Iniziò quindi tutto quando cominciai desiderare una macchina tutta mia, non solo per andarmene in giro e farmi i cazzi miei con le amiche, ma anche per avere un posticino per farmi scopare da chi mi pareva. Visto che andavo ancora a scuola e non lavoravo non avevo i soldi per comprarmela, così presi in considerazione l’idea di cominciare a vendere il mio corpo, di fare la puttana, idea che mi fece subito bagnare il cavallo dello slip. Di battere sul marciapiede non se ne parlava, avevo paura e poi potevo sempre incontrare qualcuno che conoscevo, e seppure io sia la troia che sono, facevo lo stesso parte di una famiglia “bene”. Come fare?Parlandone con delle amiche appresi che una di loro, Giada, aveva ottenuto il motorino facendo zozzerie col fratello più vecchio di lei e anche sposato. Un giorno si era trovata le mani del fratellone sulle chiappe e dopo il primo momento di sconcerto approfittò della situazione per trarne beneficio, dopo aver realizzato l’effetto che gli faceva, e cominciò a darsi da fare sul serio. Il sospetto lo aveva già avuto quando aveva sorpreso il fratello a sbirciargli il culo, che è grosso e bello rotondo, ma aveva pensato ad un errore. Quando finalmente lui perse la testa palpandola apertamente tutto le fu chiaro, e la puttanella ne approfittò. Gli fece capire che la cosa “si poteva fare”, e dopo averlo fatto sbavare per qualche giorno sculettandogli intorno, gli disse che se lui le avesse fatto dei regalini lei sarebbe stata molto gentile con lui. Che troia!Troia ma non stupida, perchè i “regalini” arrivavano a rotta di collo, borse e vestiti firmati, gioielli e alla fine uno scooter fiammante. Giada mi confidò che il poveretto era letteralmente soggiogato da questa gran figa della sorellina e che avrebbe potuto ottenere qualsiasi cosa, specialmente ora che lui cominciava a reclamare qualcosa in più delle seghe e pompini che lei gli elargiva, e delle golose leccate di figa e di culo che gli concedeva.Quando confidai alla mia amica che mi trovavo in una situazione molto simile con mio padre, che si lustrava gli occhi sul mio culo e più di una volta mi aveva mollato delle pacche, ma mai si era soffermato a tastarmi per benino (per timore della mia reazione, credo), lei mi consiglio di non avere scrupoli. Di buttarmi, insomma.Ora, io non è che non ci avessi già pensato, sapete che sgualdrinella sono, ma tra lo sfinirmi di ditalini al pensiero e il passo vero e proprio c’è differenza. Sapevo di fare effetto al mio paparino, ma fino a che punto? Sapevo che era attratto dal mio fondoschiena, ma capii quanto quella volta che entrò nella mia camera mentre ero davanti al pc, vestita solo con un top e dei pantaloncini di ciniglia rosa. Ebbene, io ero sola e mi ero presa la libertà di mollare una scorreggina, piccola ma molto odorosa poichè era già un paio d’ore che dovevo fare la cacca e rimandavo a dopo, quando mio padre irruppe nella stanza e si avvicinò alla mia scrivania. Io avevo scorreggiato due secondi prima e quindi il mio profumino si sentiva bene! Mio padre non fece una piega, non disse una parola al riguardo (strano, no?), anzi si dilungò a biascicare qualcosa per cinque minuti, come se volesse bearsi dell’odore del mio corpo, della mia cacchina. Realizzai che doveva essere pazzo di me e delle mie belle chiappe, che era quello che in america chiamano un “ass-man”, uno fissato col culo, al punto di apprezzare tutto quello che un fondoschiena poteva “regalargli”, al punto di essere attratto persino dal culo della figlia, se è una bella figa. Il giorno dopo marinammo scuola e invitai Giada a casa mia, le parlai di quello che era successo e lei confermò i miei sospetti dicendomi che il fratello era lo stesso, e che facevano anche dei giochini “strani”, senza farmi capire troppo ma concedendomi di sapere che lui apprezzava eccome le scorregge della sorella, arrivando a chiudere i finestrini della macchina quando lei ne mollava una, e ormai al punto in cui erano non ci sarebbe stato motivo di tenersela nella pancia! Mi si stava schiudendo un mondo sconosciuto davanti, che seppur con un brivido mi fece bagnare la fighetta come non mai. Non avrei mai pensato di potermi eccitare pensando a certe cose, ma era così. Avevo una voglia terribile di annusare una scorreggia, ma non una delle mie che conoscevo benissimo, bensì della mia amica Giada: doveva esserci un motivo se Giorgio, suo fratello, ne andave pazzo. Conoscendomi, sapevo che se mi fosse piaciuta ( e le secrezioni che mi allagavano la figa non facevano che confermarmelo) avrei avuto voglia di andare oltre. Cosa avrebbe pensato Giada? Me ne fregai e dissi:-“Voglio provare.”-” A far cosa?” disse lei;-“Oh, lo sai non fare la stronza” ribattei;-“Voglio sentirtelo dire, Lara.” disse con un sorrisino;-“Che puttana che sei! Mi hai fatto venir voglia di provare una delle tue scorregge, se tuo fratello si spara le seghe al solo pensiero deve esserci qualcosa di speciale…”- “Lui è un porco! Non so se sono speciali, forse… Profumano di cacca… A te piace la cacca?” chiese col respiro un po’ affrettato;Io ormai avevo la mano nelle mutande e tenevo la fighetta fradicia nel palmo della mano, stringendola piano, strizzandola delicatamente avvertendo le secrezioni scivolarmi tra le dita.