Tralascio di raccontare la mia vita sessuale della prima adolescenza anche perché all’epoca la sola parola sesso era inserita nel vocabolario di quelle proibite. Ma venne il momento che gli “anni“ da ragazzino fecero spazio a quelli di un giovanotto.Fino ad allora per me il sesso significava solo spiare qualche volta mamma dal buco della serratura mentre era in bagno oppure sbirciarle sotto la gonna. Puntualmente, data la mia imbranataggine, lei se ne accorgeva e con un sorriso benevolo mi diceva che ero un porcello e che non avrei dovuto fare quelle cose. Logicamente la sera a letto la mia fantasia spaziava tra immagini di corpi di centinaia di donne nude. Ma nessuna di queste immagini era ben definita: nonostante la mia età non avevo mai potuto guardare ben distintamente le fattezze femminili. Devo dire però che la cosa non mi pesava più di tanto e non perché non m’interessasse, ma perché non ero a conoscenza del vero significato della parola “sesso”. Ma, come penso sia accaduto a tutti, un giorno la mia mente si aprì, facendomi conoscere le gioie del sesso. Quel pomeriggio, come del resto quasi tutti i giorni, andai a casa di Marco per studiare. Lui era il mio compagno di banco da sempre e la nostra amicizia era molto consolidata. Ognuno di noi parlava liberamente all’altro dei propri segreti e delle proprie sensazioni senza mai nasconderci nulla. Non impiegammo più di una mezz’ora per svolgere i compiti che avevamo e dopo aver bevuto un ottimo caffè preparatoci dalla mamma di Marco ci dedicammo come al solito a strimpellare la chitarra. Ad un certo punto Marco, sbalordendomi non poco, mi chiese se avessi mai visto un film porno. Rimasi un attimo sbigottito. Ripresomi gli risposi che non avevo neanche idea di cosa si potesse vedere in quei films.- Neanche io li ho mai visti – disse Marco – ma mio cugino Carlo…- Chi, quella specie di rompipalle universale?- Proprio lui. Sai, l’altra domenica è venuto da noi con mia zia e quando ci siamo appartati nella mia camera mi ha detto che lui va in un cinema a luci rosse abitualmente.- E ti ha raccontato ciò che ha visto?- Non dettagliatamente, ma mi ha messo una tale curiosità che mi piacerebbe andare a vederne uno. A te non piacerebbe?- Si, ma mia madre non mi passa molti soldi e se li spendo per il cinema….- Carlo mi ha detto come fare.- E come?- L’uscita di sicurezza del cinema Eden dà in un violetto senza negozi dove non passa quasi mai nessuno.- Si, è vero. Ci sono passato alcune volte.- Mi ha detto che quell’uscita di sicurezza viene usata quasi normalmente dagli spettatori per uscire dal cinema senza dare nell’occhio e che a volte qualcuno lascia la porta aperta.- Accidenti, ma allora si potrebbe…- Si, si potrebbe entrare da lì senza essere visti.- Senti Marco, io non so cosa ci si possa aspettare in un cinema di quel genere, ma sono talmente curioso che ci andrei in questo momento.- E cosa aspettiamo allora? Forza muoviamoci.Ci alzammo decisi spinti da una curiosità morbosa. Non era la voglia di sesso, ma proprio curiosità ai massimi livelli. Comunicammo alla mamma di Marco che uscivamo. Avevo la mente confusa e offuscata da mille pensieri. La strada che percorremmo per arrivare al cinema sembrò non finire mai, anche perché ne io ne Marco aprimmo bocca. Solo quando vedemmo l’insegna “Cinema Eden” ci fermammo e guardandoci negli occhi ci chiedemmo se effettivamente eravamo sicuri di ciò che stavamo facendo. Il fatto era che dovevamo entrare di nascosto per non pagare il biglietto d’ingresso. Il pericolo era che se fossimo stati scoperti avrebbero potuto chiamare i nostri genitori e allora sarebbero stati guai seri. Comunque i nostri dubbi ebbero ben poca vita e dopo qualche minuto eravamo nei pressi dell’uscita di sicurezza del cinema. Fummo fortunati perché eravamo appena arrivati che l’enorme porta metallica di colore verde si aprì leggermente. Potemmo distinguere un uomo che faceva capolino per vedere se per strada ci fosse qualcuno. Dopo un istante un tizio sulla cinquantina usci tranquillo guardandoci negli occhi. Capì perfettamente le nostre intenzioni, perché con un sorriso benevolo ci fece cenno di entrare. Come la porta fu chiusa alle nostre spalle fummo avvolti dal buio. Ci vollero alcuni istanti per far abituare i nostri occhi e farci rendere conto della pesante tenda che avevamo di fronte. Appena fu passato quell’attimo di smarrimento c’inoltrammo nella sala. La luce dello schermo fu la prima cosa ad attirare il nostro sguardo e la scena che si presentò ci fece rimanere letteralmente a bocca aperta e a occhi spalancati: un donna con due seni enormi teneva in bocca il pisello, anch’esso enorme, di un uomo di colore. – Ehi, voi due ! – una voce ci fece sussultare – se non volete che qualcuno vi cacci via fareste bene a togliervi dalla luce. Vi vedono tutti.- Ci… ci scusi. Noi non…- Ho capito subito che è la prima volta che entrate in un cinema a luci rosse. Ma se non volete che sia anche l’ultima fareste meglio ad andare in fondo alla sala. Lì è più buio e comunque a nessuno laggiù interessa se potete o non potete stare qui dentro.- Grazie signore – disse Marco – ci andiamo subitoUn sorriso che sembrava più un ghigno si stampò sul viso di quel tizio. Ormai i nostri occhi si erano abituati alla semioscurità e lentamente ci avviammo in fondo alla sala. All’improvviso una gomitata di Marco quasi mi tolse il respiro, ma prima ancora che potessi dargli del matto m’indicò un angolo: c’era un uomo che con le brache completamente calate a terra si stava menando l’uccello.- Ma è matto? – sussurrai all’orecchio di Marco – se lo scoprono lo cacciano via- Non credo – mi rispose – Guarda lì.Mi voltai nella direzione indicata e con non poco stupore vidi altri due uomini con l’affare di fuori che si masturbavano a vicenda. – Senti, è meglio che ci sediamo- Si, hai ragione. Mettiamoci lì.Ci andammo a sedere e dopo qualche attimo ci guardammo negli occhi quasi scoppiando a ridere. Per entrambi era la prima volta in assoluto che vedevamo scene di sesso e la cosa ci piaceva non poco. Sussurrandoci all’orecchio:- Hai visto quei due? Si stavano toccando il cazzo. Credi che siano gay?