Introduzione:Ormai era un po’ di tempo che avevo notato qualcosa di strano. Non erano solo le sue occhiatine curiose ed imbarazzate ad avvertirmi che qualcosa in lui era cambiato, ma tracce inequivocabili erano lasciate quasi platealmente per tutta la casa.Non volevo credere che il mio giovanissimo Marco potesse aver sviluppato negl’anni fantasie così assurde sulla sua mammina. Più di una volta ho avuto la sensazione di essere spiata in bagno.. e.. vabbhè, fin qui potevo anche sbagliarmi, ma.. i collant? Ogni settimana me ne spariva un paio. Sparivano solo per qualche giorno per poi ricomparire nella cesta delle cose sporche in bagno, completamente macchiati di strani, quanto inconfondibili aloni.Adesso?!?!.. sono turbata e confusa. Non so se credere o no al mio istinto, forse dovrei tacere tutto e lasciar che il tempo scorra mettendo ordine nella testolina di Marco o forse sarebbe meglio chiarire la situazione con mio figlio?Parlare di questa cosa con mio marito? Behh.., non so fino a che punto potrebbe essere una buona idea.E’ un anno infatti che Giovanni, mio marito, sembra impazzito sul fronte del sesso.Non fa altro che martellarmi con la sua idea di vedermi esibita in pubblico.Per lui è un chiodo fisso! Non che la cosa mi possa dispiacere più di tanto.. anzi, spesso a letto, mi ritrovo estremamente eccitata mentre mi tocca raccontandomi le sue fantasie, ma non voglio che tali fantasie possano sconfinare il flebile confine che le separa dalla realtà. Se fosse per lui, sarei sempre ricoperta da mille sguardi e mille mani che sfiorano il mio corpo in ogni angolo, ma.. in una cittadina piccola e bigotta come la nostra, dove le voci corrono veloci quanto i pensieri sarebbe troppo rischioso realizzare fantasie simili.Per questo motivo, a volte, io che sono sempre stata un persona molto più moderata e controllata di lui, mi comporto in modo freddo e distaccato dinanzi a quel desiderio che per lui è divenuta una vera ossessione, lasciandogli spesso, dipinta sul viso, i tratti crudeli della delusione.Forse prima di tornare a mio figlio per tormentarvi con i miei pensieri e le mie preoccupazioni sarebbe meglio presentarmi. Sono Irene, 36 anni, penso molto ben portati: carnagione molto chiara e occhi azzurri, capelli castano chiari che da poco porto corti alle spalle. Snella, vita molto sottile, una terza di seno ancora ben sodo (forse grazie alle tante ore che ho sempre dedicato alla danza) e con una bella forma che termina in due piccoli e rosei capezzoli da ragazzina. La parte che amo più di me. He!he!.. non vorrei essere troppo immodesta, ma ce n’è più di una.. a partire dal viso, pulito e sempre poco truccato, per passare al mio bel culetto tondo e sodo scendendo più giù lungo due belle gambe affusolate e ben tornite che terminano in due splendidi piedini lisci, morbidi e molto regolari di forma nonostante ami indossare scarpe con tacchi sempre molto alti.Mi sono sposata molto giovane (lui più vecchio di me di 7 anni), quando già aspettavo Marco e forse il mio atteggiamento, molto più pacato rispetto a quello di Giovanni, è dovuto proprio al fatto di essere investita sin da molto giovane, da una smisurata mole di responsabilità quando tutte le mie amiche ancora potevano permettersi mille divertimenti, serate pazze trascorse nei più svariati locali, facendo avventure di ogni genere (stando ai loro resoconti).. beh.. io questo non potevo permettermelo e mi accontentavo semplicemente di viverle attraverso il loro racconti.Forse mi sono dilungata troppo.. veniamo ora a Marco! Ormai le settimane trascorrono inesorabili e nessun cambiamento si nota in lui: i collant continuano a sparire per riapparire macchiati, le sue attenzioni alle mie forme si fanno sempre più insistenti e la sensazione di essere spiata in bagno o in camera quando mi cambio si fa sempre più frequente.La mia decisione di far finta di nulla e tacere davanti a quegli elementi che avevo costantemente sotto gl’occhi sembrava non portare a nulla… così, anche se un po’ dubbiosa decisi di parlarne a mio marito.Eravamo a letto quando accennai il discorso:- Giò, non hai notato nulla in Marco da un po’ di tempo a questa parte?