“Sii, ancoraaa!” gridava estasiata. Non le bastava mai. E io, a vederla godere a quel modo, provavo a mia volta un piacere estremo nel darle ciò di cui non sembrava mai sazia. E dire che l’avevo conosciuta solo pochi mesi prima: una trentacinquenne come tante, sposata da otto anni e certamente se non stanca almeno annoiata dalle prestazioni del marito che, a quanto mi diceva, era un bravissimo uomo pieno di attenzioni che si dava da fare per renderla felice. Ma si sa, la solita minestra non è mai appetitosa e Laura – così si chiamava la mia conquista – era arrivata al punto di svolta. D’altra parte il marito era anche stato il suo primo e unico uomo. A trentacinque anni aveva deciso che era giunto il momento di provare dell’altro. E, diciamolo, anch’io non brillavo per orginalità: il solito quarantenne alla frenetica ricerca di qualche avventura prima che l’età decretasse il tramonto di ogni pulsione. Ed è così che avevamo cominciato a frequentarci, senza mai una parola, un’allusione o un minimo riferimento al fatto che essendo un uomo e una donna la storia avrebbe potuto prendere una piega differente. Andavamo al cinema come due vecchi compagni di scuola, ci incontravamo durante le pause di lavoro per pranzo o prendere un caffè insieme e tra noi parole, tante parole, solo parole. E poi all’improvviso, finalmente la grande occasione: suo marito all’estero per lavoro e mia moglie in campagna dai suoi. Una serata tutta per noi, a casa mia. Ed ora mi sembra impossibile, vederla qui davanti a me, completamente trasfigurata, lasciarsi finalmente andare al desiderio più sfrenato e represso: eccola qui che, fremendo e mugolando di piacere mi grida con la voce roca: “Ancora, ancora…. mmm, non smettere”. E io, che ormai credevo di aver perso da tempo la capacità di dare a una donna quel piacere che ora Laura mostrava di assaporare goccia a goccia, sono qui incantato a guardarla mentre ingoia avida e golosa gli ultimi sprazzi della mia energia, messa a dura prova da una richiesta – inaspettatamente – tanto esigente. E dopo aver gridato, chiesto e richiesto ancora e ancora e ancora, finalmente crolla anticipando di poco la mia resa incondizionata. E la guardo ancora, scomposta e col fiatone, col viso ancora stravolto dal piacere e sporco del poco che non aveva inghiottito, che piange di piacere confessandomi che mai aveva assaporato tanta soddisfazione. Certo che come la faccio io la pasta alla carbonara..!
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