Il lavoro part time ha i suoi indubbi vantaggi.Alle tre e mezza del pomeriggio sono a casa e in questo dolcissimo maggio ho praticamente il pomeriggio a disposizione per i fatti miei.Non è che abbia chissà che da fare, ma è bello vedere la luce del sole e poter fare tutti i giri e commissioni varie senza sprecare il sabato.Ho l’abitudine di buttare un occhio fuori dalla finestra della mia cucina, così, ogni tanto, come se fosse un riflesso condizionato.Guardo giù in strada, verso il centro del paese e verso il condominio di fronte.In linea d’aria non saranno più di venti metri e a volte vedo la signora dell’appartamento alla mia sinistra che sistema con cura quasi maniacale le sue piante sul balcone.Lei sì che ha il pollice verde! Non come la sottoscritta. Sarei capace di far morire un pianta grassa solo con lo sguardo!Ma quel venerdì pomeriggio non lo ricorderò per tutta la vita per aver visto quella signora e le sue piante.L’appartamento proprio di fronte al mio l’ho visto sempre con le persiane chiuse.Quel giorno però le persiane erano spalancate, dandomi la visione completa di quella che è la camera da letto.La camera da letto non era vuota, però, tutt’altro!Attraverso la tendina bianca e trasparente della mia finestra vedevo chiaramente la figura di una donna che non conoscevo.Completamente nuda. E non da sola.Con lei un uomo anch’egli completamente nudo.E non stavano certo giocando a scacchi.Scopavano alla grande. Lui la montava da dietro alla pecorina e io potevo vedere chiaramente la faccia di lei con gli occhi socchiusi e con il volto stravolto dal piacere.Anche lui era tutto preso da quella cosa mentre non smetteva un attimo di montare furiosamente quella donna che sembrava apprezzare, eccome!La ragione avrebbe voluto che io smettessi di guardare e di tornare a farmi i fatti miei.Ma la curiosità era troppo forte!Mi spostai leggermente di lato…Avevo paura mi potessero intravedere dalla mia tenda, ma era una precauzione superflua.La coppia aveva certo altre priorità che preoccuparsi di essere spiata da me!Forse una coppia di sposini, o di fidanzati o di conviventi, chissà.Certo che ce ne mettevano di passione!Li vidi crollare sfiniti sul letto l’uno sopra l’altra dopo pochi minuti.Si alzarono e li vidi uscire dalla stanza.Lei ci ritornò poco dopo avvolta in un accappatoio giallo. Io mi spostai del tutto.Buttai uno sguardo dopo un paio di minuti e la persiana era di nuovo chiusa.Sorrisi.Che follia! Pensai…io non avrei mai lasciato la persiana aperta, figuriamoci!Nemmeno se travolta da una passione folle come quella sembrava essere.Uscii di casa per i miei soliti giri e non pensai più a quell’episodio.Almeno sino al pomeriggio successivo.Più o meno alla stessa ora, mi capitò di guardare di nuovo di fuori, forse inconsciamente attirata da quello che avevo visto il giorno precedente. La finestra di fronte era di nuovo spalancata e nella stanza ancora lei, la donna del giorno prima, con un uomo…ma non lo stesso del giorno prima!Ne ero certa. Quello del giorno precedente era moro questo era biondo!Gli vedevo bene il volto stravolto mentre la donna gli stava facendo un pompino.Anche stavolta non riuscii a togliere lo sguardo da quella scena scabrosa nemmeno per un attimo.Lui le teneva la testa piena di capelli nerissimi, lunghi e folti, mentre lei si muoveva dando un ritmo lento a quella cosa che doveva coinvolgerli davvero tanto se si erano di nuovo dimenticati la finestra aperta.Lei smise di baciare il sesso del suo amante che si sbrigò ad spalancarle le gambe e a scoparsela alla grande.Guardai di nuovo quella scena piena di voluttà senza smettere di guardare sino a quando non ebbero finito.Pochi attimi e la finestra tornò a chiudersi.Pazzesco, davvero!Lei doveva evidentemente abitare lì, ma, a quanto pare, non aveva un fidanzato fisso!E si dava da fare parecchio…!Andai in salotto mi sdraiai sul divano e pensai a quello che avevo visto in quei due pomeriggi.Anche se tutto mi sembrava davvero folle, devo ammetterlo, era tutto molto, ma molto eccitante.E a ripensare a quelle scene piene di sesso ci misi un attimo ad infilarmi una mano negli slip e a spararmi un ditalino così rapido violento che venni in pochissimi minuti urlando di piacere!Il tutto sempre più folle!Arrivai a stare delle ore davanti alla mia finestra nella speranza di vedere aperta quella di fronte.Non dovetti aspettare molto.La domenica pomeriggio successiva, più o meno alla stessa ora, stessa scena e…terzo, nuovo, amante.Che razza di troia!, pensai, ma questo pensiero non mi impedì certo di guardare di nuovo, anzi!Guardai di nuovo quella ragazza mora scoparsi a smorza candela il suo nuovo amante come se stesse galoppando furiosamente.Le stavo proprio di fronte, dietro la mia tenda.Lei aveva gli occhi socchiusi e quella matassa di capelli neri che si muovevano come un onda.Smise di montare il suo amante. Doveva aver raggiunto il piacere.Io ero sempre lì. Lei spalancò gli occhi e sorrise.”Mi ha visto!”, pensai spostandomi velocemente di lato.Ma lo spostamento fece muovere la mia tenda.”Porca vacca, mi sono fatta beccare come una scema! Che razza di figura!”Pensavo che la figura era la mia e non di quella ragazza.Era come se io fossi la guardona e, anche se avevo paura di ammetterlo, lo ero stata per davvero.E ora?Come mi sarei dovuta comportare?Passai il resto del pomeriggio e la sera a pensare a quanto era accaduto senza arrivare però a formulare nulla che mi convincesse davvero e decisi di dormirci sopra.Domani sarebbe stato un ennesimo lunedì di lavoro e di routine.Forse gli eventi della vita quotidiana avrebbero fatto rientrare tutto nella “normalità”.In realtà, però, non vedevo