- Non ne sono sicuro, ma credo proprio di si. Del resto non credo che uno normale tocchi l’uccello di un altro uomo. – Ehi, guarda quei due – disse Marco indicandomi due file avanti – cosa stanno facendo?Due uomini si stavano baciando appassionatamente e altri due in piedi vicino a loro stavano con il cazzo di fuori che si masturbavano. – Accidenti, credo proprio che molte persone vengono qui non tanto per il film, ma per fare sesso.- Senti – dissi alquanto turbato – a me è venuta voglia improvvisa di fare pipì. Ci saranno dei bagni?Marco si guardò in giro e dopo un istante mi fece notare la targa che indicava i bagni. – Accompagnami- Perché hai paura?- Non ho paura, ma avverto qualcosa di strano nell’aria. non mi va di restare solo.Ci alzammo insieme e ci dirigemmo verso i bagni. Contrariamente alla sala fummo subito accolti da una luce che addirittura ci sembrava esagerata. C’inoltrammo in un corridoio per sbucare nei bagni. C’erano diversi orinatoi a muro con due che stavano facendo pipì. Io preferii dirigermi verso i wc chiusi, ma appena aprii la prima porta la puzza nauseabonda mi fece subito abbandonare l’idea e mio malgrado fui costretto a dirigermi verso gli orinatoi. Marco fece altrettanto. Erano liberi i due al centro e nostro malgrado ci dovemmo affiancare ai due uomini. Io mi sentivo scoppiare ma ebbi qualche difficoltà in quanto stranamente il mio uccello s’era notevolmente ingrossato. Avrei voluto comunicarlo al mio amico, ma la presenza dei due uomini non me lo permetteva in quanto avrebbero potuto credere che la mia erezione fosse dovuta alla presenza di altri uomini. Mentre tentavo di pisciare mi resi conto che i due uomini stavano ormai lì da troppo tempo per chi deve solo fare pipì e istintivamente mi voltai verso quello al mio fianco. No, non stava facendo affatto pipì: si stava accarezzando l’uccello e aveva lo sguardo rivolto verso il mio. Mi girai allora verso Marco il quale era nelle stesse identiche mie condizioni: anche lui aveva il pisello ingrossato che l’uomo al suo fianco stava ammirando. Rimanemmo logicamente imbambolati fino a che l’uomo alla mia destra disse:- Forza ragazzi. A chi aspettate? Fateci vedere i pisellini che noi vi facciamo vedere i nostri.Detto questo si voltò completamente verso di me e si calò del tutto i pantaloni e le mutande. Si menava l’uccello in modo osceno e ogni tanto si portava la mano alla bocca leccandosela. Avvertii una strana sensazione al basso ventre e in un attimo mi ritrovai con il cazzo completamente erette e durissimo. Per un attimo ebbi vergogna di aver provato un’erezione guardando un altro uomo nudo, ma voltatomi verso Marco vidi che l’altro uomo gli aveva preso l’uccello in mano e glielo stava menando senza che il mio amico si ritraesse. Iniziai allora anche io a toccarmi, ma il tizio subito spostò la mia mano e presomi l’uccello inziò a masturbarmi. In quell’attimo scatto qualcosa e preso dall’eccitazione mi calai pantaloni e slip invitando Marco a fare altrettanto. Anch’egli rimase con le brache giù e cercatami la mano me la strinse forte. Gli risposi stringendogliela a mia volta. Nel frattempo i due ci toccavano a piene mani. Iniziarono a palparci il culo. All’improvviso l’uomo presomi per le natiche mi strinse forte facendo si che il suo cazzo venisse in contatto con il mio. Era una sensazione strana ma per nulla spiacevole. Avvertivo il calore di quel cazzo vicino al mio e non riuscendomi a trattenere:- Siii, che bello… mi piace- Anche a me piace – mi fece eco Marco – è bellissimoA quel punto il mio uomo si abbassò e sempre tenendomi per il culo mi spinse verso la sua bocca. Iniziò a succhiarmi il cazzo come se fosse stato un gelato facendo un rumore osceno. Ad un certo punto sentii che le sue mani mi allargavano le chiappe mentre un dito mi toccava il buchetto. Non capii più nulla: un violento orgasmo mi fece riversare nella bocca dell’uomo il mio sperma e la quantità era notevole visto che non era certamente la prima volta che godevo ma certamente era la prima volta che facevo sesso con un’altra persona e non da solo. L’uomo continuava a succhiarmi mentre io gemevo per l’orgasmo. Avvertii allora che la mano di Marco stava quasi stritolando la mia. Anche lui stava godendo nella bocca dell’altro e lo fece quasi urlando. Ci vollero alcuni istanti per riprenderci. Quando ritornai cosciente un orrido pensiero si affacciò alla mia mente: ora toccava a noi? Avvertii un tuffo al cuore. Anche se il tutto mi era piaciuto un mondo non mi sentivo ancora pronto per soddisfare un altro uomo. Ma il mio timore fu subito sostituito dallo stupore: i due uomini erano spariti. Il mio sguardo incrociò quello altrettanto interrogativo di Marco. Poi come in uno specchio ci guardammo i cazzi mosci ancara grondanti di liquido seminale. Eravamo ridicoli, lì con le brache ancora calate. Scoppiammo a ridere battendoci la mano sulle spalle. Se mai ce ne fosse stato bisogno avevamo dato un senso maggiore alla nostra amicizia che dura ancora oggi. Ci ripulimmo con dei fazzolettini e ritornammo in sala consapevoli che avevamo dato una svolta alla nostra vita. Non ci risedemmo e uscimmo da lì dove eravamo entrati.Strada facendo com’era naturale fare iniziammo a discutere di ciò che era accaduto:- Senti Marco, ma per te è stata la prima volta?- Cosa intendi per “prima volta”? Di pippe me ne sono fatte tante e tu lo sai.- Questo lo sappiamo di entrambi. Intendo dire se è stata la prima volta che lo hai fatto non da solo.- Si, è stata la prima volta e spero tanto che non sia l’ultima.- Anche per me è così. Ma per quanto riguarda al fatto che erano degli uomini, come la mettiamo?- Come vuoi metterla. A me è piaciuto un mondo e credo che anche a te sia piaciuto.- Sicuramente. Ma sarei curioso di provarlo con una donna.