Nei giorni seguenti l’uso del fallo artificiale divenne praticamente abituale. Ne risentiva la mia vagina che mostrava una diffusa e fastidiosa irritazione ma non me ne lamentavo più di tanto. Inevitabilmente, come temevo, capitò di essere “disturbata” nel momento meno opportuno. Il cliente arrivò in ufficio inaspettato ed io, nel ricompormi frettolosamente sulla sedia, rischiai di lacerarmi l’utero. Fingevo indifferenza ma quel lungo, grosso e duro cilindro di plastica mi stava procurando fitte terribili. Cercai di sbrigarmi in fretta e proprio quando ormai speravo di potermi liberare rapidamente dei “due ospiti”, rimasi spiazzata dalla domanda sul quel fastidioso ronzio di sottofondo che si avvertiva nell’ufficio. Intervenne Marco a togliermi dall’imbarazzo scaricando la colpa sui vari apparati elettronici e liberandomi, rapidamente, del cliente. Appena rimasti soli mi allungai sulla sedia. La pressione del dildo sul mio utero diminuì quel tanto da far cessare il dolore lancinante che avevo dovuto sopportare trasformandosi, con incredibile velocità, in puro piacere che faticai non poco a controllare. Se in quella circostanza, l’essere sorpresa durante i nostri “giochi d’ufficio”, fu certamente un caso non altrettanto posso dire per ciò che si verificò poche settimane dopo. Eravamo in pausa pranzo. A quell’ora gli uffici erano deserti ed il rischio di essere disturbati o sorpresi era praticamente nullo. Quando suonò il campanello sobbalzai sorpresa e spaventata ma Marco mi tranquillizzò dicendomi che ci pensava lui. Uscì dalla stanza invitandomi a continuare. Mi fidai e riavviai il vibratore. Pochi istanti dopo, paonazza stringevo la mano ad una giovane ragazza che Marco mi presentò come Cinzia, una sua amica. Dopo le presentazioni i due si sedettero alla scrivania di Marco il quale mi invitò a continuare pure il “mio lavoro”. Non avevo idea di come comportarmi. Stavo cercando rapidamente una soluzione mentre con lo sguardo tentavo di far capire a Marco che doveva liberarsi della ragazza. Marco aveva pronta la soluzione. Parlo nell’orecchio all’amica e questa, dopo avermi guardata, si inginocchio sotto la scrivania. Nella stanza, poco dopo, al ronzio del vibratore si aggiunsero rumori che non mi lasciavano più alcun dubbio. Cercai ancora di porre fine alla cosa ma Marco non aveva nessuna intenzione di accontentarmi. Anzi, quando provai ad estrarre “Rocco” prima mi fulminò con lo sguardo e poi mi impose di continuare. La ragazza per un istante interruppe il suo lavoro sollevando la testa per guardare verso di me poi scomparve di nuovo sotto il ripiano della scrivania. Sconvolta ma eccitata, ancora una volta, segui Marco nella sua, nostra, perversione. L’orgasmo non tardò ad arrivare. Anche Marco gemette di piacere dettando con le mani i movimenti della testa della sua amica costretta ad ingoiare il suo sperma. Quasi la invidiavo. Avrei voluto essere al suo posto. Per un attimo pensai anche di raggiungerla ma era troppo per me. Già superava ogni mia intenzione quello che era successo sino a quel momento e soprattutto quello che successe poco dopo quando la ragazza, rialzatasi e ricompostasi, salutò Marco per poi avvicinarsi a me. Il suo sembrava un normale saluto, come se nulla fosse successo. Mi ha stretto la mano che le avevo teso ma si è anche sporta verso di me baciandomi introducendo, con dolcezza, la lingua nella mia bocca. Stupita, sorpresa, sconvolta, sono rimasta immobile mentre ai miei sensi sconvolti non sfuggiva la presenza del piercing e soprattutto il sapore dello sperma. Da quel giorno faticai non poco a contenere Marco. Aveva sempre nuove idee ed il sesso, come io lo conoscevo, gli andava a dir poco stretto. Cercavo di accontentarlo perché temevo di perderlo ma al tempo stesso non avevo intenzione di cedere su alcuni punti che, ben presto, divennero un chiodo fisso. Il problema essenzialmente consisteva nell’allargamento della nostra relazione. Il coinvolgimento di altre persone. Respingevo categoricamente tutte le sue richieste nel senso soprattutto quando ipotizzava un coinvolgimento di mio marito. Era l’ultima cosa che mi interessava. Per me era fondamentale che mio marito, la mia famiglia, restasse al di fuori del nostro rapporto. Per giorni, settimane, respinsi le sempre più insistenti proposte di Marco. Come se non bastasse anche Miky, non di rado, mentre facevamo l’amore, se ne veniva fuori con idee che sembravano suggerite da Marco. E, se in passato, tutto veniva