La stazione è sempre affollatissima, anche domenica pomeriggio. Spero che il treno di Michele arrivi in orario. Lo conosco da più di dieci anni. Siamo sempre stati ottimi amici anche se in questi ultimi anni ci siamo un po’ persi di vista. Dal giorno del suo fidanzamento, non perde occasione per andare a trovare la ragazza. Circa un mese fa, mi chiamò per annunciarmi il suo arrivo in città. Subito non sono stato molto contento perché avevo altri programmi per la testa, ma non potevo lasciarlo solo adesso che la sua relazione sentimentale era terminata.Lo scorgo tra la folla che scende dal treno. E’ sorridente. Ci stringiamo calorosamente la mano, abbracciandoci. Seduti davanti ad un caffè, passiamo tutto il resto del pomeriggio al bar della stazione ricordando i tempi passati. Mi accorgo di quanto l’essere stato abbandonato lo abbia particolarmente frustato.Dopo una breve cena, raggiungiamo la mia abitazione per parlare più a nostro agio. Abbiamo sempre affrontato gli argomenti più disparati, senza alcun problema. La discussione, infatti, si orienta rapidamente verso i ricordi delle nostre prime esperienze sessuali. Parlando, mi sovvengo di come entrambi scoprimmo il sesso. Un giorno d’estate decidemmo di non andare al mare per restare soli a casa a giocare a carte. Chi perdeva, sottostava al volere dell’altro. Il "volere" altrui era molto semplice: il vincitore toglieva il costume al perdente. Crescendo, pensai che avremmo dovuto spingerci oltre, e, con altri amici, ci capitn di avere della sedute di masturbazioni collettive. Talvolta ci si masturbava mutuamente. Una volta, mentre un ragazzo si masturbava, mi sborrn sulla mano. Con il pretesto di andare in bagno a lavarmi, leccai lo sperma.Era passato tanto tempo da allora, ma ho ancora voglia di continuare quanto iniziammo a conoscere 10 anni prima. Michele, molto magro durante l’adolescenza, si è piuttosto appesantito in questi ultimi anni. Col pretesto di farmi vedere la pancia gli chiedo di sbottonarsi i pantaloni. Effettivamente è ingrassato; ma è la dimensione del suo cazzo che mi interessa. Lo ricordo lungo circa 17-18 cm a riposo e 21-22 in erezione. – Michele, lo hai ancora lungo come una volta? -. Non mi risponde, ma si abbassa i jeans per farmi constatare che il suo batacchio è sempre di buone proporzioni. Lo stuzzico ulteriormente chiedendogli quanto sarebbe diventato lungo una volta in erezione.- C’è un solo modo per saperlo, mettersi a lavoro!-. Lo vorrei masturbare, ma protesta affermando che questo tipo d’azione ha poco effetto su di lui. – Non c’è niente di meglio di un buon tradizionale pompino!-. Fingo di fare lo schifiltoso, ma in realtà non vedo l’ora di iniziare. – Se ti comporti bene ti ricambio volentieri il servizio.Parola d’onore! Ci stai?- Accetto, ma gli propongo di spogliarci completamente per essere più comodi.Siamo entrambi sul letto. Michele, sdraiato sulla schiena, mi offre il pene ancora a riposo, mentre io mostro gir una rispettabile erezione. Non avendo mai toccato un uccello non circonciso, mi intriga molto l’idea di giocare con il suo prepuzio. Lo bacio lascivamente sulla punta, facendo colare un rivolo di saliva. Aiutandomi con le dita, lo scappello e gli accarezzo il glande con la lingua. Lo assaporo voluttuosamente come se fosse un gelato. Scivolo lungo la sua rigidità, dall’alto verso il basso, passando per i testicoli.Prova visibilmente piacere perché il suo pene mi gratifica assumendo una turgidità marmorea ed inebriante. Gli afferro il cazzo con entrambe le mani, scappellandolo ed incappucciandolo ripetutamente. Non resisto più. Lo scappello definitivamente e cerco di mettermi in bocca i suoi 22 cm di carne palpitante. E’ troppo. Non riesco a prenderlo tutto. Accenno un movimento di va-e-vieni con la bocca. Ho le labbra avvolte al suo palo. Se, riprende a gemere. Accelero progressivamente il movimento. Sono dieci minuti che lo assaporo e sento che sta per raggiungere l’orgasmo.