Capitolo 4L’estate così com’era iniziata proseguiva splendidamente. Paola ed io continuavamo a vederci di giorno mentre la sera uscivamo con Roberto e Stefano anche se non si erano più ripetute situazioni spinte come quella della spiaggia. Preferivamo appartarci ogni coppia per conto suo. Tra lei e me non c’erano più stati episodi piccanti, certo continuavamo a confidarci le nostre prestazioni con i nostri rispettivi partner ma nessun accenno a quella che io definivo "la nostra trasgressione". Non nego però che più di una volta il mio pensiero era andato a quel pomeriggio. Nonostante la mia cotta per Roberto mi sento attratta da Paola e più di una volta ho creduto di leggere il mio stesso desiderio nei suoi occhi.Viene il tempo delle ferie e distaccarmi per tre settimane da Paola, Roberto e Stefano è un piccolo trauma. Nonostante la bellezza del luogo dove soggiorno con i miei genitori la mia mente non fa che andare al giorno in cui avrei rivisto i miei amici. Quando posso mi apparto e le mie dita subito prendono a stuzzicare la farfallina. Mentre mi tocco flash di momenti passati si alternano a fantasie su possibili nuove esperienze. In fin dei conti il mio vissuto in campo sessuale è solo agli inizi. Mi sento pronta a lasciare alle spalle l’adolescenza per diventare donna…Seduta sul sedile posteriore della macchina di mio padre, tornando a casa dalle ferie, sento la felicità aumentare chilometro dopo chilometro. L’indomani avrei rivisto Roberto e Paola e poco mi importa che mancano pochi giorni all’inizio della scuola.Siamo quasi giunti a casa quando, con mia grande sorpresa, papà mi chiede se me la sento di rimanere da sola a casa un paio di giorni in quanto, lui e la mamma, avrebbero in programma di recarsi dalla nonna per sistemare qualche faccenda in sospeso. Se me la sento? Avrei pagato per questo. Cerco però di mantenere un po’ di contegno rassicurandoli. "Nessun problema, chiamerò Paola a farmi compagnia così non mi sentirò sola.""Cercate di non combinare casini voi due,- sbotta mia madre – che ultimamente mi sembrate fin troppo scatenate!".Arrivati sotto casa i miei, dopo avermi aiutato a scaricare la valigia, ripartono immediatamente. Inutile dire che appena varcato l’uscio sono già con il telefono in mano per comunicare a Paola l’inattesa novità: tempo mezz’ora e sarebbe arrivata.Rivederla è una grande gioia. E’ abbronzatissima, il viso radioso…"Ciao, che bello rivederti." Le dico abbracciandola."Ti sono mancata?""Moltissimo!""Tu neanche un po’… scherzo mi sei mancata tanto anche tu. Come sono andate le ferie?""Una palla… e le tue?""Lasciamo perdere, un mortorio. Quanti ditalini ti sei sparata?""Un tot. D’altra parte era l’unica fonte di divertimento… e tu?""Mi sono consumata le dita, ma adesso ci rifacciamo, prendi il telefono e chiama Roberto.""Già fatto, casomai chiamo Stefano""Già fatto…""Ho pensato – le dico dopo un po’ che ci raccontavamo delle ferie – che se me lo chiede questa sera farò l’amore con lui.""Si ma non è che tu puoi sempre pensare quello che penso io. Se no possiamo fare a meno di parlarci…"Suona il campanello: Roberto e Stefano sono arrivati. Anche con loro continuiamo, tra una pomiciata e l’altra, a raccontarci le nostre esperienze vacanziere. Il desiderio di appartarmi con Roberto cresce sempre di più. Le disposizioni per la notte erano già fatte, io e lui in camera mia e gli altri due in camera dei miei. Lo prendo per mano e dopo aver dato la buona notte andiamo in camera. Per l’occasione avevo rubato a mia madre un completino intimo di pizzo bianco, molto sexy. Mi sfilo il top e la minigonna mostrandomi in tutto il mio splendore. L’abbronzatura risalta sul bianco degli indumenti e l’averlo lasciato senza parole mi fa sentire veramente desiderata. Appena superato lo shock Roberto si avvicina, "Sei bellissima" mi dice con voce rotta dall’emozione e abbracciandomi accosta le sue labbra alle mie. Questa volta sono io ad infilargli la lingua in bocca mentre con una mano gli accarezzo l’uccello da sopra i pantaloni. La sua mano scivola lungo la mia schiena arrivando fino al culetto facendosi spazio tra l’elastico degli slip e la pelle. Sento che mi insinua un dito nel solco spingendolo in basso fino ad arrivare a toccare il buchetto, poi comincia a rotearlo tenendo il polpastrello leggermente infilato nel mio ano. La carezza è molto stimolante e non posso fare a meno di spingere indietro i miei fianchi allargando così un po’ di più le mie chiappette. Decido di sorprenderlo mettendo in atto una delle fantasie che, memore delle immagini viste sui giornalini hard di mio padre, mi era venuta mentre ero in ferie. Inginocchiandomi davanti a lui gli sbottono i pantaloni calandoglieli insieme ai boxer. Mi ritrovo davanti il suo uccello durissimo, lo prendo in mano sollevandolo e con la lingua inizio a leccargli le palle. Piano piano salgo verso l’alto, lambendogli tutta l’asta, fino ad arrivare alla cappella. Continuo facendo roteare la lingua tutto intorno alla punta del suo manico, poi alzando lo sguardo e cercando i suoi occhi, apro la bocca e lentamente ci infilo dentro il cazzo. Tolgo la mano restando con il suo uccello infilato tra le labbra iniziando a spompinarlo andando avanti ed indietro con la testa. Mentre continuo a succhiargli il cazzo gli appoggio le mani sul suo culo e dopo averglielo