Michele ha gettato i libri sul tavolo e si è sprofondato nella poltrona, a questo punto non aveva neppure l’energia di togliersi la giacca, era esaurito. Ha lasciato cadere sul pavimento le chiavi della macchina che teneva in mano ed è crollato in cucina. Pigramente ha gettato uno sguardo intorno, ha notato che sua madre non aveva lavato i piatti quella mattina prima di andare al lavoro, ma non aveva neppure lasciato nessun appunto per lui sulla porta del frigorifero, per spiegare quali lavori domestici doveva fare. Meglio!Ha guardato l’orologio, le 5 e 5. Però, era più presto di quanto pensasse; bene, avrebbe avuto del tempo tutto per lui, avrebbe potuto riposarsi ed ascoltare un po’ di musica prima che mamma tornasse a casa e preparasse la cena oltre a spingerlo a studiare. “Michele, non uscire, domani dovrai alzarti presto,” avrebbe anche detto. Così, facendo uno sforzo che sembrava incredibile, ha raccolto la sua roba ed è andato nella sua stanza.”Un giorno o l’altro dovrò gettare via queste cianfrusaglie,” ha detto ad alta voce entrando. Non era sporca o particolarmente disordinata, era solo ingombra, avrebbe dovuto decidersi a sbarazzarsi di alcune bizzarrie che aveva raccolto. Ci sarebbe voluto probabilmente tutto un fine settimana per farlo, ha pensato, ma poteva valerne la pena. Chi sa cosa avrebbe potuto trovare sotto il primo strato?Si è seduto sull’orlo del letto e ha cominciato slacciare le scarpe. Sentiva un po’ di male a chinarsi, l’allenamento di lotta con la squadra si sentiva e gli doleva dappertutto. Ha calciato via le scarpe, alla fine, e si è sdraiato sul letto a pensare. La squadra avrebbe dovuto incontrarsi con quella della palestra “Forza e Coraggio” e mentre era impaziente nell’attesa della competizione, non era molto sicuro di essere pronto al combattimento. Metà della squadra, a dire il vero, avrebbe avuto bisogno di più addestramento, di più allenamenti. Sperava che le due settimane seguenti gli avrebbero dato la fiducia di cui aveva bisogno.Oggi tuttavia l’allenamento era andato bene, soprattutto gli era piaciuto il suo incontro con Giuseppe, perché sebbene lui fosse leggermente più grande, era riuscito a batterlo senza molti problemi. “Penso di esserci riuscito con la velocità e l’agilità,” ha deciso.Ha cominciato a passare in rivista i dettagli dell’incontro e ha ricordato le cose che avrebbe voluto provare al prossimo allenamento. Era veramente poco esperto in un paio di prese e voleva chiedere all’allenatore di aiutarlo ad impratichirsi. Aveva notato, che nonostante avesse vinto, l’allenatore sembrava un po’ deluso di lui.Mentre era sdraiato comodamente, ha cominciato a pensare a qualche cosa che l’aveva infastidito un po’. Solo un po’, ma non sapeva cosa pensare. Durante il combattimento con Giuseppe, aveva provato qualche cosa di un po’ insolito. Quando Giuseppe aveva sperimentato una delle prese, lui era incredibilmente consapevole che la mano dell’altro era sul suo inguine, e ciò gli era piaciuto molto. Si è ricordato di aver desiderato che la sensazione durasse a lungo. Era come se i pochi secondi in cui ciò era accaduto, si fossero dilatati nel tempo, come una ripetizione al rallentatore durante una ripresa televisiva. La sensazione era ancora chiara ora, mentre passava in rassegna il fatto nella sua mente.Michele ha messo la mano delicatamente sull’inguine, circondandosi le palle. La sensazione è tornata quasi immediatamente e l’ha assaporata. Ha pigiato la mano per fare una leggera pressione, simile a quella che aveva fatto Giuseppe e, involontariamente, si è lamentato sottovoce per il piacere che ha sentito, e ha cominciato a diventargli duro.Ha pensato a più tardi, dopo l’allenamento, nelle docce; allora non l’aveva compreso, ma ora sapeva di aver osservato Giuseppe mentre facevano la doccia. Il pensiero l’ha messo a disagio ora e si è sentito un certo calore