- Già, sarebbe bello, ma non ci fila nessuna ragazza.Nel frattempo eravamo arrivati a casa di Marco. Ormai era ora che io rientrassi, ma fui invitato a cena dalla mamma di Marco. Telefonai a casa per avvisare i miei. – Mentre prepari noi andiamo in camera mia. Quando è pronto ci chiami.Una volta chiusa la porta ricominciammo la nostra discussione.- Certo che se ci fosse una donna …- Già, ci vorrebbe una consenziente.- E dove la trovi? Sarebbe una specie di miracolo.- Senti Marco, ti voglio confidare una cosa. Ma mi devi assicurare che nessuno lo sappia mai.- Stai scherzano o cosa? Sai benissimo che non parlo mai con nessuno se non con te. E poi dopo quello che è accaduto oggi…- Sai, molte volte mi sono fatto delle seghe pensando ad una donna.- Be, questo non mi sembra affatto strano- Si, ma io intendo sempre la stessa donna.- Questa mi sembra piuttosto una fissazione, ma continuo a non capire- Quella donna… insomma lei è….- Chi?- Mia madre.- Porco cazzo. Ma che stai dicendo. Tua madre?- Si proprio lei.- Ma che… come… cosa?- Devi sapere che più volte l’ho spiata o nel bagno o mentre si vestiva. Spesso poi quando lei sale le scale per andare sul soppalco dove dormo io mi precipito sotto per poterla sbirciare sotto la gonna.- Accidenti! E lei non se ne è mai accorta? Non ti ha mai detto niente?- Per il passato non so, ma da qualche tempo lo sa perfettamente.- E tu come fai a dirlo?- Lo so perché puntualmente mi riprende dicendomi di non fare il porcello- Tutto qui? Non ti dice altro?- No, non dice altro.- Almeno cerca di evitare di salire le scale quando ci sei tu?- Affatto.- Porco Giuda! Non mi dirmi anche che porta sempre le gonne corte?- Be, non sempre, ma spesso.- Accidenti, mi sta ritornando l’eccitazione- E tu, hai mai spiato tua madre?- Io? Sempre! L’ho sempre fatto fin da quando ho avuto gli occhi.- E lei?- Non credo se ne sia mai resa conto.- E ti piace?- Un casino. È la donna più bella che io conosca. Ha un paio di gambe ed un seno… Ma tu la conosci bene.- Si, ma non mi sono mai permesso di guardarla sotto questo aspetto.- Be, neanche io la tua. Ma non credo che mi dispiaccia sentire i tuoi commenti su mia madre.- Neanche a me dispiace…- Ragazzi, venite. È pronto.Io e Marco ci guardammo negli occhi e capimmo subito che una nuova complicità era nata tra di noi.Faceva molto caldo e il forno acceso per preparare l’ottima focaccia aveva oltremodo reso rovente la temperatura. Anna, la mamma di Marco, era tutta sudata pur indossando il minimo indispensabile per non essere indecente. Era la prima volta che la guardavo come si può guardare una donna attraente. Era alta più o meno come noi, circa un metro e settanta, con due belle gambe messe in risalto dalla gonna corta. La canottiera a spalline larghe poi, nascondeva ben poco del suo maestoso seno. Mentre mi meravigliavo dei miei stessi pensieri su quella che fino ad allora avevo solo considerato come la mamma del mio migliore amico, un gesto con la testa di Marco mi fece girare verso Anna che china in avanti prendeva la frutta dal cassetto inferiore del frigo. Uno spettacolo eccezionale si presentò ai miei occhi: la gonna della mamma di Marco era risalita sui fianchi mettendo in mostra l’attaccatura del suo culo. Ed era proprio il figlio che me la mostrava. In un attimo il mio uccello divenne duro come il marmo e avvicinandomi all’orecchio di Marco dissi:- Non t’incazzare, ma tua madre mi ha fatto venire il cazzo duro.- Guarda che più che incazzato ne sono lusingato. E poi fa lo stesso effetto anche a me.- Cosa avete da dirvi all’orecchio? – disse Anna ridendo – Non lo sapete che è cattiva educazione? Sicuramente state parlando di cose sporche che io non posso sentire. È vero porcellini che nonsiete altro?- Ma no mamma, che dici. Siamo persone serie noi.- Si, va bè!In pochi attimi finimmo di cenare.- Mamma, accompagno Mario per un po’, tanto è ancora presto.- Va bene Marco, ma non fare tardi. – Arrivederci signora e grazie di tutto- Per così poco? Quando vuoi la tua presenza è sempre gadita.- Anche la sua signora… cioè… volevo dire… – Lascia stare, Mario, ora andiamo.Marco evitando che facessi qualche altra gaffe quasi mi strattonò.Per strada feci i complimenti al mio amico per le doti fisiche della madre, soffermandomi chiaramente sulla forma del suo culo. Gli chiesi se sua madre andasse sempre vestita in quel modo per casa e alla sua risposta affermativa gli dissi che era un ragazzo molto fortunato come del resto ero io. Marco mi confidò che gli avrebbe fatto piacere poter mirare le grazie nascoste di mia madre ed io prima di salutarlo gli promisi che avrei fatto di tutto per accontentarlo. Rientrato a casa mi diressi verso il salone dove sicuramente a quell’ora mamma stava guardando la tv. Stava parlando a telefono e non si accorse che ero rientrato. Era sprofondata sulla poltrona di fronte al televisore e rideva in modo quasi agitato. Lentamente mi avvicinai per farle paura. Mamma saltò in piedi spaventata dalla mia improvvisa presenza e con il volto rosso come il fuoco di corsa riattaccò il telefono:- Ciao Mario, mi hai fatto paura. Ero al telefono con… con… con Emma, mia sorella – disse quasi scusandosi – sai, non la sentivo da tempo.- Mamma, non hai nulla di cui giustificarti. Con me poi…- Ti aspettavo più tardi. Cosa hai cenato?- Anna ha preparato un’ottima focaccia…- Anna? Chi è Anna?- Ma è la mamma di Marco. Non ti ricordi?- Hai ragione, ma non l’hai mai chiamata per nome e per un attimo ho temuto che…- Che avessi una ragazza? Non ti preoccupare mamma, il giorno in cui mi fidanzerò sarai la prima a saperlo.- Piccolo mio…Mamma mi abbracciò e mi baciò sulla fronte, come del resto faceva spesso, ma quella volta fu diverso. Fu diverso perché di proposito fui attento a sentire tutto il suo abbraccio ed in modo particolare mi resi conto che le sue tette premevano contro il mio petto. – Mamma, guardiamo un po’ la tele insieme? Cosa fa di bello?