Continuo la mia storia con Sandra e Carmen avuta negli anni 60, per avere maggior particolari e poter meglio assaporare l’avventura di sesso vi rimando alla prima parte e cioè “Anni 60 – la conoscenza”.Passarono circa 10 giorni in cui ho continuato il mio adocchiare e palpeggiare il culo sia di Sandra che di Carmen, sicuramente maggior soddisfazione la avevo dalla seconda che partecipava divertita non disdegnando, anche se raramente di farmi qualche veloce sega, Sandra invece era stizzosa e riluttante, una mia fissa era diventata di riuscire a scoparla.Un sabato sera prima della chiusura del negozio Carmen mi invitò a casa sua nel pomeriggio della domenica per festeggiare il suo compleanno, sarebbe stata sola a casa, il marito camionista sarebbe tornato solo in settimana, non gli feci ripetere l’invito due volte ed accettai molto volentieri pregustando una bella scopata con calma su un comodo letto.Alle tre del pomeriggio di una bella domenica di sole ero impaziente mentre attendevo l’arrivo del tram numero 33 che mi avrebbe portato a nelle vicinanze dell’abitazione di Carmen. Finalmente il tram arrivò alla fermata dove lo attendo, vi salii assieme alle altre persone che erano con me in attesa, il tram era quasi pieno, tutti i posti a sedere erano occupati e parecchie persone stavano in piedi occupando quasi totalmente il tram.Con mia grande sorpresa vidi in piedi accanto all’ultimo sedile Sandra, mi avvicinai a lei riuscendo a infilarmi al suo fianco leggermente spostato di spalle e le domandai:- Come mai se su questo tram? Vai a qualche appuntamento amoroso? -Sandra si volta leggermente verso di me per rispondermi:- Vado nello stesso posto dove vai tu. Ti dispiace? -Effettivamente mi dispiaceva, speravo di trascorrere un bel pomeriggio di sesso sfrenato con Carmen che con me si era già manifestata una vera porca da letto, quanto di meglio si possa chiedere a una donna, un po stizzito gli sussurrai nell’orecchio:- Si mi dispiace! Avevo intenzione di scopare con Carmen per delle ore, se ci sei anche tu mi rompi i palle, sei una vera rompicoglioni. -Anche lei rispose sussurrando per non farsi sentire dalle persone che avevamo intorno:- Ti farai una sega come al solito quando tornerai a casa. -Sandra si divertiva a provocarmi, decisi all’istante di fare qualche cosa che la imbarazzasse, guardai chi occupava il sedile al nostro fianco, era un vecchietto appisolato che non badava a noi. Appoggiai una mano sul culo di Sandra ed iniziai un delicato palpeggiamento, subito Sandra mi fulminò con gli occhi dicendomi tra i denti:- Smettila subito, se ci vedono che figura facciamo? — Non ti preoccupare, l’unico che può vedere e questo vecchio che dorme…- Risposi non accennando a smettere nemmeno per un attimo -…e poi non è forse quello che vuoi? Lo hai detto tu che tornando a casa mi sarei fatto una sega, così ne farò due, una per Carmen e una in onore del tuo culo. -Sandra arrossì leggermente ma non rispose ne cercò di sottrarsi alle mie manovre.Improvvisamente sentii una mano prendere la mia e spostarla dal culo di Sandra, guardai chi mi impediva il divertimento e con grande sorpresa vidi che era il vecchietto l’artefice dei movimenti, aveva spostato la mia mano per metterci la sua, tranquillamente senza dire una sola parola stava godendosi il culetto di Sandra, notai che aveva una tecnica sopraffina sicuramente dettata dall’esperienza, muoveva la mano con abilità, senza fretta ne eccessiva pressione, dava piccoli pizzicotti, entrava con le dita nel solco che divide le chiappe provocando piccoli brividi a Sandra, io guardavo e facevo tesoro dell’esperienza del vecchietto. Dopo qualche minuto, in cui Sandra dava chiari segni di gradire il nuovo palpeggiamento, naturalmente lei non sapeva che non ero più io ad operare sul suo culetto.Il vecchietto alzò la testa verso di me per farmi segno di riprendere la mia posizione, tolse la sua mano e rimisi la mia tentando di ripetere le sue stesse manovre, provavo anche io più gusto a sentire le natiche piccole ma sode di Sandra. Pensai a quel punto che il vecchietto avesse solo voluto insegnarmi qualche cosa e che ora si sarebbe accontentato di guardare ma mi sbagliavo, la sua mira ero proprio io, sentii la sua mano sbottonarmi i pantaloni per infilarcela ed afferrare il mio uccello oramai grosso e duro come poche altre volte, ed anche sul mio cazzo potei constatare la sua tecnica esperta, me lo carezzava con delicatezza, ora raggiungeva la cappella con un dito provocandomi un leggero solletico, ora era sotto le palle che ne pregustava la compattezza, seppur attraverso il tessuto delle mutande riusciva a darmi un enorme piacere.Non so quanto tempo avrei potuto resistere ancora prima di raggiungere