allargato provo anch’io a stuzzicargli l’ano con un dito. Gli tengo la cappella all’interno della bocca cercando di stuzzicare la parte inferiore del glande con la lingua mentre lentamente infilo il medio nel suo culo. Roberto comincia ad ansimare ed a muoversi, allora gli impugno l’uccello e aprendo la bocca, con la sua cappella appoggiata sulla mia lingua oscenamente protesa in avanti, gli faccio una sega. Continuo a muovere il mio ditino dentro il suo culo quando i primi schizzi di sborra mi colpiscono il palato e le labbra. Seguito a masturbarlo sempre tenendo la bocca spalancata con la lingua all’infuori che raccoglie le ultime gocce di sperma. Mi stacco un attimo dal suo cazzo e, guardandolo provocatoriamente, mi lecco le labbra pulendole dal suo seme. Poi mi rimetto il suo uccello in bocca riprendendo a succhiarlo. Contrariamente alle altre volte rimane teso e duro. Mi sento molto porca ed ho la sensazione di poter disporre di lui come voglio.Mentre lui finisce di spogliarsi mi alzo e mi stendo sul letto liberandomi del reggiseno e degli slip che ormai sono fradici di umori. Allargo le gambe e protendo in avanti le braccia chiamandolo a me. Roberto raccogliendo il mio invito si stende sopra di me. Lo abbraccio forte e lo bacio sentendo il suo uccello strofinarsi sul monte di venere. Tiro in su le ginocchia facendo in modo che il suo manico venga a contatto con le grandi labbra e con la clitoride ed inizio a muovermi masturbandomi con il suo uccello. Sto quasi per raggiungere l’orgasmo quando Roberto mi chiede se voglio fare l’amore con lui. Mi fermo e con voce rotta dall’emozione gli rispondo di si."Farò piano, vedrai. Non voglio farti male.""Non ti preoccupare, sono pronta."Infilo la mano tra i nostri corpi, gli prendo il cazzo e punto la cappella all’entrata della mia fighetta. Quando inizia a spingere tolgo la mano cercando di rilassarmi."Sta entrando in me." Penso mentre l’uccello di Roberto centimetro dopo centimetro si prende la mia verginità. Sento il suo cazzo penetrare sempre di più allargandomi la vagina. Il dolore, seppur sopportabile, si fa ora più intenso. Più avanza e più il suo uccello mi sembra grande Sono spaventata! "Fai piano, ho paura. E’ troppo stretta…""Tranquilla, – mi rassicura Roberto – ormai è quasi tutto dentro. Rilassati."Effettivamente il suo cazzo è quasi totalmente infilato nella mia vagina e quando sento che i peli del suo pube si congiungono con i miei mi rendo conto di averlo tutto dentro. Mi sento dilatata, il suo manico comincia a muoversi. Mi sta scopando! Il dolore si affievolisce e comincio a percepire nuove sensazioni. Sento di essere bagnata e non capisco se è sangue o solo umori vaginali, forse tutti e due. Certo farsela leccare o farsi masturbare è più piacevole. Non so come decifrare ciò che provo. Lui accelera sempre più i movimenti ed ogni volta che il suo uccello esce dalla mia figa mi sento completamente spalancata. "E’ bellissimo amore, – è la prima volta che mi chiama così – non riesco a trattenermi…""Non venirmi dentro, non prendo niente!" mi affretto a dirgli."Si vengo, amore mio…. vengo….si vengo…." e dopo avermi dato due o tre colpi fortissimi, facendomi urlare più dallo spavento che dal dolore, sfila il cazzo dalla vagina raggiungendo l’orgasmo. Sento le gocce di sperma cadermi sul ventre, dopo di che, esausto, si accascia di fianco a me. "Ho perso la verginità sono diventata donna!" E’ il mio unico pensiero mentre con lo sguardo fisso il soffitto.Roberto avvicina le sue labbra alle mie regalandomi un lungo bacio. Mi sento tutta impiastricciata e mi alzo per andare in bagno. Ci sono tracce di sangue sul suo uccello ed anche sulle mie cosce, ma nessuna emorragia come avevo temuto. Mi sciacquo la farfallina che è indolenzita. Mi sento felice, per niente pentita di quello che avevo fatto.Siamo tutte e due stanchi e addormentiamo senza accorgercene.Capitolo 5Quando apro gli occhi vedo la luce del giorno entrare dalla finestra. I raggi di sole già scaldavano la stanza. Mi alzo piano per non svegliarlo, mi infilo una T-shirt e mi reco nel bagno. La pipì mi scappava forte e non appena finito di liberarmi provo a tastarmi la farfallina per capire in che condizioni è. Mi sembra in perfetta forma e mi viene da ridere pensando al timore che avevo di subire danni permanenti mentre venivo presa dal suo cazzo. Finita la toilette mi reco in cucina per preparare la colazione. Sento dei passi. E’ Paola che avvicinandosi mi abbraccia da dietro cingendomi la vita ed appoggiando il mento sulla mia spalla mi da un bacino sul collo. "Come va?" Mi chiede."Bene – le rispondo girando la faccia e rendendole il bacino – pensavo peggio… e a te come è andata?""Non lo so. E’ stato bello ma non ho provato piacere, forse perché era la prima volta."Continuiamo a raccontarci ciò che avevamo provato trovando le nostre esperienze molto simili, per molti versi identiche.Finito di preparare la colazione decidiamo di consumarla ognuna nella propria stanza e dandoci un altro bacino ci salutiamo.Mi avvicino silenziosamente a Roberto. Dopo aver poggiato il vassoio sulla scrivania tolgo il lenzuolo e vedendolo in piena erezione non resisto alla tentazione di prendergli il cazzo in bocca. A quel dolce contatto si sveglia e godendosi la scena della mia bocca riempita dal suo uccello mi accarezza la testa. "Ferma, mi