L’automobile procede veloce nel buio mentre lo stereo trasmette musica a basso volume. Semisdraiata sul sedile tirato giù, ad occhi chiusi Elisa segue mentalmente la mia mano destra che accarezza con la punta delle dita la sua gamba sinistra. E’ bellissima nel suo lungo abito nero. La generosa scollatura a “V” fa intravedere i seni; lo spacco del vestito lascia libere le lunghe gambe velate dal nero delle calze. La mia mano sale, meccanica, fino al confine tra il nylon e la carne; le dita indugiano sull’elastico poi scendono di nuovo e risalgono. Le vibrazioni attutite dell’auto impongono un formicolio alla base della sua colonna vertebrale; si uniscono allo sfregare continuo delle dita regalandole uno strano languore. Elisa infila la punta del dito medio nella scollatura, lo passo lentamente sui capezzoli, che si induriscono istantaneamente. Una sottile eccitazione comincia a farsi strada, la mente comincia a seguire vie segrete, note solo a lei. Sull’altra corsia i camion corrono veloci in senso contrario. Bestioni della strada, macchine potenti dal fascino strano, con il loro carico di uomini e di roba.Elisa si riscuote, mi prende la mano. La guardo negli occhi: è come se attendesse qualcosa che già conosce. Porta alla bocca le mie dita, le bacio leggero e mi sussurra: “Ho voglia”. Le sorrido e accelero. In lontananza le luci di un autogrill. La macchina rallenta imbocca la rampa di ingresso ed entriamo nel parcheggio dell’area di servizio. Parcheggiati, i camion attendono il giorno dopo per ripartire. Alcuni hanno le luci delle cabine accese; altre sono spente. Silenzio. L’automobile fa un ampio giro nel piazzale quindi si ferma in un angolo buio. A pochi passo i bagni dell’autogrill. Elisa si solleva dal sedile. Il suo respiro si fa più pesante, mentre con lo sguardo segue le ombre che si muovono nel parcheggio. Percepisco la sua eccitazione. Ad un tratto una risata, parole, passi. Li vede. Anch’io. Si avvicinano con passo veloce ai cessi. Sono in due. Camionisti. Indossano tute da lavoro imbrattate di olio; braccia e spalle forti, uno con i capelli rasati, l’altro lunghi e biondi. Entrano.Elisa mi guarda, poi scende dalla macchina. I tacchi alti le danno un incedere sensuale mentre lo spacco della gonna si apre e si chiude mostrando le bellissime gambe. La guardo. So quello che succederà. Accendo una sigaretta mentre un’erezione comincia a farsi strada. Elisa entra nell’anti-bagno. La seguo, mi accosto alla porta dei wc. Sono entrambe in piedi davanti ai vasi di porcellana a muro. Stanno orinando. Lei sembra ipnotizzata.Hanno finito. Il biondo sta per rimettere il membro nei pantaloni. Lei si muove veloce alle sue spalle, si avvicina e da dietro gli sussurra: ti prego non rimetterlo dentro te lo ripulisco io. Il ragazzo si volta.Il suo volto è una maschera di stupore, la guarda. Elisa gli afferra il cazzo con delicatezza e decisione. Lo guarda negli occhi, lo bacia. Un bacio violento, affamato. Gli succhia la lingua, gli lecchi le labbra, mentre il cazzo comincia crescere tra le sue dita esili. L’altro camionista, appoggiato alla parete guarda. Le mani del biondo le afferrano i seni, i capezzoli. Li stringe fino a farla gemere mentre comincia a spingerla verso il basso. Elisa si sente sottomessa, completamente affascinata e trascinata da quel gioco che adora. Si abbassa lentamente, i capezzoli in una morsa che la fa gemere di piacere. Ora il suo viso è all’altezza del ventre del camionista. Ancora più giù. La bocca arriva al cazzo. Elisa si inginocchia a gambe aperte, i seni escono dalla scollatura, le gambe scoperte. E’ bellissima. Con la punta della lingua comincia a leccare il cazzo, leggera, gustandone l’odore forte, di urina, di maschio. Scende lentamente lungo l’asta, fino ai coglioni gonfi di sperma. Li lecca e poi risale. Poi lo inghiotte tutto, fino alla radice. L’uomo geme. Il camionista con i capelli rasati si avvicina e si affianca all’amico. A pochi centimetri dalla bocca Elisa ha due uccelli. Li afferra entrambe con le mani, se li strofina sul viso, sui seni, passa la lingua dall’uno all’altro. Inghiotte l’uccello di uno, mentre masturba l’altro. Prende in bocca le due cappelle, gli occhi chiusi quasi a concentrarsi sulle sensazioni. Le lecca piano. La sua fica deve essere un lago; il suo umore cola lungo le cosce aperte. Continua a spompinarli per una decina di minuti mentre il uno dito medio stuzzica il clitoride; quindi se lo infila nel culo. Il biondo si stacca, e si mette dietro le sue spalle. Si inginocchia. Le sue mani afferrano i seni lasciando segni neri di grasso, mentre Elisa continua a succhiare il cazzo dell’altro camionista mugolando di piacere. Un colpo secco ed Elisa si ritrova alla pecorina. Il biondo appoggia il cazzo eretto sul solco delle sue natiche, strofinandole con la cappella; poi entra nella fica. Elisa urla. L’altro camionista si appoggia al muro. Lei continua a e leccarlo e succhiarlo mentre il biondo la penetra con foga scuotendola. Il bagno è pieno di gemiti. Si scambiano di posto. Il biondo le strofina il cazzo sul viso; lei può sentire l’odore della tua fica. Poi glie lo mette in bocca mentre ora è il camionista rasato a penetrarla, mentre il suo dito fruga l’altro buco, reso umido dai suoi umori. Entra. Elisa urla e mugola ancora. Questo eccita l’uomo, lo incoraggia. Appoggia la cappella sul buchetto e con un colpo del bacino entra. Elisa si sente svenire mentre l’altro la scopa in bocca. Il godimento sale dal suo ventre, al suo stomaco al cervello. Si sente usata, una troia, uno oggetto. Ma è bellissima, come non mai. Il piacere monta quasi insopportabile. Viene con un urlo soffocato. Continua a venire penetrata in bocca e nel culo mentre loro continuano a spingere. Il camionista con i capelli rasati geme, si inarca: un fiotto di sperma raggiunge la schiena di Elisa, il vestito, cola lungo le natiche. Poi tocca al biondo. Lei inginocchia apre la bocca e tira fuori la lingua: le piace sentire il fiotto di sborra calda sul viso. Viene. Lo sperma colpisce le sue guance arrossate, le labbra. Glie lo prende in bocca mentre continua a venire. Beve mentre continua a succhiarlo. Poi Elisa si volta verso l’alto e con la lingua ripulisce anche lui.Si alza. Si avvicina ad un lavabo e si lava il viso e le mani. I due camionisti la guardano senza riuscire a dire nulla. Elisa esce senza una parola. La prendo per mano. Ripartiamo. La strada è ancora tanta.
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