Vendetta (parte IV)

Non sapevo cosa avesse fatto Barbara in tutto questo tempo, e rimasi stupito nel vederla ancora in piedi nello stesso punto in cui si trovava quando mi aveva slacciato i pantaloni. Mi diressi verso di lei, ma anziché baciarla, toccarla, o altro, raccolsi i miei slip che giacevano ai suoi piedi, li infilai, mi rigirai verso Laura e la sollevai tra le braccia. “Che fai?” mi chiese, ed io “Nulla, ti metto a letto perché sei un po’ stanca; e hai pure bevuto troppo, quindi è meglio che tu stia un po’ coperta adesso, o rischi di addormentarti senza accorgertene e di prendere un sacco di freddo per niente.” Laura non replicò, anche perché era veramente sul punto di crollare dal sonno; la sistemai nel divano-letto che tenevo in studio, la coprii e me ne tornai in soggiorno. Barbara era tornata a sedersi, ma stavolta si era sistemata sul divano, segno che la sua ostilità nei miei confronti era ormai caduta. Fui io invece, dopo aver recuperato ed indossato la maglietta, a prendere posto in poltrona.”Sta dormendo, adesso, ed è meglio così, perché non potevo riportarla a casa sua in quello stato; non avrei dovuto lasciarla bere tanto. Tu come stai?””Io … io sono frastornata, si dice così, no? Non so cosa pensare; tu … credevo fossi uno stronzo, che volessi solo scoparci e via, invece …””Beh, Laura l’ho scopata, no?””Si, ma è stata lei a volerlo; e tu, dopo che lei ha goduto, non hai continuato a scopartela per godere anche tu, ma ti sei occupato di lei, vedendo che non stava proprio bene. E poi …””Allora, Barbara, tu sei ancora giovane e probabilmente hai avuto a che fare finora solo con amanti della tua età, e per questo credi che senza orgasmo non ci sia rapporto sessuale; più avanti scoprirai che spesso più che un orgasmo travolgente, che resta comunque una sensazione esclusivamente fisica, può essere appagante l’eccitazione che si prova durante la scopata, il vedere il partner che reagisce ai tuoi stimoli, il pensare che stai facendo qualcosa di proibito, o a lungo desiderato, e cose del genere. È un tipo di godimento più cerebrale, che spesso aiuta per avere orgasmi più intensi, ma che qualche volta basta a se stesso. Nel mio caso, dovendomi difendere dall’accusa di non essere in grado di soddisfare una donna, come insinuano Gerry e i vostri ragazzi, mentre scopavo con Laura ho trovato molto eccitante il fatto di essere riuscito a farla godere quando e come volevo io; lei avrebbe goduto lo stesso, perché è una che si sa prendere da sé il suo piacere, ma la mia abilità è consistita proprio nel rendere superflua questa sua inclinazione e nell’averla fatta godere con le mie capacità, e questo mi ha dato ancor più soddisfazione che se fossi venuto in quel momento dentro di lei. Riguardo al quel tuo “E poi … “, se ho capito bene, ti sei stupita che dopo averlo fatto con Laura non abbia cercato di scoparmi subito anche te, ma io non voglio trattarvi come bestie, del tipo fuori una, sotto un’altra. Tu mi sei stata ostile per buona parte della serata, e avevi i tuoi motivi, per cui mi sembrava fuori luogo saltarti addosso così, come se nulla fosse. Ve l’ho detto già prima, io vi trovo molto attraenti, e adesso che non c’è Laura posso dirti che in particolare trovo che tu sia eccezionale, e per questo non esiterei a scoparvi in qualunque momento, ma non voglio che sia una cosa che avviene solo sulla spinta di un meschino desiderio di vendetta. Con Laura sapevo che non era così perché in passato lei era stata cotta di me, e quindi venire a letto con me era un po’ la realizzazione di un sogno, ma di te non so pressoché nulla, e non voglio che quella che potrebbe essere una