-“Non lo so se mi piace… non ho mai provato …ancora… ma so che ho voglia di annusarti il culo, non puoi fare una scorreggia per me?”-“Posso provare, sei sicura?;-“Sììììì, quando hai cagato l’ultima volta?” chiesi senza fiato;-“Domenica. Domenica pomeriggio.”Quasi venni alla sua confessione…. era mercoledì mattina e con la testa che mi girava, il cuore che batteva forte e la figa che colava succo caldissimo (ormai le mutande erano andate!) realizzai che Giada, la mia deliziosa amichetta del cuore, doveva avere il pancino pieno di cacca. La guardai, la mia amica, questa bella fighetta formosa, col culo bello grosso e sodo come una brasiliana, questo pezzo di ragazza bollente che ora mi accorsi assomigliare un po’ a Jennifer Lopez ma con le tette più grosse, la guardai e mi ritrovai a desiderare le cose più sconce, più sporche, più proibite. Ma come mi stavo riducendo, quanto ero TROIA? -“Senti qualcosa? Devi cagare?” chiesi con un brivido;-“No. Non lo so. Forse… Sto cercando di fare una scorreggina per te, e ci sono quasi”-” Aspetta, andiamo in bagno” suggerii;Giada si alzò in piedi e la macchia di ciprigna che aveva sui jeans all’altezza del cavallo la tradì: era arrapata quanto me! Ci chiudemmo nel bagno e ci guardammo negli occhi. Poi lei si mosse, si chinò sul lavabo poggiando le braccia sulla fredda porcellana azzurra e spingendo il culo in fuori mi disse di avvicinare il viso alle sue chiappe sode. Mi sedetti sul water, dopo essermi sfilata le mutande e guardai quel bel culo. Sfido che il fratello aveva perso la brocca! Era stupendo con quei jeans da troietta provocante, e compattii un po’ Giorgio perchè capii che era senza via d’uscita, sarebbe rimasto alla sua mercè per tutto il tempo che Giada avesse ritenuto opportuno, e visto che lei era una puttanella spregiudicata e lui la faceva godere e in più la trattava come una principessa con tutti quei regali, sarebbe durata un bel po’ di tempo. -“Dai, avvicinati” mi incalzò;-“Sei bella…” dissi, e infilai il nasino tra le chiappe;Giada si stava massaggiando la pancia. Poi ebbi la mia ricompensa, la mia scorreggia….Il suono era quello classico di una scorreggia, solo che ora non mi fece ridere come al solito, mi eccitò da morire anzi. Per la prima volta qualcuno mi stava scorreggiando in faccia, una ragazza perdipiù, una bella ragazza, quella che la maggior parte di voi definirebbe un “fantastico pezzo di figa”. Non avvertii subito l’odore, a causa dello spesso tessuto dei jeans, ma dopo qualche secondo arrivò al mio naso quello che avevo atteso con tanta voglia. Annusai…era diversa dalla mie. Senza dubbio profumava di cacca, ma quello che la rendeva più eccitante era che la cacca fosse di Giada. Un odore forte, deciso, che mi piacque da morire. Incollai il naso al buco del culo, aspirando con tutta la mia forza, mentre mi masturbavo ormai con due mani, due dita della mano destra nella figa e il medio della sinistra nel culo. Stavo per venire, per sborrare come una porca, senza più freni inibitori come la più vergognosa delle troiette, capace di arrivare fino a questo. Avrei voluto quel culo tutto per me, per l’eternità, e mentre pensavo questo Giada, quel tesorino troietta come me, scorreggiò ancora facendomi stavolta venire per davvero, mi fece sborrare l’anima spingendomi ad infilare un secondo dito nel buco del culo e un terzo nel buco allargato della fighetta. La testa cominciò a girarmi inebriata dal quel profumo meraviglioso, il piccolo bagno dalla finestra rigorosamente sbarrata ormai pregno di quell’essenza per me deliziosa, cominciai a pisciare mentre sborravo, il naso ancora appiccicato ai jeans umidicci di Giada. Poi caddi a terra, continuando a venire e pisciare, pisciare e venire, in un oblio dei sensi. Mentre le orecchie mi ronzavano, mi rotolai a terra nella mia stessa calda pipì e di cui adesso percepivo l’odore acidulo, la mano in mezzo alle gambe che continuava a lambire il clitoride arrossato e duro come a cercare un altro ormai impossibile orgasmo, delirando e sognando di scorregge e merda. In quel momento sarei stata capace di qualsiasi cosa.Riaprii gli occhi per vedere Giada in ginocchio vicino a me che guardava affascinata la pozza della mia pipì sul pavimento, una manina che lavorava febbrile sul monte di venere e la bocca aperta, da cui colava un filo di saliva assolutamente invitante. Mise due dita nella piscia e se le portò alla bocca:-“E’ ancora tiepida…Oh, mio Dio… Oh, cazzo” e venne come una stupidina, con le dita in bocca ad assaporare la pipì della sua amichetta una volta del cuore, ora anche della figa e del culo.Strinse le cosce tornite attorno alle dita avide di passera e poi mi disse senza fiato e rossa in viso: -“Ora devo proprio cagare…. Che facciamo?”Chiusi gli occhi tremando e mi accinsi a risponderle…

