Una Famiglia Patriarcale (IV parte)

La mattina, al mio risveglio fu stupendo sentire ancora la mano di Mamma sul mio cazzo, come gli avevo ordinato la sera prima.Era bellissima, distesa al mio fianco in una posizione molto scomoda pur di esaudire il mio desiderio.Le mie sorelle e Paolo dormivano ancora, distesi sul tappeto, quasi uno sull’altro dato il ridotto spazio a loro disposizione.Rimasi alcuni minuti ad ammirare i loro corpi nudi ed a gongolarmi con me stesso di averli sottomessi ai miei voleri.Volli allora, quasi per dimostrare a me stesso il potere che avevo nei loro confronti, svegliarli a forza di schiaffi e calci.Tutti e quattro non appena aperti gli occhi si scusarono per aver dormito così a lungo.Quella mattina mi sentivo particolarmente gasato ed in vena di dispensare i più svariati supplizi ai mie servi.Sentivo il bisogno di andare in bagno, così decisi di usarli come cesso.Ordinai allora a Claudia ed a Paolo: “Voi due ora dovete farmi da cesso!”, “unite le vostre mani sotto il mio culo in maniera che io possa cacarci sopra”, “mi raccomando di non far cadere niente o ve la faccio mangiare”.Loro ubbidirono e giunsero le mani in modo da raccogliere tutta la mia merda.Quando ebbi finito, ordinai: “Mamma e Stefania, ora voi mi pulirete il buco del culo con la lingua, avanti cagne leccate fin quando non ritornerà lindo!”.Stefania iniziò per prima a leccare, non aveva mai leccato la merda ed inizialmente ebbe quasi un attacco di vomito, mia Mamma invece, che credo che non fosse nuova a questa cosa, non ebbe nessun problema e leccò senza fermarsi un attimo. Dopo breve, il mio culo era veramente più pulito di prima.Per premio, li mandai allora tutti a fare la doccia, mentre io rimasi sul letto in attesa del loro ritorno. Quando ritornarono dalla doccia, si misero nudi tutti in fila di fronte a me in attesa di ordini.Io ero disteso sul letto completamente nudo e stavo giocando con il mio cazzo.Dopo averli ammirati tutti quanti per diversi minuti, ordinai loro di inginocchiarsi.Poi, alzatomi dal letto, iniziai a colpirli sulla faccia con il cazzo, stringevo loro il seno e gli tiravo i capezzoli, li presi a calci nel culo e schiacciai il cazzo di Paolo con il piede.Mentre continuavo a percuoterli, dicevo loro: “Luridi cani, siete i miei schiavi, non contate nulla, la vostra unica ragione di vita è di servirmi e riverirmi”, “vi stò picchiando solamente perché ne avevo voglia, senza nessun motivo”, “dovreste ringraziarmi perché perdo il mio prezioso tempo con voi!”.Tutti e quattro in coro risposero: “Grazie padrone”, Mamma poi aggiunse: “siamo qui unicamente per far si che tu sia contento, vederti godere è la nostra massima soddisfazione, ti adoriamo”. Appena Mamma ebbe finito di parlare, Stefania e Claudia dissero: “Mamma ha espresso anche il nostro pensiero, siamo le tue umili serve che soddisferanno sempre ogni tuo desiderio”. Anche Paolo volle dire la sua: “Padrone, tua madre e le tue sorelle mi hanno tolto le parole di bocca, fa di me ciò che vuoi”, “ti ringrazio in anticipo per tutti i supplizi e le umiliazione che mi affibbierai, sono molto contento di essere tuo schiavo”.Io allora, dopo un attimo di silenzio aggiunsi: “bene, vedo che cominciate ad ambientarvi nella vostra nuova condizione sociale, sono orgoglioso di voi e per premiarvi ora usciremo tutti insieme per andare a fare dello shopping”.Dissi poi: “Andatevi a preparare per uscire, ovviamente nessuno di voi deve indossare biancheria intima”, “Stefania e Claudia, voi dovete mettervi un top chiaro e quei pantaloncini corti che usate per andare in palestra”, “Paolo, prendi un paio di bermuda ed una t-shirt dal mio armadio “, “invece tu Mamma, che sei la più troia di tutte, voglio che ti metti quella camicia di raso viola che mi piace tanto ed una gonna nera che ti arrivi almeno quattro dita su del ginocchio e con lo spacco laterale e dovrai calzare gli stivali neri che ti ha