“Come hai potuto solamente pensare una cosa del genere? Sei diventata pazza? Quella che era con te nuda era tua figlia!” “Senti, lo so che è una cosa strana da concepire ma posso assicurarti che è successo tutto per caso, all’improvviso e con il consenso di tutte e due!” rispose la moglie alla domanda. “Va bene, ma è pur sempre tua figlia?” “Si, è vero! Vuoi negarmi che non hai mai pensato di toccare tua figlia in un altro modo? Non ti ho mai raccontato questo ma varie volte hai fatto dei sogni che riguardavano tua figlia e non erano di certo tanto casti! Urlavi il suo nome nel sonno e dicevi tante altre cose!” “Ok, lo ammetto! Forse in qualche notte ho sognato mia figlia nuda ma riesco ancora a distinguere la realtà dalla finzione! Erano solo sogni!” “Senti, non venirmi a spiegare cosa sono i sogni! Sono una psichiatra e posso attribuire il significato dei sogni anche alla vita reale; anche in questo caso! Non ti sei mai svegliato con la voglia di strusciarti vicino il corpo di tua figlia? Trovare le occasioni per poter stare in luoghi stretti dove poterla toccare involontariamente? Molte volte ti ho notato! Non dirmi cazzate! Ora, visto che è successo a me ti scandalizzi tanto?” “Ma cavolo, potevate dirmelo senza farmelo scoprire in questo modo!” la sua voce tornava ad un livello accettabile. Probabilmente era riuscito grazie a Maria a tirare fuori le sue voglie represse per via del legame di parentela stretto. “Posso assicurarti che non sei il solo a cercare il contatto!” “Cosa vuoi dire?” “Voglio dire che una persona a te cara vuole avere un contatto diverso da quello ordinario!” “Intendi…?” ammiccando verso la stanza della figlia. “Si, me lo ha confidato un giorno, quando eravamo sole e mi aveva chiesto com’eri a letto!” “E te gli hai spifferato cosa facciamo noi a letto? Non posso crederci!” “Dai, non te la prendere, era interessata. Come forse sai, lei ha già avuto rapporti intimi con altri ragazzi ma non l’hanno soddisfatta completamente. Probabilmente non erano abbastanza esperti come poteva esserlo un uomo della tua età! Credimi, quello che voleva sapere era molto lontano da una semplice domanda innocente. Voleva sapere come comportarsi! Lasciaci sole per il resto della giornata, io le parlerò e vedrò sul da farsi. Se stasera, quando torni, non ci sono vuol dire che tutto è andato bene!”Maria andò nella stanza della figlia a parlarle mentre il padre uscì di casa sbattendo la porta. Rita rimase perplessa su cosa si erano detti nella stanza i suoi genitori. Non poteva credere che il suo paparino l’avesse vista nuda assieme a sua moglie nella stessa stanza mentre giocavano in modo provocante. Maria cominciò a parlare a sua figlia per capire che sentimenti aveva verso il padre in quel preciso momento. Rita si sentiva spinta a provare una nuova emozione con suo padre, con l’uomo che l’aveva messa al mondo. Decise di accettare la proposta di sua madre. Maria aveva suggerito tutto alla figlia. Le aveva confidato cosa piace al marito, come fare per eccitarlo al massimo, come comportarsi. Tutto questo poteva sistemare le cose in famiglia o almeno così pensavano le due donne! Rita non si sentiva obbligata ad andare con suo padre, anzi, voleva sfruttare l’occasione appieno. Non voleva farsi sfuggire la possibilità di portarsi suo padre a letto. Voleva anche lei provare le emozioni che la madre le aveva raccontato. Maria uscì di casa subito dopo cena anche se non sapeva bene dove andare. Avrebbe passato la notte fuori. “Cosa gli dico se mi chiede dove sei andata?” disse Rita. “Non ti preoccupare. Gli dici che ero arrabbiata per quello che avevamo fatto e, per non cadere ancora nella trappola, ho deciso di passare la notte in albergo. Potrebbe berla?” “Si, spero.” “Ora vado, buona notte!” Rita si trovava ora sola nella sua stanza. Cosa poteva fare per rendere tutto semplice e casuale? Come poter godere