l’ora di essere a casa e di guardare di nuovo fuori, alla stessa ora.E così feci.La finestra di fronte era chiusa. E lo rimase per tutto il pomeriggio.Non sapevo se essere sollevata o delusa.Sollevata…quella storia strana era finita.Delusa…non volevo che quella storia strana finisse.Assorta in questi pensieri sobbalzai dal mio divano dove mi ero sdraiata a guardare distrattamente un po’ di tv quando sentii suonare il citofono.”Sì? Chi è?””Buonasera, signora. Mi scusi per il disturbo…Mi chiamo Vanessa, Vanessa De Rossi…Abito di fronte a lei.”Il sangue mi si raggelò nelle vene così come le parole in gola!”Signora? Posso salire? Se non disturbo…”.”Ce-certo…salga…”, balbettai.”Ehm, qual è il suo appartamento?””Ah, già, scusi…secondo piano, appartamento “C”.”Grazie. Arrivo.”I pochi attimi che separavano il nostro incontro diedero il là a mille pensieri confusi…Cosa le avrei detto? Cosa veniva a fare? Che intenzioni aveva?”Buonasera. Vanessa De Rossi, piacere.””Piacere…piacere mio. Eleonora Biraghi.””Eleonora…è un nome bellissimo.”Cinque secondi per inquadrare questa Vanessa…I capelli li avevo già visti, il viso ora potevo, invece, vederlo nei dettaglio. Due occhi enormi, neri, profondissimi ma carichi di luce, una pelle liscia come il velluto come di velluto aveva la voce, sensuale e per niente artefatta. Il resto del corpo…da urlo. I fianchi, un po’ rotondetti ma forse proprio per questo sensualissimi, i tutto corredato da tette, culo e gambe da sballo.Davvero una gran bella donna, senza dubbio.”Prego. Si accomodi.””Le dispiace se ci diamo del tu?”La richiesta non mi colse di sorpresa anche se non avevo capito cosa in realtà era venuta a fare a casa mia.”No di certo. Gradisci qualcosa da bere, Vanessa? Un caffè, una bibita, acqua…””Acqua, sì grazie. Hai una bella casa. Mi piace come l’hai arredata.”, mi disse mentre sbirciava il salotto in ogni dettaglio.Non capivo perché mi faceva i complimenti e dove voleva andare a parare e, non so come, mi feci l’idea che,in realtà doveva essere una persona estremamente schietta e sincera. Quella visita non aveva secondi fini. Era la mia prima impressione, ma difficilmente mi sbaglio.”Ti ringrazio. Ecco la tua acqua.””Grazie! Chi è lei? Tua figlia?”, mi domandò mentre guardava la foto che avevo sora una delle mensole in salotto.”Sì. Si chiama Sara.””Quanti anni ha?””Ventisei. E’ sposata e abita qua vicino.””Ha la mia età. Hai dei nipotini?””No. Non ancora, ma ne vorrei…”.Ci eravamo accomodate sul divano e ormai avevamo rotto il ghiaccio. O meglio. Lo avevo rotto io, perché Vanessa sembrava essere talmente a suo agio come se ci conoscessimo da una vita. Doveva essere estroversa, solare e sincera ed era evidente che non faceva troppa fatica a fare amicizie…e a trovarsi numerosi amanti, pensai.”E tuo marito?””Sono separata.””Opps…scusa.”, disse sorridendo.”Nessun problema, davvero. Sono passati due anni, non è più un problema.””E che lavoro fai?””Lavoro per uno studio di amministrazione del personale e contabilità.””Part time, però…vero?”Seguirono alcuni attimi di silenzio totale…poi, scoppiammo fragorosamente a ridere.”Sì…”, dissi io in mezzo alle risa “Stacco alle due e mezza…ma tu, come fai a saperlo?”E giù a ridere di nuovo!Ci volle un po’ prima che ci riprendessimo del tutto.”Beh, Ele…a proposito, ti spiace se ti chiamo Ele?””No, fai pure.””Bene, Ele…dicevo…Io faccio la consulente pubblicitaria e viaggio spesso. E sono single…””Davvero? Non l’avrei mai detto…”, mi scappò.Scoppiammo di nuovo a ridere.”Oddio, Ele, mi fai morire…”, disse singhiozzando.”Posso chiederti quanti anni hai?””Quarantotto.”” Beh, i miei complimenti. Li porti davvero bene.””Ti ringrazio…detto da te e proprio un bel complimento.””Perché?””Ma ti sei vista? Da donna a donna…sei da togliere il fiato.””Eh, non esagerare dai…ma senti, posso farti una domanda un po’ personale?”Ormai sembrava che ci conoscessimo da sempre anche se tutto era una scoperta per me, ma anche per lei.Vanessa aveva quella maniera di fare che ti metteva a tuo totale agio, scrutandoti con quegli occhioni neri e accompagnando il tutto con un sorriso beffardo ma sincero perennemente stampato in faccia.”Sentiamo…””Ce l’hai l’uomo?””No. Come potrei? Sono tutti a casa tua…”Altra risata a crepapelle!”Io sarò tremenda, ma tu Ele…sei insuperabile!””Sì, certo…comunque, seriamente, no…niente uomini sin da dopo la separazione da l mio ex.””Davvero? E prima?”.”Prima di che? Della separazione?””Sì, prima o mentre…insomma, hai mai cornificato il tuo ex?””No. A differenza di lui…””Vi siete separati per quello?””Anche, ma non solo…ma vorrei non parlarne?””Va bene, scusami…ma dunque mi stai dicendo che sono più di due anni che non…””Sì, esatto.” la interruppi “Sono due anni che non vado a letto con un uomo.””Cavolo! E non ti manca? Voglio dire…non ti viene mai voglia di farti una sana scopata senza troppe menate?””Ma…no…non so, forse ci ho fatto l’abitudine…a non farlo, intendo.”Dissi senza troppa convinzione.”Ho capito…E prima di tuo marito.? Non mi dirai che è stato l’unico?””L’unico, no. Il secondo.””Cioè l’hai fatto solo con due uomini in tutta la tua vita?””Già. Ma parliamo un po’ di te.”, dissi provocandola.”Io? Temo di avere perso il conto…”Ennesima risata.”Boh…sarò intorno alla trentina…””Però! E’ un articolo che proprio non ti fai mancare!””Non ci posso fare nulla…il cazzo mi piace troppo. Adoro scopare. E quando lo faccio perdo il senso della realtà.”Le sue espressioni schiette e sincere erano tutto tranne che volgari e più parlavamo, più ci conoscevano, più Vanessa mi piaceva.”Ho capito, ho capito. Ma a parte questo non hai amiche o fratelli?””No. Sono la classica figlia unica viziata, le