magnifica scopata si trasformi in un accoppiamento da bestie; mi sembrerebbe di mancarti di rispetto, e il rispetto degli altri per me è un punto imprescindibile. Ecco perché mi sono tanto incazzato quando ho scoperto quello che facevano Gerry e i miei cugini, e ho desiderato fargliela pagare.””A proposito, come l’hai scoperto?””Nel peggiore dei modi, ma è una storia troppo lunga ed imbarazzante, per cui preferisco lasciar perdere, almeno per ora. Tu piuttosto, non mi hai ancora detto niente circa la mia idea per punire gli stronzi; sei d’accordo o hai delle obiezioni?””Non è che mi vada molto a genio, non so niente di questi tuoi amici, non so se mi posso fidare, e ho paura che la cosa possa degenerare; se succede qualcosa a Marco non mi interessa, perché di lui non voglio più saperne. Stasera ho capito che razza di stronzo immaturo sia, e mi piacerebbe quasi di più se i tuoi amici gli spaccassero la faccia, togliendogli quell’espressione strafottente da bambino viziato. Mi ero fidata di lui, non conoscevo nessuno, quando sono arrivata qui, e lui sembrava così gentile, disponibile, e io come una stupida ci sono cascata; ero vergine, ma per lui sono stata disposta subito a tutto, tutto, capisci? E lui che cosa ha fatto? Mi ha tenuta al suo fianco come un trofeo, e dopo avermi usata ha iniziato a spassarsela con altre, dicendomi che se fossi stata tanto brava a scopare quanto ero bella non avrei avuto rivali, mentre purtroppo a letto ero una frana e così lui doveva arrangiarsi …”A questo punto lei iniziò a piangere, e affondò il volto tra le mani, mentre il corpo era squassato dai singhiozzi. Mi alzai, presi una leggera coperta di cotone che giaceva sull’altra poltrona e mi portai vicino al divano, dove posi la coperta sulle spalle di Barbara; a questo punto mi sedetti vicino a lei e la presi tra le mie braccia, cercando di consolarla con delicate carezze sulla testa e sul viso. Dopo un paio di minuti smise di singhiozzare, e cercò di accomodarsi meglio, appoggiandomi il capo sulla spalla, e abbracciandomi a sua volta. “Grazie, – disse infine – io … non so cosa mi ha preso, a un tratto ho sentito il bisogno di sfogarmi, e tu … beh, tu mi hai ascoltato, senza mostrare imbarazzo, sei stato gentile.””Non è stato difficile; ti ho detto che ho vissuto momenti difficili colla mia ragazza, e quel che è successo poco fa al confronto è nulla. Sono abituato ad ascoltare gli sfoghi della gente. Ma non mi limito ad ascoltare, se vuoi posso anche dirti quel che ne penso io.””A che proposito?””Riguardo al tuo rapporto con Marco. Quello che dici tu rappresenta già un’ottima analisi della situazione, almeno per quel che posso saperne io, ma tu non devi limitarti a riconoscere la realtà, devi anche cercare di capirla e, se necessario, di giudicarla, altrimenti rischi di accogliere in modo acritico le opinioni degli altri, finendo per soffrirne. Lo sai perché ti ha fatto male vedere quel video? Perché ti è sembrato di vederci una conferma alle accuse di Marco; non ti sei posta il problema se quel che Marco ti chiedeva fosse giusto o sbagliato, hai dato per scontata la prima ipotesi, e quando hai visto che un’altra donna faceva quel che secondo Marco tu non sai o non vuoi fare ti sei sentita in colpa. In realtà non è così; nel sesso non ci sono atti e comportamenti che siano in assoluto giusti o sbagliati; l’unica regola che riconosco in materia sessuale è il rispetto del partner: giusto è tutto quello che si può fare insieme senza forzature e senza umiliazioni, sbagliato è quello che invece costringe uno dei due ad andare contro le proprie convinzioni, i propri gusti, ecc. Di conseguenza la valutazione