l’orgasmo, una cosa era certa non volevo sporcarmi di sperma ed arrivare all’appuntamento con Carmen tutto inzozzato, mi rivolsi a Sandra dicendogli:- Andiamo all’uscita che scendiamo. -Sandra guardò fuori dal finestrino e rispose:- E’ presto manca ancora una fermata. — Non fa niente facciamo quattro passi. -La spinsi leggermente avanti per liberarmi dalla mano del vecchio porco, Sandra si fece largo tra gli altri passeggeri seguita da me che camminando riuscii a riabbottonare i pantaloni spero non visto da alcuno, non che l’opposto avrebbe fatto una grande differenza.Scesi dal tram Sandra mi chiese:- Perché hai voluto scendere? Ti eri stancato di toccarmi il sedere? — No! C’è lai cosi sodo che non mi stancherò mai di palpartelo, volevo solo passeggiare con te come se fossimo due innamorati. -Mentii per non rivelargli del vecchietto, lei rise, mi guardò e mi prese a braccetto dicendo:- Vuoi fare il romantico ma non ti si addice molto. — Non è che voglio fare il romantico, è che tu ci stavi provando troppo gusto a farti palpare il culo. — Adesso ti riconosco, il solito sgarbato e porco. Se provavo piacere o no al tuo palpeggiamento non sono affari tuoi. — Allora rispondi a questa domanda. E’ vero che ti rasi la passera come dice Carmen? — Non sono affari tuoi e non lo saprai mai. -Rispondendo si era staccata dal mio braccio ed il viso si era leggermente indurito, mi piaceva farla incazzare perciò la canzonai:- La figa è mia e la gestisco io. — Cretino! -Fu l’unica risposta e si allontanò di un paio di passi da me, era veramente incavolata, la raggiunsi e la presi sottobraccio nonostante lei cercasse, anche se timidamente, di divincolarsi, gli sorrisi dicendo:- Pace! Facciamo pace fino a questa sera, poi lunedì riprendiamo le nostre liti. -Anche lei sorrise annuendo:- Che stupido sei, tregua fino a lunedì. -Camminammo senza più litigare fino alla casa di Carmen fermandoci di tanto in tanto per curiosare in qualche vetrina.Suonammo al citofono che portava il cognome del marito di Carmen e salimmo al secondo piano, ad attenderci sull’uscio di casa c’era lei vestita semplicemente, un miniabito estivo con colori vivaci e un grembiulino bianco da cucina, ci accolse allegramente con un bacio sulla guancia.Entrati in casa io e Sandra ci accomodiamo sul divano e Carmen sulla poltrona, sul tavolino davanti a noi c’erano pasticcini e bibite, aveva preparato le cose in grande, sul tavolo da pranzo facevano bella mostra i fiori che gli avevo mandato io, Carmen non mancò di ringraziarmi.Parlammo allegramente di vari argomenti e non mancammo di sparlare della signora Caterina e della signorina Franca, Carmen asseriva che tutte le volte che la signorina Franca diceva di assentarsi per andare da un fornitore in realtà andava a scopare con qualche ganzo.I nostri discorsi avevano preso la strada del sesso e diventavano sempre più piccanti, mi rivolsi allora verso Sandra dicendo:- Vuoi sapere la verità per cui ti ho chiesto di scendere una fermata prima dal tram? — Sentiamo questa verità o è un’altra tua cattiveria? -Raccontai con dovizia di particolari tutto quello che era successo sul tram, mentre Carmen si divertiva e rideva allegramente, Sandra si fece seria in viso e mi guardò veramente male:- Sei un bastardo! Hai lasciato che un vecchio mi mettesse le mani addosso. — Non mi è sembrato che ti dispiacesse a giudicare dai piccoli brividi che avevi quando entrava ed usciva dal solco tra le tue chiappe, poi si è dedicato al mio uccello che era duro come il marmo e se non ci fossimo spostati ti avrei sporcato la gonna con il mio sperma, c’è mancato poco. -Carmen si alzò dalla poltrona e venne vicino a me, mi voltò le spalle per mettermi a disposizione il suo culo:- Fammi vedere come il vecchio palpava il culetto di Sandra. -Non chiedevo di meglio, ripetei sul culo di Carmen le operazioni già fatte con Sandra, eccitato dalla situazione che volgeva dal lato che preferivo, con la mano libera sollevai il miniabito per poter accarezzare il culo di Carmen con il solo tessuto delle leggere mutandine di pizzo a proteggerlo, Sandra guardava senza mostrare nessun turbamento, allora le chiesi:- Tu dovresti fare la parte del vecchio e sbottonarmi i pantaloni e farmi una sega ora che è tornato duro. — Tu sei scemo! – Fu la risposta secca – Se vuoi una sega fattela da solo. -Carmen da grande esperta capì che l’atmosfera era giunta alla temperatura giusta, si staccò dalle mie mani dicendo: – Vado a prendere lo spumante in frigorifero così facciamo un brindisi. -Andò in cucina per uno o due minuti, il tempo che bastò a me e Sandra per rinnovare la nostra tregua.Quando Carmen tornò con in mano la bottiglia di spumante era senza il miniabito, indossava solo il