al viso. Sapeva che non è bene guardare gli altri ragazzi in quella maniera, ma c’era qualche cosa di Giuseppe che l’aveva costretto a guardare. Era fatto veramente bene, si allenava coi pesi e, visto di fronte, aveva un cazzo veramente notevole. Michele ha strofinato leggermente la sua erezione attraverso i jeans e ha cercato di immaginare come fosse grande il cazzo di Giuseppe da duro. L’immagine di Giuseppe con un’erezione ha costretto Michele a pigiare con più forza sull’inguine ed a gemere di nuovo.Quasi subito, tuttavia, ha tirato via la mano ed è rotolato sullo stomaco, schiacciando il viso nel guanciale. “Non dovrei pensare così,” ha pensato. “non è giusto. Non sono un diverso.” Ha cercato di pensare a Melissa e come lei l’aveva guardato la settimana precedente alla festa, ma non riusciva a soffermarsi sull’immagine. Ha deciso che era meglio fare una doccia, l’avrebbe fatto sentire meglio, anche se ne aveva appena fatta una in palestra, appena un’ora prima.Rapidamente si è alzato e ha cominciato a spogliarsi. Ha osservato una macchia, una piccola macchia di bagnato sulle mutande, doveva averla fatta durante il suo sogno ad occhi aperti. Ha usato il fazzoletto per pulirla, sperando di evitare qualsiasi macchia che la mamma potesse vedere. Era una macchia piccola, tuttavia, di cui non preoccuparsi; non come la macchia enorme che il suo cazzo aveva causato quando aveva visto quella cassetta porno a casa di Bruno il mese precedente, e l’aveva lasciato eccitato e seccato…Ha gettato la biancheria intima nel cestino e poi si è avviato nudo verso il bagno. Ha dato un’occhiata al suo viso nello specchio sopra il lavandino per vedere se quelle due brutte pustole se n’erano andate ed è rimasto sollevato nel vedere che le macchie della pelle erano molto più piccole e pallide. Mentre era là in piedi si è guardato le spalle, inalando profondamente, facendo gonfiare i muscoli, cominciavano a diventare più grandi, finalmente. “Era ora,” ha pensato, “ho già 18 anni.”È rimasto là alcuni minuti a fissarsi. Si è accorto che erano aumentati i peli sotto le braccia; non gli piaceva molto ma questo significava che era diventato adulto. Anche l’addensamento intorno alle palle lo faceva sentire un vero uomo. Si è alzato in punta di piedi ed ha guardato nello specchio per potersi vedere l’inguine; accidenti, c’erano molti peli anche là.Improvvisamente ha voluto vedersi in maniera completa, nudo, voleva vedere se era come gli altri che vedeva nelle docce della palestra. È andato nella stanza di sua mamma, dove c’era uno specchio a muro intero. Le tende erano semichiuse e quando è entrato ha acceso le luci per potersi vedere bene.Si è messo di fronte allo specchio, si è esaminato provando tutti i generi di pose, prima come un pugile, poi un bodybuilder, quindi qualcosa che assomigliava a Superman o qualche cosa di simile. L’aspetto non era male dopo tutto, non sarebbe stato male avere un po’ più di peso nei posti giusti, ma si è detto sarebbe stato sufficiente un po’ di allenamento, anche la lotta avrebbe fatto la sua parte. Le gambe sembravano più in carne di quanto si ricordasse; si è girato con la schiena allo specchio e ha guardato sopra la spalla per vedersi la schiena: “Niente male” ha pensato, ha inspirato di nuovo e ha teso i muscoli per vedere espandersi la “V” della sua schiena. Ha deciso che era la vista migliore, poi ha guardato la parte finale del suo retro, sul quale la sua mamma scherzava sempre; diceva da quando aveva tredici anni che aveva il culo più attraente che avesse mai visto in un giovane, ma lui pensava fosse un’osservazione negativa. Ma cosa ne sapeva? Forse alle ragazze piaceva così. Ha riso e poi si è chinato con una mano su ogni natica, l’ha aperto e ha guardato lo specchio. “Che vista strana,” ha pensato guardando lo specchio attraverso le gambe. “Sembra quasi di vedere il posteriore del cane