va fatta distintamente per ciascuna coppia; era sbagliato che Marco pretendesse da te certe cose, mentre non lo era se lo chiedeva a Gerry, disposta a soddisfarlo. Tu non devi sentirti in colpa perché non eri come lui voleva, perché questo è solo un problema suo; è lui semmai a doversi vergognare del fatto di aver usato l’alibi della tua inadeguatezza per giustificare i suoi comodi. Capisci cosa intendo? Ricordi cosa ti ho detto prima, a proposito del piacere cerebrale nel sesso? Una componente di questo piacere sta anche nel fatto di sapere che stai facendo l’amore con una persona a cui vuoi bene in un modo che piace anche a lei, che non le crea imbarazzi o sensi di colpa. Se c’è questa consapevolezza puoi fare magnifiche scopate anche in assenza di prestazioni da pornostar.””Io vorrei che fosse vero, ma la realtà è che quando vado con qualcuno lui si aspetta sempre che io, dato che sono una bella ragazza, sia anche una porca assatanata, mentre a me piacerebbe qualcosa di diverso, non le romanticherie sdolcinate, ma nemmeno la monta come le vacche. Lo sai che ho parlato più con te questa sera che con Marco da quando stiamo insieme?””E che impressione ti ha fatto?””È stato bello, cioè, bello no, perché stavo male, ma è stato importante, utile; sono discorsi che non dimenticherò, non come le chiacchiere inconcludenti che si fanno di solito, che il giorno dopo ci si è già scordati di tutto.””Bene, mi fa piacere che tu abbia apprezzato le mie considerazioni, e perciò te ne voglio aggiungere un’altra, l’ultima: la relatività del concetto di giusto e sbagliato nei rapporti sessuali comporta anche un’altra cosa, e cioè che quello che tu non ti senti di fare con una persona, o in un particolare momento, o in una fase della tua vita, ti potrebbe venire del tutto naturale e spontaneo in altre situazioni; sai, a volte basta anche solo cambiare posto, una casa piuttosto che un’altra, o perfino una stanza diversa. Il sesso parte dal cervello, (almeno negli esseri umani più evoluti, per quelli come mio cugino non so), e di conseguenza è soggetto a moltissime interferenze mentali, tanto più numerose e significative quanto più una persona è intelligente e sensibile, come te.”A questo punto Barbara mi baciò, dapprima esitante, poi con sempre maggior convinzione. Le sue labbra erano morbidissime, calde, come sempre accade in chi ha da poco finito di piangere, e potevo ancora sentire il sapore salato delle sue lacrime; per gustarlo meglio spostai la mia bocca a baciarle le guance, salendo fino agli occhi, e poi ridiscesi alle sua labbra, trovandole stavolta semiaperte, in un titubante invito ad osare di più. Per svariati minuti continuammo a baciarci, come due fidanzatini sulla panchina di un parco, osando solo timidi sfioramenti tra i nostri corpi, evitando di portare le mani sulle zone tradizionalmente più erogene, ma eccitandoci lo stesso notevolmente. Non avevo intenzione di forzarla in alcun modo, per cui, facendo un notevole sforzo di volontà, mi trattenni dall’andare ad esplorare quel corpo meraviglioso; fu lei che ad un certo punto, sotto il pungolo dell’eccitazione, sentì l’urgenza di passare a contatti più intimi. Si alzò in piedi e con gesti che tradivano un certo nervosismo si slacciò la gonna, lasciandola cadere a terra.Io mi distesi sul divano e le tesi la mano, invitandola a venire a sdraiarsi al mio fianco; in questa posizione riprendemmo a baciarci, ma stavolta le mie mani correvano libere sulle sue cosce nude, straordinariamente lisce e toniche. Nuovamente lasciai a lei il compito di stabilire il momento di passare ad una fase ulteriore, ed il segnale venne dato sollevando