amicizie, quelle vere, le ho perse forse per colpa anche della mia sincerità…Io non riesco a tacere, e se una cosa non mi piace te la devo dire in faccia. Con i miei genitori i rapporti sono un po’ freddi e poi loro abitano lontano e non ci vediamo spesso anche se li sento per telefono tutte le settimane. E tu?””Ho una sorella più piccola di cinque anni. Le voglio bene, ma risiede all’estero e ci vediamo molto raramente. I genitori abitano qui vicino e con loro va tutto bene. Nessuna vera amicizia. Solo alcune conoscenze, soprattutto sul posto di lavoro. Non conduco un grande vita mondana. Ma, a proposito…posso chiederti dove diavolo raccatti tutti i tuoi amanti?””Alcuni sono colleghi di lavoro, altri vecchi amici, altri ancora tipi conosciuti su internet.””Ma non hai paura di quelli incontri?””Prima verifico e mi accerto. Sarò anche un po’ zoccola, ma non sono scema!”Ridemmo di nuovo.”Ho capito…ma, ora, posso chiederti perché sei venuta a trovarmi e mi hai voluto conoscere?””Beh, tu conosci particolari molto…intimi della mia vita, no?””La prima volta è stato un caso…poi devo ammettere che aspettavo il momento per guardarti di nuovo fare l’amore con i tuoi amanti.””Oh, ma a me non interessano le motivazioni. Non sono qua per secondi fini o per chiederti di non dirlo a nessuno o chissà cos’altro. So che l’approccio può essere un po’ brutale, ma in realtà vorrei solo sapere se possiamo essere…amiche…tutto qui.”Rimasi in silenzio.Quelle parole mi avevano toccato.Mi avevano toccato perché erano sincere.Questa bellissima, estroversa e sensualissima ragazza cercava solo la mia amicizia, anche se potevo essere sua madre.Ma con Vanessa l’età diventava solo un mero dettaglio.”Vanessa…non so che dire…Posso solo dire che sono davvero contenta che ci siamo conosciute, anche se decisamente in modo poco convenzionale…poi quello che sarà, sarà.”.”Beh, ma almeno ci vieni a cena a casa mia?”, mi chiese ridendo.”Ma certo! Che domande…ci vengo volentieri.””Facciamo giovedì? Devo andare via per lavoro un paio di giorni.””Va bene per giovedì.””Ti chiamo io. Puoi lasciarmi un tuo recapito?””Ti do il numero del fisso di casa.””Va bene. Io ti lascio quello del mio cellulare…se hai voglia, chiamami. Adesso però devo andare.”.”Va bene ci sentiamo. Però mi raccomando…tieni quella maledetta finestra chiusa!”Ridemmo di nuovo.Poi ci salutammo e Vanessa tornò a casa sua.Nei due giorni successivi pensai spesso a l’incontro che avevo avuto con Vanessa e, devo ammetterlo, mi mancava.Non vedevo l’ora che tornasse, che mi chiamasse per accordarci per la cena.Il telefono squillò.”Ciao, Ele! Sono Vanessa! Come stai? Ti sono mancata?”Vanessa invase la mia casa e la mia testa con la sua vivacità e la sua allegria.”Ciao, Vanessa. Dove sei?””Sto tornando a casa. Stasera alle otto a casa mia…va bene?””Ci sarò. A dopo.”Mi presentai puntuale accompagnata dalla canonica scatola di cioccolatini.Ci baciammo sulla guancia. Eravamo davvero contente di vederci.”Ho fatto la pizza. Spero ti piaccia. Anche perché c’è solo quella da mangiare…non ho fatto la spesa…”, disse Vanessa ridendo.”Sì, non ti preoccupare. La pizza andrà benissimo.”La serata trascorse tranquilla e io e Vanessa parlammo fitto fitto per quasi quattro ore di tutto.”Senti, Ele…l’altra vola, a casa tua, mi avevi detto di tutti e due i tuoi uomini…”, disse Vanessa sorridendo.”Dunque? Che altro vuoi sapere di scabroso della mia vita erotica?”, dissi sorridendo a mia volta.”Ma…come fai? Voglio dire…ti verrà la voglia! E quando questo accade cosa fai?”.”E cosa vuoi che faccia? Sei donna anche tu, no?””Certo…ma, ti limiti ai ditalini?”Rieccola, Vanessa, con la sua piatta schiettezza.”Che altro, se no?”, dissi ridendo.”Beh, ci sono dei succedanei del cazzo.””Succe-che? Del cazzo? Ma come parli? Mica ti capisco…”Vanessa scoppiò a ridere fragorosamente.”Succedanei sta per sostitutivi…Del cazzo non nel senso che valgono poco…Del cazzo inteso proprio come pisello, uccello, verga, mazza, tega, minchia, randello…”Risi a crepapelle.”Fermati, fermati! Ho capito! Ma quanti sinonimi conosci dell’uccello?””Non lo so. Ma un giorno io li dico e tu li scrivi.””Si, vabbè…che dicevi di ‘sti succedanei?””Dicevo…non lo hai mai fatto con un…che so, un wurstel, un cetriolo, una classica banana…””Oddio, no! Non mi è mai nemmeno venuta in mente, una cosa del genere.””Perché. Ti schifa?”, mi domandò Vanessa sempre con quel sorriso beffardo stampato in volto.”No, no…è che proprio non ci ho mai pensato…tu invece immagino che…””Beh, mia cara, in mancanza di altro…””Sì, sì, non continuare…immagino benissimo. Non voglio sapere cosa compri dal fruttivendolo.”Ridemmo sguaiatamente.”Beh, senti, Ele…”, riprese a parlare Vanessa, “Io domani devo partire per lavoro per una settimana circa…ti voglio, però dare un paio di cose, se vuoi.””Di che si tratta? Anche se ho un po’ di paura a chiedertelo…”.”Non te lo dico…mi devi solo promettere che aprirai il pacchetto non prima di domani, quando io sarò già partita.”