dello zio!” ha pensato guardando le palle che pendevano. Senza raddrizzarsi è indietreggiato avvicinandosi allo specchio per vedere meglio. C’erano un po’ di peli che non ricordava di aver visto prima; e questo gli ha fatto piacere.Si è alzato e si è girato rimettendosi di faccia davanti allo specchio; ha fissato l’inguine, il cazzo era un po’ piccolo, ha pensato, ma era contento di non averlo piccolo come quello di Giorgio! Wow, quel ragazzo aveva un problema… ma probabilmente sarebbe cresciuto. Giorgio era un buon amico ed un forte lottatore.Si è girato lateralmente e si è esaminato. Pensava realmente che il suo culo sporgesse troppo e ha provato ad alzare le anche per rimpicciolirlo, ma l’unico risultato è stato quello di far sporgere ulteriormente il cazzo. Rimanendo in quella posizione goffa ha afferrato il cazzo come se stesse pisciando per vedere cosa sembrava. Si è preso in giro, “Si, gli uomini nudi sembrano stupidi!” Ha tirato leggermente il cazzo per allungarlo e si è reso conto di aver voglia di orinare.È tornato nel bagno e si è messo davanti alla toletta. Proprio prima che la piscia cominciasse a fluire gli è venuta un’idea stramba e si è spostato alla vasca da bagno, si è sporto sopra con le gambe allargate, le cosce contro l’orlo e le mani contro il muro sull’altro lato, poi ha rilasciato l’orina repressa. Gli erano sempre piaciuti quegli orinali vecchio stile che somigliavano ad abbeveratoi per cavalli e che da piccolo gli ricordavano piccole vasche da bagno. Si è ricordato com’era divertente spruzzare in giro come con un tubo e qualche volta aveva anche scritto “parole” con la piscia. Pensando a questo ha cominciato a muovere le anche avanti ed indietro, schizzando l’orina lungo tutta la vasca. Gli piaceva veramente, ha pensato, lasciarla andare così, ha chiuso gli occhi e ha goduto della sensazione. Era migliore di pisciare nei boschi, dove non ha importanza dove vada, a meno che non finisca sulle scarpe!Frattanto pensava a quando era fuori di notte con gli amici e capitava che scappasse a qualcuno, allora tutti lì, contro il muro con i cazzi fuori!Quando ha finito ha fatto scorrere un po’ d’acqua nella vasca per sciacquarla perché naturalmente c’era della puzza, poi, alzandosi, ha osservato che il suo cazzo si era ingrossato un po’, probabilmente per i pensieri che aveva avuto. È rimasto a fissarlo per un minuto, poi è tornato nella stanza della mamma, di nuovo davanti allo specchio. Questa volta, guardandosi lateralmente, gli è sembrato che fosse simile a quello di Giuseppe, che da molle era grosso come il suo semi duro ed il corpo di Giuseppe non era molto più grosso del suo. Ha sorriso al pensiero di quanto dovesse essere incredibilmente grossa la verga di Giuseppe quando era completamente dura e ha cominciato ad accarezzarsi il cazzo lentamente.Coi pensieri dello spogliatoio e delle docce in testa, è bastato un secondo perché raggiungesse un’erezione completa; si guardava nello specchio e si sentiva particolarmente bene. Improvvisamente si è fermato e ha tolto la mano dal cazzo, ha fissato intensamente il suo viso nello specchio e “Questo è sbagliato,” ha detto ad alta voce; riteneva sbagliato pensare a ciò che gli passava per la mente e sentirsi così caldo e sessualmente eccitato allo stesso tempo. Non pensava di essere un diverso, e tuttavia si eccitava. Ha guardato l’erezione, era dura come una roccia. Sapeva di volersi sparare una sega, lo desiderava intensamente, ma qualche cosa dentro glielo faceva sembrare osceno. Aveva giocato con se stesso abbastanza regolarmente nell’ultimo paio di anni; di solito non pensava ad altro, quando lo faceva, che non fosse il piacere ed era incredibile il piacere. Si sentiva colpevole dopo, tuttavia, ed a causa di ciò aveva provato non a farlo troppo spesso. Solo quando realmente ne sentiva il desiderio, quando la sensazione di fastidio diventava