una gamba e portando la coscia al di sopra del mio fianco, in una posizione che per la prima volta faceva venire a contatto i nostri sessi, sia pure attraverso la stoffa degli indumenti intimi.Ora ai baci e alle carezze si aggiungevano le spinte dei nostri bacini, in una frenetica ricerca delle posizioni che favorissero i contatti più appaganti tra il bozzo del mio cazzo eretto, trattenuto dalle mutande, e il rilievo della sua vulva. D’improvviso la afferrai per i fianchi e la feci ruotare in modo che si venisse a trovare comodamente distesa sul divano mentre io mi portavo sopra di lei, che immediatamente allargò le gambe, per richiuderle immediatamente sulla mia schiena non appena mi fui avvicinato. Tenendomi sollevato sulle braccia stese cominciai a sfiorarle il pube con la punta del gonfiore degli slip, continuando in questo movimento, subito assecondato dalle spinte del suo bacino, per diverso tempo, finché non vidi che tanto le sue mutandine quanto i miei slip erano ormai lucidi per l’abbondante lubrificazione che colava dai nostri sessi vogliosi. Mi lasciai cadere su di lei e ripresi a baciarla e ad accarezzarla, sussurrandole eccitate parole di desiderio e commossi elogi della sua sensualità e bellezza.Mi staccai da lei e, stando ritto sulle ginocchia, mi sfilai la maglietta, e Barbara, raccolto immediatamente l’invito, cominciò a slacciarsi la camicetta di seta, giungendo rapidamente a scoprire il più bel seno che avessi mai visto, di una perfezione classica; ripensai al mito greco secondo cui la prima coppa sarebbe stata modellata sul seno di Afrodite, e mi piacque immaginare che il vasaio compisse la sua opera in quel momento, sotto i miei occhi, utilizzando però il corpo di Barbara come fonte di ispirazione. Glielo dissi, e lei per tutta risposta afferrò le mie mani e le portò a saggiare la consistenza di quelle tette favolose, che avrebbero fatto la disperazione di qualunque chirurgo plastico, che non avrebbe potuto far nulla per migliorarle. Ero inebriato dalla sensazione di calore e di morbidezza che mi riempiva le mani, e per lunghi istanti tenni gli occhi chiusi mentre le mie dita seguivano il contorno dei seni, disegnavano il margine delle areole e accarezzavano i capezzoli sporgenti; nella mia mente prendeva forma l’immagine di quel seno generoso, e all’improvviso la visione si fece talmente invitante che mi tuffai su di lei e, sempre ad occhi chiusi, cominciai a baciare, leccare, succhiare e mordere quelle stupende colline carnose, strappando a Barbara dei lunghi sospiri di gradimento.Recuperai infine un parziale autocontrollo e mi sollevai, mi posizionai a cavalcioni su di lei e la feci girarea pancia sotto; le sfilai la camicia e mi fermai in contemplazione della sua schiena nuda, che trasmetteva un’idea di potenza senza per questo essere sgraziata o poco femminile. La baciai sul collo ed iniziai una lunga discesa che mi portò ad assaporare la sua pelle fino a giungere all’elastico delle mutandine; mentre colle dita tenevo leggermente sollevato l’orlo alitavo su quella zona di pelle particolarmente sensibile, strappando dei mugolii di piacere a Barbara. Ricominciai la discesa, stavolta preceduto dalle mani che rimuovevano lentamente l’ultimo indumento della ragazza, e giunsi infine ai suoi talloni; sollevando lo sguardo potevo vedere le tracce luccicanti della mia saliva sulla sua pelle abbronzata, che conducevano come un sentiero fatato all’incanto del suo culo marmoreo, il cui pallore contrastava con il bronzeo incarnato delle gambe e della schiena. In quell’istante riflettei che non c’era segno del costume sul torace, e capii che Barbara prendeva il sole