regalato papà”.I miei schiavi corsero subito a prepararsi secondo i miei ordini e tornarono da me dopo solo pochi minuti. Erano tutti stupendamente arrapanti che quasi rinunciavo ad uscire per quanto mi avevano eccitato.Io ero ancora nudo ed ordinai loro di vestirmi. Tutti e quattro si gettarono su di me per esaudire quell’ordine. Fui vestito in un batter d’occhio.Uscimmo da casa e salimmo in macchina.Paolo guidava, Mamma era al suo fianco, mentre io mi ero seduto dietro in mezzo alle mie sorelle.Girammo per la città ed a ogni semaforo invitavo Mamma a dare degli spiccioli agli zingari che chiedevano l’elemosina al bordo della strada.Avevo fatto aprire a Mamma la camicia sbottonandola per i primi tre bottoni in modo che chi si affacciasse al finestrino potesse ammirare buona parte del suo seno.Io da dietro potevo gustarmi le facce sorprese di quelle persone, mentre con le mani infilate nei pantaloncini di Claudia e Stefania le masturbavo.Quando fui stufo di quel gioco, ordinai a Paolo di dirigersi al centro commerciale.Giunti nel parcheggio lasciammo la macchina in un punto più isolato ed una volta scesi dall’auto, ordinai a Paolo di tirarsi giù le bermuda ed a Claudia di abbassarsi e di fargli un pompino. Mentre Claudia era intenta a leccare l’asta di Paolo, presi Stefania per i capelli e la girai, facendole appoggiare le braccia sul tettino della macchina.Dopo averle tirato giù i pantaloncini, cominciai a darle delle manate sulla figa fino a farla arrossare. Mamma invece faceva la guardia in modo da avvisarci se si fosse avvicinato qualcuno. Quando mi accorsi che Paolo era quasi sul punto di sborrare, ordinai a Claudia di smetterla di leccare ed a Paolo di rimettersi i bermuda.Il suo cazzo era duro ed il rigonfiamento si vedeva benissimo sotto i pantaloncini.Così, rivestita anche Stefania, ci dirigemmo all’ingresso del centro commerciale.Una volta dentro, Paolo arrossì quando si trovò di fronte a delle commesse che sicuramente avevano notato il rigonfiamento.Io camminavo qualche metro dietro di lui per vedere meglio la faccia della gente che lo guardava e sorrideva. Le mie sorelle erano al mio fianco ed io le cingevo la vita con le braccia ed appoggiavo le mani sui loro stupendi culi e ogni tanto facevo salire le mani per accarezzare pubblicamente anche il loro seno.Avevo ordinato a Mamma di camminare dietro a tutti per osservare come palpeggiavo le sue figlie.Decisi di entrare in un negozio di abbigliamento, non c’erano altri clienti, solo tre commesse.Notati dei capi molto succinti, così dissi a Mamma: “Provati questa maglietta e questa gonna, qui davanti a me!”. Doveva spogliarsi e rivestirsi dove si trovava, tra gli appendini carichi di vestiti. Lei ubbidì, si tolse il top ed i pantaloncini, rimanendo per qualche decina di secondi completamente nuda, prima di indossare i nuovi capi di abbigliamento che gli avevo dato. Paolo era ancora eccitato, così gli ordinai di prendere una maglietta dallo scaffale, di andare in uno spogliatoio a farsi una sega badando bene a sborrare nella manica e quindi di portarla alla cassa per farle impacchettare.Lui ubbidì e si diresse ne box, non ci mise tanto ad uscire e quando diede la maglietta alla cassiera, questa rimase di sasso quando piegandola si sporcò con quel liquido appiccicaticcio. Quella poveretta non sapeva cosa dire, così dopo qualche momento di smarrimento disse a Paolo che era sporca e che poteva prenderne un’altra.Ma lui come da miei ordini, insistette per avere quella. La cassiera allora la incartò e le fece il conto, poi andò dalle sue colleghe per raccontarle l’accaduto.Tutte e tre guardarono Paolo sghignazzando, mentre lui abbassata la testa si diresse verso di noi.Mamma nel frattempo si era rimessa i suoi vestiti, quindi uscimmo da quel negozio e ci dirigemmo nel supermercato.Al reparto frutta e verdura mi divertivo ad ordinare ai miei schiavi di leccare un cetriolo o una carota come