un buco nello stomaco, allora lo faceva, ed il suo cazzo gli dava sensazioni indescrivibili.Aveva provato a farlo circa due volte la settimana, era difficile resistere ma lo aiutava quello che aveva letto a proposito dei veri atleti che evitavano il sesso prima di una competizione, perché questo migliorava le loro prestazioni. Se aveva il desiderio di masturbarsi, ed era successo anche recentemente, si diceva che avrebbe lottato meglio se si fosse trattenuto. La maggior parte delle volte riusciva a tener lontane le mani, qualche volta era debole e sapeva che se non l’avesse fatto sarebbe stato sveglio tutta notte. Così riusciva a non farlo più di due volte la settimana.Fissando l’intensa erezione, con le idee confuse e le immagini di Giuseppe che gli mulinavano nel cervello, ha capito che questa volta sarebbe stato debole. Ha cominciato ad accarezzarlo di nuovo e, oh com’era bello! Una goccia di fluido chiaro ed appiccicoso è uscito dalla punta e l’ha spalmato col dito. Il cazzo era infuocato e toccandolo così si è mosso leggermente come se avesse vita propria.Si è guardato nello specchio mentre lo accarezzava e ha cercato di immaginare di guardare Giuseppe masturbarsi. Si è chiesto se anche Giuseppe lo faceva, sicuramente lo faceva. “Anche il suo cazzo deve dolere come il mio qualche volta” ha pensato, ed era sicuro di essere nel giusto. Aveva letto da qualche parte che quasi tutti lo fanno prima o poi. Ha pensato che Giuseppe lo faceva almeno quanto lui ed il pensiero di Giuseppe sdraiato sul suo letto che gioca con se stesso, ha fatto fremere di piacere il cazzo duro di Michele.Era bello, ma Michele voleva di più. Si è avvicinato all’armadio della mamma e ha preso la bottiglietta di lozione che lei usava per struccarsi gli occhi. Ha messo un po’ di lozione sul dito e l’ha spalmata sul cazzo. Ha chiuso la bottiglia, l’ha riposta dove stava prima ed è tornato davanti allo specchio. “Ah! Così!” ha detto ad alta voce mentre cominciava ad accarezzare il cazzo unto. Era molto meglio, ed anche il piacere era aumentato. Che perversione. Ha arcuato il corpo e ha pompato le anche nella mano ferma, come se si fottesse da solo. Aveva la bocca aperta al massimo, si lamentava; era incredibile, era passata una settimana da quando si era masturbato l’ultima volta e ne aveva veramente bisogno, lo sapeva.Lo specchio arrivava sino al tappeto e Michele si sentiva instupidito dal piacere, così ha affondato le ginocchia nel tappeto e si è avvicinato ancora di più allo specchio. Ha guardato il cazzo che si muoveva nel suo pugno, la cappella era molto rossa e la sensazione di caldo aumentava in lui. Ha giocato con le palle con l’altra mano, le schiacciava e le manipolava nel loro sacco. Ha continuato ad immaginare di star guardando Giuseppe invece di vedere se stesso nello specchio e si eccitava oltre ogni limite. Fantasticava di guardare Giuseppe attraverso uno specchio americano e che Giuseppe non sapesse di essere osservato; faceva l’espressione di estasi che pensava facesse Giuseppe mentre si masturbava.Improvvisamente si è ricordato di essere stato nel gabinetto della palestra la settimana precedente ed era davanti ad un orinatoio quando era arrivato Giuseppe; si era messo nell’orinatoio di fianco al suo ed aveva tirato fuori il cazzo. Michele ricordava di averlo guardato, discretamente, e di aver pensato che era più grosso del suo. Ricordava anche di essere stato invidioso guardando il suo equipaggiamento e di aver sperato che gli diventasse più grosso.Questo pensiero l’ha gettato in una frenesia di eccitazione, ha cominciato a masturbarsi più velocemente, con più forza, pensando di avere il cazzo duro di Giuseppe nel pugno e di fargli una sega invece di masturbare se stesso; teneva la verga grossa e dura di Giuseppe e lo faceva godere, ed era bellissimo! Ha gettato indietro la testa, non aveva più bisogno di guardare