Quel pomeriggio, Mario decise di andare a prendere una boccata d’aria.Prese l’auto e si avvio, senza una meta all’inizio.Quando giunse in prossimita’ della tangenziale, noto’ come ci fossero gia’, a quell’ora pomeridiana, delle prostitute a disposizione dei camionisti e degli altri che passavano.Ne noto’ una, alta, con i capelli neri, con un vestito bianco, ricamato, trasparente, molto elegante.Il trucco era curato, signorile, non certo sfacciato, piu’ da entraineuse che daprostituta della tangenziale.Penso’ che con quello stile avrebbe avuto pretese superiori a quelle delle nere con i fuseaux che gli si diceva richiedessero abbastanza poco.Non pensava comunque di rivolgersi a delle prostitute, non lo faceva mai, non sapeva neppure come accostarle, cosa chiederle, come trattarle.E poi, pensava, che non gli interessava un rapporto mercenario.Cio’ che cercava era un rapporto in cui entrambi avessero voluto farlo e farlo per il piacere reciproco di farlo.Gli sembrava che in un rapporto mercenario questa fosse una condizione irrealizzabile. E senza questa piena liberta’ reciproca, avrebbe tranquillamente fatto a meno. Tuttavia, percorreva la strada in prossimita’ della tangenziale ad andatura moderata, quasi per osservare con calma quelle ragazze.Ad un certo punto, noto’ un bar con un parcheggio abbastanza ampio e decise di fermarsi per prendere qualcosa.Ordino’ un caffe’ e si sedette svogliatamente ad un tavolino.Prese a scorrere il giornale, distrattamente.Noto’ che ad un tavolo erano sedute tre ragazze, molto giovani.Una indossava una minigonna con una T-shirt, un’altra aveva un’ampia gonna con uno spacco profondo, mentre la terza portava i classici jeans e una camicetta annodata in vita.Parlavano, due fumavano e bevevano una Coca.Erano carine, e Mario penso’ che sarebbe stato bello passare il pomeriggio con loro. La loro vitalita’ traspariva dai loro occhi e dal loro comportamento, ma purtroppo non le conosceva.Penso’ al pretesto classico e si avvicino’ cedendo: "Hanno da accendere?".Una delle due che fumavano frugo’ nella borsa e gli porse l’accendino, anzi lo accese allungandolo verso di lui.Chinandosi per accostare la sigaretta all’accendino, non pote’ non cogliere i seni racchiusi nella camicetta annodata, che trasparivano nelle loro forme prorompenti.Anche la ragazza doveva essersi accorta di questo sguardo.Non appena Mario ringrazio’ e fece per andarsene lo chiamo’, invitandolo a sedere con loro.Mario accolse l’invito inaspettato e pote’ notare come la ragazza con la minigonna mosse le gambe, che teneva accavallate, per metterle affiancate.Proprio affiancate no, in quanto subito dopo le apri’ leggermente, poco poco, lasciando intravedere gli slip neri.Il gesto sembrava spontaneo, naturale, quasi privo di ogni intenzionalita’.Si presentarono e noto’ come i loro nomi avessero tutta l’aria di essere statiinventati sul momento. Parlarono del piu’ e del meno, del tempo, delle solite cose, ma si trattava di discorsi vuoti, fatti tanto per fare, quasi che ciascuno aspettasse che fosse l’altro a fare il primo passo.Mario si decise e propose loro di fare un giro con la macchina, proposta che accettarono senza esitazione. Salirono sulla sua macchina e la ragazza con i jeans e la camicetta sedette accanto a lui, mentre le due amiche salirono dietro.Si avviarono verso la campagna, con la scusa di andare in una birreria da poco aperta in una casa rurale, come avevano proposto le ragazze.Mario non poteva apprezzare i seni della ragazza seduta al suo fianco: sembrava che qualche