scappa la pipì – mi dice – se continui non la reggo."Allora, gli solletico anche le palle continuando a succhiare. Deve allontanarmi con uno strattone e poi correre in bagno accompagnato dalle mie risa.Quando rientra in stanza sono seduta alla scrivania mangiando la colazione. Si siede vicino a me spiluccando anche lui qualcosa ed all’improvviso, prendendomi per un braccio, fa in modo che mi sieda a cavalcioni su di lui. Tenendomi per le natiche strofina il cazzo sulla mia figa. Sentire le sue mani che mi allargano le chiappe mentre il suo uccello non smette di muoversi mi fa salire la libido. Comincio a bagnarmi."Vieni sul letto, – mi dice – che riprendiamo da dove ci eravamo fermati." Mi siedo sul letto ma Roberto mi fa girare facendomi stendere a pancia sotto. Viene sopra di me, appoggia il suo uccello nel solco delle chiappe muovendolo mentre con una mano prende a sgrillettarmi. Mi piace quello che sta facendo e per dimostrarglielo mi inarco in modo che le natiche aprendosi di più potessero permettergli di continuare quel contatto in maniera più eccitante. Il suo dito continua a stuzzicarmi il bottoncino mentre la punta del suo uccello, scendendo verso il basso, si posiziona all’entrata della vagina. Lo sento spingere e di colpo mi ritrovo infilata dal suo uccello. Mi sento di nuovo aperta ma questa volta, forse per quel dito che non smette di masturbarmi, le sensazioni sono più piacevoli. Il suo cazzo scivola dentro di me senza fatica e facendomi godere la scopata. Il ritmo della penetrazione si fa sempre più veloce così come il suo dito più insistente. Io per tutta risposta dimeno le anche favorendo la penetrazione. Sono presa dalla scopata quando Roberto infilando l’altra mano tra i nostri corpi riesce ad arrivare con un dito fino al mio buchino che premendo si fa strada nel mio sfintere. Chiavata in questo modo sento l’orgasmo salire e al momento culminante non sono riesco a trattenermi, vengo gemendo e muovendomi scompostamente. Rimango immobile a godermi quel momento quando Roberto sfilando il cazzo dal suo caldo involucro appoggia la cappella sul buco del culo cominciando a premere."Sei scemo – gli dico stizzita – togli subito il cazzo da lì. Mi vuoi rovinare?""Ma le altre ragazze lo fanno." Tenta di giustificarsi lui."Io non sono le altre ragazze." Rispondo decisa. Lui si alza e si mette sdraiato di schiena in piena erezione. Mi avvicino lo bacio e per poi scendere con la lingua sul suo corpo fino ad arrivare all’uccello. Glielo prendo in bocca cercando di stuzzicarlo con la lingua. Il suo uccello sa del mio umore e mentre lo succhio penso a come poteva essere il sapore della figa di Paola. Non dura molto il pompino, dopo qualche minuto lui viene copiosamente nella mia bocca ed io bevo tutto."Sono poche le ragazze che ingoiano lo sperma, sai?" mi dice."La vuoi piantare di paragonarmi alle altre ragazze?" gli rispondo imbronciata, ma sotto sotto apprezzo il suo "complimento"."Scusami, non volevo offenderti, era un complimento. Per noi maschi è il massimo.""Mi vuoi bene?""Certo che te ne voglio. Tantissimo!"Mi alzo soddisfatta per andare in bagno. Sono in corridoio quando sento dei gemiti arrivare dalla stanza di mia madre. Non resisto alla curiosità e mi accuccio sbirciando dal buco della serratura. La scena che mi appare non è niente male, c’è Paola in ginocchio proprio davanti a me mentre Stefano da dietro la sta scopando. Vedo le sue tette ballonzolare sotto l’impeto dei colpi, lei è ansimante, con gli occhi chiusi, la testa rivolta all’indietro, mentre lui le infila un dito in bocca. Quando Stefano comincia a dire di stare per godere Paola si stacca da lui e girandosi gli prende il cazzo tra le labbra facendosi sborrare in bocca."Però!" penso, rialzandomi e proseguendo per il bagno. Sotto la doccia ripenso alla scena che ho appena visto. Mi eccita guardare Paola mentre fa del sesso. Forse anche lei mi ha spiato mentre scopavo. Avrei voluto vederla da vicino mentre un cazzo la prendeva e avrei voluto essere guardata a mia volta. Ho in bocca ancora il sapore di Roberto misto al mio. "Chissà come sarà leccare una figa." Fino a qualche mese fa non ci avrei neanche pensato, adesso ne sono incuriosita. Che sia lesbica? No forse mi piace solo il sesso in tutte le sue forme. Magari quando saremo da sole chiederò a Paola cosa ne pensa.Capitolo 6Quel week-end passò in fretta così come i giorni che ci separavano dall’inizio della scuola. Ci ritroviamo sedute nel banco senza voglia, come tutti gli anni. Questo però è l’ultimo, nove mesi di sacrificio poi gli esami e quindi la libertà. I compagni di classe sono sempre gli stessi, gli insegnanti, purtroppo, anche. C’è però una novità: una nuova professoressa d’italiano. Capiamo subito che è diversa da tutti gli insegnanti che avevamo avuto fino quel momento. Ex sessantottina, dalla arguta ironia, con i suoi metodi anticonvenzionali è riuscita ad instaurare immediatamente un clima ottimale durante le sue lezioni. Monica, questo il suo nome, pretende che anche in classe la chiamiamo per nome anziché con il classico "professoressa". Le lezioni sono impostate all’insegna della massima libertà di espressione. Ognuno può esprimere il proprio parere, anche negativo, nei confronti degli argomenti trattati. Anzi è lei che spesso si diverte a giudicare con commenti dissacranti