- No.. non mi sembra.. perché me lo chiedi?- Non so.. veramente non so nemmeno come dirtelo.. forse mi prenderai per pazza, ma.. ho una strana sensazione…..- Sarebbe?!?!?…- Beh.. ecco.. Marco… (mi sento veramente imbarazzata.. ma devo dirglielo) credo che mi spii e non solo…- Cosa cosa?- Beh.. ci sono anche strane sparizioni dei miei indumenti intimi, soprattutto i collant, che poi riappaiono nella cesta della roba sporca in condizioni indecenti e….- E…?!?!- Mi guarda in modo strano… spesso quando sono in cucina, o in salotto, girandomi l’ho colto, imbarazzatissimo, con lo sguardo che si posava o sul mio sedere o sui miei seni, per poi cadere istantaneamente a terra… senza parlare inoltre del tempo che passa chiuso in bagno!…- Acci… al nostro marcolino piace la sua mammina he!he!- Ecco lo sapevo.. non potevo sperare di parlare seriamente con te.. mi serve il tuo aiuto per capire!!! Non delle battute!!!- Ma dai Irene, sei la solita.. ti preoccupi per poco!.. non hai mai sentito parlare del complesso di Edipo?- Beh.. si.. ma.. dici che è il caso di Marco?- Beh non mi stupirebbe… sai da piccolo l’ho passato anch’io- He!he!.. e ti pareva!- Non c’è molto da ridere.. non immagini quanto si possa star male.. il desiderio si contrappone al impossibilità del contesto in cui nasce.. e proprio questa impossibilità di dargli sfogo lo alimenta sempre di più.. cresce fino al punto di bruciarti nel petto e non solo nel petto..- Acci.. povero Marco.. non pensavo si trattasse addirittura di questo- Sai.. molte madri si accorgono di questo e fanno finta di nulla… ma… io, avendolo sperimentato sulla mia pelle posso assicurarti che non è una gran soluzione.. pensa al tempo che perde a masturbarsi quando potrebbe fare mille attività migliori e pensa quanto tempo può impiegare, un desiderio che si alimenta dalla sua irrealizzabilità, per estinguersi.. sempre detto, poi, che non lasci tracce nella sua psiche in futuro..- Cavolo Giovanni!!! Adesso sono ancora più confusa! E io che cosa dovrei fare?!?!?- Beh.. non pensare male.. ma, a suo tempo, credevo che l’unica arma contro quel desiderio è di annullare il propellente che gli permette di correre a briglia sciolte………. “la sua irrealizzabilità”!- Cosa?!?!- Uff.. non hai ancora capito?!?!.. ti sto dicendo che l’unico metodo corretto credo sia si assecondarlo.- AHHH?!?!.. ma sei matto!??! È nostro figlio!!!- Non sono matto e sai che tengo a lui moltissimo.. e proprio per questo ti chiedo di sacrificarti in questo tipo di cura.. di comprendere i suoi desideri e assecondarli. Continuammo a parlare ancora un po’, la proposta di Giovanni mi infastidiva molto, la trovavo assolutamente sporca e immorale, ma non so, forse l’irrealtà di quei discorsi accese in me una strana curiosità anche se nella mia mente non era stata plasmata una forma ancora concreta e distinguibile.Quella notte finimmo col fare l’amore, per poi cadere, subito dopo, priva di forze, in un sonno ricco di strani sogni che avevano come protagonisti Marco e il mio corpo, un corpo nuovo, privato del suo spirito e delle logiche che fino a quel momento l’avevano mosso, un manichino una lattina legata al filo di sconosciuti pensieri.Come può un burattino curare? Quel corpo privato dei suoi meccanicismi di quali nuove logiche si stava colmando?Ahhh.. la testa mi friggeva al risveglio!.. Il bacio di Giovanni mi fece aprire gl’occhi!