in topless, e mi sfuggì di bocca un flebile “Grazie”, che lei riuscì lo stesso a sentire.”Perché mi ringrazi?” mi chiese, ed io: “Perché non privi il mondo di noi comuni mortali della possibilità di contemplare la bellezza del tuo seno, mia divina.” Lei non seppe cosa rispondere, e silenziosamente si voltò, dandomi una completa visione del suo corpo nudo, indifeso; la rada peluria bionda del suo pube, la dolce curva dei seni, culminanti nei teneri boccioli dei capezzoli, la nuvola dorata dei capelli, sparpagliati intorno al viso, tutto comunicava una sensazione di tenerezza e di purezza quasi ultraterrene. Non c’era nulla di volgare nella sua nudità, anzi, c’era un’aura di misteriosa beatitudine, che richiamava il massimo attributo della divinità, la potenza creatrice; di fronte a me stava una donna che sembrava essere stata creata per fare l’amore, ma non alla ricerca di un semplice piacere momentaneo, bensì per dare la vita a nuove creature. Mi vennero in mente le parole del Papa, che diceva “Dio è Padre, ma è anche Madre”, e non riuscivo ad immaginare una immagine di Dio-Madre più bella di quella che mi stava dinanzi in quel momento; nessun autore di arte sacra avrebbe mai potuto rappresentare una situazione così impudica e al contempo così innocente. In quel momento desiderai poter ricominciare la mia vita, cancellandone ogni bruttura passata, per poter vivere senza rimorsi o rimpianti al fianco di Barbara, da cui sognavo di avere i figli che Gerry, in conseguenza dei suoi disturbi, non avrebbe forse mai potuto darmi.Mi fermai assorto nei miei pensieri per alcuni secondi, ed il mio sguardo dovette apparire ben strano se Barbara sentì il bisogno di sollevarsi e di accarezzarmi il viso, chiedendomi :”Ti senti male, Stefano?”. Con questo ogni incanto svanì, e di fronte a me tornò ad esserci una bellissima ragazza, con cui mi accingevo a fare l’amore. “No, non è nulla, anzi, mai stato meglio, solo pensavo … beh, è un discorso troppo lungo da fare, te lo dirò dopo.”Lei mi lasciò e tornò a stendersi, ed io ricominciai a baciarla, salendo dai suoi piedi lungo gli stinchi fino alle ginocchia; qui giunto fui incitato a proseguire con slancio dal gesto di Barbara, che cominciò a divaricare leggermente le gambe, permettendomi di vedere l’interno straordinariamente compatto delle sue cosce ed infine la rosea meta delle mie esplorazioni. Lentamente risalii lungo le cosce fino a raggiungere la vulva, cui dedicai devotamente ogni mia attenzione; le labbra, la lingua, le dita, perfino il naso, tutte le parti del mio corpo resero omaggio alla vulva, austero ingresso del nido d’amore, e al clitoride, suo solitario custode. L’odore pungente si faceva strada nel mio cervello, dandomi scosse di eccitazione violenta, ma feci di tutto per resistere alla tentazione di avventarmi in lei; quando introdussi due dita nella sua vagina sentii la sua eccitazione montare rapidamente, e capendo che era ormai prossima all’orgasmo mi arrestai, preferendo cercare di portarla ad un unico intenso momento di godimento insieme a me anziché farla sfinire prima del tempo in una serie di orgasmi insignificanti.Mi alzai dal divano ed abbassai gli slip, lasciando finalmente svettare libero il mio cazzo congestionato, ora più che mai bisognoso di cure amorevoli, ma ancora non volli entrare in Barbara; le feci cenno di farmi posto sul divano, e mi stesi al suo fianco, nudo, ma a pancia sotto. Lei restò sorpresa, ma io la invitai a salire su di me, cosa che fece con qualche esitazione. A quel punto mi rilassai, lasciando a lei il compito di esplorare il mio corpo, secondo le sue inclinazioni, senza darle alcuna