Doveva essere la nostra prima vacanza da soli; i ragazzi, ormai cresciuti, potevano stare con i nonni e noi, finalmente, prenderci due settimane in assoluta libertà. Avevamo deciso di andare in una famosa località del sud, dove speravamo di fare degli incontri piacevoli ma, soprattutto, dove Adriana avrebbe potuto soddisfare la voglia di esibire il corpo nudo. Partimmo la sera, con un treno cuccette. Il conduttore c’indicò il nostro scompartimento e le cuccette; erano le due in alto; quelle in basso erano occupate da due ragazzi sui diciotto-vent’anni. Subito Adriana si mise a chiacchierare con i due giovani: erano studenti, ed anche loro andavano in vacanza. Era presto e, poiché c’era il vagone ristorante, li invitammo a venire con noi a mangiare; avevo capito che non avevano grandi disponibilità di denaro, perciò mi offrii di pagare la cena in cambio della compagnia; non si fecero pregare. Erano due ragazzi puliti e educati, oltre che intelligenti, e la loro compagnia si rivelò piacevolissima. Adriana civettò con loro, e loro se la mangiavano con gli occhi. A trentacinque anni Adriana era una donna molto attraente; piccola ma ben proporzionata; un viso dolcissimo che, a prima vista, non rivelava la forte propensione per il sesso, che era in lei molto viva; un seno abbondante e sodo; gambe snelle ma robuste, e sedere alto e pronunciato; insomma una gran bella donna che faceva impazzire tutti quelli che la incontravano. I due ragazzi facevano a gara ad accaparrarsi la sua attenzione, e lei rideva divertita. Terminata la cena ordinai dei liquori, sperando che li aiutasse a vincere la timidezza; ormai, nella mia mente, intravedevo già l’avventura erotica: i ragazzi erano belli ed evidentemente piacevano ad Adriana; l’unico ostacolo poteva essere rappresentato dalla loro timidezza, appunto. Astutamente Adriana portò il discorso sul sesso, chiedendo ai ragazzi se avessero già avuto delle esperienze; erano molto imbarazzati; allora io raccontai della mia prima volta e loro si divertirono; lentamente il ghiaccio si sciolse e, finalmente, confessarono che, fin’ora, si erano dovuti accontentare di masturbarsi guardando le fotografie delle riviste pornografiche. Io confessai che alla loro età facevo altrettanto, ma ora i rapporti fra i sessi erano più facili, e loro non avrebbero dovuto avere difficoltà a trovare donne disponibili: erano giovani attraenti e, dissi, “Adriana vi trova desiderabili, non vedete come vi guarda?”; arrossirono entrambi; Adriana rise del loro imbarazzo.Tornammo nello scompartimento, dove le cuccette erano già state sistemate per la notte. Durante il tragitto suggerii a Adriana di chiedere, con una scusa qualsiasi, di scambiare la cuccetta con uno dei ragazzi, cosa che lei fece; il più timido dei due si offrì di salire al posto d’Adriana. Cominciammo a spogliarci e la mia mogliettina approfittò dell’occasione per esibire il suo corpo stupendo; poiché faceva caldo, rimase in mutandine e reggiseno; io ero eccitatissimo; i due ragazzi affettavano indifferenza, ma si vedeva benissimo che la guardavano con cupidigia; rimanemmo tutti in mutande, e notai che il ragazzo che stava in basso aveva un’erezione più che notevole, che cercava con fatica di dissimulare. Spegnemmo la luce principale, ma quella azzurrata, che rimaneva accesa, era sufficiente per permetterci di vedere. Continuammo a chiacchierare, e la conversazione si fece via via più intima; Adriana trovò il modo di far capire ai ragazzi che io non ero d’ostacolo alle sue avventure erotiche, anzi, partecipavo con piacere, perché ero bisex e non disdegnavo il contatto con i maschi; a quest’affermazione di Adriana i ragazzi sembrarono acquistare sicurezza, ed io notai che anche quello che