- Buon giorno amore! Ben tornata tra noi!- Ciao Giò! Smacckk!- La notte ti a portato consiglio?.. hai preso una decisione su quello che farai?.. mi darai ascolto?- Beh.. ecco.. in realtà non ho ancora le idee chiarissime, però, dato che fingere che non stia accadendo nulla non ha portato i frutti auspicati.. beh.. forse dovrei fare come mi hai suggerito tu.. però.. francamente non saprei nemmeno da dove iniziare..- Beh.. questo non è troppo difficile.. hai detto che spesso lo hai colto guardare le tue forme.. beh.. per iniziare, una cosa che potresti fare, è permettergli di vederle un po’ meglio.- E come?- Beh.. potresti vestirti in modo che le tue forme, siano più a portata dei suoi sguardi.. quindi.. abitini un po’ più succinti e provocanti..- Acci Giò! mi vergogno già… sono sua mamma… quello che per un’intero anno tu mi hai chiesto di fare con degli sconosciuti in qualche locale.. dovrei realizzarlo ora con mio figlio?!?!?- Ne abbiamo già parlato… devi vederla come una cura Irene…- Hummm- Ahh.. ecco.. oltre a vestirti in modo sexy.. sai anche che ama i collant giusto?- Quindi?- Beh.. dovresti indossarli. Dovresti mettere i più belli che hai.. magari quelli tutto nudo senza cuciture e corpetto… immagino che gli piacciano quelli più velati.. quindi magari potresti indossarne di quelli che non superano i 15-20 denari. Infine dovresti metterli in mostra il più possibile.- Come come?? (sono imbarazzata, ma allo stesso tempo curiosissima.. i sogni appena fatti mi hanno messa in uno strano stato e non mi sento di interrompere le parole di Giovanni per quanto assurde esse possano sembrare)- He!he!.. ma dai Nene! Ti devo dire tutto?.. metti una mini molto corta e fai in modo che sia sempre ben sollevata… oserei dire al limite della decenza he!he! Nelle faccende che svolgi abitudinariamente, cerca di sedurlo, muoviti provocandolo; devi inserire la malizia in ogni cosa che fai quando sei davanti a lui..- Ma tu sei proprio pazzo Giò!!! Ma sei sicuro di quello che dici?- Vedrai… adesso ti sembra tutto pazzesco, ma vedrai che qualche risultato in più rispetto all’indifferenza lo otterremo.. beh.. .scusa, ma ora sono in ritardassimo.. scappo al lavoro!.. mi raccomando Nene!!..- Se!se!.. la fai facile tu! (stranamente riesco a sorridergli) Ciao Giò! Buon lavoro.. ti racconterò tutto al tuo ritorno!Il nuovo giorno:Strane sensazioni pervadono la mia mente, mi sembra di iniziare un nuovo capitolo della mia vita e….. “basta pensare!!”, una bella doccia è quello che ci vuole, poi preparerò la colazione a Marco prima che vada a scuola.Feci una doccia veloce e fu dopo essermi asciugata, quando stavo per uscire con indosso solo l’accappatoio che sentii la porta della stanza di Marco chiudersi.”Cavoli!”.. mi aveva spiata ancora?Andai nella sua stanza per svegliarlo come ogni mattina.. eppure, sapevo che era già sveglio e che fingeva solamente.Lo trovai disteso su un fianco, le coperte in cui era avvolto segnavano la linea del suo corpo, lo guardai e mi ritrassi quando il mio sguardo di posò sul gonfiore che le coperte sottili, strette sulla sua vita, mettevano in evidenza.Aprii la finestra, mi inchinai per riordinare le poche cose che Marco aveva lasciato disordinatamente sul pavimento.Bastò quel movimento per far si che la cintura dell’accappatoio si allentasse, rendendo più ampia la scollatura sul mio seno; me ne accorsi, ma non feci nulla per sistemarmi meglio.M avvicinai a lui per poi posare una mano sul suo fianco e pronunciare con la voce più dolce, quasi civettuola: “Marco?!.. su, è ora di svegliarsi”; (nel dirlo la mia mano lo accarezzava, leggerissima, sul fianco, all’altezza della vita).