.”Va bene. Ci sto.”Vanessa mi porse il pacchetto dentro un piccolo sacchetto di plastica azzurro.”Ti ringrazio del regalo. Adesso devo andare.””Va bene. Ti telefono tra un paio di giorni.”Ci salutammo e io andai a casa con il mio sacchetto.Ero curiosa. Avrei voluto aprirlo subito, ma Vanessa mi aveva fatto promettere che lo avrei aperto non prima del giorno dopo.In realtà, lo lasciai dentro il grande cassetto del mobile in salotto e per un paio di giorni me ne dimenticai.Poi, nel mettere a posto la casa, aprii il cassetto e vidi il sacchetto azzurro.”Meno male che Vanessa non ha chiamato! Me lo avrebbe sicuramente chiesto e io non l’ho ancora aperto!”, pensai.Mi accomodai sul divano e aprii il pacchetto.Erano due scatole avvolte dalla carta di giornale.Il disegno della prima scatola non dava adito a interpretazioni.Conteneva un fallo di plastica. Sorrisi. Me lo aspettavo, da Vanessa.Aveva pensato a me, evidentemente!Aprii la scatola e ne consultai il contenuto, curiosa e divertita.Era un bel pisello ne di plastica rosa con le pile e le istruzioni…beh, credo che l’uso di quell’affare non aveva bisogno di istruzioni.Ma la cosa che davvero mi incuriosiva era il contenuto della seconda scatola.Una scatola più piccola, senza disegni all’esterno.Il contenuto erano tre piccole uova di plastica tenute insieme da una cordicella sempre di plastica molto solida. All’estremo di un capo, un meccanismo contenente il vano per due pile, che erano già inserite, e un interruttore.Cero non ci voleva un diploma per capire l’utilizzo di quelle strane, piccole uova, ma non avevo mai visto una cosa del genere, prima d’ora.Girai l’interruttore e le tre piccole uova cominciarono a vibrare piano.Aumentai la corsa dell’interruttore sino alla sua fine e le uova vibrarono fortemente.Risi di gusto.”Ah, Vanessa, Vanessa…Ne sai una più del diavolo!”Evidentemente quando non era impegnata a scopare con chicchessia, si faceva un giretto al porno shop più vicino a fare scorta o alla scoperta di nuove diavolerie.Guardai divertita le piccole uova vibrare ancora per un po’.”Vabbeh, Eleonora, perché non provare?”, mi dissi, “Almeno ti togli la curiosità e sai cosa dire a quella pazza scatenata.”Sapevo anche che avrei potuto restituirle tutto, tanto non si sarebbe certamente offesa.Mentre pensavo questo mi ero tolta pantaloni e slip e mi ero sdraiata sul divano.Avevo cominciato a toccarmi il sesso pensando a immagini spinte e voluttuose che u vedevano protagonista.Le stesse scene a cui avevo assistito per tre pomeriggi consecutivi, ma dove ero io la donna e non Vanessa.Più pensavo a quelle scene e più mi eccitavo.Avevo la fica bagnata come un lago mentre il mio dito medio massaggiava delicatamente la clitoride viscida e eccitata.Con la mano sinistra presi quelle piccole uova e cominciai con l’infilarmene dentro la prima.Mi scappò un gridolino di piacere, quando la mia fica risucchiò vogliosa quel piccolo pezzo di plastica.Non resistetti molto e mi infilai anche il secondo uovo.Altro gridolino, mentre il piacere aumentava.Mi sentivo quelle uova ballonzolarmi nella fica bagnata mentre continuavo ad accarezzarmi e a pensare a quelle scene scabrose, dove c’erano uomini che mi possedevano in tutte le posizioni.Smisi di accarezzarmi per un attimo e presi il terzo uovo appoggiandolo proprio sulla mia clitoride.Accessi l’interruttore e tutte e tre le uova cominciarono a vibrare piano.Urlai di piacere, stavolta.La vibrazione interna ed esterna mi provocava brividi e sussulti sul tutto il corpo e mi dimenavo come un ossessa sul mio divano.Aumentai gradualmente la velocità della vibrazione sino a portarla al massimo possibile.Raggiunsi un orgasmo fortissimo e devastante accompagnandolo con un urlò liberatorio mentre la mia fica inondata di umori vibrava senza posa.Tirai fuori le uova una ad una mugolando di piacere.Non avevo mai raggiunto una vetta del piacere così alta da sola!Vanessa mi aveva fatto proprio un bel regalo!Quando mi chiamò, il giorno dopo, mi chiese se i miei regali mi erano piaciuti e se li stavo usando.”Sì, pazza scatenata. Mi sono piaciuti. Li ho usati una volta.””Una volta sola? Ma dai, non ci posso credere!”E infatti le avevo raccontato una balla.Li usavo due, tre volte al giorno.Anche se, più usavo quegli attrezzi di piacere e più sentivo la mancanza di un uomo.Vanessa, con il suo modo di essere e di fare e con i suoi regali, aveva, evidentemente, acceso la fiamma dentro di me, fiamma sopita da tanto, troppo tempo. Vanessa rientrò dalla sua trasferta di lavoro e ci incontrammo di nuovo a casa sua.”Senti Ele…Sono contenta che ti sono piaciuti i miei regali.””Sì, ti ringrazio, ma fermati qui, ti prego!””Ma se non sai cosa ti sto per dire!””Non lo so, ma lo immagino.””E dai! Ho una proposta che non puoi rifiutare!””Ecco, ci siamo…arriva la fregatura.””Ma no. E’ una specie di gioco…Allora, ti va?”Non potevo e non volevo dirle di no. La curiosità era tanta e poi, non so perché, ormai mi fidavo di lei.”E va bene. Di cosa si tratta?””Domani pomeriggio a casa tua. Ti va bene?””Va bene. Vada per domani pomeriggio a casa mia.” “Ciao, sono Vanessa. Posso salire?”Le risposi di sì. Entrò in casa. Era da sola.”Vorrei proporti una cosa…”, mi disse guardandomi con un sorriso tra il complice e il beffardo…”Sentiamo…di cosa si tratta?”, domandai curiosa, anche se potevo benissimo immaginare dove sarebbe andata a parare…”Beh, mi hai detto che non scopi da più di due anni…””Mhhh. E allora?””Direi che è giunto il momento di recuperare un po’… o no?”Rimasi per un po’ senza parlare mentre ci accomodavamo sul divano.Lei mi guardava sempre con quel sorriso stampato in faccia.Io non sapevo cosa pensare, cosa dire.”Ma, scusa, se anche fosse…non vedo uomini qui e poi, perdonami, sei molto bella, ma io non sono lesbica…”Seguirono alcuni secondi di silenzio totale, poi sbottammo a ridere insieme.”Ma che pensi?”, disse lei continuando a ridere.”Mica con me!”, mentre dal ridere ci scendevano addirittura le lacrime.”Ok, calmiamoci…” dissi io, singhiozzando.”E dunque?” domandai curiosa.”Dunque, se ci stai e mi lascerai fare a modo mio…””Alt! Ferma le rotative! Non ti conosco benissimo, ma un po’ ti ho inquadrata…” dissi scherzano, ma non troppo.”Chissà cosa hai in mente…uno dei tuoi giochi perversi…””Eh, beh, sì…ma solo un po’…” disse sorridendo di nuovo.”Ah, Vanessa Vanessa…tu