grembiulino bianco che copriva a malapena le grosse tette, ad ogni movimento spuntavano i capezzoli grossi ed eccitati, si era tolta anche le mutande e il grembiule copriva a malapena l’inguine, alle nostre occhiate sbalordite ma non dispiaciute disse:- Avevo molto caldo e mi sono messa in libertà, se avete caldo anche voi non fate complimenti. -Voltandosi dopo avermi dato la bottiglia da stappare mi mostrò il grosso e bel culo completamente nudo, prese i bicchieri e venne a sedersi sul bracciolo del divano alla mia sinistra, distratto dalla visione del folto pelo nero della figa di Carmen che il grembiulino, spostatosi mentre si sedeva, non copriva più e lasciava vedere interamente, lasciai sfuggire il tappo dello spumante ed alcuni spruzzi di vino colpirono la camicetta bianca di Sandra che strillò:- Guarda cosa fai, mi hai sporcato la camicetta. — Devi lavarla subito altrimenti resta la macchia. -Intervenne Carmen precipitandosi verso di lei:- Vieni con me in bagno che la laviamo subito. -Insieme si diressero verso il bagno ma non chiusero la porta che restò semiaperta, mi accostai in silenzio per spiarne i movimenti.Carmen aiutò Sandra a togliere la camicetta, era senza reggiseno, due tettine piccole, bianchissime con un capezzolo impertinente rosa scuro rivolto all’insù, Carmen ne titillò uno dicendogli:- Mi piacciono molto le tue tettine. -Si abbassò e raggiunse l’altro capezzolo con la bocca, Sandra si irrigidì e accarezzò la nuca di Carmen, mugolava nel rivolgersi a lei:- Smettila, sai che poi non resisto. — E’ quello che voglio porcellina. -Rispose Carmen mentre con l’altra mano era già sotto la gonna di Sandra e frugava tra le cosce, ci volle molto poco prima che riuscisse a fagli avere un orgasmo, Sandra stringeva a se Carmen mentre respirava affannosamente e ansimando diceva con voce gutturale:- Godo, godo, godoooo. -Si abbandonò poi tra le braccia di Carmen che gli accarezzava la nuca. Quando si sciolsero dall’abbraccio Carmen prese la camicetta sporca e inizio a lavarla, mi allontanai dalla porta e tornai a sedermi sul divano.Pochissimi minuti dopo tornarono, Sandra indossava una maglietta bianca di Carmen, molto larga per lei ma che non impediva di far notare la punta dei capezzoli ancora eccitati che spingevano contro il tessuto, mentre Carmen usava la parte inferiore del grembiulino per farsi aria mettendo in mostra, ogni volta che lo sollevava, il folto pelo nero della sua figa.Sandra tornò a sedersi dove era prima senza guardarmi, era forse imbarazzata, mentre Carmen si preoccupò di versare lo spumante nelle coppe per un brindisi al suo compleanno, brindammo scambiandoci bacini innocenti, avrei preferito qualcosa di più robusto ma era meglio non essere impazienti.Carmen prese un pasticcino a forma di cannoncino dal vassoio e si rivolse a Sandra:- Guarda il merlotto del nostro pisellone come si è ingrossato solo per aver visto la mia passera, adesso glielo faccio scoppiare. -Sandra lanciò un’occhiata dove Carmen aveva fatto riferimento, in effetti la situazione mi aveva eccitato non poco e sentivo il cazzo spingere imprigionato dai pantaloni. Carmen aveva iniziato a simulare un pompino con il pasticcino, muoveva la lingua sulla punta, poi lo imboccava tutto per farlo andare dentro e fuori tra le sue labbra rosse come se invece del cannoncino avesse in mano un bel cazzo, raggiunse lo scopo voluto perché a vederla simulare un pompino da grande troia quale era, sentivo che stavo per scoppiare, alla fine mangiò il pasticcino tra i sorrisini di Sandra e un po di imbarazzo mio.Carmen prese un altro pasticcino uguale al primo e dopo essersi seduta tra me e Sandra si volta verso lei dicendo:- Dai prova anche tu a fare un pompino. –Sandra sorrise scuotendo la testa:- Lo sai che non sono capace, non ne ho mai fatto uno. — E’ giunto il momento di imparare, dai apri leggermente la bocca. -Sandra apri la bocca quel tanto che bastò affinché Carmen infilasse tra le sue labbra la punta del pasticcino indicandogli i movimenti che doveva compiere:- Leccagli la punta… adesso imboccalo fino a metà… fai avanti e indietro facendogli sentire la pressione delle labbra quando arrivi alla cappella e solleticagli la fine con la punta della lingua…-L’alunna esegue tutto diligentemente mentre la maestra si limita a tenere in mano il pasticcino:-…adesso fai girare la lingua intorno a tutta la cappella… ecco così brava… imboccalo tutto e fai avanti e indietro… più pressione con le labbra… ancora il solletico della lingua sulla cappella…-Vedere Sandra fare un pompino con il pasticcino, ma soprattutto Carmen che la istruiva, aveva portato al massimo la mia erezione, non potevo stare con le mani in mano a guardare quelle due che si divertivano