- Non lo so. Tu fai un po’ di zapping e cerca qualcosa di buono. Io nel frattempo vado su a prepararti il letto.- Come, non è ancora pronto?- Ho avuto un bel po’ da fare oggi. Ma non ti preoccupare, faccio in un attimo.Detto questo mamma si avviò verso la scala a chiocciola che portava sul soppalco dove c’era la mia camera. Indossava la famosa gonna corta a piegoline ed io non avevo certo intenzione di perdermi lo spettacolo. La mia fortuna era che il televisore era posizionato proprio sotto la scala. Lasciai quindi che lei salisse i primi gradini per poi fondarmi lì sotto con il naso all’insù. Questa volta non diedi un’occhiata furtiva, ma intenzionalmente mi misi a guardarla sotto la gonna. Era stupenda. Aveva un paio di gambe eccezionali e poi lo slip le si era infilato tra le chiappe mettendo in mostra il suo bel culo.- Ma la smetti di spiarmi porcello che non sei altro. Possibile che spii tua madre.Normalmente a quelle parole scappavo via rosso come un peperone. Ma non quella volta. Rimasi intenzionalmente con la testa all’insù mirando le grazie di mia madre.- Mario smettila – il suo tono era diventato ora ostile – ora mi arrabbio sul serio.Capii che non era affatto contenta del mio modo di fare e mogio mogio:- Scusami mamma, hai ragione – dissi con un notevole nodo alla gola – scusami tanto. Non lo farò più.Presi il telecomando e mi diressi sul divano. Dopo poco mamma ridiscese per accomodarsi in poltrona. Era bellissima. Nonostante i suoi tentativi la gonna corta lasciava scoperte tutte le gambe ed io sentivo che l’eccitazione cresceva. Ma la paura di una sua brutta reazione mi teneva completamente bloccato come una statua. – Senti Mario – disse all’improvviso mamma – io e te dobbiamo fare quattro chiacchiere.- Ma mamma, ti ho chiesto scusa. Non lo farò più.- Non voglio le tue scuse, ma è che devi capire che certe cose non le puoi fare con tua madre. Veramente non sta bene sbirciare sotto le gonne di nessuna, ma se non altro non sotto quella della tua mamma. Non è una cosa normale. – Ma mamma, io non ho mai visto…- Che cosa?- Non ho mai visto nessuna altra donna- Vorresti dire che non hai mai visto una donna… insomma… come mamma l’ha fatta?- No mamma, mai.- E allora piccolo mio, la cosa mi preoccupa ancora di più. Non è certo a casa che devi scoprire il mondo del sesso. Non sono certo io che ti devo far scoprire certe cose. Poi ci fu la frase che mi tolse il respiro:- Posso capire qualche sbirciatina di nascosto quando salgo le scale oppure quando mi spoglio, ma non più di una sbirciatina.- Non… non capisco… vorresti dire…. Vorresti dire che posso….?- Si, ma non fraintendermi. Non è che ti autorizzo a spiarmi. Assolutamente. Ma se capita di sfuggita…- Grazie mamma, allora non sei arrabbiata con me.- No tesoro, non lo sono. Ma non devi più esagerare, altrimenti mi incazzo sul serio.Mi tese le braccia ed io mi tuffai sulle sue gambe a godere del sua abbraccio. Quella sera andai a letto elettrizzato. In meno di 6 ore la mia vita era stata sconvolta dall’argomento “sesso”. L’esperienza al cinema, le confidenze con Marco, il culo di sua madre e quello della mia, il discorso con mamma. Ero steso sul letto a guardare il soffitto senza riuscire a dormire per i mille pensieri che mi affollavano la mente. Dopo un bel po’ decisi di andare in cucina per sgranocchiare qualcosa. Dovevo fare il più piano possibile perché sarei dovuto passare davanti alla camera di mamma. La porta era socchiusa e s’intravedeva la fioca luce sul comodino. Sicuramente si era addormentata mentre leggeva. Lanciai uno sguardo furtivo. Mamma era lì stesa sul letto che dormiva con addosso solo un paio di ridottissimi slip. Era praticamente nuda. Il suo seno non mi era mai sembrato tanto enorme e bello. Poi all’improvviso si girò di spalle facendomi sussultare per paura che si potesse svegliare e vedermi. Ma continuò a dormire. Nel frattempo avevo di fronte il suo favoloso fondoschiena messo in risalto dallo slip che le si era infilato tra le chiappe. Proprio come la mamma di Marco. Già Marco. Il mio amico. Lui mi aveva dato la possibilità di guardare le grazie di sua madre ed io gli avevo promesso che avrei fatto altrettanto. Mamma si rimosse ed io fui costretto dalla paura ad abbandonare il campo. Non dormii tutta la notte pensando a come avrei potuto mantenere fede alla parola data. Come si sa la notte porta consiglio ed io infatti riuscii a stabilire un piano: l’indomani mamma sarebbe andata in palestra di pomeriggio ed essendo un tipo molto schifiltoso la doccia l’avrebbe fatta a casa come al solito. Con la scusa di ricambiare avrei invitato Marco a pranzo da noi per poi studiare. Alle sei del mattino era già in piedi e anche se non avevo chiuso occhio mi sentivo fresco come una rosa. A scuola misi Marco a conoscenza del mio piano. Questi si dimostrò entusiasta e stesso da scuola chiamo la madre la quale acconsentì. Arrivammo a casa a tempo di record.- Ciao mamma, c’è una sorpresa- Ciao tesoro – disse mamma venendo verso di noi – è una bella sorpresa. Ciao Marco, come stai.- Bene signora. Mario ha insistito perché venissi a pranzo da voi, ma io non vorrei disturbare.- Non ti azzardare neanche a dirlo per scherzo. Sai benissimo che mi fa piacere che tu e Mario stiate insieme. E poi l’importante che tu non pretenda un pranzo reale- Non si preoccupi – disse Marco ridendo insieme a me – mi accontento anche di pane e cipolla.- Vieni accomodati. Vedo che siete tutti sudati. Ora vi prendo un paio di magliette e di pantaloncini così vi lavate e vi cambiate.Detto questo mamma si avviò per la scala. Questa volta però aveva dei pantaloni e quindi niente spettacolo. Dopo un po’ era giù con due miei completini da sport.- Forza, muovetevi. Io preparo subito la tavola.Una volta nel bagno sottovoce mostrai a Marco un finestrino posto in alto che dava proprio nella mia camera. Con molta cautela avremmo potuto quindi spiare mia madre mentre si lavava senza paura di essere visti. Il problema era solo quello di aprirlo in quanto previdentemente era stato chiuso con delle viti.