mi farai impazzire…lasciamo perdere…”, dissi io, ma senza troppa convinzione…”Eddai! Fai una prova…! Se ti trovi a disagio interrompi tutto.””Sì, ma scusami…se accettassi di fare il tuo gioco…chi sarebbe lui? Io non lo conosco…ti pare che mi metto a scopare con uno sconosciuto? Non sono il tipo, scusami…”Provai a fare la dura, ma non dovevo essere stata un granché convincente…Inconsciamente, non volevo esserlo. Inconsciamente tutta quella situazione mi stava eccitando.”E io invece insisto…potrai smettere quando vuoi…””Ho capito, ho capito…Ma nel caso accettassi…tu cosa faresti?””Rimarrei qui buona buona e zitta zitta.””Scusa? Mentre io sono qui che scopo tu stai qui a fare la guardona?””Sì e no”.”Cioè?””Sì, perché mi eccito a guardare e guardare te mentre fai l’amore deve essere il massimo. No, perché devo organizzare e seguire il tuto.””Vanessa, mi lasci senza parole. Mi chiedo come diavolo ho fatto ad infilarmi in una storia del genere…Mi chiedo come diavolo…””E piantala, dai!” Mi interruppe, sorridendo.”O lo vuoi o non lo vuoi. Ma almeno prova!”Rimasi zitta per un po’.Avevo la testa piena di pensieri e poi, di getto…”Va bene, proviamo…””Evvai! Fantastico…!” urlò lei.”Sì, sì…ma spiegami un po’…cos’è che dovresti organizzare?””Eh, beh, dunque…sarebbe tutto pronto…””Prego?””Sì. Dunque…rimaniamo qui, giusto?””Sì, ma…””Niente ma…Comincia il gioco…”, disse ridendo di gusto, tutta eccitata.”Ora dovrai stare ad un paio di regole…pronta?”Pensai per qualche attimo…”Che cazzo stai facendo, Eleonora? Ma ti pare il caso? E’ praticamente una sconosciuta…stai per andare a letto chissà con chi…ma sei diventata completamente scema?”Per cui, aspettavo da me stessa un po’ di razionalità, e…”Sì. Sono pronta.”, Ecco, appunto…”Dunque…solo un paio di piccole regole da rispettare…Non si deve parlare. Nessuno lo deve fare…ok?””Sì, va bene, ma lui…””Silenzio, Eleonora…Il gioco è già cominciato…a lui penso io.” Disse Vanessa, risoluta.”Poi…ti devi spogliare…completamente…ora.””Qui?””Sì. Ti vergogni di me, per caso?”, mi domandò ridendo.Le risposi con un sorriso mentre cominciai a slacciare la camicetta.”Bene, Ele. Rimarremo qui. Niente camera da letto.”Non dissi nulla.”Bene! Vedo che non parli più! Finalmente stai alle regole!”, disse ridendo fragorosamente.Intanto io avevo tolto la gonna, sfilato le scarpe, tolto il reggiseno, calati gli slip.Ero rimasta completamente nuda, davanti a lei.”Bene. I vestiti li porto di là. Torno subito.”Ritornò dopo pochi secondi…”Ecco…ora un’altra piccola cosa…non si parlerà e tu, solo tu, non potrai guardare.”Mantenendo il suo sguardo fisso nel mio, cavò fuori dalla borsetta una mascherina nera.”Ecco. Devi indossare questa. Te la toglierò io, quando tutto sarà finito…Sai che non sei niente male?”, disse sorridendo.Forse voleva provocarmi per farmi parlare, la stronza, ma, a pensarci ora, non l’aveva detto con quell’intento, ma mi aveva appena fatto un complimento sincero.Pensavo a questo, mentre indossavo la maschera e tutto diventò completamente buio.”Rimani in piedi. Ci vorrà un attimo.”Potevo solo sentire che frugava nella sua borsetta e, potevo presumere che stesse usando il suo cellulare.Non parlò con nessuno. Sicuramente aveva dato solo uno squillo.Il segnale convenuto.Dopo pochi attimi, suonò il campanello di casa.Quasi mi venne un infarto!”Niente paura, Ele!”, disse Vanessa tranquillizzandomi.”E’ per noi. Anzi, per te…”La sentivo dirigersi verso il citofono e alzare il ricevutore.”Sì. Secondo piano, appartamento “C”.Era lui.Per me.Ma lui chi? E perché?Oddio, ero ancora in tempo. Potevo fermare tutto. Bastava un cenno, una parola.Sfilare la maschera, correre in camera a rivestirsi…No, prima correre alla porta e chiuderla a chiave, ma non senza prima avere scacciato Vanessa da casa mia.Per sempre.No.Rimasi ferma, immobile.Il mio fisico era immobile.Il mio corpo, invece, era preda di un eccitazione spaventosa.Ero piena di brividi, ma non erano brividi di freddo.Avevo i capezzoli in tiro, mi sentivo avvampare di calore.Ansimavo, e il cuore sembrava volermi scoppiare nel petto.Ascoltai Vanessa aprire la porta di casa e fare entrare lui.Nessuna parola, nessuna voce.Flebili rumori di passi, forse scarpe da ginnastica.Pensavo che mi stava guadando, lui, ora.E io lì. Una donna di mezza età, completamente nuda, in piedi, nel salotto di casa sua, con una mascherina nera sul volto…che assurdità!Anche in questo caso, avrei dovuto o potuto scappare, ribellarmi, piantarla lì.No.No, perché l’eccitazione non andava via…invece, aumentava.Cominciai a sentire il rumore dei vestiti…lo sfilare delle scarpe, lo slacciare della cinta, la maglietta o la camicia, le calze, gli slip o i boxer…dettagli…Vanessa taceva, gestiva il tutto, credo, con gli sguardi.Aveva organizzato tutto alla perfezione, naturalmente.I rumori cessarono.Io mi trovavo nel mezzo del salotto, in piedi sopra il grande tappeto.Non sentivo rumori di passi, ma intuivo che lui stava avvicinandosi.Percepivo i segnali del mio fisico, l’avvicinarsi del calore di un altro corpo, mentre Vanessa si era, molto probabilmente, seduta su una delle sedie intorno al tavolo, pronta a godersi lo spettacolo.Ricordo ancora benissimo quella mano bollente che mi accarezzò dolcemente il fianco sinistro.Mi sentii sciogliere e rabbrividire tutta.Ora l’altra mano cingeva l’altro mio fianco e io, meccanicamente, alzai le braccia per metterle intorno al collo del mio amante segreto e sconosciuto.I nostri corpi erano ancora distanti. Così io mi avvicinai lentamente, sino a toccare il corpo di lui.Era bollente.Quel calore riaccese la fiamma dentro di me sopita da tanto, troppo tempo, mentre sentivo il suo cazzo turgido