Sono un ragazzo ventenne con una vita apparentemente normale.Già, apparentemente. Infatti la mia vita presenta un lato segreto.Nulla di brutto, anzi.Per farvi capire bene la mia situazione penso che dovrei cominciare dall’inizio.Qualche anno fa, in una domenica di sole, usci a fare un giro in bici con mia madre Anna.Ero felice perché ero molto legato a mia madre e lei a me, forse per il fatto che mio padre stava tutto il giorno fuori casa e spesso rientrava a tarda notte, e quando stavamo assieme ci divertivamo molto.La nostra casa è subito fuori una cittadina medio grande, praticamente la si può considerare campagna, quindi una posizione molto comoda, vicini a tutto quello che può offrire un centro abitato ben sviluppato ma con il pregio di non vivere in mezzo ai palazzi.Questa situazione ci permette, quando ne abbiamo voglia di fare dei bei giri per le strade di campagna in bici.Tornando a quella mattina vi stavo dicendo che ero andato con mia madre che era solita, la domenica, farsi un paio di ore di bicicletta che diceva essere un modo piacevole per tenersi in forma.Lungo il percorso capitò un paio di volte che lei si fermò a chiedere informazioni sulle strade a dei contadini che stavano lavorando nei campi.Non diedi peso alla cosa sino a quando mi si sciolse il laccio di una scarpa e mi dovetti fermare per riallacciarlo.Poggiai la bicicletta ad un albero e mi inginocchiai per compiere tale operazione. Mia madre si fermò accanto a me e si mise a scrutare il paesaggio apprezzandone la bellezza e dicendomi che era una fortuna per un ragazzino crescere in mezzo alla natura e non tra il cemento delle città.Quando senti la parola “ragazzino” ebbi un moto di stizza ed alzai il capo per dire a mia madre che… quando le parole mi morirono in gola.Mamma era ancora intenta ad osservare il paesaggio ma si era fermata con una gamba sul pedale ed aveva poggiato l’atra a terra per non cadere. Solo che indossava una gonna ed io ero in posizione perfetta per osservare ciò che aveva sotto.Vedevo le calze nere che le fasciavano le gambe fino a metà coscia e poi la pelle nuda. Come se non bastasse, con la posizione che avevano le sue gambe ero in grado di vedere le sue ridottissime mutandine nere, praticamente una striscia molto stretta.Mi sentii avvampare tutto ed avvertivo una forte erezione fra le gambe. Per alcuni secondi mi girò addirittura la testa, rischiai di finire a terra come un salame.Riuscii a riprendere un poco di autocontrollo che mi permise di distogliere lo sguardo da sotto la gonna di mia madre giusto in tempo perché si girò per esortarmi a fare presto che dovevamo rientrare altrimenti avrebbe fatto tardi per preparare da mangiare.Con difficoltà terminai di allacciarmi la scarpa e rimontai sulla bici partendo per la volta di casa.Lungo il tragitto di ritorno mia madre si fermò sopra un ponticello a chiedere delle informazioni ad un tizio che si trovava a pescare lungo il canale che passava sotto la strada.L’uomo rispose balbettando e fissando le gambe di mamma che se ne stava tutta contenta nella stessa posizione in cui mi era capitato di vederla poco prima, quindi intuii che cosa era in grado di vedere il pescatore.Ero geloso che quell’uomo godesse di una visione cosi intima di mia madre e stavo quasi per dire qualcosa quando mamma ringraziò per l’informazione ricevuta e ripartì.Non mi restò che rimettermi a pedalare. Mentre andavamo via mi girai e notai che il tizio aveva portato una mano sulla patta e si massaggiava il sesso con lo sguardo fisso su mia madre.Allora iniziai a pedalare come un forsennato, superando mamma, che mi diceva di non stancarmi troppo e di stare attento, e non mi fermai prima di essere arrivato a casa.A pranzo fui molto silenzioso perché stavo pensando a quello che era accaduto durante il giro in bici ma ne mia madre ne mio padre se ne resero conto, intenti a parlare di cose loro.Nel pomeriggio mi chiusi in camera mia e mi distesi sul letto nella penombra per cercare di capire tutto quello che era accaduto nella mattinata. Mentre facevo ciò continuava a tornarmi in mente la visione delle gambe di mia madre e delle sue mutandine, provocandomi un’erezione che dovetti placare andando in bagno e masturbandomi.Quel pomeriggio dovetti andare una seconda volta in bagno per calmarmi e dopo cena, prima di andare a letto, ci ritornai una terza volta.Mentre ero sotto le coperte e cercavo di prendere sonno arrivai