- Ora che vi siete lavati voi tocca a me. Sono tutta sudata. Due minuti e mangiamo.Ciò detto mamma si avviò nel bagno. Quando ne uscì ci precipitammo tutti a tavola. Mentre mangiavamo parlammo del più e del meno, ma io e Marco eravamo distratti dal nostro piano. Finito di mangiare io e Marco andammo in camera mia mentre mamma sfaccendava. – Senti Mario, sei sicuro di ciò che facciamo? Se tua madre ci dovesse scoprire succederà il finimondo. – Non ti preoccupare, se stiamo attenti non avrà modo di accorgersi di nulla. L’unica cosa è che una volta sbloccato il finestrino dobbiamo fare delle prove per essere sicuri di non essere visti. Poi basterà non fare rumore e vedrai che lo spettacolo è assicurato.- Spero proprio che tutto vada per il meglio, anche perché già mi sento eccitato.- Vuoi dire che ti è già diventato duro?- Quasi, perché a te no?- Giudica tu stesso – dissi alzandomi in piedi mostrandogli il gonfiore del mio cazzo – che te ne pare?- Dico che io non sono da meno – e alzandosi mi mostrò il suo di gonfiore – che ne dici di questo?Tutti i taboo erano completamente saltati per dare spazio alle nostre voglie fino al giorno prima represse. Dissi allora che con i pantaloncini non era possibile fare paragoni e senza attendere risposta lentamente me li sfilai tirandomi giù anche gli slip. Marco fece altrettanto ed i nostri due cazzi svettarono insieme. Istintivamente ci avvicinammo affiancando i nostri due arnesi per misurarli: erano praticamente identici. Ci guardammo negli occhi e senza parlare ci toccammo cazzo con cazzo. Era bellissimo sentire le nostre cappelle sfregarsi l’un l’altra. Poi iniziammo ad accarezzarci. Il cazzo di Marco era caldo e vellutato ed era un piacere tenerlo in mano. Fu cosa naturale avvicinare la mia bocca alla sua per baciarci. Era in assoluto la prima volta che baciavo qualcuno e quel qualcuno era anche uno del mio stesso sesso. All’improvviso il rumore dei passi di mamma per le scale ci fece sobbalzare e facemmo appena in tempo a tirarci su i pantaloncini e a risederci che lei entrò. – Ma cosa stavate facendo? – disse notando il nostro affanno dettato dallo spavento – Vi ho spaventato?- No mamma, è che sei entrata all’improvviso e…- Voi due non me la contate giusta. Comunque ero venuta a dirvi che io vado in palestra. Ci vediamo tra un paio d’ore. Nel chinarsi a baciarmi sulla fronte mamma restò per un attimo bloccata. In un attimo mi resi conto del motivo: i miei slip erano rimasti a terra. Anche Marco se ne era accorto ed entrambi eravamo paralizzati in attesa della reazione di mia madre. Lei era diventata di mille colori ma a parte questo non ebbe alcun’altra reazione se non quella di dire:- Sei sempre il solito disordinato. Lasci sempre la tua roba in giro. Ti sembra bello che Marco si debba tenere sotto il naso le tue mutande sporche?- Hai… hai ragione… mamma… ora le vado a mettere nel cesto dei panni sporchi.- Lascia stare, ci penso io. Voi pensate a studiare. Mi raccomando mentre sono via non combinate guai.Mamma ci lasciò soli. Appena sentimmo la porta d’ingresso chiudersi tirammo un grosso sospiro di sollievo- Credi che abbia capito cosa stavamo facendo.- Non è mica cretina. Certo che ha intuito qualcosa, ma credo che si limiti a pensare che stavamo solo mostrandoci l’uno a l’altro. Del resto lei dice che questo tra ragazzi è normale e che anche lei lo faceva con le amiche. – Comunque sia devo dire che mi è diventato talmente moscio per la paura che per farlo ritornare su mi ci vorrà un carro attrezzi- A me invece – dissi – basterebbe toccartelo di nuovo- Ma dai, possibile che ne hai ancora voglia? Non ti è bastata la paura?- Certo che mi è bastata. Ma so anche che per un paio d’ore staremo da soli tranquilli.- Veramente ti andrebbe di fare del sesso tra di noi.- Si, vorrei proprio provare.M’inginocchiai d’avanti a lui e lentamente gli tirai giù i pantaloncini insieme agli slip. Il suo cazzo era veramente moscio, ma lentamente andava assumendo le proporzioni di prima. Mi fece alzare e lentamente mi spogliò completamente. Poi togliendosi anche la maglietta disse:- Sai che sei proprio bello. Mi piaci molto. E poi hai il cazzo uguale al mio- Anche tu mi piaci.Ci baciammo prima timidamente poi con ardore. Eravamo chiaramente inesperti ma le nostre lingue si leccavano scambiandosi la saliva. I nostri cazzi erano ridiventati durissimi. Ci abbracciammo stringendoci per le chiappe.- Ti prego, toccami il buchetto.- Anche tu toccalo a me.Le nostre dita andarono all’unisono alla ricerca della nostra intimità posteriore ed altrettanto all’unisono la trovarono penetrandola delicatamente.- Sai Mario, io so che quando due uomini fanno sesso tra di loro usano il culo come la fica di una donna.- Vuoi dire che vorresti che io te lo infilassi nel culo- Mi piacerebbe provare e mi piacerebbe anche farlo io a te- Io direi allora di provare. Senza altri preamboli passammo alle vie di fatto, ma la nostra più completa inesperienza ci fece perdere un sacco di tempo. Alla fine riuscii a sentire finalmente il cazzo di Marco che lentamente mi entrava nel culo. Mi faceva male, ma la delicatezza del mio amico rendeva il dolore sopportabile. Purtroppo come mi fu dentro completamente sborrò senza darmi la possibilità di godere della penetrazione. Quando Marco si fu ripreso toccò a me metterglielo dentro. Non mi fu difficile. Devo anche dire che riuscii anche a pomparlo due o tre volte prima di venire. Fu comunque bellissimo. Avevamo il culo in fiamme che colava di sperma. Ci sdraiammo sul mio lettino esausti ma felici. trascorremmo un quarto d’ora ad accarezzarci. Poi guardando l’orologio dissi:- Senti, io mi sto eccitando di nuovo, ma se vogliamo portare a termine il nostro piano ci dobbiamo dare da fare perché fra poco mamma tornerà.- Hai ragione, sarà meglio darsi da fare.Dopo che ci fummo lavati e risistemati presi un giravite dallo sgabuzzino. Dovemmo faticare non poco per togliere le viti dal finestrino, ma alla fine ci riuscimmo. Lo aprimmo leggermente quel tanto che bastava per poter guardare tutto il bagno.