appieno della situazione sia per lei che per il padre? Rita cominciò dalla sua stanza. Andò nella camera degli ospiti e prese la telecamera. C’era ancora la cassetta dentro! Prelevò la casetta e la inserì nel videoregistratore mentre la telecamera la collocò in camera sua, nascosta dietro a dei pupazzetti. Prese nei suoi cassetti ed in quelli della madre le cose che piacevano al babbo. Tutto era pronto. Andò in salone e accese la televisione. Non c’era nulla di bello in tv sia in prima che in seconda serata. Meglio così! Riportò la cassetta in principio, dove c’era lo striptease suo e di sua madre fatto tanto tempo prima. Iniziò a sistemarsi in maniera composta per vedere un film già visto. La sua posizione mutò velocemente. Quasi di nascosto, la sua mano si stava insinuando tra i suoi pantaloncini accarezzando la sua micia rasata. Sentì fuori dalla porta dei rumori di chiavi. Quasi sicuramente era suo padre che tornava a casa. Era lui. Velocemente si ricompose sulla poltrona. Il padre non le disse nulla e lei fece altrettanto. Rita era incerta sullo svolgersi dei fatti di quella sera e soprattutto di quella notte. Non sapeva se il padre sarebbe caduto nella sua trappola. Dopo un’ora di silenzio fu Rita a rompere il ghiaccio. “Vado a letto! Tanto non c’è nulla di bello in televisione” “Va bene, ok!” Rispose freddamente il padre. Rita si alzò dalla poltrona sistemandosi i pantaloncini anche se non ce n’era motivo. Per un breve tratto avrebbe fatto intravedere le mutandine al padre, con velata sensualità. Rita andò nella sua stanza. Mentre si toglieva i pantaloncini sperava che il padre, come tutte le volte che non c’era nulla in tv, accendesse il videoregistratore e vedesse il contenuto della cassetta. Rita lasciò la porta socchiusa per poter sentire tutti i movimenti del padre. Eccolo, stava accendendo il video, come aveva sperato. Le sue abitudini non erano cambiate. S’infilò nel letto facendo attenzione a scoprirsi bene il sedere sodo e giovane. Le sue mutandine erano tra le natiche appositamente studiate. Il padre, in sala, cominciava intanto la sua visione. Non sapeva cosa fosse quella cassetta ma decise di guardarla. Sempre meglio della programmazione di quella sera. La programmazione non reggeva di certo il confronto con quella cassetta. Il primo spogliarello era di sua moglie. Lo visionò con molta cura. I suoi pantaloni erano slacciati come pure la camicia. Iniziava a sentire caldo e a sentire la voglia di toccarsi. Lo face prima con molta delicatezza. La sua mano s’insinuava tra i boxer e la sua pelle, scendendo giù fino ad incontrare il grosso fallo non ancora del tutto sveglio. Ora sua moglie era completamente nuda. Adesso capiva come mai si rasò il folto ciuffo di peli ricci tra le gambe! Era il turno della figlia. Le immagini barcollarono per un po’ dovute al cambio di mano. Sua figlia era in mezzo alla stanza con una vestaglia sensuale e velata. Sotto si potevano intravedere il reggiseno e le mutandine bianche. Con fare di una spogliarellista professionista si levò la vestaglia. Portava indumenti intimi come piacevano a lui. Erano lisci, senza decori, come quelle delle bambine che non ancora conoscevano la malizia ed il piacere del sesso. Molte volte sua moglie le portava non perché le piacessero ma per eccitare suo marito. La telecamera ed il suo zoom erano messi sul magnifico sedere di Rita. Tante volte lo aveva sfiorato con una gamba, con il braccio ed alcune volte con la mano. Era così sodo e provocante! Quanto avrebbe dato per poter toccare quell’angolo di paradiso che aveva la figlia. Voleva sentire quanto era sodo, sentire le sue mani piene di carne fresca e soffice. Intanto che il suo pensiero si allontanava sempre più, cominciava a spogliarsi rimanendo solo con i boxer. La vagina di Rita era accarezzata da una soffice e vellutata carezza, come solo quella stoffa poteva fare finché