e pulsante premere contro il mio ventre.Cercavo la sua bocca con la mia, ma mentre mi avvicinavo avevo la strana sensazione che quel calore provocato dai nostri corpi quasi del tutto appiccicati forse addirittura troppo.E mentre le nostre bocche si sfiorarono, altre due mani bollenti mi cinsero saldamente le caviglie!Non erano le mani di Vanessa…erano le mani di un uomo!Un altro uomo. Erano in due.Smisi definitivamente di pensare, persa com’ero in quel turbine di eccitazione e desiderio.Quelle due nuove mani bollenti salivano molto lentamente le mie gambe.Le caviglie, i polpacci, l’incavo del ginocchio, le cosce…in un susseguirsi di brividi e sospiri mentre l’amante di fronte a me cominciava a toccarmi delicatamente il seno.Quattro mani, ora, che mi sfioravano, toccavano, palpeggiavano dappertutto.Dita che si insinuavano tra le pieghe più recondite del mio corpo, che reagiva sussultando e rabbrividendo.Il calor e l’eccitazione salivano mentre la mia fica era immersa in un lago di umori. Umori che bagnavano la punte delle dita dei miei amanti.Mi spostai di lato e con le mani mi misi ad accarezzare il petto dei miei amanti sconosciuti ed invisibili che continuavano a loro volta a toccarmi senza posa.Accarezzavo il loro petto, i loro fianchi, il loro stomaco e giù sino a raggiungere e ad impugnare i loro sessi, pulsanti, rigidi e bollenti.Quella sensazione di potere, di nuovo, finalmente!Quella sensazione che ti dà solo il sentire quel membro in tuo potere, di sentirlo scorrere fra le dita, nella mano, a poco a poco, la pelle che si ritira e si rilascia…e poi, non uno…ma due!Accarezzare l’asta, sino in fondo, sino ad arrivare ai testicoli, rugosi e gonfi di seme pronto ad esplodere.Per poi risalire, di nuovo, lentamente, sino alla vetta, sino alla cappella fremente e umida delle prime gocce viscide e bollenti di seme dolcissimo che gioca ora fra le mia dita.Le gambe mi tremavano, il cuore sembrava scoppiare, i miei seni e la mia fica in possesso di quelle quattro mani, il mio volto baciato e leccato da quelle lingue infuocate.Accarezzavo quei due cazzi turgidi sempre più velocemente sino a quando i due amanti mi fecero capire che era ora di sdraiarsi.Mi fecero accomodare sul mio divano, sdraiata su di un fianco.Uno di loro si mise dietro di me, l’altro rimase in ginocchio, sicuramente, visto che sentivo il suo volto vicino al mio.Le sua mano sinistra accarezzava i miei capezzoli, mentre l’amante dietro di me, allargò le mie gambe con la sua mano destra.Assecondai quel movimento, mentre lo sentivo distendersi dietro di me.La punta del suo cazzo impaziente premeva verso la mia fica impaziente anch’essa di sentire nuovamente quella sensazione di calore e di pieno.Impugnai la punta di quell’uccello imponente e la piazzai proprio all’entrata del mio corpo.L’amante di fronte a me non se ne stava certo con le mani in mano e accarezzandomi delicatamente la nuca, avvicinò il suo cazzo alla mia bocca.Sentivo il profumo del suo sesso, del suo seme, dolcissimo e penetrante, mentre cominciavo a leccargli la punta del cazzo con la lingua.Ma ero affamata. Da tanto, troppo tempo.Non avevo voglia e pazienza di cincischiare.La mia bocca inghiottì avida quell’uccello bollente, mentre l’amante dietro di me affondò completamente il suo cazzo dentro la mia fica bagnata e gonfia.Mi sembrava di impazzire dal piacere. Non potevo urlare.Avevo la bocca piena tutto quello che potevo fare era rantolare e mugugnare, cosa che, comunque, stavano facendo anche i miei due amanti, che sembravano gradire.Ci stavamo dando davvero da fare. La fica mi bruciava un po’…D’altronde era passato davvero tanto tempo dall’ultima volta che avevo scopato, ma non era un dolore insopportabile, anzi.La bocca si riempiva del sapore dell’amante di fronte a me che accompagnava il movimento della mia testa accarezzandola.Persi la cognizione del tempo, persa in quel vortice di lussuria e piacere.Raggiunsi un orgasmo fortissimo subito dopo essermi sentita il ventre invadere da una colata di seme bollente del mio amante dietro di me che rantolava e gemeva. Non era ancora del tutto finito l’effetto di quel piacere devastante quando l’amante dietro di me si sposto uscendo dal mio corpo velocemente.Quello di fronte a me sfilò l’uccello dalla mia bocca e, insieme, mi presero facendomi mettere in ginocchio sul tappeto con il corpo appoggiato al divano.Mi trovai in un battibaleno alla pecorina con l’amante ancora in tiro che premeva sulla mia fica per la sua dose di piacere.Sprofondò dentro di me in tutta la sua lunghezza facendomi gemere dal piacere e da un sottilissimo, ma sopportabilissimo, dolore.Mi montò senza posa, quasi selvaggiamente, sino ad esplodere anch’egli dentro di me la sua lava bollente, che mi invadeva ad ondate senza posa.Riversò il suo corpo sul mio esausto e ansante.Avevo goduto come una pazza, come non mai.Mi ero dimenticata di tutto…di dove ero, con chi ero, di Vanessa…di tutto.Non parlavo, non potevo vedere, non pensavo a nulla…Mi godevo quegli attimi di riposo dopo l’amore, sdraiandomi sul mio divano.Sentivo il cuore tornare a battere normalmente, il corpo rilassarsi, il seme dei miei due amanti segreti ed invisibili scorrere fuori dal mio corpo, provocandomi gli ultimi, dolcissimi, brividi.Non mi resi conto del tempo che passava. Cinque minuti, forse dieci, mezz’ora, un’ora…Non so.Mi aspettavo un ordine di Vanessa. Magari di potermi togliere la mascherina e di poter vedere i miei amanti, o anche solo di poter parlare.Nulla.Sentivo la loro presenza, vicino a me.Non si erano vestiti, non si erano allontanati.Presero ad accarezzarmi amorevolmente il volto, la testa, i fianchi, le gambe, ancora…quelle