dimenticato con la fine amplesso, ora Miky aveva trovato il coraggio di propormi “nuove avventure” anche quando non eravamo in preda alla passione. Mi illusi di poter controllare la situazione. Mi opposi a lungo a qualsiasi proposta di Marco che potesse anche solo lontanamente coinvolgere altri ed in particolare la mia famiglia. Respinsi anche semplici proposte di incontri per fare conoscenza. Non potei però oppormi quando i due, che si conoscevano solo telefonicamente, organizzarono per un aperitivo con la scusa degli auguri per il Natale che ormai era prossimo. La sera dell’appuntamento ero preoccupata ma mi rilassai presto. Tutto si svolse normalmente. Miky e Marco fecero reciproca conoscenza. Marco ci presentò Stefania, la sua ragazza, che non era la stessa che avevo avuto già modo di conoscere. Non mi sorpresi anzi mi sembrava del tutto normale per un tipo come Marco che avesse modo di “conoscere” molte donne e certo non ne ero gelosa. La prima ragazza poi non mi era proprio sembrata adatta a lui. Sebbene entrambe giovani come Marco, e quindi sui vent’anni, a differenza di Stefania la prima era piccola di statura, ben in carne e “prosperosa”. Stefania invece era sicuramente più bella. Alta almeno 1,80, capelli biondi corti, vestita elegantemente, magra ma con le giuste forme. Un seno non abbondante ma più che sufficiente per farsi notare. In sostanza la ragazza da far girare la testa agli uomini, Miky compreso. Nei giorni che seguirono mi trovai a dover respingere non solo le richieste di Marco ma anche quelle di mio marito per nuovi incontri e per “approfondire” la conoscenza. Dovetti insistere non poco ma riuscii a resistere sino all’ultimo giorno di lavoro prima della pausa natalizia rinviando ogni proposta di incontro, aperitivo, cena, cinema e quant’altro. Contestualmente riuscii anche ad organizzarmi per quel pomeriggio e, con la scusa degli ultimi acquisti, mi ritagliai un po’ di tempo in più da trascorrere con Marco. Ci incontrammo ovviamente nella nostra alcova. Sulla porta della stanza mi propose di bendarmi perché aveva una sorpresa per me. Non era la prima volta e dato che avevamo a disposizione più tempo del solito era la giornata ideale per qualche giochetto particolare. Una volta bendata entrai nella stanza dove Marco si dedico a me con dolcezza e sensualità. Non era il suo comportamento abituale ma mi piaceva da matti. Ancora in piedi al centro della stanza lentamente sono stata spogliata, baciata carezzata e quando ormai la mia eccitazione era altissima Marco mi ha condotta verso il letto dove, ed anche questo non era una novità, mi ha immobilizzato braccia e gambe legandomi. Sapeva che l’attesa avrebbe aumentato la mia eccitazione così mi ha lasciata legata al letto, bendata, nuda, con le gambe oscenamente aperte ad aspettare che lui tornasse a dedicarsi al mio corpo per soddisfare le mie e le sue voglie. Potevo sentire i rumori di Marco che, con calma si spogliava. Aspettavo e lo supplicavo di fare presto ma sapevo benissimo che mi avrebbe fatto aspettare quanto voleva. L’attesa è stata premiata perché Marco mi ha regalato un primo orgasmo esplorando le mie intimità con la sua lingua e poi un secondo riempiendomi con il suo cazzo. A quel punto pensavo che avrebbe fatto uso di uno dei falli artificiali che nel tempo avevano arricchito la nostra collezione. Magari quello doppio. Ho atteso nel silenzio della stanza. Per alcuni minuti non è successo nulla, poi ho sentito il rumore di un cassetto che si apriva. Poco dopo il ronzio del vibratore mi ha fatto capire cosa Marco aveva scelto. Non ha avuto alcun problema a spingermi nella vagina il fallo che si è lubrificato con lo sperma di Marco. Altrettanto facile è stato spostarlo nel mio ano. Era di dimensioni medie rispetto agli altri attrezzi che Marco aveva procurato per i nostri giochi. L’ideale per il mio posteriore ed infatti mi sono subito lasciata trasportare dal piacere generato dalle continue vibrazioni. Presto ho cominciato a muovermi da sola per amplificare le sensazioni che il “vibro” mi regalava convinta che così facendo avrei eccitato anche Marco che, sebbene non rispondesse alle mie richieste, immaginavo intento ad osservarmi. In nessun momento mi sono preoccupata per “l’assenza” di Marco. Ero assorta in ben altri pensieri e sensazioni. Ad un improvviso contatto di un dito con il mio clitoride mi è sfuggito un grido di piacere seguito da un invito a continuare. Non ho dovuto insistere. I tocchi prima