le sue mutandine non scivolarono a terra scoprendo non solo il fantastico sedere meta dei suoi sogni ma anche il monte di venere mai nemmeno sognato di conquistare. Anche lei era accuratamente rasata tra le gambe e probabilmente era stata lei a dare il suggerimento alla madre. Il reggiseno, nello sfregare con il petto aveva reso i suoi capezzoli sensibili e duri come biglie di vetro. Si girò, dando le spalle alla telecamera mentre ancora una volta era il suo magnifico sedere a fare da padrone. La telecamera raggiunge l’altezza del suo seno e poco dopo Rita si girò mettendo in bella mostra la sua quarta. Il padre era estasiato. Non ci poteva credere che sua figlia fosse così carina, porca, fantasiosa. Sembrava adatta per un film hard. Il padre non ne poteva più. Fermò la cassetta e si diresse in stanza da Rita. Rita faceva finta di dormire mentre pensava alla posizione di suo padre e al suo abbigliamento. Il padre si diresse verso di lei. Sentì la sua presenza vicino al letto e con un piccolo movimento ondeggiò il sedere tenendolo bello alto alla portata della mano del padre. Il padre, dopo quel piccolo movimento, prese forza e cominciò a toccare prima un gluteo. Il suo tocco era simile ad una carezza. Non era soddisfatto della conquista e portò l’altra mano sul gluteo libero. Ora era chino su di lei! Le stava massaggiando il sedere. Un movimento brusco di Rita fece ritirare le sue mani da quell’avamposto conquistato. Era ora di dormire. Prima, però, voleva fare un’altra cosa, sperando di non svegliare la figlia, anche se il sonno di Rita sarebbe stato profondo come non mai! Portò la sua mano destra tra le gambe della figlia e, delicatamente allungò le dita fino a sentire la consistenza della sua fica. Era troppo per un uomo. Doveva pure sfogarsi ma non aveva voglia di farlo ora. Forse stava aspettando il rientro della moglie per sfogare tutta la sua frustrazione. Quella notte però non sarebbe tornata. Andò in camera sua e prese sonno in maniere alquanto difficile. Rita aspettò le 2 di notte per attuare l’altro punto del suo piano: quello decisivo. Si alzò, si mise la vestaglia da notte prestata dalla madre per quella notte e per lo spogliarello e si diresse in camera di suo padre. L’uomo stava disteso sopra le lenzuola con addosso solo i boxer. Rita era tentata di ripagare il padre con la stessa moneta, di approfittare del suo sonno ma quello che aveva in mente era molto più efficace per scatenare tutta la voglia repressa contenuta in questi anni dal suo babbo. Portò la sua mano verso il petto del padre trovando i muscoli duri. Lo svegliò strattonandolo di qua e di là. “Che c’è?Che ore sono?” disse con voce fioca. “E’ l’ora di liberarsi!” Detto questo diresse la luce della lampada sul comodino verso la parete mentre il padre tentava il risveglio. Non poteva capire cosa lo stesse aspettando di lì a poco! Rita si allontanò da lui andando verso il muro. Quella scena non era di certo originale per i due: l’avevano già vista o provata nella videocassetta. Tutto era uguale. Rita portava quella sottoveste così provocante, sensuale che aveva visto nel video, i suoi seni facevano capolino sotto di essa, le sue lunghe e sinuose gambe erano in bella vista ai suoi occhi. Rita cominciò a levarsi prima la vestaglia che nulla lasciava all’immaginazione con un lento ma costante movimento facendo guadagnare agli occhi del padre la bellezza del suo corpo. Ondeggiò sensualmente girata di schiena verso il padre. Portò le sue mani verso il reggiseno e con delicatezza lo tolse. Il padre stava ripensando contemporaneamente alla videocassetta che sostava a lungo sul suo sedere. Anche Rita voleva riprodurre nella realtà tutta la cassetta. Il padre avanzò sul bordo del letto e distese le sue mani sul sedere della figlia. Rita si allontanò un po’ per stimolarlo ancora di più. Si girò tenendosi le braccia attorno ai seni e guardando