se stessero facendo una pompa. Prendevo le banane e le infilavo sotto la gonna di Mamma facendole strusciare sulla figa che era grondante di umori poiché si stava eccitando moltissimo.Anche le mie sorelle erano eccitate, a tal punto che cominciava ad apparire un lieve alone tra le loro gambe.Giungemmo al reparto articoli per animali e li sui collari per cani.Provai i collari sul collo dei miei schiavi e quando trovai quelli della misura giusta li presi insieme ai guinzagli. Erano del tipo bullonato.Gli altri clienti presenti ci guardavano disgustati, ma non ci feci molto caso.Presi anche dell’altro materiale e dopo aver pagato uscimmo dal centro commerciale.Risalimmo in macchina, questa volta mia madre era seduta accanto a me e Stefania era passata davanti con Paolo.Durante il tragitto per tornare a casa, scelsi di passare per delle strade secondarie poco trafficate. Il mio cazzo era duro e mi faceva molto male premendo contro gli slip, così mi tolsi i pantaloni e le mutande e ordinai a Claudia di prendermi il cazzo in bocca mentre si masturbava.Contemporaneamente, sbottonai completamente la camicetta di Mamma lasciando che il suo seno ballonzolasse liberamente ad ogni buca che prendevamo.Le sollevai la gonna e cominciai ad infilarle le dita nella figa e nel culo.Allungai poi il braccio in avanti verso Stefania e le ordinai di leccarmi per bene la mano, quindi quando fu tutta insalivata, la appoggia sulla figa di Mamma.Piano piano la mia mano scomparve nella sua fessura, tra gli ansimi di godimento di Mamma. Quando però la macchina sobbalzava per le buche, quell’ansimare si trasformava in gemiti di dolore. Claudia intanto continuava a spompinarmi con voracità ed io ogni tanto le appoggiavo una mano dietro la testa e gliela spingevo verso di me, costringendola ad ingoiarsi tutto il cazzo fino alla palle.Diedi ordine a Stefania di masturbarsi, cosa che fece con gioia dato che era eccitatissima, mentre Paolo dato che era alla guida aveva ordine di non distrarsi e di concentrarsi sulla strada.Sborrai copiosamente in bocca a Claudia, ma questa volta non le permisi di berla, la sborra doveva distribuirla agli altri.Così Claudia andò prima da Mamma e le diede un lungo bacio sulla bocca, passandogli buona parte dello sperma che lei apprezzò molto. Poi andò a baciare Stefania e gli passò lo sperma rimastogli. Mi feci ripulire l’uccello da Mamma e mi rivestì, ordinando anche agli altri di fare altrettanto.Giungemmo finalmente a casa. Non appena fui entrato, mi sedetti su divano, ordinando ai miei schiavi di mettersi in fila di fronte a me.Poi dissi: “Schiavi, ora vi tratterò per quello che siete, dei luridi cani!”.”Spogliatevi e mettetevi a quattro zampe!”.Presi il sacchetto del supermercato e tirati fuori i collari li misi ad ognuno di loro dicendo: “porterete questo collare in segno della vostra ubbidienza, non dovrete mai toglierlo senza il mio permesso”.Agganciai ad ogni collare un guinzaglio e preso il frustino per cavalli, che avevo appena comprato, portai la mia muta di cani a spasso per casa colpendoli continuamente con la frusta.Le cose che mi divertiva colpire più frequentemente erano il cazzo di Paolo e le tette di Mamma, comunque non trascurai Claudia e Stefania, dispensando anche a loro colpi di frustino sul culo e sulla figa.Ero di nuovo eccitato, così salii in groppa a Stefania e gli infilai il cazzo nel culo.Mentre l’inculavo, la tiravo verso di me con il guinzaglio, facendo penetrare ancora di più il cazzo nel suo culetto. A Paolo ordinai di mettersi dietro di me e di leccarmi il culo.Diede invece ordine a Mamma ed a Claudia di andare a preparare da mangiare poiché avevo fame. Venni dentro a Stefania inondandola, poi tolto il cazzo dal culo di mia sorella lo misi nell’ano di Paolo, mettendo Stefania a leccarmi il buco del culo.Dopo averglielo messo dentro cominciai a pisciare nello sfintere a come se gli stessi facendo un clistere. L’urina