- Avvertirmi prima di eiaculare perché vorrei ritirarmi in tempo -. Michele insiste per farmi continuare la fellazione fino al completo svuotamento dei coglioni, assicurandomi che il suo sperma ha un gusto gradevole. – Spesso la mia ex mi gratificava con dei formidabili pompini con l’ingoio, eppure aveva sistematicamente rifiutata di farlo ai suoi precedenti compagni proprio perché non ne apprezzava la sborra!-.Mi convince e continuo il pompino perché, d’altronde, voglio provare il gusto di una sborrata in bocca con ingoio di caldo sperma. Qualche volta ho tentato maldestramente di bere il mio stesso liquido, ma non sono mai riuscito a portare la mano piena di sperma in bocca perché, come sempre avviene, dopo l’eiaculazione, viene meno il desiderio ed i riflessi si annullano. Sarebbe bello, talvolta, poter arrivare "in corso di orgasmo" al proprio pene e succhiare direttamente la sborra. Ma, vista l’impossibilità di realizzare tale desiderio, non resta che cercare una buona occasione per avere un rapporto "affidabile" con un altro uomo.Ecco! Lo sento contrarsi sotto i colpi della mia lingua. Un torrente caldo e vischioso mi scivola lungo la gola. Non riesco a contenerlo e nonostante cerchi faticosamente di ingoiarlo, un rivolo di sperma cola da un angolo della bocca. Nulla va perso perché mi ripulisco le labbra con la lingua per continuare a leccare tutto ciò che resta intorno al suo glande. Michele mi spiega che non eiaculava da diverse settimane, ovvero da quando la sua ragazza lo aveva lasciato. Comprendo cose il perché dell’abbondante sborrata che sto assaporando.Adesso tocca a me. Disteso sulla schiena gli svetto in faccia il mio cazzo ben in tiro. Lo prende subito completamente in bocca senza troppi problemi. Devo ammettere che il mio uccello non ha le sue stesse proporzioni perché non supera i 15 cm in erezione.. Sale e scende rapidamente lungo il mio pene facendomi montare progressivamente il piacere. Dopo appena cinque minuti gli vengo in bocca, scaricandogli quattro lunghi schizzi che ingoia avidamente. La quantità è inferiore alla sua precedente sborrata, ma io mi ero svuotato i coglioni qualche giorno prima scopando con la mia ragazza. Michele ha ancora voglia di continuare e non mi oppongo al suo e mio desiderio. – Voglio mettertelo in culo! -. Non sono molto convinto perché il mio culetto è ancora vergine. Non essendo mai stato penetrato, se non dalle mie dita, non penso di essere pronto a ricevere un simile trattamento, soprattutto considerando le dimensioni del cazzo di Michele. – Non ti preoccupare, verginello, prima di schiaffartelo in culo ti lubrifico per bene. Lo facevo anche alla mia ex che non ha mai sofferto i miei assalti anali. Anzi, da quando glielo fatto sentire, ha preso un tale piacere da questo tipo di rapporto che divenne quasi la regola nel nostro ménage-.Disponendomi alla pecorina, Michele mi allarga con le mani le chiappe per facilitare il percorso alla sua lingua. Mi lecca lo sfintere. -Ahhhh, ahhhhh! Inculami! Adeeeesso!-. E’ fantastico. L’aria è intrisa dei nostri odori. Ho il culo che è un bagno di saliva. Gli prendo l’uccello e glielo inumidisco con un inizio di pompino. Mi rimetto a pecorina e lui mi posiziona il glande contro lo sfintere. -Fai piano, piano!-.Mi sembra di essere squarciato da un palo. – Ahhh!. Mi fai male! -. È’è l’ho tutto dentro. Non capisco più niente, il dolore… non fa poi tanto male, anzi. Sono sopraffatto dal piacere mentre continuo ad avere il suo uccello piantato in culo. Mi stringe per i fianchi, mentre si agita ritmicamente dentro le mie viscere per circa un quarto d’ora. – Schizzami addosso, insozzami di sborra! -. -Ti accontento subito, porcone-. Accelera la penetrazione fino a quando, senza alcun preavviso, mi toglie dal culo il suo attrezzo e mi schizza copiosamente lungo la schiena. Le sue mani corrono lungo il mio corpo, distribuendo il suo liquido vischioso. Mi volto e gli riprendo il cazzo in bocca sia per pulirlo, sia per approfittare del sapore dello sperma misto a quello del mio orifizio anale. Anch’io, a mia volta, non vedo