ed avendo Carmen a portata di mano gli infilai una mano tra le cosce sotto il grembiulino che non copriva oramai più nulla, la sua figa era un lago di piacere, anche lei come me provava eccitazione della situazione che si stava svolgendo, divaricò le gambe per permettermi di raggiungere meglio il centro del suo piacere. Entrai nella figa con uno, poi due poi tre dita, mentre lei non smise un secondo di istruire Sandra:- Ecco ora ripeti ancora tutte le mosse mettendoci un po della tua fantasia. -Sandra continuava ad eseguire diligentemente, a me sarebbe piaciuto metterci il mio uccello in tiro al posto del pasticcino.Carmen intanto dava i primi segni di un prossimo orgasmo, sentivo il clitoride vibrare tra le mie dita, difatti dopo poco la sentii ansimare e quasi urlare:- Si dai che godo… continua… dai ancora. -Mentre godeva schiacciò il pasticcino in modo che la crema schizzò come una sborrata in parte direttamente in bocca e in parte sul viso di Sandra che ebbe un lieve scarto all’indietro non aspettandosi quello spruzzo, rimediò ripulendosi con le dita per poi leccarle:- Meno male che non è veramente sperma, mi avrebbe fatto schifo. — Sciocchina! Si vede che non hai mai gustato il nettare dell’uccello, è la cosa migliore che ti può dare un uomo. -Sandra la guardò un po incredula.- Ma a me non ci pensa nessuno? -Sbottai io alzandomi in piedi e sbottonandomi i calzoni per togliermeli con mutande e maglietta per restare completamente nudo e il cazzo di una dimensione eccellente che svettava libero, fu Carmen a rispondermi:- Stai buonino, oggi è la mia festa e fate quello che dico io tutti e due, prima devo insegnare qualcosa anche a te. -Scelse tra i pasticcini sul tavolo quello più ricco di crema, un maxibignè colmo di crema alla vaniglia, se lo fece rigirare tra le mani davanti ai miei occhi curiosi, poi guardandomi negli occhi disse:- Adesso voglio che tu lecchi questa crema come non lo hai mai fatto. -Si sbarazzo del grembiulino restando anche lei completamente nuda, era magnifica con le grosse tette e il folto pelo nero della figa, solo Sandra era ancora vestita e guardava in direzione del mio uccello come se ne fosse ipnotizzata, lo presi tra le mani e lo dondolai nella sua direzione come a dirle “lo vuoi?” lei si schernì:- Non mi interessa tienitelo tu. -Intanto Carmen era pronta con il bignè in mano, si sistemò sul divano in una posizione tra il seduto e lo sdraiato a gambe larghe, ero davanti a lei e potevo vedere il suo sesso dilatato dal piacere appena ricevuto e ancora umido dei suoi umori,appoggiò il bignè sulla figa e lo schiacciò facendogli uscire tutta la crema e la spalmò con cura dentro e fuori la figa, leccandosi poi le dita mi ordinò:- Adesso lecca la crema dalla mia micia e voglio anche godere. -La cosa mi allettava molto e mi precipitai tra sue gambe, iniziai a leccare la crema alla vaniglia dall’esterno per avvicinarmi sempre più alle grandi labbra, Carmen mi dava qualche consiglio:- Adesso devi appuntire la lingua in modo che diventi dura come il tuo merletto… bravo così…-Eseguivo ogni suo consiglio, quando arrivai al clitoride continuò:- Aaaah… sei nel punto giusto, non mollare e fammi godere come una vacca. -Mentre io continuavo ad assaporare il gusto dolce della vaniglia mista al leggermente salato dei suoi umori, mi sarebbe piaciuto che Sandra si fosse occupata del mio uccello giunto al limite della sua potenza, ero tentato di farmi una sega mentre ero sprofondato con la lingua nella figa di Carmen, avevo appena iniziato a carezzare la verga che mi vide Carmen e mi intimò di non toccarmi perché lei aveva altri programmi, intanto Sandra si era accostata a Carmen e stava giocando con le sue tette, si cercarono entrambe con la lingua prima ancora che le due bocche si unissero, una mano di Carmen aveva sollevato la gonna di Sandra e la stava masturbando da sopra le mutande, ambedue gradivano molto la situazione in cui si trovavano.La mia convinzione che Sandra fosse una lesbica ne ebbe la certezza in quel momento, Carmen invece era chiaramente una puttana a cui stava bene qualsiasi cosa pur di godere e in quel momento stava godendo, me ne accorsi prima dalle contrazioni dei muscoli delle gambe che mi strinsero la testa tra di esse, poi dallo spruzzo di umori che mi arrivò in bocca, una vera sbrodolata a conferma che ero riuscito a fagli provare un grande piacere.Tornai a sedermi sul divano a fianco di Carmen che aveva smesso anche masturbare Sandra, guardò il mio uccello che svettava libero, si chinò e baciandomelo sulla cappella gonfia disse:- Adesso sono da te tesoro. -Si voltò verso Sandra ordinandogli:- Ora tocca a te a spogliarti, noi siamo già nudi, non è giusto che tu ci impedisca di vedere