bottone della camicetta fosse ora casualmente piu’ slacciato che non al bar. Ad un certo punto, noto’ attraverso il retrovisore che le due ragazze sedute dietro si erano avvicinate, occupando la parte centrale del sedile e si stavano baciando con foga.Comincio’ anche a percepire i rumori del risucchio delle loro lingue, dapprima appena appena, poi sempre di piu’ distintamente.Con il retrovisore non poteva vedere le loro mani, ma intuiva che non fossero ferme. Tento’ di girare la testa all’indietro, notando come una stessa palpeggiando i seni dell’altra e questa ricambiava con una mano lungo le cosce.La ragazza seduta di fianco, con una mano, gli raddrizzo’ la testa: "Guarda avanti … – disse – poi ce ne sara’ anche per te ….", sussurro’ maliziosamente.Subito dopo slaccio un altro bottone della camicetta.Prese la mano che Mario teneva sulla leva del cambio e se la porto’ sopra una coscia, pur se fasciata dai jeans.Quando arrivarono alla birreria, era chiuso per turno di riposo settimanale, cosi’ che Mario fece per invertire la marcia e ritornare.La ragazza seduta al fianco, gli indico’, con la mano e senza parlare, il parcheggio, con un cenno che significava solo "Fermati li".Era a quel punto ben evidente come le tre amiche ben sapessero quale fosse il giorno del turno di chiusura e che avessero dato l’indicazione di recarvicisi proprio per quel motivo.Mario parcheggio’ all’ombra di alcune piante e spense il motore.Come lo spense, senti’ che qualcuno aveva chiuso le portiere dall’interno.La ragazza a fianco gli sorrise e disse: "Adesso puoi voltarti ….".Le due si erano distese sul sedile posteriore ed erano l’una sopra l’altra, baciandosi, toccandosi, alzandosi reciprocamente la gonna, anche se per la ragazza con la minigonna c’era poco da alzare: infatti i suoi lembi erano oramai al di sopra delle chiappe, lasciando vedere interamente gli slip neri.La ragazza accanto alzo’ il bacino e fece scorrere la zip dei jeans, slaccio’ il bottone e fece scivolare l’indumento all’altezza delle ginocchia.Mario nota’ il biancore degli slip che portava, trasparenti, e che mettevano in evidenza un triangolo di peli neri all’altezza del pube.La sua mano si rivolse verso il pube e la sua bocca si avvicino’ a quella della ragazza per baciarla, facendo attenzione di tenere la testa in qualche modo girata per poter non perdersi la visuale di quanto accadeva dietro.Con la mano tra i peli del pube e le labbra sulle labbra della ragazza, Mario senti’ che una mano gli toccava i pantaloni, strusciando. Poco dopo, senti’ che tentava di aprire la zip, cosi’ che tralascio’ per un momento di muovere le proprie dita tra quei peli e sulla carne che coprivano, per collaborare nell’operazione.Abbassata la zip, la mano della ragazza entro’, quasi prepotentemente, alla ricerca del cazzo, eretto, rigido, duro: dapprima lo cerco’ attraverso la stoffa degli slip, ma subito passo’ alla ricerca del contatto con quella carne calda, portandolo alla luce.Lo massaggio’, avanti ed indietro, con esperienza, abbassando infine il prepuzio cosi’ da scoprire il glande, da cui cominciavano ad uscire umori liquidi. Si scosto’, cessando di continuare l’intenso bacio in cui le due lingue si cercavano, si intrecciavano, si bagnavano.Abbasso’ la sua testa verso il cazzo, prendendolo in bocca.Con quel movimento, Mario sentiva i seni della ragazza premere sulle sue braccia, si appoggio’ al sedile e passo’ una mano dentro gli slip bianchi della ragazza, dal di dietro, alla ricerca del solco tra le chiappe sode, mirando all’ano