dei classici della letteratura, suscitando, ovviamente, l’ilarità generale. Paola ed io veniamo attratte dalla sua spigliata personalità, la vediamo come una di noi e più di una volta, a pausa, andiamo insieme lei al bar, divertendoci nello spettegolare su compagni e altri insegnanti.La confidenza tra noi e Monica cresce giorno dopo giorno. Un giorno di dicembre mentre siamo in pausa Paola le chiede: "Hai voglia di venire con noi in palestra stasera?""In palestra? – risponde Monica – Non è che io sia molto portata per lo sport in genere.""Dai – insisto io – vieni con noi. Prova una volta, vedrai che ci divertiremo.""Ma non so neanche cosa indossare, mica posso mettermi con una tutina attillata. Non ho il vostro fisico…""Cosa centra! – continua Paola – Mi sa che la nostra professoressa, che appare tanto spigliata, è in realtà una timidona, vero Sabry?""Mi sa anche a me." Confermo io."Ragazze, voi non sapete con chi avete a che fare. Dove vi passo a prendere?"Le spieghiamo dove abitiamo dandoci appuntamento per le diciotto. Monica arriva puntuale, insieme a Paola, con la sua vecchia Due Cavalli sgangherata. La serata è fredda ed uggiosa ed entrare nella palestra ben riscaldata da un senso di benessere. Il club dove siamo iscritte è fuori mano e per questo poco frequentato. Tra l’altro, non essendoci in programma lezioni di aerobica, oltre a noi, ci saranno state al massimo due o tre ragazze nei locali della palestra. Presentiamo Monica alla ragazza che gestisce la palestra e poi ci rechiamo nello spogliatoio per cambiarci. Svestendomi con la coda dell’occhio guardo Monica mentre si spoglia. La nostra nuova amica è piccola di statura, il suo viso, dal quale risaltano due grandi occhi verdi è molto dolce e un caschetto di capelli neri le fa capolino. Le piace farsi tagliare la frangetta alta in modo da sembrare più aggressiva e difatti avevamo, sin dalla prima lezione, interpretato questo taglio come simbolo di sicurezza. Lei si toglie il maglione e la maglietta intima rimanendo in reggiseno e non posso fare a meno di notare due grandi tette che solitamente, coperte da indumenti molto larghi, non si facevano notare. "Avrà sicuramente una quarta." penso, e vista la sua statura che forse arriva al metro e sessanta mi sembrano ancora più enormi. Continuo anch’io a spogliarmi sempre gettando l’occhio verso Monica che si sta sfilando gonna e collant. Ha le gambe grassottelle ed un po’ di pancetta ma conservava un aspetto piacevole. Quello che mi colpisce è che non ha un filo di cellulite e la sua pelle sembra liscia e morbida.Dopo esserci sfogate tra i vari attrezzi le proponiamo un bagno turco rilassante."C’è anche il bagno turco? – chiede lei – Però non è così male qui.""Oltre al bagno turco – specifica Paola – c’è anche la sauna e l’idromassaggio. Te l’avevamo detto che ci si divertiva."Ci rechiamo nel locale sauna dove Paola ed io iniziamo a denudarci."Bisogna essere nude?" chiede Monica."Che fai ti vergogni?" le rispondiamo pronte."Ma è igienico?" chiede nuovamente."Non ti preoccupare, il locale è molto pulito."Monica si toglie gli indumenti rimanendo nuda. Le guardo il culetto, bello rotondo e un po’ sporgente, e la farfallina, con una folta peluria riccia e scura. Ci sediamo nude sul marmo del bagno turco parlando e scherzando mentre venivamo avvolte da caldi getti di vapore. Dopo qualche minuto usciamo e ci infiliamo tutte e tre nella grande vasca idromassaggio."Ragazze mi distruggete… non ho più l’età." Ci dice Monica."Ma – le chiedo maliziosa – sei distrutta per la palestra o per qualcos’altro?""Voi bambine non dovreste affrontare certi discorsi…""Bambina – specifica Paola – lo dici a qualcun’altra, noi ormai siamo donne!""Non vi scandalizzate a parlare di sesso?" ci chiede."Veramente – rispondiamo insieme – non parliamo d’altro!""Il sesso – aggiunge Paola – è l’argomento principe delle nostre conversazioni, anche quando fai lezione spesso ci scambiamo bigliettini… diciamo un po’ piccanti…""Brave, complimenti… Beh, devo dire che anch’io con le mie amiche mi diverto parlando di sesso.""Non mi hai risposto però, – le dico – cosa hai fatto ieri sera?""Veramente – mi risponde pronta – non ieri sera ma dopo pranzo…""Dai racconta." Insiste Paola."Cosa volete sapere biricchine….""Tutto!" Rispondo io."E nei minimi dettagli!" Aggiunge Paola."Mi sorprendete ragazze, ma se pensate di scandalizzarmi vi sbagliate di grosso. Verso l’una è venuta a trovarmi una persona…""La conosciamo?" Le chiedo curiosa."Si, ma non vi dico chi è. E adesso non interrompetemi se no smetto! Bene, dicevo, è venuta a trovarmi questa persona e sapete come vanno certe cose… una parola tira l’altra, si ride, si scherza, si beve qualcosa, insomma siamo finiti a letto. Era un po’ che non scopavo. E’ stato bello anche se adesso sono un po’ distrutta.""Tutto qui?" Le chiediamo deluse."Come tutto qui… cosa volete sapere?""I p a r t i c o l a r i!". risponde Paola."Non so cosa dirvi… fatemi domande…""Quanto grande ce l’aveva. – inizia a domandarle Paola, scatenatissima – Lo prendi in bocca o ti fa schifo. E il culetto lo dai?""Caspita, non vi credevo così. Si i pompini li faccio. Oggi gli avrò succhiato il cazzo per mezz’ora. Era una gran bella mazza. Prenderlo in figa è stato bello. Mi sono fatta scopare all’impiedi appoggiata al muro, poi supina e poi a quattro