- Io allora vado giù – dissi con il cuore in gola – così vedo se mamma se ne può accorgere oppure no.Una volta nel bagno alzai la testa verso il finestrino: certo che si notava che era leggermente aperto, ma solo se lo si sapeva. Mamma che chiaramente era all’oscuro di tutto certamente non se ne sarebbe accorta. Feci appena in tempo a risalire in camera che mamma rientrò. Disse che quel pomeriggio non si sentiva molto in forma e che aveva finito prima. – Ragazzi – ci chiamò da giù – smettetela di studiare e scendete a prendere qualcosa da bere con me- Subito mamma, io ho una sete che berrei un fiume intero.Scendemmo e trovammo in cucina mamma che preparava tre bei bicchieroni di succo d’ananas. Aveva ancora addosso la tuta da ginnastica. Era piuttosto bagnata di sudore.- Sei tutta sudata mamma. Credo che prima che raffreddi sia meglio che tu vada a fare la doccia.- Che bambino premuroso. Hai ragione, ora vado.- Noi nel frattempo andiamo su in camera mia. Se ti serve qualcosa chiamami pure.- Ti ringrazio.Io e Marco quasi ci precipitammo sopra. Trovammo subito la posizione adatta per spiare mia madre. Avemmo anche l’accorgimento di spostare qualsiasi cosa avesse potuto fare rumore. Ci furono alcuni minuti di attesa, poi finalmente la porta del bagno si aprì. Mamma era ancora in tuta ed aveva in mano altri indumenti che poggiò su di uno sgabello. Poi si diresse verso lo specchio e lentamente iniziò a spogliarsi. Dapprima si sfilò la maglia della tuta per poi togliersi i pantaloni. Rimase solo con un body da ginnastica. Era magnifica anche se non ancora nuda. Il body aderiva al suo corpo come una seconda pelle mettendo in mostra le sue forme. Finalmente iniziò a togliersi anche l’ultimo capo: abbassò la cerniera sul davanti e subito l’esuberanza del suo seno fece spalancare il body. Poi mamma dapprima sfilò un braccio e poi l’altro. Il respiro si fermò: finalmente le sue tette erano alla portata dei nostri occhi. Aveva due tette magnifiche ed i suoi capezzoli scuri risaltavano sulla pelle bianca. Poi mamma si sfilò dai piedi il body chinandosi in avanti e mostrandoci all’improvviso il suo culo nudo. Io e Marco ci stringemmo la mano. Quando si rialzò la sua figura era completamente riflessa nello specchio e finalmente potevamo guardare la sua fica. Ma quello fu un giorno particolarmente fortunato: mamma si avviò verso la vasca a aperta l’acqua calda aspettò alcuni istanti per poi entrarci dentro. Ma non agganciò il telefonino della doccia al muro, bensì indirizzò il getto d’acqua in mezzo alle sue cosce. Dopo qualche istante chiuse il rubinetto. Io e Marco ci guardammo interrogativi: ma cosa stava facendo? Non faceva più la doccia? Mamma allora uscì dalla vasca e avvicinatasi al mobile del bagno ne tirò fuori un rasoi e una bomboletta di sapone spray per la barba. Poi appoggiò sul bordo della vasca quella roba mentre lei si sedette sullo sgabello. Non capivamo cosa volesse fare. Mamma alzò una gamba e divaricandola l’appoggiò al bordo della vasca. Avevamo avuto un culo mostruoso: mamma aveva deciso di depilarsi la fica proprio quel giorno. Le cosce di mamma erano completamente spalancate e nel pelo nero spiccava la sua fessura. Fece uscire dalla bomboletta una minima quantità di sapone, ma quel tanto che bastò a coprirle la fica. Poi posata la bomboletta iniziò a spargere per bene la schiuma con movimenti leggeri. Ad un certo punto prese il rasoio ed iniziò a depilarsi. Sembrava molto esperta e infatti dopo poco tempo aveva finito. Ora era lì, a cosce spalancate e con la fica completamente senza peli. Nel frattempo io e Marco ci eravamo calati le brace ed avevamo iniziato a toccarci i nostri cazzi che avevano assunto dimensioni notevoli. Mamma si passò la mano sulla fica come per vedere se aveva fatto un buon lavoro, poi come se non fosse sicura di se la ripassò ancora una volta e ancora un’altra. Iniziò un movimento circolare e subito il suo viso assunse una smorfia di piacere: mia madre si stava masturbando. E lo stava facendo ignara che il figlio la stava spiando. La fessa di mamma s’era aperta come un fiore sbocciato e di tanto in tanto s’infilava prima un dito, poi due, poi tre. Era magnifica. Per poco non s’infilava nella fessa tutta la mano. Poi arrivò l’orgasmo. Fu palese perché fu presa da spasmi incontenibili tanto che rischiò pure di cadere fino a che si accasciò appoggiando la testa sul bordo della vasca. Nel frattempo Marco aveva preso a masturbarsi freneticamente ed il mio viso era proprio all’altezza del sua cazzo. Fu per me istintivo prenderglielo in bocca per succhiarglielo, ma lui mi fermò dicendo che sarebbe stato più bello farlo insieme. Ci stendemmo allora sul mio letto e in posizione di 69 iniziammo a succhiarci i cazzi. Era sublime. Sentirsi il cazzo succhiato e contemporaneamente succhiralo ci procurava le vertigini. Ormai eravamo partiti completamente: le nostre dita cercavano i nostri culi per penetrarli e le nostre bocche emettevano suoni osceni. Nulla più ci fermava, neanche il fatto che stavamo facendo un casino di pazzi. Sentivo l’orgasmo che stava per arrivare e mi resi anche conto che la stessa cosa stava accadendo a Marco. Ma né io né lui interrompemmo fino a che dai nostri cazzi non uscì tanto di quello sperma da non poter essere contenuto dalle nostre bocche. E fu proprio così che ci ritrovò mamma. Quando la porta si spalancò mia madre mi vide con il cazzo di Marco in bocca e il suo sperma che mi colava di lato. Rimase lì immobile con gli occhi sgranati senza riuscire neanche a muoversi:- Tu… voi… cosa diavolo…non è possibile… ma siete due…Scappò via singhiozzando e sbattendo la porta. Io e Marco ci ripulimmo alla meglio.- E ora? Cosa diavolo facciamo? Cosa ci succederà?- Non ne ho la minima idea – risposi sconvolto – Credo solo che da oggi avrò guai seri- Non credi che si il caso di parlarle?