ad una conclusione su quanto era accaduto e sul comportamento di mia madre.Di certo con me era stato un caso ma non con tutti quanti gli altri. Oltre al pescatore anche gli altri uomini che avevamo incontrato durante la giornata avevano avuto la possibilità di guardare mia madre sotto la gonna. E non per caso come lo era stato per me ma fu una cosa voluta.Ripensando alle domeniche in cui mamma andava a fare quei suoi giri in bici indossava sempre delle gonne e quando tornava a casa era sempre di buon umore.Quindi non mi fu difficile capire che per lei era un divertimento, una passione che coltivava e non mi sentivo più geloso di tutti quegli uomini che la osservavano, anzi ero fiero che lei fosse mia madre e mi resi conto che a me piaceva molto saperla così esibizionista.Quella notte capì anche il gusto del guardare, infatti a me era bastato guardarla e sapere che lei era guardata che in me esplodevano delle sensazioni fortissime.Da quella notte iniziai ad osservare mia madre in modo più attento anche se molto discretamente per non farmi beccare.Cosi iniziai a fare attenzione alle sue abitudini e diventai la sua ombra, il suo osservatore, oltre ad essere di sicuro il suo fan più sfegatato.Ricordo ancora la prima volta che la spiai in bagno, era andata a fare la doccia. La posizione della porta e del piatto doccia erano tali che potei osservarla sia durante la svestizione che durante la doccia.La vidi mentre si levava i vestiti per rimanere con il solo intimo addosso, tutto nero, molto lavorato, allora non ero in grado di apprezzare molto queste cose ma ero abbastanza cresciuto per apprezzare ciò che contenevano.Vedevo le gambe, inguainate dalle calze nere autoreggenti, lunghe e sode. Probabilmente anche grazie alle sue passeggiate in bici.Le mutandine si erano raccolte in mezzo alle natiche, creando un accento di maggiore sensualità a quel sedere che era già meraviglioso di suo.Quando slacciò il reggiseno le mammelle sbucarono fuori in modo prepotente, calamitando la mia attenzione.Sembravano sode ma al contempo soffici, come mi sarebbe piaciuto poterle toccare, baciare, succhiare.Dopo fu la volta delle calze che si levò poggiando prima uno e poi l’altro piede su di una sedia.Quando passò alle mutandine ero già intento a masturbarmi. Le abbassò a mezza coscia, chinandosi leggermente in avanti, e dopo le fece cadere atterra semplicemente, senza alcun tocco di sensualità ma per me fu una scena sconcertante lo stesso.Almeno per il fatto che mi portò a vedere per la prima volta il suo sesso completamente nudo.Fui colpito dalla cura con cui era tenuto il pelo che lo adornava e quando mamma si passo, distrattamente, la mano proprio su di esso una scossa mi percosse per tutto il corpo e raggiunsi un’orgasmo spaventoso.Continuai a spiarla mentre si lavava e quando ebbe finito, e si asciugò, me ne andai in camera mia a riprendermi ed a rivivere quelle immagini carpite dal buco della serratura.Un’altra cosa importante da dire è che con un paio di amici, tutti coetanei e vicini di casa, avevamo costituito, da ragazzini, una specie di società segreta, un club esclusivo di cui solo noi facevamo parte e che aveva come regola principale la lealtà reciproca.La nostra sede era una vecchia baracca ancora in buono stato, che risistemammo, in mezzo agli alberi dietro casa di Carlo, il mio migliore amico. Era un posto perfetto, inutilizzato e nascosto, che i genitori di Carlo furono contenti di lasciarci utilizzare per i nostri giochi da ragazzini, come lo era stato all’inizio.Con il passare del tempo iniziammo ad interessarci al sesso ed al materiale pornografico e la nostra sede divenne anche il nostro nascondiglio logico di tale materialeLi ci raccontavamo le nostre scoperte ed i nostri dubbi sul sesso e sulle donne, cercando di risolvere quest’ultimi con l’aiuto di tutti.In seguito a tali scoperte inventammo un nostro rito segreto che consisteva nel masturbarci tutti assieme, con a volte la variante di fare a gara per chi veniva per primo.Non raccontai loro ciò che avevo scoperto su mia madre ma capitò un giorno che Carlo fece una battuta sulla sorella maggiore di un ragazzo che conoscevamo e presi subito la palla al balzo.Iniziai aggrappandomi a quello che aveva detto il mio amico per poi portare il discorso nelle nostre sfere familiari.All’inizio erano tutti titubanti, data la delicatezza dell’argomento, ma gli altri mi seguirono lo stesso e parlammo