zampe. Gli ho dato anche il culo e mentre mi inchiappettava con la mano mi sgrillettavo. Avrò goduto almeno quattro volte e alla fine mi sono fatta sborrare in faccia. Adesso però ho la figa indolenzita e il culo che mi brucia , per questo sono distrutta. Contente?""Si abbastanza…" le risponde Paola storcendo un po’ il naso."Ma – le chiedo io – non ti fa male farti prendere dietro?""Si fa male, ma sai Sabry, quando ti trovi in una situazione particolarmente eccitante ti assicuro che non senti niente. Anzi sentire insieme dolore e piacere cambia tutte le percezioni che abbiamo normalmente. Una volta ho fatto l’amore con due ragazzi, allo stesso tempo uno mi prendeva davanti mentre l’altro dietro… è stato sublime. Ma voi siete ancora troppo giovani per queste cose…""Siamo meno giovani di quanto tu non creda, Monica." Le dice Paola iniziando a raccontarle la nostra esperienza del falò. Aggiungo anch’io particolari nel racconto con Monica che sembra molto interessata a ciò che le confidiamo."Occhio che adesso viene fuori che siete anche un po’ lesbiche…" Commenta al temine della nostra storia. Paola ed io ci guardiamo e scoppiamo a ridere ricordandoci del nostro pomeriggio "trasgressivo"."Perché ridete voi due? – ci chiede incuriosita – Cos’altro mi nascondete?" Ci tocca, così, anche raccontarle del nostro gioco dei pegni. "Una volta ho fatto sesso con una donna – ci confida – ma ve lo racconterò un’altra volta, adesso è tardi dobbiamo andare."Ci rivestiamo ed usciamo dalla palestra avviandoci verso casa."Monica, cosa farai durante le vacanze di Natale?" le chiedo."Subito dopo Natale andrò qualche giorno in montagna. I miei hanno una baita di legno sperduta in un bosco ed ogni anno vado lì da sola a staccare la spina. Pensate, ci si arriva a piedi dopo una mezz’ora di cammino bel bosco con le racchette quando c’è la neve. Non c’è ne radio ne televisione, l’unico contatto con il mondo è un CB collegato con la guardia forestale. Me ne sto sdraiata davanti al camino acceso leggendo libri o spaziando con la mente.""Che figata…" si lascia scappare Paola."Se volete venire non ci sono problemi. Di posto ce n’è."Accettiamo entusiaste. I miei genitori, così come quelli di Paola, non porranno obiezioni. Sicuramente non sarà facile convincere Roberto e Stefano ma dovranno imparare ad accettare le nostre scelte. Capitolo 7Come avevo immaginato i miei genitori non hanno trovato nulla da obiettare al fatto che mi allontanassi per qualche giorno, anzi il sapere che sarei partita con la mia insegnante li rassicura. Roberto invece non l’ha presa tanto bene, ma alla fine sono riuscita a convincerlo. Viaggiamo in autostrada ad una velocità ridicola ma d’altra parte da quella macchina non si può pretendere di più. Non vedo l’ora di arrivare. In macchina regna il buonumore e l’euforia ci sta contagiando. "Come mai avete comperato una baita così sperduta?" le chiedo curiosa."Non l’abbiamo comperata, è sempre stata di nostra proprietà sin dai tempi di mio nonno. Però l’abbiamo ristrutturata.""Spero non ti dispiaccia – le chiede Paola – ma abbiamo portato il registratore. Della televisione non ci interessa più di tanto ma alla musica facciamo fatica a rinunciare.""No, non vi preoccupate." Ci rassicura Monica.Continuiamo a conversare e dopo qualche ora arriviamo a destinazione. Monica ci porta in un negozio dove noleggia una slitta, poi in un mini-market per fare rifornimento di cibo. Nessuna di noi tre si è risparmiata nel comprare "schifezze". Carichiamo tutto in macchina e ci avviamo per una classica stradina di montagna. Al termine della stessa ci ritroviamo all’inizio di un bosco già completamente innevato. Monica parcheggia la macchina e dopo aver caricato la spesa sulla slitta ci avviamo a piedi per un sentiero tra gli alberi. Stiamo camminiamo da circa mezzora con il sole che sta per tramontare quando arriviamo in un piccolo spiazzo al centro del quale sorge la baita di Monica. E’ il classico chalet di montagna che si vede reclamizzato nelle pubblicità, tutto di legno con finestre chiuse da ante colorate e il tetto spiovente. Entriamo e ci ritroviamo in un grande locale. L’interno della baita è altrettanto affascinante. I mobili, le pareti, il soffitto e il pavimento sono tutti di legno. Sulla sinistra ci sono la cucina a legna con il lavello, un frigo ed una stube . Sul lato frontale c’è, sulla sinistra, una splendida libreria piena di volumi, sulla destra, una stufa classica di montagna con sopra una impalcatura di legno sulla quale volendo ci si può sdraiare e nel mezzo una porta aperta che porta ad un piccolo corridoio. Nel lato destro un grande divano chiaro con due poltrone e un tappeto chiaro con il pelo alto sono posizionati di fronte al camino che spunta dalla parete. Dietro di noi una splendida credenza. Sia io che Paola rimaniamo senza parole. Monica dopo aver chiuso la porta si affretta ad accendere il camino e la stufa. "Qui c’è l’elettricità e l’acqua corrente ma il riscaldamento è a legna. – ci dice – Venite che vi faccio vedere le altre stanze." La seguiamo sempre zittite dalla bellezza di quella baita. Entriamo nel corridoietto tutto rivestito da perline di legno e ci troviamo davanti tre porte, due sulla sinistra ed una sulla destra. La prima porta di sinistra porta al bagno. Monica prende un altro po’ di legna per accendere un