indicazione. Presto le mani di Barbara cominciarono a correre sulle mie spalle, lungo le braccia, sulla schiena, giù, sempre più giù, fino a giungere ai glutei, che lei accarezzò delicatamente, quasi con circospezione, prendendo col passare del tempo sempre più confidenza, fino ad osare spingersi lungo il solco in direzione dell’ano, la prima volta limitandosi a sfiorarlo, per poi passare ad esercitare leggere pressioni come se mi volesse penetrare. Mi rizzai sui gomiti e lei risalì con le carezze lungo i fianchi, dandomi nel frattempo un’unica, calda, appassionata, leccata alla schiena, che mi causò autentici brividi di piacere. Si mise a cavalcioni su di me e con le mani cominciò ad alternare carezze alle spalle a tocchi dei muscoli pettorali, che palpava quasi fossero le tette di una donna, stuzzicando i capezzoli o facendo ampi massaggi circolari. La sua eccitazione stava diventando insopportabile per lei, perché la sentivo distintamente agitare il bacino nel tentativo di trarre piacere dallo sfregamento delle labbra vaginali e del clitoride sulla mia schiena.Quando anch’io non resistetti più mi girai, la tirai verso di me per baciarla appassionatamente, e nel momento in cui si staccò da me per riprendere fiato la spinsi indietro, fino a farle sentire il glande, umido e caldo a contatto delle sue grandi labbra; Barbara stavolta preferì non correre il rischio di un’ulteriore dilazione, e subito si rizzò sulle ginocchia per scendere subito dopo ad impalarsi sul mio cazzo. Il contatto tanto agognato era finalmente avvenuto, e restammo entrambi paralizzati per alcuni secondi a godere delle magnifiche sensazioni che scaturivano dai nostri sessi. Non esistono parole per descrivere l’appagamento di quegli istanti; il mio cazzo godeva talmente da farmi quasi male, avevo paura che potesse esplodere da tanto lo sentivo gonfio. Anche Barbara doveva provare un piacere senza precedenti, perché dopo essere rimasta a lungo immobile cominciò a muoversi lentamente, in modo quasi impercettibile, sottolineando ogni stimolo che le veniva dalla vagina con rantoli, sospiri e parole incomprensibili, forse in boero.L’estasi durò alcuni minuti, in cui ci accontentammo di minimi cambiamenti di posizione, seguiti da lunghe pause di immobilità per permetterci di gustare le nuove sensazioni, ma infine, quando il mio cazzo fu giunto alla massima profondità possibile, quasi a malincuore Barbara cominciò a sollevarsi, dando il via ad una serie di movimenti via via sempre più frenetici, quasi rabbiosi nel tentativo di riassaporare tutte le sensazioni provate in quella prima, lunghissima, irripetibile penetrazione; presto però la rabbia svanì per lasciar posto al compiacimento per il variare degli stimoli che potevano scaturire dai nostri movimenti reciproci, e in Barbara tornò a farsi strada la dolcezza. Durò quasi mezz’ora quella scopata, la nostra prima scopata, in cui riuscimmo ad esplorare solo una piccola parte delle nostre sensibilità, e alla fine Barbara mi invitò a passare sopra di lei, per penetrarla in posizione tradizionale; capii che era appagata, e che ormai voleva solo godere, e la accontentai con una serie di colpi intensi, profondi, a cui lei reagì piantandomi i talloni sopra i glutei, per accogliermi a fondo in lei. Un rantolo prolungato fu il segnale dell’inizio del suo orgasmo, a cui subito fece seguito il mio; non pensai neppure per un momento se ci fosse qualche controindicazione, e mi scaricai in lei, prima di crollare sfinito al suo fianco. La abbracciai e la baciai, tirandola il più possibile vicino, e la sentii sussurrare con aria trasognata: “Cristo, allora è questo che vuol dire scopare.”