tutte le tue grazie. — Ma io mi vergogno. -Rispose Sandra timidamente:- Di chi hai vergogna? Di me o di lui? — Di lui! Non mi sono mai mostrata nuda ad un uomo. — Ad un uomo no, ma ad una donna si è lesbicona…– intervenni io -…e poi se ti interessa la figa e le tette te le ho già viste prima in bagno quando Carmen ti ha fatto un ditalino e tu sbavavi “godo, godo”. -Sandra arrossì ma non ribattè nulla se non un “cretino” ma non con cattiveria, forse ne era pure compiaciuta, riprese in mano la situazione Carmen:- Su Sandra non fare la puttanella pudica, togliti quei vestiti o te li tolgo io, vogliamo vedere la tua fighetta dal pelo chiaro e curato. -Questa volta Sandra obbedì non obiettò, si alzò e voltandoci le spalle si sfilò la maglietta, fece cadere a terra la gonna ed esitò un attimo prima di sfilarsi le mutandine bianche, restò con le sole calze autoreggenti che Carmen gli disse di tenere, si voltò per tornare sedersi sul divano coprendosi il pube con una mano e il seno con l’altro braccio ma Carmen la fermò:- Aspetta! Prima di tornare sul divano togli le mani che voglio farti ammirare da lui e fagli vedere come sei ben fatta davanti e dietro. -Anche se un po riluttante obbedì mettendo in mostra due tette piccole ma con la punta rivolta all’insù rappresentata da un capezzolo anche lui piccolo e di colore rosa scuro, una fighetta molto curata, pelo corto, sicuramente rasato, di colore castano chiaro come i suoi capelli e un monte di venere piuttosto prominente, girandosi poi mostrò un culetto, piccolino ma sodo, come avevo avuto già modo di tastare, e anche bel rotondo, gli abiti di tutti i giorni non gli rendevano giustizia perché l’appiattivano facendola sembrare insignificante, invece era un bel pezzo di gnocca, manifestai la mia opinione:- Però! Mica ti facevo così figa, dovresti mostrarti di più. — Ha ragione lui, – intervenne Carmen – dovresti mettere abiti più attillati, far vedere come il tuo culetto e bel rotondo, anche le tette piccole ma da mangiare in sol boccone, vieni qua che te le mangio subito. -Sandra lusingata dai complimenti fece un altro giro su se stessa per farsi ammirare e si precipitò ad abbracciare Carmen facendo in modo che le tette si trovassero sulla sua bocca che si spalancò per accogliere una tetta intiera, a mia volta mi impadroni dell’altra tetta, era soda ed elastica nello stesso tempo, il capezzolo poi era come la punta di un pugnale, Sandra non si ritrasse al mio tocco, azzardai di più e presi una sua mano per appoggiarla sul mio cazzo ancora in attesa di essere raffreddato dai bollenti spiriti che lo pervadevano, come sentì la mia verga ritrasse immediatamente la mano, si staccò anche da Carmen per riprendere il suo posto sul divano senza neppure degnarmi di uno sguardo.Finalmente sentii una mano afferrare il mio uccello infuocato che aveva raggiunto dimensioni mai raggiunte prima, era Carmen che aveva iniziato una lenta sega mentre con l’altra mano stava facendo un ditalino a Sandra, per ricambiare mi avventai su una sua tetta succhiando e mordicchiando il capezzolo, Sandra aveva avuto la mia stessa idea e si era posizionata sull’altra tetta, i nostri visi erano a contatto mentre le nostre lingue giocavano sui capezzoli di Carmen che dava segno di apprezzare molto quel doppio leccare, con l’altra mano raggiunsi il pube con l’intenzione di fagli un ditalino e farla godere ancora, con mia grande sorpresa trovai la figa già occupata da una mano, era quella di Sandra che prima di me aveva avuto la stessa idea, sicuramente più abile di me stava dando un grande piacere a Carmen a giudicare da come vibrava di piacere, non ritrassi però la mia mano, la sovrapposi a quella di Sandra tentando di infilare anche un mio dito in quella figa fradicia di umori.Spostai la mia attenzione dalla tetta che stavo succhiando a quella che riceveva le attenzioni di Sandra, non si scostò come pensavo e le nostre lingue si incontrarono sul capezzolo di Carmen, quasi senza accorgerci unimmo le nostre labbra e le nostre lingue frugavano in ogni angolo della bocca dell’altro.Sandra ansimava, stava godendo, era un orgasmo lungo, lunghissimo tanto che pensai ne avesse avuto più di uno consecutivamente, anche Carmen stava godendo mentre cercava di unire la sua lingua alle nostre in uno strano bacio a tre.Era giunto il mio momento, stavo per esplodere una sborrata da troppo trattenuta, Carmen da grande esperta che era capì il mio momento dalle contrazioni che avevo, si liberò di me e Sandra senza smettere di segarmi ma rallentando il ritmo mentre io avrei gradito l’inverso perché stavo raggiungendo l’apice del piacere, prese una delle coppe con cui avevamo brindato poco prima mentre io lasciavo eruttare dal mio uccello