e, possibilmente, ad arrivare alla fica bagnata, lasciata dall’altro versante.Da quella posizione non vedeva piu’ le due sul sedile posteriore e doveva limitarsi a sentirne i rumori, gli ansimi, le parole, i risucchi.All’ombra della pianta sotto cui aveva parcheggiato era abbastanza fresco, non ostante la calura estiva.La ragazza gli stava facendo un pompino, da cui si intuiva esperienza e capacita’ di far reagire il cazzo.Lo teneva stretta con le labbra e si muoveva in su’ ed in giu’, ma con la linguacontemporaneamente si muoveva, lungo l’asta e quando arrivava alla cappella la circondava, soffermandosi con cura particolare sul filo di carne alla base, che frenava il prepuzio.Poi, con le labbra dischiuse assorbiva gli umori liquidi che uscivano, li risucchiava e riprendeva a prenderlo del tutto dentro la bocca.Ad un certo punto, la ragazza smise, si raddrizzo’ e disse: "Non hai un posto dove andare?".La sua voce era impastata, piena di voglia, le labbra erano tutte bagnate, ai lati delle labbra colavano due rigagnoli di una sostanza vischiosa, trasparente e lucente. Mario annui’, si risistemo’ alla meglio, riallaccio’ le cinture e avvio’ la macchina, dirigendosi verso casa.Come il veicolo fu in moto, anche le due amiche sedute sul sedile posteriore si rialzarono e si riassettarono, non senza concludere l’operazione con un lungo bacio, che Mario percepi’ dal retrovisore.Il cazzo gli rimaneva duro e teso, imbracato dentro gli slip e stretto nei pantaloni. Giunto a casa parcheggio’, scesero dall’auto e si avviarono.Entrati, Mario propose di bere qualcosa e prese delle bottiglie e bicchieri si accomodarono in salotto.Subito la ragazza che prima gli sedeva accanto, si sfilo’ i jeans e slaccio’ deltutto la maglietta. La ragazza con la gonna lunga lascio’ che scivolasse sul pavimento, mentre la terza si sfilo’ gli slip neri da sotto la minigonna e fece altrettanto con la T-shirt, lasciando cogliere come non portasse alcun reggiseno.Cosa che, del resto, non aveva bisogno alcuno di portare, tanto erano belle e sode le sue tette.Sedettero, le due amiche che avevano lesbicato in macchina, si divisero, una prese posto su una poltrona e l’altra, quella che prima portava la minigonna, sul divano, la terza su un’altra poltrona, lasciando a Mario posto libero sul divano.Mario prese quindi posto e, subito, la sua vicina lo sgrido’, amorevolmente, richiamandolo alle esigenze di pari opportunita’, dato che era ancora vestito.Mario finse di chiedere scusa e comincio’ a togliersi la camicia, poi passo’ a slacciare i pantaloni: non aveva ancora finito di slacciare il bottone superiore, prima di passare alla zip, che gia’ la ragazza della gonna lunga si alzo’ da dove era seduta per accucciarsi davanti a lui.Da quella posizione, lo aiuto’ a sfilare i pantaloni, gli prese, quasi con foga, glislip, facendoli scendere lungo le cosce.Per consentire queste operazioni Mario dovette alzare il bacino e, quando sedette, senti’ che la ragazza al suo fianco aveva infilato una mano sul divano, sotto al suo culo: di fatto si sedette su un dito alzato della mano della ragazza, che gli premeva l’ano.Quella davanti a lui comincio’ subito col il prendere il bocca il cazzo.La terza, rimasta sulla poltrona, alzo’ una gamba su un bracciolo divaricandole gambe e, scostando il bordo degli slip, inizio’ a masturbarsi a gambe divaricate. Non duro’ molto, si alzo’, si sfilo’ gli slip rimanendo completamente nuda e prese a masturbarsi con maggiore voglia.Ogni tanto cambiava mano, leccandosi le dita di quella