stava sopra con me, aveva una bella erezione; ormai eravamo tutti eccitati ed era il momento di passare all’azione. Per mettere tutti a loro agio, io mi voltai contro la parete, come volessi dormire, e mormorai un buona notte, che voleva dire: buon divertimento. Nessuno fiatò più; io rimasi voltato contro la parete per qualche minuto, poi mi girai e sbirciai sotto: Adriana ed il ragazzo si tenevano la mano ma, apparentemente non succedeva niente; l’altro ragazzo mi guardava ed io vidi che, con la mano sotto il lenzuolo, si stava lentamente masturbando. Sentii un leggero movimento sotto; guardai, e vidi il ragazzo che saliva sulla cuccetta di Adriana, si adagiava accanto a lei, e si copriva con il lenzuolo. La mia eccitazione era al massimo; dovevo masturbarmi, e lo feci, senza curarmi del ragazzo che, accanto a me, faceva altrettanto guardandomi; mi scoprii ed estrassi il membro per masturbarmi più liberamente; il ragazzo mi imitò. Aveva un membro di notevoli proporzioni ed io ebbi il desiderio di prenderglielo in bocca; gli feci cenno di venire nella mia cuccetta, da qui avremmo potuto vedere le esibizioni della coppia sottostante, che stava sul lato opposto al mio; non si fece pregare; utilizzando la scaletta mi venne accanto; da sotto videro il movimento ed io sentii un risolino sommesso. Si sdraiò accanto a me ed io gli presi in mano quel bellissimo cazzo; intanto guardavo quello che succedeva sotto: avevano tolto il lenzuolo e si erano denudati entrambi; Adriana aveva allargato le gambe, si era tirato sopra il ragazzo, gli aveva preso in mano il membro e se l’era guidato dentro la fica, che doveva essere ormai fradicia di umori. Vedere l’alzarsi e l’abbassarsi del culo del ragazzo che stava penetrando mia moglie, mi faceva impazzire. Bastarono pochi colpi, ed il ragazzo godette con un gemito; stavo per venire anch’io, ma mi trattenni: la serata non era finita e volevo godermela fino in fondo. “Perché non vai a scopartela anche tu?” chiesi con un sussurro a quello che stava con me; lui non rispose ma scese dalla cuccetta, mentre l’altro si stava alzando. Come per un tacito accordo, si scambiarono di posto, e quello che aveva appena scopato Adriana venne su da me. Lo feci sdraiare supino e gli presi in bocca il cazzo che, in pochi secondi, ridiventò duro come il ferro. Mi piaceva sentirmi la bocca piena di quel membro, che era appena uscito dalla fica di Adriana e ne conservava il sapore. Il ragazzo apprezzava molto il mio pompino e gemeva sommessamente; mentre gli succhiavo il cazzo, cominciai a penetrare il suo ano con un dito, poi glielo leccai un po’ per lubrificarlo, gli misi dentro due dita, poi tre, poi glielo leccai ancora, quindi lo feci voltare su un fianco, gli alzai la gamba ed iniziai a penetrarlo; evidentemente era abituato ad essere sodomizzato, perché entrai in lui con facilità; intanto guardavo sotto e vedevo che l’altro ragazzo si stava scopando Adriana con foga; pochi minuti ed Adriana cominciò a gemere, quindi ad urlare, ed io temetti che qualcuno da fuori potesse sentire; però l’eccitazione era tanta, che sborrai nel culo del ragazzo, mentre lo masturbavo, e lui godette con me. Dopo pochi minuti ognuno tornò nella sua cuccetta ed io scesi da Adriana, le allargai le gambe e succhiai tutto il succo dei ragazzi che le usciva dalla fica; Adriana godette ancora una volta, mentre i ragazzi guardavano affascinati.Il mattino dopo, Adriana ed io arrivammo a destinazione e scendemmo dal treno, mentre i due ragazzi proseguirono il loro viaggio; gli avevo dato il numero di telefono dell’appartamento dove avremmo trascorso la vacanza: non si poteva mai sapere…La vacanza era cominciata bene.
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