- hummm… devo proprio mamy? Ho sonno- su dai piccino, devi andare a scuola.. da bravo, alzati, che intanto ti preparo la colazione.Mi ero inchinata vicino a lui nel parlargli; se avesse aperto gl’occhi avrebbe potuto gustare una buona porzione dei miei seni.Restai ancora un po’ in quella posizione e solo quando mi accorsi che i suoi occhi erano appena socchiusi e che già da qualche istante si stava beando della visione del mio decolleté, mi rialzai e andai verso la cucina.Che strano!.. mi ero appena mostrata, anche se solo in parte, a lui, sotto il suggerimento di mio marito e la cosa non mi era per nulla dispiaciuta. Sentivo come qualcosa vibrare alla bocca dello stomaco, qualcosa che mi toglieva il fiato.Era un effluvio di paura per quel nuovo ruolo che avevo assunto (diciamo, a fin di bene) e di estrema curiosità.Mi chiedevo fino a che punto avrei dovuto spingermi. Poi l’immagine, nuovamente, della sua erezione sotto le copertine. Tremavo. Avrei dovuto costantemente tener informato Giovanni e chiedere consiglio a lui per ogni cosa, perché sentivo che questa “cura” era un po’ troppo per le mie possibilità, sono sicura che avrei rischiato di sbagliare qualcosa.La scuola di Marco è un istituto tecnico a tempo pieno. Ritorna verso le cinque del pomeriggio, lasciandomi la casa vuota e un sacco di tempo per tutte le mie faccende. Sono sempre fin troppo sola se non fosse che all’ora di pranzo fa ritorno tutti i giorni Giovanni dato che il suo ufficio non è molto distante da casa nostra.Quel giorno a pranzo, raccontai a Giovanni dell’episodio della doccia, di come poco dopo avessi potuto notare l’erezione di Marco e di quanto furono numerose le sue occhiate sul mio seno, mentre gli servivo la colazione.Giovanni mi disse che era tutto normale e che non dovevo aver nessun timore di assecondare le sue voglie.Poi mi disse che nell’andare al lavoro, nel negozietto poco distante dal suo ufficio, aveva notato un bel vestitino, che molto probabilmente sarebbe piaciuto parecchio a Marco e che si era permesso di farlo mettere via, l’aveva già pagato e bastava andarlo a ritirare. Ci andai nel primo pomeriggio, un paio d’ore prima che tornasse Marco.Rimasi veramente stupita quando lo vidi, indubbiamente era molto elegante, ma sembrava un abitino da sera. Come avrei fatto ad indossarlo in casa, che scusa avrei potuto inventare?Si trattava di una gonna nera a metà coscia, non troppo corta, ma con una particolarità: due fasce laterali larghe circa quindici centimetri, che partivano dai fianchi fino all’orlo, erano completamente trasparenti e mettevano a nudo cosce e una parte dei glutei.Abbinata alla gonna, c’era una camicetta nera in raso. La fantasia floreale creava un gioco di “vedo non vedo” alternando frammenti trasparenti e non.Giovanni era impazzito!.. Insieme al vestitino aveva fatto mettere via dei collant Wolford, 15 denari, velatissimi, tutto nudo, senza cuciture e un reggiseno nero, con le coppe (come già detto, porto una terza) in nylon, quindi, completamente trasparenti. Lo chiamai appena uscita dal negozio e gli chiesi se era impazzito. Fu una breve telefonata durante la quale mi spiegò che avrebbe preso anche il perizoma, ma che per colpa delle fasce laterali della gonna, trasparenti, aveva pensato che stesse male e mi invitò a non indossare nessun tipo di mutandine.Ero a dir poco stordita! Mi stavo vergognando in modo pazzesco. E’ vero, sarei rimasta in casa e nessun altro mi avrebbe vista eccezion fatta per Marco eppure mi vergognavo. Cercai di non pensarci. Come aveva detto Giovanni, dovevo farlo per Marco.. era la cura!!A casa mi preparai curando ogni minuzia. Trovai il tempo anche per rifarmi lo smalto color perla su mani e piedi. Presa da non so quale vanità