quattro mani.E i baci, ora.Lievi, soffici, sulle mie guance, sui miei seni, sul mio ventre, sui miei piedi e le mie cosce.E l’eccitazione ora, che torna prepotente.Dopo qualche attimo mi sollevarono come fossi un fuscello.Che fantastica sensazione!Come fluttuare nell’aria, come volare!Sicura fa quelle membra forti e senza pensieri nella testa.Mi adagiarono piano sul mio tavolino tondo del salotto, facendomi sdraiare a pancia in su.Ancora più eccitata, se possibile, di prima, volevo essere posseduta di nuovo.Venni accontentata in pochi attimi.Uno dei due amanti aprì le mie gambe tenendomi saldamente le caviglie con le sue mani grandi e bollenti, mentre l’altro prese a massaggiarmi i seni con entrambe le sue mani.L’amante di fronte a me pose la punta del suo cazzo, evidentemente di nuovo eccitato, nella mia fica facendolo entrare molto lentamente sino a farlo arrivare sino in fondo, facendomi nuovamente gemere di piacere.Continuò così, non so per quanto, questa dolcissima tortura.Piano, pianissimo, per poi aumentare gradualmente la velocità e la profondità sino a raggiungere la vetta come una furiosa galoppata…In un battibaleno uscì da me, e l’altro amante smise di toccarmi.Capii che si stavano dando il cambio.Il secondo riprese a scoparmi lentamente, di nuovo, come il primo…Ricominciava il bellissimo tormento.L’altro amante mi appoggiò il suo cazzo in tiro sulla bocca.Profumava dei miei umori mischiati, ora, ai suoi.Lo avviluppai con la mia lingua che assaggiava avida quei sapori dolcissimi e viscidi.Ero nuovamente persa in quel turbine di sesso, eccitazione e calore mentre i miei due amanti mi possedevano senza posa.Raggiunsi un orgasmo fortissimo mentre colui che mi scopava sembrava come galoppare furiosamente il mio corpo sino ad inondarmi il ventre con il suo seme bollente.La mia bocca piena del sesso dell’altro uomo si muoveva ritmicamente mentre mugolavo di piacere.Pochi attimi dopo anche la mia bocca venne invasa dal seme bollente e dolcissimo, mentre l’uomo rantolava di piacere.Ingoiai quel miele sino all’ultima goccia, sino a che il pene di uno dei miei amanti ritorno ad essere piccolo.Ero esausta, ma appagata.Era stato bellissimo e ora i miei due amanti segreti mi baciavano e accarezzavano delicatamente tutto il corpo.Rimasi sdraiata sul mio tavolo in attesa degli eventi che dovevano essere comunque dettati da Vanessa.Nella confusione della mia mente, ancora presa da quell’esperienza sconvolgente, arrivavano rumori lievi di vestiti.Capii che i miei amanti stavano rivestendosi e che, poco dopo, se ne sarebbero andati, così, come erano arrivati.Dopo un paio di minuti, sentii chiudere la porta.Vanessa li aveva fatti uscire e io ero ancora lì, sul tavolo, nuda, con la mascherina con il seme dei miei amanti che colava dolce dalla mia fica sul tappeto verde del tavolo.”Puoi toglierti la mascherina e ricomporti, ora, Ele.”Vanessa e la sua voce…finalmente!Tornai a vedere. Mi alzai piano, la testa mi girava un poco.Andai in bagno mentre Vanessa mi guardava divertita.Tornai dopo qualche minuto avvolta nel mio accappatoio bianco.Vanessa non c’era più. Era uscita, ma mi aveva lasciato un biglietto sul tavolo.”Domani sera a casa mia per una pizza, se puoi. Ti darò una cosa. Ciao! P.s.: sei proprio un bel bocconcino!”Vanessa, Vanessa…Crollai sul divano e mi addormentai profondamente.Il giorno seguente non vedevo l’ora che venisse sera per andare da Vanessa.Ero ancora sconvolta da quell’avventura e non sapevo cosa pensare.Cosa avevo fatto? Come mi ero comportata? Forse ero una troia libidinosa e ninfomane, forse volevo solo un po’ di piacere e calore che mi ero negata per tanto, troppo tempo.E, comunque, era stato bellissimo.Stranissimo, da fuori di testa.Tutto perfettamente organizzato da una fuori di testa fatta e finita…Vanessa.”Ciao, Ele! Dai, entra la pizza è quasi pronta.”Mangiammo e scambiammo quattro chiacchiere parlando del più e del meno.Poi Vanessa passò all’attacco.”Allora, Eleonora? Che mi dici di ieri?””Beh? Cosa ti dovrei dire?””Ma vedi tu! Pare che sei andata ad una partita di scala quaranta invece che aver fatto sesso sfrenato con due maschi!””Ma smettila!”, dissi un po’ stizzita “Mica puoi mettere sempre tutto sul quel piano!””Va bene, va bene…ma…ti è piaciuto? Lo rifaresti?”Non risposi.Non sapevo che dire.Era stato bellissimo, quello sì.Rifarlo?”Credo di capire., Eleonora.””Capire cosa?”, domandai nervosamente.”Beh, ti deve essere piaciuto. Da morire. Ma hai paura di dirmi che lo vorresti rifare, magari domani, o meglio stasera, o meglio ancora, perché non l’hai rifatto stamattina e oggi pomeriggio? Hai paura del mio “giudizio”. O del tuo. Del crederti, magari, una troia mangia maschi, come, inconsciamente, pensi sia io. E tu non vorresti essere come me. O forse sì. E sei confusa. Giustamente confusa. Ma il tuo silenzio coglie di sorpresa te, non me. Io, quella sorpresa, non l’ho più, da un pezzo. E l’ho smessa con i silenzi. E mi prendo il tempo e il piacere. Sei disposta a fare lo stesso?”