piccolo bruciatore. "A cosa serve?" le chiedo."Per l’acqua calda. Venite – ci dice Monica dirigendosi verso l’altra porta sulla sinistra – questa sarebbe una stanza da letto ma è un po’ fredda. Ci conviene dormire tutte nell’altra stanza." E aprendo l’ultima porta ci mostra una grande stanza con un letto matrimoniale nel centro. "Non staremo larghissime… ma calde si. Allora non dite niente?""Non ci aspettavamo una cosa così bella…" le dico."E’ stupenda – aggiunge Paola – non ho parole.""Dai venite che ci cuciniamo qualcosa." Dopo aver mangiato abbiamo aspettato, sedute davanti al camino, che la baita si fosse completamente riscaldata e siamo andate a dormire.I giorni seguenti li abbiamo passati slittando, giocando con la neve, scherzando tra di noi, leggendo ascoltando musica e rilassandoci.L’ultima sera Monica decide di prepararci una cena di addio con i controfiocchi. Stappa una bottiglia di vino proponendo un brindisi alla nostra amicizia. A quel brindisi ne seguono altri e alla fine della cena conto due bottiglie vuote. Siamo brille e iniziamo a ridere senza motivo. "Giochiamo?" Ci chiede Monica tirando fuori i dadi e dopo averci spiegato le regole del gioco aggiunge: "Ovvio che chi perde beve!"Le prime due partite sono ad appannaggio di Monica cosicché Paola ed io abbiamo dovuto mandar giù altri due bicchieri di vino. "Basta bere – chiediamo – non siamo abituate come te" "OK – ci risponde Monica ridendo – allora chi perde paga pegno!""Che pegno? – domanda Paola – Io fuori con questo freddo non esco, sia ben chiaro!""Il pegno lo decidiamo a turno prima di giocare – propongo io – così può pagarlo anche chi l’ha proposto. Ci state?""Io ci sto. – dice Monica – Anzi facciamo che chi decide il pegno lo deve scrivere su un bigliettino per poi scoprirlo alle altre a fine partita.""Comincio io…" Decide Paola prendendo un fogliettino e iniziando a scrivere.Dopo una serie impressionante di colpi fortunati mi aggiudico la partita e ridendo prendo il biglietto leggendo ad alta voce: "Strip-tease!" "Bene ragazze, ho pagato il biglietto, fatemi divertire!" dico accendendo il registratore ed andando a sedermi su una poltrona con aria soddisfatta. Loro si alzano ed iniziano il numero. Paola è sicuramente più sinuosa nei movimenti in quanto è un’ottima ballerina, devo dire, però, che anche Monica non se la cava male. Tolti i pigiamoni e i calzettoni, che non si possono certo definire indumenti da spogliarello ma forse proprio per questo sono più eccitanti, rimangono entrambe in slip. Gli faccio segno di avvicinarsi. "Voglio vedere bene!". Si avvicinano entrambe girandosi e piegandosi in avanti lentamente si sfilano le mutandine. Ho entrambi i culi a pochi centimetri dal mio viso e riesco ad intravedere le loro intimità. Paola si mette a sculettare arrivando a sfiorarmi il naso mentre Monica girandosi appoggia un piede sul bracciolo della poltrona e divaricando le gambe prende a roteare le anche. Dopo essermi gustata lo spettacolo ritorno a sedermi sulla stube seguita dalle altre due e visto che avevo vinto mi arrogo il diritto di scrivere il secondo pegno. Senza esitare decido che chi perderà dovrà darsi un bacio alla francese e così scrivo. Questa volta la fortuna arride a Paola che soddisfatta legge il biglietto. Probabilmente perché ero sull’allegro andante, ma nella foga di scrivere non avevo pensato che avrei potuto perdere ed a sentire Paola pronunciare il pegno sento una vampata di calore prendermi il viso. Mi assale un senso di vergogna ed appoggio la testa al tavolo nascondendola tra le braccia. "Su bimbe – esclama Paola – fatemi impazzire…" Scosto leggermente la testa sporgendo con un occhio dal nascondiglio e guardo Monica che alzando le spalle ed aggrottando le sopracciglia mi dice: "Coraggio Sabry, facciamola impazzire!" La osservo mentre si avvicina. Mi sento a disagio. Alzo la testa dal tavolo cercando di assumere un’espressione tranquilla. Monica si siede accanto a me, è nuda e questo rende ancora più grande il mio imbarazzo. Mi sorride e lentamente accosta la sua bocca alla mia. Chiudo gli occhi provando a rilassarmi. Lei inizia a baciarmi delicatamente mentre io rimango con la bocca chiusa lasciando le mie labbra in balia delle sue. Ho un fremito lungo tutto il corpo quando la sua lingua comincia a lambirmi, la sento farsi strada tra le mie labbra e aprendo la bocca la lascio entrare. E’ un bacio molto dolce, la sua lingua comincia roteare sulla mia, lentamente. Mi lascio andare e rispondo al bacio seguendo i suoi movimenti. La voce di Paola giunge come una scossa elettrica: "Questo è un bacio alla francese e allora voglio vedere le lingue!" Apro gli occhi, Monica, allora, si allontana un poco dalla mia bocca e tenendo incollato il suo sguardo al mio tira fuori la lingua dalle sue labbra. Faccio altrettanto avvicinandomi a lei fin quando le nostre lingue non arrivano a toccarsi avviluppandosi l’una sull’altra. Ricominciamo così a baciarci mostrando a Paola ciò che voleva vedere. Alla fine del bacio Monica inizia a scrivere il suo pegno. Rimango scossa dalla mia esibizione e sono tentata di chiedere di smettere con quel gioco perché non sapevo dove saremmo andate a finire e la presenza di Monica mi imbarazzava sempre di più. Ma ormai il foglietto è già stato compilato. Ad ogni lancio dei dadi spero con tutte le mie forze