decisi di curare anche il pelo del pube. Da ragazza, soprattutto, ho sempre avuto la mania di curarlo molto, forse anche perché con la danza, non potevo permettermi che uscisse qualche peletto dai costumini di scena, sempre così succinti. Avevo optato per lasciare una piccola strisciolina di peli, ma la mano mi tradì e fini per ripulirla completamente. Mi guardai lo specchio e più che il sesso di una 36enne, sembrava il sesso di una giovane ragazzina. Ultimai l’opera infilando un paio di sandali neri: un solo filetto sulle dita, uno attorcigliato attorno alla caviglia e un tacco da otto centimetri. Il mio bel piedino rimaneva così completamente esposto avvolto solo dal velatissimo tessuto delle calze.Quando terminai di vestirmi notai un piccolo particolare allo specchio: tra le fantasie della camicetta, un capezzolo era completamente visibile. Provai a tirare un po’ l’attillata camicetta, ma il risultato era sempre lo stesso: il capezzolo dopo pochi istanti ricompariva sotto lo squarcio trasparente. Stavo quasi per decidere di cambiarmi quando la voce di mio figlio mi gelò il sangue dalla cucina: – “MAMY?!?! CI SEI?!?!”.- SI MARCO!.. ARRIVO!!Scesi in cucina, imbarazzatissima.. mi sentivo rossa in viso. Lui mi dava le spalle e armeggiava dentro il frigo.- Mamy? C’è qualcosa per far merenda?- Si piccolo, te la preparo io.Si girò in quel momento e mi vide. Il cuore iniziò a rimbalzargli nel petto così rumorosamente che quasi potevo sentirlo.Cercai di distoglierlo dallo sbigottimento di quel istante anche se non sapevo bene cosa dire.- Beh.. non dici nulla?!?! Visto il regalo che mi ha fatto papà? Ti piace?- Ohhh.. s.s..si!!! mamy.. ti sta d’incanto!!!! Sei una favola!!!- He!he! Grazie! Ma non esagerare! Ti piace veramente?- Si si si.. moltissimo.. è molto, hummm.. “elegante”.Sapevo che con quel “elegante” voleva dire “provocante”, “osé” e “sexy”!!- Dimmi Marco.. ma non è un po’ troppo osè secondo te? ..è così trasparente…- He!he!.. ma dai mammina, che dici?!.. con le cose che si vedono oggi giorno non mi sembra per nulla eccessivo! Guarda le sfilate di moda.. sono tutte mezze nude con i seni di fuori.. oppure guarda gl’altri spettacoli in tv!.. su mamy, veramente, non devi farti problemi.- Humm… sarà!.. forse è che non ci sono abituata..Iniziai a preparargli la merenda e non ci volle molto, quando fui vicina al tavolo, dalla parte dove si era seduto, perché notasse il mio capezzolo.Diventò rosso in viso e smise di chiacchierare.Mi inchinai vicino a lui per porgergli il piattino con la merenda e con fare da civetta collaudata (non mi ero mai sentita così prima, stavo recitando una parte e iniziavo a divertirmi) gli domandai:- “Hey stilista?!? Ti sei morso la lingua?!?!- he!he! ma no mamy!- Su su.. cosa c’é che non va? Hai notato qualche imperfezione nel vestito? Nel dirlo accennai un leggerissimo e scherzoso pizzicotto sul suo fianco, come se volessi fargli il solletico.- He!he!.. no no mamy.. nessuna imperfezione nel vestito.. anzi.. penso che papà abbia avuto molto gusto nella scelta. Il tessuto di questo vestito sembra così fine e impalpabile!- Beh.. in effetti lo è.. – Posso sentire mamy, di che materiale è?- Beh.. ecco… s.. s.. si.. se vuoi…(iniziavo ad essere più titubante ora, ma non potevo rifiutarmi, sembrava una richiesta ingenua e banale)Allungo la mano sulla mia gonna. Sfiorò la gonna percorrendo in modo leggero buona porzione della fascetta trasparente di destra. Se il palmo poggiava e sfregava leggero sulla coscia, i polpastrelli arrivavano fino a sfiorare la natica. Mi sentii percorsa da mille brividi seguiti, subito dopo da un’ondata di calore. Lo lasciai fare per qualche istante, senza proferire una parola.