un fiume di sborra che Carmen fu pronta a raccogliere nella coppa, ne riempì più di metà, non lasciò perdere nemmeno le ultime gocce che segnano la fine dell’eiaculazione, mi spremeva l’uccello come se mi stesse mungendo per far cadere le ultime gocce nella coppa.Terminata la “mungitura” intinse un dito nello sperma biancastro e lo succhiò gustandolo avidamente, riempì poi la coppa con lo spumante e mescolò sperma e vino con un dito, non si amalgamava bene, ma dava una strana sensazione vedere il bianco sperma galleggiare nel biondo spumante, ancora una volta succhiò il dito che aveva usato per mescolare e portò il bicchiere alla bocca per berne un lungo sorso mostrandomi poi il viso soddisfatto.Intanto Sandra non si era accorta delle manovre di Carmen, era ancora accasciata sul divano esausta dal violento orgasmo che aveva avuto, Carmen la chiamò:- Bevi questo nettare e dimmi cosa ne pensi, -Sandra prese il bicchiere e lo guardò con fare stupito non riuscendo a capire cosa fosse quel liquido biancogiallino:- Ma cosa è? — E’ il nettare del paradiso. -Rispose Carmen ridendo, Sandra avvicinò il bicchiere alle labbra titubante poi bevve un piccolo sorso e stette qualche secondo per assaporarlo e capire cosa stesse bevendo, ripetè l’operazione ma questa volta ne bevve un lungo sorso, Carmen la interrogò:- Ti piace? — Si! E’ buono, ma ha un sapore che non conosco. — Stai bevendo la sborra di questo bel cazzone…- disse mentre agguantava nuovamente il mio uccello più moscio che duro, ma che con quei due o tre colpi di mano che mi diede già riprendeva vigore -…che prima hai detto che ti faceva schifo. — L’avevo detto perché non avevo mai avuto occasione di gustarla. -Intanto il mio uccello era tornato vigoroso e intervenni verso Sandra:- Se vuoi puoi bere direttamente dalla fonte, non hai che da accomodarti e succhiare. -Presi in mano il cazzo e lo feci dondolare ancora una volta verso di lei che non mi degnò nemmeno di uno sguardo rispondendomi:- Preferisco succhiare dalla fontanella di Carmen il suo nettare. -Carme si piegò verso di lei e baciarla in segno di ringraziamento, facendo quella mossa dovette alzare dal divano una parte del suo culo, sufficiente perché io riuscissi ad infilarci una mano sotto per andare alla ricerca del buchetto.Dopo il lungo bacio a Sandra si rigirò verso di me per scambiare anche con me un bacio, sfilai la mano da sotto il culo e prima di baciarla sussurrai:- Voglio scopare Sandra. -Mi riempì la bocca con la lingua impedendomi di continuare, ma quando si staccò rispose:- Non è facile, è tutta lesbica gli interessa solo la figa, ma voglio aiutarti. -Carmen si alzò dal divano e dopo essersi messa davanti a me ondeggiò il bacino avanti e indietro canticchiando:- Il nostro pisellone vuole scopare ma deve aspettare. -Guardavo quasi ipnotizzato quella figa che ondeggiava davanti ai miei occhi con il solo risultato di far crescere il mio desiderio di scopare, lo si vedeva anche dalle dimensioni del mio uccello che aumentavano, Sandra rideva divertita si alzò anche lei per mettersi a fianco di Carmen e ballare come lei, ora avevo due fighe davanti agli occhi, una dal pelo scuro e folto, quella di Carmen, e una con il pelo corto e più chiaro, Sandra, allungai le mani per per prenderle entrambe, Sandra si ritrasse appena arrivai a toccarla, mentre Carmen spinse avanti il bacino per lasciare che la sditalinassi meglio, Sandra si rivolse a Carmen:- Lascialo scopare altrimenti questo qua infoiato come è ci salta addosso e ci violenta. — No! – rispose Carmen – Non ho voglia di scopare, voglio leccarti la figa. Andiamo in camera sul letto che voglio farti sbrodolare dal piacere. -Sandra non disse certo di no ed insieme si avviarono verso la camera da letto, il mio desiderio aumentava ancora vedendo quei due culi ondeggiare, uno grosso ma ben fatto ed uno piccolo, nervoso quasi perfetto nella sua rotondità, entrarono in camera lasciando la porta aperta.Lasciai trascorrere due o tre minuti per lasciarle ambientare e poi mi recai anch’io in camera. Erano sul letto impegnate in un furioso sessantanove, Carmen era sdraiata di traverso con la testa fuori dal letto sospesa nel vuoto, Sandra era sopra di lei inginocchiata sul letto con il culo dilatato dalle mani di Carmen che con la lingua entrava ed usciva dalla sua figa, la testa di Sandra era sprofondata tra le cosce di Carmen, e pur non vedendola immaginai che sicuramente stava a sua volta succhiando nella figa della compagna, Carmen mi vide e mi fece segno con una mano di avvicinarmi, Sandra voltandomi le spalle non poteva vedermi, potevo finalmente sentire le delizia della passera di Sandra senza che lei potesse sfuggirmi, infilai un dito nella fighetta stretta e ben