improvvisi, repentini e delicati si sono moltiplicati sino a quando il mio corpo ha preso a fremere ormai prossimo all’orgasmo. L’azione ancora più efficace della calda e morbida lingua ha segnato il raggiungimento dell’apice del piacere che, con mia sorpresa, non solo non si è bloccato ma si è addirittura amplificato quando mi sono resa conto che a leccarmi tra le cosce non poteva essere Marco ma, quasi sicuramente, una donna. Ripreso il controllo con la mente ho subito cercato di capire cosa stava succedendo. Cercavo conferme alla mia sensazione ed ho cominciato a fare ipotesi su chi poteva essere la persona che, con la propria lingua, esplorava le mie parti più intime ed assaporava gli umori del mio piacere. Mi sono quasi subito convinta che si trattasse di Cinzia, la ragazza che era venuta a trovare Marco in ufficio e che sapevo di cosa era capace. Il segreto è rimasto tale ancora per pochi minuti quando Marco, resosi conto che ormai avevo accettato la situazione, finalmente è tornato a farsi vivo baciandomi sulla bocca. L’ho apostrofato con un “porco” al quale mi ha risposto con tono ironico: “porco io?”. Sono rimasta senza parole mentre lentamente, continuando a baciarmi, mi liberava della benda agli occhi. Il mio sguardo è subito andato a cercare il volto della persona che stava riempiendo di baci il mio ventre incrociando gli occhi di Stefania. Restai sorpresa perché non avrei mai immaginato quella ragazza capace di cose simili. Quei miei pensieri svanirono rapidamente perché, per quel pomeriggio, i giochi non erano affatto finiti, anzi, mi attendevano ancora altre piacevoli esperienze. Ovviamente, nonostante tutti i miei propositi, a quel primo incontro a tre ne seguirono altri. Non frequenti ma tali da farmi considerare la cosa, nel giro di un paio di mesi, come normale. A ciò contributi anche Stefania la quale, alla innegabile bellezza univa un’assoluta dolcezza nei rapporti sessuali che, anche quando tornavamo alla “normalità”, si trasformava in indubbio affetto. Si dedicava a me con passione, con ardore, con un trasporto che ben presto mi ha contagiata spingendomi a ricambiare le sue attenzioni sino ad arrivare ad apprezzare, almeno con lei, i piaceri dell’amore saffico. Con Cinzia, che ovviamente Marco coinvolse, le cose erano diverse, meno sentimento e tanto, tanto sesso perverso. A Marco tutto ciò non dispiaceva affatto. Aveva ormai il pieno controllo del nostro rapporto. Era lui a decidere quando ci vedevamo, dove e con chi. Era lui ad indirizzare i nostri rapporti. Dolci ed appassionati come tra teneri amanti oppure sfrenati e perversi. Tutto ruotava intorno al suo volere mentre io faticavo sempre più a contenere i suoi slanci ed i suoi propositi che, tanto bene, sapeva promuovere ed insinuare nel nostro menagè. Faticavo tantissimo anche perché mentre io cercavo di tenere separata la mia famiglia da Marco, Stefania e Cinzia, mio marito continuava a propormi di incontrarci, di invitarli a cena, di uscire insieme. A letto poi le sue fantasie su rapporti a tre o scambi di coppie erano ormai una fissazione. Più di una volta dubitai che si trattasse di una macchinazione ordita da Marco e probabilmente lo era. Dovetti impormi anche per le vacanze estive rigettando la proposta di invitare Marco e Stefania nella villa al mare dove Miky intendeva ospitarli per trascorrere insieme le vacanze. Riuscii ad evitarlo e mi impegnai a far digerire a Miky la presenza dei suoceri che, invece, avevo preteso ci seguissero. Dopo pochi giorni di vacanza il mio scopo era raggiunto. Alla fine della prima settimana Miky faticava a reggere il mio ritmo e quando siamo rientrati a casa era visibilmente dimagrito e stanco ma, sicuramente, più che soddisfatto per la vacanza trascorsa. Gli ho fatto di tutto dappertutto. In camera, nella doccia, in spiaggia, in acqua, in pineta, in auto, ogni momento era buono per concedergli il mio corpo o comunque per dargli piacere. Mi dedicavo a lui con tutta me stessa. Lo provocavo in pubblico toccandolo, strusciando il mio corpo sul suo, esponendo spesso alla sua vista le mie parti intime come la sera in cui, al ristorante, mi sono prima sfilata il ridottissimo tanga e poi, nel corso della cena, approfittavo di ogni occasione per allargare le gambe e mostrargli la mia vagina sempre più umida e vogliosa. E’ finita che mi sono fatta scopare nel parcheggio stesa sul cofano della macchina. Il massimo credo però di averlo raggiunto quando dopo anni abbiamo trascorso