.Rimasi ancora in silenzio per qualche minuto.Vanessa mi aveva parlato senza mai staccarmi di dosso quel paio di occhi enormi e nerissimi con l’angolo della bocca che tradiva, come sempre, l’inizio di un sorriso beffardo e sincero.Presi fiato e risposi.”Bel monologo, Vanessa, davvero…I miei complimenti.”, dissi con malcelata ironia.”Credi davvero di avere raggiunto un livello superiore, di sentirti appagata solo per il fatto che non lasci che i silenzi riempiano la tua vita? O forse pensi che il fatto di comportarti come una troia ti faccia avere una considerazione più alta. Sono sicura della tua sincerità, è davvero un grande pregio che hai. A te piace il cazzo, come mi hai detto qualche giorno fa, e non te lo fai mancare. Sei brava in questo, non c’è dubbio.Ma non puoi pensare che io sia come te, che tutto il mondo sia come te, non è così.Vuoi che ti dica che mi è piaciuto ieri? Sì, mi è piaciuto e pure tanto. Se lo rifarei?No.Non sono come te. Non sono migliore o peggiore, semplicemente non sono come te.Non ho fatto e non farò mai la conta dei cazzi che avrò preso in vita mia mentre tu sai già che sono “solo” quattro, per me, visto che ti ho fatto anche questa confidenza.”Seguirono alcuni minuti di eloquente silenzio.Vanessa mi guardava, ma senza sorridere, ora.Forse ci ero andata un po’ pesante, ma era quello che pensavo davvero.”Cos’era la cosa che volevi darmi? Vorrei andare a casa…”, dissi piuttosto gelidamente.Vanessa si alzò senza dire nulla, andò nella sua camera e tornò poco dopo.”Ecco. E’ tuo”.Era un dischetto contenuto in una custodia trasparente. Sul dischetto c’era scritto, in pennarello “Ele-1″.Avevo capito, ma volevo che me lo dicesse lei.”Che roba è?””Il dvd che ti vede protagonista. L’ho girato ieri pomeriggio a casa tua.””Non ho parole, Vanessa, davvero non ho parole…”, dissi gelida mentre la fissavo.”E’ tuo. Puoi farne quello che vuoi, ma fidati…non ne ho fatto copie.”.”Ti credo, ci mancherebbe pure.”Ormai avevo preso di petto tutta la faccenda, ma non ero arrabbiata solo con Vanessa.”Vado a casa.”, dissi a bassa voce.”Va bene, Eleonora. Però lascia che ti dica solo una cosa ancora…posso?”.”Certo che puoi.”.”Come sai tutto è cominciato dalla mia finestra aperta. Se quella finestra io l’avessi lasciata chiusa, ora non saremmo qui. Forse per te sarebbe meglio o forse no, questo solo tu lo sai. Se non lo sai adesso, lo capirai più avanti, quando cercherai di tradurre uno dei tuoi silenzi di cui parlavo prima. Dunque, potresti dire che è stato il destino…la mia finestra lasciata sbadatamente aperta, tu che guardi distrattamente fuori e vedi me che scopo con uno, io che me ne accorgo e che ti vengo a cercare per conoscerti, per scusarmi…e tutto il resto che è arrivato dietro a questo codazzo di eventi. Posso dire, egoisticamente, di essere contenta, ora. Contenta perché ti ho conosciuta. Se te ne vai e non vorrai avere più niente a che fare con me a me rimarranno solo i momenti belli.Momenti belli vissuti con una bella persona. Spero che sia così anche per te.”Rimasi a pensare in silenzio, in piedi, vicino alla porta.”Sì. E’ così anche per me.”, dissi a bassa voce.”Ora però devo andare…Certo che se tenevi chiusa quella maledetta finestra…”Scoppiammo a ridere.La porta era già aperta ed ero lì lì per uscire quando Vanessa…”Vedi, Eleonora…la finestra l’ho lasciata aperta apposta…””Come?”, chiesi sorpresa.”Sì, cara. Così tu potevi vedere me e io potevo “vedere” te…Non fisicamente, ma sapevo che c’eri. Siamo tutti “la finestra di fronte” di qualcun altro. L’importante è lasciarla aperta.”.Rimasi di sasso e in silenzio.”Vai, Ele…devi andare a casa.”, mi disse Vanessa con la voce da gattona.”Ciao.”, dissi con voce bassa, “Non so se…”.”Non dire niente, Ele. Ciao.”.Vanessa mi lanciò l’ultimo sorriso beffardo e sincero e chiuse la porta.Percorsi le poche decine di metri che separavano le nostre case pensando solo ed esclusivamente alla frase delle “finestra aperta”.Vanessa mi aveva messo il tarlo, indubbiamente, ma io dovevo chiudere quella cosa.Presi il dvd che mi aveva dato Vanessa e lo gettai in un tombino.Andai subito a letto, e, nonostante la serata abbastanza movimentata e i mille pensieri, mi addormentai profondamente.Sabato mattina, posso alzarmi un po’ più tardi.Mentre preparo la colazione, spalanco le persiane. E’ una giornata bellissima, piena di sole. Ricordo perfettamente quanto accaduto la sera prima e sono ancora un po’ confusa. Anche la finestra di Vanessa è aperta. Non la vedo, però. Sarà in un’altra stanza. Mi sembra, però, che l’arredamento non sia uguale. No. Non lo è. Il letto è diverso, così come l’armadio. E sul balcone non c’è lo stendino e le altre cianfrusaglie di Vanessa, ma solo piante. Non capisco…Ma i dubbi sparirono poco dopo…Sul balcone apparì l’anziana signora che credevo vicina di Vanessa.Che diavolo stava succedendo?Lasciai perdere la colazione, mi vestii alla bell’e meglio e mi precipitai in strada.Andai con passo spedito verso il citofono del condominio di Vanessa. Mentre camminavo pensavo che dovevo chiederle scusa e che volevo fortemente che rimanessimo amiche.Mi preparai per citofonare, ma del suo nome nemmeno l’ombra.Guardai e riguardai le targhette dei nomi nella speranza di trovare “Vanessa De Rossi”, ma inutilmente. Niente da fare.Ero interdetta, perplessa e confusa.Tornai lentamente verso casa mia voltandomi mille volte a guardare quel balcone con la signora che curava amorevolmente le sue piante. Eppure c’era Vanessa, lì, fino al giorno prima!Presi il caffè, mentre i pensieri si accavallavano nella mia mente.Cos’era successo, in realtà?Un sogno? Una suggestione? Un’altra realtà? Mi ero inventata tutto? Mi ero fatta una sceneggiatura su misura su quello che volevo essere, provare, sentire…?Mi ero creata il personaggio di “Vanessa De Rossi” per essere come lei, per provare quelle forti sensazioni?Forse.I pensieri si rincorsero e si accavallavano per molto tempo.Poi decisi di rimettere un po’ a posto la casa. Quella mattina sarebbe passata Sara a trovarmi.La mia attenzione cadde sul mobile del salotto dove c’è il televisore con lo stereo.Su quel mobile la custodia di un cd.Dentro la custodia, però, non c’era un cd, ma un dvd senza copertina.Solo una scritta in pennarello rosso sul dvd…”ELE-1″.
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