- Non dire cazzate. Non credi che era più che evidente ciò che stavamo facendo?- Lo so, ma forse capirà.- E chi ci parla? Tu?- Così mi ammazza.- Forse è meglio parlarle insieme. Tanto peggio di così…Con la paura che ci lacerava le visceri lentamente uscimmo dalla mia camera. Mamma era seduta in poltrona con il viso tra le mani che singhiozzava. Aveva addosso solo un telo da bagno.- Mamma…Alzò il volto rigato di lacrime e continuando a singhiozzare mi lanciò uno sguardo come per fulminarmi. – Mamma… – continuai – fatti spiegare…- Cosa mi vuoi spiegare? – m’interruppe subito – l’ho capito da me cosa stavate facendo.- Ma noi…- Noi cosa, Mario. Siete due froci. Non ci sono attenuanti- Non è vero.- E se non è vero dimmi tu quelle cose chi le fa.- Mamma… ma noi eravamo… eravamo tanto eccitati che non abbiamo capito più nulla- E cosa, di grazia, vi ha eccitato tanto da farvi diventare due froci? Scommetto che stavate guardando qualche rivista porno, vero?Chi sa cosa nascondi nella tua cameraMamma si alzò all’improvviso lanciandosi su per le scale verso la mia camera. Non ebbi il tempo neanche di rendermene conto che già stava buttando per l’aria tutta la mia roba.Urlando come una pazza:- Dove stanno? Dimmelo. Voglio vedere cosa cazzo fai quando io non ci sono. Tira fuori tutte le porcherie che hai.- Ma… mamma… io non…- Ti giuro che se trovo quello che credo la passerai male. Poi affannando si fermò e rivolto verso di me guardandomi come se fossi stato il suo peggior nemico disse:- Ti giuro Mario, che se non parli ed io trovo delle riviste pornografiche per froci, ti faccio passare un bruttissimo periodo. Quindi ti conviene parlare perché devo eliminare quelle schifezze.- Ma mamma… ti ripeto che io non ho nulla…In uno scatto d’ira mamma mi tirò un ceffone e come una pazza ricominciò le ricerche. Le lacrime iniziarono a rigare il volto sia mio che di Marco. Poi il terrore prese il sopravvento e ci bloccò il respiro: mamma aveva indirizzato le sue ricerche nei pressi del finestrino.- Ma cosa cazzo avete combinato? La roba che stava qui che fine ha fatto? La cassapanca che stava sotto il finestrino….Si bloccò. In un attimo la sua espressione da incazzata bestia divenne incredula. Si avvicinò al finestrino e dopo aver osservato per bene si lasciò cadere seduta sul mio letto dove restò immobile e con lo sguardo fisso alcuni minuti. Anche io e Marco restammo immobili in attesa della sua reazione. Poi balbettando e con un filo di voce mamma disse:- Mi… mi avete… spiata?- … mamma…- Da quanto tempo lo fai?- Questa è stata la prima volta.- Vuoi dire che solo oggi hai aperto il finestrino?- Si, a terra c’è ancora il giravite.Mamma all’improvviso mi sembrò stanca come se avesse spinto un camion.- Allora mi avete spiato mentre ero nel bagno e… e quando avete iniziato?- Appena sei entrata.- Quindi mi avete visto mentre… mentre… si insomma, hai capito.- Si mamma. Abbiamo visto tutto.La situazione era diventata grottesca. Mamma stava diventando l’inquisita e noi gli accusatori.- Abbiamo visto mentre ti depilavi e quello che hai fatto dopo.Le lacrime ricominciarono a scendere dagli occhi di mamma che ora sembrava un cane bastonato.- Ed è stato questo che… che vi ha fatto eccitare?- Si Il tono di mamma divenne di nuovo freddo:- Ed è mai possibile che tu ti ecciti nel guardare tua madre nuda? Ma che porco sei?- Mamma… ma tu… tu ti seiCapì che intendevo dire che la colpa era la sua che si era masturbata in quel modo e che quindi ci aveva eccitato, ma non aveva certamente l’intenzione di passare dalla parte del torto. Si alzò lentamente ma con decisione incurante del fatto che il telo da bagno le stava scivolando via. In piedi di fronte a me, sebbene fosse un tantino più bassa, sembrava un gigante. Mi mise una mano sulla spalla con l’espressione di chi vuole dire: “ehi, bello, chi credi d’imbrogliare”. Fu proprio quel gesto che fece cadere a terra il telo. Mamma rimase di fronte a me completamente nuda. Dopo un attimo di smarrimento vidi nei suoi occhi come un lampo. Non si scompose minimamente- Vuoi dire che il mio corpo vi ha fatto eccitare?Deglutii a stento senza riuscire a distogliere gli occhi dalle tette di mamma.- E tu, Marco, che ne dici? Ti piaccio o preferisci il cazzo del tuo amico?- No signora… cioè si… insomma…- Vieni qui – disse mamma a Marco – mettiti vicino al tuo amico.Lo prese per un braccio e con calma lo fece sistemare al mio fianco- Allora, ditemi, perché io non ci sto capendo niente, vi piace il mio corpo al punto di farvi diventare due froci?- Mamma noi non siamo froci. – dissi con fermezza.- Ho capito. Allora secondo te a chi piacciono le donne va con gli uomini?- No, non dico questo.- E allora spiegami bene cosa è successo perché non è possibile che uno che sbava davanti alla mia fessa – disse indicando la fica completamente depilata – cerca sfogo con il cazzo di un altro.- E come avremmo dovuto fare secondo te? Che mezzi abbiamo?- Una donna. Cercatevi una donna e chiavatevela – disse con fermezza- Si, domani. E dove la troviamo?- Signora, – intervenne Marco con la testa bassa – non siamo mai riusciti a fare nulla con nessuna ragazza.- Volete dirmi che due giovanottoni come voi non hanno mai…- Già, proprio così.Mamma allora rimase un attimo come a riflettere, poi d’improvviso la sua espressione cambiò e così pure il suo sguardo. I suoi occhi iniziarono a brillare poi con uno strano sorriso sulle labbra:- Ditemi una cosa, ma sapete almeno come si fa sesso con una donna?- Be, non credo che sia molto difficile.- Anche io, signora – disse Marco – credo che non sia poi la fine del mondo.- E qui vi sbagliate proprio. Credo proprio che non abbiate idea di cosa significa il sesso…credo…credo che io abbia il dovere di aiutarvi…- Cosa intendi dire mamma?