lubrificata dalla saliva di Carmen e dai suoi stessi umori, Carmen mi prese il cazzo in mano e lo avvicinò alle sue labbra per lubrificarlo con la saliva, non c’era bisogno di portarlo nelle dimensioni massime perché lo era già, non sarei resistito ancora molto se Carmen, capendolo anche lei, smise di farmi il pompino, mise la cappella del mio cazzo puntata sulla fessura rosea della figa di Sandra, gli bloccò la testa con le gambe e trattenne le gambe di Sandra con le mani per non dagli via di scampo, immediatamente io la presi per i fianchi e con colpo deciso affondai il cazzo in quella fighetta che sentii stretta e calda, molto più stretta di quella di Carmen, Sandra smise di leccare per gridare:- No! Non voglio, non voglio. -Terminò le parole quasi piangendo mentre tentava di divincolarsi, ma la presa mia e di Carmen non gli davano scampo, Carmen la rincuorò:- Su non fare la verginella, sento che stai già godendo e ti piacerà ancora di più quando ti inonderà di sborra. -difatti Sandra non si divincolava più mentre la pompavo con un buon ritmo, sentivo le parti interne della fighetta aprirsi alla spinta della cappella per poi modellarsi sulla verga in un caldo massaggio, sentivo la cappella bollire in quel forno di piacere.Carmen dalla sua posizione sotto Sandra vedeva e sentiva le mie palle sbattere contro le cosce e non stava certo solo guardare, riusciva a prendere in bocca una palla ed assecondando il mio movimento la mordicchiava, oppure con la lingua solleticava le grandi labbra della figa di Sandra che stringevano come una morsa la mia verga che scorreva avanti e indietro, quando Sandra arrivò all’orgasmo strinse con tutta la forza il mio uccello che faceva fatica ad avanzare nel suo interno, Sandra godeva forse come non mai e diceva parole sconnesse, a tratti riuscivo a capire qualche parola come “cazzo… sborrami… sono una puttana… rompimi la figa…”Terminato l’orgasmo si calmò ma per poco, forse meno di dieci secondi che ebbe un altro orgasmo non meno violento del primo, anche Carmen stava godendo ed insultava Sandra:- Troia, troia, troia, lecca la mia sborra. -Sandra e Carmen provavano piacere a riempirsi di insulti:- Si vacca pompinara, ti faccio sborrare perché ti piacerebbe avere in figa il cazzo che ho io, si sono una troietta infoiata. — Vedessi come ti sfonda la figa godresti ancora di più. — Per questo stai sbavando sulla mia figa piena di cazzo, ed io godo puttana. — Trombala ancora con più forza, fagli sentire il cazzo fino in gola a questa troia lesbica. — Si lo voglio sentire anche in gola, voglio sentire la sborra bollente riempirmi. -Quando quelle due ossesse si calmarono con l’affievolirsi dell’orgasmo, ero arrivato al culmine del piacere, anche per le parole che si erano scambiate, scaricai tutto il mio seme nella figa dilatata di Sandra che non riuscì a contenerlo tutto e già colava sulle cosce misto agli umori che aveva liberato durante gli orgasmi, Carmen golosamente non lasciò andare perso nulla, sentivo come succhiava rumorosamente ogni goccia.Il mio orgasmo ebbe anche l’effetto di provocare il terzo consecutivo a Sandra, Carmen mi spinse quasi fuori dalla figa di Sandra per prendere il mio posto con la lingua e gustare il restante sperma misto agli umori vaginali.Sandra spossata dagli orgasmi avuti aveva smesso di leccare la figa di Carmen e si era abbandonata con una guancia adagiata sul suo folto pelo.Il mio uccello, non più in forza, riposava appoggiato alle natiche di Sandra mentre Carmen lavorava ancora di lingua per ripulire da ogni residuo di sperma il mio uccello e la figa di Sandra.Accarezzai il buchetto posteriore di Sandra che era alla mia portata ma che non avevo considerato impegnato come ero a scoparla, al mio contatto Sandra ebbe uno scatto e si liberò immediatamente da me e da Carmen andando a sdraiarsi a pancia in su sul tetto intimandomi:- Non ci provare mai più, non l’ho mai dato a nessuno. -Sorrisi:- Verrà anche quel momento. -Anche Carmen, finito di ripulirmi l’uccello, si era sistemata sul letto, a mia volta presi posizione sul letto mettendomi in mezzo a loro, mi girai verso Sandra e gli sorrisi dicendogli:- Grazie. -Anche lei mi sorrise e si avvicinò per darmi un piccolo bacio sulle labbra e dirmi:- Forse dovresti scopare anche Carmen, è il suo compleanno. — Lo farei volentieri, ma guarda il mio fratellino in che condizioni è. -Spostammo entrambi lo sguardo verso quello che rimaneva dello splendido scettro che l’aveva profanata, un povero uccello moscio che riposava sulla mia coscia, Sandra lo prese delicatamente in mano come se fosse un passerotto ferito e disse:- Ci penso io a soccorrerlo. -Per aiutare la resuscitazione del mio gioiello allargai le braccia in modo da