di fare risultato, non voglio pagare altro pegno! Di nuovo la fortuna mi arride, sarebbero state loro due a pagare pegno. "Le due che perdono si masturbano a vicenda!" leggo con un filo di voce. Guardo Paola e cerco di capire la sua reazione che però mi sembra senz’altro più tranquilla di quella che avevo avuto prima. Monica si alza, prende Paola per mano ed insieme vanno a sedersi sul divano. Mi alzo anch’io e mi stendo ai loro piedi sul tappeto. Monica gira la testa verso Paola, le appoggia una mano sul ginocchio e lentamente la fa scivolare verso l’interno delle cosce. Vedo le sue dita arrivare al boschetto e il medio spingersi in basso cominciando a strofinarsi sulle grandi labbra per poi forzarle ed entrare infilandosi sempre più in profondità. Paola si lascia toccare senza muoversi ed il suo respiro si fa sempre più ansimante. Monica la chiava con il suo dito medio ed ogni tanto lo tira fuori per andare, dopo aver allargato le grandi labbra con l’indice e l’anulare, a stuzzicare il grilletto. A quel tocco Paola allarga le gambe sempre di più muovendo il bacino. Monica le prende la mano portandosela alla bocca, cominciando a succhiarle l’indice, poi la spinge verso il basso sfiorandosi le tette e arrivando fino alla sua figa. Premendo con il suo dito medio su quello di Paola inizia a masturbarsi. Dopo poco le lascia la mano e spalancando le gambe si lascia toccare. La scena che si presenta ai miei occhi è a dir poco intrigante: entrambe con le cosce oscenamente aperte si toccano mostrandomi le loro fighe impregnate di umori. Mentre penso che coloro che si stavano masturbando davanti a me non sono due sconosciute ma la mia migliore amica con la mia, e sua, insegnante, mi rendo conto di essere completamente bagnata. Da sopra la camicia da notte prendo ad accarezzarmi la farfallina. La prima godere è Paola. Io la guardo eccitata mentre, ansimante ed in preda all’orgasmo, tira indietro la testa passandosi la lingua sulle labbra. La sua mano si è fermata pur rimanendo tra le cosce di Monica. Sto per alzarmi quando Monica mi prende la testa fra le mani e lentamente, senza forzare, la spinge verso il suo basso ventre. Inarcandosi, si siede sul bordo del divano allargando le gambe e mi ritrovo con la sua figa che mi sfiora la bocca. Spingendo ancora un po’ più in fuori il bacino la incolla alle mie labbra ed inizia a muoversi strusciandomela sul viso. "Leccami Sabry, ti prego. Sto impazzendo dalla voglia." Mi lascio travolgere dagli eventi. Tiro fuori la lingua per leccarle le grandi labbra entrando poi all’interno della vagina e raccogliendo i suoi umori. Il suo sapore è diverso da quello di Roberto. Monica continua a bagnarsi sempre di più ed io lecco tutto cercando di scoparla con la lingua. Nel frattempo Paola mi si è inginocchiata dietro alzandomi la camicia da notte ed abbassandomi le mutandine fino alle ginocchia. Poi appoggiandosi a me inizia a tastarmi le tette con entrambe le mani mentre strofina i peli della sua farfallina sul mio culo. Monica lasciandomi la testa si porta le mani sulla figa aprendo le grandi labbra. Vedo il suo grilletto gonfio e duro. Inizio a leccarlo roteando la lingua poi lo prendo tra le labbra succhiandolo. Sento la lingua di Paola lambirmi la schiena per poi scendere fino al culo insinuandosi nel solco ed arrivando al buchino e spingendo riesce ad entrare nel mio sfintere. Ricomincio a leccare il grilletto di Monica che mi prende di nuovo la testa fra le mani e spingendola forte a lei comincia a strofinarmi la sua figa, ormai bagnatissima, sulla bocca. Tiro fuori la lingua quanto più possibile mentre lei comincia ad urlare: "Lecca, troia. Lecca tutto il mio succo… si dai con quella lingua…godo, troia, ti vengo in bocca…" E tirando un ultimo grido mi gode nella bocca. La lingua di Paola continua il suo dentro e fuori dal mio culo. Ho il viso tutto bagnato dagli umori di Monica la quale, ora, si è abbandonata all’indietro accarezzando la mia testa che è rimasta tra le sue cosce. Continuo a leccarla lentamente fino a quando lei staccandomi dalla sua farfallina mi sussurra che ero stata bravissima e che adesso toccava a me godere. "Forse è meglio fermarsi…" le dico pensando che se mi fossi lasciata toccare avrebbe voluto dire che accettavo il mio lato omosessuale e questo forse non sono ancora pronta a farlo. Certo l’avevo leccata, l’avevo fatta godere ma mi ero trovata in mezzo ad una situazione particolare, non voluta o meglio non programmata. Anche con Paola c’era stato qualcosa ma mi sforzavo di considerare quello che era successo come uno scherzo innocente. Inoltre stavo insieme a Roberto al quale volevo bene. Poi Monica era la mia insegnante e questo comunque rendeva tutta la situazione più difficile da sostenere. In realtà sono attratta da Paola ed anche Monica suscita in me desideri erotici ma ho paura di ammetterlo."Ehi, rilassati, – mi dice Monica – libera i tuoi istinti come Paola. Non c’è niente di male. Questa è un’esperienza nuova per noi, rendiamola indimenticabile…" Il suo tono di voce suadente mi porta a lei. Mi sto lasciando andare…."Vieni, – mi sussurra – spogliati e stenditi sul tappeto." Mi sfilo gli indumenti rimanendo nuda e mi sdraio per terra. Il calore del fuoco mi investe dandomi un senso di benessere. Non so che cosa ha in mente di fare ma ormai ho deciso di accettare