delle nostre rispettive famiglie senza risparmiare nessuno, sorelle, madri, zie e cugine, includendo anche qualche nonna.In quell’occasione ebbi la riprova di quanto fosse attraente e desiderabile mia madre che fu scelta come la preferita fra quelle di tutti.La madre che tutti avrebbero voluto, anche se quelle degli altri non erano da buttare via, anzi.Poco tempo dopo accadde addirittura che Carlo ci portò un paio di mutandine della sorella. Fu subito ispezionato da tutti noi. Sia visivamente che olfattivamente, infatti il nostro amico precisò subito che si trattava di un capo non lavato, quindi con ancora impresso l’odore di ciò che contenevano.Quello fu il giorno che decidemmo di creare lo “scrigno”. Praticamente ci impegnammo tutti a rubare degli indumenti intimi femminili e di raccoglierli nella nostra sede.Scoprimmo così quanto potevano essere diversi i capi che le donne indossavano. Com’erano differenti gli odori che esse lasciavano in tali indumenti.Giudicando i nostri comportamenti secondo la comune morale si poteva benissimo dire che eravamo immorali per come consideravamo, sessualmente, le donne nostre parenti.Ma a noi non passava proprio per la testa di farci un’autocritica morale, eravamo troppo presi dalle nostre scoperte e non c’era nessuno che sapesse oltre noi. Quindi abbiamo continuato per la nostra strada della perdizione.Ormai non ero l’unico che spiava la propria madre, lo facevano anche gli altri. Non so se incominciarono dopo che affrontammo il discorso oppure lo facevano da prima ma è irrilevante.Adesso ci raccontavamo di tutto. Ogni nuova scoperta fatta era oggetto di un dettagliato rapporto al gruppo.Il tempo passava e noi oltre alle teorie iniziavamo a parlare anche di pratiche fatte.Iniziarono i primi contatti intimi con le ragazze che naturalmente furono oggetto di grandi racconti e forti emozioni. Oltre a diventare una specie di gara a chi riusciva a spingersi più in la con le ragazze.Il primo a farsi fare una sega da una ragazza, a farselo prendere in bocca e cosi via.Poi, un pomeriggio primaverile, accadde una cosa che fece evolvere la nostra alleanza.Ero a casa mia con Carlo e Pino che stavamo provando un nuovo gioco al computer. Non ricordo di che gioco si trattasse ma non è importante.Ogni mese c’era un nuovo gioco che saltava alla ribalta e diventava il tormento del periodo.Comunque eravamo davanti al computer a giocare che sentii mia madre rientrare in casa.Entrò in camera mia e ci salutò tutti e dopo avermi chiesto se qualcuno aveva telefonato mi disse che sarebbe andata a farsi una doccia e dopo ci avrebbe preparato uno spuntino se ci andava.Sia io che i miei amici le rispondemmo che per noi andava bene e si diresse verso la sua camera.Tornai a rivolgere l’attenzione al pc, dato che ero io quello che stava giocando, mentre i miei due amici rimasero in silenzio accanto a me. Smettendo di fare il casino di prima.Sapevo cosa era successo. Pensavano a mia madre sotto la doccia, anche io infatti persi la partita che stavo facendo.Ora era il turno di Pino. Stavo per alzarmi e cedergli il posto quando sentii la porta del bagno chiudersi a chiave.Proprio in quel momento presi la decisione. Chiusi il gioco e feci partire un compilation di canzoni.I miei amici rimasero frastornati dal mio comportamento e quando stavano per lamentarsi e chiedere spiegazioni gli feci segno di fare silenzio.Mi guardarono e capirono subito cosa avevo in mente. La cosa li fece galvanizzare, si leggeva nei loro volti il desiderio che conoscevo bene perché ne ero preda anche io.In punta di piedi mi diressi alla porta del bagno, seguito da loro.Mi chinai ad osservare dal buco della serratura, come avevo fatto un sacco di volte. Mia madre stava sistemando i vestiti puliti che si era presa in camera sopra una sedia.Poi prese il necessario per la doccia. Quindi iniziò a spogliarsi.A questo punto mi alzai e feci segno ai miei amici di guardare.Il più lesto fu Carlo che appiccicò letteralmente l’occhio alla serratura. Dopo poco cedette il posto a Pino. Una volta rialzato mi guardò tutto eccitato e mi fece un segno per farmi capire che lo spettacolo che gli stavo permettendo di vedere gli piaceva molto.E volevo ben dire!Quando Pino abbandonò la postazione mi fece segno di guardare ma io declinai l’invito indicando a Carlo di guardare. Il quale non si fece attendere nell’approfittarne.Io conoscevo bene lo spettacolo che si stava