la serata in discoteca. Io mi sono divertita tantissimo e per Miky non deve essere stato da meno perché prima mi ha assecondata, istigata e provocata, poi, con una foga incredibile, dopo avermi vista ballare con un uomo di mezza età, con un ragazzino, in mezzo a tre fusti palestrati ed abbronzati, mi ha strappata dalle attenzioni dell’ultima mia conquista, trascinandomi via dal divanetto dove stavamo lasciando sempre più spazio ai fatti piuttosto che alle parole e, una volta fuori dal locale, ha placato le nostre voglie su una spiaggia poco distante, non proprio deserta. Dopo un’estate così il ritorno in ufficio risultò più duro del solito. Non tanto per il lavoro in se stesso ma piuttosto per il nuovo ritmo che la mia vita di coppia aveva assunto. Per non dimenticare Marco con il quale continuavo ad incontrarmi “clandestinamente” in media due volte alla settimana. Era un ritmo piuttosto sostenuto sia per il mio fisico sia per l’impegno psichico che, la mia doppia vita, richiedeva. Nonostante tutto andavo avanti continuando ad incontrarmi con Marco e con le sue amiche. Miky non aveva di che lamentarsi anche se per lui gli incontri a tre restavano un tabù. In realtà, viste le sue insistenze, ero arrivata a proporre altre soluzioni ma, categoricamente, continuavo ad escludere Marco quale possibile partner con cui dividere il letto. Dopo infinite discussioni Miky sembrava ormai persuaso e prendeva sempre più in considerazione l’ipotesi di un soggetto diverso che ipotizzavamo di trovare tramite annunci oppure in uno dei tanti “privè”. Il tutto comunque restava a livello d’ipotesi dato che io non mi dimostravo particolarmente entusiasta e Miky stentava ad agire. Anche Marco con il tempo aveva ceduto su questo aspetto. Il mio no al coinvolgimento di altri uomini era evidentemente stato sufficientemente deciso dal farlo desistere dal propormi incontri con altri o dal tentare di forzarmi la mano come era successo nel nostro primo incontro con Stefania. Di tutto ciò ero convinta ma mi sbagliavo come mi resi conto un venerdì in occasione del mio abituale appuntamento con Marco. L’ultimo incontro era saltato perché Marco, nel pomeriggio, aveva altri impegni. Per me era stata comunque una giornata speciale. Mi ero sentita telefonicamente con Stefania ed avevamo deciso di vederci per fare due chiacchiere ed un po’ di shopping. Dopo un pomeriggio divertente, con la scusa di provarci i vari capi di biancheria intima che avevamo acquistato, alcuni molto particolari, finimmo nella solita camera in cui avrei dovuto incontrarmi con Marco. Effettivamente provammo tutto ciò che avevamo acquistato ma si creò una situazione strana che ci spinse una nelle braccia dell’altra. Le prime carezze , i primi baci, per poi finire sul letto abbracciate ed avvinghiate come mai. Non era la nostra prima volta ma, stranamente, l’assenza di Marco rendeva la cosa diversa. Diversa nell’approccio, diversa nello stato d’animo, diversa anche nelle sensazioni ancora più forti, più dolci, intense e piacevoli del solito. Ad un primo “69” fece seguito una breve pausa trascorsa restando abbracciate scambiandoci baci. Più tardi Stefania ha preso l’iniziativa ed è scesa tra le mie gambe per baciarmi l’interno cosce e risalire sino al contatto con le labbra vaginali. Mi ha succhiato il clitoride, ha spinto la sua lingua nella mia vagina come si trattasse di un piccolo fallo, ha fatto altrettanto con il mio ano, ha usato una o due dita per penetrarmi mentre la sua lingua continuava a muoversi repentina provocandomi continui fremiti di piacere culminati in due orgasmi uno di seguito all’altro. Poi è stato il mio turno. Ormai avevo anch’io una certa esperienza e sapevo cosa le piaceva. Mi sono cosi dedicata a lei con tutta me stessa coprendo il suo corpo di baci, esplorando con la lingua ogni lembo della sua pelle, dedicando un’attenzione infinita per i suoi seni prima e poi per il suo pube depilato, liscio, morbido e gonfio. Gonfio come il clitoride tra le labbra vaginali che ho quasi trascurato per ritardare al massimo il raggiungimento dell’orgasmo che alla fine, a coronamento dei miei sforzi, è arrivato lasciando Stefania esausta ed appagata. Stringevo Stefania, ancora tremante, tra le braccia ed ero felice. Non mi ha turbata neanche il sentirmi sussurrare “ti amo” da quella ragazza che mi guardava con gli occhi bagnati dalle lacrime. L’ho baciata e l’ho stretta ancora di più a me.
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