- Acci! mamma.. questa gonna è veramente bellissima!!! E’ morbidissima al tatto e mette in risalto le tue belle gambe.- Ma dai Marco.. che belle gambe vuoi che abbia he!he!.. sono gambe da vecchietta he!he!.. (mi escono dei risolini nevrotici dalla bocca che non riesco a controllare)- Sai mamy.. dovresti vestirti più spesso in questo modo. Col tuo fisico potresti permetterti di indossare vestiti anche molto più audaci di questo, senza scadere nella volgarità. – Più audaci ancora?!?!… he!he!.. caro il mio stilista, mi sembra di sentir parlare tuo papà!- Beh.. ha ragione mammina!.. dovresti dargli più retta.. del resto immagino che sia orgoglioso di avere una moglie così bella e che non voglia altro che tutti possano apprezzare quanto sei carina, si sentirà lusingato nell’essere invidiato.- Ma dai Marco che dici?!.. mi imbarazzi he!he! – Guarda che non scherzo! Stai veramente d’incanto! In effetti non ho mai capito perché ti trascuri sempre, fatta eccezione per qualche fine settimana, quando esci col papà… Quando ti vedo uscire sei così bella!.. come adesso, insomma.. – Acci Marco, non pensavo che ci facessi così attenzione.. beh.. se proprio ci tieni tanto.. humm.. magari, dopo, vedremo che tipo di vestiti intendi.. perché no.. he!he! Potrai farmi da stilista personale se vuoi.- Dici veramente mamy,.. la prendo come una promessa?- Certo tesoro!Capivo che la sua era una proposta molto audace e che gli era uscita di bocca solamente per il suo stato attuale di estrema eccitazione. Francamente iniziavo a sentirmi anch’io molto eccitata, non mi andava di fermare il gioco. Ma non si trattava di un gioco?!.. Cosa stavo pensando?!.. Doveva essere una cura!.. Assecondarlo! Si!.. Ma era solo una cura!La mano mano di Marco era ancora appoggiata sulla mia coscia quando una sua frase mi ammutolì:- Mamy?.. ma come mai non si vede il segno delle mutandine qua sul fianco?Non sapevo cosa rispondere, e così, a disagio per la semplicità con cui mi ha fatto notare che ero senza mutandine, l’unica cosa che mi usci di bocca fu:- Hummm.. ehmmm… ecco.. vedi.. il fatto è che con il tessuto trasparente non si dovrebbero vedere.. stanno male… e così non le ho indossate.- Ma.. ma.. hai i collant però.. li hai messi senza nulla sotto?Completamente rossa in viso feci un cenno di assenso con la testa.Si leggeva ormai sul viso di Marco un eccitazione non ancora a lungo contenibile. Aveva capito, molto probabilmente, che qualcosa nel mio atteggiamento era cambiato e che poteva approfittarsene, ma fino a che punto si sarebbe spinto?I minuti che seguirono erano sprofondati in un assordante silenzio in cui i pensieri correvano troppo veloci da un angola all’atro della mente per essere captati. Mentre la sua mano era ancora appoggiata leggera sul mio fianco e mi sfiorava con lentezza notai che qualcosa aveva attirato la sua vista verso il basso, il suo sguardo era posato sui miei piedini e silenzioso sembrava studiarli con attenzione. Chiesi se ci fosse qualcosa che non andava nelle mie scarpe, ma al contrario, mi rispose che apprezzava molto anche il tipo di calzature che indossavo. Volevo mettere a nudo i suoi pensieri cosi continuai: – beh.. si.. sono belle, ma non hai idea di quanto sia impegnativo portarle tutto il giorno. Io lo faccio solo per un motivo estetico oggi, tanto per provare il vestito nuovo, ma non ci sono abituata, anzi, fra pochissimo le toglierò.- Immagino mammina.. ma.. ti fanno male?- Beh.. proprio male no.. ma forse avrei bisogno di un paio di pantofoline piuttosto che questi tacchi alti. – Mamy!.. non c’è problema! Ti aiuto io.- Tu??.. e come?- Sai, me la cavo abbastanza bene con i massaggi.. se ti fidi.. vedrai che poi ti sentirai sicuramente meglio.- Woowww!! Sembra un’idea allettante Marco!.. ma sei sicuro di volermi fare un massaggio ai piedi?