svolgendo dentro al bagno. Lo avevo visto tante volte e volevo che loro vedessero che mamma che avevo.Dovevano vedere che schianto fosse con addosso solo l’intimo.Per non parlare di quando lo levava e si mostrava nella nudità della carne.I seni belli grandi con i capezzoli che li troneggiavano in modo invitante.Le cosce polpose sormontate da un culo da favola, perfetto.Ed il suo sesso con il pelo tenuto in ordine che ne valorizzava l’aspetto rendendolo ancora più desiderabile, come se vi fosse bisogno.Rievocando in me le immagini, spiate tante volte, di mia madre intenta a farsi la doccia iniziai a massaggiarmi il sesso da sopra i pantaloni.Ma i miei amici erano già andati oltre, infatti loro non si accontentarono di toccarsi da sopra la stoffa dei loro vestiti e si erano aperti le patte per potersi segare liberamente assistendo allo spettacolo.Mi sentivo orgoglioso, oltre alla grande eccitazione nel sapere che i miei amici stavano ammirando le bellezze di mia madre.Ero immerso nei miei pensieri quando fui riportato alla realtà da Carlo che mi fece segno che dovevamo andare.Non mi ero reso conto che il rumore dell’acqua era cessato. Fortuna che almeno loro furono abbastanza lucidi da allontanarsi per tempo.Pochi secondi dopo essere rientrati in camera sentimmo la serratura della porta del bagno scattare ed udii mia madre andare in cucina per preparare lo spuntino che ci aveva promesso.I miei amici, sottovoce, mi ringraziarono di quello che avevo fatto per loro e si complimentarono con me per la bellezza di mia madre confermandomi che era la donna più bella e desiderabile che avessero mai visto.Quando mia madre ci chiamò ci presentammo in cucina e lei ci disse che non dovevamo esagerare con i giochi al computer perché avevamo delle facce stravolte.Allora le risposi che aveva ragione ma che per noi era troppa l’attrazione per quegli spettacoli e che non ne potevamo fare a meno. Comunque le promisi che ci saremmo limitati e che infondo facevamo a turno.Il doppio senso delle mie parole non poteva di certo capirlo mia madre ma i miei amici colsero immediatamente ciò che volevo dire.Dopo aver mangiato lo spuntino uscimmo e ci dirigemmo alla nostra sede perché avevamo appuntamento con gli altri due e poi volevamo parlare liberamente di quello che era accaduto.Arrivammo che Sergio e Gianni ci stavano aspettando e quando Pino raccontò loro quello che era accaduto rimasero a bocca aperta. Poverini!A quel punto dissi loro che quello che era accaduto non sarebbe mai dovuto uscire dal nostro gruppo, era una cosa piuttosto delicata e se la gente sarebbe venuta a saperlo ci sarebbero stati dei guai per tutti.Poi aggiunsi anche che se si dimostravano fedeli avrebbero potuto assistere ad altri di quegli spettacoli. Al che Sergio e Gianni si prodigarono a rassicurarmi che da parte loro non vedevano l’ora di poter vedere anche loro mia madre sotto la doccia.Invece Carlo disse che anche loro dovevano fare quello che avevo fatto io. Cioè avrebbero dovuto permettere agli altri di assistere a degli spettacoli del genere con le rispettive madri o sorelle. Come da regola del gruppo si doveva equiparare il dare e l’avere fra di noi. Quello che faceva uno di noi dovevano farlo tutti.Fu cosi che ognuno si organizzò in modo di fare assistere gli altri a quel tipo di spettacoli familiari.Nel giro di pochi mesi eravamo riusciti a vedere sotto la doccia, o svestite in camera, le madri di tutti oltre le sorelle e qualche zia.Addirittura ci capitò di assistere ad un incontro di fuoco della madre di Sergio con il tecnico della caldaia. Infatti sapevamo, raccontatoci dal nostro amico che li aveva visti per caso, che la madre, ogni anno, quanto il tecnico andava da loro per il controllo della caldaia si faceva dare una bella controllata anche lei.Scoparono per una buona ora mentre noi assistevamo di nascosto. La signora se lo fece mettere dappertutto godendo come una matta.Dopo ognuno degli spettacoli a cui assistevamo ci riunivamo nella sede e compivamo il nostro rito mentre veniva raccontato l’accaduto agli esclusi del caso.Nel caso della mamma di Sergio avevamo assistito tutti quindi commentammo solamente ma l’eccitazione fu tanta che il rito lo espletammo per ben due volte di fila.Certo che eravamo dei veri maiali, ma le cose non è che siano cambiate. Anzi!Potrete giudicare voi stessi con quello che vi racconterò.
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