delle due mani che aveva appena lasciato la fica.Mario rivolse la sua attenzione alla ragazza che stava accanto, prese a toccarle i seni, si piego’ verso di essi per leccarli.Li leccava, li succhiava, la sua lingua roteava attorno alle aureole, passando da uno all’altro dei seni.Interruppero i loro giochi, quando la ragazza che sedeva al fianco, scostandolo leggermente, disse: "Mettiamoci tutti in liberta’ …".Si spogliarono e rimasero, tutti e quattro nudi, lasciando ogni indumento sul tappeto, senza cura.Ripresero subito i loro approcci, ma la ragazza che da ultima stava facendo un pompino a Mario si distese con la schiena sul tappeto, allargo’ le gambe con uno sguardo che segnava tutta la sua voglia, cosa che Mario colse come un invito a penetrarla.Si avvicino’ a lei, avvicino’ il suo cazzo alla fica, lo prese con una mano e inizio’ a strusciarlo tra le grandi labbra, bagnandolo con il liquido della fica.Poi lo introdusse: senti’ che le pareti della fica si stringevano attorno al cazzo,senti’ il corpo della ragazza tendersi, inarcarsi, la senti’ sussurrare: "Si… dai … si …. spingi … a fondo, fino in fondo ……".Una delle due aveva avvicinato la propria fica alle lebbra dell’amica distesa sul pavimento in modo che questa la potesse leccare e, da quella posizione, poteva baciare Mario.Piu’ che baciare, si trattava di un incrocio di lingue alla reciproca e spasmodica ricerca di piacere.All’improvviso, Mario senti’ due mani allargare gentilmente le sue chiappe, dopo di che’ lo accarezzarono nel profondo del solco del culo, con un dito che si poggiava sull’ano; la mano scese a prendergli i coglioni, ad accarezzarglieli, a roteare i peli dei coglioni, in alcuni momenti avvicinandosi lungo l’asta al perineo della ragazza che Mario stava penetrando con colpi ritmici e regolari.Per un attimo la mano non si fece più sentire, dopo di che’ fu sostituita dalla lingua, una lingua che gli leccava prima il solco del culo, poi l’ano, poi i coglioni, infine di nuovo l’ano, fermandosi ogni volta, sapientemente, sul perineo. Era fantastico.All’improvviso, Mario si senti’ quasi strappare, preso ai fianchi dalle mani della ragazza posta alle sue spalle, che, avvicinandosi alle sue orecchie, gli sussurro’, con voce impastata e piena di voglia, perfino rauca: "Adesso vieni da me … mettimelo nel culo".Non se lo fece ripetere, Mario ritiro’ il cazzo dalla fica dell’amica distesa sul pavimento e le ragazze si sistemarono.Quella cui la ragazza distesa aveva leccato la fica fino a quel momento si distese sul pavimento, in posizione inversa, la ragazza che lo aveva chiesto nel culo le si appoggio’ sopra, con la fica all’altezza della testa e il proprio visto proprio sulla fica di questa, in un mirabile sessantanove, ma, pur in posizione buona per essere leccata, teneva il bacino in alto, per favorire Mario nella sua inculata.Mario prese posizione, il suo cazzo era del tutto umido e bagnato della fica che aveva appena chiavato, lo struscio’ attorno all’ano della ragazza e comincio’ ad appoggiarvelo.Dapprima senti’ una leggera resistenza, ma spinse, cosi’ che entro’ nel culo quasi brutalmente.La ragazza guaito’ un grido, sembro’ stringere le labbra, poi si lascio’ andare in un’esclamazione di piacere."Dai … spingi …. uhm, quanto e’ grosso … e duro …. mi spacchi tutta …. si,si, spaccami tutta, tutta, inculami, dai, porco … dai, ancora ….".All’improvviso’ senti’ l’alito di una bocca all’altezza del culo, subito sostituito dalla più consistente presenza di una lingua, che gli leccava l’ano, poi scendeva