- Si certamente! Vieni.. distenditi sul divano.- Ok!.. proviamo.Gli sorrido ci alziamo e ci avviamo in salotto. Solamente nel momento in cui mi inchino per distendermi sul divano, mentre lui si apposta ai miei piedi, ricordo che sono senza mutandine. Penso che devo stare attenta e tener ben chiuse le gambe o… altro che gonna provocante, avrebbe la visione della mia passerina tutta depilata.Una volta distesa, sento prendermi con gentilezza le caviglie, le gambe si raddrizzano e i miei piedi vengono appoggiati alla sua coscia.Inizia a massaggiare un piede e.. – ” acci Marco!! È piacevolissimo!”. Non credevo fosse tanto abile nei massaggi. Le sue mani che in un primo momento avevano iniziato ad accarezzare le caviglie e il collo del piede si concentrano ora sulla pianta.Le sue dita sottili corrono leggere, sfiorando ogni singolo nervetto.Piccole scosse partono da quelle estremità per poi salire e inondare il mio corpo di brividi.Le scosse raggiungono le mie tempie, perfino i capelli sento vibrare. Poi man mano che la sua attenzione si avvicina alle dita del piede, le scosse scendono prendendo di mira la mia pancia.Non posso fare a meno di contrarre il secondo piede, quello ancora appoggiato sulla sua coscia. Il movimento è quasi impercettibile, ma inevitabile e nel farlo non mi accorgo che lo sto strusciando sul tessuto rigonfio dei suoi pantaloni, proprio vicino al suo sesso.Sento il suo respiro affannato e le sue mani che ora mi toccano con maggior vigore: si insinuano tra alluce e il primo dito e fanno pressione. Non so su quale nervetto agisse, ma una scossa parti rapida e violenta verso il mio ventre, come se una mano invisibile si insinuasse tra le gambe.Riuscii a non farmi sfuggire un’esclamazione di piacere, ma il mio corpo si irrigidì.Il piede libero si allungò fino a sfiorare completamente il suo sesso e le mie ginocchia si allargarono di qualche centimetro.Non so cosa mi stava accadendo, ma fui presa da una voglia improvvisa, mi sentii bagnare tra le gambe. Il pensiero che tutto questo potesse accadere per un semplice massaggio di mio figlio mi turbò moltissimo. Quale dottore potevo mai essere, se io per prima, già per così poco, iniziavo a perdermi nella cura prescritta?Fui salvata dallo squillo del telefono.Mi ricomposi e andai a rispondere in corridoio, lontano da Marco che nel frattempo era tornato in cucina.Era Giovanni, mi avvertiva che non sarebbe tornato a mangiare, ma che avrebbe accompagnato due suoi ex-colleghi a mangiare una pizza in modo da cogliere l’occasione per parlare di un nuovo progetto. Gli raccontai del massaggio ai piedi e che, poco prima, Marco mi aveva parlato di indossare vestiti ancora più audaci.Poi volle assicurarsi che non ci fossero ripensamenti da parte mia e mi incitò, anche se con tono scherzoso, a soddisfare tutte le sue richieste.Quando tornai in cucina lo vidi metter via il piatto che aveva usato per la merenda. Notai che, fra non molto, sarebbe stata quasi l’ora di preparare la cena, mi ricordai poi che, presa com’ero dai recenti sviluppi, non avevo ancora fatto i mestieri.- Marco.. il massaggio lo rimandiamo ad un altro momento.. va bene?- Perché mamy?- Ho un po’ di faccende da fare, comunque sappi che era davvero straordinario, non credevo che tu potessi essere tanto abile nei massaggi.Erano pressappoco le sette quando sentii l’allarme della lavatrice che mi avvertiva della fine del lavaggio.Passai per il salone dove trovai Marco intento a sfogliare l’enciclopedia.- Mamma?!..- Si?- Non hai visto l’ottavo volume?- Beh.. non è al solito posto?- No, no.. non l’ho proprio visto.- Aspetta, ti do una mano, lascia guardare me..