la reazione di suo padre a quella vista. I suoi boxer stavano letteralmente tenendo in prigione il grosso fallo del padre ma lui non ci pensava; tutto quello che notava era il corpo della figlia. Rita si rigirò dando le spalle al padre. Si avvicinò nuovamente al bordo del letto continuando ad ondeggiare il suo sedere finché non portò la sua carne fresca verso il padre chinandosi leggermente. Il padre l’afferrò per le anche, prese con le dita gli slip soffici e delicati e li portò a terra. Il viso del padre sostava a lungo all’altezza del sedere dove poteva vedere il monte di venere, meta di tanti sogni repressi. Voleva riportare la sua mano tra le gambe della figlia ma lei lo guardò facendogli capire di non toccarla. Rita mise una mano tra le sue gambe e l’altra sui suoi seni come per coprire le sue intimità. Tutto questo era stato accuratamente studiato dalla giovane ed irrequieta Rita per aumentare l’eccitazione del padre. Si girò verso di lui avanzando. Il padre non aspettava altro. Prese le braccia di Rita per scoprire le sue intimità. L’osservò con molta cura ed infine esclamò “La mia bambina!” Rita gliel’aveva fatta. Era Rita ora che conduceva il gioco. Prese per le braccia il padre e lo tirò a sé per farlo alzare. Scese verso i suoi piedi percorrendo con le mani tutto il suo corpo e il suo fallo. Alzò lo sguardo verso il viso di suo padre coperto dalla massa di carne pulsante presente nei boxer. “Aveva ragione la mamma! Sei uno stallone!” disse sorridendo Rita guardando il padre. Portò le sue mani ai lembi e delicatamente li portò a terra liberando un fallo grosso e duro come descritto dalla madre. Intanto Maria, presa forse da gelosia, si recò in casa. Non sapeva esattamente cosa più le desse fastidio se condividere il proprio uomo con sua figlia oppure il contrario. Entrò in casa e si diresse in camera. Rita si stava rialzando e nel contempo accarezzava le gambe del padre. Prima le accarezzava con due mani fino a raggiungere la meta, raggiungendo i testicoli e il grosso fallo che fu stretto in una morsa dolce dalla figlia. Rita si distese sul letto e vide la madre sull’uscio della porta. Non disse nulla. Non voleva forzare la madre a partecipare o vedere e poteva capire il suo stato d’animo. Rita spalancò oscenamente le gambe portandole a sé. Il padre si accovacciò sulle ginocchia avendo davanti il monte di venere. Chiuse gli occhi mentre il padre cominciò dapprima a toccarla con movimenti calibrati e con tanta maestria. Era già presa dai sensi ma non voleva far finire tutto lì! Il padre, capendo forse il suo stato decise di passare oltre. Ora era la sua lingua a penetrare la fessura della piccola ed inesperta figlia. La sua lingua dava leccate dolci su tutta la lunghezza del monte di venere sentendo i piccoli peli sotto pelle poi, d’un tratto la penetrò con la lingua. Sembrava un piccolo cazzo tra le sue gambe. In quel momento Rita non stava pensando alle dimensioni. Pensava che quell’intruso tra le sue gambe fosse la lingua del padre che la stava letteralmente fottendo! Rita era già tutta bagnata e questo lo sapevano entrambi. La madre intanto, cominciava a provare sensazioni mai provate fino allora! Cominciò a sbottonarsi i primi bottoni del vestito lungo fino a farlo cadere con noncuranza per terra; si era denudata. “Falle provare la tua virilità, tesoro!” esclamò la moglie. Il marito si alzò sul letto sempre con le ginocchia piegate. La madre si diresse verso il letto avvicinandosi all’orecchio della figlia. Rita fece un cenno della testa e si girò prona sul letto, piegò le gambe ed alzò i fianchi. Era alla pecorina. Aveva già provato la sensazione di essere completamente succube del proprio amante anche se l’aveva fatto solo con la madre. Il padre si dispose dietro di lei prendendo il fallo tra la mano! “Aspetta!” disse Maria. “Voglio che la nostra piccola provi il maggior piacere