realmente nella sua mente l’enorme incredibilità di ciò che era accaduto. Col tempo, riprese ad essere la confidente di Lana e a volte scherzavano su quale avrebbe dovuto essere il regalo di compleanno che Chiara desiderava da Lana.La confidenza tra Lana e Chiara crebbe notevolmente e Chiara finì per conoscere nei più minimi dettagli la vita sessuale dell’amica. Lana aveva doti palesemente sovrannaturali, era ormai più che evidente, e aveva bisogno di una confidente. Le capacità di Lana sembravano crescere sempre di più. Ormai era in grado di controllare l’aspetto del suo corpo, come era accaduto con Chiara. Col passare delle settimane, tuttavia, era diventata in grado anche di controllare l’aspetto altrui. Con Francesco avevano preso a scambiarsi i ruoli. Una sera Chiara rivide Federico. Era al tavolo di un pub, un po’ appartato. Ebbe un tuffo al cuore e si chiese cosa dovesse fare. Iniziare un gioco con Lana, fingendo ancora per un po’ che Federico esistesse realmente. Ne era tentata. L’uomo che era con lei la vide zittirsi improvvisamente e le chiese cosa avesse. Chiara trovò una scusa e in quel mentre vide una donna avvicinarsi al tavolo di Federico. Era una bella donna, più giovane di lui di una decina d’anni, ben vestita, ma non appariscente. Nel modo di fare sembrava ricordare proprio Chiara stessa. Capì d’un tratto. Si avvicinò al tavolo dei due, portandosi dietro il suo uomo e salutò Federico. Federico la abbracciò con affetto. Chiara gli presentò il suo uomo e lui le presentò la sua donna, Chiara. Poi si separarono. Chiara uscì portandosi dietro il suo uomo, mentre Federico ed Chiara restarono al pub. Chiara uscì eccitata come non mai, cominciò ad assalire e torturare il suo uomo in macchina finché lui non fermò in una zona appartata e la prese sui sedili.Passò ancora del tempo senza che Chiara e Lana si rivedessero. Per Chiara ormai rivedere Lana era il mezzo migliore per devastare sessualmente gli uomini che aveva accanto. Chiara aveva cominciato a stabilizzare la sua vita sentimentale e da qualche tempo aveva una storia fissa con un ragazzo della sua età. Poi una notte arrivò una telefonata.
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