sul perineo, soffermandovicisi, poi scendendo verso il coglioni: la terza ragazza gli stava leccando le palle.Provava sensazioni indescrivibili, cariche di fremiti, piene di brividi di piacere: non pote’ trattenersi e borro’ dentro a quel culo in cui aveva innestato il cazzo, sborro’ con fiotti, con getti forti, ripetuti, fino a scaricare le palle.Quando il cazzo comincio’ a perdere la sua consistenza, lo estrasse e si distesero sul pavimento.La ragazza che gli aveva leccato i coglioni ed era rimasta senza cazzo, si alzò in piedi.Disse: "Adesso sono rimasta senza …".Si mise in piedi, davanti a Mario e alle amiche ancora affiancate nella posizione in cui avevano lasciato il loro sessantanove, divarico’ le gambe, in modo da lasciar vedere l’abbondanza della fica e comincio’ a masturbarsi, ma solo per poco.Si inginocchio’, prese delicatamente con le mani il cazzo di Mario, che era in stato di rilassatezza, prese a fargli una sega, senza esito immediato, cosi’ che prese a massaggiargli i coglioni, titillargli il perineo, non senza tentare di avvicinarsi all’ano, per introdurci un dito, poi due, poi tre.Poi prese il cazzo in bocca, che, con quel trattamento cominciava a riprendere forza ed a dare segni di un leggero inturgidimento.Una delle ragazze distese, quella che aveva leccato la fica mentre Mario inculava l’amica, prese a massaggiarlo sul petto, avvicino’ la propria bocca ai capezzoli di Mario, leccandoglieli con esperienza.Le attenzioni delle due ragazze produssero l’effetto che il cazzo di Mario recuperasse tutto il suo vigore, la sua durezza, divenisse un’asta eretta verso l’alto. A quel punto, la terza ragazza si sedette su Mario, prese il cazzo con una mano e lo introdusse nella fica gia’ pronta a riceverlo, nella posizione a smorzacandela.Mario prese a palparle i seni, con una mano per non impedire di venire leccato sui capezzoli.La ragazza, leccando cominciò a scendere, fino all’ombelico, dove introdusse la lingua con colpettini e picchiettii, poi scese ancora raggiungendo i peli del pube e cercando di raggiungere il clitoride dell’amica, prendendo a leccarlo, per quanto glielo consentisse il cazzo di Mario immerso nella fica e che continuava ad alzarsi ed abbassarsi su di esso.Quando questa fu scossa dall’orgasmo e lungo le cosce cominciarono a colare abbondanti rivoli di liquido, dibattendosi ed agitandosi attorno al cazzo, smisero.Rimasero per un po’ distesi sul pavimento, poi una propose una doccia.La doccia di Mario non era particolarmente ampia, cosi’ decisero di fare a turno, ma pretesero che Mario rimanesse sempre nella doccia, mentre le ragazze si turnavano. Mario le aiuto’ tutte, una alla volta, a farsi una doccia, non mancando di pasturgnare di nuovo quelle fiche con la mano, di palparne i culi e le splendide tette. Finita la doccia a turno ed asciugatesi, tornarono nel salotto, sedendosi ancora nude sul divani e sulle poltrone.Mario offri’ ancora da bere e le tre non facevano cenno di avere intenzione dirivestirsi.Infine, Mario propose di riaccompagnarle.Si rivestirono, lentamente quasi di malavoglia.Quando scesero dall’auto, una delle ragazze sedute dietro passo’ a Mario un biglietto, con scritto un numero di cellulare.La ragazza seduta accanto a Mario, visto il biglietto, disse: "Quando vuoi, … chiamaci".Prima di lasciarlo, una delle tre si volto’, torno’ indietro e gli diede un bacio, sulla bocca (anzi, nella bocca), con un intreccio di lingue.Ultimo e piacevole ricordo, … per un arrivederci.
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