- Si, grazie, ho già preparato la scaletta.Iniziavo a chiedermi se non stesse architettando qualcosa per osservare meglio le mie gambe e chissà cosa avrebbe potuto vedere con me in quella posizione. Era una scusa la scaletta? Cercai di far finta di nulla.- aspetta mamma, ti aiuto a tenere la scaletta- ok, grazie.Salii sul terzo gradino, ma per raggiungere l’enciclopedia dovetti allungare un piede anche sul quarto. Il tessuto della minigonna era teso e mi vincolava, poi sentii l’orlo risalire di qualche centimetro.- tienimi bene Marco, mi raccomando he!he!Sorridevo imbarazzata.Senti le sue mani staccarsi dalla scaletta per tenermi direttamente le gambe.Le sentivo salire forti e allo stesso tempo leggerissime.Raggiunsero in breve le cosce.Di nuovo qualcosa vibrava dentro me. Mi chiedevo cosa riuscisse a vedere e da come era risalita la minigonna penso che il panorama concedesse veramente poco all’immaginazione.Ora sentivo le sue mani tremare leggermente, i suoi pollici mi sfioravano come in una sorta di carezza.Continuo a cercare fingendo di non accorgermi di nulla.- Ahh!!! Eccolo finalmente.. Il libro era come immaginavo al suo posto, quindi la scaletta era solo una scusa per sbirciare sotto la mini.Era tutto così assurdo, mi stavo mostrando a mio figlio.. forse poteva vedere chiaramente anche la mia fighetta depilata e rimanevo ugualmente ferma, come imbambolata.Quella sensazione di sottomissione che poco prima avevo provato quando Giovanni mi aveva spiegato il modo in cui agire con Marco stava di nuovo attanagliando il mio petto.Chissà se Marco percepiva la mia tensione? – Guarda.. era proprio qui davanti.- He!he! mammina non l’ho proprio visto chissà dove ho la testa..- …ops…….. – he!he!..Non potevo crederci! Mi ha dato una piccola sberla sul sedere: leggera, scherzosa forse.. pero’ mi aveva toccata proprio sulle natiche!- che fai?!.. mi sculacci anche adesso? He!he!- ma dai mammina, non ti avro’ fatto male?- Uuuhhh si malissimo! he!he!- Aspetta .. una carezzina e passa tutto- Ora la sua mano si era posata leggera sul mio sedere per massaggiarlo con un movimento rotatorio. Mi sentivo stranissima e decisi di scendere dalla scaletta, dopo aver passato il volume, per riprendermi da quel momentaneo stordimento.La cena prosegui normalmente (anche se sentii Marco andare al bagno più di una volta nelle ore successive) e all’arrivo di Giovanni gli raccontai tutto.Sembrava molto eccitato dalle mie rivelazioni e mi disse che stavo facendo la cosa giusta. Cercò di convincermi a non tirarmi indietro da qualsiasi richiesta di Marco. Trovavo la cosa elettrizzante. Il senso iniziale di repulsione per quel comportamento verso mio figlio si era tramutato in paura in tensione, ma adesso iniziava ad incuriosirmi sempre di più anche se la vergogna non accennava a diminuire. Raccontai a Giovanni anche della mia promessa a Marco: avrebbe potuto scegliere i vestiti che avrei dovuto indossare. Giovanni a quel punto era veramente entusiasta, eccitatissimo. Lo avvertii che poteva essere pericoloso: cosa avrei fatto se Marco avesse scelto dei vestiti troppo osé e fossero arrivati degli estranei, tipo il postino o i suoi compagni di scuola o chissà chi altro??La sua risposta fu abbastanza chiara. Non mi lasciò nemmeno il tempo di aggiungere un’altra parola che iniziò a toccarmi ovunque. Mi aveva immobilizzata. Mi prese a lungo e mi ripeté spesso che comunque avrei dovuto assecondare il suo volere. Dovevo fare tutto quello che lui mi comandava senza preoccuparmi di nient’altro.Finimmo stravolti a letto, ma prima di cadere rapiti dal sonno più profondo, sentii in corridoio la porta del bagno chiudersi. Ero troppo stanca per preoccuparmi se Marco avesse potuto udire qualcosa, anzi mi dissi che la cosa era proprio impossibile.