tutto. Monica inginocchiandosi di fronte a Paola inizia a baciarla. E’ un bacio voluttuoso, le loro tette si schiacciano strusciandosi a vicenda mentre le loro mani cercano di arrivare in tutte le zone del corpo. Guardo eccitata le loro lingue cercarsi e le dita infilarsi dappertutto. Paola staccandosi da quel bacio viene sopra di me ed avvicinando la bocca al mio orecchio mi sussurra "Ti voglio bene Sabry. Adesso ti farò godere. Ho voglia di leccarti la figa e di bere il tuo succo…" Sento la sua bocca scendere per andare a stuzzicare i capezzoli alternando piccoli colpi di lingua a morsi leggeri. Quindi lascia il posto alle sue dita che continuano a pizzicarli mentre mi fa scivolare la sua lingua lungo il ventre fino ad arrivare alla farfallina. Apro le gambe mostrandomi completamente. Paola si infila in bocca il mio grilletto eccitato prendendo a succhiarlo come se fosse un piccolo cazzo. Poi aprendo la bocca fa uscire la lingua ed inizia a passarla con moto circolare sul mio bottoncino facendomi, ogni tanto, sentire i suoi denti. Mi bagno sempre di più. "Cazzo Paola – le dico – sei bravissima.". Ricordo allora di quello che avevo fatto con Roberto sulla spiaggia e girando su me stessa mi infilo sotto di lei in modo da poterla anch’io leccare. Tiro un po’ in su la testa per affondare la lingua nella sua vagina. Monica prende un cuscino e me lo piazza dietro alla nuca affinché potessi continuare senza fatica. Paola continua a lavorarsi il mio grilletto e sento un suo dito farsi strada nel mio culetto. Dopo avermelo infilato fino in fondo al retto inizia a muoverlo lentamente allargandomi lo sfintere. Monica, sopra di me, allarga con le mani le chiappe di Paola e le infila la lingua nel culo. Ha una lingua molto lunga che riesce ad entrarle parecchio nel culetto. Io vedo tutto perfettamente ed il lavoretto che mi riserva Paola sta per dare i suoi risultati. L’orgasmo mi raggiunge improvvisamente e tiro un urlo fortissimo in parte soffocato dal fatto che ho la bocca attaccata alla farfallina di Paola. L’umore della figa mi arriva fino alle cosce. Subito dopo anche Paola, stuzzicata dalle nostre lingue, se ne viene mugolando e lanciando dei gridolini. Rimaniamo per un attimo ferme con le bocche ansimanti a contatto con le nostre fighette ed il suo dito sempre infilato nel mio culo. Paola si sposta e Monica mi infila la lingua tra le mie labbra. "Ti piace il sapore della tua amica piccola puttanella…""Si – dico – mi piace, mi fa impazzire."Lei allora infila l’indice nel culo di Paola spingendolo quanto più in fondo possibile, poi lo tira fuori e me lo mette in bocca: "Lecca allora… lo senti il sapore del suo culo…"Lo sento, eccome se lo sento… ma sono troppo eccitata per averne schifo. L’essere trattata così mi fa impazzire di desiderio. "Adesso voi due mi fate un bel lavoretto… siete delle ragazzine arrapate… delle piccole troiette…" Così dicendo si accuccia sulla mia faccia allargandosi le natiche e posizionando il suo buco del culo sulla mia bocca. "Leccami il culo e masturbati. Tu invece vieni a succhiarmi il grilletto." Paola infila la testa tra le sue cosce iniziando a leccare ed ogni tanto le nostre lingue si sfiorano. Cerco di impegnarmi al massimo infilandole il retto con la lingua protesa al massimo. La mia mano viaggia veloce sulla clitoride, mi masturbo con vera foga. Sto per godere quando Monica in preda all’orgasmo ci urla: "Dai su leccatemi, fatemi godere con quelle vostre linguette, dai così che vengo… si vengo, vengo, vengooo…" e con lei godo anch’io.Ci separiamo sedendoci, stanche. "Ragazze, – commenta Monica – è stato sublime.""Si, – le risponde Paola – è piaciuto anche a me. Era da un po’ che volevo un avventura con te Sabry. Ma così è stato ancora meglio… Dimmi qualcosa" mi chiede accarezzandomi il viso."Anch’io lo volevo. – le dico ricambiando la carezza – All’inizio avevo paura ma adesso sto bene, mi è piaciuto ed ho goduto tanto.""Ragazze spero di non avervi offeso per quello ho detto e per quello che ho fatto mentre godevo. In certi momenti perdo il controllo me. Dovreste provare anche voi a liberare un po’ di più i vostri istinti, anche quelli più reconditi e nascosti. E’ liberatorio.""Non ti preoccupare – le dico – anzi mi eccitava essere trattata da puttana." Paola fa cenno di assenso con la testa condividendo la mia frase."Davvero? Io un po’ mi sono trattenuta perché avevo paura di spaventarvi, ma la prossima volta mi lascio andare completamente. Ci sarà una prossima volta vero ragazze?""Ci sarà, ci sarà…- la rassicura Paola – e quando avverrà proverò anch’io a liberare tutto quello che ho dentro."Io mi limito ad annuire sorridendo."Facciamo un brindisi a noi tre… le fantastiche tre! – propone Monica – Poi andiamo a dormire che domani ci aspetta il viaggio di ritorno."Nel lettone ci stringiamo l’una l’altra finché il sonno ci prende tra le sue braccia. Lasciare la baita mi rende triste, ma avevamo davanti a noi tante possibilità di poter passare insieme altri momenti piacevoli. Sento crescere in me la consapevolezza che Paola ed io abbiamo lo stesso desiderio di provare tutto ciò che la vita potrà proporci. Questo, però, vuole dire che non dobbiamo permettere a nessuno di mettere un freno alla nostra indipendenza ed alla nostra intraprendenza.
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