nello specchio, ha aperto la bocca allargandola al massimo ed ha emesso un gemito di piacere. La mano si muoveva incredibilmente veloce ora ed il rumore del pugno lubrificato sulla sua erezione era forte ed insistente. Il piacere era intenso e meraviglioso, avrebbe voluto che durasse per sempre.Stava per finire e lo sapeva, si è sdraiato sulla schiena sul tappeto morbido e si è lasciato andare. Ha cominciato a spingere le anche contro le spinte della mano e con l’altra mano giocava con le palle e alternativamente la pigiava contro la fessura del culo e strofinava il buco. Nella mente di Michele balenavano immagini di Giuseppe e di altri ragazzi sotto la doccia, erano tutti duri e si masturbavano insieme nello spogliatoio!, erano tutti in un vicolo, pisciavano e poi diventavano duri e si masturbavano insieme! Le immagini si accavallavano alle immagini, la mente di Michele era in vera estasi. Così! Ora aveva veramente bisogno di eiaculare, voleva sparare il suo carico, la sua crema sul torace di Giuseppe! Voleva sparare la sua sborra in uno di quegli orinatoi! Voleva sprizzare il suo carico con forza, spararlo fin sopra la testa! Voleva farlo a Giuseppe, far sentire il suo amico come lui si sentiva ora!Il pugno di Michele martellava furiosamente e dopo pochi colpi ha sentito la pressione arrivare al punto di non ritorno. È diventato furioso, agitava tutto il corpo e, lamentandosi forte, ha cominciato a venire! Era un orgasmo enorme; la sborra usciva dalla sua verga a grandi fiotti ed ad ogni colpo Michele lanciava un piccolo grido. Non avrebbe voluto finire mai, era così bello!Ha continuato a carezzarsi finché non ne ha potuto più, finché le potenti sensazioni non sono diminuite e la testa del cazzo non è divenuta ultrasensibile. Ha mantenuto la mano sul cazzo duro ed è rimasto sdraiato, ansimante, aveva sperma su tutto lo stomaco ed il torace.Le immagini sessuali di cazzi e palle di Giuseppe ed altri ragazzi si sono affievolite. Il suo corpo formicolava e ruscelli di sudore correvano dalle sue ascelle al tappeto sotto di lui. E rimasto sdraiato, esausto, per molti minuti, poi si è alzato facendo attenzione che la sborra non gocciolasse dappertutto ed è tornato in bagno. Ha usato fazzoletti di carta, per togliersi lo sperma e l’unguento, che poi ha lasciato cadere nella toeletta per evitare di lasciare delle prove dell’accaduto. Ha asciugato la maggior parte della roba poi si è lavato le mani.È tornato nella stanza della mamma per essere sicuro di non aver lasciato qualcosa, ha gettato di nuovo uno sguardo alla sua immagine nuda nello specchio ma lo spettacolo non gli è sembrato così bello com’era accaduto precedentemente. Si sentiva un po’ strano; era difficile ricostruire le sensazioni di poco prima, di Giuseppe e degli altri ragazzi, ma sapeva che era stato tutto vero ed intenso; era strano. Ha riso di se stesso e si è rimesso in posa come un pugile, si è girato, ha sporto il culo e l’ha agitato, e poi ha lasciato la stanza spegnendo la luce.Ritornato in bagno ha aperto l’acqua per scaldarsi un po’, ha azionato lo sciacquone per eliminare i fazzoletti galleggianti, ha preso una salvietta pulita dall’armadietto e finalmente è entrato nel box doccia. Si è sentito rinascere mentre l’acqua calda l’avvolgeva. Si è insaponato il torace, lo stomaco e l’inguine per eliminare la sensazione dell’unguento, quindi è rimasto fermo e ha lasciato che l’acqua scendesse a cascata sopra il suo corpo immobile. Si sentiva “vivo” e si è meravigliato che gli atleti non dovessero eiaculare prima delle gare, perché lui si sentiva più in forze ora di quanto non lo fosse stato prima.Ha pensato “Non credo di non essere mai stato così in forma quando mi trattenevo. All’inferno, mi sento bene, più che bene: Incredibilmente bene! Da ora in poi mi masturberò non appena posso!”
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