Zaira stava tornando a casa presto dal centro commerciale, considerando che era andata a una vendita straordinaria notturna. Ci era andata con alcune amiche di scuola. Mentre si incamminava verso il soggiorno con un bicchiere d’acqua in mano, vide la sorellastra, Martina, distesa sul divano. Si era nel pieno dell’estate, e i capezzoli di Martina erano eretti per il freddo che veniva dal condizionatore. Zaira non poté trattenersi dal guardarli, mentre si metteva seduta a gambe incrociate sul tappeto."Ti sei divertita?" le chiese Martina mentre guardava la televisione."Hm," borbottò per tutta risposta, sorseggiando dal bicchiere. Si sorprese a controllare il personale di Martina e quasi si sgridò da sola ad alta voce. Mentre si chinava verso il tavolino per poggiarvi il bicchiere, urlò di dolore, perché aveva dimenticato le scottature da abbronzatura. La testa di Martina si volse verso di lei."Ti sei dimenticata di nuovo, vero?" Zaira annuì e si lamentò. Non riusciva proprio ad abbronzarsi: qualunque cosa facesse, si bruciava e basta. "Vuoi che ti faccia un massaggio?""Sì, grazie, però andiamo in camera tua, è più comodo." Fin da quando era piccola, le era sempre piaciuto farsi massaggiare, soprattutto quando era scottata. Le due ragazze salirono rapidamente al piano di sopra e Zaira si distese sul letto della sorellastra, sbottonandosi e togliendosi la camicetta. Nel frattempo Martina le aveva aperto la cerniera del reggiseno e glielo aveva tolto."Grazie, Marti". E Zaira sospirò dal piacere.Martina cominciò a muovere lentamente le dita sulla schiena di Zaira, da sotto in su, poi all’inverso, poi sui fianchi. Zaira volse il capo per ringraziarla con lo sguardo. Una volta di più si sorprese a guardare le tette di Martina con i capezzoli baldanzosamente eretti. L’altra se ne accorse e si sorprese, sentendosi eccitata al pensiero della sorellastra che le guardava le tette. L’eccitazione la portò a spingere la mani un po’ più in basso, verso le piccole e soffici sise di Zaira. Le due ragazze continuarono a eccitarsi, finché Zaira si alzò sui gomiti per permettere un miglior accesso alle proprie tette. Sospirò quando sentì le mani della sorellastra sui capezzoli. Poi fu troppo per la ragazza, che non aveva mai avuto esperienze simili."Oddio, Martina, succhiamele, ti prego!" Implorò Zaira. Martina non se lo fece ripetere e seppellì il viso tra quelle due dolci collinette, poi prese fiato un attimo e rapidamente si tolse anche lei camicetta e reggiseno; fu la volta di Zaira di renderle il favore leccando e succhiando le tette e i grossi capezzoli eretti."Brava Zaira, puttanella, leccamele! succhiamele!" Ordinò Martina, mentre una mano scendeva a carezzarsi l’inguine. Zaira obbedì, leccando, lappando e succhiando le splendide rotondità della sorellastra.Abbastanza presto le due ragazze erano vicine a procurarsi un orgasmo dal solo sfregamento dei capezzoli. Zaira si alzò e si sbottonò i jeans, poi se li tolse, insieme alle mutandine. Martina la seguì a ruota; le due ragazze si distesero sul letto; Zaira si infilò due dita nella fica e Martina fece altrettanto, poi pensò bene di sostituire le dita di Zaira con le sue e viceversa, sicché le due ragazze presero a sditalinarsi all’unisono. Quasi immediatamente le fiche si contrassero e le due esplosero in orgasmo convulso.Quando l’orgasmo le abbandonò, Zaira si dispose tra le gambe di Martina e inalò I dolci aromi della sorellastra, prima di seppellire la lingua profondamente all’interno della sua fichetta. In un paio di minuti la portò ad un orgasmo ancor più violento del precedente e Martina le venne in faccia. Poi Zaira si stese sul letto, allargò le gambe e invitò Martina a renderle il favore. La ragazza non si fece pregare: con la lingua le carezzò lentamente il clitoride e poi cominciò a muoverla rapidamente dentro e fuori le labbra della fica di Zaira, che resistette appena pochi secondi, prima di cominciare ad agitare i fianchi e a venire in faccia alla sorellastra.Le due si pulirono accuratamente il viso le lingue, poi si sdraiarono per un sonno ristoratore; l’ultimo pensiero di ambedue, prima di addormentarsi, fu: "Speriamo di farlo molto spesso…"
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