avere nella mano sinistra la passera di Sandra che mi piaceva carezzare per il suo pelo corto, tanto corto da sembrare ispido, infilandoci un dito sentii come un lago melmoso con ancora i residui del mio sperma. Nella mano destra avevo una figa dal pelo folto e lungo, quella di Carmen, era anch’essa un lago caldo, sicuramente aveva ancora voglia di sesso, quasi mi risucchiò dentro le due dita che mi apprestavo ad introdurvi, trovai subito il clitoride che sembrava chiedere solo piacere.Pochi minuti e il mio uccello era tornato di dimensioni accettabili, lasciai con un po di dispiacere il trastullio alla figa di Sandra per sdraiarmi sopra Carmen che mi attendeva a gambe aperte, ero sopra di lei con il mio cazzo che cercava rifugio premendo contro le sue grandi labbra, Carmen si rivolse a Sandra:- Sandra voglio che sia tu a infilarmi nella micia il cazzone duro. -Sandra ubbidiente mi prese l’uccello e dopo averlo scappellato lo appoggiò alla fessura dilatata di Carmen, poi dandomi una pacca sul sedere mi incitò:- Vai torello, chiava la mia amica puttana e falla godere. -Mentre io iniziavo a pompare di gusto nella figa superlubrificata di Carmen, Sandra si attaccò alle sue labbra in un bacio sensuale, in sostanza io venivo usato come un oggetto per i loro piaceri, facevo lo stesso servizio che poteva fare un fallo di gomma, eppure vederle così impegnate in quel bacio saffico mi eccitava molto.Improvvisamente il grosso telefono nero posato sul comodino squillò. Era l’ultima cosa che ci potevamo aspettare nel bel mezzo di una scopata a tre, io mi bloccai restando però nella mia posizione con il biscotto a mollo nella figa di Carmen che si staccò dalle labbra di Sandra per rispondere al telefono:- Pronto…– … — Ah sei tu tesoro, dove sei? -Era suo marito, io e Sandra non potevamo sentire cosa diceva, ma le parole di Carmen erano sufficienti per capire il senso del discorso:- Sei a casa di Enry e Dominique? — … — Uno sciopero ti ha bloccato in Francia e arrivi domani sera invece di questa sera. — … — Passami Dominique che la voglio salutare. — … — Allora sei in casa da solo, e cosa stai facendo? — … — Certo che mi piacerebbe averlo io tra le mani grosso e duro, aspettavo con impazienza questa sera per averti. — … — Si dai facciamolo insieme, io mi accarezzo la topa pensando al tuo magnifico cazzone, tu ti fai una sega pensando di sborrare dentro di me. -Carmen strizzò l’occhio a Sandra che si avventò sulle sue grosse tette a succhiare e titillare i grossi capezzoli, mentre io ricominciavo a pompare prima lentamente per poi aumentare il ritmo, il mio cazzo si era ingrossato a dismisura dentro quel caldo nido, stavo scopando con una donna che stava parlando al telefono con il marito:- Siii, mi piace molto è come se ti avessi veramente dentro di me. — … — Sento il tuo uccello entrare ed uscire dalla mia figa infuocata. — … — Dai continua, sfondami la figa, riempimi di sborra e fammi godere, sono una puttana. -Quelle parole rivolte al marito erano in realtà per me ed ebbero il suo effetto:- Siii sborra. Siiii dai che godo con te, godo, godooo. -Carmen stava godendo subito seguita da me, uscii da lei un attimo prima di sparare tutto lo sperma che mi era rimasto, Sandra afferrò il mio cazzo con una mano e completò l’opera facendo finire tutto il mio sperma sul folto pelo della figa di Carmen e sul basso ventre, Carmen si spalmò quel nettare fin sulle tette sempre parlando al telefono:- Come è calda la tua sborra, è anche dolce, come è buona. -Un lungo attimo di silenzio in cui Carmen si leccò le dita piene di sperma poi salutò il marito e riagganciò il telefono.Sandra non era stata solo a guardare, ma la porcellina si era anche masturbata mentre mi aveva fatto godere, mi venne di pensare quanto fosse molto più calda di quanto voglia far apparire, quanti orgasmi ha avuto in questo strano pomeriggio di sesso?La “festa di compleanno” di Carmen era finita, io e Sandra recuperammo i nostri abiti e dopo esserci sistemati salutammo Carmen che era ancora nuda, un rivolo del mio sperma gli colava ancora sulla coscia, glielo feci notare e lei lo raccolse con dito per succhiarlo solo per metà, si avvicinò a me e mi infilò il dito in bocca per farmi assaporare il mio sperma misto ai suoi umori, si spostò verso Sandra e la baciò in bocca per salutarla.Ci demmo appuntamento al giorno seguente in negozio.Accompagnai a casa Sandra, ora la vedevo sotto una luce diversa, non vedevo più la ragazza fredda e scostante dei primi giorni, ma una bella donna che sapeva essere calda ed accogliente per un uomo.Termina qui la seconda parte della mia esperienza negli anni 60, la terza parte sarà “Anni 60 – Sandra”.
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