l’ora di riempirgli il culo.Ci scambiamo di posto e gli lubrifico il buchetto leccandolo con vigore. Il suo orifizio non mi basta e passo con la lingua sui glutei scendendo fino ai coglioni pelosi, cosa che lo fa visibilmente godere. Gli piazzo il glande all’ingresso del culo e spingo lentamente. Infilzatolo completamente, mi attivo con un movimento di va-e-vieni. Mi gira la testa dal piacere, e gli vengo in culo. Sono sfinito. Estraggo il pene dal caldo riparo e gli struscio la cappella sulle chiappe per spalmargli lo sperma.Il suo cazzo ritrova la consistenza di prima. – Stenditi di nuovo come prima, non ho ancora finito!-. Mi sdraio sulla schiena, mentre Michele si posiziona all’altezza del mio torace, presentandomi l’uccello all’ingresso della bocca. Gli rifaccio un pompino, gli lecco anche i coglioni, prendendoli in bocca prima uno poi l’altro. Tutto cin mentre gli stringo le mani sul culo, cercando di penetrarlo con le dita. Michele cambia idea. Si gira e mi poggia prepotentemente il culo sulla bocca. Glielo lecco e cerco di mettergli dentro la lingua. E’ prossimo all’orgasmo. Si sdraia e gli prendo il cazzo fra le mani per finirlo con una sega. E’ arrivato. Unisce le sue mani alle mie ed un getto di sperma mi raggiunge al volto, sui capelli e nella bocca ormai spalancata. Mi lecco le lebbra per non perdere neanche una goccia del suo godimento.- Stenditi tu adesso, dai!-. Gli divarico le gambe per avere accesso al suo bucchetto.Non mi stanco di spompinargli il cazzo tutto moscio, umettando anche i grossi coglioni. Avendo l’ano leggermente aperto per via della precedente sodomia, riesco ad introdurgli con maggiore facilità la lingua, facendolo gemere. Mi preparo ad incularlo per la seconda volta, soltanto che adesso mi sembra di penetrare del burro. Lo chiavo senza sforzo, godendo e giocando con il suo uccello mentre gli sfondo il culo. Con le dita raccolgo le prime gocce seminali per assaggiarle. Questa volta devo aspettare più di dieci buoni minuti prima di esplodergli tutta la mia soddisfazione nell’intestino.Non gli faccio prendere fiato che subito gli piazzo il cazzo in bocca per farmelo ripulire. -Michele, che cazzo hai? Lo tieni duro di nuovo!-. Mi allargo le chiappe per introdurmi il suo "affare" ben piantato nel culo. Mi agito su di lui facendomi entrare ed uscire il suo cazzo dal culo. Mi sono ormai abituato alle dimensioni ed ho subito un piacere intenso a sentirmelo muovere dentro. Dopo un quarto d’ora di penetrazione, mi lascia il suo seme nell’intestino, ed io mi appresto subito a leccargli ciò che gli resta sul glande. Questa volta siamo entrambi esausti. Il mio uccello non potrebbe sopportare una nuova erezione. Finiamo per addormentarci uno affianco all’altro. Il giorno dopo, mi sveglio prima di Michele. Vederlo nudo al mio fianco è troppo: il suo pene a riposo è come se mi lanciasse un richiamo. Glielo riprendo in mano e comincio a stuzzicarlo. Me lo metto in bocca ed inizio una nuova fellazione. Michele, svegliandosi con largo sorriso sulle lebbra, mi propone di farci una doccia e di continuare il nostro gioco sotto l’acqua.Sotto il getto d’acqua, mi fa inginocchiare davanti a lui per riprendere il pompino.Il suo uccello riprende tutto il suo vigore, ma questa volta cerco di infilarmelo completamente in gola. Nel giro di dieci minuti mi eiacula in bocca. Credendo di avergli completamente svuotati i coglioni durante la notte, sono sorpreso dalla quantità di sperma che ingoio. Rimane eccitato e desidera sodomizzarmi. Mi spalmo la schiuma da bagno sullo sfintere e mi pianto tutto il suo cazzone in culo. Iniziano cose dieci minuti di un va-e-vieni infernale che terminano con un’abbondante eiaculazione nell’intestino. Poi mi porto alle sue spalle e dopo avergli massaggiato il culo con il bagno schiuma, senza esitazione, gli schiaffo il cazzo ben turgido nel culo. Me lo sbatto con forza fino a svuotarmi.I giorni successivi continuammo i nostri giochi, ma con più calma.
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