possibile per quest’avvenimento!” Detto questo si distese sul letto, prona, e s’insinuò tra le gambe della figlia. Non aveva mai provato questa posizione e neanche fare del sesso in tre ma le fu tutto così naturale e spontaneo che non si fermò neanche per un attimo. Ora aveva la fica della figlia davanti ai propri occhi e poco distante il fallo del marito. Il padre s’insalivò la cappella fino a renderla lucida e viscosa. Il buchino della figlia era proprio li! Aspettava solo il momento di assaporare un vero fallo dentro di se. La madre cominciava a leccarle la fica prima con dolcezza poi, quando il freno inibitore fu lasciato completamente, con leccate sempre più forti fino a sfotterla anche lei con la lingua. Il padre era allo stremo. Puntò il suo pene tra le chiappe sode della figlia. Iniziò prima a far assaporare il calore del suo membro alla figlia. Rita aspettava quel momento con tanta insistenza da non poterne più. Portò una mano dietro di se e afferrò il pene del padre che cominciava a pulsare dal desiderio. Diede una spinta forte verso il suo sedere anche se questa non fu abbastanza forte da penetrarla. Il padre riprovò con violenza, come le suggeriva il gesto della figlia. Diede un colpo deciso ed intenso ma non fu abbastanza deciso da violare quell’antro violato solo poche volte da un fallo. Dopo alcuni tentativi riuscì nel suo intento. Afferrò le chiappe della figlia e con un movimento lento ma deciso violò quel piccolo buco. Rita sussultò. La madre continuava a leccarle la fica mentre il padre si muoveva lentamente dentro di lei. Dopo alcuni minuti Rita ed il suo culo si abituarono a quella situazione. Ora il padre stantuffava dolcemente il sedere della piccola bambina. Fino allora l’aveva chiamata sempre così. Per lui il tempo non era passato. Non poteva immaginare che la sua piccola crescesse tantomeno di poter violare il suo sacro buco. Il padre venne dentro la sua piccola e Rita provava una certa soddisfazione nel sapere che aveva fatto godere il padre. Il padre si allontanò dalle due donne. Ora il padre era disteso sopra il letto e accanto era sdraiata la figlia. Dopo alcuni minuti per riprendere le forze, Rita si alzò. Ora era lei che voleva condurre il gioco. Si mise a cavalcioni sopra il padre che intanto dava segni di cedimento. Si abbassò sul pene del padre e cominciò fargli una sega con le sue tette. Il pene del padre sembrava gradire quelle attenzioni ed, in pochi minuti, aveva già ripreso tutta l’energia necessaria per soddisfare nuovamente la figlia. Ora Rita aveva raggiunto il suo scopo. Prese il fallo del padre e se lo portò tra le gambe. Era lei che voleva condurre il gioco ed, in men che no si dica, si era fatta penetrare nella sua fica depilata. Era da tanto tempo che il pene del padre non assaporava una fighetta rasata e tenera come quella di sua figlia. Le pulsazioni erano alle stelle nel suo pene. La madre si pose sopra di lui e le offrì la sua fica da leccare mentre la piccola stantuffava con il suo corpo. Dopo pochi minuti il padre venne nuovamente anche se meno copiosamente. La fica della sua piccola era tutta pervasa di sperma. Si distese sopra il letto a metà. “Mamma vuoi darmi una pulita?” disse Rita alla madre indicando la sua fica piena di sperma. La madre non se lo fece dire due volte. Mentre Rita apriva le gambe alla madre, lei si portava tra esse cominciando a pulire in modo approfondito quella piccola caverna. “Papi, vieni. Hai bisogno anche te di una pulita.” E mentre la madre si prendeva cura di lei, lei faceva altrettanto con il padre leccando in tutta la sua lunghezza il grosso fallo. Numerose furono le volte che Rita partecipò attivamente alle effusioni amorose dei genitori ed alcune volte Rita li ricambiò registrando le su effusioni con i ragazzi che aveva, facendole vedere ai due amanti e genitori.
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