scolava fuori dal culo, così misi Stefania sotto di me a bocca aperta a raccogliere ogni goccia di piscio che fuoriusciva.Stefania non fece cadere neanche una goccia d’urina sul pavimento, era davvero brava.Io pranzo era pronto, così andai a tavola e mi sedetti a mangiare, ma non permisi che anche loro si sedettero. Ordinai a tutti di accucciarsi sotto al tavolo ad attendere che gli gettavo gli avanzi. Ubbidirono e come dei veri cagnolini si acquattarono ai miei piedi, leccandomeli in attesa di ricevere qualche cosa da mangiare.Ero a metà del pranzo quando ad un tratto la porta di casa di aprii.Era mio padre che era ritornato a casa prima del previsto.Entrato in cucina rimase senza fiato per lo spettacolo che gli si parava davanti.Sua moglie e le sue due figlie nude, accucciate sotto il tavolo insieme ad un ragazzo, intenti a mangiare per terra, mentre suo figlio stava comodamente seduto a tavola.Chiese allora spiegazioni ed io dissi: “Ti ricordi quando mi hai detto che Mamma era la tua schiava e che da quel momento in poi sarebbe stata anche mia?”, “bene, ora non ho solo Mamma al mio servizio, ho sottomesso anche Claudia e Stefania e come puoi vedere anche se il mio compagno d’università Paolo”, “tutti loro sono ora al mio completo servizio”.Mio padre allora disse: “Tua madre è una schiava nata e quindi non c’è niente di strano che sia sottomessa, ma non mi sarei mai sognato di far diventare schiave anche le mie figlie”. Io allora spiegai a mio padre che non fu affatto difficile sottometterle poiché anche loro avevano la sottomissione nel sangue, tale madre tale figlie.Mio padre allora fece per alzare la voce quando lo zittii dicendogli: “Basta papà, non rompermi i coglioni con queste cazzate, so che anche tu hai sempre sognato di fotterti tue figlie solo che non ne avevi il coraggio”.Mio padre allora chiamò Mamma dicendo: “Cagna, come hai potuto permettergli di fare questo”, “vieni subito qui!”.Ma Mamma non si mosse da sotto il tavolo.Papà allora gli disse: “troia che cosa cazzo fai, non mi ubbidisci più?”.Io intervenni dicendo: “No caro babbo, non ti ubbidisce più, lei ora ubbidisce solo a me, come pure tutti gli altri”. Mio padre dopo un attimo di silenzio disse: “Come osi parlarmi in questo modo, io ti caccio di casa!”.Io allora rimando calmo dissi: “Mi dispiace caro babbo ma credo che tu non abbia capito la situazione visto che se uno di noi deve andarsene quello sei tu, hai due possibilità, ho te ne vai da questa casa dato che è di mamma o accetti anche tu di essere mio schiavo come gli altri”.Papà abbassò subito il tono e quasi balbettando disse: “scusami figliolo, non volevo farti arrabbiare, dimmi cosa posso fare per te”.Io allora dissi: “bravo babbo, finalmente hai capito, vieni qui da me”.Mio padre allora venne verso per abbracciarmi, ma io lo fermai dicendogli: “Stronzo, cosa fai, devi darmi prova della tua obbedienza”, “inginocchiati e prendimelo in bocca”.Mio padre allora disse: “ma cosa cazzo dici, sono tuo padre non puoi chiedermi queste cose”. Allora io feci un cenno ai miei quattro cagnolini che erano sotto il tavolo.Questi saltarono subito addosso a Papà e lo costrinsero ad inginocchiarsi, poi Mamma gli prese la testa e l’avvicino al mio cazzo dicendogli: “Ti ha dato un ordine, eseguilo immediatamente!”. Era la prima volta che Mamma dava un ordine a Papà, lui ne fu talmente scosso che ubbidì subito ed iniziò a sbocchinarmi.Finalmente avevo tutta la famiglia al gran completo ai miei ordini.Lasciai che mio padre continuasse il pompino, ma nello stesso tempo ordinai a Stefania e a Claudia di spogliarlo. Quando fu completamente nudo, feci un cenno con la mano, arrivò Paolo che dopo essersi lubrificato l’uccello lo inculò.Papà ebbe un sussulto quando senti il cazzo dentro ma non smise di leccare.Credo che la cosa cominciasse a piacergli.In un attimo avevo trasformato mio padre da uomo autoritario a servetto smidollato.