- Vieni qui, ora te ve lo spiego.Mi avvicinai a mamma che nel frattempo si era seduta sulla sponda del letto. Era magnifica. Stava lì a cosce aperte con il busto eretto in modo da mettere in risalto le tette. – Spogliatevi ragazzi, che ora vi faccio vedere una cosa.A bocca aperta eseguimmo senza indugi e in un attimo fummo nudi. I nostri cazzi già stavano assumendo dimensioni notevoli. Ora eravamo tutti nudi e nessuno di noi provava vergogna, anzi io e Marco ci sentivamo addirittura spavaldi nel mostrare a mia madre i nostri cazzi. Il sesso ormai era nell’aria e del resto era proprio ciò che desideravo: fare sesso con mia madre. Ma mamma ci sconvolse più di quanto ci aveva sconvolto fino ad allora:- Per prima cosa voglio farvi capire che differenza c’è nel fare sesso con una donna o con un uomo. Forza iniziate a masturbarvi a vicenda.- Ma mamma…cosa dici?- Ma che fate? Prima vi fate trovare che vi sbocchiate a vicenda con la sborra che vi cola dalla bocca e ora avete paura di toccarvi davanti a me? forza, muovetevi.Mamma non aveva mai usato quel linguaggio e la cosa mi sbalordì, ma contemporaneamente mi sentii autorizzato a fare del sesso davanti a lei. Marco mi guardò negli occhi come per chiedermi l’auorizzazione. Gli feci un cenno di assenso e iniziammo a toccarci i cazzi che subito divennero durissimi. Il nostro movimento divenne subito veloce e poco ci mancò che non godessimo se mamma non ci avesse fermato:- Fermi, cosa fate? Vedete che voi uomini non sapete fare nulla? Così facendo arrivate subito e finisce tutto con una masturbata. Ora vi faccio vedere io come si fa. Ciò detto mamma allungò le mani verso i nostri cazzi iniziando a farci una sega meravigliosa. Teneva le mani ben serrate ma senza stringere troppo facendole andare su e giù lentamente. I nostri cazzi sembravano voler scoppiare, ma la delicatezza di mamma faceva in modo da non farci sborrare. Quando poi vide che non eravamo più in grado di resistere accellerò il movimento: sborrammo all’unisono riempiendole le zizze di sperma. Mamma ci mungeva i cazzi per farne uscire fino all’ultima goccia. Ci accasciammo a terra in ginocchio. Mamma allora prendendoci per la nuca avvicinò le nostre bocche al suo petto costringendoci a leccarle le tette piene di sborra. Cosa che facemmo comunque volentieri.- Questo è solo l’inizio – disse mentre iniziò un lento movimento circolatorio sulla fessa – vi devo far capire tutto. Però anche io voglio la mia parte. Rimanete lì e statemi a guardare, così mentre mi tocco la pucchiacca voi avrete modo di riprendervi.Così dicendo mamma si stese sul letto e alzò le gambe divaricandole. Aveva la fessa completamente spalancata e mentre con una mano si tormentava il clitoride con l’altra s’infilava dentro tutte le dita. Non avemmo bisogno di tempo per riprenderci perché la visione di mamma che si masturbava e penetrava ci aveva subito fatto ridiventare i cazzi duri come il marmo.- Accidenti, vedo che non perdete tempo. Ho capito, io dovrò aspettare ancora. – rimettendosi seduta – ora iniziamo a divertirci.Mi prese e mi fece mettere sul letto a pecorina. Non ci volle molto a capire le sue intenzioni. Con le mani mi allargò il culo per poi sputarmi sul buco con un dito mi spalmo per bene la saliva. Poi disse:- Ora Marco te lo metterà nel culo. Di certo già lo avete fatto, ma io voglio vedere come fate.- Signora, io sono pronto.- E allora non perdere tempo.Marco salì sul letto in ginocchio avvicinandosi al mio culo. Io aspettavo fremente. Fu mamma ad indirizzare il cazzo del mio amico. Sentii la cappella si Marco dapprima spingere lentamente, poi con un sol colpo m’inculò facendomi penetrare tutto il cazzo dentro. – Forza, ora fottitelo per bene. – disse mamma visibilmente arrapata – Chiamatelo per bene. sfondalo.Marco mi stantuffava il culo con forza. Mamma non riuscì a resistere oltre e si abbandonò in un violentissimo orgasmo dato dalla sua mano che con forza cercava di entrare nella sua enorme fessa. Io mi sentivo scoppiare e volevo sborrare.- Mamma non ce la faccio più, voglio godere.Allora lei quasi esausta mi prese il cazzo e mi masturbò. Bastarono due colpi per farmi arrivare. Nel frattempo Marco fece come per uscirsene dal mio culo perché stava per avere il suo orgasmo, ma mamma lo bloccò:- Continua. Gli devi sborrare nel culo. Voglio vedere come lo riempi.Sentii distintamente lo sperma del mio amico riempirmi il culo. Poi ci accasciammo tutti sul letto. Dopo però solo pochi istanti mamma si riprese:- Ora invece vi faccio provare cosa significa incularsi una donna.Si mise a pecorina e rivolgendosi a me disse:- Voglio che m’inculiate, prima tu Mario e poi Marco.- Ma mamma, dacci almeno il tempo di riprenderci.- Tu non ti preoccupare. Fate a me le stesse cose che io ho fatto a voi e vedreteMarco allora si tuffò a leccare il culo di mia madre riempiendolo di saliva e invitandomi a gesti a fare altrettanto. Le nostre lingue inzuppate di saliva s’incontravano sul buco del culo di mamma e come per incanto i nostri cazzi ritornarono duri. Fui io il primo a mettermi dietro mamma. Come appoggiai la cappella al suo buco del culo mamma fece un movimento improvviso all’indietro facendosi penetrare. Mi ritrovai così con la punta del cazzo nel culo di mamma. Spinsi. Spinsi con forza e decisione facendolo entrare tutto dentro fino alle palle.- Finalmente. E ora che sei dentro fottimi il culo. Spaccami in due… inculami per bene.Sborrai subito, ma il cazzo impiegò tempo ad ammosciarsi, così che potei stantuffare il culo di mia madre ancora per un po’. Lasciai il mio posto a Marco, il quale senza preamboli, e agevolato dalla presenza del mio sperma, s’inculò mamma come fosse stata un pezzo di burro. Anche lui arrivò subito e cadde stremato accanto a me.- Piccoli frocetti. Allora che dite? Cosa è meglio, incularsi un uomo o una donna?- Lascia stare mamma, abbiamo capito la lezione.- No, non credo proprio. Ora vi do giusto il tempo di riprendervi, poi ricominciamo.- Ma signora, mia madre mi aspetta a casa.- E allora tu telefona, anzi la chiamo io e le dico che per questa notte rimani qui con noi. Io nel frattempo preparo dei tramezzini veloci.

